Salve, dalla morte di mia madre ho avuto una forte depressione che mi ha portato alla ludopatia dal
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Salve, dalla morte di mia madre ho avuto una forte depressione che mi ha portato alla ludopatia dal 2014, la solitudine non mi aiuta. Frequento il sert da molti anni ho fatto la terapia transcranica presso un istituto di ricerca. Intervallo a mesi di non gioco e poi, magari una volta ci ricado, danneggiando ulteriormente la situazione economica. La mia famiglia mi segue ma come potrebbero stare con me? Loro hanno una vita quotidiana impegnativa. Sono stata seguita da specialisti con cure antidepressive. Quello che vedio è che dovrei allontanarmi da tutti i giochi. Rimarrei sola
Sa, avere una persona cara con dipendenze é davvero molto frustrante, i famigliari sperimentano un senso di impotenza forse anche di colpa. Purtroppo, a parte trovare un professionista che la possa accompagnare nel cambiamento, solo lei può sistemare le cose. Ripartire da zero, ricostruire la sua persona, la sua vita, la sua famiglia.
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Per i suoi problemi è necessario il coinvolgimento della famiglia. A volte è come portare la comunità a casa dando indicazioni precise anche ai familiari. Perciò cerchi aiuto e lo faccia con chi le vuole bene. A Padova ho aperto un servizio con la mia equipe che è "lo Psicologo a tua". Professionisti psicologi, psichiatri e educatori gestiscono problematiche nei contesti di vita del paziente. I risultati sono molto soddisfacenti. Auguri
Salve,
le consiglio una terapia familiare.
Ovviamente una terapia individuale è necessaria per la sua situazione, essa la accompagnerei con incontri familiari una volta al mese.
Cordiali saluti.
le consiglio una terapia familiare.
Ovviamente una terapia individuale è necessaria per la sua situazione, essa la accompagnerei con incontri familiari una volta al mese.
Cordiali saluti.
Gentile,
per affrontare appieno una dipendenza come quella del gioco, è necessario seguire un percorso psicologico specifico individuale, da affiancare a un percorso familiare con cadenza almeno mensile.
Saluti,
dott. Andrea de Lise
per affrontare appieno una dipendenza come quella del gioco, è necessario seguire un percorso psicologico specifico individuale, da affiancare a un percorso familiare con cadenza almeno mensile.
Saluti,
dott. Andrea de Lise
salve,
lei parla di un problema sicuramente molto serio per lei e anche per la sua famiglia, sarebbe utile una terapia che coinvolga anche chi le sta accanto. Valuti questa opzione.
cari saluti
lei parla di un problema sicuramente molto serio per lei e anche per la sua famiglia, sarebbe utile una terapia che coinvolga anche chi le sta accanto. Valuti questa opzione.
cari saluti
Gentilissima,
La dipendenza dal gioco è una problematica molto invalidante. Per uscire da questo circolo vizioso è indispensabile farsi aiutare da un professionista competente con l'obiettivo finale di recuperare la sua qualità di vita e quella della sua famiglia.
Resto a disposizione
Cordialmente
La dipendenza dal gioco è una problematica molto invalidante. Per uscire da questo circolo vizioso è indispensabile farsi aiutare da un professionista competente con l'obiettivo finale di recuperare la sua qualità di vita e quella della sua famiglia.
Resto a disposizione
Cordialmente
Salve,
Purtroppo la dipendenza dal gioco è una condizione che compromette molti ambiti della vita e il rischio di ricadute, nel corso del tempo, è alto. In questi casi è importante farsi seguire da un professionista per comprendere meglio il ruolo che il gioco ha per lei e darsi la possibilità di aprirsi ad altre esperienze per contrastare la percezione di rimanere sola e migliorare il suo benessere.
In bocca al lupo per il suo percorso!
Un caro saluto.
Purtroppo la dipendenza dal gioco è una condizione che compromette molti ambiti della vita e il rischio di ricadute, nel corso del tempo, è alto. In questi casi è importante farsi seguire da un professionista per comprendere meglio il ruolo che il gioco ha per lei e darsi la possibilità di aprirsi ad altre esperienze per contrastare la percezione di rimanere sola e migliorare il suo benessere.
In bocca al lupo per il suo percorso!
Un caro saluto.
Salve, mi sembra di capire che si sente sola nella sua difficoltà...
Mi colpisce il suo pensiero di rimanere sola se si dovesse allontanare da tutti i giochi; forse però, è il contrario: i giochi la incatenano nella solitudine. E' come se ci fosse una relazione esclusiva tra lei e il gioco, isolandola dal resto.
Mi colpisce il suo pensiero di rimanere sola se si dovesse allontanare da tutti i giochi; forse però, è il contrario: i giochi la incatenano nella solitudine. E' come se ci fosse una relazione esclusiva tra lei e il gioco, isolandola dal resto.
Mi dispiace molto per quello che stai vivendo. Affrontare il lutto, la depressione e la ludopatia è estremamente difficile, soprattutto quando ti senti sola. Il fatto che tu abbia già cercato aiuto dimostra una grande forza, anche se le ricadute possono farti sentire scoraggiata.
Allontanarti dal gioco è sicuramente un passo importante, ma non significa che debba portarti alla solitudine. Il sostegno psicologico può aiutarti non solo a gestire la dipendenza, ma anche a costruire nuovi legami e a ritrovare un senso di appartenenza. Esistono gruppi di supporto specifici per la ludopatia, dove potresti trovare persone che condividono con te le stesse preoccupazioni: potrebbe essere un inizio per non sentirti sola, anche se in questo momento può sembrarti così.
Probabilmente ti sarà stato spiegato da qualche collega, ma qualora non fosse così è importante prendere consapevolezza con il significato di "dipendenza".
Le dipendenze, come quella da gioco d'azzardo, agiscono sui circuiti cerebrali che regolano il piacere e la ricompensa. Quando una persona si espone ripetutamente a una sostanza o a un comportamento (come il gioco), il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore legato al piacere. Questo crea un "circolo vizioso", in cui il cervello comincia a cercare continuamente quel "rinforzo positivo".
A lungo andare, i circuiti che controllano la nostra capacità di scegliere razionalmente e di esercitare il libero arbitrio vengono indeboliti. In sostanza, la dipendenza si manifesta come una perdita di controllo, dove la persona non riesce più a fermarsi nonostante le conseguenze negative. I processi neurotrasmettitoriali alterano le priorità del cervello, mettendo il bisogno di soddisfare quel desiderio al di sopra di qualsiasi altra cosa, anche del benessere o della salute. Per questo, affrontare una dipendenza richiede un laovro su vari livelli: fisico, emotivo e psicologico. Recuperare il controllo richiede tempo e il giusto supporto; colpevolizzarsi è solo controproducente!
Ti invito a continuare a farti aiutare e, se senti il bisogno di un supporto più specifico, potresti valutare un percorso più mirato. Se vuoi parlarne meglio, possiamo capire insieme quali altre risorse potrebbero esserti utili.
Ti sono vicino in questo momento di difficoltà da cui ne verrai certamente fuori :)
Allontanarti dal gioco è sicuramente un passo importante, ma non significa che debba portarti alla solitudine. Il sostegno psicologico può aiutarti non solo a gestire la dipendenza, ma anche a costruire nuovi legami e a ritrovare un senso di appartenenza. Esistono gruppi di supporto specifici per la ludopatia, dove potresti trovare persone che condividono con te le stesse preoccupazioni: potrebbe essere un inizio per non sentirti sola, anche se in questo momento può sembrarti così.
Probabilmente ti sarà stato spiegato da qualche collega, ma qualora non fosse così è importante prendere consapevolezza con il significato di "dipendenza".
Le dipendenze, come quella da gioco d'azzardo, agiscono sui circuiti cerebrali che regolano il piacere e la ricompensa. Quando una persona si espone ripetutamente a una sostanza o a un comportamento (come il gioco), il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore legato al piacere. Questo crea un "circolo vizioso", in cui il cervello comincia a cercare continuamente quel "rinforzo positivo".
A lungo andare, i circuiti che controllano la nostra capacità di scegliere razionalmente e di esercitare il libero arbitrio vengono indeboliti. In sostanza, la dipendenza si manifesta come una perdita di controllo, dove la persona non riesce più a fermarsi nonostante le conseguenze negative. I processi neurotrasmettitoriali alterano le priorità del cervello, mettendo il bisogno di soddisfare quel desiderio al di sopra di qualsiasi altra cosa, anche del benessere o della salute. Per questo, affrontare una dipendenza richiede un laovro su vari livelli: fisico, emotivo e psicologico. Recuperare il controllo richiede tempo e il giusto supporto; colpevolizzarsi è solo controproducente!
Ti invito a continuare a farti aiutare e, se senti il bisogno di un supporto più specifico, potresti valutare un percorso più mirato. Se vuoi parlarne meglio, possiamo capire insieme quali altre risorse potrebbero esserti utili.
Ti sono vicino in questo momento di difficoltà da cui ne verrai certamente fuori :)
Salve,
quello che descrive è comprensibile: la perdita di sua madre, la solitudine e la dipendenza dal gioco d’azzardo formano un insieme molto difficile da gestire, e anche quando si ottengono periodi di astinenza, il rischio di ricadute può generare senso di frustrazione e isolamento.
Alcuni punti importanti:
Supporto familiare e autonomia:
È naturale preoccuparsi di “pesare” sulla famiglia; tuttavia, il ruolo dei familiari non è quello di risolvere tutto da soli, ma di offrire sostegno emotivo e accompagnamento nei percorsi di cura.
Loro possono starle vicino anche stabilendo confini chiari: aiutarla senza sentirsi sovraccaricati, per preservare la loro vita quotidiana e la relazione con lei.
Strategie per ridurre il rischio di ricadute:
Limitare o eliminare del tutto l’accesso ai giochi è una scelta utile e protettiva. Non significa “rimanere sola”: può essere accompagnata da attività sostitutive, come sport, volontariato, corsi o gruppi di sostegno (ad esempio Gamblers Anonymous), dove incontrare persone con esperienze simili.
Affiancare la terapia farmacologica, se necessaria, con psicoterapia cognitivo-comportamentale mirata alla dipendenza può aiutare a riconoscere i segnali di rischio e a gestire l’impulso al gioco.
Gestione della solitudine e della depressione:
La solitudine amplifica il rischio di ricaduta. Creare piccoli legami quotidiani anche fuori dalla famiglia, come amici, gruppi o attività sociali, è fondamentale.
La terapia transcranica e i farmaci possono essere efficaci, ma il sostegno psicologico continuativo è essenziale per consolidare cambiamenti duraturi.
In sintesi, allontanarsi dai giochi e chiedere aiuto non significa rimanere soli, ma costruire un ambiente sicuro per la sua ripresa. Con un percorso integrato tra psicoterapia, eventuale farmacoterapia e supporto sociale strutturato, è possibile ridurre le ricadute e ritrovare progressivamente benessere, autonomia e relazioni significative.
Un caro saluto, resto a disposizione per guidarla su strategie concrete per gestire la dipendenza, la solitudine e la depressione, senza sentirsi isolata.
quello che descrive è comprensibile: la perdita di sua madre, la solitudine e la dipendenza dal gioco d’azzardo formano un insieme molto difficile da gestire, e anche quando si ottengono periodi di astinenza, il rischio di ricadute può generare senso di frustrazione e isolamento.
Alcuni punti importanti:
Supporto familiare e autonomia:
È naturale preoccuparsi di “pesare” sulla famiglia; tuttavia, il ruolo dei familiari non è quello di risolvere tutto da soli, ma di offrire sostegno emotivo e accompagnamento nei percorsi di cura.
Loro possono starle vicino anche stabilendo confini chiari: aiutarla senza sentirsi sovraccaricati, per preservare la loro vita quotidiana e la relazione con lei.
Strategie per ridurre il rischio di ricadute:
Limitare o eliminare del tutto l’accesso ai giochi è una scelta utile e protettiva. Non significa “rimanere sola”: può essere accompagnata da attività sostitutive, come sport, volontariato, corsi o gruppi di sostegno (ad esempio Gamblers Anonymous), dove incontrare persone con esperienze simili.
Affiancare la terapia farmacologica, se necessaria, con psicoterapia cognitivo-comportamentale mirata alla dipendenza può aiutare a riconoscere i segnali di rischio e a gestire l’impulso al gioco.
Gestione della solitudine e della depressione:
La solitudine amplifica il rischio di ricaduta. Creare piccoli legami quotidiani anche fuori dalla famiglia, come amici, gruppi o attività sociali, è fondamentale.
La terapia transcranica e i farmaci possono essere efficaci, ma il sostegno psicologico continuativo è essenziale per consolidare cambiamenti duraturi.
In sintesi, allontanarsi dai giochi e chiedere aiuto non significa rimanere soli, ma costruire un ambiente sicuro per la sua ripresa. Con un percorso integrato tra psicoterapia, eventuale farmacoterapia e supporto sociale strutturato, è possibile ridurre le ricadute e ritrovare progressivamente benessere, autonomia e relazioni significative.
Un caro saluto, resto a disposizione per guidarla su strategie concrete per gestire la dipendenza, la solitudine e la depressione, senza sentirsi isolata.
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