Care dottoresse e cari dottori, buonasera, sono un uomo di 33 anni e sto attualmente vivendo uno
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Care dottoresse e cari dottori,
buonasera, sono un uomo di 33 anni e sto attualmente vivendo uno dei periodi peggiori della mia vita, specialmente per quanto riguarda gli ambiti affettivo e lavorativo.
Dal punto di vista affettivo perché non mi è stato possibile coltivare relazioni significative ed ormai sono anni che, pur cercando di frequentare il più possibile gli amici ed i conoscenti più stretti, andando per locali e luoghi di ritrovo in generale, alla fine succede sempre qualcosa che spazza via completamente anche la più flebile speranza di costruire qualcosa. Arrivato a quest'età, in cui la pressione sociale verso l'autorealizzazione e la creazione di un proprio "spazio felice condiviso" è fortissima, mi sono ormai quasi completamente rassegnato a vivere un'esistenza solitaria, misera, privato di questi piaceri relazionali e di vita comune che i coetanei e gli amici più stretti vivono (o sembrano vivere, amplificata anche dai social media). Uscite in centro cittò, gite fuori porta, conversazioni e momenti intimi, ad esempio, sono cose che sembrano concrete soltanto nella mia testa e questo, quando si fanno i conti con la (dura) realtà esterna, produce un impatto emotivo devastante in me. Penso sempre di essere uno scalatore che si arrampica su una parete che si sgretola progressivamente e che, ad un certo punto, mi fa perdere ogni appiglio scaraventandomi verso il vuoto che sta sotto di essa... Mi sento "incompleto" e fuori tempo massimo, come se mi trovassi ad imparare ad andare in bicicletta per la prima volta a quest'età, senza possibilità alcuna di poter "riavvolgere il nastro" e vivere con trepidazione e gioia le tappe che tradizionalmente vengono fatte dall'adolescenza alla decade dei vent'anni...
Dal punto di vista lavorativo perché non ho sogni da inseguire, non essendomi stato possibile per motivi fisici ed attitudinali provare a perseguire la carriera che tanto avrei desiderato da bambino. Mi ritrovo quindi a svolgere una professione che si adatta piuttosto bene agli studi fatti, ma che spesso drena le mie energie e genera ansie a causa degli obiettivi assegnati.
Vivere così è un peso enorme per me e mi chiedo quanto senso ciò possa avere. Sento forte il rischio di sprecare per sempre questi ultimi anni di "giovane" vita adulta privato di circostanze e di quella persona speciale che, invece, possono farmi (ri)scoprire il bello della vita...
Vi ringrazio moltissimo per il vostro supporto
buonasera, sono un uomo di 33 anni e sto attualmente vivendo uno dei periodi peggiori della mia vita, specialmente per quanto riguarda gli ambiti affettivo e lavorativo.
Dal punto di vista affettivo perché non mi è stato possibile coltivare relazioni significative ed ormai sono anni che, pur cercando di frequentare il più possibile gli amici ed i conoscenti più stretti, andando per locali e luoghi di ritrovo in generale, alla fine succede sempre qualcosa che spazza via completamente anche la più flebile speranza di costruire qualcosa. Arrivato a quest'età, in cui la pressione sociale verso l'autorealizzazione e la creazione di un proprio "spazio felice condiviso" è fortissima, mi sono ormai quasi completamente rassegnato a vivere un'esistenza solitaria, misera, privato di questi piaceri relazionali e di vita comune che i coetanei e gli amici più stretti vivono (o sembrano vivere, amplificata anche dai social media). Uscite in centro cittò, gite fuori porta, conversazioni e momenti intimi, ad esempio, sono cose che sembrano concrete soltanto nella mia testa e questo, quando si fanno i conti con la (dura) realtà esterna, produce un impatto emotivo devastante in me. Penso sempre di essere uno scalatore che si arrampica su una parete che si sgretola progressivamente e che, ad un certo punto, mi fa perdere ogni appiglio scaraventandomi verso il vuoto che sta sotto di essa... Mi sento "incompleto" e fuori tempo massimo, come se mi trovassi ad imparare ad andare in bicicletta per la prima volta a quest'età, senza possibilità alcuna di poter "riavvolgere il nastro" e vivere con trepidazione e gioia le tappe che tradizionalmente vengono fatte dall'adolescenza alla decade dei vent'anni...
Dal punto di vista lavorativo perché non ho sogni da inseguire, non essendomi stato possibile per motivi fisici ed attitudinali provare a perseguire la carriera che tanto avrei desiderato da bambino. Mi ritrovo quindi a svolgere una professione che si adatta piuttosto bene agli studi fatti, ma che spesso drena le mie energie e genera ansie a causa degli obiettivi assegnati.
Vivere così è un peso enorme per me e mi chiedo quanto senso ciò possa avere. Sento forte il rischio di sprecare per sempre questi ultimi anni di "giovane" vita adulta privato di circostanze e di quella persona speciale che, invece, possono farmi (ri)scoprire il bello della vita...
Vi ringrazio moltissimo per il vostro supporto
Buongiorno,
avere dilemmi simili e insoddisfazioni alla sua età, nel bello del cammin di nostra vita, mi paiono le condizioni ideali per fare grandi cambiamenti al fine di poter uscire da quella selva oscura.
In questo caso direi che un percorso volto a prender consapevolezza in merito a come sta affontando questo delicato passaggio e che sta mettendo in essere, è importante. Se vuole può contattarmi.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
avere dilemmi simili e insoddisfazioni alla sua età, nel bello del cammin di nostra vita, mi paiono le condizioni ideali per fare grandi cambiamenti al fine di poter uscire da quella selva oscura.
In questo caso direi che un percorso volto a prender consapevolezza in merito a come sta affontando questo delicato passaggio e che sta mettendo in essere, è importante. Se vuole può contattarmi.
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Gentile utente, da quello che si evince dal suo racconto, sembra che Lei veda la realtà e ciò che le succede in un unico modo, che risulta disfunzionale al raggiungimento del suo benessere e dei suoi obiettivi. Riuscire a cambiare il modo in cui si percepisce ciò che accade intorno a noi e trovare nuove strategie di fronteggiamento più funzionali, potrebbe essere uno degli obiettivi da perseguire, con l'aiuto di uno specialista. Credo che un consulto con un terapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale sia indicato nel suo caso. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Sei una delle mosche bianche in questa società persa, solitaria e dipendente, però sembra che tu pur essendo la persona sana ti trovi a combattere con dei fantasmi. Non demordere ed avvilirti, piuttosto abbi sempre fiducia in te, sei giovanissimo e la vita è ancora tutta da giocare. Arriverà tutto al momento giusto, cammina a testa alta e gioisci di quello che sei.
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, una narrazione ricca di profondità che riflette un disagio complesso e stratificato. Le sue parole evidenziano un senso di solitudine e insoddisfazione legato a molteplici aspetti della vita, quali le relazioni affettive, l’autorealizzazione personale e la dimensione lavorativa. Questi temi, intrecciati tra loro, sembrano alimentare un circolo di sconforto e rassegnazione, accentuato da confronti sociali e aspettative esterne.
Dal punto di vista relazionale, il senso di isolamento che descrive potrebbe derivare da schemi di pensiero e di comportamento che, inconsapevolmente, condizionano il modo in cui si approccia agli altri e come interpreta le esperienze. È possibile che vi siano paure legate al rifiuto o al giudizio che, pur non emergendo in modo chiaro, influiscono sulla possibilità di instaurare legami significativi. Inoltre, l’immagine idealizzata della vita altrui, amplificata dai social media, rischia di aggravare il senso di inadeguatezza e fallimento.
Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, l’assenza di un sogno da perseguire e il peso delle responsabilità percepite sembrano esaurire le sue risorse psicologiche, lasciandola con un senso di vuoto e insoddisfazione. Questo potrebbe indicare la necessità di ridefinire ciò che dà significato al suo impegno quotidiano, identificando piccoli obiettivi realistici che possano riaccendere motivazione e soddisfazione personale.
La sensazione di essere "fuori tempo massimo" o di non poter recuperare le esperienze del passato rappresenta una percezione molto comune, ma non definitiva. La vita non segue un percorso lineare e, in ogni fase, è possibile creare nuove opportunità per vivere emozioni autentiche e significative.
In una situazione come la sua, ritengo che intraprendere un percorso di supporto psicologico possa essere estremamente utile per esplorare le sue emozioni, comprendere le sue difficoltà e individuare strategie per affrontare il senso di insoddisfazione e di incompletezza. Nel corso delle sedute, sarebbe possibile lavorare sulla gestione delle aspettative sociali, sullo sviluppo di nuove modalità di connessione interpersonale e sulla costruzione di un progetto di vita che tenga conto delle sue risorse e desideri.
Rimango a disposizione qualora desiderasse approfondire ulteriormente quanto descritto o iniziare un percorso che le permetta di ritrovare equilibrio e serenità. Può contattarmi in qualsiasi momento attraverso questa piattaforma.
Dal punto di vista relazionale, il senso di isolamento che descrive potrebbe derivare da schemi di pensiero e di comportamento che, inconsapevolmente, condizionano il modo in cui si approccia agli altri e come interpreta le esperienze. È possibile che vi siano paure legate al rifiuto o al giudizio che, pur non emergendo in modo chiaro, influiscono sulla possibilità di instaurare legami significativi. Inoltre, l’immagine idealizzata della vita altrui, amplificata dai social media, rischia di aggravare il senso di inadeguatezza e fallimento.
Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, l’assenza di un sogno da perseguire e il peso delle responsabilità percepite sembrano esaurire le sue risorse psicologiche, lasciandola con un senso di vuoto e insoddisfazione. Questo potrebbe indicare la necessità di ridefinire ciò che dà significato al suo impegno quotidiano, identificando piccoli obiettivi realistici che possano riaccendere motivazione e soddisfazione personale.
La sensazione di essere "fuori tempo massimo" o di non poter recuperare le esperienze del passato rappresenta una percezione molto comune, ma non definitiva. La vita non segue un percorso lineare e, in ogni fase, è possibile creare nuove opportunità per vivere emozioni autentiche e significative.
In una situazione come la sua, ritengo che intraprendere un percorso di supporto psicologico possa essere estremamente utile per esplorare le sue emozioni, comprendere le sue difficoltà e individuare strategie per affrontare il senso di insoddisfazione e di incompletezza. Nel corso delle sedute, sarebbe possibile lavorare sulla gestione delle aspettative sociali, sullo sviluppo di nuove modalità di connessione interpersonale e sulla costruzione di un progetto di vita che tenga conto delle sue risorse e desideri.
Rimango a disposizione qualora desiderasse approfondire ulteriormente quanto descritto o iniziare un percorso che le permetta di ritrovare equilibrio e serenità. Può contattarmi in qualsiasi momento attraverso questa piattaforma.
Buongiorno, le sue parole ben cesellate tradiscono (fortunatamente) un profilo intellettivamente e cognitivamente degno di raffinatezza letteraria, fanno emergere inoltre un taglio sensibile ai panorami dell'esistenza ed è su questo che vorrei soffermare la sua attenzione: l'eccesso di una qualità può, in taluni casi, convertirsi in un'anomalia. Il carico di aspettative (a mio parere assolutamente sovrastimate) che rivolge a se stesso, e che sembra più una formazione reattiva a quelle che richiederebbe il "mondo" (effimere per loro stessa natura), le hanno appannato la forza della risorsa più potente che ancora detiene, il Tempo di vita a sua disposizione. Chi le scrive è un professionista di 54 anni, e mi creda sulla parola, la decade dei 40-50 anni è stata la più decisiva della mia vita, in ogni senso che la sua immaginazione le concede di visualizzare. Non pretendo che possa e debba essere un mantra per chiunque, tuttavia mi sono solo permesso di farle un esempio di alternativa alla costrizione che lei si è imposto, quella di credere che il meglio dell'esistenza sia ormai alle spalle. Ci sono molti aspetti che sarebbe necessario approfondire della sua dissertazione (l'appoggio della sua rete sociale e familiare, il carico effettivo della sua professione per il suo bilancio energetico, le sue condizioni generali in termini di risorse sia affettive che materiali, e soprattutto, la griglia di "costrizioni" e "doverizzazioni" con cui inquadra tutto ciò), in ogni caso, può partire dallo spunto che le ho suggerito. Le auguro una buona giornata
Buongiorno. Immagino che la situazione non sia semplice. È comprensibile il suo malessere in relazione alla situazione che ha descritto. Tuttavia sarebbe utile un approfondimento per poterla aiutare nelle difficoltà che descrive.
Provo a restituirle qualcosa riprendendo la metafora dello scalatore che ha utilizzato. Descrive una situazione in cui lo scalatore si arrampica per cercare di scalare una parete che si sgretola progressivamente.
Forse lo scalatore potrebbe fermarsi a riflettere se effettivamente quella sia la parete giusta per lui da scalare. Durante questo tempo “sospeso” potrebbe accorgersi che forse non gli piace neanche scalare, ma che piuttosto è interessato ad un’altra attività. Questo gli consentirebbe di sentirsi a proprio agio all’interno dell’abito che ha deciso di indossare ed essere così pronto per condividere tutto ciò con le persone che desidera incontrare.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Cordiali Saluti
Provo a restituirle qualcosa riprendendo la metafora dello scalatore che ha utilizzato. Descrive una situazione in cui lo scalatore si arrampica per cercare di scalare una parete che si sgretola progressivamente.
Forse lo scalatore potrebbe fermarsi a riflettere se effettivamente quella sia la parete giusta per lui da scalare. Durante questo tempo “sospeso” potrebbe accorgersi che forse non gli piace neanche scalare, ma che piuttosto è interessato ad un’altra attività. Questo gli consentirebbe di sentirsi a proprio agio all’interno dell’abito che ha deciso di indossare ed essere così pronto per condividere tutto ciò con le persone che desidera incontrare.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Cordiali Saluti
Grazie per la tua condivisione. Comprendo profondamente quanto la tua esperienza stia mettendo alla prova il tuo benessere emotivo sia dal punto di vista affettivo che lavorativo. Il dolore e la frustrazione che descrivi sono fortemente validi, e il fatto che tu stai cercando un supporto per affrontare tutto questo è un passo molto importante e significativo. Dalle tue parole si sente il peso e la sensazione di solitudine e di disconnessione rispetto agli altri. È difficile quando ci sembra che gli altri possano vivere esperienze che a noi sembrano irraggiungibili, soprattutto quando la realtà dei social media amplifica il senso di isolamento. Il confronto con i coetanei che sembrano vivere “la vita che avremmo voluto” può farci sentire inadeguati o persino fuori tempo massimo, ma voglio sottolineare che ognuno di noi ha il proprio percorso, e non esiste una "scadenza" per ciò che desideriamo vivere e soprattutto il proprio tempo.
Il fatto che tu ti sente "incompleto" è comprensibile, soprattutto quando sembri vedere gli altri vivere esperienze che tu senti di non poter più sperimentare.
Credo che la bellezza di un cammino di crescita stia proprio nel riconoscere che ogni tappa, anche quella che sembra fuori posto o ritardata, è comunque parte di una trama che è tutta tua. La sensazione di "perdere tempo" è devastante, ma anche in questo puoi trovare uno spazio per un cambiamento che parte da te stesso: dalla consapevolezza che le difficoltà che stai affrontando ora, pur dolorose, non sono segnali di fallimento, ma momenti di crescita e di profonda riflessione.Ti invito a non giudicarti troppo duramente. Stai vivendo un periodo difficile, e riconoscere il peso di questi momenti è già un atto di grande consapevolezza. Ti ringrazio per aver scritto qui, è segno di consapevolezza oltre ad essere una richiesta di aiuto.
Resto a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto
Il fatto che tu ti sente "incompleto" è comprensibile, soprattutto quando sembri vedere gli altri vivere esperienze che tu senti di non poter più sperimentare.
Credo che la bellezza di un cammino di crescita stia proprio nel riconoscere che ogni tappa, anche quella che sembra fuori posto o ritardata, è comunque parte di una trama che è tutta tua. La sensazione di "perdere tempo" è devastante, ma anche in questo puoi trovare uno spazio per un cambiamento che parte da te stesso: dalla consapevolezza che le difficoltà che stai affrontando ora, pur dolorose, non sono segnali di fallimento, ma momenti di crescita e di profonda riflessione.Ti invito a non giudicarti troppo duramente. Stai vivendo un periodo difficile, e riconoscere il peso di questi momenti è già un atto di grande consapevolezza. Ti ringrazio per aver scritto qui, è segno di consapevolezza oltre ad essere una richiesta di aiuto.
Resto a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lorena Ghiotto
buon giorno, credo che un colloquio (o qualche colloquio) le sarebbe utile per cercare di comprendere se davvero il mondo esterno che lei incontra è del tutto disalllineato alle sue aspettative, o se un "sottofondo depressivo " la indice a interpretare in chasse negativa gli eventi esterni. Comprendere il suo stato timico (l'umore) da parte di un professionista potrebbe fare la differenza. Sono a disposizione, se eventualmente desiderasse contattarmi. In altre parole, cercherei di capire se è la dura realtà esterna che è difficile da affrontare, oppure aspetti intrapsichici non indagati. Un caro saluto
Buongiorno e grazie per aver condiviso con tanta sincerità i tuoi pensieri e le tue emozioni. Vorrei iniziare dicendoti che non sei solo in ciò che stai vivendo, e molte delle sensazioni che descrivi, come il sentirsi "fuori tempo" o in ritardo rispetto agli altri, sono parte di un'esperienza umana che tocca molti di noi. Ma c'è un messaggio importante che desidero trasmetterti: non esiste un tempo giusto o sbagliato nella vita, perché ognuno ha il proprio percorso unico.
La società spesso ci propone un'idea di tappe predefinite: studiare, trovare un lavoro, costruire una famiglia, realizzarsi in un certo modo entro una certa età. Queste aspettative possono farci sentire inadeguati se il nostro cammino si discosta da quello schema, ma la realtà è che la vita non è una corsa lineare. È un viaggio fatto di deviazioni, fermate, ripartenze e momenti che non seguono un ordine prestabilito. In ogni età è possibile iniziare qualcosa di nuovo, costruire legami significativi o scoprire nuovi orizzonti, indipendentemente dal passato.
Il confronto con gli altri, specialmente attraverso ciò che vediamo sui social o nella vita di chi ci circonda, può essere una trappola ingannevole. Ci mostra solo frammenti idealizzati delle vite altrui, mentre ognuno affronta difficoltà e insicurezze che spesso restano nascoste. Concentrarsi su ciò che manca rispetto a queste immagini può alimentare un senso di vuoto, ma è un confronto che non porta mai vera chiarezza o felicità.
Sul piano affettivo, ricorda che le relazioni autentiche si costruiscono nel tempo e spesso nascono in contesti dove puoi essere te stesso, non sotto la pressione di "dover" trovare qualcuno. Può essere utile esplorare ambienti o attività che rispecchiano i tuoi interessi, dove il legame con gli altri nasce in modo spontaneo. Non è mai troppo tardi per costruire connessioni significative, che siano amicizie o qualcosa di più.
Anche sul piano lavorativo, il fatto che tu senta il peso della mancanza di un sogno non significa che non ci sia spazio per nuove scoperte. A volte, ciò che ci dà soddisfazione non è una grande rivoluzione, ma piccoli momenti di creatività o attività che ci ricordano chi siamo al di là del lavoro.
Ti incoraggio a vedere il tuo percorso non come qualcosa di incompleto, ma come qualcosa di ancora aperto, pieno di possibilità. Ogni giorno è un’opportunità per alleggerire quel peso, anche solo un po’, facendo qualcosa per te stesso, esplorando ciò che ti interessa o chiedendo aiuto quando serve. Chiedere supporto non è un segno di debolezza, ma un atto di grande forza e rispetto per ciò che stai vivendo.
Il tuo valore non è determinato da quanto velocemente raggiungi le tappe della vita, ma da come scegli di affrontare il tuo cammino. E questo cammino, inizia sempre con il primo passo, indipendentemente dall’età o da dove ti trovi.
Un caro saluto
La società spesso ci propone un'idea di tappe predefinite: studiare, trovare un lavoro, costruire una famiglia, realizzarsi in un certo modo entro una certa età. Queste aspettative possono farci sentire inadeguati se il nostro cammino si discosta da quello schema, ma la realtà è che la vita non è una corsa lineare. È un viaggio fatto di deviazioni, fermate, ripartenze e momenti che non seguono un ordine prestabilito. In ogni età è possibile iniziare qualcosa di nuovo, costruire legami significativi o scoprire nuovi orizzonti, indipendentemente dal passato.
Il confronto con gli altri, specialmente attraverso ciò che vediamo sui social o nella vita di chi ci circonda, può essere una trappola ingannevole. Ci mostra solo frammenti idealizzati delle vite altrui, mentre ognuno affronta difficoltà e insicurezze che spesso restano nascoste. Concentrarsi su ciò che manca rispetto a queste immagini può alimentare un senso di vuoto, ma è un confronto che non porta mai vera chiarezza o felicità.
Sul piano affettivo, ricorda che le relazioni autentiche si costruiscono nel tempo e spesso nascono in contesti dove puoi essere te stesso, non sotto la pressione di "dover" trovare qualcuno. Può essere utile esplorare ambienti o attività che rispecchiano i tuoi interessi, dove il legame con gli altri nasce in modo spontaneo. Non è mai troppo tardi per costruire connessioni significative, che siano amicizie o qualcosa di più.
Anche sul piano lavorativo, il fatto che tu senta il peso della mancanza di un sogno non significa che non ci sia spazio per nuove scoperte. A volte, ciò che ci dà soddisfazione non è una grande rivoluzione, ma piccoli momenti di creatività o attività che ci ricordano chi siamo al di là del lavoro.
Ti incoraggio a vedere il tuo percorso non come qualcosa di incompleto, ma come qualcosa di ancora aperto, pieno di possibilità. Ogni giorno è un’opportunità per alleggerire quel peso, anche solo un po’, facendo qualcosa per te stesso, esplorando ciò che ti interessa o chiedendo aiuto quando serve. Chiedere supporto non è un segno di debolezza, ma un atto di grande forza e rispetto per ciò che stai vivendo.
Il tuo valore non è determinato da quanto velocemente raggiungi le tappe della vita, ma da come scegli di affrontare il tuo cammino. E questo cammino, inizia sempre con il primo passo, indipendentemente dall’età o da dove ti trovi.
Un caro saluto
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire questa problematica. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno ,
Grazie per aver condiviso quello che sta vivendo. Scrive parole da cui passa in modo molto chiaro la sua sofferenza .
Vorrei dirle subito una cosa: non è "fuori tempo massimo". La vita non segue un copione prestabilito, anche se spesso ci sembra così guardando gli altri o confrontandoci con certe aspettative sociali.
La sensazione di incompletezza che descrive è dolorosa, lo capisco, ma non è un marchio indelebile. È una voce che può cambiare tono e parole, soprattutto quando inizia a guardarsi con più gentilezza e meno giudizio. Non c’è niente di sbagliato nell’arrivare oggi a cercare risposte che forse si aspettava di avere anni fa. Ogni momento è buono per ricominciare, anche in piccoli passi.
Sul lavoro: può essere frustrante sentirsi drenati da ciò che si fa, ma qui c’è una domanda importante da farsi: ci sono modi, anche piccoli, per ritrovare un po’ più di energia? Magari imparare a dire qualche “no” o dedicare del tempo a scoprire altre passioni, anche se non sembrano legate al lavoro?
Non è facile costruire legami significativi, soprattutto quando ci si sente già un po’ scoraggiati. Credo sia importante cambiare punto di vista e incominciare a delineare cosa significherebbe per lei una nuova relazione ? L'incompletezza di cui parla pensa che potrebbe essere colmata da un altra persona ?
Si merita gentilezza. Da parte degli altri, sì, ma soprattutto da se stesso.
Potrebbe concedersi questa possibilità in un suo percorso personale.
Se ne avesse bisogno sono a disposizione.
Buona giornata. :)
Grazie per aver condiviso quello che sta vivendo. Scrive parole da cui passa in modo molto chiaro la sua sofferenza .
Vorrei dirle subito una cosa: non è "fuori tempo massimo". La vita non segue un copione prestabilito, anche se spesso ci sembra così guardando gli altri o confrontandoci con certe aspettative sociali.
La sensazione di incompletezza che descrive è dolorosa, lo capisco, ma non è un marchio indelebile. È una voce che può cambiare tono e parole, soprattutto quando inizia a guardarsi con più gentilezza e meno giudizio. Non c’è niente di sbagliato nell’arrivare oggi a cercare risposte che forse si aspettava di avere anni fa. Ogni momento è buono per ricominciare, anche in piccoli passi.
Sul lavoro: può essere frustrante sentirsi drenati da ciò che si fa, ma qui c’è una domanda importante da farsi: ci sono modi, anche piccoli, per ritrovare un po’ più di energia? Magari imparare a dire qualche “no” o dedicare del tempo a scoprire altre passioni, anche se non sembrano legate al lavoro?
Non è facile costruire legami significativi, soprattutto quando ci si sente già un po’ scoraggiati. Credo sia importante cambiare punto di vista e incominciare a delineare cosa significherebbe per lei una nuova relazione ? L'incompletezza di cui parla pensa che potrebbe essere colmata da un altra persona ?
Si merita gentilezza. Da parte degli altri, sì, ma soprattutto da se stesso.
Potrebbe concedersi questa possibilità in un suo percorso personale.
Se ne avesse bisogno sono a disposizione.
Buona giornata. :)
Salve, la descrizione del suo stato d’animo è veramente profondo e va in contrasto con quello che descrive rispetto alle sue relazioni che sembrano essere superficiali Quello che mi chiedo e quanto faccia vedere questa sua parte agli altri e quanto la tenga nascosta e perché. Ho più volte riguardato la sua età che sembra, da quello che esprime, non aderente alla realtà. E’ come se sentisse di non avere più speranza in ogni campo, come se la sua vita a 33 non possa avere dei cambiamenti, una sorta di rassegnazione e di chiusura per un eventuale cambio di rotta. C’è qualcosa che deve ritrovare, che ha perso o oppresso. Quando dice di sentirsi incompleto “e fuori tempo massimo, come se mi trovassi ad imparare ad andare in bicicletta per la prima volta a quest'età, senza possibilità alcuna di poter "riavvolgere il nastro" e vivere con trepidazione e gioia le tappe che tradizionalmente vengono fatte dall'adolescenza alla decade dei vent'anni...” mi chiedo perché, utilizzando la sua metafora, non imparare ad andare in bicicletta a quest’età? Forse prima aveva delle resistenze, delle paure, di cadere, di non riuscire, di essere preso in giro, di non essere adeguato, di sentirsi fuori luogo…ma adesso, a 33 anni, può farlo e scoprire la sensazione di lasciarsi andare. L’andare in bicicletta è una metafora ricca di significati, ci può andare in discesa, senza freni e potrebbe addirittura attraversare strade dissestate o, azzardiamo, potrebbe anche correre...
Buonasera,
le sue parole esprimono con grande chiarezza un dolore profondo e un senso di vuoto che possono sembrare insormontabili, specialmente quando si confrontano i propri desideri con le aspettative sociali o con la realtà vissuta. È evidente quanto questa situazione le pesi, sia nel contesto affettivo che lavorativo, e comprendo il suo timore di "perdere tempo" o di vivere un'esistenza che non corrisponde alle sue speranze.
Tuttavia, il fatto che abbia deciso di condividere tutto questo è un primo passo importante. Spesso, affrontare queste sensazioni di solitudine e incompiutezza richiede tempo e un percorso di riflessione personale. Sentirsi "fuori tempo massimo" è una percezione comprensibile, ma non è mai troppo tardi per trovare nuove strade, ridefinire i propri obiettivi e costruire un rapporto più sano con sé stesso e con il mondo che la circonda.
Le suggerirei di considerare uno spazio di supporto, come una psicoterapia, che possa aiutarla a esplorare i suoi vissuti, a comprendere meglio il peso delle aspettative esterne e a scoprire nuove prospettive per vivere con maggiore serenità. Anche piccoli passi verso l'autenticità e la consapevolezza di ciò che conta davvero per lei possono fare una grande differenza.
Se ha bisogno di parlarne ulteriormente, resto a disposizione. Le auguro una serena serata e tanta forza per affrontare questo momento difficile.
le sue parole esprimono con grande chiarezza un dolore profondo e un senso di vuoto che possono sembrare insormontabili, specialmente quando si confrontano i propri desideri con le aspettative sociali o con la realtà vissuta. È evidente quanto questa situazione le pesi, sia nel contesto affettivo che lavorativo, e comprendo il suo timore di "perdere tempo" o di vivere un'esistenza che non corrisponde alle sue speranze.
Tuttavia, il fatto che abbia deciso di condividere tutto questo è un primo passo importante. Spesso, affrontare queste sensazioni di solitudine e incompiutezza richiede tempo e un percorso di riflessione personale. Sentirsi "fuori tempo massimo" è una percezione comprensibile, ma non è mai troppo tardi per trovare nuove strade, ridefinire i propri obiettivi e costruire un rapporto più sano con sé stesso e con il mondo che la circonda.
Le suggerirei di considerare uno spazio di supporto, come una psicoterapia, che possa aiutarla a esplorare i suoi vissuti, a comprendere meglio il peso delle aspettative esterne e a scoprire nuove prospettive per vivere con maggiore serenità. Anche piccoli passi verso l'autenticità e la consapevolezza di ciò che conta davvero per lei possono fare una grande differenza.
Se ha bisogno di parlarne ulteriormente, resto a disposizione. Le auguro una serena serata e tanta forza per affrontare questo momento difficile.
Comprendo benissimo quello che sta attraversando ma alle volte la vità è fatta di compensazioni, ci sarà sempre una situazione scomoda da dover affrontatare, agio e diagio corrono sempre vicini...In alcuni casi abbiamo bisogno di nuove lenti che ci aiutino a focalizzare, valorizzare quello che abbiamo intorno e indirzzarsi verso la giusta direzione. Un caro saluto. M. Catalano
Gentile utente di mio dottore,
lei qui porta temi molto importanti come l' autorealizzazione, il desiderio di poter aver una vita sentimentale, su cui sente di avere enormi difficoltà. Varrebbe la pena poter approfondire tutto questo attraverso l' aiuto di un professionista in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di essere accompagnato in questo percorso di ricerca della felicità, vedrà che con il tempo potrà guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
lei qui porta temi molto importanti come l' autorealizzazione, il desiderio di poter aver una vita sentimentale, su cui sente di avere enormi difficoltà. Varrebbe la pena poter approfondire tutto questo attraverso l' aiuto di un professionista in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di essere accompagnato in questo percorso di ricerca della felicità, vedrà che con il tempo potrà guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica relazionale. Cordiali saluti
Buonasera! La ringrazio, perché le sue righe hanno dato vita a tantissimi pensieri. Considerato il limite del contesto e dello strumento, proverò a condividere solo qualche riflessione. Nel leggerla, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad una persona che si è ritrovata catapultata nell'età adulta, un po' come accadde nel film "DA GRANDE" (1987). Il protagonista, comprensibilmente, all'inizio si sentiva solo, spaventato, disorientato, inadeguato, fuori luogo e fuori tempo. Non le nascondo che ho sentito nelle sue parole qualcosa di molto simile. "... la pressione sociale verso l'autorealizzazione e la creazione di un proprio spazio felice condiviso è fortissima... (che) i coetanei e gli amici più stretti vivono o sembrano vivere... Uscite in centro città, gite fuori porta, conversazioni e momenti intimi sono cose che sembrano concrete soltanto nella mia testa"... Come se sentisse il dovere di raggiungere le tappe evolutive di una vita adulta che fatica a sentire genuina, spontanea. Tornando al film, credo che ciò che ha permesso a quell'anacronistico adulto di cavarsela è stata la capacità di conservare il contatto con la sua storia, con il bambino, con sé stesso. Non c'è nulla di cui avere vergogna o motivi per sentirsi in colpa, perché "riavvolgere il nastro" e avere una seconda occasione per ri-leggere la propria storia, permette di recuperare quel senso di continuità del sé che, ad un certo punto e per qualche motivo, potrebbe essere venuto meno, potrebbe aver subito un'interruzione. Approfitti di questa seconda occasione e trovi una "persona speciale" che la accompagni con pazienza a "ri-scoprire" sé stesso. In bocca al lupo
Caro utente, le domande che lei si pone e la sofferenza che prova è legittima ed è molto coraggioso da parte sua decidere di affrontarle "prima che sia troppo tardi", come dice nella sua mail. Premesso che io non credo nel "tempo limite" oltre il quale sia troppo tardi per cominciare un cambiamento, ritengo che alla sua età si è solo all'inizio ed è proprio il momento per cominciare a fare un percorso interiore per riscoprirsi e scoprire cosa davvero ci fa vibrare, cosa vogliamo nel nostro futuro. Cominciare un percorso di terapia con un professionista con cui si possa creare una buona alleanza terapautica, aiuta a fare proprio questo. Io le auguro di fare questo ulteriore passo ed affrontare con curiosità ed entusiastìsmo ciò chele si presenterà davanti nel suo percorso di riscoperta. Le auguro il meglio.
“Per affrontare il suo problema, le consiglio di considerare la psicoterapia breve strategica. Se desidera ulteriori chiarimenti o informazioni, non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti,
Dr. Michele Scala
Caro,
posso immaginare quanto sia difficile per te affrontare questo momento in cui senti di essere in una spirale di insoddisfazione e frustrazione, sia sul piano affettivo che lavorativo. Il senso di solitudine e il confronto con la vita degli altri possono amplificare questa percezione, facendoti sentire "fuori tempo" o bloccato in una realtà che non rispecchia le tue aspettative.
Quello che descrivi è un vissuto molto doloroso, ma non è una condanna: anche se oggi vedi un futuro cupo, questo non significa che non ci siano possibilità di cambiamento. A volte, quando ci si sente intrappolati in uno schema di pensieri negativi, è utile provare a spostare il focus su ciò che è nelle tue possibilità di azione. Piuttosto che vedere il passato come qualcosa di irrecuperabile e il futuro come già scritto, puoi provare a chiederti: quali piccoli passi posso fare oggi per sentirmi un po' più vicino alla vita che desidero?
Dal punto di vista relazionale, la pressione sociale e il confronto con gli altri possono far sembrare che ci siano "tempi giusti" da rispettare, ma la realtà è che ognuno ha il suo percorso. A qualsiasi età è possibile costruire legami significativi, esplorare nuovi ambienti, trovare spazi in cui sentirsi valorizzati. A volte, quando ci si concentra troppo sul risultato (trovare la persona giusta, avere una relazione), si rischia di perdere di vista il processo: il piacere di conoscere persone nuove, di condividere esperienze senza aspettative rigide.
Anche sul piano lavorativo, il senso di insoddisfazione può essere pesante, soprattutto se non si ha una forte motivazione. Tuttavia, se la professione attuale non ti dà stimoli, potrebbe essere utile provare a individuare piccoli cambiamenti che possano renderla più tollerabile o cercare nuove direzioni che, pur non essendo la "carriera dei sogni", possano almeno darti maggiore equilibrio.
In questo momento, la sofferenza e la frustrazione che provi sono reali e meritevoli di attenzione. Se senti che il peso di queste emozioni sta diventando troppo difficile da gestire da solo, potrebbe essere utile considerare un supporto psicologico per aiutarti a ridefinire i tuoi obiettivi e trovare nuove chiavi di lettura per la tua storia. Non sei solo e non è mai troppo tardi per costruire un presente più appagante.
Ti mando un caro saluto e un incoraggiamento a non perdere la speranza.
Dott.ssa Mariangela Carella
posso immaginare quanto sia difficile per te affrontare questo momento in cui senti di essere in una spirale di insoddisfazione e frustrazione, sia sul piano affettivo che lavorativo. Il senso di solitudine e il confronto con la vita degli altri possono amplificare questa percezione, facendoti sentire "fuori tempo" o bloccato in una realtà che non rispecchia le tue aspettative.
Quello che descrivi è un vissuto molto doloroso, ma non è una condanna: anche se oggi vedi un futuro cupo, questo non significa che non ci siano possibilità di cambiamento. A volte, quando ci si sente intrappolati in uno schema di pensieri negativi, è utile provare a spostare il focus su ciò che è nelle tue possibilità di azione. Piuttosto che vedere il passato come qualcosa di irrecuperabile e il futuro come già scritto, puoi provare a chiederti: quali piccoli passi posso fare oggi per sentirmi un po' più vicino alla vita che desidero?
Dal punto di vista relazionale, la pressione sociale e il confronto con gli altri possono far sembrare che ci siano "tempi giusti" da rispettare, ma la realtà è che ognuno ha il suo percorso. A qualsiasi età è possibile costruire legami significativi, esplorare nuovi ambienti, trovare spazi in cui sentirsi valorizzati. A volte, quando ci si concentra troppo sul risultato (trovare la persona giusta, avere una relazione), si rischia di perdere di vista il processo: il piacere di conoscere persone nuove, di condividere esperienze senza aspettative rigide.
Anche sul piano lavorativo, il senso di insoddisfazione può essere pesante, soprattutto se non si ha una forte motivazione. Tuttavia, se la professione attuale non ti dà stimoli, potrebbe essere utile provare a individuare piccoli cambiamenti che possano renderla più tollerabile o cercare nuove direzioni che, pur non essendo la "carriera dei sogni", possano almeno darti maggiore equilibrio.
In questo momento, la sofferenza e la frustrazione che provi sono reali e meritevoli di attenzione. Se senti che il peso di queste emozioni sta diventando troppo difficile da gestire da solo, potrebbe essere utile considerare un supporto psicologico per aiutarti a ridefinire i tuoi obiettivi e trovare nuove chiavi di lettura per la tua storia. Non sei solo e non è mai troppo tardi per costruire un presente più appagante.
Ti mando un caro saluto e un incoraggiamento a non perdere la speranza.
Dott.ssa Mariangela Carella
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