Ho 51 anni, in passato sono stata in trattamento farmacologico con Paroxetina e successivamente con

23 risposte
Ho 51 anni, in passato sono stata in trattamento farmacologico con Paroxetina e successivamente con Venlafaxina. Ho sempre attraversato periodi in cui mi sentivo particolarmente apatica che sono riuscita a superare impegnandomi in differenti attività (lavoro, studi universitari, famiglia, attività sportiva....dei figli). Ultimamente ho forte difficoltà ad alzarmi, ho difficoltà a fare quasiasi cosa perchè mi sento stanca e spossata. Ho pensato fosse una stanchezza dovuta a carenze di potassio e magnesio per cui sto prendendo degli integratori. Che altro posso fare? Questa mia "apatia" ovviamente si sta ripercuotendo sui miei figli. Grazie
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
E' importante discriminare se l'apatia che sta attraversando sia dovuta a fattori organici o meno. Un confronto con il suo medico di base rispetto l'eventuale mancanza di sali minerali è un buon punto di partenza, ma la familiarità che ha con questi periodi porta a pensare che ci sia altro che li alimenta e che ciclicamente li porta a ripresentarsi. Ha già una terapia farmacologica alle spalle, le consiglierei di affiancarvi oggi un consulto psicologico ed eventualmente un percorso terapeutico, con il quale intervenire in modo più diretto su una difficoltà che forse negli anni è stata solo "tamponata". Un caro augurio di buona fortuna

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Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, l'apatia di cui parla andrebbe contestualizzata nella sua vita per capire in che momenti è arrivata. Bisognerebbe anche capire qual è stata la costante nei periodi in cui si è sentita apatica. La sua preoccupazione riguardo ai figli è più che comprensibile. L'unico consiglio che le posso dare è di prendere in considerazione l'idea di confrontarsi con un terapeuta per approfondire il momento e capire come gestirlo in modo migliore. Qualora volesse, mi può contattare. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Marianna Genitore
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente, sarebbe importante capire cosa racchiude per lei il termine"apatia", come si attiva, a difendere o ad aggredire qualcosa. Forse in passato si è concentrata molto sul fare, sul riempire un vuoto, a questo punto della sua vita potrebbe prendersi il tempo di guardarci dentro. Pensi ad intraprendere una psicoterapia, potrebbe essere una buona opportunità.
Un caro saluto,
MG
Dott.ssa Mariagrazia Di Cello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lamezia Terme
Gentile sig.ra,
dopo l’esclusione di fattori organici, è importante cercare di capire la natura della sua ‘apatia’ per poter intervenire in modo adeguato. Stanchezza . debolezza fisica e mentale potrebbero essere la punta di un iceberg di qualcosa di più profondo, sono delle risposte del corpo a qualcosa che sta accadendo . Se tale condizione si protrae nel tempo, potrebbe comportare una valutazione secondaria negativa da parte sua che la potrebbe far sentire debole, incapace di reagire e sbagliata. Queste considerazioni aumentano ulteriormente i sintomi descritti, portando ad un circolo vizioso che si autoalimenta Fare un percorso con un professionista la porterà ad avere più consapevolezza a comprendere il senso più profondo di ciò che sta le sta accadendo. Sono disponibile ad affrontare con lei la problematica descritta e a darle ulteriori chiarimenti. Non esiti a contattarmi.
Un caro saluto Dr.ssa Mariagrazia Di Cello
Dott.ssa Valentina Loforese
Psicologo, Psicoterapeuta
Piove di Sacco
Gentile signora, sembra che questa situazione in cui si trova sia parte della sua vita da molto tempo. I farmaci possono essere di aiuto ma curano solo la parte più superficiale del problema, lo attutiscono, ma non ne eliminano la causa. Lei mi dice che ha sempre affrontato le situazioni impegnandosi molto nelle cose, questa è un'ottima risorsa, fa di lei una persona dinamica e tenace, quindi si potrebbe partire da questo suo punto di forza per poi approfondire i motivi che l'hanno portata a sentirsi "stanca" e "spossata". Se è interessata possiamo sentirci anche solo per una consulenza on line. Buona giornata. Dott.ssa Valentina Loforese
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, le consiglio di affrontare questa sua apatia in un percorso di psicoterapia, al fine di trovare le risposte che cerca.
Per quanto riguarda i farmaci chieda sempre al suo medico di fiducia.
Buona serata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Beatrice Aisa
Psicologo, Psicoterapeuta
Poggibonsi
Salve, da quello che riporta la situazione che sta vivendo è un qualcosa che ricorre nella sua vita. Sarebbe utile approfondirla, capire in che modo e in quale contesto inizia a sperimentare questa "apatia", se ci sono delle similitudini tra un episodio e l'altro. Impegnarsi nelle diverse attività, come ha fatto, è una strategia che aiuta a non alimentare ulteriormente questo stato di apatia, ma un percorso psicologico la aiuterebbe a comprendere cosa sta accadendo e a trovare ulteriori strategie per affrontarlo e gestirlo a lungo termine. Un saluto, dott.ssa Beatrice Aisa
Dott.ssa Anna Maria Gioia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, la terapia farmacologica sicuramente la può aiutare ad affrontare e superare questi periodi che sembrano caratterizzati da sintomi depressivi. Sicuramente anche dei fattori organici e fisiologici possono contribuire alla sensazione di apatia e spossatezza, ma dal momento che ha vissuto già periodi simili nel passato, credo che affiancare la terapia farmacologica a un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a riconoscerli e gestirli meglio, acquisendo una maggiore consapevolezza di sé e dell'origine dei vissuti depressivi. Un caro saluto,
Dott.ssa Anna Maria Gioia
Dott.ssa Claudia Sposini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lodi
Buongiorno, non ha mai preso in considerazione la possibilità di un percorso psicoterapeutico? Il terapeuta la aiuterà ad approfondire e a gestire meglio il senso della sua stanchezza e apatia che vanno ad acuire quello che sembra essere uno stato depressivo. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Dott.ssa Annamaria Coniglio
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile Sig.ra, come le hanno suggerito i colleghi sopra, è necessario escludere eventuali cause organiche che la potrebbero portare a sentirsi stanca e spossata. Avendo riferito, però, che in passato ha seguito una terapia psicofarmacologica e sentendo io da parte sua una certa preoccupazione perché il suo comportamento si sta riversando sui suoi figli, le consiglio di ascoltare il parere di uno Psicologo che saprà indirizzarla al meglio per risolvere le sue difficoltà. Un cordiale saluto, rimango a disposizione.
Dott.ssa AM Coniglio
Dott.ssa Sabrina Scarpetta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera, una volta escluse cause organiche per questa sua apatia se persiste potrebbe intraprendere un percorso psicoterapeutico che di certo l'aiuterà a risolvere questo suo difficile momento. per qualsiasi informazione resto a sua disposizione . cordiali saluti
Dott.ssa Elisa Galantini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, se ha dubbi su alcuni valori fisiologici che possano essere in qualche modo alterati consulti il medico di base per fare uno screening generale. Affinché possa anche tranquillizzarsi rispetto ad eventuali valori organici.
Il suo racconto sembra però sottolineare (anche) difficoltà di ordine psichico per le quali sarebbe utile consultare uno psicoterapeuta. Trovare un senso al nostro malessere è sempre un buon primo passo per recuperare energie e sprint, per vivere in sinergia con noi stessi e i nostri cari. Un caro saluto Dottsa Elisa Galantini
Dr. Gianpietro Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Concesio
Buongiorno, sia il corpo che la mente sembrano denotare nella stanchezza e apatia una possibile tendenza depressiva. In questo caso oltre al supporto farmacologico è bene individuare le cause e restituire a lei i suoi talenti che erano presenti in passato.
Saluti
Dr. Gianpietro Rossi
Dott.ssa Silvia Rondi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Terapeuta
Brescia
Gentile utente, se non ha mai preso in considerazione in passato la possibilità di approfondire quegli aspetti che l'avevano portata a richiedere un sostegno farmacologico, forse questo potrebbe essere il momento giusto. Una volta escluse le eventuali cause organiche, sarebbe opportuno interrogarsi sul valore e sul significato che questo sintomo - l'apatia - può acquisire nell'ambito del suo specifico ed unico percorso di vita. Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro saluto
Dott.ssa Serena Facchin
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Montemerlo
Buongiorno. Le consiglierei di rivolgersi ad uno psichiatra per valutare con lui se vale la pena ricominciare un trattamento farmacologico; contemporaneamente può rivolgersi ad uno psicologo, per iniziare un percorso che possa aiutarla a gestire la sintomatologia depressiva e imparare tecniche e strumenti per stare meglio. Le consiglio di non aspettare ancora, ma di inziare al più presto questo percorso per ritrovare la serenità che si merita.
Buona fortuna!
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
si consulti con il medico che le ha prescritto la terapia farmacologica.
Un saluto,
MMM
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. Per quanto riguarda i farmaci, ritengo che la soluzione migliore sia esporre la questione al medico prescrivente.
A mio avviso, oltre al farmaco, è essenziale intraprendere un percorso psicologico volto a indentificare cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi, aspetti che il farmaco, da solo, non può trattare.
Cordialmente, dott. FDL
Dott.ssa Alice Carbone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
dalle sue parole mi arriva la fatica che sta provando e vivendo. E mi dispiace molto per la sua sofferenza.
Possono essere tanti i motivi di questa apatia che sente più forte ultimamente, ma proprio perché dice di averne già sofferto in passato e che ora le causano particolare sofferenza e disagio (anche a livello familiare), mi sento di consigliarle di contattare uno psicologo.
Durante il colloquio psicologico avrà la possibilità di approfondire come si sente, come sono andate le cose in questi anni e come stanno andando ora, per cercare di capire come poter fare per stare meglio.
Per qualsiasi cosa, sono disponibile.
Un saluto affettuoso,
Dott.ssa Alice Carbone
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dott. Luca Ferretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Livorno
Buongiorno, per quanto riguarda i farmaci i loro effetti ti consiglio di rivolgersi al medico che gli ha prescritti. Nei disagi che manifestano sintomi ansiogeni è consigliabile associare alla terapia farmacologica un percorso psicologico con un professionista. Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, come prima cosa le consiglio di rivolgersi al suo medico curante per escludere le cause organiche. Successivamente poi, sarebbe opportuno un percorso psicologico. Cordiali saluti.
Gentile signora,
da quanto racconta emerge una condizione di marcata astenia, apatia e ridotta motivazione, che sembrano andare oltre una semplice stanchezza fisica e potrebbero indicare una ricaduta depressiva. Il fatto che in passato abbia già avuto bisogno di un supporto farmacologico suggerisce una possibile vulnerabilità di fondo, e l’efficacia con cui ha sempre reagito (attraverso l’impegno attivo) è un segnale importante delle sue risorse personali.
Tuttavia, quando queste strategie non bastano più, è fondamentale non affrontare tutto da sola. Le consiglio vivamente di rivolgersi al suo medico curante o a uno psichiatra per una rivalutazione clinica, che potrebbe includere l’eventuale ripresa di un trattamento farmacologico e/o un percorso psicoterapeutico di supporto, online o in presenza. Considerata anche la sua preoccupazione per l’impatto sui figli, un intervento tempestivo può fare la differenza, per lei e per la sua famiglia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

ciò che descrive — la stanchezza profonda, la difficoltà ad alzarsi, la perdita di interesse e motivazione — non è solo una “stanchezza fisica”, ma somiglia molto a una forma di esaurimento emotivo o di ricaduta depressiva, che a volte può riaffiorare anche dopo anni di apparente equilibrio.

Il fatto che in passato lei abbia tratto beneficio da una terapia farmacologica con paroxetina e poi venlafaxina indica che il suo organismo risponde bene al trattamento, ma che probabilmente oggi servirebbe una rivalutazione accurata della situazione: il dosaggio, il tipo di farmaco, o anche la combinazione con un percorso psicologico di sostegno potrebbero essere ripensati in base alla fase di vita in cui si trova.

Ecco alcuni passi concreti che può intraprendere:

Rivolgersi al medico curante o allo psichiatra che l’ha seguita in passato, spiegando come si sente ora. Potrà valutare se riprendere o modificare la terapia farmacologica: gli integratori possono aiutare solo in presenza di carenze specifiche, ma non sono sufficienti per trattare l’apatia di origine depressiva.

Darsi piccoli obiettivi giornalieri, anche minimi: alzarsi a un orario fisso, vestirsi, uscire per una breve passeggiata. L’obiettivo non è “fare tanto”, ma ristabilire un ritmo che aiuti il corpo e la mente a riattivarsi.

Riconoscere la stanchezza senza colpa: non è pigrizia, ma un segnale di sovraccarico psichico. È proprio concedendosi compassione e non rigidità che si recuperano le energie.

Valutare un supporto psicoterapeutico, anche breve: può aiutarla a rielaborare le cause di questa ricaduta, a ridare senso ai ruoli che oggi le pesano e a ritrovare un equilibrio personale che non sia solo “funzionale” agli altri.

Sta già facendo qualcosa di importante: si sta ascoltando. E il fatto che si preoccupi dell’impatto sui figli dimostra che la motivazione per ritrovare energia e serenità c’è ancora, anche se adesso sembra coperta da una coltre di fatica. Con un sostegno mirato, può davvero tornare a stare meglio.

— Dott.ssa Sara Petroni

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