Cari dottori, vi scrivo spesso perché trovo in voi tanta professionalità, conforto e cordialità e so

23 risposte
Cari dottori, vi scrivo spesso perché trovo in voi tanta professionalità, conforto e cordialità e so di poter fare tesoro dei vostri consigli.
Mi presento, sono una ragazza di 20 anni, soffro di ovaio policistico ed insulino resistenza anche se è molto migliorata in seguito ad una dieta che in un anno mi ha aiutata a perdere 15 chili. Partivo da 65 chili e sono arrivata a 50 per 1,61 di altezza. Non ho mai avuto tanti problemi nel gestire la mia alimentazione. Tuttavia nel giro di due mesi ho ripreso 4 chili perché non sono più riuscita a controllarmi. Ecco il mio problema. Mi sveglio la mattina e vado a dormire la sera con il pallino fisso delle calorie e del cibo in testa. Prima del cambiamento fisico non badavo a quel che mangiavo, mangiavo dolci senza problemi, prendevo due piatti di pasta, non pensavo minimamente a cosa e a quanto stessi mangiando, non mi importava di ingrassare o di dimagrire. Mi godevo il cibo, mangiavo se avevo fame, smettevo quando non la sentivo più. Ora è tutto cambiato. Premetto che per un periodo è andato tutto bene, mi piaceva l'idea di mangiare sano e di fare attività fisica perché sapevo che stavo solo facendomi del bene. Tuttavia sono circa quattro mesi che sto iniziando a prendere il controllo. La mia situazione di insulino resistenza non mi permette di mangiare dolci come prima e mi costringe a contare i carboidrati. Ecco, tutto questo mi provoca un forte stress e una forte paura di ingrassare di nuovo andando a vanificare tutti i progressi ottenuti dal punto di vista della resistenza insulinica. Mi costringe a dover controllare di più la mia alimentazione rispetto a persone che invece possono stare un po' meno attente. Inoltre sto vivendo un periodo molto stressante, per lo studio, per la noia e la solitudine che la pandemia ad oggi porta un po' a tutti e mi sento sempre stanca. Sono sempre di malumore e tutti questi fattori insieme al dover controllare la mia alimentazione mi portano poi ad abbuffarmi di cose come dolci, pizza, e tutto quel che mi piace e di cui non dovrei abusare nella mia situazione. Ciò mi spaventa. Cerco di mangiare di tutto, di mettere sempre proteine, verdure e carboidrati nei miei pasti per non farmi mancare nulla e per sentirmi sazia eppure avverto questo desiderio incontrollato di mangiare fino a scoppiare. Inizio la mattinata con i buoni propositi e il pomeriggio mi vengono queste voglie che cerco di placare pensando ad altro ma non ci riesco mai. E la cosa che mi preoccupa di più è che so che si tratta di un vero e proprio disturbo e infatti dopo aver mangiato così tanto, spesso di nascosto per la vergogna, e in maniera compulsiva, vado in bagno e rigetto tutto e mi rimane sempre la paura di non essere riuscita a tirare fuori tutte le calorie ingerite, dato che credo sia impossibile fare sì che ciò accada. E mi sento in colpa. So che questo mi fa male. Ho provato in tutti i modi a cercare di superarlo impegnandomi con tutta me stessa. Mi sono detta anche "ora non conto più nulla e provo a mangiare come prima" sperando che potesse aiutarmi a trovare un equilibrio senza privarmi di dolci, pizza o altro che ho evitato per lunghi periodi. E invece mi abbuffo ancora di più. Mi sono detta "provo a diminuire l'attività fisica" dato che comunque la fatica che ne deriva è un poco stressante, ma niente. Ho cercato di ritornare alla vita di prima ma non ci riesco. Ho sempre il pallino fisso delle calorie e del cibo e la paura che se un giorno non faccio attività fisica, ingrassi di nuovo. La mia paura di ingrassare è dovuta più che alla mia forma fisica, alla paura di peggiorare l'insulina resistenza per la quale ho lottato tanto. Ho provato ad affidarmi ad un nutrizionista che mi ha dato una dieta da 1500 calorie al giorno per il mantenimento e mi sono sentita sazia solo per un periodo e credo che comunque per me fossero poche. Mi ha detto che non poteva aiutarmi dal punto di vista psicologico e di affidarmi a qualcuno che potesse farlo. Ma in questo momento dato il pericolo per il coronavirus e per la mia impossibilità ad affidarmi ad un esperto, non posso mettermi in contatto con nessuno. Per questo scrivo a voi e spero che possiate aiutarmi.
Vi ringrazio per l'ascolto e per i consigli che mi darete
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione. Da ciò che scrive, sembrano ormai consolidate delle condotte alimentari disfunzionali meritevoli di attenzione clinica onde evitare che diventino incontrollabili, ingestibili e possano arrecare conseguenze serie alla sua salute. Sicuramente la situazione storica che stiamo vivendo non aiuta e spesso i vissuti di noia e gli stati d'animo negativi vengono affrontate con pratiche alimentari scorrette. Tuttavia, ritengo che alla base di tali dinamiche, oltre alla semplice intolleranza verso le emozioni negative, si nascondino altri aspetti da indagare attraverso un supporto psicologico mirato. E' vero, siamo nel bel mezzo di un'emergenza sanitaria tuttavia credo che lei possa trovare un professionista che possa aiutarla anche online a risolvere questa problematica.
Ritengo pertanto fondamentale che le intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Francesca Tardio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Cara utente,
Comprendo la sua sofferenza e il suo disagio.
Da quello che racconta ci sono un po’ di elementi in ballo che le provocano dolore. La paura di prendere peso e la situazione attuale che la spinge a spendere molte energie nel controllo continuo della sua alimentazione.
Lo sa che potrebbe anche fare delle consulenze online? E non doversi recare fisicamente in studio?
L’unico modo per stare meglio è concedere a se stessa uno spazio di condivisione ed elaborazione del suo vissuto.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Tardio
Dott.ssa Dafne Buttini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Arezzo
Buon pomeriggio,
Si legge molto bene nelle sue parole la delusione e l'impotenza di fronte ad una situazione emotiva e comportamentale che sta diventando difficile da controllare e gestire, molto spesso attraverso la costante attenzione al peso del nostro corpo e attraverso il pensiero pressante di cibarsi manifestiamo altri bisogni: per esempio il bisogno colmare un vuoto relazionale, di riempire la solitudine, la noia, di riportare ordine e sicurezza a fronte una situazione esterna che ci destabilizza (come ad esempio quella del covid-19).
Il bisogno, insomma, di "assimilare" e "riempirsi" di qualcosa, che trova la sua prima valvola di sfogo e concretezza proprio nel cibo, che diventa uno strumento per assolvere questa necessità.
Ritengo che per lei sarebbe davvero d'aiuto un percorso psicologico teso a comprendere meglio quali potrebbe essere i suoi personali bisogni che la spingono ad un'alimentazione sregolata e il significato e senso che ha per lei e per la sua vita l'atto di "abbuffarsi".
La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla.
Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto.
Un gentile saluto
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. È difficile per me poterla aiutare tramite questo spazio, che al massimo può servire per chiarire alcuni punti e non per fare terapia. Da ciò che racconta sembra che nell'ultimo periodo la situazione sia peggiorata, tanto da esacerbare in alcuni pensieri fissi e alcune condotte tipicamente bulimiche. Come mai dice che le è impossibile affidarsi ad un esperto? Se è a causa del Covid, sappia che gli studi sono aperti a discrezione del professionista sanitario a cui si riferisce. Nel caso ormai siamo tutti attrezzati per i colloqui online. Se invece si tratta di una questione economica, potrebbe provare a sentire un consultorio nella sua zona, dove di solito hanno prezzi calmierati ed offrono percorsi più brevi. Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti. Cordialmente, dott. Simeoni
Dott.ssa Federica Maura Meloni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Buonasera Gentile Utente,
ha descritto molto bene il suo vissuto e mi spiace per la situazione che sta vivendo.
come hanno scritto i colleghi che mi precedono le dinamiche disfunzionali descritte necessitano di un supporto specialistico..una delle poche cose positive di questo periodo storico è l'ampliamento delle modalità per poter accedere ad uno aiuto, come per esempio la Psicoterapia a distanza, non trascuri questa possibilità,
a disposizione se necessario
Cordiali Saluti,
Federica Meloni
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, i disturbi del comportamento alimentare vanno trattai spesso da più professionisti e il solo nutrizionista ( come lui le stesso le ha detto) non basta. Spesso si pensa di risolvere aumentando il controllo sul cibo, ma più lo si controlla più la problematica peggiora, innescando un circolo vizioso. Le suggerisco di contattare il prima possibile, uno psicoterapeuta online.
In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Marina Montuori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, voglio innanzitutto complimentarmi con lei perché ha descritto in modo lucido e dettagliato la sua questione e questo è sempre un buon inizio quando si chiede aiuto. Le permetterà di capire ciò di cui ha bisogno realmente. La questione che descrive è complicata, ha ragione. C'è un problema organico (insulino resistenza) associata a quello che pare essere un disturbo alimentare. Lei però dice che questa ossessione per il peso, per l'alimentazione e di conseguenza per il suo corpo e la sua forma fisica non era presente prima del cammbiamento fisico. Di quale cambiamento sta parlando? Della scoperta della patologia organica? Dell'aver perso peso con la prima dieta? Partirei da queste questioni. Eventualmente chieda di intraprendere una psicoterapia online se non vuole recarsi personalmente nello studio di un terapeuta. Tenga conto, comunque, che sono solitamente rispettate tutte le indicazioni sanitarie per la prevenzione del contagio da Coronavirus. Credo che sia opportuno, vista anche la sua capacità di ricostruzione delle questioni che la riguardano. Eventualmente sono a disposizione. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Dr. Roberto Pitzalis
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cagliari
Buonasera, i disturbi del comportamento alimentare vanno trattati in equipe multidisciplinare. Io mi avvalgo appunto della collaborazione di un'equipe "il gesto interiore" in cui lavorano insieme vari professionisti: psicoterapeuta, psichiatra, nutrizionista, medico generico e psicologo. Soltanto con la collaborazione di queste professionalità è possibile affrontare questo disagio. Resto a disposizione qualora avesse bisogno di ulteriori delucidazioni. Dott. Roberto Pitzalis
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve.
La dieta, intrapresa per ovaio policistico e insulino resistenza, che le ha fatto perdere 15 kg in un anno, all'inizio le ha dato il piacere e la soddisfazione di farsi del bene, poi ha provocato il meccanismo opposto.
Da qualche tempo ha perso il controllo. É nel conflitto tra il dover controllare l'alimentazione e il bisogno di scaricare la tensione provocata da questo controllo con abbuffate di cibi gratificanti come dolci, carboidrati ecc. andando a vomitare con grandi sensi di colpa. Sarebbe importante stoppare questo circuito, facendosi aiutare in un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a fare chiarezza e a stimolare la fiducia in se stessa che le farà trovare l'energia per affrontare la situazione.
Consiglierei una psicoterapia bioenergetica che lavora sull'integrazione mente corpo.
Non si faccia frenare dalla paura del covid, siamo in molti a fare psicoterapie on line, permettendo di superare il disagio causato dalla pandemia.
Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, dice che spesso le capita di scrivere qui. Ha pensato di assecondare il suo bisogno di avere un suo spazio nel quale raccontarsi? Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
Credo lei sia caduta in una sorta di circolo vizioso all interno del quale più si dice di non voler pensare al cibo e più quest' ultimo sembra divenire un ossessione. È ormai completamente risucchiata nel vortice di questi pensieri, come se la sua vita fosse solo il problema di salute e l'attenzione per il cibo ed il resto sia pian piano sparito dal tavolo della sua esistenza. Penso sia opportuno per lei intraprendere un percorso di psicoterapia mediante il quale riuscire a rivedere il resto degli aspetti della sua stessa vita altrettanto importanti per la sua integrità e per la sua stessa salute psicologica.
In merito alla impossibilità attuale di intrarapendere un percorso di psicoterapia in virtù della pandemia, mi consenta di dirle che c'è la possibilità di affidarsi ad un professionista che faccia colloqui on line in videochiamata. Io ed altri colleghi del portale offriamo tale opportunità, per tanto qualora sentisse l' esigenza di un consulto non esiti a contattarmi in privato.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno. Sono d'accordo con i colleghi sulla necessità di trattare questo disturbo in modo multidisciplinare. Senta il parere di uno specialista in Da onde evitare l'aggravarsi della situazione.

Saluti

MT
Dott.ssa Enrica Todisco
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Leggendo la sua storia trapela molto dolore e la fatica di una situazione che sente fuori controllo. Credo che sia davvero importante che riesca ad intraprendere un percorso psicologico adeguato. I disturbi alimentari possono iniziare in modo insidioso e poi prendere il posto della propria vita. Si agganciano in dei punti di fragilità personale e diventano pervasivi, esprimendosi al posto della propria vitalità. Se vuole sono disponibile per consulenza, ho un sito internet da cui mi può contattare e ricevo anche online. Le lascio ad ogni modo un grande in bocca al lupo.
Salve, mi dispiace per il disagio che manifesta. Penso che l'aiuto di un nutrizionista parallelo a quello di uno psicoterapeuta possa aiutarla ad affrontare i problemi che esprime, che in parte sono organici in parte psicologici. Ci sono tanti professionisti che in questo momento fanno terapia online, potrebbe provare..
Se vuole, mi rendo disponibile per delle consulenze online.
Cordiali saluti,
Rosella Pettinari
Dott.ssa Silvia Rondi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Terapeuta
Brescia
Gentile, il suo racconto mette in evidenza come una serie di scelte e di comportamenti mirati a risolvere un problema iniziale (la condizione di insulino resistenza) si siano consolidati secondo modalità di tipo disfunzionale con una spirale negativa di ipercontrollo ed angoscia sino a configurare un disturbo del comportamento alimentare. Indubbiamente, le sue problematiche denunciano uno stretto legame tra la sofferenza corporea e quella psicologica. SI tratta di un aspetto sicuramente significativo, che meriterebbe di essere esplorato. Proprio a causa e per effetto della situazione sanitaria emergenziale che ha caratterizzato l'ultimo anno, è divenuta più diffusa la prassi del colloquio psicologico online. Potrebbe essere una buona opportunità per iniziare a prendersi cura anche della sua sofferenza, oltre che dei problemi organici. Un caro saluto. Silvia Rondi
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dott.ssa Mariagrazia De Lisio
Psicologo, Psicologo clinico
Campobasso
Gentile utente, nel leggerla traspare tutta la sua sofferenza. Il controllo e il pensiero della privazione spesso si associa a un fenomeno, studiato in psicologia, definito “restrizione-disinibizione”, un meccanismo che ci porta a provare un desiderio irrefrenabile nei confronti del cibo del quale ci siamo deprivati e che non dobbiamo mangiare. Questo meccanismo può innescare un circolo vizioso che necessita un approfondimento per poterlo interrompere. Un percorso psicologico può aiutarti a cambiare il tuo stile alimentare, ad acquisire una maggiore consapevolezza sul perché e quando mangi così da trasformare l’efficacia ad una dieta (a breve termine) nel cambiamento duraturo delle tue abitudini. Resto a disposizione, un caro saluto Dottoressa Mariagrazia De Lisio
Gentile utente, intanto vorrei dirle che nello scorso anno è stata molto brava a perdere 15 chili tenuto conto delle difficoltà cliniche di cui ci parla: occorre grande costanza e motivazione, indubbiamente.
A ciò aggiungo che, dalla descrizione che ci fornisce, ora è in difficoltà perché si sta verificando una situazione che non riesce a controllare, che le appare non dipendere più dalla sua forza di volontà come sinora avvenuto.
Ha capito di avere un problema, già questo è un ottimo punto da cui partire (altrimenti non ci avrebbe scritto). Così come è stata reattiva a scrivere in questa sede, allora adesso sarebbe opportuno che facesse un altro passo ulteriore: prenda appuntamento con uno specialista psicologo/psicoterapeuta. Un solo colloquio di consulenza, on line (date le sue difficoltà a farlo in presenza). Le sarà di fondamentale aiuto per un inquadramento, almeno per dare un nome ai suoi comportamenti. Parta dalla consulenza, poi il resto se verrà...verrà da solo.
Coraggio, mi auguro che segua il mio consiglio! Tanti tanti cari auguri!
Dottoressa Mariagrazia Fanciulli
Dott.ssa Alice Carbone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, mi dispiace per questa situazione per lei difficile e faticosa.
E' importante che lei continui ad affidarsi ad una nutrizionista. Ma credo sia molto importante anche che provi ad iniziare un percorso psicologico. In questo periodo c'è la possibilità di cercare un sostegno o una consulenza psicologica anche online. Vedrà che la aiuterà, insieme al percorso con la nutrizionista a comprendere questo circolo vizioso e a cercare di stare meglio e ritrovare un poco di serenità.
Se vuole, sono disponibile online.
Le auguro una buona serata,
Dott.ssa Alice Carbone
Dott.ssa Martina Rita Malizia
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, concordo con quanto detto dai colleghi.
Davanti a tanto disagio e malesse, purtroppo, non esistono consigli risolutivi.
Ha bisogno di prendersi del tempo e di lavorare su questi aspetti in uno spazio per lei sicuro.
E' importante che si metta in contatto con uno psicologo e che valuti insieme al professionista il percorso più indicato.
Tenga conto che, nonostante le restrizioni, la prestazione psicologica è una prestazione sanitaria; può, dunque, raggiungere fisicamente lo studio.
Nel caso in cui ciò non dovesse esser possibile, può optare per dei colloqui online.

La saluto con una frase di una delle mie scrittrici preferite:
" Tutti abbiamo dentro un'insospettata riserva di forza che emerge quando la vita ci mette alla prova" (I. Allende)

Non perda la volontà proprio adesso.
Un caro saluto
Dott.ssa Martina R. Malizia
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno,
La ringrazio per la fiducia e per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. Quello che sta vivendo è estremamente faticoso, sia fisicamente che emotivamente, e il fatto che ne parli con consapevolezza dimostra quanto sia determinata a ritrovare un equilibrio. Dal suo racconto emerge chiaramente come il rapporto con il cibo sia cambiato radicalmente nel tempo: da un'alimentazione vissuta in modo spontaneo e senza troppe preoccupazioni, è passata a un controllo sempre più rigido, che poi è sfociato in episodi di abbuffata e sensi di colpa. Questo ciclo (restrizione, perdita di controllo, senso di colpa e tentativo di compensazione) è purtroppo molto comune e può diventare una spirale difficile da interrompere. Il fatto che la sua paura non sia solo legata all'aspetto estetico, ma soprattutto alla gestione dell'insulino resistenza, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla situazione. Ha perfettamente senso che voglia evitare di vanificare i progressi fatti, ma la rigidità che sta cercando di imporsi sembra stia generando l’effetto opposto: più cerca di controllare il cibo, più sente il bisogno di sfuggire a questo controllo attraverso le abbuffate. Questo accade perché il nostro cervello non è programmato per vivere in uno stato di privazione continua. Quando percepisce una restrizione (che sia calorica o solo psicologica, come il divieto di certi alimenti), può scattare una risposta di compensazione che porta alla perdita di controllo. Le abbuffate non sono una questione di mancanza di volontà, ma piuttosto un meccanismo che il suo corpo e la sua mente stanno utilizzando per gestire uno stato di stress e privazione. E il vomito come tentativo di "annullare" l’abbuffata non fa altro che alimentare il senso di colpa e rafforzare il ciclo del disturbo. È importante riconoscere che questi episodi non la definiscono e non sono una colpa: sono il segnale di un malessere più profondo che merita attenzione e supporto. Il primo passo, quindi, è spostare l’attenzione dal peso e dalle calorie al benessere generale. Provi a chiedersi: cosa significa per me "stare bene"? Se il cibo è diventato un'ossessione, è possibile che il problema non sia solo il cibo in sé, ma anche altri aspetti della sua vita che stanno contribuendo a questa difficoltà. Ha accennato allo stress legato allo studio, alla noia, alla solitudine… tutti elementi che possono aumentare la vulnerabilità a questo tipo di comportamenti. Quando le abbuffate arrivano, può chiedersi: cosa sto davvero cercando in questo momento? Rilassamento? Conforto? Distrazione? Questo può aiutarla a individuare alternative più sane per rispondere a quei bisogni. Anche se in questo momento non le è possibile incontrare uno specialista di persona, ci sono tante opzioni per iniziare a lavorare su questi aspetti: esistono percorsi online con psicologi specializzati nei disturbi alimentari, gruppi di supporto virtuali e risorse che possono aiutarla a sentirsi meno sola in questo percorso. Ha già fatto un passo importante riconoscendo la necessità di un aiuto psicologico: il prossimo potrebbe essere cercare attivamente una figura di riferimento con cui parlare in modo regolare. Nel frattempo, provi a trattarsi con più gentilezza. Si dia il permesso di non essere perfetta, di non avere il controllo su tutto, di sbagliare senza punirsi. Il suo valore non è legato a un numero sulla bilancia o alla perfezione della sua alimentazione. E, soprattutto, merita di sentirsi bene, senza che il cibo diventi un nemico.
Un caro saluto
Dott. Andrea Boggero
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

Grazie per la fiducia e per la cura con cui si racconta. Si sente che in questa “battaglia col cibo” c’è in gioco molto più del semplice mangiare. Mi colpisce come la sua richiesta non sia tanto “come dimagrire”, ma “come stare meglio con sé”. E se fosse proprio questo il punto da cui partire?
Mi contatti pure se le va di iniziare un percorso.

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Caterina Lo Bianco
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Cara,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la tua esperienza. Dalle tue parole emerge una grande consapevolezza e una forte volontà di prenderti cura di te, qualità importanti che rappresentano già un primo passo nel percorso di cambiamento.
Quello che descrivi — il continuo pensiero legato al cibo, alle calorie, alla paura di ingrassare e la difficoltà nel gestire le abbuffate — non è solo una questione di forza di volontà, ma un segnale di un disagio più profondo che, come hai intuito, merita ascolto e comprensione. Quando il cibo diventa un modo per gestire emozioni come stress, solitudine, stanchezza o senso di colpa, non stiamo più parlando solo di alimentazione, ma di un vero e proprio linguaggio emotivo del corpo.
È comprensibile che la tua storia clinica (l’ovaio policistico e l’insulino-resistenza) ti porti a vivere il rapporto con il cibo con maggiore controllo e attenzione, ma questo controllo — quando diventa fonte di ansia e rigidità — finisce per generare l’effetto opposto: la perdita del controllo e il senso di colpa che segue. È un circolo che si autoalimenta e che può essere interrotto solo restituendo al corpo e alle emozioni la possibilità di dialogare in modo più libero e non giudicante.
In un percorso terapeutico, l’obiettivo non è “mangiare bene” in senso stretto, ma comprendere cosa accade dentro di te quando senti il bisogno di mangiare in modo compulsivo, e soprattutto come dare voce a quelle parti di te che oggi esprimono disagio attraverso il cibo. Spesso, lavorando insieme, si scopre che dietro le abbuffate non c’è “debolezza”, ma un tentativo di gestire emozioni troppo intense o poco ascoltate.
Ti incoraggio, nonostante le difficoltà del momento, a non rimanere da sola in questo. Oggi molti professionisti, anche psicoterapeuti, offrono colloqui online: è una modalità sicura ed efficace per iniziare un percorso di supporto psicologico. Potrebbe essere un modo per prenderti cura di te in modo più profondo e duraturo, imparando a riconciliarti con il cibo e con il tuo corpo.
Hai già dimostrato di avere risorse importanti, e con il giusto accompagnamento potrai imparare a usarle in modo che diventino alleate, non strumenti di controllo.
Un caro saluto,
Dott. ssa Caterina Lo Bianco
Psicologa

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.