Buongiorno, sono un ragazzo di 27 anni, non sono mai stato fidanzato e sono vergine, questa situazio

28 risposte
Buongiorno, sono un ragazzo di 27 anni, non sono mai stato fidanzato e sono vergine, questa situazione mi affligge molto soprattutto da 2 anni a questa parte, mi sento arrabbiato e frustrato allo stesso tempo, sicuramente direte ognuno a i suoi tempi, non sono d'accordo, mi sento sbagliato e soprattutto mi sento molto inferiore rispetto a chiunque, ovvio non ne parlo apertamente del fatto che sono vergine perché mi vergognerei moltissimo e sarei ridicolo, inoltre ho un attività e lavoro 13 ore al giorno, per 6 giorni e mezza giornata la domenica, non voglio discolparmi con questo perché potrei avere lo stesso problema con un lavoro normale perché il mio problema è in testa, però è comunque un aggravante di non poco conto la mancanza di tempo libero, ho seriamente paura che passeranno gli anni rimanendo vergine, e non lo dico per vittimismo o perché voglio fare l'isterico, preferirei fare un gesto estremo piuttosto che vivere questa umiliazione e inferiorità, un altro problema che mi pesa enormemente caso remoto dovrei sbloccarmi, è il fatto che mi sento totalmente inadeguato data l' età, se avevo 15 anni non me ne preoccupavo, in ultimo scusate lo sfogo, questa situazione mi pesa enormemente e incide anche su altre cose dove sono più bravo, perché mi fa essere pessimista, sono in ritardo di un eternità rispetto ai miei coetanei
Dott.ssa Francesca Cinotti
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, grazie per aver condiviso il suo malessere, non è facile aprirsi rispetto a temi così delicati. La frustrazione e la rabbia che riporta sono emozioni comprensibili che possono incidere molto sul suo benessere, portandola a vivere un senso di inferiorità nei confronti dei suoi coetanei. Anche se descrive una vita molto impegnata dal punto di vista lavorativo, trovare il tempo di rivolgersi ad un professionista per cominciare un percorso di supporto psicologico, potrebbe aiutarla ad esprimere i suoi vissuti di sofferenza e comprendere il blocco che lei descrive, sopratutto alla luce dei pensieri che sta avendo rispetto al fare dei gesti estremi. Questi ultimi in particolare, necessiterebbero di un supporto anche in modo urgente, così da potersi lei riappropriare della sua vita e del suo benessere.

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao, capisco il tuo dolore e la tua frustrazione riguardo alla situazione che stai vivendo. Molti giovani, come te, si trovano a fare i conti con un'esperienza di solitudine o con il non sentirsi all'altezza rispetto ai propri coetanei, ma è importante comprendere che ognuno ha il proprio percorso e le proprie tempistiche. Non c'è nulla di "sbagliato" in te, e la difficoltà che stai vivendo non definisce chi sei. La paura di sentirsi inadeguati o inferiori è spesso legata a idee irrealistiche o pressioni sociali, che possono essere difficili da superare senza un supporto adeguato.

Il fatto che tu sente di avere un "problema in testa" indica che potrebbe esserci una componente emotiva o psicologica che sta influenzando il modo in cui vedi te stesso e la tua vita sentimentale. Il lavoro intenso e la mancanza di tempo libero possono sicuramente aggiungere stress, ma la chiave per affrontare questa situazione è riconoscere che esistono modalità per affrontare e superare questi blocchi emotivi.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista che ti possa accompagnare in un percorso di consapevolezza e crescita personale, aiutandoti a superare i sentimenti di inadeguatezza ea gestire meglio le emozioni che stai vivendo.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Giuseppe Christian Fiore
Psicologo, Chinesiologo
Pozzuoli
Salve, stando a quanto raccontato:
Il problema sembra comporsi di una parte interna (la sofferenza per non riuscire) e una esterna (la sofferenza per quello che pensano gli altri). Tutto ricade in ciò che pensi di te stesso.
Posso invitarti a leggere l’attuale situazione come un guscio esterno, composto sulla base di quanto accade molto più internamente: tu stesso hai spiegato, ad esempio, quali ritmi lavorativi affronti.
Il supporto psicologico di un professionista può senz’altro aiutarti a mettere in ordine le idee su quanto accade dentro e fuori di te e cominciare a lavorare interiormente per il raggiungimento di obiettivi che possono comprendere anche quello della soddisfazione sessuale.

Dott.ssa Greta Tuci
Psicologo, Neuropsicologo, Terapeuta
Brescia
Buongiorno,

Effettivamente lei lavora tanto e questo non le permette di trovare tempo per sé e per le sue relazioni. Cerca di trovare un po di tempo per se stesso così potrai trovare tempo anche per creare una relazione.
Gent. Scrivente, afferma di sentirsi da tempo frustrato e arrabbiamo per via di una situazione che le crea un alto livello di disagio psicologico e relazionale.
Il suo problema può essere sicuramente risolto, ma per risolvere bisogna affrontare da soli o con un aiuto professionale.
Cosa le ha impedito in tutti questi anni di chiedere un supporto psicologico? E' possibile che accanto ad una parte di lei che vive la verginità con tanto disagio, ce ne sia una invece sta assolutamente ben comoda nella posizione assunta, altrimenti avrebbe trovato soluzioni.
Sicuramente i primi rapporti sessuali si vivono prima dei 27 anni. Tuttavia pur essendo tardi , non è troppo tardi per vivere esperienze di intimità .
Non procrastini ancora, se non vuole peggiorare la situazione.
Buona serata. Bruno Ramondetti
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia, ma non per il fatto che alla sua età non abbia mai avuto rapporti sessuali (cosa più comune di quanto lei creda), ma per i suoi pensieri disfunzionali e per la mancanza di fiducia in se stesso. Cordiali saluti.
Dott.ssa Sara Vento
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, comprendo la difficoltà e la frustrazione che sente. Come ha scritto lei, da una parte sappiamo che non c’è un tempo oggettivo in cui questa esperienza debba essere fatta ed è anche vero che è un qualcosa di talmente personale che confrontarsi con i coetanei non porterà a dire se è in ritardo su questo o meno, anzi.
Poi c’è un altro livello, ovvero i contesti e le situazioni che si trova a frequentare per cui se ci creiamo in qualche modo le occasioni che possono facilitare delle conoscenze, questo sicuramente può essere d’aiuto. Ma entrambe queste cose sono relative, nel senso che io mi e le chiederei piuttosto di riflettere sul perché percepisce questa sua mancanza di esperienza tanto grave da poterla portare in futuro a preferire di compiere un gesto estremo. Si potrebbe riflettere sulla vergogna, sul pessimismo che le porta. Questo insieme di cose sono forse importanti da capire in primis.
Cari saluti, mi rendo disponibile per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Carin Irma Blumenthal
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Barzanò
Mi spiace davvero molto per la sofferenza che in questo periodo sta provando. Un percorso psicologico potrà aiutarla ad affrontare al meglio le preoccupazioni e questo senso di inferiorità che prova. Inoltre la vita sessuale, essendo un argomento complesso, necessita di essere approfondita per cercare le cause che le stanno impedendo di amare.
Cordialmente
Dott.ssa Blumenthal
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, posso solo immagina come lei si possa sentire ed immagino anche non deve essere stato facile per lei condividerlo con noi, quindi grazie. Cosa è accaduto nella sua vita fino ad oggi? Come mai questo elemento nella sua vita è così importante? Mettiamo caso lei abbia un rapporto sessuale domani, ma questo come cambierebbe la sua vita? Cosa le da e cosa le toglie avere una relazione?
Molte sarebbero le domande da farsi su tale tema. Credo possa essere importante esplorare tutto ciò in un luogo sicuro come la terapia. Rimango a sua disposizione cordialmente Dott.ssa Alessa D'Angelo
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, il suo post è pieno di spunti! Il tempo che dedica al lavoro limita le sue possibilità sociali e le occasioni di iniziare una relazione amorosa. La domanda è perché trascorre così tanto tempo al lavoro quando sente altri bisogni. Inoltre, è molto evidente il giudizio che da a sè stesso e quanta importanza da al giudizio altrui (non ha mai immaginato che potrebbe essere considerato una persona speciale e questa sua situazione potrebbe creare curiosità e l'inizio di una possibile relazione d'amore). La invito ad approfondire le sua domande per trovare maggiore serenità. Grazie.
Gentilissimo,
io farei una netta distinzione tra sessualità e relazione affettiva. E’ chiaro che nella situazione ideale, affettività e sessualità coesistono, ma questo non necessariamente accade in tutte le situazioni.
Chi lo dice che per avere una esperienza sessuale occorre essere fidanzati? Si possono fare esperienze sessuali anche con partner occasionali verso i quali non si attiva la relazione affettiva e romantica.
Con un partner occasionale (a condizione di prendere le opportune precauzioni igienico-sanitarie) si può sbagliare senza correre il rischio di farsi una brutta fama ed, anzi, cogliere l’esperienza come occasione di crescita.
Diventa, però, anche importante dedicare il tempo a se stesso contenendo quello dedicato al lavoro.
Sarebbe fidanzato con una ragazza che non ha il tempo di stare insieme a lei?
Se il suo ideale è quello di avere una relazione sentimentale con una esperienza sessuale appagante occorre costruire i presupposti per realizzarla.
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Non si può certo dire che non sia un disagio e le fa onore averlo capito da solo. L'unica strada è un percorso psicologico che l'aiuti a capire fino in fondo il perchè di questo blocco. Non faccia passare altro tempo, l'origine è nel passato e mi occupo proprio di questo: cercare le parti buie che non si conoscono di se stesso e che le impediscono di vivere la sessualità che merita. Abbia coraggio e non molli.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, le sue parole esprimono un dolore profondo e una sofferenza che sembra aver preso il sopravvento, portandola a sentirsi bloccato e senza via d'uscita. Voglio dirle subito che il suo valore come persona non si misura in base alle esperienze sentimentali o sessuali che ha avuto, né esiste un’età giusta o sbagliata per viverle. Il confronto con gli altri può essere crudele e alimentare la sensazione di inadeguatezza, ma la realtà è che ogni persona ha il proprio percorso e non esiste un "ritardo" in questi aspetti della vita.

Il fatto che lei lavori così tanto, senza lasciare molto spazio per sé stesso, potrebbe contribuire a questa sensazione di isolamento e di distanza dal mondo delle relazioni. Ma, come ha detto lei stesso, la questione non è solo il tempo a disposizione, quanto il peso emotivo e il giudizio severo che si infligge. Il senso di vergogna e di inferiorità di cui parla non è una verità oggettiva, ma una convinzione che la sta schiacciando e che forse ha radici più profonde, che andrebbero esplorate con delicatezza.

Quello che più mi preoccupa, nelle sue parole, è il pensiero di un “gesto estremo”. Se sta attraversando un momento di grande sofferenza, le chiedo di non affrontarlo da solo. Parlare con uno specialista potrebbe aiutarla a vedere questa situazione con altri occhi, a ridurre il peso dell'autocritica e a trovare un modo per sentirsi meno solo e bloccato. Il suo dolore è reale e merita attenzione, ma non significa che sia destinato a rimanere così per sempre.

Se sente che questa angoscia sta diventando insostenibile, la invito a cercare subito aiuto, magari rivolgendosi a uno psicologo o a qualcuno di fiducia con cui potersi aprire senza timore di essere giudicato. C'è sempre una strada da percorrere, anche quando sembra che tutto sia fermo. Non è solo in questa situazione, e non è condannato a rimanerci per sempre.

Dott. Luca Vocino
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gent.mo buonasera,
Sembra che tu stia scrivendo di una situazione che ti pesa molto.
Ma...
Cosa stai cercando davvero in questo box? Una risposta, un consiglio, o solo un po' di comprensione? Forse la risposta che cerchi si nasconde proprio nella domanda che ti poni.

Mi tengo a disposizione per consulenze su Bologna, Lecce ed online

Cordiali saluti,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Caro utente,
comprendo quanto questa situazione le stia pesando e il senso di frustrazione che descrive. Sentirsi inadeguati rispetto agli altri può essere molto doloroso, soprattutto quando si percepisce di essere "in ritardo" rispetto a un percorso che la società sembra dare per scontato.
A tal proposito sarebbe utile esplorare diversi aspetti, come:
Da dove nasce la sensazione di essere in ritardo? È legata più a pressioni esterne o a aspettative personali?
Quanto influisce il lavoro sulla possibilità di costruire relazioni? Ci sono spazi, anche piccoli, per nuove esperienze?
Come affronta la paura del cambiamento? È più forte il desiderio di fare un passo avanti o la paura di sentirti giudicato?
Il malessere che esprime merita attenzione e ascolto. Se i pensieri negativi diventano troppo pesanti, un percorso di supporto può aiutarla a vedere la situazione da una prospettiva diversa e a trovare strategie per affrontarla con maggiore serenità.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, prima di tutto, voglio dirle che il suo dolore e la sua frustrazione sono reali, e il fatto che ne stia parlando, anche solo in forma scritta, è un passo importante. Capisco quanto questa situazione possa pesare e come possa condizionare il modo in cui vede se stesso e il mondo intorno a sé. Voglio anche dirle che il valore di una persona non si misura dall’esperienza sentimentale o sessuale, anche se so che razionalmente questa frase può sembrare poco d’aiuto rispetto alle emozioni che sta provando. Quello che emerge dal suo racconto è un forte senso di inferiorità e inadeguatezza rispetto agli altri, come se la sua esperienza lo collocasse automaticamente in una posizione di svantaggio. In realtà, questa percezione è sostenuta da pensieri che funzionano come una lente: se lei vede la sua verginità come un segno di fallimento, tutto ciò che osserva attorno a sé sembrerà confermare questa idea. Ma se si fermasse un attimo a mettere in discussione questa convinzione, potrebbe accorgersi che il valore di una persona, così come la sua capacità di costruire relazioni, non si riduce a un’età o a un’esperienza sessuale. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, la sua sofferenza non deriva direttamente dalla sua situazione, ma dai significati che vi attribuisce. Ad esempio, sembra che per lei la verginità a 27 anni sia un’umiliazione, una dimostrazione di inferiorità. Ma si è mai chiesto chi ha stabilito questa regola? È possibile che questa convinzione sia il frutto di confronti con gli altri o di aspettative sociali che non tengono conto della sua storia personale? Spesso, quando ci si sente diversi rispetto a uno standard percepito, si finisce per ingigantire il divario e alimentare pensieri che fanno sentire ancora più bloccati. Un altro aspetto che colpisce è la sua paura del tempo che passa. Questo timore può portare a un circolo vizioso: più il tempo passa, più si sente in ritardo e inadeguato, più aumenta l’ansia di “sbloccare” la situazione, più la pressione diventa alta e meno si sente libero di vivere serenamente le relazioni. La sessualità, così come la costruzione di un legame affettivo, è qualcosa che avviene in uno spazio di naturalezza e apertura, mentre nel suo caso sembra essere diventata un'ossessione, quasi un obbligo da soddisfare per sentirsi all'altezza. È proprio questa pressione che rischia di allontanarla ancora di più dall'obiettivo che desidera raggiungere. Lei ha anche accennato all’idea di un gesto estremo. Questo mi fa capire quanto stia soffrendo. Il dolore che prova è forte, ma non è eterno, né definisce chi è. Quello che oggi sembra insopportabile, con il giusto supporto può essere affrontato. Mi sento di dirle con sincerità che parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a ristrutturare questi pensieri e a trovare un modo per avvicinarsi alle relazioni senza il peso di queste convinzioni negative. Un aspetto concreto da cui potrebbe partire è quello di lavorare sulla sua autostima e sul modo in cui si relaziona con gli altri. Spesso, quando ci si sente inadeguati, si finisce per evitare le situazioni sociali o per comportarsi con troppa rigidità, aumentando ancora di più la distanza con le persone. Potrebbe iniziare cercando piccoli momenti di socialità, anche se il lavoro occupa gran parte della sua vita. Non per forza con l’obiettivo immediato di una relazione, ma per sentirsi più a suo agio negli scambi con gli altri. Più riuscirà a vivere queste esperienze senza il peso del confronto e dell’autogiudizio, più sarà naturale per lei costruire un legame affettivo e, quando sarà il momento giusto, anche un’esperienza sessuale. Non è solo in questa battaglia, e soprattutto, non è un caso senza speranza. Il fatto che oggi si senta bloccato non significa che sarà così per sempre. C’è sempre la possibilità di lavorare su di sé, di cambiare prospettiva e di trovare la propria strada. Ciò che sente ora è dolore, non una condanna. Mi auguro che possa concedersi la possibilità di ricevere aiuto e di scoprire che il suo valore va ben oltre questa esperienza specifica. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Certamente la sua esperienza emotiva è fondamentale, perché è sua e le dice qualcosa di importante di se stesso.
Ma provo ugualmente a dirle che viviamo in un mondo in cui esistono regole che non sono nate con l'essere umano, ma che piuttosto sono state costruite da esseri umani che pensano che l'unico modo per essere meravigliosi in questo mondo sia rispettare quei canoni. Chi non li rispetta è uno sfigato, anche se magari è un genio.
Caro ventisettenne, possiamo anche combattere questo modo di pensare, perché non coincide con la bellezza dell'essere umano.
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ciao, grazie per esserti aperto e per aver condiviso come ti senti. Quello che stai vivendo, la frustrazione e la sensazione di inferiorità rispetto alla tua situazione, sono emozioni comprensibili, ma è importante ricordare che non sei solo in questo. Molte persone vivono sensazioni simili a causa di aspettative sociali e personali. La pressione di dover raggiungere determinati "traguardi" a una certa età può essere schiacciante, ma la tua autostima non dovrebbe essere definita da ciò che pensi di dover fare o di non aver fatto.

Il fatto che tu stia lavorando tanto è sicuramente un fattore che contribuisce alla mancanza di opportunità sociali, ma la radice di questa sensazione di inadeguatezza risiede molto nei pensieri che hai su te stesso e nel modo in cui interpreti la tua situazione. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) potrebbe aiutarti a esplorare e modificare questi pensieri, che spesso sono irrealistici o esagerati, e a lavorare sulla tua percezione di te stesso. Potresti anche imparare a vedere la tua vita e le tue esperienze da una prospettiva diversa, aiutandoti a concentrarti su ciò che hai raggiunto e sulle qualità che ti rendono unico.

Anche se ti sembra che il tempo stia "passando", ogni percorso è diverso e non c'è una tempistica giusta o sbagliata. Ti incoraggerei a non giudicarti troppo duramente e a permetterti di affrontare questo periodo con comprensione e pazienza verso te stesso. La tua felicità e il tuo valore non dipendono dal raggiungimento di determinati "obiettivi" o dalla tua situazione sentimentale. Un professionista potrebbe aiutarti a mettere in luce queste risorse interiori e affrontare la tua frustrazione in modo più sano.

Non esitare a cercare supporto se ti senti sopraffatto: parlando di questi sentimenti con un terapeuta potresti sentirti sollevato e più in grado di affrontare il tutto con una nuova prospettiva.
Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Ti dedico una poesia:
"Se ti comporti come un appestato la gente ti fuggirà, se ti comporti come un gelato la gente ti leccherà"
A te la scelta.
Un caro saluto
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera e grazie per aver condiviso la tua situazione. Capisco il tuo disagio e la frustrazione che provi, e il fatto che tu lo stia vivendo in modo così intenso dimostra quanto tu tenga a questa sfera della tua vita. Vorrei dirti che non sei solo in questa situazione, molti uomini, per diverse ragioni, si trovano a vivere esperienze simili e il fatto che tu ne stia parlando apertamente è un primo passo importante. La società ci spinge a seguire spesso un determinato percorso di vita, con tappe precise come il fidanzamento e la vita intima. Ma ogni persona ha i suoi tempi e il confronto con gli altri può generare solamente ansia e frustrazione. Ricorda che il tuo valore non dipende dall'aver avuto o meno esperienze sentimentali o sessuali. Esci dalla tua zona di comfort, coltiva i tuoi hobby e interessi, questo ti darà l'opportunità di conoscere nuove persone e di sperimentarti in nuove situazioni. Ricorda che ogni cosa ha il suo tempo.
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso un vissuto così intimo e profondo, le rimando il suo sentirsi in ritardo come un peso enorme che incide sui suoi pensieri e atteggiamenti nelle relazioni quotidiane. Le suggerisco di guardarsi con sentimento di curiosità e ascoltare ciò che per lei è indispensabile, al di fuori di ciò che la nostra società ci impone. Ciò si può affermare in una sola relazione: quella con noi stessi. Attraverso un lavoro di psicoterapia analitica, e con un professionista affine a lei, inizi questa strada verso la conoscenza di sé stesso, il resto verrà da se. Cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

il tema che qui riporta è molto importante e andrebbe meglio sviscerato in un contesto di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Contatti quanto prima uno specialista ed inizi un percorso psicologico, potrà esser così aiutato nel raggiungere l obbiettivo tanto sperato.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per aver condiviso con sincerità il suo vissuto, che trasmette quanto questa situazione le stia causando sofferenza e disagio. Il confronto con i coetanei e l'idea di essere in ritardo rispetto a un presunto percorso prestabilito possono alimentare emozioni negative, portandola a giudicarsi in modo molto severo. Tuttavia, ogni storia è unica, e non esistono tempi giusti o sbagliati per vivere certe esperienze.
La sua riflessione sul fatto che il problema sia legato soprattutto alla sfera mentale è già un primo passo fondamentale. Le pressioni sociali, unite alla stanchezza legata al suo intenso ritmo lavorativo, possono contribuire a far crescere la sensazione di inadeguatezza e di blocco, rendendo più difficile uscire da questo circolo di pensieri negativi. È importante sottolineare che i pensieri di "gesti estremi" meritano una particolare attenzione: quando la sofferenza diventa così intensa, rivolgersi a uno specialista può essere la scelta migliore per trovare supporto e nuovi strumenti di gestione emotiva.
Un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarla a lavorare su queste emozioni di inferiorità e vergogna, a ridefinire le sue aspettative personali e a sviluppare maggiore autostima e serenità nelle relazioni affettive. Non è mai troppo tardi per sbloccarsi, ma è importante farlo con il giusto sostegno, senza sentirsi soli in questo percorso.
Se si desidera, è possibile contattare uno psicologo o uno psicoterapeuta per approfondire la situazione e affrontare questi temi in uno spazio sicuro e non giudicante. Un caro saluto.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissimo, sono molto dispiaciuto per il profondo disagio e la sofferenza che emergono preponderanti nel suo messaggio. Credo che ciò che si possa fare attraverso un messaggio è cercare di infondere speranza, perché realmente credo che sia possibile uscire dalla situazione angosciante che descrive, ma anche cercare di indirizzarla verso un professionista che possa accogliere tutto il suo malessere e con il quale elaborarlo e cercare di modificare la traiettoria della sua vita. La invito a non aver timore a chiedere aiuto, a provarci. Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo sia necessario intraprendere un percorso che faccia chiarezza sulle dinamiche sottostanti: ciò che le ha realmente impedito di approcciarsi ad una ragazza e ciò che le fa percepire se stesso e il mondo circostante in modo così pessimista. Se non ha tempo, può cercare uno psicoterapeuta che la riceva in orario serale.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Ciao, capisco che stai attraversando un periodo davvero difficile e che il peso di questa situazione ti stia portando molta frustrazione. Prima di tutto, voglio dirti che ciò che stai provando è completamente comprensibile. La pressione sociale, le aspettative che ci facciamo su noi stessi e il confronto con gli altri possono generare molto stress. Mi sembra che tu stia vivendo un forte conflitto interno tra come ti percepisci e come senti che "dovresti" essere. La paura di sentirsi sbagliati o inferiori può davvero essere opprimente.

Il fatto che tu stia lavorando così tanto, anche se non vuoi giustificarlo come una scusa, sicuramente aggrava la tua situazione emotiva. La mancanza di tempo per te stesso, per socializzare o semplicemente per rilassarti può sicuramente influire sul tuo stato d’animo.

Credo che tu stia cercando di trovare una soluzione per non sentire più questa "umiliazione", ma il percorso potrebbe non essere così immediato come ti aspetti. Quello che ti posso dire è che la solitudine non definisce chi sei. Ogni percorso di vita è diverso, e non esiste un’età giusta per tutto. La tua esperienza è unica e non la devi paragonare a quella degli altri. Il fatto che ti preoccupi, che ti stia confrontando, che ti senta pronto a fare qualcosa per migliorare, è un segno positivo: vuoi cambiare, e questo è importante. Un professionista può aiutarti a far emergere pensieri che magari ti sembrano troppo pesanti da affrontare da solo. Non c’è vergogna nel sentirsi confusi, e soprattutto non c’è vergogna nel non avere le stesse esperienze di altre persone. Ogni situazione è diversa, e non devi sentirti inadeguato. Non c'è una linea temporale che tutti devono seguire.
Un saluto
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
parto subito chiedendole se ha mai fatto una psicoterapia e un lavoro su di sé. Penso sia di fondamentale importanza per capire da dove deriva questo senso di inferiorità (su questo si potrebbe utilizzare anche l'EMDR, ne ha mai sentito parlare?), in famiglia qualcuno che lei sappia si è mai sentito inferiore come lei? Come mai lavora così tanti giorni a settimana ed ore al giorno? E' un MITO familiare? La sua famiglia d'origine è una famiglia di lavoratori?
Il mio approccio è SISTEMICO RELAZIONALE, indaga ciò il malessere nel presente tendendo conto le generazioni familiari.
A disposizione
In bocca al lupo!

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