salve, da quando la mia prima relazione omosessuale è terminata questa figura femminile mi tormenta

23 risposte
salve, da quando la mia prima relazione omosessuale è terminata questa figura femminile mi tormenta come se volesse dirmi di portarmi ad essere transessuale ma non voglio.. non riesco a portare avanti progetti per il mio futuro come studiare ecc e questa figura mi sta tormentando l’anima provocandomi tremolii nell’area cerebrale. Sto cercando di aggrapparmi al fatto xhe prima fossi etero e che ,a parte la mia crescita con una mia nipote coetanea giocando con le barbie, ho avuto cotte per ragazze nonostante io auando ascoltavo ariana grande o artiste femminili mi immedesimavo. Non riesco ad affrontare questa cosa ponendomi come uomo.. ogni volta che torno a casa ho questo problema e la mente non riesce a focalizzarsi su altre cose. Non riesco a dedicarmi allo studio o alla cura del mio fisico come fino ad un mese fa.. io mi amavo e voglio darmi una seconda possibilità… non voglio diventare donna. Questa figura è da 5 settimane che mi tormenta ed è nel mio inconscio.. tutto per un termine di una relazione omosessuale in cui io ero me stesso… questa figura non è stata presente fino ad adesso ed io ero un ragazzo normale.. aiutatemi
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, credo che il nucleo del suo dolore sia nelle sue ultime parole. Sembra che ciò che la stia logorando sia sentirsi anomalo, diverso, non in quanto alternativo ma in quanto sbagliato, a causa di una sessualità che la sta portando a rivedere i propri riferimenti. Non so cosa la porti a sentire la propria eventuale omosessualità come qualcosa di anormale, ma in ogni caso sembra che lei non si stia concedendo di rifletterci in modo sereno, ma sta straziando la sua mente rimuginandoci, e chiedendosi delle conferme che allo stato attuale non è in grado di darsi. Potrebbe essere il caso che si conceda uno spazio all'interno di una psicoterapia, nel quale autorizzarsi ad una riflessione più serena e meno urgente; quest'ultima la sta portando a cortocircuitare, comprensibilmente aggiungerei. Un caro saluto

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Dott.ssa Nicoletta Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Mascalucia
Caro utente,
riesco a percepire il suo disagio dalle poche righe che riporta ed immagino quanto, tutto questo, sia "limitante" nella sua vita di tutti i giorni.
Ho notato che ha spesso utilizzato la parola "tormento" nel suo breve racconto: "questa figura di donna" che la porta verso una direzione che non sente sua ma che, sembra, stia provando in tutti i modi ad allontanare con scarsi risultati.
Sa, quando ci sforziamo di fare qualcosa contro la nostra volontà o quando tentiamo in tutti modi di non pensare ad una certa cosa, il nostro cervello ce la ripropone in tutte le forme possibili ed immaginabili.
Ci sono tante cose che mi verrebbe da chiederle anche perché le informazioni che ha fornito sono veramente poche, ma vorrei invitarla a riflettere sulla grande opportunità che potrebbe rappresentare questo pensiero tormentoso: si è presentato al termine di una relazione per lei importante quindi tutta la sua attenzione era focalizzata solo sulla persona con cui stava, come se la sua mente non avesse spazio o tempo per valutare, eventualmente, altre possibilità di relazione o di approcci alternativi.
Con ciò intendo dire che la sua mente o il suo inconscio, forse, sta provando a dirle delle cose che magari adesso non è in grado di comprendere o che non vuole ascoltare ma che potrebbe essere utile farlo attraverso un percorso di terapia al fine di mettere in luce quegli aspetti che la tormentano.

dott.ssa Nicoletta Caruso
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Daniele Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Rimini
Gentile utente, dalle poche righe che scrive è facile comprendere la sofferenza che sta provando in questo momento. La comprensione e l'accettazione della propria identità sessuale è un percorso che per alcuni si rivela più difficile che per altri; credo che potrebbe esserle utile in questo senso provare a fare due chiacchiere con un collega, in un contesto protetto e riservato come la psicoterapia, per farsi aiutare in questo frangente. Le auguro il meglio, e resto a disposizione. DR
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, non voglio dilungarmi in teorie e tesi psicologiche che di certo non la faranno star meglio. Le suggerisco vivamente di rivolgersi a uno psicologo per analizzare con attenzione e serietà quanto le accade emotivamente al fine di dipanare ogni suo dubbio e incertezza, acquisendo durante il percorso terapeutico gli strumenti utili per raggiungere la serenità che merita. Non esiti. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Anna Vinci
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Buongiorno, il disagio da lei vissuto e descritto, causa di così tanto dolore e sofferenza, credo meriti uno spazio di esplorazione e comprensione delle sue emozioni. Un luogo e un tempo da dedicare a sè stesso e all'ascolto attivo del suo mondo interno. Tutto ciò è possibile attraverso un percorso terapeutico che può aiutarla ad avere una maggiore consapevolezza di sè e ad acquisire strumenti utili al raggiungimento di quell'equilibrio e serenità che cerca. La invito dunque a ricercare un professionista psicologo-psicoteraputa con il quale affrontare la tematica esposta per giungere all'obiettivo di un miglioramento della sua qualità di vita. Cordiali saluti, Anna Vinci
Dott.ssa Roberta Macchiarola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, mi dispiace molto della situazione difficile che sta affrontando e della sofferenza che le sta generando. Certamente sarebbe importante raccogliere qualche elemento in più rispetto alla cornice che ci ho fornito per comprendere meglio la natura del suo disagio. La sessualità, l'identità di genere e l'orientamento sessuale sono fenomeni e costrutti complessi che vanno ben oltre la classica suddivisione in categorie binarie a cui siamo stati abituati. Non mi sembra quindi così strana la sua difficoltà a riconoscersi strettamente in una di queste che sono fondamentalmente delle costruzioni sociali e non una fedele rappresentazione della realtà. Certamente tali dubbi e incertezze le generano un disagio che attiva pensieri ed emozioni difficili da tollerare e che innescano un circolo vizioso che la porta inevitabilmente a mantenere tale situazione. Innanzi tutto sarebbe importante lavorare sulla comprensione delle credenze associate a tali pensieri intrusivi che li rendono così inaccettabili. In seguito si potrebbe procedere all'acquisizione di una miglior consapevolezza rispetto ai propri meccanismi di funzionamento che favorisca una positiva conoscenza sé anche in termini identitari.
Le suggerisco, al fine di raggiungere tali obiettivi, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che sia in grado di guidarla in questo percorso di scoperta personale.
Un caro saluto
Dott.ssa Roberta Macchiarola
Dott. Angelo Toso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Reggio nell'Emilia
Gentile utente, credo che prima di definire la sua identità sia necessario confrontarsi con qualcuno, e avere una visione di insieme di qual è paesaggio nella sua mente in questo momento e cosa comporta. Non ci sono risposte semplici per i contenuti che espone bisogna comprendere cosa significano queste paure e queste esperienze che lei riporta per lei e per nessun altro.
Con questa consapevolezza potrà prendere decisioni sulla sua identità su cui
nessun'altro potrà giudicare neanche il suo inconscio.
Cordialmente.
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Dott.ssa Erika Pizzinato
Psicologo, Psicologo clinico
Codogno
Gentilissima,
la ringrazio per aver condiviso il suo dolore.
Da quello che leggo noto un grandissimo tormento interiore, che purtroppo le porta confusione. Per il suo benessere è fondamentale confrontarsi con qualcuno che la sappia guidare al meglio e abbia a cuore il suo benessere, comprendendo le sue difficoltà. Buona giornata.
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Dott.ssa Erika Cazzini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Rozzano
Gentile utente, l'identità è un aspetto assolutamente personale che si costruisce nel corso del tempo, attraverso riflessioni, esperienze e significati personalissimi. Sono dispiaciuta per la sua fatica e per il dolore che questa relazione ha potuto provocare. Le suggerirei di pensare alla possibilità di avviare un percorso di confronto e riflessione con un professionista, se ne ha voglia, per dedicarsi uno spazio di pensiero privo di preconcetti e risposte precostituite.
Cordialmente

Dott.ssa Erika Cazzini
Dott.ssa Alessia Supino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Formia
buon pomeriggio
gentile utente il suo disagio è molto chiaro. Consiglio vivamente di parlare con uno psicoterapeuta affinchè possa parlare del suo disagio.
Saluti
Dott.ssa Francesca Caterino
Psicologo, Psicologo clinico
Castel Morrone
Ciao, Mi dispiace per ciò che stai affrontando e comprendo quanto per te possa essere difficile. Spesso ci troviamo di fronte a delle difficoltà contingenti e non disponiamo di tutte le risorse necessarie per affrontarle e superarle. Ci sentiamo bloccati e questo, nella maggior parte dei casi, ci impedisce di svolgere una vita completa ed appagante.
Tutti riteniamo di conoscerci, di essere consapevoli delle nostre emozioni, pensieri e comportamenti, ma in realtà , non tutti gli aspetti del nostro carattere e della nostra personalità  sono per noi così chiari e consapevoli.
Un consulto psicologico potrebbe essere utile al fine di approfondire il vissuto,la situazione, l'origine e l’evoluzione, le risorse che è possibile attivare e le strade percorribili per alleviare il disagio, agevolando una conoscenza più profonda di noi stessi. Ciò consentirà il cambiamento di tutti quegli elementi, poco funzionali, che non ci permettono di stare bene amplificando i vissuti negativi e le nostre sofferenze.
Resto a disposizione anche online.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Caterino
Dott.ssa Marina Costantini
Psicologo, Psicologo clinico
Colleferro
Buongiorno, i professionisti della salute mentale, in base al loro orientamento teorico, possono usare diversi approcci terapeutici (con lo scopo di accompagnarla nell’esplorazione dei propri pensieri per garantirle uno stile di vita stabile e a lungo termine con probabilità di successo nelle relazioni, nel lavoro e nell’espressione si sè. Importantissimo e fondamentale è che il terapeuta sappia stabilire una relazione autentica in cui lei senta compreso e non giudicato.
Cordialmente, Dott.sssa M. Costantini.
Dott.ssa Grazia Paradiso
Psicologo, Psicoterapeuta
Pontecagnano Faiano
Buongiorno, grazie per aver condiviso un vissuto così carico di emozioni. Questa "figura" che descrivi potrebbe dire qualcosa, e potrebbe rimanere un eco che si dissolve rispetto alle tue scelte consapevoli, consce e misurate sul quotidiano. Potrebbe essere importante esplorare meglio il valore emotivo di questi pensieri con un primo colloquio, per dare tutto lo spazio necessario alle verbalizzazioni, e valutare il contesto più adatto per offrirti il miglior aiuto possibile.
Resto a disposizione. Dott.ssa Grazia Paradiso
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,

mi dispiace molto per quello che stai passando. Capisco che non sia facile affrontare questi sentimenti di incertezza e di confusione.

Il fatto che tu stia sperimentando questa figura femminile dopo la fine della tua prima relazione omosessuale può essere un segnale che stai cercando di capire meglio la tua identità di genere.

È importante ricordare che non esiste una sola forma di identità di genere, e che ogni persona è unica. Alcune persone si identificano come maschio, altre come femmina, altre ancora come non binarie o genderfluid.

Se non sei sicuro della tua identità di genere, è importante prenderti del tempo per esplorare le tue emozioni e i tuoi sentimenti. Parla con qualcuno di cui ti fidi, come un amico, un familiare, o un terapista.

Potresti anche provare a fare delle attività che ti aiutano a connetterti con il tuo lato femminile, come indossare vestiti femminili, fare attività di cura di sé, o passare del tempo con donne che ti ispirano.

È importante ricordare che non c'è fretta. Non devi prendere una decisione definitiva su chi sei subito. Prenditi del tempo per esplorare e capire te stesso.

Ecco alcuni suggerimenti che possono aiutarti a fare chiarezza sulla tua identità di genere:

Ricerca sulla identità di genere. Ci sono molte risorse disponibili online e in biblioteca che possono aiutarti a imparare di più su questo argomento.
Parla con qualcuno di cui ti fidi. Parla con un amico, un familiare, o un terapista dei tuoi sentimenti e delle tue domande.
Esplora le tue emozioni e i tuoi sentimenti. Presta attenzione a come ti senti quando ti esprimi in modo femminile.
Fai delle attività che ti aiutano a connetterti con il tuo lato femminile. Indossa vestiti femminili, fai attività di cura di sé, o passa del tempo con donne che ti ispirano.
Ti auguro di trovare il sostegno e la comprensione di cui hai bisogno per superare questo momento difficile.
Dr. Marco Casella
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Gentile Cliente. La prima osservazione che mi viene da fare è che percepisco una certa IRREQUIETEZZA nelle sue parole, come se si trovasse in uno stato di FUGA. Come chiunque quando si trova in questo stato, la persona che fugge non ha modo di osservare bene la cosa o la persona dalla quale sta scappando. Le suggerisco di prendere in considerazione l'idea di provare a voltarsi, fermarsi o rallentare e guardare, osservare questa figura femminile che le fa così spavento. Questo atto potrebbe già attenuare la sensazione di paura che prova. Inoltre le permetterà di CAPIRE cosa ha da comunicarle. Potrebbe essere che prova così tanta paura proprio perché qualche sua sovrastruttura le impone di non ascoltarla nemmeno. Questo non vuol dire necessariamente che ascoltandola cambierà sesso. Il cambio di sesso è un punto di arrivo di un percorso molto lungo, di sicuro non di pochi mesi. Si dia il permesso di esplorare la sua sessualità senza rimorsi e lo faccia con l'aiuto di uno psicologo che la guidi verso una piena CONSAPEVOLEZZA e SERENITà. Saluti, Marco Casella.
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera e grazie per averci parlato della sua situazione. Ciò che posso consigliarle è di ritagiarsi uno spazio suo in cui ascoltarsi sentendosi ascoltato da un professionista. Dare voce ai propri pensieri, alla propria parte emotiva ed alla propria storia potrebbe permetterle di raggiungere una conoscenza più piena di se stesso. Questo non è il momento di prendere decisioni, ma il momento di comprendersi, ma da soli è molto complicato poterlo fare. Si affidi ad uno psicologo e punti su un suo percorso personale e ogni scelta futura avrà un senso più profondo e sentito. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
È importante esplorare queste sensazioni e pensieri insistenti che stai vivendo. Potrebbe essere utile consultare uno psicologo specializzato in questioni di identità di genere e sessualità per esplorare meglio le tue emozioni e trovare una comprensione più chiara di te stesso. Accettare e comprendere che le identità di genere possono essere fluide potrebbe essere un passo importante per la tua crescita personale. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Veronica Sarno
Psicologo, Psicologo clinico
Luino
Buongiorno, lei deve fare quello che sente e non quello che qualcun altro reputa giusto per lei.
Distinti Saluti
Dott.ssa Sarno Veronica
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio un consulto con uno psichiatra. Cordiali saluti.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, grazie per aver condiviso con tanta sincerità e intensità ciò che sta vivendo. Le sue parole raccontano una sofferenza profonda e un’esperienza complessa, che merita ascolto, rispetto e comprensione. È evidente quanto lei stia cercando di mantenere il contatto con se stesso, con la propria identità e con il desiderio di ritrovare una direzione nella vita. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, possiamo provare a osservare quello che sta accadendo attraverso due lenti importanti: la prima è quella delle emozioni e dei pensieri intrusivi, la seconda è quella del significato attribuito agli eventi. Dopo la fine di una relazione che ha avuto un forte impatto emotivo, è assolutamente naturale che si attivino stati di vulnerabilità. A volte, soprattutto in momenti di forte stress o dolore, la mente può generare immagini, pensieri o “figure interne” che sembrano invadenti, disturbanti o addirittura destabilizzanti. Questi pensieri non rappresentano necessariamente una verità su di sé, ma possono essere l’espressione di un conflitto interiore che ha bisogno di essere esplorato con calma, senza giudizio. Lei descrive questa figura come un tormento che le impedisce di concentrarsi, che le toglie energia, che intacca la sua capacità di vivere con pienezza e serenità. Da come ne parla, sembra che questa immagine si sia attivata in concomitanza con la fine della relazione, un evento che spesso lascia spazio a molti interrogativi su chi siamo, su quanto siamo stati accettati per ciò che siamo, su cosa significhi “essere sé stessi” in una relazione. Potrebbe trattarsi di una reazione alla perdita, una sorta di forma di elaborazione che però sta prendendo un significato minaccioso nella sua mente, proprio perché si lega a una parte sensibile e ancora poco definita della sua identità. Lei dice chiaramente di non volere essere una donna, e questo è un dato importante: significa che dentro di sé ha una consapevolezza chiara della propria identità di genere, nonostante la confusione che sta vivendo. È fondamentale distinguere tra il contenuto dei pensieri e il significato che attribuiamo loro. Il fatto che lei senta queste immagini non implica che siano vere o che debbano essere seguite. Spesso, quando un pensiero fa molta paura, tendiamo a ingigantirlo, a dargli più potere, a cercare disperatamente di allontanarlo. Ma così facendo, finiamo per rimanerne ancora più intrappolati. Il percorso più efficace in questi casi è quello di imparare a osservare i pensieri intrusivi senza identificarcisi. Esistono tecniche specifiche in ambito cognitivo-comportamentale, come quelle della terapia basata sulla mindfulness o sull'accettazione e impegno (ACT), che aiutano proprio a ridurre l’impatto che certi pensieri hanno sulla nostra vita. Si tratta di allenarsi a riconoscere che un pensiero è solo un pensiero, non un ordine, non una verità assoluta, ma una delle tante attività della mente. Lei ha anche descritto una difficoltà a concentrarsi, a prendersi cura di sé come prima, a progettare il futuro. Sono segnali che vanno presi sul serio, perché ci indicano che questa situazione sta avendo un impatto significativo sul suo benessere generale. Ma è anche evidente che dentro di lei c’è un desiderio molto forte di guarigione, di ritrovare la sua stabilità, la sua identità, la sua serenità. Questo è un segnale molto positivo. Mi sento di consigliarle vivamente di proseguire o iniziare un percorso psicologico strutturato, in cui possa esplorare questi pensieri con uno specialista, senza paura di essere giudicato o frainteso. La mente umana è complessa, e quando attraversiamo un periodo difficile, può mandarci segnali che non sempre capiamo subito. Ma con il giusto supporto, è possibile ritrovare chiarezza e recuperare un senso di padronanza su di sé e sulla propria vita. Il fatto che lei voglia darsi una seconda possibilità è un punto di partenza fondamentale. Non è da solo in questa esperienza, e ci sono strumenti efficaci per aiutarla a uscire da questo momento. Abbia cura di sé, con la pazienza e la dolcezza che si merita. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Buongiorno,
da quanto scrive emerge una forte sofferenza legata alla fine della relazione e al modo in cui sta vivendo la sua identità in questo momento. La presenza di questa “figura” che la tormenta e i sintomi che descrive (tremolii, difficoltà di concentrazione, perdita di interesse) indicano un forte stato di stress emotivo, che merita attenzione e supporto.
Non si colpevolizzi per ciò che prova: le identità e i vissuti possono attraversare fasi di confusione, soprattutto dopo una rottura affettiva. Le consiglio di non affrontare tutto da solo e di rivolgersi quanto prima a uno psicologo, dove potrà essere ascoltato e sostenuto in modo adeguato, anche per distinguere ciò che appartiene alla sfera emotiva da ciò che può riguardare un disagio più profondo. Dr. Giuseppe Mirabella

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