Salve, da circa un mese mi capita tutti i giorni e in molteplici momenti della giornata di avere una
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Salve, da circa un mese mi capita tutti i giorni e in molteplici momenti della giornata di avere una forte pelle d'oca (sensazione molto sgradevole), questo succede quando la mia pelle entra a contatto con alcuni materiali. Mi sorge una preoccupazione perché succede tante volte nell'arco della giornata e con materiali con cui prima non avevo alcun tipo di problema come ad esempio cartoni (lavoro da 7 anni a contatto con i cartoni), con un pigiama che non indossavo da un paio di mesi ma con il quale non ho mai avuto problemi, posate in legno (ammetto che SOLO con queste ho sempre avuto disagio nell'utilizzo),ecc..
Il solo pensiero mi fa rabbrividire, stringere i denti, anche nello scrivere questa domanda sto avendo disagio.
Spero possiate aiutarmi.
Eventualmente a chi dovrei rivolgermi? Dermatologo, psicologo? (Essendo un problema anche solo col pensiero e non solo con il contatto) Grazie.. Saluti
Il solo pensiero mi fa rabbrividire, stringere i denti, anche nello scrivere questa domanda sto avendo disagio.
Spero possiate aiutarmi.
Eventualmente a chi dovrei rivolgermi? Dermatologo, psicologo? (Essendo un problema anche solo col pensiero e non solo con il contatto) Grazie.. Saluti
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un fenomeno che, sebbene possa sembrare singolare, merita attenzione e ascolto, proprio perché si inserisce in una soglia di sensibilità che coinvolge sia la dimensione corporea sia quella emotiva. La reazione che riporta (una pelle d’oca intensa, persistente, associata a disagio marcato anche solo al pensiero del contatto) sembra coinvolgere il sistema nervoso in una modalità che va ben oltre la semplice risposta fisica a uno stimolo tattile. Il fatto che questa sensibilità si sia acuita di recente e che riguardi materiali un tempo neutri o familiari suggerisce che qualcosa, a livello emotivo o fisiologico, abbia modificato la sua soglia di tolleranza o la modalità di elaborazione sensoriale.
Non è raro, in alcuni momenti della vita, osservare l’emergere o l’intensificarsi di risposte corporee atipiche, soprattutto quando siamo sottoposti a livelli di stress, tensione psichica o carichi emotivi che non trovano un canale di espressione diretto. Il nostro corpo, in questi casi, può diventare il primo "ambasciatore" del disagio, comunicandolo con reazioni amplificate e persistenti. Anche il solo pensiero che evoca quella sensazione può generare la risposta fisica, a conferma di quanto mente e corpo siano strettamente interconnessi.
Il primo passo utile, se non sono presenti sintomi dermatologici evidenti (pruriti, arrossamenti, sfoghi o irritazioni cutanee persistenti), può senz’altro essere quello di consultare uno psicologo con formazione clinica e psicoterapeutica. L’elemento che lei coglie (ossia la reazione che nasce anche solo dall’idea del contatto) suggerisce un meccanismo psicosomatico o, più in generale, una forma di iperattivazione sensoriale ed emotiva, che potrebbe essere esplorata, compresa e gradualmente modulata in un contesto terapeutico adeguato. È possibile che si tratti di una risposta ansiosa specifica, oppure di un modo con cui il suo organismo segnala una fatica che ha bisogno di essere ascoltata e accolta.
Il lavoro psicologico, in questi casi, non è solo un’analisi dei sintomi ma un accompagnamento per comprendere da dove nasce quella sensibilità, come si è strutturata, quali significati emotivi può contenere, e soprattutto come restituirle un senso di controllo e serenità nella quotidianità. Non c’è nulla di "strano" o di "sbagliato" in ciò che vive: è una reazione che chiede spazio, e che può trasformarsi se accolta nel modo giusto.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Non è raro, in alcuni momenti della vita, osservare l’emergere o l’intensificarsi di risposte corporee atipiche, soprattutto quando siamo sottoposti a livelli di stress, tensione psichica o carichi emotivi che non trovano un canale di espressione diretto. Il nostro corpo, in questi casi, può diventare il primo "ambasciatore" del disagio, comunicandolo con reazioni amplificate e persistenti. Anche il solo pensiero che evoca quella sensazione può generare la risposta fisica, a conferma di quanto mente e corpo siano strettamente interconnessi.
Il primo passo utile, se non sono presenti sintomi dermatologici evidenti (pruriti, arrossamenti, sfoghi o irritazioni cutanee persistenti), può senz’altro essere quello di consultare uno psicologo con formazione clinica e psicoterapeutica. L’elemento che lei coglie (ossia la reazione che nasce anche solo dall’idea del contatto) suggerisce un meccanismo psicosomatico o, più in generale, una forma di iperattivazione sensoriale ed emotiva, che potrebbe essere esplorata, compresa e gradualmente modulata in un contesto terapeutico adeguato. È possibile che si tratti di una risposta ansiosa specifica, oppure di un modo con cui il suo organismo segnala una fatica che ha bisogno di essere ascoltata e accolta.
Il lavoro psicologico, in questi casi, non è solo un’analisi dei sintomi ma un accompagnamento per comprendere da dove nasce quella sensibilità, come si è strutturata, quali significati emotivi può contenere, e soprattutto come restituirle un senso di controllo e serenità nella quotidianità. Non c’è nulla di "strano" o di "sbagliato" in ciò che vive: è una reazione che chiede spazio, e che può trasformarsi se accolta nel modo giusto.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
dalla descrizione da lei riportata, non sembra esserci una condizione medica. Bisognerebbe esplorare la condizione di "disagio" descritta più da un punto di vista psicologico. Qualora volesse, rimango a disposizione per considerare un eventuale supporto psicologico. Cordiali saluti.
dalla descrizione da lei riportata, non sembra esserci una condizione medica. Bisognerebbe esplorare la condizione di "disagio" descritta più da un punto di vista psicologico. Qualora volesse, rimango a disposizione per considerare un eventuale supporto psicologico. Cordiali saluti.
Salve! I sintomi che riferisce non sono molto specifici; consiglierei dunque prima un consulto con il suo medico curante, per poi eventualmente pensare ad un consulto di tipo psicologico. Resto a disposizione, dott.ssa Valentina Costanza
Valutare entrambe le strade è la scelta migliore.
Buongiorno, la ringrazio per aver descritto con tanta precisione e sincerità ciò che sta vivendo. Da ciò che racconta si percepisce quanto questa situazione le stia creando disagio non solo fisico ma anche emotivo, perché sentirsi a disagio più volte al giorno con sensazioni così sgradevoli può diventare davvero faticoso da gestire, soprattutto se prima non aveva mai avuto problemi simili. È comprensibile che questa nuova sensibilità le generi preoccupazione, perché coinvolge sia una reazione corporea sia un vissuto mentale che la porta a pensarci di continuo, fino al punto che anche solo l’idea di entrare in contatto con certi materiali scatena in lei una reazione di pelle d’oca, fastidio e tensione. Proprio questa componente di anticipazione, cioè il fatto che anche solo l’immaginare la situazione le provochi disagio, fa pensare che oltre alla parte fisica possa esserci una componente psicologica che amplifica la risposta del corpo. Ovviamente è sempre opportuno escludere che vi siano cause dermatologiche o neurologiche. Può essere utile quindi confrontarsi con il medico di base o con un dermatologo, così da verificare che non ci siano motivi legati alla pelle o al sistema nervoso periferico. Tuttavia, visto che lei stessa racconta che la sola idea scatena già una forte reazione, è possibile che ci sia un aspetto legato all’ansia anticipatoria. A volte, quando il nostro corpo sperimenta una sensazione fisica sgradita in modo ripetuto, la mente inizia ad aspettarsela, a controllarla, e così facendo la mantiene o la intensifica. Questo meccanismo è molto comune e si inserisce spesso nei circoli ansiosi o ossessivi: più si presta attenzione alla sensazione, più la sensazione diventa invadente, generando disagio e tensione anche solo al pensiero. In questi casi un percorso con uno psicologo cognitivo-comportamentale può aiutare a interrompere questo circolo vizioso. L’obiettivo è lavorare sui pensieri anticipatori, sulle reazioni di evitamento o controllo, e gradualmente aiutare la mente a ridurre la paura e l’iperattenzione verso queste sensazioni. Esistono tecniche mirate, come l’esposizione graduale e la ristrutturazione dei pensieri, che possono risultare molto efficaci per situazioni come la sua. Capisco che possa sentirsi in difficoltà di fronte a qualcosa che prima non era mai stato un problema e che ora sembra condizionare la sua quotidianità, ma con un lavoro mirato potrà recuperare la sensazione di avere più controllo su questi episodi. Non si colpevolizzi per ciò che prova, perché non dipende da una sua volontà, ma può agire su come affrontarlo. Se dopo un consulto medico non dovessero emergere cause organiche, le consiglio di non esitare a contattare uno psicologo, perché affrontare subito questi segnali permette di gestirli prima che diventino ancora più radicati. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così chiaro e dettagliato.
Da ciò che descrive, la sua situazione sembra coinvolgere sia una componente sensoriale (la reazione fisica di pelle d’oca al contatto con determinati materiali) sia una componente emotiva e cognitiva (disagio anche solo al pensiero, preoccupazione intensa).
È importante innanzitutto escludere eventuali cause mediche o dermatologiche (ad es. condizioni della pelle o del sistema nervoso periferico). Un consulto dal dermatologo potrebbe quindi essere utile come primo passo per valutare se ci siano problematiche cutanee o neurologiche sottostanti.
Tuttavia, dato che il solo pensiero di questi materiali le provoca forte disagio fisico ed emotivo, e che il fenomeno sembra essersi esteso a più situazioni rispetto al passato, sarebbe altrettanto opportuno un consulto con uno psicologo o psicoterapeuta. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una forma di ipersensibilità sensoriale legata a stress, ansia, o a un meccanismo di condizionamento psicologico. In alcuni casi, le risposte corporee si rinforzano proprio perché il cervello associa quei materiali a sensazioni spiacevoli, amplificando la reazione. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio l’origine del sintomo e a ridurre il disagio attraverso tecniche mirate (come la desensibilizzazione o la gestione dell’ansia).
In sintesi:
È utile un consulto dermatologico per escludere cause organiche.
È consigliato anche un percorso psicologico, soprattutto se il sintomo persiste, si estende o compromette il suo benessere quotidiano.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e affrontare il problema nel modo più completo, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Da ciò che descrive, la sua situazione sembra coinvolgere sia una componente sensoriale (la reazione fisica di pelle d’oca al contatto con determinati materiali) sia una componente emotiva e cognitiva (disagio anche solo al pensiero, preoccupazione intensa).
È importante innanzitutto escludere eventuali cause mediche o dermatologiche (ad es. condizioni della pelle o del sistema nervoso periferico). Un consulto dal dermatologo potrebbe quindi essere utile come primo passo per valutare se ci siano problematiche cutanee o neurologiche sottostanti.
Tuttavia, dato che il solo pensiero di questi materiali le provoca forte disagio fisico ed emotivo, e che il fenomeno sembra essersi esteso a più situazioni rispetto al passato, sarebbe altrettanto opportuno un consulto con uno psicologo o psicoterapeuta. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una forma di ipersensibilità sensoriale legata a stress, ansia, o a un meccanismo di condizionamento psicologico. In alcuni casi, le risposte corporee si rinforzano proprio perché il cervello associa quei materiali a sensazioni spiacevoli, amplificando la reazione. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio l’origine del sintomo e a ridurre il disagio attraverso tecniche mirate (come la desensibilizzazione o la gestione dell’ansia).
In sintesi:
È utile un consulto dermatologico per escludere cause organiche.
È consigliato anche un percorso psicologico, soprattutto se il sintomo persiste, si estende o compromette il suo benessere quotidiano.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e affrontare il problema nel modo più completo, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, se non ha fastidi a livelli cutaneo non credo sia necessario rivolgersi ad un dermatologo ma sicuramente approfondire con un professionista le motivazioni e ele emozioni che ci sono dietro questi disagi che riscontra nell'ultimo periodo potrebbe aiutarla a sbrogliare alcuni nodi che si sono creati e che ha difficoltà nel farlo da solo.
Salve,
quello che descrive è un fenomeno che sembra coinvolgere sia il corpo che la mente: una reazione fisica intensa (come la pelle d’oca) scatenata non solo dal contatto con alcuni materiali, ma anche dal semplice pensiero di essi. È comprensibile che tutto questo possa creare disagio, soprattutto se si presenta più volte al giorno e con oggetti fino a poco tempo fa innocui.
Quando una reazione così automatica e sgradevole si ripete nel tempo, può trattarsi di un'ipersensibilità sensoriale o di una risposta ansiosa condizionata: a volte il corpo inizia a reagire “di riflesso” a stimoli che per qualche ragione sono stati associati a tensione, fastidio o stress, anche se inizialmente non ce ne rendiamo conto.
Per una valutazione completa, il primo passo utile potrebbe essere quello di escludere cause di tipo dermatologico o neurologico, rivolgendosi a un medico di base o a un dermatologo. Se non dovessero emergere cause fisiche, un colloquio con uno psicologo potrebbe aiutare a esplorare il significato di queste reazioni: quando compaiono, cosa attivano dentro di lei, che legami ci sono con aspetti emotivi o situazioni stressanti.
A volte, quando il corpo parla così forte, sta cercando di attirare attenzione su qualcosa che dentro di noi ha bisogno di ascolto.
Un caro saluto.
quello che descrive è un fenomeno che sembra coinvolgere sia il corpo che la mente: una reazione fisica intensa (come la pelle d’oca) scatenata non solo dal contatto con alcuni materiali, ma anche dal semplice pensiero di essi. È comprensibile che tutto questo possa creare disagio, soprattutto se si presenta più volte al giorno e con oggetti fino a poco tempo fa innocui.
Quando una reazione così automatica e sgradevole si ripete nel tempo, può trattarsi di un'ipersensibilità sensoriale o di una risposta ansiosa condizionata: a volte il corpo inizia a reagire “di riflesso” a stimoli che per qualche ragione sono stati associati a tensione, fastidio o stress, anche se inizialmente non ce ne rendiamo conto.
Per una valutazione completa, il primo passo utile potrebbe essere quello di escludere cause di tipo dermatologico o neurologico, rivolgendosi a un medico di base o a un dermatologo. Se non dovessero emergere cause fisiche, un colloquio con uno psicologo potrebbe aiutare a esplorare il significato di queste reazioni: quando compaiono, cosa attivano dentro di lei, che legami ci sono con aspetti emotivi o situazioni stressanti.
A volte, quando il corpo parla così forte, sta cercando di attirare attenzione su qualcosa che dentro di noi ha bisogno di ascolto.
Un caro saluto.
Buon pomeriggio, dovrebbe iniziare a lavorare su di sè per capire da dove tutto è partito e cosa le sta provocando tutto questo disagio.
Il suo corpo le sta chiedendo di essere ascoltato nei suoi bisogni e necessità, lavori su di sè per ritrovare un equilibrio psico-fisico che le permetta di sentiere e soddisfare le sue esigenze.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Il suo corpo le sta chiedendo di essere ascoltato nei suoi bisogni e necessità, lavori su di sè per ritrovare un equilibrio psico-fisico che le permetta di sentiere e soddisfare le sue esigenze.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Buongiorno. Potrebbe essere utile una duplice valutazione. Potrebbe rivolgersi a un dermatologo in primis per escludere cause organiche all'evento e, contemporaneamente, iniziare un percorso psicologico per valutare se è possibile che la sua reazione fisica sia in realtà una somatizzazione di qualcosa a livello psicologico. Per essere sicura mi rivolgerei comunque a uno specialista dermatologo per prima cosa.
Salve, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che sta vivendo. Comprendo come la sensazione di pelle d’oca molto intensa e sgradevole, associata a un disagio anche al solo pensiero di certi materiali, possa influire sul benessere quotidiano. Il fatto che questa reazione sia comparsa da circa un mese, coinvolgendo materiali che in passato non creavano alcun problema, e che il disagio si manifesti anche solo con il pensiero, potrebbe suggerire che ci sia una componente sia somatica che emotiva, da esplorare.
In questi casi, è utile considerare un approccio multidisciplinare: una valutazione dermatologica può aiutare a escludere cause fisiche o allergiche legate alla pelle o al contatto con i materiali; parallelamente, un confronto con uno psicologo può essere prezioso per approfondire eventuali aspetti emotivi, sensoriali e di regolazione emotiva.
Resto a disposizione. Un caro saluto!
In questi casi, è utile considerare un approccio multidisciplinare: una valutazione dermatologica può aiutare a escludere cause fisiche o allergiche legate alla pelle o al contatto con i materiali; parallelamente, un confronto con uno psicologo può essere prezioso per approfondire eventuali aspetti emotivi, sensoriali e di regolazione emotiva.
Resto a disposizione. Un caro saluto!
Buona sera, la ringrazio per aver esposto questa sua domanda qui. Capisco quanto possa essere sgradevole e antipatica la situazione, dal momento che riferisce di averla più volte nell'arco della giornata e anche con materiali con cui prima non aveva alcun problema. Prima di iniziare un percorso psicologico, proverei ad escludere qualsiasi causa organica, per cui partirei con il sentire il suo medico di base, che potrà valutare il suo quadro generale (alla luce della sua storia clinica, di cui in questa sede non dispongo) e indirizzarla a quel punto allo specialista più appropriato. Potrebbe voler sentire un dermatologo se sospetta un'ipersensibilità cutanea o un neurologo qualora sospettasse un'alterazione della percezione tattile. Una volta escluse o dismesse eventuali cause organiche, potrebbe vedere uno psicologo. Spero di esserle stata d'aiuto, e rimango a disposizione per eventuali altri domande. Cordialmente, dott.ssa Sciacca
Buon Pomeriggio
Grazie per aver condiviso questa tua esperienza, si percepisce chiaramente quanto sia diventata fonte di disagio nella tua quotidianità.
Quello che descrive,una reazione intensa, ripetuta e sgradevole a determinati materiali o persino al solo pensiero del contatto,può avere diverse origini. Quando un'esperienza sensoriale diventa così marcata da interferire con la vita di tutti i giorni, può essere utile considerare sia gli aspetti fisici sia quelli psicologici. Per questo, il primo passo che potrebbe fare è una visita dal medico di base o dal dermatologo, per escludere eventuali cause organiche.
Tuttavia, come lei stesso/a nota, il disagio non si manifesta solo col contatto fisico, ma anche al pensiero o alla scrittura di certi stimoli. Questo può indicare una componente emotiva o psicosomatica: a volte, il corpo "parla" anche attraverso sensazioni intense legate a situazioni di stress, ansia, o ipersensibilità sensoriale.
In questi casi, un percorso psicologico può aiutare molto: non solo per capire che cosa si sta attivando interiormente, ma anche per trovare strategie efficaci per gestire e ridurre il disagio.
Se sente il bisogno di approfondire, ricevo sia in presenza che online: puoi scrivermi in privato, anche solo per un primo confronto. Affrontare questi segnali è già un passo importante verso un maggior benessere.
Un caro saluto, Dott.ssa Daisy Di Cello
Grazie per aver condiviso questa tua esperienza, si percepisce chiaramente quanto sia diventata fonte di disagio nella tua quotidianità.
Quello che descrive,una reazione intensa, ripetuta e sgradevole a determinati materiali o persino al solo pensiero del contatto,può avere diverse origini. Quando un'esperienza sensoriale diventa così marcata da interferire con la vita di tutti i giorni, può essere utile considerare sia gli aspetti fisici sia quelli psicologici. Per questo, il primo passo che potrebbe fare è una visita dal medico di base o dal dermatologo, per escludere eventuali cause organiche.
Tuttavia, come lei stesso/a nota, il disagio non si manifesta solo col contatto fisico, ma anche al pensiero o alla scrittura di certi stimoli. Questo può indicare una componente emotiva o psicosomatica: a volte, il corpo "parla" anche attraverso sensazioni intense legate a situazioni di stress, ansia, o ipersensibilità sensoriale.
In questi casi, un percorso psicologico può aiutare molto: non solo per capire che cosa si sta attivando interiormente, ma anche per trovare strategie efficaci per gestire e ridurre il disagio.
Se sente il bisogno di approfondire, ricevo sia in presenza che online: puoi scrivermi in privato, anche solo per un primo confronto. Affrontare questi segnali è già un passo importante verso un maggior benessere.
Un caro saluto, Dott.ssa Daisy Di Cello
Salve, sicuramente deve contattare un dermatologo o ancor meglio un allergologo e dopo anche uno psicologo
Gentile utente, le consiglio di consultare il suo medico per escludere eventuali cause organiche e, se opportuno, intraprendere un percorso di supporto psicologico per valutare se il disturbo possa avere un'origine psicosomatica.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a capire e a capirsi meglio.
molto spesso succede che abitiamo il nostro sintomo come risposta a qualche cosa di esterno che la condiziona e non le permette di vivere con pienezza la vita.
resto a disposizione qualora volesse approfondire.
Cordialità
MP
molto spesso succede che abitiamo il nostro sintomo come risposta a qualche cosa di esterno che la condiziona e non le permette di vivere con pienezza la vita.
resto a disposizione qualora volesse approfondire.
Cordialità
MP
Buonasera, prima di tutto escluderei la componente somatica-fisica e ne parlerei con medico di base e con un dermatologo. Saranno loro a indirizzarti verso specialisti più indicati al tuo problema.
Esclusa la componente somatica e fisica (o se vuoi di pari passo) mi rivolgerei a uno psicologo. Capita, infatti, di sviluppare una sensibilità nuova o accentuata verso suoni, odori, materiali o contatti che prima non disturbavano. Il corpo a volte comunica prima della mente e reazioni come la pelle d’oca o il fastidio al solo pensiero di certe sensazioni possono essere segnali di uno stato di attivazione più profondo, legato per esempio, a stress, emozioni trattenute o momenti di maggiore vulnerabilità.
In bocca al lupo e buonasera!
Esclusa la componente somatica e fisica (o se vuoi di pari passo) mi rivolgerei a uno psicologo. Capita, infatti, di sviluppare una sensibilità nuova o accentuata verso suoni, odori, materiali o contatti che prima non disturbavano. Il corpo a volte comunica prima della mente e reazioni come la pelle d’oca o il fastidio al solo pensiero di certe sensazioni possono essere segnali di uno stato di attivazione più profondo, legato per esempio, a stress, emozioni trattenute o momenti di maggiore vulnerabilità.
In bocca al lupo e buonasera!
Buonasera, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Salve,
grazie per aver condiviso in modo così chiaro e sincero ciò che le sta accadendo. È comprensibile che questa esperienza la stia preoccupando, soprattutto perché si tratta di una sensazione inusuale che si ripresenta più volte al giorno, coinvolge diversi materiali — alcuni dei quali finora mai associati a disagio — e provoca una reazione fisica intensa, come la pelle d’oca, oltre che emotiva.
La situazione che descrive merita attenzione, anche perché coinvolge non solo il contatto fisico, ma anche la sola idea o anticipazione mentale di determinati materiali, che è sufficiente a generare disagio. Questo suggerisce che possa essere in gioco un'interazione tra componenti sensoriali e psicologiche. Il primo passo che le consiglio è una visita dermatologica. È importante escludere qualsiasi causa organica o cutanea, anche lieve, che possa aver modificato la percezione al tatto o la reattività della pelle.
Se dal punto di vista medico non emergono anomalie, allora potrà valutare un approfondimento psicologico, perché il disagio descritto potrebbe trovare spiegazione (e sollievo) in un percorso mirato, centrato sulla relazione tra emozioni, sensazioni corporee e pensiero.
Cordialmente
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
grazie per aver condiviso in modo così chiaro e sincero ciò che le sta accadendo. È comprensibile che questa esperienza la stia preoccupando, soprattutto perché si tratta di una sensazione inusuale che si ripresenta più volte al giorno, coinvolge diversi materiali — alcuni dei quali finora mai associati a disagio — e provoca una reazione fisica intensa, come la pelle d’oca, oltre che emotiva.
La situazione che descrive merita attenzione, anche perché coinvolge non solo il contatto fisico, ma anche la sola idea o anticipazione mentale di determinati materiali, che è sufficiente a generare disagio. Questo suggerisce che possa essere in gioco un'interazione tra componenti sensoriali e psicologiche. Il primo passo che le consiglio è una visita dermatologica. È importante escludere qualsiasi causa organica o cutanea, anche lieve, che possa aver modificato la percezione al tatto o la reattività della pelle.
Se dal punto di vista medico non emergono anomalie, allora potrà valutare un approfondimento psicologico, perché il disagio descritto potrebbe trovare spiegazione (e sollievo) in un percorso mirato, centrato sulla relazione tra emozioni, sensazioni corporee e pensiero.
Cordialmente
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Gentile,
quello che descrive — questa reazione intensa, quasi “viscerale”, a materiali prima neutri — non riguarda solo il corpo, ma anche il modo in cui la mente sta amplificando una percezione, fino a renderla quasi intollerabile.
Il fatto che il solo pensiero le provochi disagio è un segnale importante: non è tanto il contatto in sé a generare la reazione, ma l’anticipazione, l’idea, l’immagine mentale del contatto. È come se il suo sistema di allerta fosse diventato ipersensibile e, anziché proteggerla, cominciasse a intrappolarla.
L’evitamento e il controllo, anche solo mentali, diventano il motore del problema. Più lei prova a non sentire, più sente. Più ci pensa, più si amplifica.
Questo non significa che “è tutto nella sua testa”, ma che il corpo e la mente stanno collaborando in modo disfunzionale. E proprio per questo un percorso psicoterapeutico potrebbe essere la strada più utile, perché la aiuta a interrompere questo circolo vizioso, agendo sulle percezioni, non solo sui pensieri.
Non è necessario “convincersi” che il problema non esista, ma iniziare a domandarsi:
"Cosa sto vivendo in questo periodo che ha bisogno così tanto di essere controllato, gestito, evitato?”
quello che descrive — questa reazione intensa, quasi “viscerale”, a materiali prima neutri — non riguarda solo il corpo, ma anche il modo in cui la mente sta amplificando una percezione, fino a renderla quasi intollerabile.
Il fatto che il solo pensiero le provochi disagio è un segnale importante: non è tanto il contatto in sé a generare la reazione, ma l’anticipazione, l’idea, l’immagine mentale del contatto. È come se il suo sistema di allerta fosse diventato ipersensibile e, anziché proteggerla, cominciasse a intrappolarla.
L’evitamento e il controllo, anche solo mentali, diventano il motore del problema. Più lei prova a non sentire, più sente. Più ci pensa, più si amplifica.
Questo non significa che “è tutto nella sua testa”, ma che il corpo e la mente stanno collaborando in modo disfunzionale. E proprio per questo un percorso psicoterapeutico potrebbe essere la strada più utile, perché la aiuta a interrompere questo circolo vizioso, agendo sulle percezioni, non solo sui pensieri.
Non è necessario “convincersi” che il problema non esista, ma iniziare a domandarsi:
"Cosa sto vivendo in questo periodo che ha bisogno così tanto di essere controllato, gestito, evitato?”
Salve, l'esperienza che lei riporta sembrerebbe rimandare ad uno stato di intensa paura di alcuni oggetti. Le consiglierei pertanto un percorso psicologico.
gentile x,
la sua problematica pare non esser legata ad un’allergia vera e propria, ma a un’alterazione nella percezione del tatto, spesso frequente per particolari materiali o tessuti. si potrebbe parlare di iperreazione tattile, che in età adulta tende ad aumentare, quindi ad ampliare i fastidi (non solo più le posate di legno, ma anche altri materiali). potrebbe effettuare una valutazione della risposa sensoriale (neurologo) e potrebbe indagare attraverso l'aiuto di uno psicologo se questo suo fastidio ha delle cause emotive o dipendono da un aumento di stress, cambio di abitudini ecc.
se ha bisogno, sarò lieta di accoglierla in una consulenza online per approfondire la sua problematica.
Dott.ssa Maulicino Jasmine
la sua problematica pare non esser legata ad un’allergia vera e propria, ma a un’alterazione nella percezione del tatto, spesso frequente per particolari materiali o tessuti. si potrebbe parlare di iperreazione tattile, che in età adulta tende ad aumentare, quindi ad ampliare i fastidi (non solo più le posate di legno, ma anche altri materiali). potrebbe effettuare una valutazione della risposa sensoriale (neurologo) e potrebbe indagare attraverso l'aiuto di uno psicologo se questo suo fastidio ha delle cause emotive o dipendono da un aumento di stress, cambio di abitudini ecc.
se ha bisogno, sarò lieta di accoglierla in una consulenza online per approfondire la sua problematica.
Dott.ssa Maulicino Jasmine
Gentile, da come descrive la situazione, sembra che questa reazione di "pelle d’oca" non dipenda solo da un fattore fisico, ma anche da una forte componente emotiva. Infatti, il fatto che il solo pensiero di certi materiali le provochi fastidio fa ipotizzare che possa trattarsi di una risposta del corpo a uno stato di tensione interiore più che di un problema dermatologico.
Forse ci si potrebbe chiedere se il corpo, attraverso la sensorialità, sta cercando di esprimere qualcosa che le parole non riescono ancora a dire, una forma di allarme o di difesa, per esempio? Le suggerirei comunque di rivolgersi a un professionista che possa aiutarla a comprendere da dove origina questa sensibilità.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Giulia Saso
Forse ci si potrebbe chiedere se il corpo, attraverso la sensorialità, sta cercando di esprimere qualcosa che le parole non riescono ancora a dire, una forma di allarme o di difesa, per esempio? Le suggerirei comunque di rivolgersi a un professionista che possa aiutarla a comprendere da dove origina questa sensibilità.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Giulia Saso
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