Salve, Dopo un lungo periodo di stress (4 anni almeno). Covid in solitudine, separazione e lotta pe

24 risposte
Salve,
Dopo un lungo periodo di stress (4 anni almeno). Covid in solitudine, separazione e lotta per la custodia, cambio di casa e infine morte di mia madre. Ho iniziato ad avere forte cervicalgie e ansia e attacchi di panico anche.
Sono seguito da uno psicologo e da una psichiatra.
Entrambi mi hanno consigliato di prendere la sertralina.
Intanto sto prendendo lorazepam (neanche 1 pillola al giorno).
E non so perché ho paura a prendere la sertralina.
Ho pensieri intrusivi che io stesso reputo stupidi, tipo, e se divento pazzo? E se mi fa venire voglia di suicidarmi? E se mi cambia la personalità? E ci soffro. Anche perché io sto facendo di tutto per stare meglio. Dieta sana, prendere il sole, fare esercizi. Fare terapia. Ma vivo ancora molto male. Lo psicologo dice che non sono depresso. Ma che soffro di una fortissima ansia.
Ho anche la fobia quando i miei battiti cardiaci sono alti ed inizio a temere il peggio. Da lì che mi prendo di panico e devo prendere il lorazepam. Odio questo circolo vizioso. Ed odio i pensieri intrusivi dove penso che starò male e da lì è un cane che si morde la coda. Tutto quello che faccio fuori casa lo vivo con ansia e stress.
Vorrei tanto riuscire a "sbloccarmi" e guarire.
È incredibile come quando io mi prenda di ansia, il mio cuore inizia ad avere extrasistoli, o a battere molto molto veloce. A volte va anche in aritmia (holter fatto e non se ne sono viste).
Difatti non riesco a fare sforzi troppo intensi. Sto attento anche se faccio sesso. Faccio mettere lei sopra pur di non sentire il cuore accelerato. Unica cosa buona. Con o senza ansia, con o senza lorazepam la voglia sessuale c'è sempre. Almeno quella.
Spero possiate consigliarmi cosa fare.
Ho un bambino piccolo e lo amo tantissimo. Lavoro da casa. Ma lavoro davvero tanto e senza mai ferie perché l'azienda è mia. Per questo non so cosa siano delle ferie da anni.
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Capisco quanto sia difficile convivere con ansia e sintomi fisici come le extrasistoli, soprattutto dopo esperienze stressanti. La paura di prendere la sertralina è comprensibile, ma è importante sapere che, seppur inizialmente angoscianti, questi farmaci possono essere efficaci nel trattare l’ansia. I pensieri intrusivi, come temere di diventare pazzi o di avere pensieri suicidari, sono spesso un sintomo dell'ansia e tendono a diminuire con il tempo.

Il circolo vizioso legato alla paura dei battiti cardiaci e degli attacchi di panico può essere interrotto con tecniche di rilassamento e un lavoro psicoterapico mirato. Nonostante le difficoltà pratiche, è importante che si prenda anche del tempo per sé stesso e che continui a seguire il percorso terapeutico. Parlare apertamente con il suo psichiatra delle sue preoccupazioni può aiutarla a sentirsi più sicura nel trattamento. Se avesse ulteriori dubbi, non esiti a contattarmi. Cordialmente,

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Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, i sui pensieri credo siano tipici della diagnosi che l'è stata fatta dai suoi curanti. Pensare ai possibili effetti di un farmaco credo sia naturale, tutta via credo vadano approfonditi ed esplorati per poterle permettere di fidarsi di un farmaco che possa essere per lei una stampella che l'accompagni verso il suo ritrovato benessere. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, mi dispiace sapere che stia attraversando un periodo così difficile. Quello che descrive è un quadro che può rivelarsi profondamente debilitante, ma è importante sottolineare che con il giusto supporto e gli strumenti adatti, può migliorare.
La paura di assumere farmaci come la sertralina è comprensibile, soprattutto considerando i suoi pensieri intrusivi e le preoccupazioni legate agli effetti collaterali. È però utile sapere che i farmaci come la sertralina sono frequentemente prescritti per trattare disturbi d’ansia e hanno mostrato risultati molto positivi. Potrebbe essere utile affrontare queste paure apertamente con il suo psichiatra, discutendo i benefici, gli eventuali effetti collaterali e i tempi di adattamento al farmaco. Il medico potrebbe anche proporre un dosaggio iniziale molto basso per aiutarla a sentirsi più sicuro.
Sta già facendo molto per la sua salute: alimentazione, attività fisica moderata, esposizione al sole e terapia psicologica sono abitudini fondamentali per gestire l’ansia. Tuttavia, il livello di stress cronico e le tante responsabilità che si porta sulle spalle, come il lavoro e la gestione della famiglia, potrebbero richiedere un ulteriore supporto. Una pausa o una riorganizzazione del suo carico lavorativo, per quanto complessa, potrebbe essere essenziale per il suo benessere.
I pensieri intrusivi sono un sintomo comune dell’ansia e non indicano che “diventerà pazzo” o che perderà il controllo di sé.
Le consiglio di continuare a collaborare con il suo psicologo e psichiatra, esplicitando tutte le sue paure, anche quelle riguardanti i farmaci. Potrebbero aiutarla a trovare una strada più serena. Non esiti a considerare un percorso integrato tra terapia psicologica e farmacologica: affrontare l’ansia richiede tempo, ma con il supporto adeguato può ritrovare il benessere che merita.
Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Salve, considerato che ha già un aiuto da uno psicologo e uno psichiatra e la situazione non cambia, o forse addirittura peggiora, secondo Lei cosa dovrebbe fare per prima cosa?
Un caro saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, innanzitutto voglio dirle che il modo in cui sta affrontando tutto questo è davvero ammirevole. Sta vivendo una serie di situazioni difficili, accumulatesi nel tempo, che avrebbero messo alla prova chiunque, eppure si sta impegnando in tanti modi per migliorare il suo benessere, dalla terapia alla cura del corpo e della mente. La sua determinazione a non arrendersi e a voler guarire, anche in mezzo a tutta questa sofferenza, è una dimostrazione di grande forza. Capisco perfettamente la sua paura nei confronti della sertralina. È del tutto normale provare ansia o preoccupazione quando si tratta di iniziare un trattamento farmacologico, soprattutto quando emergono pensieri intrusivi come quelli che descrive. Quei pensieri che le fanno immaginare scenari negativi o temere effetti collaterali gravi non sono stupidi, come lei li definisce: sono un riflesso della sua ansia, che tende a enfatizzare i rischi e a farle immaginare il peggio. Tuttavia, è importante ricordare che i farmaci come la sertralina sono strumenti che, se utilizzati con la supervisione di un professionista come il suo psichiatra, possono aiutarla a trovare maggiore stabilità e a ridurre quel livello di ansia che sta influenzando così tanto la sua vita quotidiana. La paura di "diventare pazzo", di perdere il controllo o di non riconoscersi più è comune nelle persone che lottano con l'ansia, ma vorrei rassicurarla: ciò che descrive non è segno di follia o di un cambiamento irreversibile nella sua personalità. È l'ansia stessa che sta amplificando queste paure, creando un circolo vizioso di pensieri intrusivi e sensazioni fisiche come la tachicardia e le extrasistoli. Quando il corpo è costantemente in uno stato di allerta, come avviene con l'ansia intensa, queste reazioni diventano più frequenti, ma ciò non significa che lei stia per avere un problema cardiaco o che sia qualcosa di pericoloso. Il fatto che il suo psicologo abbia escluso una depressione maggiore e abbia identificato una forte ansia è un dato importante, perché indica che il suo malessere è trattabile. La sertralina, in questi casi, non serve a cambiare la sua personalità o a "spegnerla", ma piuttosto a modulare quei circuiti cerebrali che mantengono l'ansia in stato di iperattivazione, permettendole di vivere le sue giornate con maggiore serenità. Naturalmente, l'idea di assumere un farmaco per un periodo può sembrare un grande passo, ma si ricordi che questo non le toglie il controllo. Lei continuerà ad essere protagonista del suo percorso di guarigione, utilizzando il farmaco come supporto temporaneo, affiancato al lavoro terapeutico che già sta portando avanti. La presenza di suo figlio e l'amore che prova per lui sono un motore potentissimo. Tuttavia, anche i genitori più amorevoli e presenti hanno bisogno di concedersi dei momenti per prendersi cura di sé stessi. Il carico di lavoro che descrive, sommato alla mancanza di ferie, contribuisce senza dubbio al suo stato di esaurimento fisico ed emotivo. Se possibile, provi a valutare, anche con un aiuto esterno, come delegare almeno una parte delle responsabilità lavorative o trovare un modo per ritagliarsi degli spazi di recupero. Anche solo poche ore settimanali di "pausa" potrebbero fare una grande differenza nel lungo periodo. Infine, vorrei sottolineare che non è solo in questa battaglia. Sta facendo tutto ciò che è in suo potere per stare meglio e sta mostrando una determinazione che fa davvero la differenza. Si conceda la possibilità di esplorare il trattamento farmacologico senza giudicarsi, sapendo che si tratta di uno strumento tra tanti e non di una resa. Anche il fatto di aver chiesto un consiglio qui dimostra quanto tenga a sé stesso e alla sua famiglia. Provi a condividere queste paure con il suo psichiatra, che è lì proprio per guidarla e rassicurarla. Passo dopo passo, con il giusto supporto, sono certo che riuscirà a ritrovare una maggiore serenità. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
grazie mille della sua condivisione.
Benissimo che si sta facendo seguire da uno psicologo e uno psichiatra. Le consiglio di condividere tutto questo in terapia, in quanto solo con la massima trasparenza con il suo terapeuta riuscirà finalmente a fidarsi ed affidarsi.
Detto questo ha iniziato un cammino che è un processo, e procede in base alla sostenibilità e i tempi di ciascuno. Si goda il "viaggio" nell'ascolto di sé e delle sue emozioni. I sintomi paradossalmente ci "proteggono" (in modo non funzionale ovviamente), da qualcosa che è dentro di noi ed è ancora più doloroso. Iniziando ad accettare e validare il sintomo, si possono integrare anche le altre parti traumatiche intrappolate nelle nostre reti neurali. Ha mai sentito parlare di EMDR?
Buona presa di cura.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Ilaria Bresolin
Psicologo, Neuropsicologo
Breda di Piave
Gentile utente, la ringrazio per aver scelto di condividere questo suo periodo di sofferenza, di certo tutta quella serie di eventi negativi non sono stati facili da gestire.
Lo stress che lei descrive come una condizione che lei ha vissuto per un tempo prolungato può essere un fattore di rischio molto importante, oltre a difficoltà emotive può portare anche a patologie fisiche. Capisco che avere un'azienda (e quindi lavorare come libero professionista) possa portare a difficoltà nella gestione del proprio tempo e in generale del lavoro, ma da quello che posso leggere le consiglio se possibile di delegare quello che le è permesso, almeno per ridurre il carico e riuscire a mettere ogni tanto in pausa il lavoro, sembra poco ma prendersi un momento per sé è fondamentale.
Il suo essere molto motivato a migliorare e a stare meglio è sicuramente un fattore protettivo, che all'interno della terapia può aiutarla molto.
Per quanto riguarda l'assunzione di sertralina, le suggerisco di cercare di capire con il/la suo/a terapeuta da dove derivano questi pensieri intrusivi riguardanti un suo possibile cambiamento dovuto al farmaco. Le dosi sono sempre somministrate con un intento di guarigione e vengono valutate sulla base della persona e dei suoi sintomi.
Nonostante questo, il circolo vizioso che lei descrive è molto chiaro, in questo circolo però il loranzepam che lei prende per stare meglio quando sente attivarsi i sintomi dell'ansia, funge da comportamento protettivo. Cosa succederebbe se non lo prendesse? Sarebbe così terribile? Quali sarebbero i suoi pensieri? Provi a ragionarci anche all'interno della sua terapia, con lo scopo di arrivare a spezzare questo circolo cercando di non mettere più in atto questi meccanismi di protezione.
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

continui pure la psicoterapia cominciata e segua le indicazioni dello psichiatra in merito alla terapia farmacologica. Di disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire proprio attraverso l'ausilio congiunto di psicoterapia e farmacoterapia.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Poiché è già seguito, condividerò solo qualche pensiero, nel rispetto della relazione terapeutica esistente. È come se parlasse di aspetti di sé che, soprattutto dopo quei faticosi 4 anni, si sono imposti con maggior vigore. Ci racconta della presenza di una compagna, dei figli, dei professionisti che si prendono cura di lei, di un lavoro che la gratifica e la assorbe (senza pausa alcuna). Mentre leggevo, però, provavo una sensazione di profonda solitudine. Posso capire molto bene la sua difficoltà, perché affidarsi fa paura e sollecita vissuti profondi, potenti, ambivaleti. Una dipendenza buona (dal* suo terapeuta) sarà quel passaggio necessario per avere l'occasione di dare voce a pensieri, emozioni, aspetti che, in attesa della parola, si esprimono come possono. In bocca al lupo
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Mi dispiace molto per quello che stai attraversando. Hai descritto un quadro emotivo complesso, con molti fattori di stress accumulati negli anni, e si sente chiaramente il tuo desiderio di stare meglio per te stesso e per tuo figlio. È già un grande passo il fatto che tu stia affrontando questo percorso con uno psicologo e una psichiatra, e che stia facendo sforzi concreti come mantenere una dieta sana, fare esercizio e prenderti cura di te.

Provo a offrirti qualche riflessione e suggerimento su come affrontare questa situazione:

1. La paura della sertralina
È normale avere dubbi o timori quando si tratta di assumere un farmaco, specialmente per la salute mentale. Proviamo a mettere un po’ di ordine nei tuoi pensieri:

Non "cambia la personalità": La sertralina non modifica chi sei, ma agisce sui circuiti cerebrali legati all'ansia e all'umore. Potrebbe darti un sollievo emotivo sufficiente a spezzare quel circolo vizioso che descrivi (pensieri intrusivi → panico → sintomi fisici → ansia aumentata).
Monitoraggio attento: Gli psichiatri sono consapevoli dei possibili effetti collaterali. Ti seguiranno attentamente, specialmente nelle prime settimane. Se qualcosa non va, puoi parlarne immediatamente.
Effetti su pensieri suicidari: È vero che in rari casi gli antidepressivi possono aumentare i pensieri suicidari all'inizio del trattamento, ma ciò accade più spesso in adolescenti o giovani adulti. Il fatto che sei seguito da due professionisti riduce di molto questo rischio.
Può migliorare la qualità della vita: Considera che, anche se hai paura, la sertralina potrebbe aiutarti a gestire l'ansia cronica, il che significa più serenità per te e una relazione più leggera con tuo figlio.
Se la paura è ancora forte, puoi provare a parlarne con la tua psichiatra e magari iniziare con un dosaggio minimo, gradualmente aumentato.

2. I pensieri intrusivi
I pensieri intrusivi sono comuni in chi soffre di ansia e non significano assolutamente che "stai per impazzire" o che accadrà qualcosa di terribile. Sono un prodotto della mente ansiosa, che tende a ingigantire ogni sensazione. Ecco alcune strategie per affrontarli:

Non combatterli: Più cerchi di respingerli, più sembrano intensi. Accettali come "pensieri ansiosi" che non hanno un reale significato.
Etichettali per quello che sono: Quando arrivano, pensa: "Ecco un altro pensiero intrusivo. Non mi definisce, è solo la mia ansia che parla."
Tecniche di mindfulness: Prova esercizi di consapevolezza, come concentrarti sul respiro o osservare il presente senza giudizio. La meditazione può aiutarti a ridurre l'intensità dei pensieri ansiosi.
3. La gestione dell'ansia e del panico
Hai descritto un circolo vizioso di ansia, sintomi fisici e paura del peggioramento. Alcuni passi pratici:

Normalizza i sintomi fisici: Quando il cuore accelera o senti extrasistoli, ricorda a te stesso che il tuo corpo sta reagendo all'ansia. È spiacevole ma non pericoloso. Hai già fatto esami e i medici non hanno trovato problemi cardiaci.
Tecniche di respirazione: Usa tecniche di respirazione lenta e diaframmatica quando senti l'ansia aumentare. Un esempio:
Inspira per 4 secondi.
Trattieni il respiro per 4 secondi.
Espira lentamente per 6-8 secondi. Ripeti finché non senti il battito rallentare.
Evita di evitare: È normale voler evitare situazioni che fanno paura, come sforzi fisici intensi. Tuttavia, evitare perpetua il ciclo di ansia. Se hai paura di accelerare il cuore, potresti gradualmente esporre te stesso a sforzi leggeri (una camminata, poi qualcosa di più intenso) per abituarti all’idea che non è pericoloso.
4. Il lavoro e il riposo
Gestire un'azienda è una responsabilità enorme, ma il tuo corpo e la tua mente stanno lanciando segnali chiari: hai bisogno di pause. Alcuni spunti:

Micro-pause giornaliere: Anche 10-15 minuti di relax totale durante la giornata possono fare la differenza. Puoi ascoltare musica rilassante, fare un bagno caldo o semplicemente staccare.
Delega, se possibile: Valuta se puoi affidare temporaneamente qualche compito ad altri. È difficile farlo quando l'azienda è tua, ma il tuo benessere deve essere una priorità.
Programma delle ferie: Anche una settimana lontano dal lavoro potrebbe aiutarti a "resettare" un po’ il cervello.
5. Il tuo bambino come motivazione
È bellissimo che il tuo amore per tuo figlio sia così forte. Usa questo amore come motivazione per prenderti cura di te. Ricorda che, per essere presente per lui, devi prima essere presente per te stesso.

Conclusione
Se ti senti pronto, valuta di dare una chance alla sertralina. I farmaci non risolvono tutto, ma possono essere un ponte verso una mente più calma, che ti permetta di lavorare più efficacemente in terapia e nelle tue attività quotidiane.

Se hai bisogno di supporto continuo, possiamo parlare di tecniche pratiche per gestire meglio ansia e panico. Sei già sulla strada giusta, anche se può non sembrare. Non mollare.







Dott.ssa Tatiana Pasino
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentile, consiglio di continuare a seguire le sedute con il suo psicologo. La terapia può fornire uno spazio sicuro per esplorare le sue paure e i sintomi, e per imparare strategie pratiche per affrontarli. I comportamenti protettivi che ha messo in atto, pur essendo comprensibili, potrebbero contribuire a mantenere il circolo vizioso dell'ansia, e il supporto professionale può aiutarla a trovare modi per affrontarli.

In merito alla sertralina, il timore è una reazione comune, ma discutere con il suo psichiatra potrebbe chiarire i benefici e le aspettative legati al suo utilizzo. La comunicazione aperta con i suoi professionisti della salute mentale è fondamentale per trovare un percorso che la faccia sentire più sicura e supportata.

Infine, cerchi di concedersi del tempo per sé stesso, anche se le ferie sembrano un lusso lontano. Anche piccole pause possono fare la differenza nel suo benessere generale. La sua salute mentale è importante, non solo per lei ma anche per il suo bambino.

Le auguro di trovare la forza e il supporto necessari per affrontare questo periodo difficile. Un caro saluto
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, mi dispiace sapere quanto stia soffrendo in questo momento, e voglio prima di tutto riconoscere la forza e l'impegno che sta mettendo nel cercare di migliorare la sua situazione. Ha affrontato eventi estremamente difficili e stressanti negli ultimi anni, e questo spiega molto bene perché il suo corpo e la sua mente siano in uno stato di forte tensione. È naturale che dopo un periodo così prolungato di stress accumulato si manifestino sintomi fisici ed emotivi come quelli che descrive, come l'ansia intensa, gli attacchi di panico e le paure intrusive.

La sua paura di iniziare la sertralina è comprensibile, e non è raro che chi soffre di ansia abbia timori riguardo all'assunzione di nuovi farmaci, soprattutto se accompagnati da pensieri intrusivi del tipo "e se mi fa peggiorare?". Questi pensieri non riflettono una realtà concreta, ma sono un prodotto dell'ansia stessa, che amplifica ogni timore e lo fa sembrare più grande di quanto non sia. È importante ricordare che la sertralina è un farmaco che i suoi medici hanno valutato come adatto al suo caso e che viene prescritto proprio per ridurre gradualmente l'ansia e rompere quel "circolo vizioso" che tanto detesta. Gli effetti collaterali, se ci sono, sono spesso lievi e temporanei, e i suoi medici saranno a disposizione per monitorarla attentamente, soprattutto all'inizio della terapia.

La strategia migliore potrebbe essere iniziare la sertralina con un dosaggio molto basso, sotto la guida della psichiatra, per darle tempo di abituarsi al farmaco e ridurre al minimo i timori. A volte sapere che il dosaggio iniziale è minimo aiuta a sentirsi più sicuri nell'affrontare il cambiamento. Inoltre, è importante continuare a parlare apertamente dei suoi timori con lo psicologo e la psichiatra, perché loro possono rassicurarla e accompagnarla in questo percorso. È evidente che sta già facendo molto per prendersi cura di sé, e l'integrazione di un supporto farmacologico potrebbe essere la spinta necessaria per aiutarla a sentirsi meglio.

La sensazione di vivere tutto fuori casa con ansia e stress, i timori legati ai battiti cardiaci e l'attenzione che pone su ogni sensazione fisica sono tipici di una forte ipervigilanza, un sintomo frequente nei disturbi d'ansia. È come se il suo sistema nervoso fosse in costante "allerta", pronto a percepire qualsiasi cambiamento nel corpo come un possibile pericolo. Questo è un meccanismo che la sua mente ha sviluppato per cercare di proteggerla, ma che alla fine si è trasformato in un ostacolo. La terapia cognitivo-comportamentale, che immagino il suo psicologo stia utilizzando, è molto efficace nel lavorare su questi aspetti, aiutandola a riconoscere e gestire i pensieri catastrofici e a ridurre la paura legata alle sensazioni corporee.

Vorrei sottolineare che non c'è nulla di "sbagliato" in lei, e che ciò che sta vivendo è una risposta naturale a un periodo estremamente difficile. Lei sta già facendo tutto il possibile: sta affrontando la situazione con coraggio, cercando aiuto e mettendo in atto strategie per migliorare il suo benessere. È un percorso, e richiede tempo e pazienza, ma con il giusto supporto può uscire da questo stato di sofferenza.

Le consiglierei anche di prendersi piccoli momenti di pausa nel suo lavoro, se possibile, anche solo per brevi camminate o esercizi di rilassamento. Anche piccole modifiche alla routine possono fare una grande differenza. Infine, non sottovaluti l'importanza del tempo che passa con suo figlio: quei momenti di connessione emotiva possono essere una fonte preziosa di forza e motivazione.

Non è solo in questo percorso, ed è chiaro che ha molto per cui lottare e tanto amore nella sua vita. Continui a credere nella possibilità di un miglioramento, perché con il supporto che sta ricevendo e con il suo impegno, questo miglioramento è alla sua portata.

Dott. Luca Vocino
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

Da ciò che racconta emerge chiaramente quanto il lungo periodo di stress e le esperienze traumatiche hanno avuto un impatto significativo sulla sua salute psicofisica. L'ansia intensa ei pensieri intrusivi che descrivono, insieme ai sintomi fisici come le extrasistoli e la difficoltà a gestire situazioni quotidiane, sono segnali del peso che sta portando da tempo. È importante riconoscere i suoi sforzi per affrontare questa situazione psicologica, tra cui la terapia, il supporto psichiatrico, un'alimentazione sana, l'esercizio fisico e il suo impegno nel prendersi cura di sé e di suo figlio.

La paura di iniziare la sertralina è comprensibile: molti si sentono titubanti all'idea di assumere farmaci per la salute mentale, spesso per timori legati agli effetti collaterali o al timore di "perdere il controllo". Tuttavia, la sertralina è un farmaco comunemente utilizzato per trattare i disturbi d'ansia e, se assunta sotto stretta supervisione del medico, può essere uno strumento efficace per migliorare la qualità della vita. In molti casi, iniziare una terapia farmacologica aiuta a ridurre i sintomi ansiosi, permettendo di affrontare meglio il percorso terapeutico.

Per quanto riguarda i pensieri intrusivi, è utile ricordare che non si accende chi lei è. Sono un sintomo dell'ansia e possono essere affrontati attraverso tecniche specifiche in terapia, come la ristrutturazione cognitiva o la Mindfulness. Anche l'uso dell'EMDR, una tecnica per elaborare traumi e pensieri disturbanti, potrebbe essere una strada da esplorare.

Infine, è fondamentale continuare a lavorare su un equilibrio tra lavoro e vita privata. Il sovraccarico lavorativo, senza pause o momenti di relax, potrebbe aggravare i sintomi. Anche piccoli cambiamenti nella routine possono fare una grande differenza nel tempo.

Le consiglio vivamente di approfondire questi aspetti con il supporto dei suoi specialisti, che potranno guidarla verso la scelta più adatta per il suo benessere psicofisico.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Ambra Bongiovanni
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Caro utente anonimo,
ho letto le tue parole con grande attenzione ed è evidente quanto tu stia facendo del tuo meglio per prenderti cura di te stesso, del tuo bambino e della tua vita, nonostante il fardello che porti sulle spalle da tempo. La tua forza, anche se forse in questo momento ti sembra fragile, è una luce che emerge chiaramente dalle tue parole. Purtroppo tante sfide della vita ti si sono presentate nello stesso momento ed è normale avere questi sintomi con ciò che ti è capitato.
Capisco infatti la tua paura e il timore verso la sertralina, così come le difficoltà legate ai pensieri intrusivi e all’ansia che sembra invadere ogni aspetto della tua quotidianità. Questi pensieri possono sembrare opprimenti e irrazionali, ma non definiscono chi sei. Tu non sei i tuoi pensieri né le tue paure: sei molto di più, come dimostrano l’amore che provi per tuo figlio e il desiderio profondo di stare meglio.
Mi sento di condividere con te una proposta che potrebbe offrirti un ulteriore strumento per trovare un po’ di respiro e sollievo. Si tratta della mindfulness psicosomatica, un approccio che permette di entrare in contatto con il tuo corpo e con le tue emozioni in modo più accogliente e meno giudicante. La mindfulness non cerca di eliminare l’ansia o di “combatterla,” ma piuttosto insegna a osservare ciò che accade dentro di noi con gentilezza e senza resistenza. Questo tipo di pratica potrebbe aiutarti a rompere quel circolo vizioso tra i pensieri, le sensazioni fisiche e l’ansia che senti di non poter controllare.
Non c’è una soluzione rapida o perfetta per quello che stai affrontando, ma voglio rassicurarti che non sei solo in questa strada. Con il supporto che già stai ricevendo e con nuove strategie, puoi gradualmente scoprire un nuovo equilibrio e riconnetterti con una vita più serena. Spero davvero che questo percorso ti possa offrire quel sollievo e quella libertà che tanto desideri.

Ti auguro di cuore che tu possa trovare un po’ di pace in questo momento difficile e che tu riesca a prenderti cura di te con la stessa dedizione e amore che dedichi agli altri.

Con stima e vicinanza,
Dott.ssa Ambra Bongiovanni
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Salve,

Grazie per aver condiviso la sua esperienza. È comprensibile che, dopo un periodo così difficile, possa sentirsi sopraffatto e avere timori riguardo all'assunzione di nuovi farmaci. La sua preoccupazione è del tutto legittima.

La sertralina è un farmaco comunemente prescritto per trattare l'ansia e la depressione, e molte persone trovano sollievo dai loro sintomi grazie a questo trattamento. Tuttavia, è importante che si senta a suo agio e informato prima di iniziare qualsiasi nuova terapia.

Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:

1. **Dialogo con i professionisti**: Parli apertamente con il suo psicologo e la sua psichiatra riguardo ai suoi timori. Possono fornirle informazioni dettagliate sui benefici e sui possibili effetti collaterali della sertralina, aiutandola a prendere una decisione informata.

2. **Monitoraggio e supporto**: Se decide di iniziare la terapia con sertralina, chieda ai suoi medici di monitorare attentamente la sua risposta al farmaco. Questo può aiutarla a sentirsi più sicura e a gestire eventuali effetti collaterali.

3. **Strategie di gestione dell'ansia**: Continui a seguire le pratiche che ha già adottato, come una dieta sana, l'esposizione al sole, l'esercizio fisico e la terapia. Queste abitudini possono contribuire significativamente al suo benessere generale.

4. **Supporto sociale**: Non esiti a cercare il supporto di amici, familiari o gruppi di sostegno. Condividere le sue preoccupazioni con persone di fiducia può alleviare il peso emotivo che sta affrontando.

5. **Pazienza e autocompassione**: Ricordi che il percorso verso il benessere può richiedere tempo e che è importante essere gentili con se stessi durante questo processo. Ogni piccolo passo avanti è un progresso significativo.

Spero che questi suggerimenti possano esserle utili. Le auguro di trovare presto un miglioramento e di riuscire a vivere una vita più serena.

Cordialmente.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Ciao, mi dispiace molto per tutto quello che stai vivendo. La tua situazione è sicuramente difficile, e il fatto che tu stia cercando di affrontarla con determinazione è molto positivo. Capisco la tua preoccupazione riguardo l’assunzione della sertralina, ma i pensieri che hai sui suoi effetti collaterali, come il timore di perdere il controllo o cambiare la tua personalità, sono comuni in chi si trova in un periodo di ansia forte. Questi timori, purtroppo, spesso alimentano un circolo vizioso di preoccupazione e stress.

Un approccio che potrebbe aiutarti a interrompere questo circolo vizioso potrebbe essere la psicoterapia breve strategica, che si concentra su un cambiamento rapido e mirato, senza dover rivisitare in modo approfondito il passato. La terapia potrebbe aiutarti a:
1. Gestire l’ansia: Tecniche pratiche per interrompere il flusso di pensieri intrusivi e ridurre il livello di preoccupazione quotidiana.
2. Affrontare i pensieri ossessivi: Lavorare per interrompere il ciclo di paura che si innesca quando percepisci il battito cardiaco accelerato, e migliorare la tua reazione emotiva ad esso.
3. Sbloccare la tua capacità di affrontare situazioni stressanti: Aumentare la tolleranza allo stress e darti strumenti concreti per gestire le emozioni senza ricadere nel panico.

Anche l’aspetto legato al lavoro e alla tua vita familiare è molto importante: ritrovare un equilibrio tra responsabilità professionali e la cura di te stesso potrebbe essere fondamentale per sentirti più sereno. Riguardo il farmaco, anche se ti è stato prescritto, potresti sentirti più tranquillo nel parlarne ulteriormente con il tuo psicologo o psichiatra, così da affrontare insieme qualsiasi dubbio.

Non sei solo in questo, e c’è sempre una strada per stare meglio.
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buonasera, la sua vita è piena di responsabilità e mi sembra che tutte queste la schiacciano e la fanno vivere esponenzialmente male e in modo quasi performativo ogni situazione.
Quello che le posso suggerire è di mettersi in contatto con il suo corpo e vivere meno con la testa, così troverà un nuovo equilibrio. Ascoltando il suo corpo imparerà che lui sà sempre come stare bene. In questo modo molti suoi malesseri, ansie, tachicardie imparerà a capire da dove provengono e come farli passare. I sintomi di un malessere sono indicativi di qualcosa che non si è ascoltato si sè stesso. La invito a parlare con la sua terapeuta di lavorare sul suo corpo con esercizi mirati.
Se lei vuole approfondire, può vedere video e leggere argomentazioni relative alla bioenergetica di Lowen.
Per me è stato illuminante scoprire il corpo e la sua connessione con la mente. Lo switch arriverà presto se lei avrà il coraggio di vivere ascoltando il suo sè più profondo con emozioni e sentimenti annessi.
Saluti
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
buonasera, a mio parere dovrebbe approfondire con il suo psicologo l'elaborazione del lutto di sua madre lavorandoci a livello profondo per uscire da questi disagi. Cerchi di conoscere la parte più nascosta di se stesso vedrà che piano piano ne uscirà
Dott.ssa Giada Di Veroli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, dal suo racconto si percepisce la velocità di pensiero e di come esso si sussegua senza fermarsi mai. Lei non si ferma mai. Di fatto è in cura da due specialisti, come mai teme così tanto di affidarsi? Ha parlato con lo psichiatra delle sue angosce rispetto alla serltralina?
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo che abbia perso in poco tempo molti punti di riferimento di vita e uniti allo stress di portare avanti un'attività propria, probabilmente hanno giocato un ruolo determinante nel generare ansia e nel recidere il tempo necessario ad elaborare questi lutti: ogni distacco è un lutto. Le suggerisco di praticare una buona psicoterapia che approfondisca il tema del cambiamento e della solitudine che ne consegue. In merito ai farmaci, parli con lo psichiatra che glieli ha prescritti. Potreste valutare una cura graduale o sedare le sue paure con spiegazioni approfondite.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, partirei dall'ultima frase che sicuramente non aiuta. Dovrebbe cercare, nei limiti del possibile e compatibilmente con la sua attività, di staccare e prendersi del tempo per lei e per la sua famiglia. Non siamo macchine ed abbiamo bisogno di riposo. Sembrerebbe assurdo vivere a ritmi ansiogeni e poi prendere delle pillole per placare l'ansia, bisogna rimuovere le cause non il sintomo. Non la sto facendo facile perchè tutti lavoriamo e sappiamo quanto è importante arrivare a fine mese il più possibile dignitosamente, il fatto è, tuttavia, che il nostro organismo ha dei ritmi biologici che mal si conciliano con l'economia, la perenne efficienza e lo stacanovismo. L'analogia con il mondo "meccanico" aiuta. Più una macchina è spinta al massimo prima e in numero maggiore si logoreranno le sue parti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Capisco la tua paura verso la sertralina, è normale quando si teme il cambiamento o gli effetti collaterali. Ma ricorda: l’ansia così intensa che vivi è debilitante e la terapia farmacologica, insieme a psicoterapia e stili di vita sani, può davvero aiutarti a “sbloccarti”. Parlane apertamente con i tuoi medici, magari chiedendo di iniziare con dosi basse e monitoraggio costante. Prenderti cura di te è un regalo anche per tuo figlio. Come ti senti a considerare questo passo? Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
il percorso che descrive è stato estremamente impegnativo: diversi anni di stress continuativo, perdite importanti, responsabilità familiari e lavorative che non lasciano spazio al recupero. È comprensibile che, dopo una lunga fase in cui ha dovuto “tenere duro”, il corpo e la mente stiano manifestando segnali così intensi. L’ansia, gli attacchi di panico, le somatizzazioni cardiache e i pensieri intrusivi non sono segni di debolezza, ma il modo in cui l’organismo reagisce quando per troppo tempo ha dovuto funzionare in allerta.

La paura della sertralina non è rara. Molte persone temono che un farmaco possa “cambiare la personalità”, dare effetti irreversibili o far perdere il controllo. In realtà questi timori fanno parte dello stesso stato d’ansia che oggi la fa stare male: l’ansia amplifica i dubbi, ingigantisce i rischi e spinge la mente verso scenari estremi. È una reazione che non dice nulla su di Lei come persona, ma molto sul livello di tensione emotiva che sta affrontando.

Il fatto che sia seguito da uno psicologo e da una psichiatra e che entrambi concordino sulla necessità di un supporto farmacologico indica che stanno osservando un quadro in cui l’ansia è così forte da rendere più difficile usufruire pienamente anche degli altri strumenti che sta già utilizzando. Non significa che Lei sia depresso o “stia per impazzire”, ma che la soglia di attivazione è molto alta e crea un circolo vizioso di cui parla con molta lucidità.

Le extrasistoli, l’aritmia percepita, la paura per il cuore, la difficoltà a fare sforzi, il bisogno di controllare ogni sensazione corporea… sono aspetti tipici dell’ansia somatizzata, soprattutto quando si è vissuto a lungo in ipervigilanza. E più se ne ha paura, più queste sensazioni si intensificano, alimentando l’impressione di essere in pericolo anche quando non lo si è. Il fatto che gli esami cardiologici siano rassicuranti è un dato importante, ma in questo momento so che non basta a tranquillizzarla.

Il desiderio di “sbloccarsi” e tornare a vivere serenamente è molto chiaro dalle sue parole. Non c’è nulla di irreparabile in ciò che sta vivendo: è un momento in cui il suo sistema nervoso è esausto e ha bisogno di ritrovare gradualmente un livello più basso di allerta. A volte, un supporto farmacologico temporaneo può facilitare questo riequilibrio, ma ciò che conta davvero è che Lei ne parli apertamente con i suoi curanti, esprimendo le sue paure senza sentirsi giudicato. Un trattamento funziona solo se lo vive come un aiuto, non come un’imposizione.

La buona notizia è che non è solo, che sta già facendo molto per sé stesso e che queste manifestazioni non sono un segno di perdita di controllo imminente, ma la conseguenza di anni in cui ha dovuto fare più di quanto fosse sostenibile. È possibile tornare a stare meglio, un passo alla volta, con un percorso che rispetti i suoi tempi e le sue sensazioni.

Dott.ssa Sara Petroni

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