Che spiegazione date a tutti quei casi che nonostante anni di terapia e psicofarmaci continuano a st

19 risposte
Che spiegazione date a tutti quei casi che nonostante anni di terapia e psicofarmaci continuano a stare male?
Esistono in psicologia casi che sono destinati a vivere il resto della loro vita con la sofferenza?
Se sì, quali?
Gentile utente, è complicata la sua domanda, richiederebbe lunghe considerazioni rispetto a ciò che si intende con malattia, con guarigione. Ognuno rappresenta un insieme complesso di storia, genetica, incontri e fortuna: ci sono persone che non trovano mai un loro posto nel.mondo, non trovano mai un modo per stare al mondo. Non è la diagnosi a fare la differenza, ma l'insieme di troppi fattori che è difficile prevedere. In ogni caso l'unica scelta possibile è continuare a coltivare il proprio desiderio di sapere qualcosa sul proprio sintomo e su come affrontarlo. Un saluto

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Gentile utente per mezzo di una psicoterapia solitamente la sofferenza viene compresa, si cerca di darne un senso, si analizzano fatti e relazioni e in alcuni casi vengono usate anche tecniche e metodi validi per riconoscere ed inquadrare meglio il disturbo. La psicoterapia aiuta molto perché aumenta la consapevolezza, le faccio i migliori auguri
Gentile utente, come molti studi sull'efficacia della psicoterapia sostengono, il cambiamento in psicoterapia dipende da un intreccio di molti fattori, molti dei quali sono attinenti all'alleanza terapeutica e alla relazione che si crea tra paziente e terapeuta. La psicoterapia aiuta a essere consapevoli e gestire meglio le dinamiche intrapsichiche e relazionali che creano sofferenza: riuscire a padroneggiarle permette di esserne più liberi e di prendere distanza da ciò che crea sofferenza. Con il tempo è possibile anche modificare schemi emotivi e di pensiero disfunzionali causa di malessere. E' una domanda molto complessa, se fosse interessato esistono molti studi e ricerche sull'efficacia della psicoterapia, nel caso fosse interessato ad approfondire.
le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Anna Maria Gioia
Buonasera, la sua domanda è complessa e delicata. Ci sono equilibri all’interno di ogni struttura psichica che non sempre facilmente vengono raggiunti, o ancor più mantenuti. L’altalena dello stare bene/male può dipendere da innumerevoli fattori sia di natura endogena che relazionale che ambientale. Delicato è anche la definizione di normalità o benessere e probabilmente una generalizzazione sarebbe, quantomeno, arbitraria. Sarebbe interessante anche capire come mai si pone questa domanda. Osserva persone care combattere con una sofferenza o è un aspetto personale che non ha ancora trovato risposta? Cordiali saluti Dott Elisa Galantini
Caro/a utente
la sua domanda "Esistono in psicologia casi che sono destinati a vivere il resto della loro vita con la sofferenza?"
La risposta sembra essere implicita nella storia che racconta.

Penso che ci sia un buon motivo per il quale si è attaccati alla propria sofferenza.
Le emozioni (anche quelle più angosciose) hanno sempre un significato per la persona anche quando sono molto angoscianti. L'attaccamento al dolore è un tema molto delicato e penso che ne abbia parlato con la sua terapeuta e se non l'ha fatto penso possa prendersi la libertà e il potere di farlo.
Magari può essere un modo questo per rispondere alla sua domanda.
Cari saluti
la questione posta ci porta a molte riflessioni, che riguardano la volontà di affrontare il dolore e la capacità di interpretare le dinamiche psicologiche e ralazionali.
la psicoterapia è l'unico e strumento che consente cio'.
la psicoterapia entra nel profondo nella parte nascosta dell'individuo e per fare ciò occorre non solo affidarsi, fidarsi del proprio terapeuta ma non essere passivi attendendo che il cambiamento "la guarigione" arrivi.
e' un lavoro che si fa in due, sempre.
Un caro saluto
federica pellegrino


Buongiorno. Esistono alcune patologie come la depressione maggiore, il disturbo bipolare, l'Adhd e la schizofrenia che possono trovare una forma di compenso, talvolta parziale talvolta totale, ma non una guarigione. Esistono disturbi di personalità come il borderline o lo schizoide che non si modificheranno. Esistono però le persone! Dipende da quanta importanza noi diamo alla categoria diagnostica e da quanta fiducia diamo all'essere umano. Non confondiamo le dimensioni della vita, del carattere, degli affetti, della socialità con i comportamenti tout court. La psicoterapia rinforza la parte sana, sempre e in tutti gli esseri umani. Tuttavia alcuni disturbi ciclicamente ricompaiono in quanto vi è una componente neurobiologica
Salve, i disturbi psicopatologici spesso presentano un'eziopatogenesi e un decorso complessi in cui s'intrecciano fattori genetici, evolutivi e ambientali (con studiati effetti epigenetici). Questa complessità, che viene costruita nel corso del nostro neurosviluppo, ci aiuta a comprendere come mai a volte è difficile trovare una "cura" per come viene concepito a volte tale termine. La psicoterapia è un training che aumenta le abilità metacognitive promuovendo plasticità, neurogenesi e quindi modificando il cervello. Come tutti gli allenamenti è efficace se fatta con una certa frequenza; una volta acquisite determinate abilità e strategie e possibile comunque "allenarsi" anche da soli, questo dovrebbe essere lo scopo di un percorso psicoterapeutico.
Buongiorno, in generale un certo carico di sofferenza è insito nella vita stessa di ogni individuo. Quando il dolore mentale però diviene eccessivo la psicoterapia può aiutare a ridurne l'intensità, comprendendo perché proviamo sofferenza in determinate circostanze, quando si attiva maggiormente e o quali emozioni e idee associamo ad essa. La guarigione non è data allora dall'eliminare la sofferenza ma dall'accettare noi stessi, la nostra unicità, imparando a riconoscere e a integrare quegli aspetti di noi stessi che rifiutiamo e che a volte ci affliggono. Può essere che questo non comporti un minor carico di dolore ma un modo nuovo di guardare al "problema". Può essere anche che questo processo non si esaurisca una volta per sempre ma richieda ciclicamente farmaci e psicoterapia.
La psicoterapia tende a creare un'alleanza fra la persona che decide di iniziare il percorso e il terapeuta. Funziona nella misura in cui entrambi contribuiscono, ognuno a suo modo, a mantenere salda ed efficace tale relazione. Il protagonista è il paziente e non il terapeuta. Cordiali saluti
Buonasera! Non credo che nessuno sia costretto a convivere con la propria sofferenza, anzi la psicoterapia ha lo scopo di superare o rielaborare i propri vissuti in modo da "vedere le cose" e sentirle in modo diverso. Dopo anni non possono non esserci cambiamenti, altrimenti c'è da rivedere qualcosa. Sicuramente in situazioni complesse la sofferenza può protrarsi per tempi più lunghi e per valutazioni specifiche bisognerebbe avere più elementi. Provi a parlare con il suo terapeuta del percorso fatto, dei progressi raggiunti e dei suoi dubbi in merito.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,
La psicoterapia e il supporto farmacologico risultano esser degli strumenti in portanti per il trattamento delle psicopatologie.
Ci sono però in alcuni casi dei disturbi la cui complessità risulta esser tale da poter esser gestita e supportata con l ausilio della psicoterapia e della farmacologia ma non a tal punto da poter parlare di guarigione. I disturbi della sfera nevrotica solitamente hanno per loro caratteristiche la possibilità di esser trattati bene con possibili evoluzioni positive.
I disturbi dell' area psicotica, o cmq alcuni disturbi di perdonalitá possono essere trattati nel tempo consentendo al paziente comunque di poter avere una vita dignitosa, ma difficilmente si può parlare di autentica guarigione.
Nella speranza di aver con queste poche righe di esser riuscito ad orientare la sua domanda.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente,

La sua domanda è tanto interessante quanto complicata; richiederebbe una risposta molto articolata e una serie di riflessioni.

Sicuramente esistono casi in cui le persone continuano a stare male nonostante tutto, ma bisognerebbe entrare nel merito per trovare spiegazioni.

Sicuramente tutti desideriamo stare bene ed essere felici, dunque l'anelito al benessere deve essere ciò che spinge sia pazienti che professionisti a cercare strumenti che garantiscano alla persona la miglior qualità della vita possibile.

Sperando di averle, in qualche modo, risposto,
la saluto caramente
Buongiorno, non è possibile darle una risposta esaustiva in quanto dipende da molti fattori; certo è che se una persona non trova sollievo, dopo anni, con l'aiuto psicoterapeutico, allora sarebbe il caso di riportare questa insoddisfazione in seduta e decidere, con l'aiuto del terapeuta, di cambiare strada o, nei casi più complicati, psicoterapeuta. Naturalmente occorre una valutazione più approfondita anche per quanto concerne la terapia farmacologica. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Buongiorno!
L’efficacia del trattamento dipendono da vari fattori. Se in questo momento sta ancora male provi a chiedere aiuto in merito al suo terapeuta e, se non si trova, provi con uno nuovo.
I modi per stare bene esistono ma dipendono anche tanto dalla motivazione del paziente.

Cordialmente
Dott.ssa Stefania Romanelli
Salve, mi dispiace molto della sua domanda. Non credo che ci sia una persona che debba essere destinata alla sofferenza in eterno qualsiasi disturbo abbia. Credo che il disagio e la sofferenza possono sempre essere compresi ed alleviati e si può protendere ad uno stato di benessere sempre crescente, qualsiasi sia la base di partenza. Se vorrà spiegarmi meglio sono a sua disposizione
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
La sua domanda è molto interessante! Una domanda che da molto più di un secolo è oggetto di interrogativi da parte di molte persone e di studi e ipotesi da parte degli addetti ai lavori. Data la complessità di ciò che è umano non credo che si possa dare risposte precise che comprendono tutti perché ogni essere umano ha una storia esistenziale specifica. Intanto, però, voglio in qualità di Medico specialista in Psicologia clinica, Psicoterapeuta ed Omeopata sfatare un mito: sulla base della mia esperienza gli psicofarmaci devono essere utilizzati solo in una situazione di emergenza, poiché non curano le cause vere e profonde del malessere, producono effetti collaterali negativi e hanno controindicazioni. Anche le psicoterapie, soprattutto quelle brevi e con presupposti e pratiche non coincidenti con la natura umana, possono fallire clamorosamente. Occorre poi rendersi conto che per aumentare le possibilità di miglioramento della qualità della vita della persona bisogna agire in modo globale (sia da un punto psicosomatico che somatopsichico); é, infatti, opportuno e in moltissimi casi indispensabile integrare la psicoterapia con terapie innocue e naturali: la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che, agendo anche ad altri livelli, promuovono il recupero del ben-essere esistenziale attraverso il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, una benefica disintossicazione, l'eubiosi intestinale etc. Occorre infine dire che ci sono delle persone che hanno "costruito" un insieme talmente intricato di meccanismi di difesa, di strategie di sopravvivenza, di dogmi che inconsciamente boicottano una vero cambiamento saltando da uno psicoterapeuta all'altro senza mai portare a termine il percorso. Nella speranza di averle fornito qualche spunto di riflessione interessante la saluto cordialmente.
La sua domanda richiama il criterio della appropriatezza clinica di un intervento, in questo caso psicologico, psicoterapeutico o psicofarmacologico. Indica la misura in cui uno specifico metodo o intervento sia indicato e efficacie per uno specifico disturbo all’interno di una specifica struttura di personalità. Perché un intervento possa essere indicato come efficacie occorre che i benefici attesi/ottenuti possano essere superiori sia rispetto allo stato di sofferenza iniziale, sia in riferimento agli eventuali effetti negativi che il procedimento stesso potrebbe creare. Detto ciò, purtroppo non esiste una scienza perfetta: e la psicoterapia o la farmacoterapia non sono la panacea di tutti i mali, né una pozione magica. Casomai proposte di cura sufficientemente affidabili per la loro efficacia (e qualche volta anche per l’efficienza). SG

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