Gentili Dottori, sto vivendo una condizione che mi sta creando disagio. Da un po' di tempo ho ritrov

25 risposte
Gentili Dottori, sto vivendo una condizione che mi sta creando disagio. Da un po' di tempo ho ritrovato la voglia di rimettermi in gioco. Vorrei una ragazza che arricchisca e completi la mia vita. Ho fatto svariati tentativi, ho provato persino i siti di dating. Nulla da fare. Non c'è verso. Non mi reputo un brutto ragazzo, ho avuto svariate esperienze in passato. Non ho nemmeno più una compagnia di amici, sono tutti sposati.
La mia vita è lavoro-casa e viceversa. Gli hobby e le passioni non bastano più. Vorrei uscire e fare tante altre cose. Ho 29 anni. Non riesco a rompere questo meccanismo di ''indifferenza". Mi sento invisibile al mondo. Sta incominciando ad essere pesante stare sempre chiuso in casa e non sono tipo da discoteche o club notturni... Mi sembra avere una barriera di fronte a me. Non ho mai avuto così tante difficoltà ad approcciarmi con una ragazza. Finisce che vengo sempre ignorato in continuazione. È diventata insostenibile questa situazione.
Dott.ssa Susanna Brandolini
Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Gentile Utente,

la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto, già questo è un passo importante, perché significa che sta cercando di comprendere e affrontare il suo disagio, invece di subirlo passivamente.
Dalle sue parole emerge un bisogno profondo di connessione e di appartenenza, qualcosa che va ben oltre la semplice ricerca di una relazione sentimentale. La sensazione di “invisibilità” che descrive spesso si accompagna a un periodo di transizione o di solitudine prolungata, dove l’autostima può risentirne e i tentativi di entrare in relazione finiscono per confermare la frustrazione, invece di alleviarla.
È comprensibile che, dopo diversi tentativi andati a vuoto, inizi a sentirsi demotivato. Tuttavia, più che concentrarsi sull’obiettivo di “trovare qualcuno”, potrebbe esserle utile tornare a focalizzarsi su di sé: sul modo in cui vive i momenti di solitudine, sulle sue aspettative rispetto all’altro, e su cosa desidera davvero condividere in una relazione. Spesso, quando riusciamo a ritrovare un equilibrio interiore e un senso di soddisfazione personale, le relazioni iniziano a nascere in modo più spontaneo e autentico.
Può essere utile anche interrogarsi su quelle “barriere” che percepisce. A volte non sono esterne, ma fatte di timori (di non essere accettato, di non essere abbastanza, di essere ferito). In questi casi, un percorso psicologico può offrire uno spazio protetto dove dare un nome a queste paure e comprenderne le origini, per poi imparare gradualmente a gestirle.
Non deve necessariamente “forzarsi” a entrare in contesti che non sente suoi, come discoteche o club. Esistono ambienti più in linea con la sua personalità che permettono di incontrare persone con interessi affini, dove la conoscenza avviene in modo più naturale.
Le suggerirei di non leggere questa fase come un “fallimento”, ma come un momento di pausa e di riflessione in cui può ricostruire, passo dopo passo, il suo senso di sé e delle relazioni. La solitudine, se compresa e attraversata, può diventare una preziosa occasione di crescita personale.

Un saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini

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Dott.ssa Beatrice Tocco
Psicologo, Psicologo clinico
Acqui Terme
ti ringrazio per aver condiviso con sincerità la tua esperienza e il tuo stato d’animo, non è semplice mettere per iscritto un disagio così profondo, e già questo è un segno importante di consapevolezza e desiderio di cambiamento.

Dalle tue parole emerge una forte esigenza di connessione autentica e di significato nelle relazioni, insieme a un senso di solitudine che sembra essersi accentuato nel tempo. Quando la vita sociale si riduce e le esperienze relazionali non vanno come desiderato, è naturale sentirsi “invisibili” o bloccati in una sorta di circolo di demotivazione e chiusura.

Può essere utile, in questi momenti, provare a spostare l’attenzione dal “trovare qualcuno” al “riconnettersi con sé stessi” e con ciò che davvero ti fa stare bene. A volte, lavorare sul proprio benessere personale, sull’autostima e sulle modalità di relazione può riaprire in modo spontaneo nuovi spazi di incontro e di possibilità.

Ti incoraggerei a non vivere questo percorso da solo: un confronto con uno psicologo potrebbe offrirti un luogo protetto dove comprendere meglio le emozioni che stai provando e trovare insieme strategie per uscire da questo senso di blocco.

Non c’è nulla di “sbagliato” in te: stai semplicemente attraversando un momento di vita che richiede ascolto, pazienza e qualche nuovo strumento per affrontarlo.

Un caro saluto e ti auguro il meglio!
Psicologa Beatrice Tocco
Dott.ssa Alice Iuso
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
Capisco quanto possa essere pesante sentirsi “invisibili” e avere la sensazione di non riuscire più a entrare in connessione con l'altro. Quello che descrive è qualcosa che può accadere in alcuni momenti di vita, soprattutto quando le relazioni e le abitudini cambiano.
È positivo che lei abbia mantenuto il desiderio di rimettersi in gioco, è un segnale di forza, nonostante la frustrazione che prova. A volte, però, più ci sentiamo sotto pressione nel “trovare qualcuno”, più questo desiderio rischia di trasformarsi in ansia e chiusura, rendendo gli approcci ancora più difficili.

Potrebbe essere utile cercare contesti nuovi, ad esempio legati alle sue passioni, dove poter conoscere persone in modo più naturale e dove la relazione nasce prima di tutto sulla base di interessi comuni.
Qualora ne sentisse l'esigenza, potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista per approfondire la difficoltà che descrive e per attivare risorse utili per incrementare la fiducia e l'apertura verso l'altro.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Rosaria Lombardi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Carissimo,
dalle tue parole emerge un forte desiderio di tornare a vivere relazioni autentiche e significative. Capita, in certi momenti, di sentirsi fermi, come se il mondo avesse smesso di risponderci. Ma a volte non è mancanza di occasioni: è solo che dentro di noi qualcosa chiede di essere riscoperto.
Ma il cambiamento nasce da piccoli movimenti: fare qualcosa di diverso, anche minimo, può riaccendere energie che sembravano spente. Non serve cercare a tutti i costi una relazione: prova piuttosto a rimettere curiosità e vita nelle tue giornate, un luogo nuovo, un corso, un gesto fuori abitudine.
Quando torni a sentire interesse e vitalità, inizi a brillare, e il mondo ricomincia a vederti di nuovo, sotto una nuova luce. Le relazioni arrivano spesso quando smettiamo di rincorrerle e torniamo semplicemente a vivere.
Dott.ssa Roberta Maglie
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Grazie per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che sta accadendo nella tua vita in questo periodo. Quello che descrivi è un disagio più comune di quanto si pensi e non riguarda solo le relazioni, ma anche la sensazione di sentirsi “fuori dal giro”, come se la vita degli altri stesse andando avanti mentre la tua fosse in pausa. È comprensibile che tu ti senta frustrato e scoraggiato: quando i tentativi non portano ai risultati sperati, è facile iniziare a mettere in dubbio se stessi o le proprie capacità.
Il desiderio di costruire una relazione affettiva e di avere una vita sociale più ricca è un bisogno sano e legittimo. Il fatto di riconoscerlo e di voler cambiare è già un primo passo importante. Allo stesso tempo, quando la ricerca di qualcuno diventa il centro della propria vita, può aumentare la pressione interna e rendere tutto più difficile. L’altro finisce per diventare la soluzione a un vuoto che forse merita attenzione più profonda.
A volte, ciò che blocca non è la mancanza di opportunità, ma la sensazione di non sentirsi “abbastanza” o di essere rimasto indietro rispetto agli altri. La solitudine sociale, soprattutto quando gli amici si sono fatti una vita diversa, può intensificare queste emozioni e portare ad alimentare un circolo di isolamento che si auto-rinforza: meno occasioni hai di conoscere persone, più ti senti invisibile e meno energie hai per provarci ancora.
Potrebbe esserti utile iniziare a creare nuove possibilità di incontro senza che questo avvenga necessariamente in un contesto di “corteggiamento”. Attività di gruppo, corsi, associazioni, sport, volontariato: sono tutti ambienti in cui le relazioni si costruiscono con più spontaneità e dove è possibile ritrovare una connessione con gli altri senza il peso dell’aspettativa.
Lavorare con un professionista potrebbe aiutarti a comprendere meglio quelle “barriere” che senti davanti a te: a volte dietro ci sono timori, schemi di pensiero o esperienze passate che meritano attenzione. Esplorare questi aspetti può favorire un senso di sicurezza più solido nelle relazioni, senza la sensazione di dover dimostrare qualcosa per essere notati.
Vali molto più dei risultati ottenuti finora. Le relazioni, quelle autentiche, non arrivano per forza quando le cerchiamo più intensamente: spesso nascono nei contesti in cui ci sentiamo più liberi di esistere, senza ansia, senza forzature. Possiamo lavorare insieme per costruire le basi affinché questo possa accadere anche per te.
Dr. Matteo Lupi
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Prato
Capisco molto bene il disagio che descrivi, e ti assicuro che non è affatto raro trovarsi in una fase della vita in cui, pur avendo voglia di ricominciare e rimettersi in gioco, tutto sembra più complicato di quanto ci si aspetti. Quando gli amici prendono altre strade, quando la routine lavoro-casa diventa sempre più stretta e quando i tentativi non portano ai risultati sperati, è facile sentirsi “invisibili” o come se ci fosse una barriera difficile da superare.

Potrebbe non essere tanto una questione di “non riuscire” o di mancare di qualcosa, quanto piuttosto un momento in cui la solitudine, i cambiamenti nelle relazioni e l’assenza di una rete sociale viva pesano più del solito. In periodi così può succedere che ogni tentativo sembri più carico, più faticoso, o che non si riesca ad avvicinarsi agli altri con la stessa spontaneità di un tempo.

A volte, quando si sente di non avere più una rete intorno — amici, occasioni, spazi in cui sentirsi visti — ne possiamo risentire, perché ci manca quella vicinanza e riconoscimento di qualcuno, che umanamente tutti ne hanno bisogno. In questi casi, piò diventare difficile avvicinarsi agli altri con quella spontaneità che invece nasce quando ci si sente bene dentro la propria vita.
Potrebbe essere utile chiedersi, per esempio, quanto questa “invisibilità” che senti oggi parli davvero delle altre persone, e quanto invece rifletta un tuo momento di solitudine, che è normale sentire in certi periodi o fasi della vita.

In questi casi, un supporto psicologico può aiutarti non solo a capire che cosa stia alimentando questa sensazione di blocco, ma anche a ritrovare sicurezza, fiducia e direzioni nuove per riprendere in mano la tua vita sociale e affettiva.

Non c’è nulla di sbagliato in te: stai solo attraversando un passaggio delicato, che può diventare l’occasione per riorganizzare la tua vita in modo più equilibrato e generare nuove possibilità.
Con il giusto sostegno potrai ritrovare movimento, relazione e quella parte di te che, dentro, non ha mai smesso di desiderare un legame autentico.

Un saluto
Dr. Matteo Lupi
Dott. Daniele Migliore
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua preoccupazione.
Il fatto che lei senta il desiderio di ricominciare a "mettersi in gioco" è qualcosa di molto positivo.
Mi colpisce come descrive questa sensazione di invisibilità, sembra che il desiderio di incontrare qualcuno in qualche modo si scontri inevitabilmente con degli ostacoli che non si riescono a comprendere fino in fondo. Immagino quanto possa essere stancante per lei, soprattutto perchè la sensazione di sentirsi sempre ignorati può causare un dolore molto profondo.
Il bisogno di relazioni non riguarda solo ed esclusivamente l'aspetto dell'amore romantico ma in generale quello di sentirsi capiti e riconosciuti: visti per l'appunto. Forse in questo momento più che cercare la "persona giusta" potrebbe essere utile riavvicinarsi gradualmente a quella parte di lei che sentiva più vitale.
Prenda in considerazione la possibilità di iniziare un percorso psicologico che le permetta di comprendere al meglio quelle che sono le difficoltà che sta vivendo, consentendole di ritrovare la serenità che merita.
Le auguro il meglio,

Dott. Daniele Migliore
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buonasera. Sentirsi "invisibili" a 29 anni è qualcosa che segna profondamente.
Credo che la sua analisi sia un punto di partenza per approfondire.
La invito ad un colloquio, anche online, per parlarne più a fondo.
Buongiorno,
capisco quanto possa essere difficile sentirsi bloccati in una situazione che sembra non cambiare. A volte, più si cerca di forzare le cose, più cresce la sensazione di solitudine e di distanza dagli altri.
Può essere utile provare a capire cosa la fa sentire “invisibile” e cosa rende difficile lasciarsi andare nei rapporti, anche partendo da piccoli passi nel quotidiano, al di fuori delle dinamiche di coppia.
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla proprio in questo, per ritrovare fiducia, contatto e un modo nuovo di stare nelle relazioni.
Un saluto.
Capisco quanto possa essere frustrante sentirsi “invisibile”, soprattutto dopo aver provato diverse strade per uscire dall’isolamento. Spesso, quando si cerca con troppa intensità di colmare un vuoto relazionale, si innesca senza accorgersene un circolo vizioso: più si tenta di forzare le occasioni, più aumenta la sensazione di rifiuto e di solitudine. È come cercare di afferrare l’acqua con le mani: più stringiamo, più scivola via.

Nel modello breve strategico, si lavora proprio su questi meccanismi autoalimentati. L’obiettivo non è “trovare subito una ragazza”, ma rompere lo schema che mantiene il problema, cioè quella percezione di indifferenza che, paradossalmente, cresce ogni volta che ci si sente respinti.

Un passo iniziale potrebbe essere spostare il focus dal bisogno di essere notato all’interesse per l’altro, senza cercare conferme immediate. Per esempio, nelle interazioni quotidiane — anche brevi o casuali — allenarsi a osservare, fare domande, incuriosirsi. Non per “piacere”, ma per “connettersi”.

Con una mia paziente che viveva un senso simile di isolamento, abbiamo lavorato proprio su questo: anziché cercare di “essere scelta”, ha imparato a sospendere la ricerca per qualche settimana, focalizzandosi su azioni micro (uno scambio al bar, un corso di gruppo, un messaggio neutro ma autentico). Così ha ricostruito sicurezza e naturalezza.

Ogni situazione è unica, ma anche tu potresti partire da qui: interrompere ciò che finora non funziona, cambiare prospettiva e creare piccoli contatti senza obiettivo immediato. È da lì che, spesso, riparte la connessione vera.

Un cordiale saluto
Dott.ssa Caterina De Galitiis
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Pescara
Salve, capisco il disagio che sta vivendo: quando si ha il desiderio di condividere la propria vita con qualcuno, di essere visti, e ogni tentativo sembra andare a vuoto, è naturale sentirsi scoraggiati e “invisibili”. Inoltre, da quello che racconta, mi sembra che stia attraversando una fase di passaggio — le amicizie che cambiano, il tempo che si riempie solo di lavoro — e questo inevitabilmente risulta essere un ulteriore peso sul senso di vitalità e apertura verso gli altri. A volte, però, quando si è a lungo soli, si rischia di mettere troppa aspettativa sull’incontro, ma le relazioni più autentiche nascono proprio nei contesti in cui si sta bene con sé stessi e si riesce a condividere interessi, curiosità, esperienze, senza forzare nulla. Forse può essere utile provare a spostare lo sguardo: più che “trovare una ragazza”, può concentrarsi sul “tornare in contatto” con il mondo — frequentare ambienti nuovi, attività o corsi dove possa sentirsi parte di qualcosa, anche piccolo
Dott.ssa Silvia Ceriani
Psicoterapeuta, Psicologo
Saronno
Grazie per aver condiviso tutto questo: capisco quanto possa essere pesante sentirsi bloccati in una situazione di solitudine e “invisibilità”. Non sei il solo a provare queste sensazioni, e il fatto che tu abbia voglia di rimetterti in gioco è già un segnale molto positivo.
Spesso le barriere ce le costruiamo noi e diventano impossibili da demolire, il primo a non amarti sei tu....Prima di tutto prova a volerti bene, apprezzare ciò che stai facendo: sei degno di essere amato.
Se questa barriera è troppo grande chiedi aiuto, rivolgiti ad una/o psicoterapeuta che sappia accogliere quello che provi e accompagnarti nel processo di riapertura al mondo.

Qui non sei stato ignorato.
Ti auguro di sbocciare
Dott.ssa Camilla Sabatini
Psicologo, Psicologo clinico
Trieste
Salve, comprendo sia una situazione difficile. Ampliare i contesti e la rete sociale può essere un valido aiuto nella conoscenza di nuove persone (gruppi lettura, hobby di gruppo, sport di squadra ecc.). Nel caso in cui questa difficoltà abbia bisogno di essere ascoltata e accolta da un professionista, potrebbe valutare di iniziare un percorso di supporto psicologico.
Dott.ssa Anna Lapolla
Psicologo, Psicologo clinico
Calitri
Buonasera, capisco a pieno la sua situazione. Immagino la frustrazione e tutto ciò che ne deriva.
Le suggerisco di confrontarsi con uno psicologo, in modo da valutare bene la sua situazione e, insieme, trovare un modo per affrontare e cercare di risolvere, nel migliore dei modi, la situazione che per lei è diventata, giustamente, insostenibile.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,
da ciò che descrive emerge una forte sensazione di isolamento e di frustrazione legata al desiderio di costruire un legame affettivo, ma anche alla difficoltà di trovare occasioni e modalità per farlo. È comprensibile che, dopo vari tentativi andati a vuoto, questa situazione stia diventando pesante e influenzi anche il suo benessere emotivo.

A volte, quando ci si sente “invisibili” o bloccati in un meccanismo che sembra ripetersi, possono esserci aspetti più profondi da esplorare: ad esempio l’autostima, la fiducia nelle proprie capacità relazionali o la paura del rifiuto. Anche la mancanza di un gruppo di amici o di una rete sociale può amplificare questa sensazione di solitudine e rendere più difficile aprirsi agli altri.

In questi casi può essere utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio cosa sta mantenendo questo senso di “barriera” e per ritrovare la spontaneità nei rapporti. Un lavoro con uno specialista può aiutarla a superare i blocchi emotivi e a costruire relazioni più soddisfacenti, partendo da un nuovo equilibrio personale.

Un cordiale saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera,
desidero ringraziarla per aver condiviso con sincerità ciò che sta vivendo. È importante riuscire a mettere in parole il proprio disagio: già questo è un primo passo verso un possibile cambiamento.
Dalle sue parole emerge un senso di solitudine e di invisibilità che può diventare molto faticoso da sostenere, soprattutto quando si ha il desiderio profondo di entrare in relazione e di sentirsi riconosciuti.
Forse, dietro questa “barriera” che sente tra se e gli altri, si nasconde una parte di lei che chiede attenzione e accoglienza: una parte più autentica, che desidera essere vista non solo dagli altri, ma prima di tutto da se stesso. A volte il vuoto o la frustrazione non sono un segno di mancanza, ma il linguaggio attraverso cui la psiche ci spinge a una nuova fase di crescita e di conoscenza di noi.
Può essere utile concedersi del tempo per ascoltare cosa davvero le manca, cosa la nutre, cosa la emoziona ancora. Non solo per “trovare una ragazza”, ma per ritrovare se stesso in una dimensione più piena, in cui la relazione con l’altro diventi un incontro e non una ricerca ansiosa di completamento.
Un percorso potrebbe offrirle uno spazio protetto dove esplorare questi vissuti, comprendere meglio i suoi bisogni relazionali e riconnetterli con le sue risorse interiori.
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Gentile Utente, grazie per aver condiviso in modo così chiaro e sincero ciò che sta provando in questo momento. Sono dispiaciuta per la fatica di cui parla, e posso comprendere la sua volontà di trovare una compagna con cui condividere il suo percorso di vita.
Il desiderio di incontrare una persona dopo aver cercato a lungo, a volte può caricarsi di frustrazione, demoralizzazione, e ansia, soprattutto se al momento la sua ricerca non ha dato l'esito atteso. A tal riguardo è importante cercare di capire come si sente e se e quanto attribuisce a sè il fatto di non aver trovato una partner al momento.
Consideri che in queste situazioni, spesso tendiamo ad attribuirci eccessivamente le ragioni di quanto accade, fino a che non veniamo puntualmente e inaspettatamente smentiti....! A quel punto ci voltiamo indietro, e la nostra sofferenza passata assume un aspetto e una dimensione differente.
Colga l'occasione dell'attesa, per volgere lo sguardo verso di sè e cercare di leggere e cogliere le sue preferenze, dedicandosi del tempo a perseguire le sue passioni e a coltivare le attività che la fanno stare bene. Questo può essere un buon momento per porre lei stesso al centro del suo pensiero, per coltivare il proprio benessere e cercare di conoscersi un po' più approfonditamente.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Gentile utente,
grazie per la sua condivisione. Ha scritto una cosa importante all'inizio del suo messaggio: ha voglia di rimettersi in gioco. Questa motivazione, questa spinta interiore deve essere quella fiammella da mantenere accesa per consentirle un processo di cambiamento. Ha elencato tutta una serie di ostacoli, difficoltà e fallimenti che la stanno sconfortando, ma questo è ciò che accade a chi cerca di alzare l'asticella della propria qualità di vita e ricercare maggiore soddisfazione.
C'è un importante punto che deve tenere in considerazione: nei rapporti sentimentali non si possono fissare obiettivi. Non si può pensare che di condizionare il pensiero o il comportamento di altre persone semplicemente con la propria volontà. Allo stesso tempo, sarebbe frustrante pensare che le cose accadano e basta e che, prima o poi, arriverà la persona giusta per lei.
Il compromesso migliore e lavorare su sé stesso e coltivare a fondo la sua autostima. Rifletta su ciò per cui riesce a esprimere gratitudine nella vita e ciò che la rende più orgoglioso; rifletta sui suoi migliori attributi e sui valori a cui sceglie di credere quando si trova con le altre persone. Questi sono i pilastri di una buona autostima: avrà la sensazione di piacere a sé stesso, ancor prima di piacere agli altri; avrà la sensazione di lasciare sempre una buona impressione senza bisogno di cercare la conferma, senza bisogno di voltarsi indietro e chiedersi cosa stanno pensando le persone dopo che lei se n'è andato.
Questo percorso di crescita personale può essere facilitato da un supporto psicologico mirato a riconoscere e sviluppare i suoi punti di forza.
La costruzione di rapporti profondi e duraturi non può risolversi in una serata o in un appuntamento. Quanto stress e quanta ansia da prestazione dietro a brevi conversazioni, fugaci incontri! Come se dovesse vendere un pacchetto già pronto con tutte quello di buono che può proporre. Assoggettato al giudizio superficiale o esteriore di un'altra persona, inevitabilmente condizionata da umani pregiudizi.
Molto più interessante è la prospettiva di avere tempo per esprimersi, per essere sé stesso fino in fondo, per mostrare ciò di cui è capace o ciò che l'appassiona, per essere trasparente nei modi e nelle intenzioni. Deve solo fidarsi di quello è dentro di lei e che merita di essere conosciuto dal mondo intero.
Non potrei dirle se in questo modo troverà la compagna che cerca, né potrei dirle che questo accadrà certamente. Ma sono certo di dirle che in questo modo sarà in armonia con sé stesso e avrà sempre voglia di connettersi agli altri senza filtri, senza remore, con interesse e partecipazione. Le conseguenze saranno senz'altro positive per lei e per chi avrà la fortuna di conoscerla.
Se lo desidera, sono disponibile ad affiancarla in questo percorso di crescita e cambiamento.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott. Riccardo Fabbrini
Psicologo, Psicologo clinico
Lissone
Le sue parole trasmettono con grande chiarezza un senso di frustrazione e solitudine che, comprensibilmente, le sta pesando. È evidente che dietro la sua richiesta non ci sia solo il desiderio di trovare una compagna, ma anche quello di ritrovare un contatto più autentico con la vita e con gli altri, dopo un periodo in cui sembra essersi chiuso in una routine che non le dà più soddisfazione. La ricerca di un legame affettivo è una delle spinte più umane e profonde che abbiamo, ma per poter incontrare davvero qualcuno è spesso necessario prima ritrovarsi. La solitudine che sta vivendo, per quanto dolorosa, può diventare un punto di partenza prezioso: il momento in cui comincia a costruire un modo nuovo di essere in relazione, più libero e più consapevole. Qualora volesse discuterne, la invito a prenotare una seduta conoscitiva! Un caro saluto
Dr. Massimo Montanaro
Psicologo clinico, Psicologo
Crema
Gentilissimo, mi dispiace per questa sua fatica e sofferenza; mi permetto di suggerire l'avvio di una consulenza psicologica con un professionista finalizzata a comprendere se può essere utile l'avvio di un percorso di psicoterapia; potrebbe essere necessario comprendere se, anche inavvertitamente, lei mette in atto dei comportamenti che rinforzano il suo ritiro e la allontanano dalle relazioni e/o se occorre rinforzare alcune aree, valorizzare alcune parti di sé che faticano ad emergere. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo desiderasse. Cordiali saluti. Dottor Massimo Montanaro.
Buonasera. Dal suo racconto emerge un funzionamento che si è irrigidito nel tempo. La percezione di “indifferenza” degli altri sembra il risultato di un circuito progressivo: reti sociali che si assottigliano, poche occasioni di riscontro, alcuni tentativi andati a vuoto (soprattutto online) e, come risposta, una chiusura che riduce ancora di più il contatto. Questo restringimento alimenta una narrativa interna (“sono invisibile”) che finisce per orientare lo sguardo, la lettura degli eventi e la disponibilità a mettersi in gioco. In altri termini si tratta di un copione che ripetendosi conferma proprio la sensazione di non contare.

Un percorso psicologico mirato può essere utile proprio qui: mappare il ciclo che oggi mantiene la chiusura; rendere visibili le previsioni implicite (cosa si aspetta accada quando si espone); distinguere ciò che è informazione da ciò che è conferma di una storia su di sé; lavorare su flessibilità e tolleranza della delusione senza scivolare nell’auto-svalutazione.

In pratica si lavora per riaprire il ventaglio delle possibilità: non imponendo comportamenti dall’esterno, ma costruendo insieme micro-esperienze coerenti con i suoi valori che, nel tempo, rompano il circuito della chiusura e producano segnali nuovi con cui aggiornare la narrativa (“forse non sono invisibile; forse alcune porte si aprono”). Questo tipo di lavoro - che integra elementi metacognitivi, cognitivi e interpersonali - non punta a “cambiarla come persona”, ma a restituirle margine di manovra là dove oggi sente una barriera.
Dott.ssa Simona Santoni
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, capisco bene il disagio che descrive. La sensazione di isolamento e di difficoltà a incontrare nuove persone può diventare molto pesante, soprattutto quando la vita quotidiana ruota solo tra lavoro e casa.
Può essere utile partire anche solo da piccoli passi: ampliare gradualmente le occasioni di socializzazione, frequentare gruppi o attività che le interessano e lavorare su fiducia in sé e assertività. Se definisce la situazione "insostenibile", un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a comprendere queste difficoltà che sente e migliorare le modalità di approccio alle relazioni.
Capita a molti giovani adulti di vivere periodi in cui relazioni e socialità sembrano difficili da costruire (come trovarsi davanti a una "barriera", come dice anche lei). Con il giusto sostegno, però, si possono trovare nuovi modi per sentirsi più connessi con le persone.

Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Santoni – Psicologa
Dott.ssa Margherita Atzori
Psicologo, Psicologo clinico
Aprilia
Buonasera, ti ringrazio per aver condiviso con sincerità ciò che stai vivendo.
È comprensibile che questo senso di isolamento e di “invisibilità” ti stia pesando: il desiderio di costruire un legame affettivo e di sentirsi riconosciuti è un bisogno umano profondo, e non c’è nulla di sbagliato nel volerlo. Dalle tue parole emerge anche una consapevolezza importante: hai voglia di cambiamento, ma senti come se qualcosa ti trattenesse, una barriera difficile da superare.
In questi casi può essere utile esplorare non solo cosa non sta funzionando all’esterno (gli incontri, le occasioni), ma anche cosa accade dentro di te, ad esempio: come vivi il contatto con l’altro, la paura del rifiuto, o il timore di mostrarti davvero.
Un percorso psicologico potrebbe offrirti uno spazio per comprendere meglio questi aspetti, riscoprendo risorse e modalità relazionali più autentiche.
Spesso, quando iniziamo a riconnetterci con noi stessi, anche il modo in cui entriamo in relazione con gli altri cambia naturalmente.
Ti auguro di ritrovare fiducia nel tuo valore e di concederti il tempo e la pazienza di cui ogni nuovo inizio ha bisogno. Un caro saluto!
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua esperienza: dalle sue parole emerge chiaramente quanto questa situazione stia diventando pesante da sostenere. Il desiderio di costruire una relazione significativa e di sentirsi parte di un contesto sociale più ricco è umano e profondo, e il fatto che lei ne senta la mancanza non indica debolezza, ma sensibilità e consapevolezza dei propri bisogni affettivi.
A volte, quando si attraversano periodi come questo, possono subentrare scoraggiamento e un senso di “invisibilità” che rischiano di rinforzarsi a vicenda: più ci si sente esclusi, più diventa difficile aprirsi agli altri. L’obiettivo, in questi casi, non è tanto “forzare” nuovi incontri, quanto comprendere insieme che cosa sta ostacolando la possibilità di relazionarsi con serenità — magari riscoprendo un senso di fiducia e spontaneità che ora sembra smarrito.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a esplorare questi aspetti e a costruire strategie concrete per uscire dal circolo della solitudine e riprendere contatto con la parte di sé che desidera condivisione e vitalità.
Le auguro di poter ritrovare presto equilibrio e nuove opportunità di incontro.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
 Gabriele Lungarella
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
grazie per aver condiviso il suo vissuto. Le difficoltà che racconta (la sensazione di invisibilità, l’isolamento, il bisogno di connessione autentica) sono molto comuni, anche se spesso vissute nel silenzio e con una certa vergogna. Appare chiaramente quanto sia in contatto con il suo desiderio di costruire relazioni significative, di aprirsi di nuovo alla vita, e quanto stia cercando un modo per farlo.
Quando le esperienze sembrano ripetersi senza esito, può essere utile uno spazio di ascolto che aiuti a dare senso a ciò che accade: come si approccia, quali aspettative porta, come vive il rifiuto, come si percepisce nello sguardo dell’altro. A volte, piccoli nodi non visti possono condizionare molto il modo in cui ci relazioniamo.
Il suggerimento è quello di approfondire questi aspetti, magari grazie a un professionista. Se dovesse averne bisogno sono a sua disposizione per accompagnarla in un percorso che le permetta di riavvicinarsi a se stesso e poi agli altri.
Un caro saluto.
Gabriele

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