Ciao dottori, avrei un parere da chiedervi. Un paio di anni fa ho iniziato un percorso di terapia c

24 risposte
Ciao dottori, avrei un parere da chiedervi.
Un paio di anni fa ho iniziato un percorso di terapia con una dottoressa, per risolvere dei problemi che avevo nei confronti della mia famiglia, con cui crescendo ho avuto un rapporto sempre più difficile. Con la dottoressa mi trovavo molto bene, mi faceva sentire compresa e ha fatto saltare fuori alcuni "nodi" che non sapevo nemmeno avere. Dopo circa un anno, però, i miei genitori si facevano sempre più insoddisfatti di questa dottoressa perché ritenevano che io non stessi migliorando. In realtà per me la questione era solo che loro non volevano accettare di non aver sempre ragione. Ad esempio, vogliono che io parli sempre con loro di qualsiasi cosa e se la prendono se cerco di mettere dei "paletti", o meglio, delle limitazioni agli aspetti della mia vita in cui non voglio che entrino. Credo sia anche mio diritto, visto che ormai ho più di vent'anni. Quand'ero piccola parlavo con loro di tutto, ma è anche vero che certe sfere personali non emergono da bambini. O anche, vedono le richieste di libertà (come la voglia di fare un breve viaggio con amici o con il mio fidanzato) come cose inaccettabili e le etichettano come continue "richieste". Tutt'ora i miei genitori vedono questo mio desiderio di spazio e libertà di gestione del tempo libero come sintomo di immaturità.

Ed ora veniamo al vero problema della questione: ovviamente la mia dottoressa non mi ha dato sempre e solo ragione in tutto, anzi ha sempre cercato di farmi sentire compresa da un lato, ma anche di farmi comprendere il motivo del comportamento dei miei genitori per poter instaurare con loro un dialogo. Questo però ha portato a ulteriori discussioni in famiglia e a un crescente risentimento dei miei verso la dottoressa. Le cose sono arrivare ad un punto di rottura circa un anno fa, quando dopo l'ennesima discussione in famiglia i miei genitori mi hanno proibito di tornare dalla psicologa. Ammetto che in quel momento credo di aver sbagliato, poiché non mi sono opposta più di tanto alla cosa, essendo esausta dopo una lunga e accesa lite. Quella sera stessa scrissi alla dottoressa e interruppi le sedute. Inutile dirvi che da quel momento i rapporti in famiglia sono tutt'altro che migliorati, ma per lungo tempo li ho affrontati da sola, contando su ciò che avevo imparato in precedenza in terapia. Ma sapevo di non stare affatto bene. Oltre ai problemi già presenti, ora convivevo anche con il rancore verso i miei genitori per avermi fatto interrompere così bruscamente il percorso, lasciandomi senza una figura di riferimento che era diventata molto importante per me.

Ormai è passato un anno dalla mia ultima seduta ed è già da tempo che sto maturando il pensiero di tornare in terapia. Dopo lunghi sforzi sono riuscita a convincere i miei genitori, ma solo a patto che io scelga una terapeuta diversa. In nessun modo vogliono che io torni dalla vecchia dottoressa. Ed è questo il mio dilemma: vorrei tornare dalla mia vecchia dottoressa, perché mi sono sempre trovata bene con lei e soprattutto perché già mi conosce, le ho raccontato a fondo la mia storia e diverse cose che sono accadute durante il percorso. Mi secca il pensiero di dovermi aprire con un'altra persona, per poi magari dover cambiare anche questa perché ai miei genitori potrebbe improvvisamente non piacere più. Dall'altro lato, però, non posso ignorare che sono i miei genitori a pagare le sedute e quindi, in un certo senso, hanno loro il coltello dalla parte del manico. Sono ancora una studentessa, non lavoro, e quindi non dispongo di soldi a sufficienza da potermi finanziare da sola le sedute. Sono maggiorenne, quindi legalmente posso prendere queste decisioni anche se loro non sono d'accordo, ma all'atto pratico sono ancora loro a controllare la situazione. Non so se insistere per tornare dalla vecchia dottoressa (e quindi andare a ledere ancor di più il rapporto già molto in bilico con i miei genitori) o se accettare questa condizione e provare ad andare da qualcun altro.

So che i miei genitori mi amano, non ne dubito nemmeno per un istante, ma queste loro posizioni mi stanno facendo del male, anche se in cuor loro pensano che sia la cosa migliore per me.
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. La sua situazione è certamente delicata e comprendo il peso emotivo che sta affrontando. Da ciò che descrive, emerge il suo forte desiderio di crescere e trovare un equilibrio tra il rispetto per i suoi genitori e il bisogno legittimo di autonomia personale. È evidente che il percorso terapeutico precedente sia stato per lei significativo, aiutandola a esplorare dinamiche familiari complesse e a lavorare su sé stessa.
Tornare dalla sua vecchia dottoressa potrebbe sembrare la scelta più naturale, dato il rapporto di fiducia già instaurato, ma è anche comprensibile che le circostanze familiari rendano questa opzione difficile. Se la posizione dei suoi genitori è definitiva e al momento senza alcuna apertura, accettare di iniziare un percorso con un’altra terapeuta, pur comportando l’impegno di riaprire alcune tematiche, non è necessariamente un passo indietro. Ogni terapeuta ha un approccio unico, e un punto di vista diverso potrebbe rivelarsi arricchente per il suo cammino personale. Inoltre non sottovaluti il caso che il (o la) nuova terapeuta potrebbe confermare le posizioni della precedente, "costringendo" i suoi genitori a una necessaria riflessione sulla bontà delle loro dinamiche.
In questo senso, potrebbe essere utile provare a coinvolgere i suoi genitori in un dialogo costruttivo, magari con l’aiuto del nuovo terapeuta, per cercare di comprendere meglio le loro preoccupazioni e trovare insieme un terreno comune.
Le consiglio di dare priorità al suo benessere e di non esitare a riprendere la terapia, anche se con un nuovo professionista, per continuare a lavorare su di sé e sulle sue relazioni familiari. Un terapeuta qualificato saprà aiutarla a gestire queste dinamiche e a prendere decisioni che rispettino sia i suoi bisogni sia la situazione familiare. Affidarsi a un professionista è sempre una scelta di cura verso sé stessi e un passo importante verso una maggiore serenità.

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Dr. Annalisa De Filippo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Sesto San Giovanni
Gentilissima,
ipotizzo che i suoi genitori abbiano difficoltà ad accettare la sua crescita: quello che loro desiderano probabilmente non avrà riscontro positivo da una terapia che mira a riconoscerla come persona autonoma. Io le farei questa proposta, provi a rifletterci: iniziare un percorso di psicoterapia familiare insieme ai suoi genitori, dove vi mettete tutti in discussione cercando di capirvi. Appena può, fare un lavoretto che le permetta di guadagnare qualcosa e pagarsi così le sedute, essendo libera di andare dalla sua vecchia terapeuta, visto che si è trovata bene.
I migliori auguri
Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Gisella La Palombara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lanciano
Salva, grazie per aver condiviso la sua storia dalla quale si comprende che stia vivendo un momento di conflitto interiore, cercando di bilanciare il suo desiderio di benessere con il desiderio di mantenere un rapporto sereno con la sua famiglia. Quello che sta affrontando le solleva gran maturità e impegno nel prendersi cura di se stessa.
Il suo desiderio di tornare in terapia è indice di maturità e impegno nel prendersi cura di se stessa. Esistono diverse modalità, anche a basso costo, capaci di incontrare il suo desiderio, rispettando, altresì, la sua condizione economica attuale. Se vuole possiamo conoscere insieme queste modalità tenendo a mente che il suo benessere psicologico è importante per lei e una priorità per vivere al meglio il suo ambiente esterno. Nel frattempo può coltivare un dialogo costruttivo con i suoi genitori cercando di sottolineare i benefici attesi da una terapia psicologica e renderli partecipi a un nuovo lavoro psicologico.
Un caro saluto
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, stai descrivendo un problema "classico" di equilibri famigliari, e non lo dico certo per sminuirlo ma per identificare la dinamica. All'aumentare dell'età aumentano i bisogni di indipendenza e la consapevolezza di come realizzarli, questa cosa non sempre è in linea con le aspettative o i desideri dei genitori. Non è questione che i due aspetti siano per forza sbagliati a prescindere ma spesso sottendono esigenze diverse e quindi si crea uno scontro. Vedo come unica soluzione di questo dilemma una maggiore "crescita" da parte tua, magari grazie ad un lavoretto part time riusciresti a pagarti la psicologa di cui senti di avere bisogno.
Dott.ssa Cristina Capone
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Mi sembra che tu stia affrontando una situazione davvero complessa, piena di emozioni contrastanti e dinamiche familiari difficili da gestire. Il fatto che tu stia riflettendo così profondamente su come procedere dimostra una grande consapevolezza e maturità.

Hai mai avuto modo di discutere questa situazione con la tua precedente psicologa prima dell’interruzione? In particolare, avete affrontato il tema dell’obbligo di rinunciare al percorso, il ruolo dei tuoi genitori in questa decisione e come gestire la loro influenza? Se sì, sarebbe interessante sapere come avete lavorato su questo, uno dei compiti del terapeuta è anche lavorare sul "sistema" famiglia quando la situazione lo richiede.
Essendo tu maggiorenne ma comunque dipendente economicamente, capisco come i tuoi genitori abbiano ancora un peso decisionale importante. Specialmente quando si tratta di famiglie con dinamiche molto intrecciate, uno degli aspetti cruciali del lavoro terapeutico è proprio cercare di navigare questi rapporti, aiutandoti a trovare un equilibrio tra il tuo bisogno di autonomia e il legame con loro.
Ora, per quanto riguarda la scelta di riprendere con la stessa terapeuta o con una nuova: tornare dalla tua vecchia psicologa potrebbe essere rassicurante per te, perché conosce già il tuo percorso e sembra che abbiate costruito una buona relazione di fiducia. Tuttavia, insistendo su questa scelta, rischi di peggiorare i rapporti già difficili con i tuoi genitori. Optare per una nuova terapeuta potrebbe sembrare frustrante inizialmente, ma potrebbe anche rivelarsi un’occasione per esplorare nuove prospettive e metodi.
Mi sento di dirti che dovresti sentirti libera di scegliere con quale terapeuta lavorare, sicuramente affrontando le dinamiche familiari e il tuo bisogno di autonomia, in modo da negoziare una maggiore indipendenza nel tempo.
Infine, come ti senti riguardo al fatto che loro paghino le sedute e quindi abbiano una certa influenza? È un aspetto che senti di voler affrontare direttamente con loro o preferiresti lavorarci prima in terapia?
Spero che questi spunti possano esserti utili, un caro saluto!
Dott.ssa Capone
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Capisco perfettamente il dilemma che sta vivendo e che viva questa situazione come complessa, poiché si sente di dover gestire non solo il suo benessere psicologico, ma anche le aspettative e le interferenze dei suoi genitori. È evidente che ha tratto beneficio dal lavoro con la sua vecchia dottoressa e che questa figura è diventata importante per lei, ma allo stesso tempo deve fare i conti con il fatto che i suoi genitori abbiano una visione diversa della situazione.

È normale sentirsi divisi tra il desiderio di proteggere il proprio percorso terapeutico e il rispetto per i genitori, soprattutto quando, come nel suo caso, sono loro a sostenere finanziariamente le sedute. Il fatto che lei sia maggiorenne le consente di prendere decisioni autonome, ma capisco che la sua realtà pratica, legata all’aspetto economico e alla relazione con i genitori, renda la situazione più delicata.

Le consiglio di riflettere su quanto la sua autonomia emotiva e psicologica sia importante in questo momento. Se la relazione con la sua vecchia dottoressa è stata positiva, potrebbe essere utile valutare se ci siano alternative per proseguire con lei, magari cercando un compromesso con i suoi genitori, come il coinvolgimento di un mediatore o la discussione aperta delle sue ragioni. Se ciò non fosse possibile, potrebbe essere utile provare a costruire una relazione di fiducia con un’altra terapeuta, pur sapendo che non sarà lo stesso, ma consapevole che la sua crescita psicologica è la priorità.

In ogni caso, il suo benessere deve venire prima di tutto, e trovare un terapeuta con cui si senta a suo agio è essenziale per continuare a lavorare su se stessa. Se lo desidera, un confronto aperto con i suoi genitori potrebbe aiutarli a comprendere meglio quanto la terapia sia importante per lei, non solo come un percorso di crescita, ma anche come un modo per trovare il suo equilibrio interiore. Se volesse ulteriori chiarimenti, non esiti a contattarmi. Cordialmente,
Dott.ssa Silvia Marfisi
Psicologo, Psicoterapeuta
Lanciano
Gentilissima, capisco che questa situazione possa essere difficile per te. Ma la decisione sul percorso di psicoterapia da intraprendere spetta principalmente a te, poiché riguarda il tuo benessere. Tuttavia comprendo che la relazione con i tuoi genitori sia importante e che tu possa voler trovare un equilibrio tra i tuoi desideri ed il loro punto di vista. potresti provare a spiegare loro quanto ti faccia sentire più serena riprendere il percorso con la tua "vecchia" terapeuta così come mi sembra utile parlare insieme a lei delle preoccupazioni dei tuoi genitori e dargli un senso ed un significato all'interno del vostro percorso insieme.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, posso capire quanto questa situazione sia complessa e carica di emozioni contrastanti per lei. Da un lato, c’è il suo desiderio legittimo di tornare dalla terapeuta con cui si sentiva compresa e con cui aveva costruito un rapporto di fiducia, dall’altro, la realtà pratica del rapporto con i suoi genitori, che amano profondamente il loro ruolo nella sua vita, ma che con i loro comportamenti le stanno ponendo dei limiti difficili da accettare. Mi sembra che il nodo centrale della sua difficoltà sia il conflitto tra il suo bisogno di autonomia e la dipendenza economica dai suoi genitori, che rende più complicato far valere appieno le sue scelte personali. Questo tipo di dinamica è molto comune nella fase di passaggio all’età adulta e, sebbene doloroso, è anche un’occasione importante per esplorare i suoi bisogni, valori e obiettivi. Un aspetto fondamentale su cui può lavorare è proprio la gestione di questo conflitto, cercando un equilibrio tra il diritto di prendersi cura di sé e il mantenimento di un rapporto quanto più possibile sereno con i suoi genitori. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, sarebbe utile approfondire i pensieri che emergono riguardo a questa situazione. Ad esempio, potrebbe riflettere su eventuali convinzioni rigide che potrebbero accentuare il senso di conflitto, come l’idea che accettare di cambiare terapeuta significhi "arrendersi" o che scegliere una nuova strada la porti necessariamente a dover ricominciare da capo, senza poter beneficiare di ciò che ha già imparato nel percorso precedente. È importante anche considerare il valore che attribuisce al percorso di terapia in sé, al di là della persona che lo conduce. La connessione che aveva con la sua precedente terapeuta è stata certamente preziosa e il fatto che lei desideri tornare da quella figura dimostra quanto quel lavoro fosse significativo. Tuttavia, le sue competenze, i progressi che ha fatto e le risorse che ha acquisito non sono sparite: sono parte di lei. Se dovesse decidere di iniziare un nuovo percorso con un altro professionista, non sarebbe un ricominciare da zero, ma un proseguire da dove si è fermata, utilizzando il bagaglio che ha costruito. Detto ciò, se sente che tornare dalla sua precedente terapeuta è essenziale per il suo benessere, potrebbe considerare di affrontare il tema con i suoi genitori in un modo che favorisca il dialogo. Potrebbe spiegare loro, con calma e senza accusarli, quanto quel percorso fosse importante per lei e quanto la decisione di interromperlo abbia avuto un impatto sul suo equilibrio emotivo. Potrebbe anche cercare di capire cosa li abbia spinti a non fidarsi di quella terapeuta, cercando di ascoltarli senza pregiudizi. Questo potrebbe aprire una porta per negoziare una soluzione che soddisfi entrambe le parti. In ogni caso, ciò che conta è il suo benessere e il suo diritto di prendersene cura. Se per il momento accettare un nuovo terapeuta è la strada che le sembra più percorribile, potrebbe comunque provare a vederlo come un’opportunità: ogni terapeuta ha un approccio unico, e una nuova prospettiva potrebbe arricchirla ulteriormente. Ciò che conta davvero è che lei si senta al sicuro e ascoltata, e questo è possibile con diversi professionisti, se c’è la giusta sintonia. Infine, tenga presente che il conflitto con i suoi genitori non è necessariamente qualcosa che deve risolvere del tutto ora. La sua indipendenza economica e gestionale arriverà con il tempo, e con essa avrà anche più strumenti per affermare la sua autonomia in modo sereno. Per ora, può lavorare per trovare un equilibrio, accettando che alcune tensioni possano rimanere, ma concentrandosi sulle scelte che meglio supportano il suo benessere nel presente. Sta dimostrando una grande capacità di riflessione, e questo è un punto di forza importante su cui potrà sempre fare affidamento. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Arianna Broglia
Psicologo, Psicoterapeuta
Parma
Carissima ragazza buonasera, hai fatto bene a scrivere questi tuoi pensieri. Mi dispiace molto per questa situazione, di cui posso solo immaginare la fatica. Leggendoti mi sono venuti in mente due dei principi della teoria sistemica sulla famiglia, quello dell'"omeostasi" e quello della "morfogenesi". In estrema sintesi, evidenziano che la famiglia è un sistema che tende a mantenere equilibrio e stabilità ed è in grado di trasformarsi per rispondere ai cambiamenti (ad esempio, come forse nel vostro caso? il passaggio da una fase evolutiva a un'altra). Davanti a un cambiamento la famiglia deve raccogliere le proprie risorse per riorganizzare le proprie regole e far fronte al cambiamento. Ho trovato importante quello che hai scritto sulla tua terapia, perché mi sembra abbia prodotto un cambiamento bello in te, "mettere paletti", "desiderio di gestire gli spazi e i momenti di libertà", è bello quando si nota che la terapia ha portato questo. Credo che tante volte terapia significhi questo, accorgersi nel quotidiano di avere strumenti nuovi per stare nelle diverse situazioni.
Ti faccio un grosso in bocca al lupo per il tuo cammino e rimango disponibile.
Buona serata, dott.ssa Arianna Broglia
Dott.ssa Alessandra Cresci
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
dSalve, ho letto con molto interesse il suo racconto e come dice lei credo che alla sua età sia giusto avere degli spazi di vita privata e personale che non per forza devono essere condivisi con i genitori. Vista la conflittualità che lei racconta mi verrebbe da pensare che forse, insieme alla sua vecchia o nuova terapeuta, potrebbe invitare i suoi genitori a partecipare a qualche seduta. Non entro nello specifico in termini di metodologie e convocazioni ma l'idea di una terapia familiare potrebbe esservi utile per affrontare temi caldi che sono rimasti irrisolti da un pò di tempo.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao,
la situazione che hai descritto è davvero complessa e carica di emozioni. Si percepisce chiaramente il tuo desiderio di crescita personale e di autonomia, così come la difficoltà nel gestire un rapporto familiare che, seppur basato sull'affetto, risulta a volte invadente o poco rispettoso dei tuoi spazi.

Hai già fatto un grande lavoro su te stessa, come dimostra la tua consapevolezza dei nodi relazionali con i tuoi genitori e il valore che attribuisci alla terapia. Questo è un aspetto molto positivo, perché è proprio questa consapevolezza che ti sta guidando verso la decisione di tornare in terapia, nonostante le difficoltà.

Nel tuo caso, sembra importante valutare alcune priorità:

Il tuo benessere personale : se ritieni che la tua vecchia terapeuta fosse la persona giusta per accompagnarti nel tuo percorso, è comprensibile il tuo desiderio di tornare da lei. Il legame terapeutico è una parte fondamentale del processo, e la fiducia costruita non è sempre semplice da ricreare.
Il rapporto con i tuoi genitori : purtroppo, la loro posizione sembra ancora influenzare in modo significativo la tua libertà di scelta, soprattutto dal punto di vista economico. Questo può rappresentare un limite, ma è importante ricordare che la tua crescita personale è anche un processo di emancipazione emotiva e decisionale.
Un compromesso potrebbe essere quello di iniziare con una nuova terapeuta, cercando una persona che condivida un orientamento simile a quello della tua vecchia dottoressa (ad esempio, cognitivista o cognitivo-comportamentale) per facilitare il passaggio e mantenere una linea di continuità nel lavoro. Questo potrebbe aiutarti a rispettare la condizione posta dai tuoi genitori, ma al tempo stesso riprendere un percorso che senti necessario per il tuo benessere.

Rivolgerti a uno specialista potrebbe anche aiutarti a comprendere meglio come gestire il rapporto con i tuoi genitori, trovando il giusto equilibrio tra il tuo bisogno di autonomia e il loro desiderio di proteggerti. Ricorda che lavorare su questo aspetto può avere un impatto positivo non solo sulla tua crescita personale, ma anche sulla qualità delle relazioni familiari.

Ti invito a non sottovalutare l'importanza di questo passo ea cercare supporto da un professionista per affrontare questa fase delicata.

Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con così tanta chiarezza e profondità. Da quanto racconta, si percepisce il grande lavoro che ha già fatto su sé stessa per comprendere meglio le dinamiche familiari e trovare un equilibrio. La sua riflessione dimostra una maturità importante, così come il desiderio di continuare il percorso terapeutico per il suo benessere.

La sua situazione è sicuramente complessa, perché intreccia il suo legittimo bisogno di indipendenza emotiva e decisionale con la realtà pratica di una dipendenza economica dai suoi genitori. Questo crea inevitabilmente delle tensioni, soprattutto quando si tratta di temi così delicati come la scelta del terapeuta. È evidente che la relazione con la sua precedente dottoressa le abbia offerto uno spazio sicuro e costruttivo, e non è affatto strano che lei desideri tornare da una persona che sente già in grado di comprenderla e con cui ha costruito una connessione significativa.

Detto questo, credo sia importante esplorare alcune possibilità. Da un lato, riconoscere che i suoi genitori, pur agendo in buona fede, tendono a vedere la terapia come un intervento diretto sulle dinamiche familiari, e questo può far emergere in loro insicurezze e resistenze. È probabile che la percezione che la dottoressa abbia "preso le sue parti" abbia alimentato il loro disagio, anche se da quanto racconta il lavoro terapeutico cercava proprio di creare un ponte tra lei e loro. Questo aspetto va tenuto in considerazione, perché potrebbe aiutare a comprendere il motivo del loro rifiuto verso la vecchia terapeuta, anche se ciò non lo rende meno frustrante per lei.

Dall’altro lato, la sua voglia di continuare con la stessa terapeuta è più che comprensibile, perché il percorso terapeutico richiede tempo, fiducia e apertura, e ripartire da zero può sembrare un passo indietro. Tuttavia, vale la pena chiedersi se l’eventuale scelta di una nuova terapeuta potrebbe, con il tempo, offrirle un percorso altrettanto valido e magari rappresentare un’opportunità per affrontare le cose da una prospettiva diversa.

Se decidesse di insistere per tornare dalla sua vecchia dottoressa, potrebbe essere utile provare a coinvolgere i suoi genitori in un dialogo pacato e costruttivo, spiegando che il desiderio di tornare da lei non nasce dalla volontà di mettersi contro di loro, ma dalla consapevolezza di quanto quel percorso l’abbia aiutata. Potrebbe anche proporre loro di partecipare, se lo desiderano, a una singola seduta con la dottoressa per chiarire eventuali dubbi o resistenze. Questo approccio, seppur non facile, potrebbe aiutarli a sentirsi meno esclusi dal processo.

Se invece decidesse di accettare la loro condizione e di affidarsi a una nuova terapeuta, potrebbe comunque farlo con la consapevolezza che è il suo percorso e che, indipendentemente da chi la seguirà, il lavoro che ha già fatto non è perso. Le competenze e le intuizioni acquisite finora restano con lei e possono rappresentare una base solida da cui ripartire, anche con un nuovo professionista.

In ogni caso, credo che la cosa più importante sia ricordarsi che questo percorso è per lei, non per soddisfare o rassicurare i suoi genitori. È comprensibile che, data la situazione economica, lei si senta vincolata alle loro condizioni, ma la scelta della terapeuta è una decisione intima e personale. Qualunque strada scelga, le suggerirei di continuare a rivendicare il suo diritto di lavorare su sé stessa, indipendentemente dalle opinioni altrui. Non è facile bilanciare il bisogno di autonomia con la realtà delle dipendenze pratiche, ma già il fatto che lei stia cercando di farlo dimostra quanto stia crescendo e maturando.

Infine, non trascuri il valore del dialogo con i suoi genitori. Anche se a volte è difficile, mantenere aperto un canale di comunicazione può essere utile per ridurre la tensione e, nel tempo, costruire una relazione più rispettosa dei suoi spazi e delle sue esigenze.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Letizia Mulas
Psicologo, Psicologo clinico
Alghero
Gentilissima,
Sicuramente ha affrontato un percorso di crescita con salite e discese, ed emerge, come anche espresso da Lei, il lavoro positivo imparato in terapia.
Il desiderio di tornare a fare un percorso psicologico mi sembra naturale e legittimo, come è naturale la mancanza per il punto di riferimento che per Lei rappresentava la terapeuta precedente…era il suo porto sicuro.
Penso sarebbe stato utile lavorare anche con il nucleo familiare, come per esempio facciamo nell’orientamento sistemico familiare, dove lavoriamo sia con il singolo che con il nucleo familiare, in modo da creare un’ alleanza terapeutica che possa aiutare ogni membro della famiglia.
A volte i percorsi della vita cambiano e si modificano, e per quanto il cambiamento possa spaventare a volte potrebbe rivelarsi benefico.
Valutare di aprirsi a nuovi orizzonti potrebbe rivelarsi bello…

Cordiali Saluti

Letizia Mulas
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve e grazie per le preziose informazioni che ha condiviso.
Tra la dipendenza e l'autonomia si gioca la lealtà nei confronti della famiglia. La domanda non è da che parte stare ma come superare la dipendenza per goderti una nuova forza di relazione con la tua famiglia?
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La terapia è uno spazio personale e il tuo benessere deve essere al centro. Anche se il legame con la precedente terapeuta era forte, iniziare un percorso con un nuovo professionista potrebbe aiutarti a proseguire, affrontando sia i temi passati sia le tensioni attuali con i tuoi genitori. Comunica apertamente al nuovo terapeuta la tua storia e le difficoltà familiari. Nel frattempo, cerca di dialogare con i tuoi genitori per far comprendere l'importanza del tuo percorso. Se in futuro sarai indipendente economicamente, potrai rivalutare la possibilità di tornare dalla precedente terapeuta. Priorità al tuo benessere, anche con piccoli adattamenti. Cordiali saluti. Dr. Vincenzo Capretto
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Salve,
La ringrazio per aver condiviso la sua situazione complessa e delicata. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare queste dinamiche familiari, soprattutto quando riguardano il suo percorso personale di crescita e benessere.
È evidente che il legame instaurato con la sua precedente terapeuta sia stato significativo per lei, offrendo supporto e comprensione in un periodo importante della sua vita. Il rapporto di fiducia costruito è un elemento fondamentale nel percorso terapeutico, e il desiderio di riprendere quel cammino è del tutto comprensibile.
Tuttavia, riconosco anche le difficoltà pratiche ed emotive legate al coinvolgimento dei suoi genitori, sia dal punto di vista finanziario che relazionale. Ecco alcune considerazioni che potrebbero aiutarla a valutare la situazione:
Dialogo aperto con i genitori: potrebbe essere utile cercare un momento di calma per esprimere ai suoi genitori quanto sia importante per lei riprendere la terapia con la professionista con cui si sentiva a suo agio. Sottolineare come questo percorso possa contribuire al suo benessere personale e, di riflesso, migliorare anche le dinamiche familiari.
Alternative finanziarie: se i suoi genitori restano contrari, potrebbe informarsi su servizi di sostegno psicologico offerti dal sistema sanitario pubblico o da enti che propongono tariffe agevolate per studenti. In questo modo, potrebbe proseguire la terapia in modo autonomo.
Valutare una nuova terapeuta: nonostante le comprensibili riserve, iniziare un percorso con una nuova professionista potrebbe offrire nuovi spunti e prospettive. Ogni terapeuta ha un approccio unico, e potrebbe scoprire di trovarsi bene anche con un'altra figura.
Autonomia decisionale: essendo maggiorenne, ha il diritto di prendere decisioni riguardanti la sua salute mentale. Tuttavia, comprendo che la dipendenza economica possa complicare le cose. Valutare la possibilità di trovare un'occupazione part-time o altre soluzioni che le garantiscano maggiore indipendenza potrebbe essere un passo da considerare.
Riflessione personale: potrebbe essere utile riflettere su come bilanciare il desiderio di proseguire il suo percorso terapeutico con la necessità di mantenere un rapporto sereno con i suoi genitori. Trovare un equilibrio tra le sue esigenze personali e le dinamiche familiari è fondamentale per il suo benessere.
Le suggerisco di prendersi il tempo necessario per valutare le opzioni a sua disposizione e scegliere quella che ritiene più adatta alle sue necessità. Ricordi che il suo benessere è importante e merita attenzione.
Resto a sua disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Cordialmente.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Ciao, comprendo la tua difficoltà. La tua situazione è complessa e si intreccia con dinamiche familiari molto forti. Da un lato, hai il desiderio di proseguire un percorso terapeutico che ti ha fatto bene, ma dall’altro ti trovi a fare i conti con la pressione dei tuoi genitori che, pur amandoti, non riescono a capire l’importanza della tua autonomia emotiva e psicologica.

Se da una parte è legittimo che i tuoi genitori possano avere opinioni diverse su chi debba essere il terapeuta, è altrettanto importante che tu segua il percorso che senti più giusto per te. La terapia è un processo intimo, e la fiducia verso il professionista è fondamentale. Tornare dalla tua vecchia dottoressa potrebbe rappresentare una continuità, un “luogo sicuro” dove non devi ricominciare da zero.

Tuttavia, capisco che la situazione economica e la tua dipendenza dal supporto finanziario dei tuoi genitori ti pongano in una posizione difficile. Potresti provare a negoziare con loro, magari spiegando quanto tu abbia bisogno di riprendere quel percorso che ti ha aiutato, e facendo presente anche il tempo che potrebbe servire per costruire un altro rapporto di fiducia con un nuovo terapeuta.

Se il dialogo con i tuoi genitori non è possibile, potresti considerare di cercare altre opzioni, come terapie convenzionate o risorse gratuite che possano aiutarti a tornare in terapia senza pesare troppo sul bilancio familiare. Alcune strutture sanitarie offrono percorsi a costi ridotti per le persone in difficoltà economiche.

In ogni caso, la decisione finale deve essere quella che rispetta le tue necessità emotive e psicologiche, anche se può comportare un conflitto con i tuoi genitori. E se il percorso terapeutico con una nuova figura fosse inevitabile, ricordati che con il tempo anche una nuova relazione terapeutica potrebbe rivelarsi altrettanto utile e profonda.

Il passo più importante è quello di non ignorare la tua necessità di cura, e spero tu possa trovare la strada che ti permetta di sentirti ascoltata e supportata.
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buonasera, quello che mi rimanda il suo racconto è un vissuto fatto di deprivazioni e tanti bisogni non ascoltati. La invito a riflettere su quanto lei voglia raggiungere la sua libertà. Cosa sono per lei i confini tra sè e l'altro? Li riesce a mettere?
Se sente il bisogno di tornare in terapia deve parlare a cuore aperto con i suoi genitori e affrontare il fatto che ha necessità di prendere decisioni autonome per diventare padrona della sua vita anche se non dispone ancora di un'autonomia finanziaria. Le può dire che per diventare adulti, cosa che lei è, i suoi genitori devono accettare di allentare le redini del controllo su di lei altrimenti questo la porterà a rancore e a un malessere profondo.
Diventare adulti comporta prendere delle responsabilità anche a costo di sbagliare. E lei vuole correre questo rischio pur sapendo di avere accanto dei genitori che la supportano e le vogliono bene. Vedrà che se parlerà a loro in modo sincero e autentico, loro ascolteranno in ogni sua necessità e troverete insieme un nuovo equilibrio nel rispetto delle proprie idee.
Saluti
Dott.ssa Tatiana Pasino
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentile Signora,
la sua situazione è complessa e comprendo perfettamente il conflitto che sta vivendo. È fondamentale sottolineare che la salute psicologica è un diritto inalienabile e che, come giovane adulta di oltre vent'anni, ha la libertà di prendere decisioni riguardanti il suo benessere.

I genitori, pur avendo a cuore il suo interesse, non possono e non devono decidere per lei riguardo a un percorso terapeutico che l'ha sostenuta e aiutata in passato. Tornare dalla sua precedente dottoressa, con cui ha instaurato un rapporto di fiducia, è una scelta che spetta a lei, e non dovrebbe sentirsi in colpa per voler perseguire ciò che ritiene migliore per se stessa. È comprensibile che la questione economica possa complicare le cose, ma ci sono sempre vie per trovare soluzioni, come cercare un'assistenza economica o esplorare altre opzioni di sostegno.

In questo momento, le consiglio di riflettere su ciò che la fa sentire più serena e a suo agio. La sua salute mentale è prioritaria e, alla fine, il percorso di cura deve rispecchiare le sue esigenze e desideri. Non dimentichi che il dialogo con i suoi genitori è importante, ma anche il rispetto dei suoi confini e della sua autonomia lo è altrettanto.

Le auguro di trovare la strada giusta per lei. Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, il nocciolo delle questione è proprio la mancanza dell'indipendenza economica che non ha. Il fatto che sia dipendente dai suoi genitori non le permette il cambiamento e loro non vogliono che cresca perchè la preferivano come era prima di iniziare il percorso terapeutico. Si cerchi un lavoretto part time che le permetta di continuare la sua crescita personale vedrà che impedirà ai suoi genitori di decidere della sua vita.
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, la sua situazione esprime una lotta complessa tra il desiderio di autonomia e la difficoltà di convivere con le aspettative familiari. È evidente che i legami con i suoi genitori sono intrisi di ambivalenza, e questa ambivalenza può generare conflitti interiori e conflitti nella relazione stessa. La sua voglia di spazio e libertà è naturale e necessaria per il suo sviluppo personale; tuttavia, sembra che i suoi genitori percepiscano questa ricerca come una minaccia al loro ruolo e alla loro visione di come dovrebbero essere le cose. Le loro reazioni potrebbero riflettere le loro paure e insicurezze nel vederla crescere e fare scelte indipendenti. Interrompere la terapia può averle lasciato un vuoto, specialmente in un momento in cui stava iniziando a capire meglio il suo vissuto e a costruire uno spazio di sicurezza. L'idea di tornare dalla vecchia dottoressa, con cui ha già stabilito una relazione significativa, rispecchia il suo bisogno di continuità e comprensione profonda. Se tornare dalla stessa figura può mettere a rischio la sua relazione con i genitori, potrebbe essere utile riflettere su come affrontare questa situazione a tre. Nessuna decisione è semplice, e trovare un mediatore, come un professionista che possa supportarla nel negoziare con i suoi genitori, potrebbe essere un'alternativa da considerare.
Se desidera esplorare queste dinamiche e trovare un percorso che possa armonizzare le sue esigenze e quelle dei suoi genitori, sarei disponibile ad offrirle uno spazio di ascolto e sostegno.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
La tua situazione è davvero molto complessa, e si sente quanto tu abbia cercato di prenderti cura di te stessa nonostante le difficoltà. È naturale voler continuare con la terapeuta con cui hai costruito un rapporto di fiducia profondo, soprattutto quando ti ha aiutata a scoprire parti di te che prima ignoravi. Cambiare persona, soprattutto in un percorso così delicato, può essere molto faticoso e rischia di rallentare il tuo cammino.

D’altra parte, il fatto che siano i tuoi genitori a finanziare la terapia ti mette in una posizione difficile. È comprensibile che loro, anche se con le migliori intenzioni, si sentano minacciati o insoddisfatti del percorso finora fatto, ma questo non dovrebbe impedirti di continuare a cercare il supporto di cui hai bisogno.

Sembra che il vero nodo qui sia la tua voglia di autonomia, che si scontra con le paure e i limiti imposti dai tuoi genitori. Da una parte c’è la tua necessità di spazio per crescere e di un luogo sicuro in cui aprirti senza giudizi, dall’altra il loro bisogno di controllare e di non sentirsi esclusi.

Forse potresti provare a spiegare con calma a loro quanto la tua terapeuta ti abbia aiutata, quanto ti faccia paura ricominciare con qualcun altro e quanto la terapia sia importante per te. Ma è anche vero che la loro collaborazione, in questo momento, dipende da un compromesso, e questo ti costringe a scegliere tra il tuo bisogno di continuità e la realtà concreta che vivi.

Non è facile trovare una via di mezzo senza creare ulteriori tensioni, e va bene che tu ti senta confusa e frustrata. Sii gentile con te stessa e riconosci che stai facendo del tuo meglio in una situazione complicata. Se vuoi, possiamo riflettere insieme su come potresti parlare con loro o su come affrontare questo momento di cambiamento. Come ti senti?
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
la situazione che descrive è delicata e comprensibilmente dolorosa. Da un lato c’è il suo desiderio legittimo di portare avanti un percorso personale che l’ha aiutata a comprendere sé stessa e a gestire un rapporto familiare complesso; dall’altro ci sono i limiti pratici ed emotivi posti dai suoi genitori, che continuano ad avere un forte ruolo nel suo quotidiano anche se ormai è maggiorenne.

Il legame con la sua precedente terapeuta è stato importante, e il fatto che desideri tornare da lei indica quanto quel percorso abbia rappresentato per Lei uno spazio sicuro e utile. È comprensibile che l’idea di ricominciare da zero con un’altra professionista la faccia sentire stanca e diffidente, soprattutto perché teme che la situazione possa ripetersi e che i suoi genitori intervengano nuovamente.

Dall’altra parte, ciò che emerge dalle sue parole è che la posizione dei suoi genitori non riguarda tanto la terapeuta in sé, quanto la difficoltà ad accettare la sua crescente autonomia emotiva e la possibilità che il suo percorso metta in discussione schemi familiari radicati. Per loro può essere stato complesso vedere che Lei iniziava a prendere più consapevolezza di sé e a porre dei confini, e questo può spiegare il malcontento nei confronti della dottoressa, anche se la scelta non ha tenuto conto dei suoi bisogni.

In questo momento Lei si trova dentro un doppio vincolo: da una parte il bisogno di cura e continuità, dall’altra la dipendenza economica che la costringe a mediare. Non è una scelta semplice né una situazione che si risolve con una risposta netta. Potrebbe aiutarla chiedersi quale alternativa, oggi, le permetta di ottenere almeno parte di ciò che desidera senza aggravare ulteriormente la tensione familiare. In altre parole, quale decisione le consente di prendersi cura di sé nel modo più realistico possibile dentro i vincoli che ci sono.

Una nuova terapeuta non cancellerebbe ciò che ha costruito in passato, ma potrebbe offrirle uno spazio altrettanto valido, in cui portare anche la frattura vissuta con la sua precedente psicologa. Non è un tradimento verso la prima professionista, né un compromesso al ribasso: è una scelta che tiene insieme la sua necessità di tornare a stare bene e la realtà pratica in cui si trova. E soprattutto, è un modo per continuare a costruire autonomia sotto la guida di un professionista, finché non avrà la possibilità di scegliere liberamente anche dal punto di vista economico.

Il fatto che Lei riesca a vedere l’amore dei suoi genitori pur riconoscendo quanto le facciano male alcune loro posizioni è un segno di grande maturità emotiva. Oggi ha bisogno di uno spazio che sia suo, protetto e stabile: questo è l’obiettivo a cui deve avvicinarsi, con i tempi e le possibilità che ha ora.

Dott.ssa Sara Petroni

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