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Amaltea Centro Terapeutico
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Pazienti con assicurazione sanitaria e pazienti senza assicurazione sanitaria


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Ciclo di colloqui psicoterapeutici in convenzione con l'INPS per che ha diritto al Bonus Psicologo


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Esperienze

Su di me

Sono la Dott.ssa Anna Maria Gioia, psicologa e psicoterapeuta. Il lavoro che svolgo è di orientamento psicodinamico ed è incentrato sul bisogno che la...

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Formazione

  • Università degli Studi di Torino - Facoltà di psicologia clinica e di comunità
  • Scuola SAIGA di Invidual Psicologia per Psicoterapeuti
  • Faculdade de Psicologia e de Ciências da Educação da Universidade do Porto
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Specializzazioni

  • Psicoterapia
  • Psicologia Clinica

Tirocini

  • Neuropsichiatria infantile ASLTO2
  • comunità terapeutica IL PORTO per Disturbi da psicosi - Disturbi della personalità - Problemi di tossicodipendenza
  • A.O.U. Città della Salute e della Scienza ambulatorio di psicologia di liaison
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R
Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

La terapia con la Dott.ssa Gioia é stata la più efficace della mia vita, nonostante avessi fatto altri percorsi in passato che sono stati utili ma non così decisivi. Attenta, preparata, sempre intima e gentile é riuscita a cogliere il cuore delle mie difficoltà e mi ha aiutata a cambiare moltissimo e uscire dal mio malessere. Non la ringrazierò mai abbastanza per questo

A
Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Ottima dottoressa, mi sono trovata benissimo, mi ha messa subito a mio agio. Massima disponibilità, ha capito perfettamente il punto e in poco tempo mi ha aiutato moltissimo. Grande capacità di empatia, professionalità e gentilezza. Consigliata con il cuore!

G
Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Sono andato dalla dottoressa per un problema di ansia e depressione. Mi sono sentito compreso e accolto, con calore e empatia. Mi sta aiutando molto, i miei sintomi sono migliorati e anche molte cose della mia vita. Mi sento piu tranquillo e sto finalmente mettendo ordine e facendo dei cambiamenti. Sempre puntuale, preparata e attenta. Ringrazio me stesso e la dottoressa per questa occasione!


S
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Presso: Amaltea Centro Terapeutico colloquio psicologico

Siamo stati in cura dalla Dott.ssa Gioia per un lutto. Già dopo poche sedute abbiamo percepito un miglioramento che è sempre aumentato con il proseguo degli incontri. Ottima professionalità, perfetta empatia e grande disponibilità.


P
Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Credo di essere stato fortunato a incontrare la Dott.ssa Gioia come psicoterapeuta. In un anno la mia vita è cambiata in modi che non potevo nemmeno immaginare, prima avevo dei brutti pensieri e a volte ho pensato di non voler più vivere. grazie alla sua professionalità, preparazione, dolcezza e fermezza nel dirmi cose a volte difficili ho fatto cambiamenti enormi e adesso sento di avere gli strumenti per affrontare tutto. La mia idea sui percorsi psicoterapeutici con lei è completamente cambiata.


C
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Presso: Amaltea Centro Terapeutico colloquio psicologico

Consiglio la dottoressa. Il suo modo di fare è davvero intimo e mi ha permesso di aprirmi sin da subito, molto delicata nel modo di trattare gli argomenti e spiegare le cose.


E
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Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Sto facendo un percorso di psicoterapia con la Dottoressa da qualche mese e mi sto trovando molto bene. Quando ho iniziato ero molto affranto ma ora sto decisamente meglio. Ascolta con attenzione e analizza con cura i miei accaduti senza mai giudicare. Riesce a farmi vedere le cose da un punto di vista diverso rassicurandomi che il mio futuro non sarà per forza nero come l'ho spesso immaginato. Nonostante fossi inizialmente scettico verso la psicoterapia, mi sono dovuto ricredere. Molto competente e professionale, sempre sorridente e puntuale.
La consiglio a chiunque stia vivendo un momento di disagio.


R
Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Sono stata dalla Dott.ssa Gioia in un momento difficile della mia vita. Ero triste, infelice, avevo scoppi di pianto e attacchi di ansia. Mi ricorderò sempre la sua dolcezza e la sicurezza che mi ha trasmesso. Pur essendo molto professionale mi è sempre venuta incontro, l'ho sempre sentita disponibile, presente e dalla mia parte. Con lei ho potuto rimettermi in piedi, capire cosa mi stava succedendo, cambiare la mia vita e capire cose di me che mi creavano sofferenza e mi portavo dento da sempre senza saperlo. Da sola non avrei mai potuto farlo. Sarò sempre grata a lei e a me stessa di questo percorso, consiglio a tutti di iniziare un percorso come il mio, con lei sarete in mani sicure.

Dott.ssa Anna Maria Gioia

Grazie Rebecca, un caro saluto


B
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Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Ho fatto un percorso con la dott.ssa Gioia per gestire situazioni che richiedevano l’accompagnamento di un terapeuta.
Con il suo ascolto, la sua assistenza, empatia e sostegno, ho trovato la forza di confrontarmi con la mia storia, di recuperare la fiducia in me stessa e di riconoscere i miei bisogni personali trascurati per tanto tempo. Ho imparato a dare loro risposte adeguate che hanno sviluppato la fiducia in me stessa e la capacità di rendermi autonoma.
Ringrazio per tutto questo la dott.ssa Gioia che resterà per me un punto di riferimento importante anche in futuro. La consiglio a tutte le persone che si trovano in uno stato di malessere, per individuarne le cause e superarle.


N
Presso: Amaltea Centro Terapeutico psicoterapia

Sono al mio quinto mese di lavoro con la Dott.ssa Gioia che vedo regolarmente una volta a settimana. Sempre estremamente puntuale, sono molto felice perché mi ha aiutata tanto nel percorso che stiamo facendo. È davvero molto brava


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 49 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su sessuologia

Buongiorno. cerco aiuto rispetto ad una situazione che sto vivendo da qualche anno ormai. Premetto che sono in cura dalla stessa psicologa da quasi 12 anni e che conosco bene la terapia. Questa persona mi ha aiutato tantissimo, e la rispetto molto, ma riguardo a quello che sto per scrivere sento di voler avere più pareri possibili essendo una questione particolare.
Ho 26 anni, maschio, e ne ho passate parecchie nella mia vita, a partire dalla mia famiglia, che è sempre stata divisa a metà sotto ogni punto di vista, e intendo proprio su ogni cosa. Da una parte i complottisti alternativi che si fanno ben pochi scrupoli nell'usare il prossimo a proprio vantaggio, e dall'altra gli ipocondriaci iperprotettivi disposti a tutto per compiacere chi li circonda. Sono cresciuto fra questi due fuochi, e i miei genitori si trovavano nel mezzo. Nonostante le gravi mancanze avute nei miei confronti gli ho sempre voluto bene e essendo ormai adulto ho perdonato e lasciato alle spalle il passato, inoltre negli anni sono stati disposti a smussare alcuni angoli della loro personalità rendendo l'ambiente a casa più vivibile, non è da tutti. Ero particolarmente legato a mio nonno, che ho sempre considerato un grande uomo, e un modello a cui mi sono ispirato da sempre. Quando nel 2021 è venuto a mancare la mia mente ha avuto un collasso totale, da cui sono riuscito ad uscire due anni dopo solo con l'utilizzo di psicofarmaci. Purtroppo queste medicine mi hanno fatto prendere molto peso, e da essere un pò matto ma perlomeno esteticamente piacevole, sono diventato un barilotto di schifo, sia dentro che fuori. Sò che c'è stato un episodio in particolare nella mia infanzia a cui molto probabilmente è dovuto tutto il resto di quello che scriverò. Mio padre ha due sorelle, una più grande e una più piccola di lui. Quella più grande quando aveva 17 anni ha cominciato a fare uso di metanfetamina, psicofarmaci e molto altro, e a giudicare da quello che ho sentito dai miei familiari, anche prima di questo pare non fosse il ritratto della stabilità mentale, ed'è quindi completamente andata fuori di testa. Grazie alla terapia, unendo i puntini la terapeuta ha fatto si che mi ricordassi di certi episodi che avevo completamente rimosso, e a cui non volevo credere. Poi piano piano, un pezzo alla volta mi sono ricordato, ed è tornato a galla, e in effetti quella era l'unica cosa che dava senso a tutto il resto. Nel periodo di tempo che và dai miei 4/5 anni fino agli 8/9 questa persona si è divertita in maniera perversa nei miei confronti, causandomi tanto dolore e problematiche che tutt'oggi porto con me, anche se sto cercando di superarle. Da piccolo sentivo di non potermi fidare di chi avevo dentro casa, figuriamoci di chi c'era fuori, e oltre questa grande diffidenza nei confronti di tutti, odiavo essere toccato, non importava chi fosse, e quando mi sono trovato in situazioni dove non potevo evitare il contatto fisico, sentivo come un torpore in tutto il corpo, tipo modalità offline, e gli occhi si appannavano. Per fare un paragone era come se fossi prigioniero nel mio corpo, un'impressione orribile, ma più di tutte lo era la sensazione di sporco perenne che avevo addosso, e che non andava mai via. Alternavo periodi in cui facevo 6 o più docce al giorno, ad altri in cui non mi lavavo per settimane, sentivo che questo sporco usciva da sotto la pelle, e mi incolpavo di questo, perchè non credevo di essere stato sporcato ma di essere io stesso lo sporco. Di questo non ne ho mai parlato a nessuno, principalmente per paura di non essere capito. Fin da quando avevo 5 anni ho cominciato a lavarmi da solo, e questo porta ad un altro punto, tornando alle mancanze dei miei genitori. A quanto pare sono nato con un piccolo difetto fisico, si chiama fimosi, non è grave anzi molti ce l'hanno, in alcuni casi non è nemmeno necessario intervenire chirurgicamente, ma avendo io cominciato a occuparmi di me molto presto, e data la poca attenzione dei miei genitori e la mia riservatezza al riguardo, perchè credevo che anche quello fosse una conseguenza di ciò che ho scritto prima, non lo dissi. Finchè a 17 anni sentii di poterne parlare con la mia terapeuta, che mi aiutò a capire come procedere. Il primo il mio primo sogno da bambino, era diventare un vero uomo, come mio nonno e come mio padre, che non saranno stati perfetti, ma che hanno sempre avuto un grande onore. Purtroppo non sò se si realizzerà mai questo sogno, perchè per colpa di quegli anni, e di quelle esperienze che hanno intaccato irreversibilmente la mia sessualità e il mio modo di vivere il contatto fisico, sento di aver perso una parte importante di me.
Fino ai 14 anni ero quello che si definirebbe uno "sfigato", un secchione, non avevo nessun amico e nessun interesse. Quando feci 15 anni sentii la necessità di cambiare, e un giorno per caso incontrai due conoscenti con cui andavo a scuola, altrettanto sfigati come lo ero io. Da quel giorno una cosa tirò l'altra, e finimmo col creare una bellissima comitiva da quasi 50 persone, Eravamo coesi, e io volevo bene ad ognuno di loro. Sorprendentemente più della metà erano ragazze, e dico sorprendentemente perchè noi eravamo un disastro con le donne, io più di tutti, nonostante non fossi brutto, e anzi c'era molto interesse nei miei confronti. Ho sempre dato un grande valore all'amicizia, ogni ti voglio bene, ogni tengo a te che ho detto, così come ogni parolaccia e insulto erano sentiti e sinceri, e mi dispiace oggi dire che dall'altra parte non era lo stesso. Cominciai a non andare più a scuola, fino a lasciarla del tutto, stavo solo in giro con gli altri, a bere e fumare tutti i giorni, a volte senza tornare a casa per mesi. Ero totalmente perso e annebbiato sotto ogni punto di vista, molti di quegli anni non li ricordo nemmeno. Finchè il gruppo che per un periodo mettevo addirittura più in alto della mia famiglia e che cominciavo a considerare tale, dopo 4 anni di giornate passate insieme cominciò a sgretolarsi, fino a che rimanemmo solo 7, e poi più nessuno.
Crescendo ho imparato che ognuno prende la sua strada, tanto che ormai sono diventato bravissimo a tagliare i ponti quando è necessario. Se ho scritto tutte queste cose è perchè sono importanti affinchè possiate darmi un consiglio utile per aiutarmi.
In questa combriccola, fra tossici e tipe un pò troppo promiscue, c'era una ragazza speciale, una di quelle persone che incontri una volta nella vita se sei fortunato, me ne innamorai subito, e anche lei si mostrò interessata lo stesso giorno che ci incontrammo. Ma così come avevo seppellito in fondo a me tutti i brutti ricordi, lo feci anche con quei sentimenti, perchè non volevo sporcarla, ma allo stesso tempo la volevo. Andò avanti così per qualche anno, 2 o 3, e nonostante le molte volte in cui mi confessò ciò che provava, io rifiutai sempre. Due volte mi disse ti amo, e io non risposi, e furono anche le uniche due volte che l'ho sentito in vita mia. col tempo diventò sempre più difficile starle lontana, con lei mi sentivo me stesso, senza maschere e bugie, e vederla ridere era una gioia ogni volta. Quando faceva qualcosa per me, sapevo che era autentico e speciale, come le volte che i miei amici e la mia famiglia si scordavano del mio compleanno, ma lei mai, mi faceva sempre gli auguri, una anno mi fece anche un regalo che ho ancora. Poi un giorno ad una festa, mi ritrovai a dividere il materassino gonfiabile con lei, e lì non riuscii a resistere. Ero leggero, non mi ero mai sentito così, stavo cominciando a vedere più chiaramente, ma purtroppo finii per rovinare tutto, come al solito. Dopo una notte passata insieme, che è stata per me anche la prima volta in generale, finimmo per litigare, perchè io preso dall'ansia e dalle paranoie dovute alla mia scarsa, quasi ridicola prestazione, mi sentii sbagliato, rotto, difettoso. così dopo aver litigato me ne andai e non la rividi più. Mesi fà ho voluto eliminare l'account di instagram, e nel fare l'accesso dopo non ricordo nemmeno quanto tempo, trovai la sua richiesta di seguirmi che accettai subito, e poche settimane dopo le scrissi, così dopo 5 anni senza vederci ci siamo rincontrati. Per me è stato uno shok vederla, è sbocciata nella giovane donna splendida che sapevo sarebbe diventata, mentre io non sono ancora niente. Abbiamo chiarito certe questioni che a quanto pare ci portavamo dentro entrambi da molto tempo, e di questo ne sono fiero, perchè ci vuole coraggio a chiedere scusa ed'è quello che ho fatto io, credendo che mi sarebbe bastato per stare meglio, ma non è così. Provo ancora qualcosa per lei, e i bei momenti che abbiamo condiviso, nonostante non siano stati molti, mi hanno aiutato a superare tante situazioni difficili, sono stati fra i ricordi a cui mi sono aggrappato per continuare ad andare avanti. lei ai tempi mi parlò di alcune sue situazioni difficili, ma io ero cieco, e invece di starle vicino come faceva lei con me nonostante i suoi problemi, preferivo fumare con quei tossici che non chiamerò amici perchè non lo sono mai stati veramente. Negli anni ho perso tutte le persone che facevano parte della mia vita, e di nessuno ho sentito la mancanza, tranne la sua, lei è l'unica che mi manca e che mi è mai mancata, sò che è passato tanto tempo, ma in cuor mio spero ancora che non sia troppo tardi, anche se già sò che lo è. Vorrei invitarla a uscire per rivederla, ma non voglio elemosinare attenzioni che non mi sono dovute, ne passare per disperato, in più non credo che lei tenga ancora a me. Ho provato a scriverle ultimamente ma sembra fredda e un paio di volte non mi ha più risposto. Vorrei provare un'ultima volta per vedere come và, ma ho paura di essere inopportuno. Tenendo conto di quello che ho scritto, vorrei sapere voi cosa fareste al mio posto. Grazie A.

Buongiorno,
La sua situazione è complessa e ricca di sfumature emotive che richiedono una riflessione attenta e rispettosa. Nella sua domanda ha dimostrato una grande consapevolezza, frutto di un percorso terapeutico importante, e molta onestà e coraggio nell'affrontare i vissuti di oggi e le dinamiche del passato.
In questo momento, sembra trovarsi in uno stato di ambivalenza riguardo alla possibilità di riavvicinarsi a questa persona, temendo al contempo di essere respinto o di apparire troppo insistente, queste paure possono essere connesse alle esperienze relazionali traumatiche e deludenti della sua storia. È cruciale concedersi il tempo necessario per esplorare i propri sentimenti più profondi e riflettere su come potrebbe gestire questa situazione in modo rispettoso verso entrambi.
Potrebbe essere utile esplorare i suoi sentimenti e riflettere su cosa rappresenti profondamente questo legame per lei, anche in termini riparativi rispetto al suo passato, sia il più onesto possibile con sé stesso rispetto alle sue aspettative e ai suoi desideri.
Qualsiasi cosa decida di fare rispetti i confini e i tempi dell'altra persona: è essenziale comprendere che ciascuno elabora le esperienze emotive in modo unico e può necessitare di tempo per riflettere e risolvere i propri sentimenti.
Si prepari ad accettare e accogliere eventuali esiti: è importante prepararsi a rispettare l'autonomia decisionale dell'altro senza che questo tolga valore al significato che questa persona ha nella sua storia.
La incoraggio a continuare il suo percorso di crescita personale e di esplorazione emotiva con il supporto della sua psicologa. Lavori con lei per elaborare i suoi sentimenti e le sue esperienze passate, e per sviluppare strategie efficaci per gestire le sue relazioni future. Ricordi che meritare amore e rispetto è un diritto fondamentale, e sia gentile con se stesso lungo questo percorso.
I miei migliori saluti

Dott.ssa Anna Maria Gioia

Fine della psicoterapia

Dopo circa 2 anni la mia terapeuta ha esposto il fatto che sia inutile proseguire con la terapia, che ho iniziato in seguito ad un evento traumatico che ha cambiato radicalmente il mio modo di vivere. Purtroppo ho risolto quello che era il lutto di una relazione (e non solo), ma la condizione in cui mi trovo a vivere è tutt'altro che ottimale, il tono dell'umore è più che depresso e questo per fattori esterni che non riesco a modificare (ad es.: sono molto attiva nella ricerca di un lavoro, ma non riesco a trovarne uno che mi dia stabilità economica e mi consenta DI NUOVO l'indipendenza economica). Soffro molto di solitudine perché sono dovuta tornare al "paesello di origine", non ho problemi di socializzazione ma non c'è modo di socializzare, e la mancanza di soldi mi impedisce di spostarmi molto per poter fare volontariato con associazioni che apprezzo o corsi che mi coinvolgano, in modo di conoscere persone nuove. Non ho problemi ad uscire sola, a fare gite da sola o concerti o altro, ma in questi due anni sono più le persone perse lungo il cammino (rivelatesi "amicizie di comodo") che quelle trovate. Vivo, causa forza maggiore, con i miei familiari, che hanno disturbi mai curati e con cui la convivenza è difficile (per questo sono sempre stata indipendente e già a 16 anni lavoravo e mi mantenevo agli studi).
Secondo la psicologa io ho lavorato bene e molto su me stessa, ma tutte queste difficoltà sono oggettive (qui ho sintetizzato, ma con lei ho sviscerato molto ogni argomento), e il mondo esterno non posso cambiarlo e quanto potevo fare su di me ho fatto.
Il punto è che io mi sento estremamente depressa, ho ripreso -dopo tanto tempo- a chiudermi letteralmente nella mia stanza, a perdere motivazione sempre di più, per via dei continui feedback negativi che mi arrivano da fuori (inviare centinaia di CV e non ricevere una risposta positiva), non vedo la fine del tunnel e non ho più un obiettivo. Sentirmi dire che è inutile proseguire con la psicoterapia mi ha sorpreso, perché comunque per me era un appoggio (non una dipendenza, ogni tanto facevamo comunque sospensioni), anche solo per non impazzire avendo come unico interlocutore la mia terapeuta e i miei familiari, i quali mi offendono e denigrano ad ogni piè sospinto.
Dal punto di vista farmacologico ho già svolto colloqui con due diversi psichiatri che si sono trovati concordi sul fatto che non ha senso che prenda farmaci per sopportare la situazione che sto vivendo, avrebbe avuto senso come supporto nella fase post-traumatica ma non adesso.

Quindi, che devo fare ?
Io non ho nessuno con cui parlare di come mi sento, piango a giornate intere e quando non lo faccio resto a letto. Ma non dormo, anzi soffro di una pesante insonnia e al massimo dormo 2-3 ore a notte, quando va bene.. Sto chiusa in una stanza, anche per evitare di incrociare continuamente i miei. Ho sviluppato diversi disturbi psicosomatici per via dello stress. Davvero la psicoterapia non può più aiutarmi ?
Se non è utile quando ho un forte malessere, che senso ha ?
Aspetto il vostro riscontro, saluti.
P.s.: ho 42 anni, sono sempre stata indipendente e con una vita piena di impegni ed amici, questa situazione mi toglie letteralmente il respiro.

Mi dispiace molto sentire che sta attraversando un periodo così difficile. È comprensibile che si senta così sopraffatta dalla situazione, specialmente considerando la sua abituale indipendenza e vitalità.
La sua esperienza con la psicoterapia è stata importante e ha portato a dei progressi significativi, il che è un grande risultato. Tuttavia, è comprensibile che la conclusione della terapia possa essere un momento di incertezza, specialmente se si sente ancora così sopraffatta dalla situazione.
Quando sembra che ci siano poche risorse esterne disponibili, può essere ancora più frustrante. Tuttavia, credo possa essere utile considerare di consultare un altro professionista della salute mentale, Anche se la sua terapeuta ha concluso che il vostro percorso insieme sia terminato, un nuovo approccio potrebbe portare a nuove prospettive e strategie utili.
In un nuovo percorso potrebbe portare a identificare obiettivi diversi a breve termine: potrebbe trovare beneficio nell'identificare obiettivi più piccoli e realistici da perseguire giorno per giorno. Questi potrebbero essere legati al miglioramento del suo stato emotivo, alla ricerca di nuove opportunità di lavoro o all'espansione delle sue reti sociali, anche se in modo limitato.
Capisco che la conclusione della terapia possa aver amplificato il suo senso di impotenza rispetto alla possibilità di modificare la sua condizione, forse partire da questo vissuto potrebbe essere l'inizio di un nuovo percorso, non demorda.
Le auguro il meglio

Dott.ssa Anna Maria Gioia

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