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Prestazioni suggerite
Colloquio psicologico
Via L. Piron, n. 26, Piove di Sacco
Da 60 €
Valentina Loforese - Ambulatorio Piovese
Colloquio individuale che permette di analizzare il problema del paziente e di costruire un percorso ad hoc
via Circonvallazione 12, Piove di Sacco
Da 60 €
Valentina Loforese - Fisiosan
Colloquio individuale che permette di analizzare il problema del paziente e di costruire un percorso ad hoc
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Psicoterapia individuale
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Valentina Loforese - Ambulatorio Piovese
Colloquio individuale per delle problematiche specifiche come ansia, attacchi di panico e depressione. Questo percorso prevede una consulenza iniziale in cui si cerca di comprendere meglio il problema e una fase successiva in cui si costruisce insieme al paziente un percorso terapeutico per superare il momento di difficoltà.
Altre prestazioni
Orientamento scolastico
Via L. Piron, n. 26, Piove di Sacco
Da 60 €
Valentina Loforese - Ambulatorio Piovese
Colloquio individuale per chi chi desidera intraprendere un percorso professionale o di studio in linea con le proprie aspettative. L'obiettivo principale è mettere a fuoco le risorse personali sulla quale costruire un progetto a lungo termine
Psicoterapia di coppia
Via L. Piron, n. 26, Piove di Sacco
Da 90 €
Valentina Loforese - Ambulatorio Piovese
Colloquio di coppia per poter affrontare le difficoltà e i conflitti relazionali per i quali i partner non riescono a trovare una soluzione. Questo percorso prevede una prima fase iniziale volta a comprendere il problema e una fase successiva di presa in carico e di costruzione di un percorso di coppia ad hoc.
I professionisti sanitari ed i centri medici sono responsabili dei prezzi mostrati e delle informazioni correlate. MioDottore non determina né influisce sui prezzi che vengono mostrati.
Esperienze
Le aree principali di cui mi occupo sono:
- Psicoterapia per adulti, adolescenti e coppie
- Consulenza e psicoterapia per disturbi d'ansia, attacchi di panico e depressione
- Sostegno alla genitorialità e alla relazione genitori-figli
- Consulenza e sostegno per stress da lavoro correlato, burnout e orientamento al lavoro
Lavoro come libera professionista in ambito clinico e della psicologa del lavoro. Collaboro con alcune agenzie del lavoro per progetti di inserimento lavorativo rivolte a persone disoccupate e con alcune cooperative sociali che si occupano di servizi educativi domiciliari rivolti principalmente agli adolescenti e alle loro famiglie.
Sono appassionata di relazioni per questo motivo ho scelto l'approccio sistemico relazionale che considera la persona come parte attiva dei suoi contesti di appartenenza (famiglia, amici, lavoro, sport) e che vede nella relazione il principale strumento per stare bene con se stessi e con gli altri.
Le tecniche utilizzate sono basate non solo sull'ascolto ma anche su esercizi pratici e tecniche esperenziali; inoltre utilizzo la tecnica terapeutica EMDR per disturbi legati a eventi traumatici.
7 recensioni
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M
Numero di telefono verificato
Empatia e professionalità ad ogni seduta, ho avuto bisogno di un percorso lungo, ma è valso ogni seduta, in quanto ho avuto modo di guarire e migliorare me stesso, la dottoressa mette a proprio agio sempre e riceve con puntualità.
Dott.ssa Federica Rizzo
Numero di telefono verificato
Psicoterapeuta preparata, empatica ed accogliente. Abbiamo condiviso gli anni di formazione ed ho avuto modo di vedere con quanta passione e professionalità ha approfondito gli studi e affinato le tecniche specializzandosi sempre di più e diventando ferrata nei vari ambiti di intervento. E' inoltre molto precisa, puntuale e disponibile. La consiglio a tutti quelli che hanno voglia di intraprendere un percorso psicoterapico e avere risulti certi in poco tempo.
Dott.ssa Valentina Loforese
Grazie per le tue parole, è stato un piacere condividere una parte del percorso di formazione insieme.
Andrea
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Ottimo Dottore studio ambulatorio in ordine spiegazioni dettagliate e e precise visita generale con accorgimenti per la nostra salute sono stato contento del trattamento.
SD
Numero di telefono verificato
Sono rimasto molto soddisfatto della Dott.ssa. Gentile, empatica e professionala. È riuscita ad individuare in poche sedute punti salienti con grande attenzione ai dettagli, riuscendo a far luce su problemi rilevanti che senza il suo aiuto non sarei riuscito a comprendere.
Cassandra
Numero di telefono verificato
Ho trovato la dottoressa cordiale e professionale, sono riuscita a comunicare con lei per via della sua empatia e della sua pazienza.
Si riesce a percepire una grande dedizione per il proprio lavoro.
Consiglio vivamente di far affidamento alla dottoressa Loforese.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Ho 51 anni, in passato sono stata in trattamento farmacologico con Paroxetina e successivamente con Venlafaxina. Ho sempre attraversato periodi in cui mi sentivo particolarmente apatica che sono riuscita a superare impegnandomi in differenti attività (lavoro, studi universitari, famiglia, attività sportiva....dei figli). Ultimamente ho forte difficoltà ad alzarmi, ho difficoltà a fare quasiasi cosa perchè mi sento stanca e spossata. Ho pensato fosse una stanchezza dovuta a carenze di potassio e magnesio per cui sto prendendo degli integratori. Che altro posso fare? Questa mia "apatia" ovviamente si sta ripercuotendo sui miei figli. Grazie
Gentile signora, sembra che questa situazione in cui si trova sia parte della sua vita da molto tempo. I farmaci possono essere di aiuto ma curano solo la parte più superficiale del problema, lo attutiscono, ma non ne eliminano la causa. Lei mi dice che ha sempre affrontato le situazioni impegnandosi molto nelle cose, questa è un'ottima risorsa, fa di lei una persona dinamica e tenace, quindi si potrebbe partire da questo suo punto di forza per poi approfondire i motivi che l'hanno portata a sentirsi "stanca" e "spossata". Se è interessata possiamo sentirci anche solo per una consulenza on line. Buona giornata. Dott.ssa Valentina Loforese
Salve, sono una ragazza di 17 anni e da circa 5 mesi sto cercando di capire il mio orientamento sessuale e solo stamattina mi sono autoconvinta di essere lesbica, ma nonostante ciò ho alcuni dubbi sul fatto che invece possa essere bisessuale.
Mi spiego meglio... In tutta la mia vita non ho mai messo in dubbio il mio orientamento sessuale, ero fermamente convinta di essere etero, seppur fino ad oggi non ho avuto nessun tipo di relazione con un ragazzo (né con una ragazza) eccetto un caso: avevo 14 anni e nel gruppo in cui uscivo quasi tutte le mie amiche erano fidanzate, così ricambiati il primo ragazzo che mi dimostrò un interesse e stemmo insieme all'incirca 1 settimana, quando fui io a lasciarlo poiché mi resi conto che non provavo alcun tipo di sentimento verso di lui, neppure baciarlo mi provocava le cosiddette farfalle nello stomaco, quelle di cui avevo tanto sentire parlare e che tutte le mie amiche avevano provato tranne io.
Da allora non ho più avuto nessun tipo di rapporto con nessun ragazzo, tant'é vero che le mie amiche mi chiedevano "ma davvero non hai una cotta per nessuno? No non può essere così" e al loro "ti devo presentare qualcuno" rispondevo sempre che no non volevo assolutamente, che stavo bene così, ma io non mi sono mai preoccupata del fatto che potessi essere omosessuale perché davo la colpa al mio essere estremamente timida.
Quando poi c'è stato il lock dawn è come se mi fosse scattato qualcosa dentro, che mi ha portato a indagare dentro me stessa.
Mi sono detta che una ragazza di 17 anni dovrebbe essere attratta sia fisicamente che sessualmente da un ragazzo e desiderare di avere un fidanzato e starci insieme, cosa che invece io ho sempre trovato disgustoso e preoccupante (intendo il sesso tra uomo e donna). Ho cercato di capire anche da dove potesse essere nata questa paura e penso che sia a causa del bullismo che ho subito alle medie, da parte appunto di maschi. Quello è stato il periodo più buio della mia vita, (che mi ha portato anche a soffrire di depressione, autolesionismo e anoressia), dal quale sono riuscita ad uscire grazie all'aiuto di una psicologa. Ed è qui che sorgono i miei dubbi: ho adottato questa "corazza" di essere lesbica per "proteggermi" dai ragazzi che il mio cervello cataloga come persone rozze, poco fini, che usano le ragazze come puro oggetto sessuale, o è davvero così?
Passiamo, quindi, alla questione ragazze. Come ho già detto in precedenza, ho riflettuto sulla mia sessualità durante la quarantena, quando ho realizzato che potessero piacermi le ragazze visto che non sono mai stata innamorata, in 17 anni, di nessun ragazzo. Guardando dentro di me con razionalità, ho potuto constatare che il mio Instagram è cosparso di ragazze, poiché è la percentuale più alta che seguo, e quando mi capita di scorrere tra i commenti di un post, le immagini profilo che mi colpiscono sono sempre ed esclusivamente di ragazze e puntualmente mi ritrovo a guardare interamente i loro profili. Questo però, potrebbe anche non significare niente, senonché qualche volta mi è capitato anche di eccitarmi guardando una foto.
Allora ho cercato di andare più a fondo, immaginando un presunto rapporto sessuale con una donna, cosa che non mi ha provocato tutta questa paura (anzi!) come quando mi è capitato di pensarlo con un uomo. Sono andata oltre il sesso e ho cominciato a pensare ad una vera e propria relazione con una donna (donna in generale, non c'è nessuna ragazza che mi piaccia al momento) e anche questa volta non mi è sembrato così brutto, se non quando mi sono immaginata da adulta, ed allora ho abbattuto tutte le mie fantasie, pensando che sarei dovuta stare con un uomo da grande. Pensando al mio passato, ho pensato a qualche altro evento che potesse confermare questa idea e ne ho trovato un altro, che ho sempre sottovalutato. In prima superiore avevo stretto un legame fortissimo con la mia compagna di banco. Abbiamo trascorso un anno bellissimo, ero felicissima quando dovevo uscire con lei, quando mi invitava a casa sua e mi godevo ogni attimo insieme a lei, tant'é vero che un giorno, per scherzo, parlando su whatsapp le dissi "marti ti devo dire una cosa, sono lesbica, mi sono innamorata di te" e la sua reazione fu "ti voglio bene, lo sai che mi piacciono i ragazzi, scusami" e allora le dissi che era soltanto uno scherzo e tutto tornó come prima, fino a quando decise di cambiare scuola ed indirizzo e perdemmo i rapporti. Fu una cosa che mi spezzò il cuore, all'inizio ero sempre io che la messaggiavo, le chiedevo di vederci e per un periodo ci siamo pure viste, ma stando distanti sentivo che non era più lo stesso e man mano ho lasciato stare, non le ho più scritto un messaggio, sperando che lo facesse lei, ma niente, e così che sono passati i mesi e gli anni. Per molti mesi sono stata malissimo, la pensavo ogni giorno, piangevo di notte pensando a lei e alla rottura della nostra amicizia e se ci penso, ancora oggi mi viene un magone alla gola. A distanza di anni, quindi mi sono chiesta e se quella non fosse stata una semplice amicizia, e se lei fosse stata qualcosa di molto di più per me, ma a cui io non ho mai dato peso?
E così che nel mio cervello si è accesa una spia con questa domanda "E se fossi davvero lesbica?". Devo ammettere, che inizialmente questo pensiero mi ha destabilizzata, tant'è vero che cercavo di sopprimerlo e di evitarlo il più non posso, ma più cercavo di non pensarci e più questo compariva sempre più aggressivo, quindi ho lasciato che questa paura entrasse dentro di me per poi trasformarla in qualcosa di positivo. Penso che io abbia avuto questa paura, innanzitutto perché scoprirsi non è mai facile, ma soprattutto perché viviamo in una società strettamente eterosessuale, dove la "normalità" è essere sposati con un uomo e con una donna, pensiero che ha fortemente anche la mia famiglia. Io mi sono da sempre battuta per la comunità LGBTQ+, anche quando ignoravo il fatto di poter essere "diversa", tant'é vero che ad un qualsiasi commento sgradevole che mi è capitato di sentire, sono stata sempre pronta a rispondere a tono e ad affermare il mio pensiero, cercando di far ragionare anche loro, ma con scarsi risultati. Ed è questo che mi ha portata per mesi a sopprimere il mio essere, a pensare addirittura di non poter essere così per non dargli un'ulteriore delusione, e di credere che avrei dovuto non pensarci proprio più e di continuare la mia vita da etero. Ma sono arrivata oggi a credere che ho bisogno di essere felice, perché non lo sono stata per molto tempo e ancora ora non mi sento benissimo, ci sono ancora pensieri che mi porto dal mio dca e con cui lotto e cerco di convivere ogni giorno, ma è dura. Quindi se per me la felicità è stare con una donna, mi va bene, anche se questo comporterebbe la delusione dei miei genitori, ma prima di fare coming out con amici e famiglia, voglio davvero esserne certa, ed avere anche un vostro consiglio che sarebbe prezioso per me. Ho un'immensa stima per voi e il vostro mestiere che trovo sia uno dei più belli al mondo e che sogno anch'io di fare da grande, perché mi piace davvero aiutare le persone. Con questo, vi saluto e vi ringrazio per essere arrivati fin qui e aver letto le mie parole. Vi ringrazio davvero di cuore e aspetto una vostra opinione.
Gentilissima, ti ringrazio per la tua domanda, l'ho trovata piena di spunti di riflessione e di sensibilità. L'attrazione sessuale non è mai giusta o sbagliata ed è indipendente dal genere, il nostro corpo ci dice molto di noi stessi e ci comunica sempre qual'è la cosa più utile per noi. Sicuramente le situazioni che hai vissuto possono aver influenzato le tue percezioni del genere maschile e di conseguenza anche l'attrazione sessuale, ma la sessualità non è solo apprendimento o conseguenza di ciò che ci succede, bensì qualcosa che ci appartiene fin dalla nascita ma che si costruisce anche nella relazione con l'altro e può essere in continuo mutamento. Sei stata molto coraggiosa a porti tutte queste domande e la tua giovane età ti fa onore, molto spesso la consapevolezza del proprio corpo e della propria sessualità richiede molti anni. Se sei interessata ad approfondire puoi contattarmi, altrimenti ti faccio un grande in bocca al lupo.
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