Salve a tutti! Avrei bisogno di un parere in merito alla seguente situazione. Ho da poco terminato

17 risposte
Salve a tutti!
Avrei bisogno di un parere in merito alla seguente situazione.
Ho da poco terminato il mio percorso di psicoterapia, iniziato perché mi sentivo estremamente insicura su tutto. Nel percorso è emerso che il tutto era dovuto al rapporto con mia madre, tipico genitore narcisista ed anaffettivo, di quelli che non ti dicono mai "ti voglio bene" e che, qualunque cosa succeda, non si mette mai in discussione perché è sempre colpa tua.
Nonostante le riflessioni sul fatto che il suo carattere è dovuto ad un vissuto infelice (mio nonno picchiava mia nonna perché schizofrenico), spesso sento di essere molto arrabbiata con lei, sia per la sua incapacità di connettersi emotivamente con me, sia per non avermi consentito di vivere serenamente la mia vita (a 20 anni, quando uscivo, nella sua opinione era giusto che io stessi in ansia non godendomi la serata perché dovevo tornare a casa alle 23.00, giusto per fare un esempio).
Mi chiedo se questa rabbia che sento è sinonimo di guarigione (non mi sento più "colpevole") o è sintomo che non tutto dentro di me è risolto.
Spero di essere riuscita a spiegarmi è vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
Buonasera. La rabbia, come tutte le emozioni umane, ci comunica qualcosa, ed in particolare che qualcosa si frappone tra noi ed i nostri obiettivi, nel suo caso di poter vivere una vita serena. Ora la domanda sarebbe più che altro sé questa rabbia le causa un disagio significativo nella sua quotidianità, ovvero che è talmente alta da condizionare la sua vita, oppure no. Una via percorribile per lavorare eventualmente su questa rabbia potrebbe essere quella del perdono, ovvero arrivare pian piano a perdonare sua madre per come si è relazionata nei suoi confronti, “non (necessariamente) perché (sua madre) merita il suo perdono, ma perché lei merita la pace”.
buona giornata

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Buonasera, la rabbia che sta sperimentando potrebbe indicare che ci sono ancora questioni irrisolte o emozioni non completamente elaborate. La consapevolezza della sua rabbia e la comprensione delle dinamiche familiari sono passi cruciali ma non bastano per sciogliere i nodi centrali della sua situazione. Infatti la rabbia può essere un'emozione complessa e può richiedere tempo per essere completamente elaborata. Potrebbe essere utile continuare a esplorare i suoi vissuti in terapia, perché il percorso psicoterapeutico richiede tempo e pazienza.

Un caro saluto, dott.ssa Eleonora Sibilia
Buongiorno, la rabbia tiene attiva una relazione in negativo che di conseguenza genera disagio. Non lo userei come indicatore di buon esito del suo trattamento ma semplicemente uno step ulteriore su cui lavorare.
Buonasera. Il rapporto con la madre è un tema centrale per tutti, non solo per chi attraverso la terapia ha evidenziato ed elaborato aspetti disfunzionali nella relazione col proprio genitore. Proprio in questi casi è necessario esplorare bene ed in maniera compiuta, quanto determinati stili di attaccamento che abbiamo vissuto, abbiano influenzato ed influenzino la nostra vita attuale. Continui dunque nel suo percorso del dare un senso a quel rapporto, per munirsi di uno strumento essenziale per il suo equilibrio presente e futuro. Cordiali saluti.
Buonasera, la rabbia è un segnale che rappresenta un tentativo di “ aggiustamento rapido” finalizzato a ripristinare l’equilibrio..ha la funzione di eliminare l’ostacolo che si frappone tra noi e un obiettivo da raggiungere. Se si accorge che, e, da quello che scrive sembrerebbe di sì, ha un forte impatto sulla sua vita potrebbe approfondire cosa si nasconde dietro questa emozione e cercare con l’ausilio di un terapeuta di capire cosa rappresenta per lei e apprendere il modo di esprimerla in maniera funzionale. Se pur avendo terminato il percorso di terapia ha la sensazione che ancora c’è qualcosa di irrisolto ascolti questa sensazione e approfondisca.. Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento. Un caro saluto.
Gentilissima, la rabbia è una delle 5 emozioni di base, non va tenuta dentro, ma deve uscire in qualche modo. Ciò serve ad elaborare i traumi e tutto quello che non siamo riusciti a sopportare. Se la permetta, perché è l unica via per elaborare i suoi vissuti, senza sensi di colpa. Attraverso la psicoterapia sperimentera quella che si chiama" emozione correttiva" ....è riparatori, aggiungo io. Un caro saluto, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera, credo che possa essere un passaggio in un percorso di cambiamento. Io le suggerirei di continuare la psicoterapia con chi l ha seguita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza e le sue riflessioni. È importante riconoscere che i sentimenti di rabbia nei confronti di un genitore, specialmente in un contesto come quello che ha descritto, sono una reazione naturale e comprensibile. Questa rabbia può effettivamente essere un segno di progresso nel suo percorso di guarigione in quanto indica una maggiore consapevolezza delle sue emozioni e un distacco dalla colpa ingiustamente assunta in passato.

Tuttavia, è anche possibile che questi sentimenti indichino aspetti non completamente risolti che potrebbero beneficiare di ulteriore esplorazione. La guarigione è un processo che spesso richiede tempo e può includere la navigazione attraverso una gamma complessa di emozioni.

Consideri la possibilità di discutere questi sentimenti in un contesto terapeutico per esplorare più a fondo le sue emozioni e per capire come gestirle in modo costruttivo. Ricordi che ogni passo nel suo viaggio verso la comprensione e l'accettazione di te stessa è prezioso e può anche prevedere di transitare la rabbia.
Mille auguri! A.D.
Gentilissima,
la rabbia che prova nei confronti di sua madre e le difficoltà derivanti dal vostro rapporto possono essere interpretate in modi diversi.
Da un lato, la rabbia può essere vista come un segnale di guarigione in quanto indica che non si identifica più con il ruolo di "vittima" e sta iniziando a riconoscere e affermare i suoi diritti e i suoi bisogni emotivi. Questo cambiamento di prospettiva può essere un passo importante verso il recupero dell'autostima e la costruzione di un processo di crescita più autonomo e soddisfacente.
D'altro canto, la persistenza di forti sentimenti di rabbia potrebbe anche suggerire che ci siano aspetti del suo vissuto che richiedono ulteriore elaborazione. È comune che, dopo aver terminato un percorso terapeutico, emergano nuove difficoltà o si approfondiscano questioni precedentemente trattate, richiedendo (a volte) ulteriori riflessioni o interventi.
Sentirsi bene, viversi con serenità, è un processo dinamico che include momenti di progresso, stagnazione e talvolta regressione. La rabbia, se usata in modo costruttivo, può servire come spinta per il cambiamento, purché sia accompagnata da strategie di coping efficaci e, quando necessario, dal supporto di un professionista.
Un caro saluto.

Dott. Fabio di Guglielmo




Buongiorno,
di solito alla fine di una terapia alcune cose dovrebbero esser vissute con serenità. Se si attivano ancora dei vissuti dolorosi in merito ad aspetti della vita ritenuti critici sarebbe opportuno lavorarci ancora un po', magari facendo ancora un po' di strada in terapia.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Leggendo la sua condivisone mi sono innanzitutto domandato se si è confrontata direttamente con il/la sua terapeuta in merito al senso ed al significato della conclusione del suo percorso terapeutico. Potrebbe essere opportuno farlo se non c‘è stato un confronto chiaro. Ad ogni modo credo che sia lei stessa a valutare se sente che il cambiamento avvenuto in termini di maggiore consapevolezza e contatto con le proprie emozioni sia sufficiente o se invece ritiene che sia importante continuare ad elaborare la rabbia che sta sperimentando con l’aiuto di un/a professionista. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Carissima,
quanto difficili sono le relazioni tra un genitore e un figlio? Tantissimo!
Quelle poi tra madre e figlia, se possibile anche di più.
Deve essere molto fiera di sé nell’essersi presa e portata a cominciare un percorso di psicoterapia per guardare bene bene tutti questi vuoti e questi pieni.
Quello che ho compreso io di quello che ha scritto è questo: il lavoro che ha fatto è stato importante e utile perché ora è pienamente consapevole dei motivi che hanno reso il vostro legame così complicato e del suo senso di inadeguatezza.
Ora si sta confrontando con la rabbia.
Si trova ad uno step successivo. Se la legittimi questa rabbia perché se c’è esiste per una ragione e queste ragioni vanno ascoltate e comprese. Solo così potrà sciogliere piano piano questa emozione così ‘scomoda’.
I percorsi di terapia sono come i percorsi di crescita. Non si esauriscono mai, sono un continuo flusso in divenire e volendo durano tutta la vita. Ogni giorno impariamo qualcosa e capiamo un po’ di più i motivi che ci spingono a fare delle scelte e a prendere delle decisioni..
Sentirà di aver fatto un altro pezzetto di strada quando sentirà questa rabbia diminuire fino ad esaurirsi, quando non accenderà più delle micce, quando avrà imparato a prendersi cura della sua bambina interiore, senza aspettare che questa cosa la faccia qualcun altro, per risentirsi un attimo dopo quando scoprirà che questo qualcun altro se ne è dimenticato. In bocca al lupo per tutto.
S.L.
Cara Lettrice, la ringrazio per aver condiviso parte della sua storia e del suo dolore, I figli di genitori narcisisti affrontano un forte vissuto di dissonanza cognitiva o conflitto tra la realtà e quello che gli viene detto. Si sentono vuoti, terrorizzati, arrabbiati per le mancanze dei loro genitori, la rabbia che lei sente come peso e tormento può essere modificata attraverso il perdono, credo che lei abbia avuto tanto coraggio per aver fatto un percorso psicoterapeutico, se mi posso permettere le consiglio di proseguirlo per sanare la ferita emotiva che sente ancora dentro di lei.Le faccio il mio in bocca al lupo
Buongiorno! Il percorso appena terminato è stato utile e le ha lasciato strumenti preziosi a cui attingere. Nonostante i limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle un piccolo contributo di pensiero. Ho avuto l'impressione che, nonostante alcune "certezze" (tutto era dovuto a... il suo carattere è dovuto a...), ci siano questioni/domande che hanno ancora bisogno di essere pensate e che sembrano stimolare emozioni disturbanti. La rabbia e il senso di colpa non spariscono, ma ci accompagnano, fanno parte del nostro mondo interno. Forse, c'è ancora qualcosa che le impedisce di vivere in modo pieno e libero tutti i suoi vissuti emotivi. Sarebbe stato molto utile sapere di più sulle modalità con cui si è svolto il suo percorso personale, ma soprattutto come si è giunti alla conclusione. Che cosa ha provato nel concludere/interrompere? Cosa ha significato per lei separarsi dal* collega? In bocca al lupo
Si, credo effettivamente che la sua espressione della rabbia sia un progresso. Questo non vuol dire però che "tutto sia risolto", qualsiasi significato vogliamo dare alla parola "risolto".

Buonagiornata
Buonasera,
Consideri come qualsiasi emozione, rabbia compresa, può essere sfruttata come energia costruttiva per comprendere meglio sé stessi e cambiare in senso evolutivo.
Lei ha sondato il suo passato nel percorso di psicoterapia e questo l'ha aiutata a capire molte delle dinamiche che la caratterizzavano e forse la caratterizzano tuttora. Dunque, per quanto sia stato utile reimmergersi nel passato, è necessario distaccarsi anche da esso.
Attualmente le risulta particolarmente difficile il secondo passaggio, cioè quello di distacco dal passato. Il motivo è che quando riviviamo esperienze dolorose, ci sentiamo come un criceto sulla ruota: non importa quanto ci proviamo, non siamo in grado di andare avanti. Per quanto non sia possibile cambiare il modo in cui funziona la nostra mente, possiamo allenarci a scendere da quella ruota. Questo processo richiede la rimozione dell'attaccamento emotivo che abbiamo con la nostra storia passata, soprattutto quella che ha a che fare con le esperienze tristi. Facciamo fatica a riconoscere che qualcuno ci ha fatto del male perché questo ci fa sentire fragili e deboli, a volte anche sbagliati.
Come lasciar andare il passato?
Diventa necessario perdonare gli altri per gli errori del passato, iniziare ad essere grato ed apprezzare il presente, riconoscersi quelle risorse che ci fanno capire di essere una persona diversa e più forte della sé del passato

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Certo, comprendo la sua situazione. La rabbia che sente potrebbe essere parte del processo di guarigione, poiché indica che sta affrontando le sue emozioni in modo più diretto. Tuttavia, è importante esplorare ulteriormente questi sentimenti con un approccio terapeutico breve strategico per elaborarli in modo sano e costruttivo. Resto a disposizione per ulteriori informazioni o supporto terapeutico. Cordiali saluti, Dott. Scala Michele

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