Carissimi dottori. Eccomi di nuovo qui a scrivervi. Sono Michela. Ormai la mia storia già la sape

19 risposte
Carissimi dottori.
Eccomi di nuovo qui a scrivervi.
Sono Michela.
Ormai la mia storia già la sapete.
“Famiglia” se la si può chiamare così senza amore.
Un padre assente, un dolore insopportabile.
Mi distrugge il cuore questa cosa, non potermi confrontare con lui perché non gli interessa di come sto.
Non poter avere un suo abbraccio perché non c’è mai stato e non ci sarà mai.
Un “ fidanzato ossessivo, un fidanzato che mi fa malissimo tante volte ma nello stesso tempo mi da amore, quell’amore che non ho mai ricevuto.
Sono cresciuta con questa persona è mi sono legata, anche con tutte le sofferenze, i litigi il fatto che non sono indipendente per far star bene lui, per non perderlo, perché non riesco ad accettarlo, ho paura, ho tanta paura.
Non voglio più stare male, sono stata male già abbastanza.
Non voglio nulla di materiale, nulla.
Vorrei affetto, attenzioni, amore, vorrei tanto essere felice senza avere la paura di sbagliare.
Non sto bene a casa, sto sempre chiusa in una stanza senza nemmeno mangiare tante volte perché so che non conto nulla e perché non riesco a vedere che c’è affetto fra mio padre e mio fratello più piccolo, mentre io mi sento di troppo, sola.
Io mi sento un peso.
Mio padre mi odia, non mi vuole bene.
Il mio ragazzo come già sapete mi mette alla scelta fra lui o la mia indipendenza, alla quale se io scelgo lui, devo stare a casa 24 ore su 24 a subire mio padre che non mi pensa e se lo fa è solo per criticarmi, per offendermi, e non mi fa bene tutto questo.
Se scelgo la mia indipendenza, un lavoro solo quello, io perdo il mio fidanzato, perché lui non l’accetta, ed io questo non riesco ad accettarlo.
È vero mi tratta male tante volte, è ossessivo e non sia mai faccia qualcosa che gli può dare fastidio, ma quando sta bene mi da amore, affetto, sto bene, mi sento a casa con lui.
In entrambi i casi io soffro, ed io non voglio più.
Ho quasi 21 anni e mi sento stupida, inutile, mi sento sbagliata, quante volte desidero morire perché non c’è la faccio più.
La mentalità della mia famiglia e anche un po’ del mio ragazzo.
Non mangio sono una vittima, mi lamento sono una vittima, mi dicono che ho stancato che se me ne andrei di casa si salvano, tante volte dicono che sono la rovina della famiglia.
Il mio ragazzo mi giudica di continuo.
Io non c’è la faccio più, piango per tutto, per ogni singola cosa, mi fa male tutto, ho il cuore a pezzi, forse sarò una vittima, non lo so.
Ma vorrei tanto che ognuno di voi potesse vivere anche un solo giorno di come la vivo io, forse mi capireste, e vedreste con i vostri occhi che non sono una vittima.
Io non sto nene
Buonasera
A 21 anni si può scegliere con chi si desidera vivere
Se non si sente di poter esprimere al meglio se stessa con il suo ragazzo che manifesta possessivita’ nel volere che lei non lavori ecc, per come lei ci riferisce, può sempre decidere di proseguire il suo cammino sganciandosi da queste dinamiche svalutative e di sofferenza sia dal lato ‘padre’ che da parte del fidanzato.
Essere possessivi non vuol dire essere innamorati.
Lavorare le darebbe maggiore respiro rispetto a se stessa per valutare in tutta serenità le scelte da operare.
Forse andrebbero approfondite con se stessa le dinamiche che le rendono difficile svincolarsi da questi legami dolorosi.

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Buonasera Michela, forse non tutti abbiamo provato le sue stesse sofferenze ma dalle sue parole si riesce a sentire la paura, il dolore e la grande solitudine che sperimenta ogni giorno. Ma è giovane, e potrebbe provare ad abbandonare questo ruolo attribuito, o sentito, di vittima, per prendere le redini della sua vita. Anche se potrebbe costarle una dura trasformazione e ancora sofferenza: magari troverebbe però una svolta che sembra poter desiderare.
L’autonomia non è sinonimo di isolamento, e credo che lei meriti un’occasione di essere amata e rispettata. E forse anche sostenuta nelle scelte difficili che sta trovando nel suo percorso di vita.
Saluti cari Dott.ssa Elisa Galantini
Buongiorno Michela
Quando c’è un malessere così forte una chiusura così forte, quando non si riesce da soli a superare i problemi che la vita ci pone allora bisogna farsi aiutare.
Da quello che dice, da suo padre non si sente ne andate ne stimata ma rifiutata e svalutata, come spesso accade si creano relazioni amorose che rispecchiano i rapporti con le figure genitoriali, ed il suo ragazzo dice di amarla ma le impedisce di esprimersi di lavorare e affermarsi come persona, questo non è amore ma possesso e dominio. Lei è molto giovane e deve decidere di prendere in mano la sua vita, di essere lei responsabile della sua vita, se lascia che gli altri la obbligano a fare cose che la fanno star male allora sarà sempre vittima di qualcuno.
Trovi il coraggio di fare scelte difficili ma giuste per se stessa per la sua crescita per la sua autonomia e per avere stima di se stessa e se non riesce da sola si faccia aiutare da un collega.
Cordiali saluti
Buongiorno Michela, si sente dalle sue parole un grande senso di disperata impotenza, come se non vedesse via di uscita possibile dalla sua situazione che non implicasse una sofferenza e solitudine intollerabili. Ma anche così, per come sta vivendo ora, la sua situazione è di grande sofferenza e solitudine. E allora vale proprio la pena farsi aiutare da uno psicoterapeuta con cui condividere la sua condizione, che la faccia sentire compresa e supportata e guidata in un cammino che la porti a sentirsi pienamente legittimata a scegliere persone che la rispettino, la stimino e amino e a sentirsi autonoma e capace di autodeterminazione, cose che non sono affatto incompatibili.
Buongiorno Michela, sento una forte impotenza ed una grande solitudine in tutto quello che scrivi. Comprendo anche la difficoltà di lasciare il partner perché, oltre crearti sofferenza, è l'unico che ti dà un po' di amore. Condivido con i colleghi il pensiero che sarebbe opportuno farti aiutare da uno specialista. Sei molto giovane ed hai tutta la vita davanti, puoi decidere tu come proseguire. Se lavori sulle tue credenze negative di non contare nulla e rafforzi le tue risorse (che probabilmente non vedi, ma di sicuro ci sono) puoi prendere la tua vita in mano ed uscire da questa brutta situazione.
Un saluto
Buongiorno Michela. Dalle sue prole traspare tutta la sua sofferenza e il senso di solitudine e non comprensione. Sicuramente tutto questo dolore no è affrontabile da sola, ma con un professionista competente. Le suggerisco di fissare un colloquio con un terapeuta ed eventualmente di intraprendere una psicoterapia. Chiara Tomassoni
Cara Michela, mi sembra che lei sia intrappolata dall’amore. Desidera talmente tanto essere amata da accettare qualsiasi condizione. Per poter essere amati c’è bisogno di una condizione essenziale “amarsi”. Per poter amarsi bisogna conoscersi, sciogliere e comprendere i nodi della propria sofferenza, accettare i limiti e riconoscere le proprie risorse. Questo è ciò che si fa in una psicoterapia e che consente di poter stabilire relazioni sane e fedeli al proprio desiderio.
Si è vittima se ci si mette in quella posizione, c’e sempre un’altra possibilità .
Forza!
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Salve. Per fuggire da questa situazione credo che innanzitutto debba trovare un uomo che la ami veramente e non una persona oppressiva come il suo ragazzo che la relega in casa h24. Una persona che le dia l'amore che sente di non aver ricevuto e che per questo le lasci vivere anche la sua indipendenza. Forse nella relazione con quest'uomo inizialmente lei ha confuso questa sua ossessione di tenerla accanto a se come se questo fosse un segno di un folle amore per lei. Invece a parer mio è solo egoismo. Le consiglio di lasciare questa persona così nociva per lei o quantomeno battersi per la sua indipendenza. Ciò sicuramente non è facile e la farà star male ma è il prezzo che deve pagare se vuole essere felice e può farlo solo se pensa che prima di tutto deve amarsi lei stessa e amare la sua libertà. Arrivederci
Cara Michela, un percorso di psicoterapia potrà certo sostenerla in quella che potrebbe essere la sua rinascita... in cui imparerà a dare valore a se stessa, ad amare se stessa e a costruire il futuro che vorrebbe. Coraggio ... la vita mette davanti molte esperienze ... servono gli strumenti giusti per affrontarle! Buone festività
Michela!!!!!! Hai solo 21 anni !!! Forse è l'ora di darti una mossa e svincolarti da tutto e da tutti. E' difficile, lo capisco ma posso solo suggerirti di farti aiutare da uno psicologo psicoterapeuta per migliorare la tua autostima e crearti la tua indipendenza anche economica, perchè anche quella è molto utile per aiutarti ad essere LIBERA. Auguri per tutto!!!
Cara Michela, come avrà letto, molti di noi le hanno rivolto parole di incoraggiamento, di sostegno e di comprensione. Questo la dovrebbe rassicurare sul fatto che lei può veramente chiedere un ascolto attento trovando degli psicoterapeuti attenti alla sua domanda di aiuto. Lei descrive la sua vita come se stesse assistendo a un film dell'orrore e lei fosse altrove. Altrove nel vuoto della sua stanza. Questa scelta non è sufficiente a difenderla e a permetterle di trovare una soluzione. E' solo il luogo del suo doloroso lamento che comunque non riesce a fa arrivare alle orecchie dei suoi parenti. Non continui ad annichilirsi sperando che il suo dolore e la sua malattia, potenzialmente anche quella fisica (se non mangia ...), possano modificare gli equilibri familiari e produrre un gesto di affettuoso riconoscimento. Se non è successo finora, non succederà. Non è un film di un'altra, è la sua vita. Cerchi di pensare che nessuno la obbliga a stare dove sta, come sta. Se non ha nessun tipo di risorse economiche, può cominciare rivolgendosi a un centro anti-violenza. Può cercare un contatto con gli psicologi del consultorio. Può contattare uno degli psicoterapeuti di questo sito. Con l'augurio di riuscire a trovare il coraggio necessario a muovere il primo passo. Cordiali saluti PG
cara Michela la sua situazione familiare e relazionale le crea a ragione molta sofferenza, lei senz'altro merita, come tutti, di stare meglio di così, e merita la serenità e l'amore di cui sente la mancanza, vivere senza approvazione, attenzione e amore è un'impresa ardua. Creare le condizioni per una possibile vita felice è nelle sue mani, deve convincersi che può farcela, è possibile, se da sola non può, chieda aiuto, meglio se a professionisti settore. Provi ad informarsi sulla presenza, sul suo territorio, di centri che si occupano di fornire sostegno materiale e psicologico a giovani donne che come lei si trovano in una situazione di subalternità e si sentono vittime e senza via d'uscita. Non arrecherà alcun danno a suo padre o al suo fidanzato recandosi, ad esempio, presso il servizio sociale di zona a chiedere informazioni in merito. oppure come le suggeriscono i colleghi, contatti uno psicoterapeuta della sua zona. In bocca al lupo!
Salve. Come sottolineano i miei colleghi, dalle sue parole emerge dolore sofferenza e anche solitudine.
Davvero non saprei cosa consigliarle, anche se naturalmente, un percorso psicologico la aiuterebbe di certo a trovare la forza di chiarire la natura di certi suoi legami. Lei è molto giovane, saprà sicuramente trovare il bandolo della matassa e cominciare la sua vita. Si faccia aiutare. Le faccio i miei più sinceri auguri. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Salve, come scrivono i miei colleghi nelle risposte precedenti, dalla sua lettera traspare tanto vuoto ed infelicità. Lei è molto giovane dovrebbe scuotersi e prendere delle decisioni importanti per un suo futuro. Forse lamentarsi, non mangiare e chiudersi in sè stessa non credo che la potrebbero aiutare, potenzialmente potrebbe fare molto. Esca da questa prigione, da come lei la descriva, e prenda in mano la sua vita strano che lei chiami amore qualcuno che la ama in maniera possessiva e che non riesce a capire il suo malessere e di cosa la potrebbero rendere felice e contenta di sè. Invece da ciò che lei ci scrive lui è possessivo, non vuole che lei lavori ed inoltre deve dipendere dal suo umore tutto ciò che lei ci comunica con la sua lettera sicuramente "non è amore" ma un comportamento che tende ulteriormente ad abbassargli la sua autostima. Dovrebbe farsi aiutare psicologicamente per rafforzasi e prendere delle decisioni più giuste e costruttive per lei, è meglio che lo fa ora a 21 anni che ha tutta una vita davanti a lei, non aspetti ancora, le invio dei cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno Michela, l'isolamento in cui si trova alimenta il vuoto, il senso di impotenza e di sofferenza che emerge dalle sue descrizioni. In uno stato di abbattimento simile è difficile attivare un cambiamento ma è anche possibile. Credo sia importante che lei inizi a pensare quale cambiamento può avviare, anche piccolo ma necessario. Non rimanga annichilita dalla sua impotenza, non sono gli altri ad avere il potere di determinare la sua vita ma è lei. E ricordi che spesso si confonde il possesso, la gelosia, le attenzioni ossessive con l'amore quando invece sono distorsioni e non hanno nulla di amoroso. Chieda aiuto per uscire dal suo isolamento e farsi accompagnare attraverso un percorso di supporto psicologico. Cordialmente dott.ssa Elena Bruno
Salve Michela, la sofferenza che lei trasmette è tanta ed è come se non ci fosse via di uscita da questa sofferenza perchè il desiderio di amore da parte degli altri sia più importante del suo amore verso se stessa. Purtroppo, a volte, la vita ci mette in situazioni da cui è difficile uscirne, è difficile, ma è possibile se lei stessa sceglie di aiutarsi.
Le consiglio di effettuare un percorso di psicoterapia in modo che possa lavorare sulle sue relazioni e capire come possa indirizzare la sua vita verso l'autodeterminazione. Le auguro il meglio.
Dott.ssa Carmen Capria
Michela, quanto dolore in quello che scrive. Sento di poterle e doverle dire solo una cosa: scelga di prendersi cura di sé, spezzi questa catena di dolore. Si faccia iutare da un professionista, non può pensare di farlo sola.
Se ha bisogno di qualsiasi cosa sono a sua disposizione... Ma non rimandi, è ora.
La saluto

Dott.ssa Ida Pizzini
Buongiorno Michela, i suo racconto trasmette sofferenza, impotenza e una forte violazione dei principali bisogni affettivi. Nonostante tutto è comunque possibile per lei mettere un piede fuori da questa situazione. Attraverso un percorso terapeutico che le permetta di attivare una ristrutturazione interna e dei cambiamenti pratici nella sua vita partendo dalle sue risorse e non da aspettative riversate nell'esterno.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Alice Bianchi
Salve Michela, quello che lei racconta rivela tanta sofferenza e impotenza. Ha 21 anni e tutta la vita davanti, il primo passo è un pò di amore verso se stessa chiedendo aiuto ad un professionista che può aiutarla a costruirsi un futuro indipendente. E' importante capire che l'amore del suo fidanzato non è amore ma possesso e lei in questo stato di bisogno " di amore" può essere portata a confondere rimanendo in questo stato di sofferenza. Cordiali saluti

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