Ho preso per circa un anno 20 gocce la sera per addormentarmi e a volte al bisogno, questo perché qu

18 risposte
Ho preso per circa un anno 20 gocce la sera per addormentarmi e a volte al bisogno, questo perché quando rimango solo (premetto di essere vedovo), ho paura di sentirmi male.
Circa un mese fa un medico amico di famiglia mi ha fatto interrompere graduamente il lexotan. Mi ho consigliato di prendere tre volte al giorno R14 e prima di dormire 4 gocce di pineal notte dicemdomi che erano omeopatici e che non avrebbero effetti collaterali. Questa cura puo" sostituire il lexotan, in un lungo periodo?
Attendo una risposta. Grazie
Buonasera,queste informazioni deve chiederle ad un medico psichiatra,gli psicologi non si occupano di farmaci .Potrebbe tuttavia aiutarsi anche con un supporto psicologico che l aiuti a superare le sue paure notturne Resto a disposizione , cordiali saluti dottoressa Luciana Harari

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Buonasera, mi spiace per la situazione è ancor più che non posso risponderle in quanto non ho le competenze mediche specifiche. Mi rendo comunque a disposizione per la possibilità di riempire ed elaborare il suo vissuto. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Gentile utente di mio dottore,

in merito ai suoi dubbi relativi ai farmaci è opportuno si confrontasse col medico prescrivente, figura più indicata ad orientare nello specifico la sua domanda. Aggiungo che sarebbe opportuno affiancasse al trattamento farmacologico un percorso di psicoterapia al fine di comprendere maggiormente cosa la preoccupa e la spaventa a tal punto da non farla dormire serenamente. I sintomi solitamente assolvono ad una funzione, nulla di più. Sia dia la possibilità di guardare ad un benessere più a lungo termine, contatti quanto prima uno psicoterapeuta.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, mi dispiace molto della situazione. Una curiosità: li ha provati? E funzionano? Purtroppo per avere la risposta alla sua domanda deve confrontarsi con medici, anche omeopatici che saprebbero darle una risposta in merito. Comunque se funzionano ha già una risposta.
Potrebbe valutare anche di intraprendere un percorso psicologico per affrontare il problema.
Saluti
Elisabetta
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Buongiorno e grazie per aver portato alla nostra attenzione la sua attuale situazione. In quanto psicologo non posso darle un parere tecnico riguardo alla domanda posta, se non dirle di continuare ad affidarsi a professionisti del settore. In ogni caso ciò che posso dirle è che un lavoro psicologico e quindi un perscorso dove ascoltarsi e dove sentirsi ascoltati potrebbe essere un ottimo aiuto da affiancare al farmaco. L'esplorazione dei propri vissuti, della paura che lamenta e della situazione successiva all'essere rimasto vedovo, se abbinata all'aiuto farmacologico, può massimizzare i risultati desiderati. Resto a disposizione, Dott. Andrea Brumana
Buongiorno, senta l'opinione del medico prescrivente

Saluti

MT
Salve,
come le hanno già risposto i colleghi solo un medico può darle risposte precise sull'assunzione dei farmaci. Ma mi verrebbe da chiedere: intanto ha iniziato a prenderli? Stanno funzionando? Se la risposta è sì, continui a seguire le indicazioni del suo amico medico. Sia che la risposta sia sì, che no, in ogni caso le consiglio di contattare uno psicologo per prendersi cura del disagio che la solitudine e il cambiamento profondo che il suo lutto hanno portato nella sua vita. Inoltre è anche possibile eseguire dei training per aiutarla a riprendere il naturale ritmo del sonno. Purtroppo, solo così potrà risolvere a lungo termine questi disturbi del sonno: infatti, qualsiasi farmaco, benzodiazepina, omeopatico o sostanze come tisane o erbe varie possono al massimo rimuovere il sintomo, ma non potranno mai sradicare il problema alla radice.
Le auguro di stare presto meglio e di trovare qualcuno che si prenda cura del suo dolore
Alessandra
Buonasera, non rientra nelle nostre competenze. Le consiglio però di parlarne con il medico curante e valutare l'idea di un percorso psicologico che possa aiutarla in questo momento evidentemente complesso per lei.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente,
deve confrontarsi col medico prescrivente in quanto la farmacoterapia non è di competenza dello psicologo. Può in ogni caso avvalersi del supporto psicologico perché l’insonnia va affrontata anche dal punto di vista psicologico ed emotivo per essere superata con successo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Zena Ballico
Buongiorno. È opportuno che rivolga la domanda che ci fa circa l'utilizzo e l'efficacia dei farmaci al suo medico curante, o ancora più precisamente ad uno/a psichiatra. Aggiungo inoltre che per ripristinare il proprio benessere in modo duraturo potrebbe essere molto importante per lei valutare la possibilità di rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per valutare l'eventuale inizio di un percorso psicologico specifico che abbia l'obiettivo di aiutarla a recuperare il proprio senso di sicurezza ed il proprio equilibrio attraverso un lavoro personale che le permetta di elaborare i propri vissuti. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile Utente, la domanda che lei pome è di competenza medica, gli psicologi non possono prescrivere farmaci. Per un periodo così complesso della sua vita, che sta attraversando, potrebbe valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico.
Resto a disposizione. Un saluto, Dott.ssa Fabiana Schillirò.
Salve, le consiglio di porre queste domande al medico che le ha prescritte oppure altro medico se vuole avere un'altra opinione in merito. Inoltre sarebbe opportuno analizzare i motivi del suo disagio per eliminarlo e non avere quindi una sintomatologia duratura e che deve essere curata con farmaci. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Se la sua tristezza emerge ogni volta che rimane solo e se in questi momenti era sempre vicina a lei sua moglie è probabile che fra le due cose esista una relazione! Forse quella sofferenza va sentita, non sempre evacuata! Bene i farmaci ma qualcuno che la affianchi mentre è triste potrebbe completare il percorso di elaborazione del lutto…
Salve,
Le informazioni sulla gestione farmacologica può darle solo lo psichiatra, può integrare una psicoterapia per la gestione del suo problema il mio approccio è cognitivo comportamentale.
Ponga queste domande al suo medico di base o a uno psichiatra. Lo psicologo indaga quello che comunemente è definito il "mondo interno".
Gentile Sig., le suggerisco fin da subito di rivolgere questa tipologia di domande ad un medico psichiatra, poiché la somministrazione di farmaci non è di competenza dello psicologo e non sapremmo come aiutarla. Tuttavia mi sorge spontaneo chiederle se ha mai pensato, in seguito al lutto di sua moglie e alla sua preoccupazione di salute, di rivolgersi ad uno psicologo per valutare il livello di elaborazione della perdita e trovare strategie non farmacologiche per stare meglio. Ha vissuto un'esperienza dolorosa e importante per cui sarebbe opportuno non trascurare i suoi sintomi e non cercare di anestetizzarli con l'utilizzo di farmaci senza prima essersi dati una possibilità. Resto a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Salve, dovrebbe rivolgersi ad uno psichiatra per adattare adeguatamente la sua terapia farmacologica alle necessità di questa fase della sua vita. Rivolgendo queste domande al professionista stesso, potrebbe inoltre trovare spiegazioni più esaurienti e copiose rispetto a quelle che possono essere elargite su questo portale.
Buonasera, queste domande deve rivolgerle al medico che glieli ha prescritti, gli psicoterapeuti non possono prescrivere farmaci. Penso però che nel medicinale ha riposto una comprensibile fiducia, come mezzo per essere tranquillo. Questa manifestazione potrebbe essere ansia e non escludo che ci possa essere qualcosa di non elaborato nella sua storia, che le attiva il timore di stare male quando è da solo. Specifica di essere vedovo. Da quanto tempo si è verificato il lutto? In che circostanze? È stato elaborato? Queste paure sono comparse o sono aumentate? Se sì, da quando?
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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