Diverbi con la mia famiglia su dove passare il Natale. Salve a tutti, sono fidanzata con il mio r

20 risposte
Diverbi con la mia famiglia su dove passare il Natale.

Salve a tutti, sono fidanzata con il mio ragazzo da due anni e lui fa un lavoro a distanza per cui ci vediamo una volta al mese per qualche giorno. L’anno scorso durante le feste di Natale gli avevano dato appunto Natale e capodanno e dato che lui lavora molto lontano voleva tornare e passare le feste con la sua famiglia. Io gli ho detto che ci sarei stata anche io e appena l’ho detto a mia madre è successo un putiferio. Litigavamo sempre perché lei non accettava il fatto che passassi le feste con la sua famiglia (ho 23 anni) e mi ha fatta sentire uno schifo per questa mia decisione. Ha parlato male del mio ragazzo e di sua madre. Io ci sono rimasta malissimo. Volevo precisare che io e lui non ci vediamo quasi mai e viviamo questa relazione a distanza, ma comunque lui non si è mai permesso di impormi con chi fare il Natale. Ho sempre scelto io. Questo è il secondo Natale e anche in questo caso lui si prende due settimane e io vorrei stare con lui dato che non ci vediamo mai. Questa situazione è così perché siamo agli inizi ma con il tempo lui dovrebbe tornare nel suo paese e in quel caso potremmo organizzarci meglio (ovvero fare le vacanze anche con i miei). Adesso è giunto il momento di dirlo a mia madre e nonostante io sia sicura della mia scelta ho sempre questa sensazione di deluderla e di sentirmi in colpa (diciamo che è sempre stata lei a farmi sentire così). Io non credo ci sia nulla di male nella mia scelta, ma voi cosa pensate? Dovrei passare le feste con i miei? Io so che devo ascoltare il mio cuore e il mio cuore dice di stare con il mio ragazzo. Inoltre ogni volta che torno litigo con i miei genitori perché sono delle persone molto immature ed egoiste. Mi prende a male pensare che dovrò litigarci, piangere e stare male.
Vorrei un consiglio da parte vostra, grazie.
 Carla Tromellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Cerchi un compromesso tra la sua famiglia , soprattutto sua madre che non mi sembra ancora pronta a lasciarla andare e il suo ragazzo. Le vacanze di Natale sono lunghe e può concordare di trascorrerle un pò con l'uno e un pò con l'altra. Lei che fa nella vita, studia o lavora? Ha un'autonomia economica che le consentirebbe di sentirsi più libera dai suoi? Comunque dovrà fare i conti con il timore di dialogare francamente con sua madre per non deluderla e non sentirsi in colpa se assume una posizione in disaccordo con lei. Non può continuare a impedirsi di vivere una sua vita affettiva solo perchè sua madre vuole tenerla tutta per sè. I figli nascono, crescono e poi bisogna lasciarli andare.

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 Eleonora Tosi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Pavia
buongiorno, penso che lei abbia una visione chiara della situazione. Sa con chi vorrebbe passare le feste natalizie e razionalmente comprende che la richiesta di sua madre potrebbe risultare egoistica. Poi però vi è la parte emotiva, quella legata alle esperienze familiari passate, che la fa stare male, si sente in colpa e non compresa. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per aiutare se stessa a gestire le conflittualità familiari, gestire le emozioni associate e migliorare il suo benessere.
Dott. Giovanni Iacoviello
Psicoterapeuta, Psicologo
Bergamo
Buonasera,
esclude la possibilità di passare le feste una volta da lui e una volta da lei, o metà e metà? Ne può parlare prima con il suo ragazzo per valutare le opzioni?
L'ideale sarebbe affrontare in anticipo rispetto alle feste e con calma il discorso anche con i suoi dopo avere valutato le alternative possibili con il suo ragazzo. Con i suoi non deve necessariamente litigarci ma preparare il terreno per un dialogo pacato. Può provare a far capire come soffrite nel non potervi vedere. Può fare loro delle domande piuttosto che delle affermazioni o accusarli. Ad esempio potrebbe chiedere loro cosa farebbero al suo posto e che alternative gli vengono in mente per gestire il ricongiungimento con il suo ragazzo durante il periodo delle feste. Può valutare anche con loro le varie alternative.
Le faccio tanti auguri. Dott. Giovanni Iacoviello
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera. Mi sembra che lei abbia un'età per cui può cominciare a pensare, prendere delle decisioni autonomamente. Mi rendo conto che questo significa passare attraverso un conflitto che la fa stare male ma forse rinunciare alle sue passioni personali sarebbe peggio. Mi sembra che possa essere d'aiuto intrprendere un percorso di aiuto psicologico per affrontare questo rapporto con sua madre (e il padre?). Se ritiene io posso essere disponibile anche online. Saluti Dario Martelli
Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
Ciao,
capisco bene quanto possa essere difficile trovarti divisa tra il desiderio di vivere serenamente il tuo rapporto di coppia e la paura di deludere tua madre. Spesso, quando cresciamo in famiglie in cui ci si sente responsabili delle emozioni dei genitori, anche scelte normali — come decidere dove passare le feste — possono diventare molto pesanti.

È importante che tu riesca a sentirti libera di scegliere ciò che è meglio per te, senza sensi di colpa. Possiamo lavorare insieme per capire come gestire questi conflitti familiari e proteggere il tuo spazio emotivo, così da affrontare le festività in modo più sereno.

Se vuoi, possiamo fissare un colloquio per parlarne con calma e trovare strategie che ti aiutino concretamente in questa situazione.

Un caro saluto
Mariella Bellotto
Dott.ssa Beatrice Merolla
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, quello che descrive è un sentimento comune a molti giovani adulti. Ad un certo punto ci si trova ad affrontare degli scogli importanti che ci obbligano a portare a termine il processo di separazione-individuazione già avviato durante l'infanzia. In questa fase lei è portata a compiere delle scelte o ad esprimere opinioni, che spesso non coincidono con quelle delle figure genitoriali. Loro la vogliono in un modo ma lei desidera essere in tutt'altro. I sentimenti di colpa sono l'effetto collaterale più difficile di questo processo, vanno analizzati, validati e sovvertiti. Quello che sente è perfettamente normale così come è normale sentirsi soli nel cammino verso l'emancipazione. Le auguro di non avere troppa paura e di lanciarsi verso il suo futuro! Un abbraccio, BM
Dott.ssa Fabrizia Semeraro
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
È faticoso, ha ragione, ma è necessario se è quel che vuole. Non c'è nulla di male nella sua scelta e ha tutto il diritto di scegliere per sé, anche se questo comporta sentire la delusione dei suoi genitori. Diventare adulti significa anche questo. Un saluto
Dott.ssa Barbara Trisciuoglio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Carissima,
nelle tue parole leggo dispiacere sia per la tua famiglia che per lui. Credo che Il tuo dolore dipenda proprio dal fatto di sentirti in trappola tra il ferire te stessa, la tua famiglia o lui. ma lui frequenta la tua casa? i tuoi genitori lo conoscono? forse una soluzione potrebbe essere quella di far venire anche lui a casa tua in qualche occasione (per esempio, a Natale, se lui ha 2 settimane di ferie, si potrebbe ipotizzare di farne 10 da lui e 4 da te?). Forse i tuoi genitori soffrono nel pensare che ti allontani da loro e che non c'è condivisione di giorni belli e significativi. Certamente capisco la tua esigenza di stare con lui, i rapporti a distanza sono molto complicati da gestire, ma potresti spiegare anche alla tua famiglia che si tratta di una situazione temporanea e che presto tornerete a stare insieme. L'importante è che tu viva con più serenità queste occasioni perchè è un peccato avere sempre la sensazione di perdere qualcosa. Ti abbraccio e resto a disposizione se volessi parlarne.
Dr. Marco Magni
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno
Separarsi non è mai facile, alla sola idea si animano spaventosi fantasmi di vuoti incolmabili e profonde fragilità. Dai genitori, almeno in certe condizioni, men che meno. Chi promuove poi la separazione crea dolore e quindi rischia di diventare 'il cattivo' che fa soffrire gli altri. E anche questo è davvero doloroso da sostenere.
La separazione è un processo al quale possiamo essere stati educati o invece che dobbiamo intraprendere con minore facilità, ma è un processo, si sviluppa un passo alla volta e anche lei potrà farlo. Magari con l'aiuto di qualcuno, ma potrà farlo. Quello che serve è un elemento prezioso per cui vale la pena farlo, che nel suo caso sembra essere la relazione con il suo fidanzato. I nostri migliori auguri
Dott.ssa Federica Schiera
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Buongiorno, nessun può dirle quale sia la scelta giusta o sbagliata perchè non è applicabile alcun giudizio. Quello di cui le parla mi sembra più centrato sulla relazione con sua madre/i suoi genitori a prescindere dalle vacanze natalizie.
Farla sentire in colpa è una cosa che è ricorrente nella sua famiglia? Quanto pesa il giudizio di sua mamma nelle sue scelte? E nel suo modo di vedere se stessa? Sono domande che potrebbero farle vedere quanto il vostro rapporto sia centrale nella difficoltà che pone, anche qualora non si trattasse di una discussione nata per il suo ragazzo o per le feste di Natale.
Sarebbe interessante poter approfondire queste questioni. Spero di esserle stata utile.
Dott.ssa Greta Pisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco bene quanto possa sentirsi divisa tra il desiderio di trascorrere le feste con il Suo compagno e il timore di deludere la Sua famiglia. A 23 anni è naturale voler costruire il proprio spazio e prendere decisioni autonome, ma il senso di colpa che descrive nasce spesso dal bisogno di approvazione e dal legame con figure importanti come i genitori. Non c’è nulla di sbagliato nella Sua scelta: desiderare di stare con chi ama non significa mancare di rispetto alla propria famiglia.

Se lo desidera, possiamo parlarne con calma in un colloquio conoscitivo, per riflettere insieme su ciò che sta vivendo e aiutarLa a trovare un modo più sereno per gestire questi sentimenti e le dinamiche familiari.

Un saluto,
dott.ssa Greta Pisano
Dott.ssa Arianna Aschelter
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Velletri
Buongiorno, percepisco la grande frustrazione e il disagio legato a questa situazione che stai vivendo. Non è mai facile per un figlio iniziare a percorrere la propria strada sapendo che la famiglia non appoggia del tutto le scelte che sta facendo.
Purtroppo spesso i genitori vivono il timore dell'abbandono o quello di passare in secondo piano reagendo alle scelte dei figli in modo istintivo e disorganizzato senza comprendere che quando i figli crescono la cerchia di persone importanti da tenere in considerazione si amplia e questo può comportare anche un cambio di abitudini e di tradizioni che bisogna piano piano accettare. A 23 anni e con una relazione importante che ci coinvolge sempre di più è normale voler passare con il proprio compagno una festa importante come il Natale, a maggior ragione se non ci si vede tutti i giorni.
La sensazione è che il senso di colpa e il disagio che emergono in questa situazione hanno radici profonde probabilmente legate ai vissuti dei genitori e alle loro aspettative. Il consiglio è quello di provare a parlarne con un professionista che aiuti a sganciarti dal senso di colpa che provi nel non aderire perfettamente alle aspettative familiari e che ti rafforzi nel prendere le decisioni giuste per la tua vita, la tua relazione e il tuo benessere.
Spesso se noi mostriamo un cambiamento di atteggiamento e portiamo avanti le nostre scelte con determinazione e con serenità, le persone intorno a noi incominciano a vederci sotto una nuova luce e piano piano possono iniziare a comprendere meglio chi siamo adeguandosi alle nostre nuove caratteristiche. Un tuo cambiamento nel vivere questa dinamica familiare che si è creata può aiutare anche la tua famiglia a cambiare prospettiva senza che si crei necessariamente un conflitto doloroso per tutte le parti.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara utente,

quello che descrivi è un conflitto piuttosto comune, soprattutto quando si è in una fase di transizione verso una maggiore autonomia emotiva e decisionale. A 23 anni è naturale desiderare di costruire spazi propri, fare scelte indipendenti e dare priorità alla propria relazione affettiva — soprattutto in una storia a distanza, dove le occasioni per stare insieme sono rare e preziose.

La reazione di tua madre, per quanto dolorosa, può essere legata alla difficoltà di accettare il tuo passaggio da “figlia da proteggere” a “donna autonoma” che prende decisioni personali. Spesso i genitori vivono questi momenti come una perdita di controllo o di ruolo, e reagiscono con critiche, sensi di colpa o tentativi di manipolazione emotiva, anche senza rendersene conto.

Ciò che puoi fare è cercare di comunicare la tua scelta con calma e fermezza, spiegando che non si tratta di una mancanza d’amore verso la tua famiglia, ma di un’esigenza di equilibrio tra i tuoi affetti e la tua vita adulta. Allo stesso tempo, prova a lavorare sui sensi di colpa: sentirsi in colpa per fare scelte personali è spesso il segnale di un legame familiare molto condizionante.

In ogni caso, se questa situazione ti provoca forte stress o senso di oppressione, potrebbe essere utile approfondire il tema con uno specialista per comprendere meglio le dinamiche familiari e imparare a gestire in modo più sereno la tua autonomia emotiva.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Gentile Utente, non c’è nulla di sbagliato nel desiderare di passare il Natale con il Suo ragazzo, soprattutto considerando la distanza e il poco tempo che potete trascorrere insieme. Il problema non è la decisione in sé, ma il modo in cui Sua madre reagirebbe a questa scelta, facendola eventualmente sentire in colpa o svalutando la relazione. Questo tipo di dinamica, in cui un genitore usa il senso di colpa per trattenere un figlio vicino, tende a bloccare la crescita e genera sofferenza perché ci si sente sempre costretti a scegliere tra se stessi e l’altro.
Provi a tenere a mente che, anche se Sua madre si arrabbierà, quella reazione non è necessariamente il segno che Lei stia facendo qualcosa di “sbagliato”, ma solo il modo in cui Sua madre esprime la difficoltà di accettare che Lei stia crescendo e facendo le Sue scelte. Non può controllare le sue reazioni, ma può prendersi cura del modo in cui comunica la Sua decisione: con calma, senza giustificarsi troppo, e ribadendo che la Sua scelta non è contro di lei ma per sé stessa e per la relazione che sta costruendo.
È naturale che provi senso di colpa: è il segnale del legame, ma non significa che debba necessariamente guidare la decisione. Il fatto che “il cuore Le dica di stare con il Suo ragazzo” è già una bussola importante. Seguirlo non significa rinnegare la famiglia, ma cominciare a dare valore anche ai propri bisogni.
Spero di esserLe stato utile.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Jessica Guidi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Lucca
caro/a utente,
le tue parole portano con sé la dolce fatica del crescere, quella soglia delicata in cui l’amore per la propria famiglia e il desiderio di libertà iniziano a parlarsi, ma ancora non si capiscono del tutto.

Capisco quanto sia difficile trovarsi in questo punto: da una parte la voce della figlia che vorrebbe essere compresa, dall’altra quella della giovane donna che sente il bisogno di vivere la propria vita, le proprie scelte, il proprio amore.
E in mezzo, quel senso di colpa antico, che non nasce oggi, ma che sembra riaccendersi ogni volta che provi a prendere spazio.

Nell’approccio interpersonale, diremmo che dentro di te stanno dialogando due sé:
– il sé filiale, che cerca approvazione, pace, riconoscimento;
– e il sé adulto, che desidera autenticità, autonomia, e una forma nuova di intimità, quella con il tuo compagno.

Quando la tua mamma reagisce con rabbia o critica, probabilmente non sta davvero parlando del Natale. Sta parlando della paura di perdere il suo posto nella tua vita. E quando tu ti senti in colpa, non è solo perché “stai facendo una scelta diversa”, ma perché temi di ferire quella parte di lei che non sa come accompagnarti nel cambiamento.
È una danza antica, quella tra madre e figlia: fatta di amore e di colpi, di richiami e di distanze.

Ma, Jessica, diventare adulti non significa smettere di amare — significa amare senza dover chiedere il permesso.

Tu hai diritto di scegliere dove trascorrere le tue feste, e soprattutto con chi sentirti viva, presente, amata.
Non stai “abbandonando” la tua famiglia. Stai solo scegliendo di vivere un Natale coerente con la tua storia di oggi, con il tuo cuore, con la tua relazione.
saluti
GJ
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua situazione. Capisco quanto possa essere doloroso e stressante navigare conflitti familiari come questo, soprattutto durante le feste natalizie, un periodo che spesso amplifica tensioni emotive preesistenti. A 23 anni, è del tutto legittimo e sano desiderare di passare il tempo con il suo ragazzo, specialmente in una relazione a distanza dove le occasioni per stare insieme sono rare. Il senso di colpa che descrive, indotto dalle reazioni di sua madre, è comune in dinamiche familiari dove i genitori possono esercitare una forma di manipolazione emotiva, facendoci sentire responsabili della loro delusione. Dal punto di vista della terapia cognitivo-comportamentale ad orientamento causale, come proposta dal Prof. Antonino Tamburello, è importante esplorare non solo i sintomi superficiali (come il litigio e l'ansia anticipatoria), ma anche le cause profonde che mantengono questi pattern, come schemi relazionali appresi nell'infanzia che portano a convinzioni rigide sul proprio ruolo familiare.

Iniziamo analizzando la situazione alla luce di questo approccio. Il suo senso di colpa sembra derivare da convinzioni cognitive radicate, come "Devo sempre prioritizzare i miei genitori per non deluderli" o "Se scelgo me stessa, sono egoista", che potrebbero essere state rinforzate da interazioni passate con i suoi familiari, descritti come immaturi ed egoisti. Queste convinzioni – ad esempio, un pensiero dicotomico (vedere le scelte come "tutto o niente", senza spazio per compromessi) o un'etichettatura negativa di sé (considerarsi "una delusione" per una singola decisione) – alimentano un ciclo di emozioni negative, come l'ansia e la tristezza, che a loro volta influenzano i comportamenti, come l'esitazione a comunicare la sua decisione. Ricerche recenti, come uno studio del 2023 sull'effetto della CBT sui sintomi depressivi legati a sensi di colpa in contesti familiari, evidenziano come interventi mirati possano interrompere questi cicli identificando le cause emotive sottostanti e promuovendo scelte autentiche. Analogamente, un articolo del 2025 su come utilizzare la CBT per i conflitti familiari sottolinea l'importanza di reframing pensieri rigidi per migliorare le relazioni e ridurre lo stress emotivo.

Non c'è nulla di sbagliato nella sua scelta: seguire il suo cuore, come dice, significa affermare la sua autonomia adulta, un passo essenziale per il benessere psicologico. Passare le feste con i suoi non è un obbligo morale, specialmente se le interazioni familiari sono fonte di stress cronico. Molti giovani adulti in relazioni a distanza affrontano dilemmi simili, e la letteratura psicologica recente, come consigli su strategie per riconoscere e rispondere alla manipolazione emotiva, enfatizza l'importanza di mantenere confini sani per prevenire escalation. Uno studio del 2024 su segni di manipolazione parentale e coping efficace suggerisce di focalizzarsi su assertività e auto-validazione per ridurre l'impatto di dinamiche disfunzionali.

Per gestire questa situazione in modo efficace, le propongo alcune strategie pratiche basate sulla CBT causale, mirate a modificare pensieri, emozioni e comportamenti:

1. **Ristrutturazione cognitiva**: Identifichi i pensieri automatici che la fanno sentire in colpa (es. "Sto deludendo mia madre e questo mi rende una cattiva figlia"). Chieda a se stessa: "Quali evidenze ho per questo? È possibile che la sua reazione rifletta le sue insicurezze, non il mio valore?" Sostituisca con pensieri più bilanciati, come "Ho il diritto di scegliere come passare il mio tempo, e questo non cancella il mio affetto per la famiglia". Questa tecnica, supportata da ricerche recenti su CBT per abusi emotivi e manipolazione, aiuta a ridurre l'impatto della colpa e a promuovere indipendenza, ad esempio attraverso journaling per tracciare pensieri distorti.

2. **Comunicazione assertiva e preparazione al confronto**: Prima di parlare con sua madre, prepari un discorso chiaro e calmo: "Mamma, ho deciso di passare il Natale con il mio ragazzo perché ci vediamo raramente, ma questo non significa che non ti voglia bene. Possiamo organizzare qualcosa insieme in un altro momento". Anticipi possibili reazioni e pratichi risposte assertive, come "Capisco che ti dispiaccia, ma questa è la mia scelta". Strategie come queste, descritte in consigli per gestire conflitti familiari ad alto conflitto, includono anche tecniche di reframing per applicare principi CBT alle interazioni quotidiane. Se i litigi sono prevedibili, consideri di comunicare via messaggio o telefono per mantenere il controllo emotivo.

3. **Gestione emotiva e auto-cura**: Per affrontare l'ansia anticipatoria, pratichi tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica (inspiri per 4 secondi, trattenga per 4, espiri per 4) prima del confronto. Focalizzisi sui suoi progressi: la sua relazione sana e la prospettiva di un futuro più stabile con il ragazzo sono risorse positive. Uno studio del 2023 su CBT combinata genitore-figlio evidenzia l'efficacia di queste tecniche nel sviluppare abilità per modulare emozioni in contesti familiari, migliorando la resilienza. Inoltre, pianifichi momenti di auto-cura post-confronto, come una passeggiata o una chiacchierata con un'amica, per elaborare le emozioni.

Se queste dinamiche familiari persistono e interferiscono con il suo benessere (es. causando ansia cronica o influendo sulla relazione), un percorso terapeutico personalizzato potrebbe essere utile. La CBT causale, come delineata nei lavori del Prof. Tamburello (ad esempio, nel suo approccio alla "profondità causale" nelle relazioni, con applicazioni a stili cognitivi negativi e conflitti familiari), è ideale per esplorare le radici di questi schemi e costruire resilienza. Potrebbe anche valutare un supporto per la sua famiglia, se aperta, come interventi combinati per ridurre manipolazioni emotive.

Ricordi che scegliere se stessa non è egoismo, ma un atto di maturità. Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti o per un consulto più approfondito. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisa Oliveri
Psicoterapeuta, Psicologo
Torino
Cara ragazza,
dal tuo racconto emerge chiaramente che sei combattuta tra il senso di colpa verso la tua famiglia e l'amore verso il tuo ragazzo e il desiderio di stare con lui.
Hai la consapevolezza che la tua famiglia, e nello specifico tua madre, agiscono anche se forse inconsapevolmente per generare in te queste emozioni.
Hai però il diritto di fare scelte autonome sulle tue relazioni e su come organizzare il tuo tempo, soprattutto considerando che vedi il tuo partner solo una volta al mese.
Tua mamma può avere aspettative nei confronti delle festività che si " dovrebbero per tradizione fare in famiglia", ma parte del percorso verso l'età adulta implica negoziare nuovi equilibri.
La tua scelta di stare con il tuo partner non è un rifiuto dei tuoi genitori, ma un'affermazione del tuo bisogno di stare con il tuo compagno. Potresti valutare con tua mamma un modo per rimanere in contatto anche se sarai via (videochiamata ad esempio) oppure ricavarvi uno spazio insieme in un altro momento.
Se però senti che il conflitto con la tua famiglia si ripete nel tempo e non ti consente di essere serena, potrebbe essere utile un supporto psicologico per aiutarti a gestire l'ansia e supportare la tua autonomia.
In bocca al lupo e buone feste!

Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la tua condivisione, mi permetto di darti del tu per la tua giovane età. Credo che sia molto importante che tu possa fare le tue scelte ascoltando la tua testa e il tuo cuore, e se dentro di te sai di voler trascorrere le feste con il tuo ragazzo è giusto e importante che tu possa farlo. Alla tua età è abbastanza normale che si ponga il tema dello svincolo dalla tua famiglia d'origine: tu sei portata ad uscire e fare delle cose separandoti dalla tua famiglia, e la tua famiglia, in particolare la mamma, non lo accetta. è una fase evolutiva naturale ma che può essere davvero molto difficile da attraversare: è normale provare senso di colpa e tristezza quando deludiamo un genitore, anche se quella delusione che provochiamo è giusta e sana. Se avessi bisogno di un supporto per affrontare questa fase restando fedele a te stessa e al tuo sentire, imparando a dialogare e a mettere dei confini con la tua famiglia, mi trovi a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott. Matteo Musetti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Buongiorno, è assolutamente comprensibile ciò che sta vivendo, alla luce delle difficoltà che descrive nel rapporto con i suoi genitori. Da quanto racconta, sembra che la separazione da loro (intesa come la possibilità di costruirsi uno spazio personale e autonomo) susciti in loro reazioni emotivamente faticose, come se facessero fatica a consentirle davvero questa separazione.
Detto questo, credo che potrebbe essere utile per lei intraprendere un percorso personale, anche perché accenna al fatto di provare spesso la sensazione di deluderli, in particolare sua madre, e di sentirsi in colpa. Questo può diventare un punto importante di riflessione in un eventuale spazio terapeutico, che le permetterebbe di esplorare più a fondo le ragioni di questi vissuti e il modo in cui influenzano la possibilità di separarsi, non solo in senso concreto, ma anche e soprattutto sul piano interno.
Intraprendere un percorso di questo tipo può aiutarla a compiere un processo di evoluzione interna e di crescita personale, che le consenta di sentirsi più libera nelle decisioni che desidera prendere. Non tanto nel senso di “fare comunque ciò che vuole” nonostante tutto, ma piuttosto di poterlo fare senza più provare quella delusione o quel senso di colpa. Quando emergono questi vissuti, significa che all’interno si sono strutturate delle modalità relazionali profonde, che è molto utile e importante poter osservare e comprendere, proprio per potervi lavorare.
In questo modo, potrà gradualmente costruire uno spazio più suo, più autentico, in cui le sue scelte possano essere sentite come davvero libere e coerenti con ciò che è e che desidera essere.

Resto a disposizione. Per qualsiasi richiesta/informazione non esiti a contattarmi.
Un cordiale saluto.

Dott. Matteo Musetti
Dott.ssa Teresa Luzzi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, quando si parla di rapporti genitori-figli non è mai facile esprimersi in poche parole. Certamente lei sta vivendo una fase iniziale di svincolo, nella quale la letteratura dice che, tra le altre cose, i figli iniziano a prendere delle decisioni indipendentemente dalla famiglia d'origine e questo può creare malcontenti e malumori nel rapporto con i genitori. Dalle sue parole mi sembra di capire che ci sono diverbi di vario genere con loro, non solo rispetto al suo compagno. Le suggerisco di trattare questi vissuti emotivi in terapia con una/uno specialista in modo tale che potrà trovare il giusto equilibrio tra il proprio vissuto emotivo e ciò che si aspetta la sua famiglia da lei, tollerando meglio la paura di deluderli.

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