Dott.ssa Alessandra Ballarini

Psicologo Altro

Tempo medio di risposta:

Esperienze

Sono una psicologa con un approccio strategico, specializzata in comunicazione efficace, orientamento e sostegno psicologico. Nasco come Educatrice professionale, lavorando con persone aventi diverse fragilità, emotive o fisiche. Sono una docente di sostegno nella scuola superiore di secondo grado.
Aiuto le persone a superare difficoltà personali, relazionali e professionali, offrendo percorsi mirati per migliorare la gestione delle emozioni, rafforzare la consapevolezza di sé e sviluppare strategie pratiche per affrontare le sfide quotidiane.

Integro l’esperienza clinica con competenze di leadership e sviluppo personale, perché credo che una comunicazione chiara e autentica sia la base per costruire relazioni sane — sul lavoro, in famiglia o nella coppia.
Nel mio lavoro accompagno le persone verso un cambiamento concreto: ritrovare equilibrio, lucidità e benessere nella vita di tutti i giorni.

Un problema può durare da anni, ma non per questo servono anni per risolverlo.
A volte basta cambiare prospettiva — come una porta che finalmente si apre quando trovi la chiave giusta.
Il mio metodo, basato sull’intervento breve strategico, non cerca le cause lontane, ma agisce su ciò che oggi mantiene il disagio: pensieri e comportamenti ripetitivi che si possono sciogliere con le strategie adeguate.

Ogni incontro è un atto di luce: un passo per sbloccare ciò che blocca e tornare a vivere con chiarezza, presenza e serenità.

Altro Su di me

Approccio terapeutico

Psicologia breve e strategica

Aree di competenza principali:

  • Psicologo
  • Psicologia clinica

Indirizzi (2)

Disponibilità

Telefono

351 717...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
Vedi mappa si apre in una nuova scheda
Galeno

Via Renzo Bertani 24, Roma 00128

Disponibilità

Telefono

351 717...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
Vedi mappa si apre in una nuova scheda

Prestazioni e prezzi

  • Consulenza online

    60 €

  • Consulenza psicologica

    50 € - 60 €

  • Colloquio psicologico di coppia

    80 €

  • Colloquio psicologico familiare

    80 €

  • Colloquio psicologico individuale

    60 €

Recensioni in arrivo

Nuovo profilo su MioDottore

Lo specialista sta aspettando di ricevere la sua prima recensione.

Scrivi la prima recensione

Hai avuto una visita con Dott.ssa Alessandra Ballarini? Condividi quello che pensi. Grazie alla tua esperienza gli altri pazienti potranno scegliere il miglior dottore per loro.

Aggiungi una recensione

Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su psicoanalisi

Buona sera , mio figlio di 9 anni ogni volta che fa motoria torna a casa piangendo , dicendomi che i compagni lo deridono per he non da giocare a calcetto , non gli passano la palla .
Ho chiesto se lo avesse detto al maestro ,
Mi dice di sì ma tanto lui sta con il Cell in mano e non vede niente .
Oggi ha avuto un attacco di nervosismo ha urlato contro un amichetto e il maestro gli ha fatto una nota scritta da portare a casa .
Purtroppo non so a chi credere , ovviamente da genitore creso a mio figlio ma non stando a scuola non ho la certezza.
Come mi dovrei comportare ?

Capisco bene quanto sia difficile assistere a questo tipo di situazione: da genitore è naturale sentire frustrazione e anche impotenza quando vediamo nostro figlio tornare a casa ferito o arrabbiato.
In questi casi, è importante non schierarsi subito con una versione o con l’altra, ma cercare di comprendere il quadro nella sua complessità.La situazione che descrive è complessa ma piuttosto frequente: un bambino che si sente escluso in contesto scolastico tende a sviluppare una forte reattività emotiva, spesso espressa attraverso rabbia o ritiro.
Il primo passo, in ottica strategica, è spostare il focus dal “credere a qualcuno” al comprendere la dinamica relazionale che si sta creando.

In questi casi è utile agire su due piani:

Relazione scuola–famiglia: un incontro con l’insegnante, condotto con tono collaborativo e non accusatorio, permette di ottenere informazioni dirette e di concordare un piano condiviso d’intervento. L’obiettivo non è cercare un colpevole, ma ripristinare un equilibrio funzionale tra i bambini.

Gestione emotiva del bambino: a casa è importante aiutarlo a riconoscere e nominare le proprie emozioni (“ti sei sentito escluso?”, “ti sei arrabbiato perché ti sembrava ingiusto?”), guidandolo a canalizzare la frustrazione in modalità più efficaci.

Nell’approccio strategico, questo tipo di situazione viene trattato lavorando su percezione e reazione: il bambino va accompagnato a modificare la percezione di sé nel gruppo e a sviluppare risposte più funzionali, mentre l’ambiente (insegnanti e genitori) deve smettere di rinforzare, anche involontariamente, il ruolo di “vittima” o “bambino problematico”.

Un intervento mirato, anche breve, può aiutare a sciogliere rapidamente il circolo vizioso che si è creato, restituendo al bambino sicurezza e competenza relazionale.

Dott.ssa Alessandra Ballarini

Gentili Dottori, sto vivendo una condizione che mi sta creando disagio. Da un po' di tempo ho ritrovato la voglia di rimettermi in gioco. Vorrei una ragazza che arricchisca e completi la mia vita. Ho fatto svariati tentativi, ho provato persino i siti di dating. Nulla da fare. Non c'è verso. Non mi reputo un brutto ragazzo, ho avuto svariate esperienze in passato. Non ho nemmeno più una compagnia di amici, sono tutti sposati.
La mia vita è lavoro-casa e viceversa. Gli hobby e le passioni non bastano più. Vorrei uscire e fare tante altre cose. Ho 29 anni. Non riesco a rompere questo meccanismo di ''indifferenza". Mi sento invisibile al mondo. Sta incominciando ad essere pesante stare sempre chiuso in casa e non sono tipo da discoteche o club notturni... Mi sembra avere una barriera di fronte a me. Non ho mai avuto così tante difficoltà ad approcciarmi con una ragazza. Finisce che vengo sempre ignorato in continuazione. È diventata insostenibile questa situazione.

Capisco quanto possa essere frustrante sentirsi “invisibile”, soprattutto dopo aver provato diverse strade per uscire dall’isolamento. Spesso, quando si cerca con troppa intensità di colmare un vuoto relazionale, si innesca senza accorgersene un circolo vizioso: più si tenta di forzare le occasioni, più aumenta la sensazione di rifiuto e di solitudine. È come cercare di afferrare l’acqua con le mani: più stringiamo, più scivola via.

Nel modello breve strategico, si lavora proprio su questi meccanismi autoalimentati. L’obiettivo non è “trovare subito una ragazza”, ma rompere lo schema che mantiene il problema, cioè quella percezione di indifferenza che, paradossalmente, cresce ogni volta che ci si sente respinti.

Un passo iniziale potrebbe essere spostare il focus dal bisogno di essere notato all’interesse per l’altro, senza cercare conferme immediate. Per esempio, nelle interazioni quotidiane — anche brevi o casuali — allenarsi a osservare, fare domande, incuriosirsi. Non per “piacere”, ma per “connettersi”.

Con una mia paziente che viveva un senso simile di isolamento, abbiamo lavorato proprio su questo: anziché cercare di “essere scelta”, ha imparato a sospendere la ricerca per qualche settimana, focalizzandosi su azioni micro (uno scambio al bar, un corso di gruppo, un messaggio neutro ma autentico). Così ha ricostruito sicurezza e naturalezza.

Ogni situazione è unica, ma anche tu potresti partire da qui: interrompere ciò che finora non funziona, cambiare prospettiva e creare piccoli contatti senza obiettivo immediato. È da lì che, spesso, riparte la connessione vera.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Alessandra Ballarini

Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.