Buongiorno, Vi scrivo per un consulto perché mi trovo in una situazione scomoda. Mio fratello ment

24 risposte
Buongiorno,
Vi scrivo per un consulto perché mi trovo in una situazione scomoda. Mio fratello mente da quando è piccolo e questa cosa non è mai migliorata. Mente dalle cose più stupide a quelle più gravi. Quest'anno ha iniziato l'università e ieri ho scoperto che ha mentito sugli esami sostenuti. Aveva detto una cosa che non mi tornava su un parziale che aveva sostenuto e così presa dall'ansia ho controllato la sua posta studenti. Non ha nemmeno un esame verbalizzato. So che non avrei dovuto farlo ma sono molto preoccupata. Tra pochi giorni io partirò per un esperienza all'estero di sette mesi e ritengo che prima di andare via dovrei parlarne con qualcuno. Nostra madre è una persona molto particolare e penso che mio fratello ne sia vittima (io la ritengo la causa del problema) e perciò parlare con lei peggiorerebbe solo le cose. Avevo pensato di farlo presente ai miei zii in modo da discutere con loro sul da farsi. Non so se faccio bene, ma vorrei evitare che la cosa vada avanti e che poi si ritrovi tra qualche anno in trappola e sotto pressione. Secondo voi faccio bene a parlarne con loro o dovrei limitarmi a parlare con lui? Io ci ho già parlato tante volte ma le cose non sembrano cambiare. Purtroppo penso che mio fratello soffra molto e abbia bisogno di un aiuto psicologico ma mia madre non ha mai preso sul serio questa cosa.
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buongiorno, grazie per aver condiviso una situazione così delicata. Comprendo la tua preoccupazione per il comportamento di tuo fratello, che da tempo manifesta un’abitudine a mentire, e il timore che questo possa portarlo a trovarsi in situazioni difficili in futuro, soprattutto ora che ha iniziato l’università. È evidente che hai già provato a parlarne direttamente con lui più volte senza ottenere un cambiamento, e che, alla luce della complessità delle dinamiche familiari – in cui ritieni che tua madre abbia avuto un ruolo nel modellare questi comportamenti – ti senti in dovere di cercare un intervento più ampio.

Coinvolgere altri parenti, come i tuoi zii, potrebbe rappresentare un’opportunità per discutere della situazione in un ambiente meno conflittuale, in cui venga presa in considerazione la necessità che tuo fratello riceva un supporto psicologico mirato. L’obiettivo non sarebbe tanto quello di criticare, ma di cercare insieme una strategia che possa aiutarlo a uscire da questo schema, senza però forzare nulla e rispettando i suoi tempi.

È una scelta difficile, ma il fatto di voler prevenire conseguenze future e di proteggere tuo fratello, che tu ritieni soffrire molto, è un segnale della tua premura e responsabilità. Se desideri approfondire questo percorso e valutare insieme le possibili strategie di intervento, rimango a disposizione per un consulto o per accompagnarti in un percorso di psicoterapia che possa offrirti supporto in questo complesso contesto familiare.

Un caro saluto.

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Dott.ssa Virginia Bosca
Psicologo, Psicologo clinico
Calizzano
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione e immagino che non sia semplice. Suo fratello è anche minimamente consapevole del problema? Diversamente, per quanto la sua preoccupazione sia legittima, non può fare molto altro se non cercare un sostegno in famiglia finché non sarà lui a richiedere un sostegno psicologico. Resto a disposizione
Buon pomeriggio,
grazie per aver condiviso una situazione così complessa e delicata. Da ciò che scrive emerge una grande attenzione e preoccupazione affettuosa per suo fratello, e il fatto che si stia interrogando su come agire dimostra quanto tenga al suo benessere.

Capisco quanto possa essere difficile trovarsi in mezzo tra il desiderio di aiutare e la paura di peggiorare le cose. La sua riflessione sul ruolo familiare e sulla dinamica con vostra madre è molto lucida, così come il dubbio se coinvolgere o meno altre persone.

Spesso, in contesti familiari delicati, può essere molto utile confrontarsi in uno spazio protetto e professionale, anche solo per chiarirsi le idee su come agire nel modo più efficace e rispettoso per tutti. Se lo desidera, possiamo approfondire insieme questa situazione: credo che un confronto diretto possa aiutarla a sentirsi più serena nelle scelte che sta per compiere, specialmente prima della sua partenza.

Un caro saluto,
Janett Aruta
Psicologa
Dott.ssa Anna De Luca
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Ciao, se pensi che i tuoi zii possano essere una risorsa per aiutare tuo fratello a sentirsi a suo agio nel parlare apertamente della questione, può essere una buona soluzione. Inoltre, se pensi che possano essere di sostegno con tua madre, potrebbero supportarvi anche nell'affrontare la tematica di un percorso psicologico o psicoterapeutico, forse utile sia per tuo fratello che per vostra madre. L'importante, però, è che tuo fratello si senta accolto e mai forzato a parlare, né ad intraprendere la terapia. Buona fortuna per la vostra situazione complicata.
Dott.ssa Rosa Gentile
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
la ringrazio innanzitutto per aver condiviso la sua situazione familiare, la sua posizione in questa dinamica è molto delicata. Sente di dover intervenire per aiutare suo fratello, ma non sa in che modo farlo poichè teme una sua chiusura in tal senso. Il suo comportamento può denotare una certa difficoltà a far fronte alle sfide universitarie, raccontare e raccontarsi bugie una strategia difensiva rispetto ai sentimenti che prova. Spesso si tratta di sentimenti di disistima di sè e di vergogna perchè chi li prova non riesce a raggiungere determinati "ideali" o "standard" a cui tendere. Un modo per proteggere il proprio sè, per quanto disfunzionale, poichè invalidante e non risolutivo. Per questo parlare con lui può essere complicato, rendersi conto delle proprie difficoltà ed ammettere di avere un problema richiede un "abbassamento" di queste strategie difensive. (Mi racconto delle bugie per proteggermi, ammettere a me stesso una verità inedita può essere faticoso, posso essere momentaneamente sprovvisto di corazze difensive).

Può provare nuovamente a parlarne con lui, conscia delle sue difficoltà, mostrando empatia e vicinanza per la sua situazione, provando a non farlo sentire giudicato... mostrandosi una sua alleata.
Può suggerirgli diverse soluzioni per ricevere il supporto necessario qualora si mostrasse ricettivo ed accoglierle (oltre che parlare con figure familiari di cui sente ci si possa fidare): diverse università italiane, ad esempio, hanno attivi degli sportelli psicologici gratuiti, pensati di proposito per sostenere gli iscritti nel loro percorso di studi.
Lei a breve parte per questa esperienza all'estero, magari può essere un'occasione utile non solo per lei, ma anche per lui, per preparare il terreno per uno scambio comunicativo tra voi due, per rafforzare il legame. Trovare il giusto canale comunicativo può essere delicato, fare leva su una buona comunicazione tra voi due potrebbe essere un primo passo.
Un caro saluto!

Dott. Matteo De Nicolò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta cura e responsabilità ciò che sta vivendo. Comprendo quanto possa essere difficile trovarsi in una situazione così delicata, soprattutto quando si è coinvolti emotivamente e si ha a cuore il benessere di un familiare.
Le difficoltà legate alla menzogna persistente, soprattutto in ambito familiare, possono essere segnali di una sofferenza più profonda che meriterebbe attenzione e ascolto. Il fatto che lei si stia interrogando su come affrontare la questione, senza voler creare ulteriori fratture, dimostra un grande senso di consapevolezza e sensibilità.
La confusione che prova è comprensibile: spesso, quando i ruoli familiari sono complessi, diventa difficile capire qual è il passo più giusto da fare. Parlare con i suoi zii potrebbe essere una possibilità utile, soprattutto se ritiene che possano essere una presenza più neutra e supportiva, ma ogni scelta dovrebbe essere accompagnata da una riflessione attenta, per evitare che il fratello si senta esposto o tradito.
Un percorso psicologico, sia per suo fratello che eventualmente per lei, potrebbe essere uno spazio prezioso in cui dare voce a questi vissuti e costruire strategie per affrontare questa situazione in modo più chiaro e sostenibile. In questi casi, infatti, non c’è una sola via giusta, ma è fondamentale prendersi il tempo per capire come muoversi con rispetto e cura. Se lo desidera, sono a disposizione per approfondire insieme questo momento, anche in modalità online vista la sua imminente partenza.
Dott. Matteo De Nicolò
Dr. Filippo Ciullini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buonasera,
Si comprende bene da quanto ha scritto che tiene molto a suo fratello e vorrebbe il meglio per lui e il suo futuro. Vorrebbe che stesse meglio e non sentisse il bisogno di mentire, così da accettarsi e da lì iniziare una riflessione per un eventuale cambiamento. Comprende anche che suo fratello è molto sofferente. Sembra che si trovi già sotto pressione e che stia cercando di accontentare qualcuno piuttosto che pensare a un percorso che gli piaccia e che lo faccia sentire soddisfatto. Provare a parlarci, per capire cosa lo porti a mentire costantemente e verso chi si sente di dover essere giudicato positivamente potrebbe essere una via percorribile. E' importante anche che lei cerchi di stare bene. Altrimenti rischia di farsi carico di suo fratello e delle sue difficoltà fino a rimanerne sommersa. Mi rendo conto che fa soffrire anche lei la situazione in cui si trova suo fratello. Viene da domandarsi come si possibile che solo lei all'interno del nucleo familiare si sia resa conto di queste difficoltà, un dialogo con tutta la famiglia potrebbe rappresentare un passo più incisivo per accogliere le difficoltà e le preoccupazioni di suo fratello. Lei sa meglio di tutti qual è la situazione anche del resto dei componenti della sua famiglia e cosa sia più saggio fare in questo momento per evitare che la situazione peggiori ulteriormente. E' importante però che non comprometta il suo benessere e la sua esperienza all'estero, altrimenti finirà per essere a sua volta arrabbiata e frustrata da tutta la situazione attuale.
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera,
comprendo bene quanto sia difficile per lei trovarsi in questa posizione, divisa tra la preoccupazione per suo fratello e la necessità di tutelare anche sé stessa, soprattutto ora che sta per partire. La sua lettura è lucida e attenta: ha colto un malessere che va oltre il semplice comportamento scorretto, e riconosce quanto il contesto familiare possa contribuire a mantenerlo.

Il fatto che suo fratello menta sistematicamente, anche su questioni importanti come l’università, può indicare un disagio più profondo, legato forse al bisogno di evitare il giudizio o di non deludere. In questi casi, affrontarlo direttamente può non bastare, soprattutto se il problema è radicato. Parlare con lui rimane importante, ma è utile farlo in modo non accusatorio, puntando più sulla sua sofferenza che sul comportamento in sé.

Coinvolgere una figura adulta esterna e affidabile, come uno zio, potrebbe essere una buona scelta, soprattutto se ha il timore che sua madre reagirebbe male. L’obiettivo non deve essere quello di "smascherarlo", ma di creare una rete che possa aiutarlo, magari favorendo l'accesso a un supporto psicologico.

Sta mostrando molta responsabilità e sensibilità. Le consiglio anche di prendersi cura del suo equilibrio: partire con il senso di colpa o la sensazione di “lasciarlo solo” potrebbe pesarle. Fare il possibile prima della partenza, con delicatezza, è già un gesto di grande valore.

Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
Dott.ssa Laura Fortunato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara, mi dispiace che sia tanto preoccupata per suo fratello e da quello che scrive si capisce che vive una situazione familiare complicata. Le chiederei se questa sua apprensione a pochi giorni dalla sua partenza per 7 mesi non sia accentuata proprio dalla prospettiva di lasciare suo fratello e sua madre da soli. 7 mesi non sono qualche anno e non credo succederà niente di irrimediabile durante la sua lontananza. Potrebbe aiutarla a sentirsi più tranquilla chiedere ai suoi zii di "supervisionare" ogni tanto la situazione familiare e dire a suo fratello di rivolgersi a loro in caso di bisogno? Per il resto, se pensa che suo fratello stia soffrendo e che avrebbe bisogno di un aiuto psicologico, il primo con cui dovrebbe parlarne è lui, è suo fratello in prima persona che deve prendere questa decisione per se stesso. Un caro saluto
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Psicologo, Psicologo clinico
Trinitapoli
Chiedere aiuto non è mai sbagliato. Le consiglio però di parlarne prima con lui, e di rassicurarlo sul fatto può contare sul suo supporto, principalmente. Un percorso psicologico è sempre consigliato.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la sua preoccupazione è assolutamente comprensibile e traspare un grande affetto e senso di responsabilità nei confronti di suo fratello. Il suo desiderio di proteggerlo, di evitare che si incastri in una rete di menzogne sempre più difficile da gestire, e allo stesso tempo di non creare ulteriori danni familiari, è un equilibrio molto delicato che si percepisce chiaramente.

Il fatto che lei riconosca come il comportamento di suo fratello possa essere il riflesso di dinamiche familiari complesse, e in particolare del rapporto con vostra madre, è un segnale di grande lucidità. I comportamenti di menzogna reiterati, soprattutto se presenti fin dall’infanzia, spesso non sono semplicemente “difetti” caratteriali, ma possono rappresentare una strategia di sopravvivenza psichica, una forma di adattamento a un ambiente percepito come giudicante, rigido o poco accogliente emotivamente.

Lei si è già confrontata più volte con suo fratello, e nonostante il suo impegno e la sua disponibilità, non ha visto cambiamenti significativi. Questo non significa che i suoi tentativi siano stati vani, ma probabilmente che suo fratello, per cambiare davvero, ha bisogno di uno spazio di ascolto diverso: uno spazio terapeutico, in cui possa esplorare senza paura le ragioni profonde del suo agire.

Riguardo alla decisione di parlarne con i vostri zii, la scelta dipende molto dalla relazione che loro hanno con voi, dalla loro capacità di accogliere la situazione senza generare ulteriore pressione o giudizio. Se pensa che possano essere alleati costruttivi e sensibili, potrebbe essere utile coinvolgerli, soprattutto in vista della sua partenza. Altrimenti, può essere altrettanto valido limitarsi a un ultimo confronto sincero e affettuoso con suo fratello, offrendogli ancora una volta la sua vicinanza e, se possibile, suggerendogli esplicitamente di chiedere un aiuto psicologico, magari lasciandogli dei riferimenti utili.

Il gesto di controllare la sua posta, per quanto delicato e invasivo, è nato da una preoccupazione autentica. Non si colpevolizzi per questo. In contesti familiari complessi, a volte è difficile fare sempre la cosa “giusta”, e ci si muove come si può, cercando di evitare il male maggiore.

Le auguro che questa sua partenza possa essere un momento di crescita anche per lei, e che riesca a lasciare a suo fratello un seme di fiducia e speranza che, magari anche grazie a lei, un giorno potrà germogliare.

Un caro saluto
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso una situazione così delicata e complessa.

È comprensibile la sua preoccupazione per suo fratello e la sensazione di impotenza di fronte a comportamenti che si ripetono da tempo e che sembrano non trovare una soluzione. La menzogna cronica, specialmente se presente fin dall'infanzia e accompagnata da altri segnali di disagio, può effettivamente essere un sintomo di una sofferenza più profonda, che andrebbe compresa con attenzione.

Il fatto che lei noti questi comportamenti e senta la responsabilità di intervenire è molto significativo. Allo stesso tempo, è importante ricordare che cambiare atteggiamenti radicati, come la tendenza a mentire, non è semplice e richiede tempo, comprensione e spesso un intervento psicologico.

La sua idea di confrontarsi con i suoi zii può essere valida, soprattutto se sono figure di riferimento stabili e presenti, che potrebbero offrire un supporto concreto e forse facilitare un confronto familiare più costruttivo. Tuttavia, sarebbe anche fondamentale parlare con suo fratello in modo non accusatorio, cercando di esprimere il suo affetto e la sua preoccupazione sincera, offrendo ascolto e sostegno.

La dinamica familiare che lei descrive – con una madre percepita come problematica e poco attenta ai segnali di disagio – potrebbe effettivamente aver avuto un impatto importante sulla crescita emotiva di suo fratello. In questi casi, è comune che i giovani sviluppino strategie di sopravvivenza, anche disfunzionali, per far fronte alla pressione o al senso di inadeguatezza.

Infine, vorrei sottolineare che, in situazioni così complesse, rivolgersi a uno specialista rappresenta sempre un passo utile e consigliato. Un percorso psicologico potrebbe offrire a suo fratello l’opportunità di esplorare le sue difficoltà in un contesto protetto e accogliente, favorendo una maggiore consapevolezza di sé e dei propri comportamenti.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione così lucida e sentita. Quello che sta vivendo è chiaramente per lei motivo di disagio, preoccupazione e anche di senso di responsabilità verso suo fratello. È naturale provare tutto questo quando si ama profondamente una persona e la si vede comportarsi in modo che appare distruttivo o ingannevole, soprattutto se tutto ciò sembra essere una costante fin dall’infanzia. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, la menzogna sistematica può essere sintomo di un disagio più profondo, a volte legato a una difficoltà nel tollerare il fallimento, alla paura del giudizio o del rifiuto, oppure può rappresentare una strategia di evitamento rispetto a situazioni percepite come eccessivamente stressanti o ansiogene. In un contesto familiare complicato, dove magari c’è stata poca accoglienza emotiva o un’educazione molto centrata sulle aspettative e poco sull’ascolto, è comprensibile che un ragazzo sviluppi nel tempo dei meccanismi disfunzionali per proteggere se stesso. Il suo istinto di intervenire, prima di partire, è comprensibile e anche molto sensato. La sua preoccupazione dimostra affetto e senso di responsabilità. Tuttavia, è importante che il suo intervento non si trasformi in un carico eccessivo sulle sue spalle, né che rischi di peggiorare le dinamiche familiari o far sentire suo fratello sotto accusa. Se ha già provato a parlargli più volte senza vedere cambiamenti, è lecito sentirsi scoraggiata, ma è altrettanto importante ricordare che il cambiamento nei comportamenti disfunzionali richiede tempo, consapevolezza e spesso un supporto professionale. Coinvolgere i suoi zii può essere un’idea valida, soprattutto se ritiene che siano figure adulte di riferimento stabili ed equilibrate, capaci di affrontare la questione senza cadere nel giudizio o nel conflitto. È utile però che questo avvenga con delicatezza, con l’obiettivo di costruire una rete di sostegno intorno a suo fratello e non un confronto punitivo. È essenziale che chiunque venga coinvolto sia disposto ad ascoltare e ad aiutare senza colpevolizzare. Un’altra possibilità, se ne ha la possibilità, è proporre con fermezza ma con empatia a suo fratello di iniziare un percorso psicologico. Potrebbe anche semplicemente iniziare con un colloquio di orientamento, senza impegno, ma che gli dia la possibilità di essere ascoltato da un professionista. Spesso i giovani hanno bisogno di sentire che chiedere aiuto non significa ammettere di essere sbagliati, ma semplicemente avere il coraggio di esplorare sé stessi in profondità. Infine, tenga conto che, per quanto amore e impegno possa mettere in campo, lei non ha il controllo su tutto. È importante che si prenda cura anche di sé, che affronti questa situazione con presenza e affetto ma anche con il rispetto dei suoi limiti. Lei ha davanti a sé un’opportunità importante, quella all’estero, ed è giusto che possa viverla con serenità e senza un carico eccessivo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dr. Cristian Sardelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno gentile utente,
purtroppo non ci racconta molto di suo fratello e dunque questo rende ancor più complesso rispondere ad un comportamento del genere, per esperienza ho imparato che chi mente anche su cose banali, spesso lo fa, come se recitasse una parte un ruolo, quale quello che, ritenga più funzionale, al suo quieto vivere, nonché un modo per sentirsi accettato, valorizzato se non amato. Spesso sono così i figli di genitori severi, insegnanti, o militari, contesti in cui la disciplina è rigidamente imposta o comunque attesa. Come sappiamo tutti le bugie hanno le gambe corte! Credo che per prima cosa, convenga affrontare con lui, la questione nel senso che ciascuno ha diritto di sbagliare. Una volta edotto, sarà compito suo, decidere come comportarsi. Consigliare uno psicoterapeuta è sicuramente utile al fine di potersi emancipare e addivenire ad essere se stesso, compiaciuto e soddisfatto, per quel che è ancor prima che per quello che fa.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Dott.ssa Giada Valmonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
Cara utente,
innanzitutto grazie per aver condiviso qua la sua situazione.
Immagino la preoccupazione che ha nei confronti di suo fratello, purtroppo non è facile accettare e gestire il senso di impotenza che si prova in questi casi. Io cercherei di parlare direttamente con lui a cuore aperto, di comunicargli come la fa sentire oltre al fatto di fargli sentire la sua vicinanza in quanto sorella.
Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
Dott. Niccolò Orsi Bandini
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione.
la menzogna patologica è un disturbo che va preso seriamente, come lei ha già intuito nella domanda posta, in genere ha delle cause psicologiche che hanno a che fare con le relazioni significative, per esempio può essere usata come difesa contro forti sensi di inadeguatezza e bassa autostima, alta vulnerabilità emotiva e iper-sensibilità al rifiuto, fino a essere una componente di veri e propri disturbi della personalità.
Sarebbe anche utile vedere se suo fratello mente compulsivamente, ovvero non riesce a non farlo, o usa queste bugie in maniera più deliberata, per esempio per sottrarsi u una controllo materno che sente come oppressivo e/o come un rifugio da una realtà esterna che percepisce come ostile e minacciosa.
Questa situazione è chiaramente molto pesante, e traspare dalle sue parole come lei si senta responsabile per suo fratello e abbia cercato sempre di fare il meglio per lui, e anche come si senta completamente isolata, a combattere una battaglia senza fine nè speranza.
Per questo le dico, non si senta in colpa per aver controllato la sua posta studenti, la menzogna patologica logora le persone che circondano chi soffre di questa patologia, portando ad un clima di continuo sospetto e incertezza; e alla fine si cede alla disperazione a al controllo.
Il mio consiglio può sembrare contro intuitivo, ma le proporrei di non avere confronti diretti con suo fratello, situazioni che possano portarlo a negare, reagire con rabbia e chiudersi ulteriormente; per quanto sia difficile questi disturbi vanno approcciati con empatia e senza giudizio, comprendendo che la persona di fronte a noi ha in realtà una forte sofferenza inespressa. In particolare se lei coinvolgesse gli zii (senza prima averne parlato con lui) potrebbe portarlo a sentirsi intrappolato in un'imboscata.
Capisco anche l'abbattimento e scoramento che deriva dall'aver tentato un approccio costruttivo più e più volte, le posso solo dire di non arrendersi in questo senso; in queste situazioni non esiste una pillola magica purtroppo. Mi sento solo di dirle di continuare a cercare un contatto personale con suo fratello, parlargli cercando di comprendere le motivazioni dietro al suo comportamento, ma anche cercando di non reagire impulsivamente alle sue menzogne e cercando di stabilire chiari confini nella comunicazione per non farsi aggirare dalle bugie.
In queste situazioni la chiave è la pazienza unita alla costanza; non si faccia soverchiare dalla disperazione, e continui a cercare un canale comunicativo vero e sincero con suo fratello, cerchi di fargli capire che lei non vuole solo portarlo a farsi vedere in quanto "malato" ma è prima di tutto sua sorella e ci tiene a lui qualunque cosa succeda. Sembra banale ma spesso le persone che soffrono molto non ritengono di essere degni di amore , si sentono isolate e non comprese. Purtroppo nessuno oltre a lui può decidere di intraprendere un trattamento psicologico.
Per il resto le auguro di godersi il periodo all'estero, lo prenda anche come momento di relativo distacco da questa situazione, qualche mese per prendersi più cura di sè stessa, a volte è schiarendosi la mente che riusciamo a trovare risorse e insight che prima ritenevamo impossibili.
Auguro il meglio sia a lei che a suo fratello dott. Niccolò Orsi bandini.
Dott.ssa Anna Faragò
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Gentile utente,
grazie per aver condiviso una situazione così delicata. Immagino che la situazione che sta vivendo le crei molti dubbi e la ponga in un vero e proprio dilemma sia a livello emotivo che relazionale.
Dal suo scritto emerge come ci sia un legame forte con il fratello, legame che la porta quasi a sentirsi responsabile per ciò che avviene nella sua vita. Sembra che più volte abbia provato a proteggere suo fratello, cercando di parlare con lui e portandogli delle evidenze. Ora che è in arrivo l'evento della partenza forse potrebbe sopraggiungere la preoccupazione di non riuscire a proteggerlo come fatto fino ad ora, data appunto la distanza.
Prima di parlare con gli zii, tuttavia, sarebbe opportuno chiedersi: ma cosa intende comunicare mio fratello con questo comportamento? Se si scoprisse il segreto come cambierebbero gli equilibri nella nostra famiglia?
Forse iniziare a rispondere a tali domande attraverso un percorso psicologico potrebbe essere un aiuto per lei e un gesto di protezione nei confronti di suo fratello. Magari lei potrebbe fungere proprio da "ponte" per poter avviare un percorso assieme a suo fratello, cosicché lui successivamente possa prendersi cura della propria vita in autonomia.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, anche attraverso un consulto online

Dott.ssa Anna Faragò
Dott. Nicola Bucci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, la questione merita attenzione per essere analizzata nello specifico. Le consiglio di poterne parlare non in un forum ma con uno psicologo/psicoterapeuta, in seduta anche in vista della sua partenza.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Grazie per aver condiviso questa situazione così complessa e difficile. È evidente che ti stai preoccupando sinceramente per il benessere di tuo fratello, e questo dimostra quanto ci tieni a lui e al suo futuro.
La tendenza a mentire, soprattutto su questioni importanti come gli esami universitari, potrebbe indicare che tuo fratello sta vivendo un grande disagio. Forse sta cercando di evitare il confronto con se stesso o con le aspettative degli altri. È possibile che senta pressione o paura di non essere all'altezza, e mentire potrebbe sembrare per lui un modo per gestire questa situazione, anche se non è una soluzione efficace o sana.
Per quanto riguarda il tuo dubbio sul coinvolgimento degli zii, questa potrebbe essere una buona idea solo se ritieni che abbiano la sensibilità e la capacità di affrontare la questione con tatto e comprensione, senza creare conflitti inutili o mettere ulteriore pressione su tuo fratello. Tuttavia, poiché hai già parlato con lui diverse volte senza risultati, potrebbe essere importante prima tentare un approccio diverso direttamente con lui. Cerca un momento tranquillo per dirgli che hai notato la sua difficoltà e che sei lì per supportarlo, senza giudicarlo. Potresti dirgli che vuoi aiutarlo a trovare una strada per affrontare i problemi, sia all'università che emotivamente.
Prova a spiegargli che il supporto di uno psicologo potrebbe aiutarlo a gestire meglio le sue emozioni e le sue difficoltà. Spesso i giovani resistono a questa idea per timore di essere giudicati, ma puoi presentarlo come un atto di cura verso se stesso.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Dott.ssa Mariapaola Anania
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per la sua condivisione, le consiglio di parlarne innanzitutto con suo fratello perché è qualcosa che lo riguarda in prima persona. Cerchi di non farlo sentire giudicato, le faccia sentire la sua vicinanza, la sua comprensione e lo inviti a rivolgersi ad uno psicologo. Suo fratello è adulto, se vuole può iniziare un percorso psicologico a prescindere dal volere di sua madre. L’aiuto di un professionista potrebbe segnare un punto di partenza per elaborare ed approfondire alcuni vissuti. Resto a disposizione.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa, specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Buongiorno! La preoccupazione che affiora dallo scritto per suo fratello sembra essere sinonimo di affetto verso di lui e proprio per tale ragione sento dalle sue parole che vorrebbe in qualche modo aiutarlo. Penso che potrebbe provare per prima cosa a parlare nuovamente con suo fratello, cercando di far emergere in lui le sue emozioni e il suo vissuto, magari partendo da quello che ha visto lei e da quello che sente lei per lui in tale situazione; non sempre è facile aprirsi e raccontarsi alle persone anche quando queste sono parte della famiglia, ma magari iniziando noi per primi a mostrarci e condividere le nostre emozioni e i nostri pensieri, potremmo aiutare la persona di fronte a noi, in questo caso suo fratello, ad aprirsi. Questo potrebbe essere il punto di partenza per provare a trovare azioni alternative a quelle che finora ha messo in campo suo fratello, ma il primo passo penso che sia sempre quello di stare in ascolto delle emozioni e dei pensieri dell'altro senza entrare nella sfera del giudizio, ma accogliendo tutto quello che emerge.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Gentile Utente, da ciò che descrive si percepisce molto chiaramente quanto Lei tenga a suo fratello, e quanto questa situazione Le pesi. È una posizione difficile, soprattutto perché si trova tra il desiderio di proteggerlo e il timore di invadere eccessivamente la sua privacy o di creare conflitti familiari più grandi. Cerco di offrirLe qualche spunto di riflessione.
Il fatto che suo fratello menta da molti anni, anche sulle cose importanti, fa pensare che non si tratti di un semplice comportamento adolescenziale o difensivo, ma di un meccanismo radicato, forse appreso in un contesto familiare in cui si riceve molta pressione, nel quale la verità non viene sempre accolta o dove non fa sentire al sicuro essere autentici. Lei stessa accenna a una madre "molto particolare" che ritiene responsabile del problema: questo lascia intendere che ci sia una storia più complessa dietro, e che probabilmente suo fratello non menta semplicemente per cattiveria, leggerezza o menefreghismo, ma forse per sopravvivere psicologicamente a qualcosa di più difficile.
Parlare solo con lui, come ha già fatto, sembra non aver prodotto cambiamenti. Forse perché non è ancora pronto, oppure perché si sente intrappolato in una dinamica complessa.
Parlarne con i Suoi zii potrebbe essere una buona idea, a patto che siano persone equilibrate, presenti, e in grado di agire con sensibilità.
Se decidesse di parlare con lui prima della partenza, Le suggerirei di farlo con molta delicatezza e tenerezza, non focalizzandosi tanto sulla bugia quanto sulla sua sofferenza (di lui).
Qualora avesse dubbi o domande sono a sua disposizione. Cordialmente
Sembra ci tenga molto a suo fratello dal modo in cui porta questa preoccupazione.
Mentire può avere tanti significati diversi: a volte è per coprire qualcosa di cui ci si vergogna, altre per crearsi degli spazi di autonomia omettendo il proprio vissuto reale, altre volte ci sono fini più manipolatori. Non è chiaro perché suo fratello senta il bisogno di mentire e mi trova d'accordo nel sostenere che beneficerebbe di un percorso psicologico per comprendere meglio questa dinamica (presente sin dall'infanzia).
Ma ora il dubbio che lei porta è: "che cosa me ne faccio di questa verità che ho scoperto?"
Come prima cosa mi verrebbe da dirle: quello che più la alleggerirebbe. Sta per dedicarsi ad un'esperienza importante (sette mesi all'estero), sarebbe meglio partire con la mente più libera da questa grande preoccupazione. Se parlarne agli zii le serve per condividere questo segreto con degli adulti che reputa disponibili e affidabili, si senta libera di farlo e condividerne il peso.
Mi auguro altri adulti intorno a suo fratello si accorgano e prendano sul serio, come ha fatto lei, la situazione. Mi auguro anche che lei possa partire solo con i chili dei suoi begagli sulle spalle e meno tutti gli altri. Buon viaggio!

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