Gentili Dottori, Da un mese a questa parte si è riacutizzato un disturbo ansioso preesistente, qu

18 risposte
Gentili Dottori,

Da un mese a questa parte si è riacutizzato un disturbo ansioso preesistente, questa volta la sintomatologia si sta rivelando particolarmente invalidante, precedentemente era limitata all'uso dell'automobile ed agorafobia grossomodo gestibile. Ho trattato le precedenti crisi con venlafaxina e sono riuscito a stare discretamente. Ora appunto la cosa si è estesa a un po' tutto il vivere quotidiano, in particolar modo si è instillata in me la paura costante di poter cadere nel cielo, come se la terra potesse ribaltarsi. Questa paura non mi sta facendo vivere bene, la sola esistenza del cielo mi distrugge a volte, tutta quell'immensità mi angoscia. Ho iniziato una cura con Paroxetina da circa 20 giorni ma ancora nulla, sto perdendo giorni a lavoro per questa paura assurda e non so come uscirne, a volte nel cuore della notte mi sveglio in preda al panico più totale. Datemi un vostro parere per favore, cosa cavolo è questa paura irrazionale insorta così di colpo? Amavo il cielo, amavo il cosmo. Ora ne sono terrorizzato. Vi è mai capitato un caso del genere? Non vivo bene.
Buon pomeriggio,
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. La consapevolezza che queste sue paure siano irrazionali è già un primo passo. Spesso questi pensieri invadono fortemente la quotidianità e non ci permettono di vivere con benessere. Per tale ragione, le consiglio di rivolgersi ad un professionista per analizzare le possibili cause ed imparare a gestire al meglio questi momenti. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Veronica Savio

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Buongiorno, mi dispiace molto per quello che racconta, dev'essere molto difficile. Comprendo che non la faccia vivere bene e che la terrorizzi. Io penso che sia importante che si affidi a un professionista per andare a guardare cosa c'è dietro questa ansia. Mi spiego meglio, i farmaci sono fondamentali, soprattutto all'inizio della terapia, per contenere un disagio troppo acuto in quel momento. Tuttavia, il rischio è che la sola terapia farmacologica non basti perchè rischia di andare a mettere soltanto un cerotto momentaneo sulla sintomatologia. Per questo motivo penso che sia utile che chieda un consulto da uno psicologo per affiancare una psicoterapia alla terapia farmacologica. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, le auguro una buona giornata. Dott.ssa Rota
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Gentile utente, grazie anzitutto per aver qui condiviso
Non credo ci siano paure "giuste" o "sbagliate": ogni individuo possiede aree di lecito timore, che saranno diverse da quelle di un altro individuo...
Nel suo caso, sarebbe preferibile associare alla farmacoterapia, una psicoterapia (meglio se ad orientamento psicodinamico, quindi del profondo) che possa aiutarla a dare un senso a questo timore apparentemente irragionevole
Ricordo che il disagio arriva sempre per comunicarci qualcosa, quindi solo attraverso un lavoro con un professionista, si potrà dar voce a questo messaggio per meglio comprendersi e per meglio comprendere ciò che sta accadendo dentro di noi
Spero di esserle stata un po' d'aiuto
Resto a disposizione anche online
Un cordiale saluto

Dr Eliana Nola
Gentile utente, come ben detto dai colleghi è preferibile associare al farmaco un percorso di psicoterapia attraverso il quale lavorare attivamente sulle radici profonde del suo disturbo, il tutto anche per ridurre la possibilità che la sintomatologia possa mutare nel tempo, tornando in forme e maniere differenti. Buon proseguimento di giornata.
dott. V. Mangiameli
Gent.mo, dalle sue parole emerge una forte sofferenza, un percorso di psicoterapia la potrebbe aiutare a gestire le sue angoscie in modo da poter riavere indietro la sua quotidianità. I farmaci possono aiutare ma non sempre sono sufficienti, occorre contemporaneamente un lavoro di psicoterapia. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto.
Salve, dispiace molto per la situazione ed il disagio espresso Perché comprendo quanto ciò possa essere impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, Dott FDL
Buongiorno, per affrontare le sue paure e soprattutto per guardarle davvero, comprenderle ed elaborarle, le medicine non bastano. Le consiglio un percorso di psicoterapia per poterle affrontare, per dare un senso alla sua ansia e rientrare in contatto con le sue emozioni,
Buonasera, ciò che viene descritto potrebbe essere considerato come sintomi d'ansia. In particolare, la paura di "cadere nel cielo" potrebbe essere interpretata come la conseguenza di una sensazione di perdita di controllo, di incertezza e di disorientamento. Questa paura potrebbe derivare da una condizione di vuoto interiore, in cui la persona non riesce a trovare punti di riferimento o oggetti di sostegno per gestire le proprie emozioni e sensazioni.
Tuttavia, senza una valutazione accurata dei sintomi, non è possibile fare una diagnosi precisa. Pertanto, potrebbe essere consigliabile iniziare un percorso terapeutico con l'obiettivo di approfondire questi sintomi e arrivare ad una diagnosi più dettagliata. La terapia potrebbe aiutare a comprendere le possibili cause psicologiche dell'ansia e fornire le strategie per gestirla e superarla. Cordiali saluti. DM
Carissimo, per prima cosa dia anche il tempo ai farmaci di fare il loro effetto. La paroxetina in genere necessita di un tempo leggermente superiore ai 20 giorni per iniziare a dare i suoi effetti benefici. Detto questo, alla terapia farmacologica serve associare un intervento psicologico che la aiuti a gestire l'ansia (anche ma non solo attravesro tecniche di rilassamento) e a esplorare le sue inquietudini interiori. Sono ovviamente disponibile qualora fosse interessato ad avviare un percorso. Nel caso mi contatti. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buongiorno, è molto importante prendersi cura del proprio vissuto emotivo. Valuti la possibilità di iniziare un percorso in cui possa osservarsi e sostenersi in quello che vive attualmente
Buonasera, le sono vicina nel sentire che sta attraversando un periodo difficile a causa dei tuoi sintomi ansiosi. La sua preziosa descrizione suggerisce che potrebbe essere affetta da un disturbo d'ansia generalizzato (DAG), che è caratterizzato da una preoccupazione eccessiva e cronica riguardo a una vasta gamma di eventi o attività quotidiane.
La paura irrazionale di cadere nel cielo e la sensazione di angoscia possono essere sintomi associati all'ansia. Questi sintomi possono essere particolarmente invalidanti, limitando le attività quotidiane e causando difficoltà nel lavoro.
Il trattamento per il DAG può includere una combinazione di farmaci e terapia comportamentale, o una di queste due opzioni da sola. La Paroxetina, che stai attualmente assumendo, è un antidepressivo comunemente usato per trattare l'ansia. Tuttavia, potrebbe essere necessario attendere alcune settimane per ottenere un effetto completo.
Le consiglio di continuare a seguire il trattamento prescritto dal tuo medico e di programmare un appuntamento di follow-up per discutere dei risultati e del possibile aggiustamento del trattamento.
Inoltre vorrei aiutarla ad affrontare la sua ansia attraverso terapia comportamentale cognitiva (TCC) o altre terapie psicologiche.
Si ricordi che i disturbi d'ansia sono molto comuni e trattabili. Con il supporto adeguato, puoi superare questa difficoltà e tornare a goderti la tua vita al massimo. Resto a sua disposizione per approfondire,
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Buonasera e grazie per averci parlato della sua situazione. Penso sia difficile poterle dare un parere od una spiegazione al sintomo di cui ci parla senza avere ulteriori dettagli. Quello che posso consigliarle è di ritagliarsi uno spazio di ascolto in cui cercare di dare un significato più profondo al suo sentire ed alle sue preoccupazioni. Il trattamento farmacologico, se abbiato a quello psicologico massimizza gli effetti positivi. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Salve, è molto importante che lei abbia avvertito adesso, come in passato, l'esigenza di voler risolvere il suo problema legato all'ansia e di voler migliorare il benessere percepito nelle attività quotidiane. Spesso il disturbo d'ansia generalizzata è legato ad abitudini o situazioni di vita che fungono da inneschi: si può trattare di ambiente lavorativo, familiare oppure un contesto sociale particolare. I sintomi da lei descritti sono senz'altro molto invadenti e destabilizzanti dal punto di vista emotivo e cognitivo. Il mio consiglio è di cominciare a tracciare con regolarità le sue abitudini giornaliere e in particolare di annotare con dettaglio tutte le situazioni ansiogene. Questo livello di consapevolezza le porterà un primo giovamento. Un altro piccolo passo da compiere è condividere questi vissuti con uno Psicologo che possa aiutarla a comprendere gli eventi psicologici e fisici che descrive, e a trovare strategie efficaci di gestione della situazione ansiogena e della crisi di panico. Lo sforzo successivo (che all'inizio sembra irto di difficoltà, ma può diventare via via meno complesso) è di modificare gradualmente quelle abitudini legate all'ansia, per limitarne gli effetti e sostituirla progressivamente con ricompense migliori. Le consiglio, qualora dovesse scegliere un professionista a cui affidarsi, l'approccio della Psicologia Positiva. Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti e informazioni. Dott. Cortese Antonio
Gentile, percepisco la sofferenza che esprime, mi dispiace davvero per la situazione che riporta e mi rendo conto di quanto possa essere complicato conviverci. La prima cosa che mi sento di consigliarle è un consulto psicologico, anche online, che possa aiutarla ad affrontare il disagio espresso al fine di ritagliarsi uno spazio per comprendere meglio ciò che prova e cosa potrà farla stare meglio, elaborare i pensieri e i vissuti emotivi rivolgendosi ad un esperto con un approccio che si basi sull’accoglienza e ciò che è utile per la persona, valorizzando le sue risorse personali, aiutandola così a divenire artefice del racconto della propria vita, dando al corpo lo spazio e l’ascolto che merita. Iniziare un percorso per sentirsi meglio richiede coraggio, ma è già un importante passo iniziale verso il cambiamento. Resto a disposizione per ulteriori indicazioni e ad incontrarla. Cordiali saluti dott. Paolo Notarangelo
Gentilissimo, il disagio che vive è legittimo e meritevole di attenzione. Per quanto utili, nella maggior parte dei casi gli psicofarmaci da soli non bastano. Le consiglio sentitamente di affidarsi ad un professionista che possa aiutarla a riprendere in mano la sua vita. Le paure non arrivano per caso: per quanto spaventose, le accolga. Quando troveranno la giusta collocazione nella sua sfera emozionale, non saranno più disturbanti.
Un caro saluto.
Gentilissimo, i pensieri come il suo sono intrusivi e possono essere invalidanti, come ha riportato lei. Non basta solo riconoscerli come irrazionali ed intrusivi. Anche loro, dicono qualcosa. Qualcosa che potrebbe esplorare con unæ professionista. Un abbraccio
Gentile Utente,
comprendo dalle sue parole che sta attraversando un periodo molto complesso, carico di preoccupazioni.
Il supporto farmacologico può essere un'importante risorsa per affrontare i sintomi da lei presentati, ma spesso è necessario considerare anche le cause sottostanti che possono alimentare i suoi vissuti attuali. Queste cause profonde potrebbero derivare da esperienze passate, stress, dinamiche relazionali complesse o questioni personali che richiedono un'analisi più approfondita. Le suggerisco di provare a pensare alla possibilità di associare alla terapia farmacologica un percorso con uno psicologo/psicoterapeuta che possa aiutarla ad esplorare i suoi vissuti.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto.

Dott.ssa Valeria Venturini
Buonasera gentile utente, grazie per aver condiviso questa sue esperienza.
Sarebbe importante esplorare quali possono essere le cause che hanno acutizzato l'ansia e capire cosa c'è che la terrorizza così tanto. Credo che oltre ad una cura farmacologica sia importante affrontare questi suoi pensieri e queste sue paure con un professionista in modo tale da diventare sempre più consapevole delle cause e trovare nuovi modi per imparare a gestire l'ansia.
Resto a disposizione, buona serata

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