Buongiorno sono un ragazzo di 26 anni, a maggio 27, e da circa 4 anni ho intrapreso una relazione co
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Buongiorno sono un ragazzo di 26 anni, a maggio 27, e da circa 4 anni ho intrapreso una relazione con una mia coetanea. Svolgo un’attività lavorativa abbastanza stressante che però occupa relativamente poco tempo della giornata rispetto ad altre, dalle 6 alle 10 ore, dipende dalle giornate e per questo mi trovo lontano dal mio paese d’origine. Durante il primo anno di relazione con questa ragazza, era tutto preso molto alla leggera da parte mia, senza grosse aspettative, anche se lei sottolineava spesso il fatto che non avrebbe mai intrapreso relazione con alcuno se non per costruire qualcosa di solido e concreto. Una volta superato il primo anno, e che quindi le cose sono diventate più serie, lei ha terminato i suoi studi e si è messa a cercare lavoro, trovato poi a tempo indeterminato nella città natale di entrambi, seppur io le avessi dato la libertà di scelta di qualsiasi luogo in Italia ed all’estero per andare a lavorare e che in ogni caso l’avrei seguita, purtroppo non avrei mai avuto possibilità di rientrare a casa. Continua la sua prima esperienza lavorativa dopo la laurea nella nostra città natale e da qui sono iniziati i problemi che attribuivo alla distanza tra noi, seppur riuscissimo a vederci ogni 15 giorni per una settimana, ed alla mole lavorativa che andava a sostenere sia dal punto di vista della concentrazione che dalle ore lavorative in cui si trovava in ufficio, oltretutto per una paga quasi irrisoria. Provavo a farle capire che non sarebbe stato il caso di continuare a lavorare lì per i motivi che vi ho indicato sopra, lei condivideva la mia tesi ma non trovava il coraggio di licenziarsi, sino a quando non lo ha fatto e circa due mesi fa trasferendosi qui da me, scelta anche spinta da sua madre che condivideva il mio pensiero e mi riferiva di vederla sempre triste e stresata, suo padre seppur lo condividesse, con morbosità e possessivitá continuava a dirle di continuare lo stesso lavoro e continuava a screditarmi pur di averla vicino casa. I problemi che ci sono tutt’ora tra noi sono in merito alle innumerevoli attenzioni mai date, alla totale assenza di gelosia ma alla presenza di necessità di “controllo” sulla mia persona, poca intimità o se non nulla (credo che a quest’età ci debba essere in maniera frequente ed anche scoprendo l’altro senza usare sempre il termine “mi schifo, mi sporco, ecc”) e quelle poche volte senza un minimo di passione ma giusto per fare.
Sono una persona molto ragionevole ed aperta mentalmente, le ho parlato dei numerosi problemi tantissime volte e le sue risposte sono sempre state vaghe o comunque poco risolutive, tant’è che ha sempre continuato ad avere questo atteggiamento “schivo” o a peggiorarlo, ed ogni volta seppur provassi a parlarne in maniera calma e pacata lei faceva nascere un litigio, cosa che è successa anche l’ultima volta che risale a circa una settimana fa. In cui alla mia richiesta di finire la relazione lei mi rispondeva che non lo avrebbe fatto per non fare brutte figure nei confronti dei suoi e dei miei genitori (premetto che i miei genitori sanno tutto, i suoi credo di no perché non si confida mai con nessuno), ho provato a farle capire che non abbiamo legami come il matrimonio o dei figli, ma lei continua a sostenere questa tesi decidendo di fare la separata in casa. Non credo che gli atteggiamenti che assume nei miei confronti siano costruttivi, ora non so come uscirne perché lei si trova lontana da casa e senza lavoro per me, fermo restando che le sto dando una grossa mano a cercarlo, perché credo che innanzitutto deve pensare ad essere indipendente nella vita e poi al resto, quindi non so come uscirne perché a me dispiace tanto di questa situazione anche perché non si tratta di “grossi” problemi (es. Tradimenti, maltrattamenti) ma di piccole azioni frequenti che dovrebbero esserci in una coppia sana credo.
Lei so che non lo fa a posta ma che “non ci pensa” alle cose, ma sono arrivato comunque alla conclusione che sia meglio tagliare, è inutile parlare e confrontarmi con lei e non sono nessuno per dire che così è sbagliata e dovrebbe cambiare, magari è lei quella giusta ed io quello che vuole troppo.
Sono una persona molto ragionevole ed aperta mentalmente, le ho parlato dei numerosi problemi tantissime volte e le sue risposte sono sempre state vaghe o comunque poco risolutive, tant’è che ha sempre continuato ad avere questo atteggiamento “schivo” o a peggiorarlo, ed ogni volta seppur provassi a parlarne in maniera calma e pacata lei faceva nascere un litigio, cosa che è successa anche l’ultima volta che risale a circa una settimana fa. In cui alla mia richiesta di finire la relazione lei mi rispondeva che non lo avrebbe fatto per non fare brutte figure nei confronti dei suoi e dei miei genitori (premetto che i miei genitori sanno tutto, i suoi credo di no perché non si confida mai con nessuno), ho provato a farle capire che non abbiamo legami come il matrimonio o dei figli, ma lei continua a sostenere questa tesi decidendo di fare la separata in casa. Non credo che gli atteggiamenti che assume nei miei confronti siano costruttivi, ora non so come uscirne perché lei si trova lontana da casa e senza lavoro per me, fermo restando che le sto dando una grossa mano a cercarlo, perché credo che innanzitutto deve pensare ad essere indipendente nella vita e poi al resto, quindi non so come uscirne perché a me dispiace tanto di questa situazione anche perché non si tratta di “grossi” problemi (es. Tradimenti, maltrattamenti) ma di piccole azioni frequenti che dovrebbero esserci in una coppia sana credo.
Lei so che non lo fa a posta ma che “non ci pensa” alle cose, ma sono arrivato comunque alla conclusione che sia meglio tagliare, è inutile parlare e confrontarmi con lei e non sono nessuno per dire che così è sbagliata e dovrebbe cambiare, magari è lei quella giusta ed io quello che vuole troppo.
Gent.mo,
Prima di tutto voglio riconoscere quanto questa situazione le stia causando un grande conflitto emotivo, ed è evidente che ha riflettuto molto su come sta vivendo la sua relazione. Quello che ha descritto è un mix di problematiche legate alla distanza, alla comunicazione difficoltosa, alla mancanza di intimità e al diverso modo di affrontare le cose nella coppia. È normale che lei si senta confuso e desideri trovare una via d’uscita, ma la mia prima riflessione riguarda proprio la natura della sua domanda: cosa si aspetterebbe da me in quanto psicologo?
Leggendo ciò che ha scritto, mi sembra che lei stia cercando una sorta di consiglio pratico, una decisione su cosa sia più giusto fare. Voglio sottolineare che, come psicologo, non è mio compito dire cosa fare, non sono nessuno per definire cosa sia giusto o sbagliato per lei, né tanto meno per dire che il mio modo di pensare sia migliore del suo.
C’è un punto importante da considerare: ogni scelta che prendiamo nella vita non è mai una “scelta giusta” universale, ma è sempre una scelta che è legata alla nostra esperienza, ai nostri valori, ai nostri bisogni e alle circostanze che stiamo vivendo. Non esiste un manuale delle scelte giuste o sbagliate, e ogni relazione ha le sue sfide e il suo modo di evolvere, che dipende dalla dinamica tra le persone coinvolte. Il mio ruolo, come psicologo, sarebbe semmai quello di accompagnarla in un processo di riflessione per aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni, aspettative e, soprattutto, le sue necessità, sia nei confronti della relazione che nei confronti di se stesso. Forse potrebbe chiedersi cosa questa relazione le stia dando e cosa, invece, le stia togliendo? Come si sente nel "metterti da parte" per far spazio alle esigenze della sua partner? Cosa significa per lei il "non sentirsi visti" o "non sentirsi ascoltati"?
Mi piacerebbe che tu prendessi in considerazione il fatto che ogni relazione, quando è vissuta come fonte di sofferenza, potrebbe richiedere una riconsiderazione dei propri bisogni. Potrebbe sentirsi bloccato dalla paura di ferire l’altra persona o di non prendere la decisione giusta, ma è anche importante che lei rispetti se stesso nel processo decisionale.
Detto ciò, non esiste una risposta immediata o facile. La mia proposta sarebbe di fermarsi a riflettere su come si sente e su cosa desidererebbe veramente. Questo processo può essere difficile, ma è l’unico modo per prendere una decisione che rispetti i suoi bisogni e quelli della sua partner.
Io sono disponibile su Bologna, Lecce ed online anche.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Prima di tutto voglio riconoscere quanto questa situazione le stia causando un grande conflitto emotivo, ed è evidente che ha riflettuto molto su come sta vivendo la sua relazione. Quello che ha descritto è un mix di problematiche legate alla distanza, alla comunicazione difficoltosa, alla mancanza di intimità e al diverso modo di affrontare le cose nella coppia. È normale che lei si senta confuso e desideri trovare una via d’uscita, ma la mia prima riflessione riguarda proprio la natura della sua domanda: cosa si aspetterebbe da me in quanto psicologo?
Leggendo ciò che ha scritto, mi sembra che lei stia cercando una sorta di consiglio pratico, una decisione su cosa sia più giusto fare. Voglio sottolineare che, come psicologo, non è mio compito dire cosa fare, non sono nessuno per definire cosa sia giusto o sbagliato per lei, né tanto meno per dire che il mio modo di pensare sia migliore del suo.
C’è un punto importante da considerare: ogni scelta che prendiamo nella vita non è mai una “scelta giusta” universale, ma è sempre una scelta che è legata alla nostra esperienza, ai nostri valori, ai nostri bisogni e alle circostanze che stiamo vivendo. Non esiste un manuale delle scelte giuste o sbagliate, e ogni relazione ha le sue sfide e il suo modo di evolvere, che dipende dalla dinamica tra le persone coinvolte. Il mio ruolo, come psicologo, sarebbe semmai quello di accompagnarla in un processo di riflessione per aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni, aspettative e, soprattutto, le sue necessità, sia nei confronti della relazione che nei confronti di se stesso. Forse potrebbe chiedersi cosa questa relazione le stia dando e cosa, invece, le stia togliendo? Come si sente nel "metterti da parte" per far spazio alle esigenze della sua partner? Cosa significa per lei il "non sentirsi visti" o "non sentirsi ascoltati"?
Mi piacerebbe che tu prendessi in considerazione il fatto che ogni relazione, quando è vissuta come fonte di sofferenza, potrebbe richiedere una riconsiderazione dei propri bisogni. Potrebbe sentirsi bloccato dalla paura di ferire l’altra persona o di non prendere la decisione giusta, ma è anche importante che lei rispetti se stesso nel processo decisionale.
Detto ciò, non esiste una risposta immediata o facile. La mia proposta sarebbe di fermarsi a riflettere su come si sente e su cosa desidererebbe veramente. Questo processo può essere difficile, ma è l’unico modo per prendere una decisione che rispetti i suoi bisogni e quelli della sua partner.
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Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
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La situazione che descrive è complessa e comprensibilmente le crea disagio. In una relazione sana, è fondamentale che entrambi i partner condividano bisogni, aspettative e una comunicazione aperta e costruttiva. Il senso di distanza emotiva, la scarsa intimità e le difficoltà nel confronto possono generare frustrazione e incertezza, soprattutto quando si ha la sensazione di investire senza ricevere un riscontro adeguato.
La paura della sua compagna di chiudere la relazione per ragioni esterne (come il giudizio altrui) e la difficoltà a trovare un equilibrio reciproco potrebbero indicare bisogni emotivi diversi o una difficoltà nell'affrontare il cambiamento. È importante ascoltare i propri sentimenti e riconoscere quando una relazione smette di essere fonte di benessere.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a chiarire i suoi bisogni, accogliere meglio la dinamica di coppia e trovare il modo più equilibrato per affrontare questa situazione con rispetto verso sé stesso e verso la sua compagnia. Un caro saluto.
La paura della sua compagna di chiudere la relazione per ragioni esterne (come il giudizio altrui) e la difficoltà a trovare un equilibrio reciproco potrebbero indicare bisogni emotivi diversi o una difficoltà nell'affrontare il cambiamento. È importante ascoltare i propri sentimenti e riconoscere quando una relazione smette di essere fonte di benessere.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a chiarire i suoi bisogni, accogliere meglio la dinamica di coppia e trovare il modo più equilibrato per affrontare questa situazione con rispetto verso sé stesso e verso la sua compagnia. Un caro saluto.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la sua esperienza in maniera così dettagliata. Quello che descrive sembra indicare una serie di difficoltà nella gestione della relazione, soprattutto legate alla comunicazione, al rispetto reciproco dei bisogni emotivi e all’equilibrio tra autonomia personale e vita di coppia.
È importante sottolineare come, nonostante non si tratti di situazioni di abuso o violenza, i conflitti ricorrenti e il mancato confronto costruttivo possono compromettere il benessere di entrambi i partner. Il fatto che le conversazioni sul tema portino a litigi e che le risposte della sua compagna risultino vaghe o poco risolutive, potrebbe essere indice di dinamiche relazionali che meritano un approfondimento. In queste circostanze, potrebbe essere utile valutare insieme un percorso di consulenza o terapia di coppia, che aiuti a esplorare le esigenze individuali e a migliorare la comunicazione, oppure intraprendere un percorso individuale per chiarire e rafforzare il proprio percorso personale.
Ricordi che prendersi cura del proprio benessere emotivo e relazionale è fondamentale e che è importante riconoscere i propri bisogni e limiti. Anche se non si tratta di “grossi” problemi, come tradimenti o maltrattamenti, le piccole azioni quotidiane hanno un peso significativo nel definire la qualità della relazione.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire ulteriormente la questione, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso la sua esperienza in maniera così dettagliata. Quello che descrive sembra indicare una serie di difficoltà nella gestione della relazione, soprattutto legate alla comunicazione, al rispetto reciproco dei bisogni emotivi e all’equilibrio tra autonomia personale e vita di coppia.
È importante sottolineare come, nonostante non si tratti di situazioni di abuso o violenza, i conflitti ricorrenti e il mancato confronto costruttivo possono compromettere il benessere di entrambi i partner. Il fatto che le conversazioni sul tema portino a litigi e che le risposte della sua compagna risultino vaghe o poco risolutive, potrebbe essere indice di dinamiche relazionali che meritano un approfondimento. In queste circostanze, potrebbe essere utile valutare insieme un percorso di consulenza o terapia di coppia, che aiuti a esplorare le esigenze individuali e a migliorare la comunicazione, oppure intraprendere un percorso individuale per chiarire e rafforzare il proprio percorso personale.
Ricordi che prendersi cura del proprio benessere emotivo e relazionale è fondamentale e che è importante riconoscere i propri bisogni e limiti. Anche se non si tratta di “grossi” problemi, come tradimenti o maltrattamenti, le piccole azioni quotidiane hanno un peso significativo nel definire la qualità della relazione.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire ulteriormente la questione, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Se la sua relazione, mettendola sul piatto della bilancia, pesa di più sull'insoddisfazione si chieda se va presa in considerazione la possibilità di lasciare la partner. Tutto sta se la relazione ci riempie o ci svuota. Le relazioni nascono anche per crescere e migliorarsi e condividere la maggior parte dei momenti della vita. La qualità delle relazioni intime sono segnali importanti per capire il tipo di rapporto che ha in questo momento. Le consiglio quindi di migliorare la sua autostima attraverso un percorso psicologico che le faccia conoscere se stesso e migliorarlo
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione. Da come racconta, mi sembra di capire che da parte di entrambi c'è la consapevolezza che la relazione non stia andando bene, tuttavia, la sua ragazza teme il possibile giudizio dei familiari rispetto alla rottura e questo la fa desistere. Se le cose stanno così, condivido la necessità di allontanarsi, per quanto possa sembrare difficile gestire tutto il resto. Il fatto che la sua ragazza si trovi a vivere con lei senza lavoro, per quanto spiacevole, rappresenta comunque una sua libera scelta che ha intrapreso consapevole dei rischi. Quindi capisco il suo desiderio di aiutarla, ma non dimentichi che anche lei ha disponibilità e tempo limitati e tutta questa situazione non può gravare così sulle sue spalle. Quindi è importante che riesca a comunicarle il suo punto di vista e la inviti ad affrontare il problema con i suoi genitori, in modo che insieme trovino una soluzione insieme alla ragazza. Non è certamente una situazione facile e sicuramente ha già valutato molte possibili vie d'uscita. Le consiglio di ricercare anche un supporto psicologico per affrontare questo periodo. Resto a disposizione, dott.ssa Anna Tosi
Gentile utente,
l’intimità, intesa non solo nella sfera sessuale, è un aspetto complesso e fondamentale nella vita di coppia. Una comunicazione aperta e autentica è essenziale per costruire una relazione sana, e comprendo quanto possa essere difficile affrontare un momento in cui questa sembra mancare.
Se sente il bisogno di approfondire o di avere un ulteriore spazio di confronto, resto a sua disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia
l’intimità, intesa non solo nella sfera sessuale, è un aspetto complesso e fondamentale nella vita di coppia. Una comunicazione aperta e autentica è essenziale per costruire una relazione sana, e comprendo quanto possa essere difficile affrontare un momento in cui questa sembra mancare.
Se sente il bisogno di approfondire o di avere un ulteriore spazio di confronto, resto a sua disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia
Buonasera, immagino quanto questa situazione la stia mettendo in difficoltà, e percepisco un forte senso di responsabilità da parte sua nel voler gestire il tutto con equilibrio e rispetto. È evidente che ha riflettuto molto su questa relazione, cercando di darle più possibilità, cercando di comprendere le dinamiche della sua compagna e di aiutarla anche nelle sue difficoltà personali e lavorative. Tuttavia, mi sembra che in tutto questo processo lei si sia ritrovato sempre più solo nel cercare soluzioni e nel tentare di colmare un vuoto emotivo e relazionale che, nel tempo, si è fatto sempre più pesante. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è utile analizzare alcuni schemi di pensiero e comportamento che potrebbero essere in gioco. Da un lato, noto che ha cercato più volte di affrontare i problemi in modo razionale e aperto, ma ogni tentativo di confronto sembra essersi trasformato in un litigio o in una chiusura da parte della sua compagna. Questo può aver generato in lei frustrazione e un senso di impotenza, come se qualsiasi suo sforzo fosse inutile. Quando in una relazione si arriva a questo punto, è normale sentirsi confusi e chiedersi se si stia chiedendo troppo o se semplicemente si stia cercando qualcosa di diverso da ciò che l’altra persona può offrire. Un altro aspetto importante riguarda il bisogno di attenzioni, di complicità e di intimità. Lei sottolinea come questi elementi siano sempre stati carenti o vissuti in modo distante, meccanico, e come questo abbia influito sul suo benessere all’interno della coppia. L’intimità, sia fisica che emotiva, è una componente essenziale di una relazione sana, e se viene vissuta con disagio, evitamento o freddezza, può diventare una fonte di malessere costante. Quando dice che la sua compagna non lo fa apposta ma semplicemente "non ci pensa", emerge la sensazione che i suoi bisogni vengano messi in secondo piano, e questo nel tempo può logorare la connessione tra due persone. Il suo senso di responsabilità nei suoi confronti è ammirevole, e il fatto che la stia aiutando a trovare un lavoro dimostra quanto tenga al suo benessere, al di là della relazione. Tuttavia, è importante che non confonda questo senso di responsabilità con il dovere di restare in una relazione che non la fa stare bene. È comprensibile che provi dispiacere all’idea di interrompere la relazione, soprattutto considerando il suo trasferimento e la difficoltà di ricominciare, ma la sua compagna è una persona adulta e, sebbene il momento possa essere difficile, ha la capacità di trovare la propria strada, proprio come sta cercando di fare ora. Si chiede se sta pretendendo troppo, ma dalle sue parole non sembra che stia chiedendo qualcosa di irragionevole. Sta semplicemente cercando una relazione in cui ci sia più complicità, più attenzione reciproca e più coinvolgimento, elementi che in una coppia dovrebbero essere naturali e spontanei, non il risultato di continui tentativi di mediazione. Se sente di aver fatto tutto il possibile per far funzionare le cose e nonostante questo non ci sono stati cambiamenti significativi, allora è legittimo chiedersi se questa relazione sia davvero quella giusta per lei. Prendersi cura delle proprie esigenze emotive non significa essere egoisti, ma riconoscere che anche lei merita di vivere un rapporto in cui si sente valorizzato, desiderato e ascoltato. Se la sua conclusione è che sia meglio chiudere, allora ciò che può fare ora è procedere con rispetto, ma anche con la chiarezza necessaria per non trascinare una situazione che, a lungo andare, potrebbe fare male a entrambi. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Caro Anonimo,
La ringrazio per questa lettera così pensata e articolata, vedo nelle sue righe il risultato di una riflessione ed un’analisi fatta impegnando tempo, lucidità e consapevolezza.
Quando raggiungiamo una buona consapevolezza emotiva, ci aspettiamo legittimamente che una relazione ci nutra e ci faccia crescere piuttosto che consumarci. La mancanza di intimità emotiva e fisica si può (e si deve) affrontare ma difficilmente è qualcosa di cui si può fare a meno in una relazione di coppia nel lungo periodo.
Mi sembra importante che lei stia cercando di comprendere anche il punto di vista della sua compagna, che si è allontanata da casa per seguirla. Potrebbe essere utile indagare ulteriormente su altri risentimenti, se questo aspetto non è già stato esplorato fino in fondo. Inoltre, la paura di “fare brutta figura” con la famiglia sembra spostare il focus su una questione di apparenza più ampio, piuttosto che sul benessere della coppia.
È importante che lei si preoccupi per una persona a cui tiene o alla quale ha dedicato risorse emotive e speranze. Tuttavia, nella sua lettera si percepisce anche la paura che questa responsabilità rischi di farla restare intrappolato in una relazione che alla lunga potrebbe essere nociva per entrambi. Non aiuta lei, che vive con un disagio crescente, e non aiuta la sua compagna, che in questo momento si trova nell’ulteriore difficoltà lavorativa con tutte le conseguenze che questo comporta anche a livello di autostima e privazione delle relazioni e obiettivi che il lavoro ci offre.
Purtroppo, sono decisioni molto importanti che non possono essere delegate all’esterno, la scelta finale spetterà a lei e non prima di aver chiarito ulteriormente la situazione con la sua compagna, eventualmente concordando tempi e modi di comunicazione con l’esterno. In questa sede è però doveroso ricordare che ogni decisione ha dei costi, sia quella di agire che quella di non agire o rimandare.
Spero che lei e la sua compagna non siate soli in questo percorso ed abbiate una rete di che vi sappia stare vicino e accompagnare, nel caso questa rete non ci fosse o fosse troppo debole, il processo di costruirla le sarà di aiuto per superare un momento che comunque non sarà privo di difficoltà.
Un caro saluto e un grande in bocca al lupo qualunque sia la sua scelta,
La ringrazio per questa lettera così pensata e articolata, vedo nelle sue righe il risultato di una riflessione ed un’analisi fatta impegnando tempo, lucidità e consapevolezza.
Quando raggiungiamo una buona consapevolezza emotiva, ci aspettiamo legittimamente che una relazione ci nutra e ci faccia crescere piuttosto che consumarci. La mancanza di intimità emotiva e fisica si può (e si deve) affrontare ma difficilmente è qualcosa di cui si può fare a meno in una relazione di coppia nel lungo periodo.
Mi sembra importante che lei stia cercando di comprendere anche il punto di vista della sua compagna, che si è allontanata da casa per seguirla. Potrebbe essere utile indagare ulteriormente su altri risentimenti, se questo aspetto non è già stato esplorato fino in fondo. Inoltre, la paura di “fare brutta figura” con la famiglia sembra spostare il focus su una questione di apparenza più ampio, piuttosto che sul benessere della coppia.
È importante che lei si preoccupi per una persona a cui tiene o alla quale ha dedicato risorse emotive e speranze. Tuttavia, nella sua lettera si percepisce anche la paura che questa responsabilità rischi di farla restare intrappolato in una relazione che alla lunga potrebbe essere nociva per entrambi. Non aiuta lei, che vive con un disagio crescente, e non aiuta la sua compagna, che in questo momento si trova nell’ulteriore difficoltà lavorativa con tutte le conseguenze che questo comporta anche a livello di autostima e privazione delle relazioni e obiettivi che il lavoro ci offre.
Purtroppo, sono decisioni molto importanti che non possono essere delegate all’esterno, la scelta finale spetterà a lei e non prima di aver chiarito ulteriormente la situazione con la sua compagna, eventualmente concordando tempi e modi di comunicazione con l’esterno. In questa sede è però doveroso ricordare che ogni decisione ha dei costi, sia quella di agire che quella di non agire o rimandare.
Spero che lei e la sua compagna non siate soli in questo percorso ed abbiate una rete di che vi sappia stare vicino e accompagnare, nel caso questa rete non ci fosse o fosse troppo debole, il processo di costruirla le sarà di aiuto per superare un momento che comunque non sarà privo di difficoltà.
Un caro saluto e un grande in bocca al lupo qualunque sia la sua scelta,
Buongiorno gentile Utente la situazione che descrive è complessa e carica di emozioni contrastanti. Da un lato percepisco il suo forte senso di responsabilità e il dispiacere per la difficoltà che la sua compagna sta attraversando, dall’altro emerge la consapevolezza che questa relazione, così com’è, non le dà più ciò di cui ha bisogno.
Una relazione sana si basa su complicità, intimità, attenzione reciproca e, soprattutto, sulla volontà condivisa di farla funzionare. Quando questi elementi vengono a mancare o quando uno dei due si sente costantemente insoddisfatto, è naturale iniziare a mettere in discussione il rapporto. Lei ha provato più volte a comunicare il suo disagio e sembra aver ricevuto risposte vaghe o evitanti. Il fatto che la sua compagna non voglia chiudere per timore del giudizio altrui, piuttosto che per un reale desiderio di restare con lei e risolvere i problemi, è un segnale significativo.
Mi sembra che lei abbia già maturato una decisione, ma si trovi frenato dal senso di colpa e dalla situazione pratica in cui la sua compagna si trova. È comprensibile che voglia aiutarla a ritrovare la propria indipendenza, ma al tempo stesso è importante che non rimanga bloccato in una relazione che non sente più autentica solo per senso di dovere.
Forse potrebbe esserle utile distinguere tra il supporto che vuole darle come persona e la scelta di proseguire o meno la relazione. Può esserle vicino nel trovare un nuovo equilibrio, ma senza per questo rinunciare alla sua serenità. Chiudere un rapporto non è mai semplice, soprattutto quando non ci sono eventi gravi a giustificarlo, ma non è necessario che ci siano tradimenti o maltrattamenti perché un legame smetta di essere giusto per entrambi. A volte, il semplice fatto di non sentirsi più felici è un motivo sufficiente.
Dott. Luca Vocino
Una relazione sana si basa su complicità, intimità, attenzione reciproca e, soprattutto, sulla volontà condivisa di farla funzionare. Quando questi elementi vengono a mancare o quando uno dei due si sente costantemente insoddisfatto, è naturale iniziare a mettere in discussione il rapporto. Lei ha provato più volte a comunicare il suo disagio e sembra aver ricevuto risposte vaghe o evitanti. Il fatto che la sua compagna non voglia chiudere per timore del giudizio altrui, piuttosto che per un reale desiderio di restare con lei e risolvere i problemi, è un segnale significativo.
Mi sembra che lei abbia già maturato una decisione, ma si trovi frenato dal senso di colpa e dalla situazione pratica in cui la sua compagna si trova. È comprensibile che voglia aiutarla a ritrovare la propria indipendenza, ma al tempo stesso è importante che non rimanga bloccato in una relazione che non sente più autentica solo per senso di dovere.
Forse potrebbe esserle utile distinguere tra il supporto che vuole darle come persona e la scelta di proseguire o meno la relazione. Può esserle vicino nel trovare un nuovo equilibrio, ma senza per questo rinunciare alla sua serenità. Chiudere un rapporto non è mai semplice, soprattutto quando non ci sono eventi gravi a giustificarlo, ma non è necessario che ci siano tradimenti o maltrattamenti perché un legame smetta di essere giusto per entrambi. A volte, il semplice fatto di non sentirsi più felici è un motivo sufficiente.
Dott. Luca Vocino
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo e che sembra costarle molto in termini di energia e risorse, sommato al lavoro stressante che svolge e a cui accennava. Credo che nel suo racconto ci siano una serie di attribuzioni di responsabilità (e colpe?) di cui si sta facendo carico e che gravano sulla sua serenità. Le relazioni di coppia sanno essere molto faticose e spesso la stabilità o instabilità del partner mette in dubbio anche la propria.
La inviterei a pensare, dal suo punto di vista, a quali sono i suoi bisogni e desideri, che di certo meritano ascolto, tempo e spazio, come lo ha dedicato ai bisogni della sua partner.
Inoltre, penso sia molto importante che la dimensione di coppia rimanga libera da influenze di altre figure (come i genitori, gli amici o chiunque occupi uno spazio di cui non sarebbe parte).
Spero che questo spunto possa essere utile nella sua riflessione. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
La inviterei a pensare, dal suo punto di vista, a quali sono i suoi bisogni e desideri, che di certo meritano ascolto, tempo e spazio, come lo ha dedicato ai bisogni della sua partner.
Inoltre, penso sia molto importante che la dimensione di coppia rimanga libera da influenze di altre figure (come i genitori, gli amici o chiunque occupi uno spazio di cui non sarebbe parte).
Spero che questo spunto possa essere utile nella sua riflessione. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
avverto un tuo forte senso di responsabilità nei confronti della tua ragazza, dalle tue parole mi sembra di capire che anche da parte tua la storia sia finita e stai cercando di aiutarla nel cercare un lavoro per poterla rendere più autonoma. A volte le persone possono sentire una grande pressione esterna nel mantenere apparente felicità e stabilità per il bene delle aspettative altrui, specialmente i genitori. Questo può portare a decisioni basate sulla paura di deludere gli altri piuttosto che sui propri bisogni e desideri personali. Spesso, le aspettative che gli altri hanno su di noi influenzano le nostre azioni. È importante differenziare tra ciò che veramente desideriamo e ciò che sentiamo di dover fare per compiacere gli altri. Questo può richiedere un certo livello di coraggio e assertività. mi sembra di scorgere una risposta alla tua domanda implicita :
..." i miei genitori sanno tutto, i suoi credo di no perché non si confida mai con nessuno."
Forse è arrivato il momento di un confronto, cosa ne pensi?.
Ricorda che ogni situazione è unica e che non esistono soluzioni universali. Prendersi il tempo necessario per riflettere e discutere con persone di fiducia può aiutare a fare chiarezza e prendere decisioni più allineate ai propri valori e bisogni.
Buon Tutto.
..." i miei genitori sanno tutto, i suoi credo di no perché non si confida mai con nessuno."
Forse è arrivato il momento di un confronto, cosa ne pensi?.
Ricorda che ogni situazione è unica e che non esistono soluzioni universali. Prendersi il tempo necessario per riflettere e discutere con persone di fiducia può aiutare a fare chiarezza e prendere decisioni più allineate ai propri valori e bisogni.
Buon Tutto.
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente. dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Gentile utente, immagino la delicatezza del momento e della situazione. Non potrò dirle io cosa sia più giusto fare poiché non credo ci sia un giusto ed uno sbagliato. Credo però che lei debba poter far valere le sue volontà. Se sente che non c'è più spazio per lei per lavorare su questa relazione, se sente di non essere più felice è giusto che lei faccia ciò che sente giusto per sè, senza farsi condizionare dalle scelte di altri. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, La Sua situazione relazionale sembra carica di elementi di tensione e incomprensione, riflettendo dinamiche che potrebbero essere radicate non solo nelle vostre interazioni ma anche nelle esperienze personali di ciascuno. È evidente che, nonostante le buone intenzioni, la comunicazione tra di voi ha portato a sensazioni di frustrazione e malessere. Nel momento in cui una relazione inizia a intensificarsi, le aspettative da entrambe le parti possono emergere in modo significativo. È naturale desiderare un certo livello di intimità e attenzione, che pare mancare in questo caso. La sua percezione che ci sia una mancanza di passione e di impegno emotivo potrebbe essere il riflesso di una sua necessità di connessione più profonda e significativa. L’atteggiamento “schivo” della sua partner, insieme alle continue tensioni generate da conversazioni che sfociano spesso in conflitti, denota segnali di distanza emotiva, che possono risultare estremamente problematici. La sua interpretazione della sua resistenza nel chiudere la relazione, per motivi che vanno al di là delle sue reali emozioni, purtroppo, evidenzia un modo di affrontare le relazioni che potrebbe essere influenzato da pressioni esterne e aspettative familiari. È importante considerare che ciò che sente e desidera è valido, e che la sua ricerca di indipendenza per la sua partner è lodevole. Tuttavia, se la relazione non sembra soddisfare le sue esigenze emotive e le sue aspirazioni, potrebbe essere opportuno riflettere su cosa significherebbe realmente per lei continuare in questa situazione. Tagliare la relazione potrebbe sembrare un investimento emotivo difficile, ma qualche volta è necessario per preservare il proprio benessere e riconsiderare le proprie esigenze. Se la comunicazione non funziona e se ci sono poche possibilità di cambiamento, ascoltare le proprie intuizioni diventa cruciale. È già un passo importante riconoscere che non deve accettare una situazione che lo fa stare male. La invito a considerare la possibilità di un confronto più profondo con se stesso per comprendere le sue emozioni e decidere il da farsi. Non esiti a contattarmi per esplorare questa situazione e le modalità per affrontarla in modo costruttivo.
Cordiali saluti, Dottoressa Laura Lanocita
Cordiali saluti, Dottoressa Laura Lanocita
Gentile utente, capisco quanto questa situazione possa farti sentire intrappolato e insoddisfatto, un sentimento che pesa soprattutto quando le aspettative di una relazione sana e appagante non trovano riscontro nel quotidiano. Sembra che, nonostante i tuoi tentativi di comunicare e di aiutare, ci sia una distanza emotiva e una difficoltà nell’aprire un dialogo profondo, con la conseguenza che piccole incomprensioni si trasformano in veri e propri conflitti. Il legame familiare, con le pressioni e le aspettative di chi ti sta intorno, sembra aver complicato ulteriormente il quadro, impedendo a entrambi di trovare una propria identità indipendente all’interno della relazione. Potrebbe essere utile considerare un percorso di consulenza di coppia, uno spazio neutro in cui entrambi possiate esplorare i sentimenti, le esigenze e le paure senza giudizio. Allo stesso tempo, prenderti cura di te stesso, riflettendo su ciò che desideri e meriti, ti permetterà di fare scelte più consapevoli per il tuo benessere. A volte, riconoscere quando una relazione non riesce più a nutrire entrambi in maniera equilibrata è un atto di rispetto verso se stessi, che può aprire la strada a una crescita personale e, possibilmente, a un futuro in cui ciascuno possa trovare la serenità cercata.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Gentile utente, capisco quanto possa essere difficile trovarsi in questa situazione, soprattutto perché ti senti in dovere di considerare il suo benessere, dato che lei è lontana da casa e senza lavoro. Tuttavia, da quello che scrivi, emerge chiaramente che non sei felice in questa relazione e che hai già cercato di affrontare i problemi con lei, senza successo.
Il fatto che lei non voglia lasciarti solo per evitare brutte figure con i genitori indica che sta mettendo più peso sul giudizio esterno che sulla vostra relazione. Ma tu? Cosa vuoi davvero? Sei disposto ad accettare questa situazione di “separati in casa” solo per aiutarla? Oppure senti che sarebbe più giusto per entrambi chiudere con chiarezza?
Se la seconda opzione è quella che senti più giusta per te, ricorda che hai il diritto di prendere una decisione per il tuo benessere. Aiutare qualcuno non significa sacrificarsi. Puoi essere rispettoso e comprensivo con lei, ma senza rinunciare a ciò che senti. Se ti senti in difficoltà nel gestire la situazione, potresti anche valutare un supporto professionale per affrontare meglio questo passaggio.
Coraggio, fai quello che è meglio per te.
Un caro saluto
Dott.ssa A.Mustatea
Il fatto che lei non voglia lasciarti solo per evitare brutte figure con i genitori indica che sta mettendo più peso sul giudizio esterno che sulla vostra relazione. Ma tu? Cosa vuoi davvero? Sei disposto ad accettare questa situazione di “separati in casa” solo per aiutarla? Oppure senti che sarebbe più giusto per entrambi chiudere con chiarezza?
Se la seconda opzione è quella che senti più giusta per te, ricorda che hai il diritto di prendere una decisione per il tuo benessere. Aiutare qualcuno non significa sacrificarsi. Puoi essere rispettoso e comprensivo con lei, ma senza rinunciare a ciò che senti. Se ti senti in difficoltà nel gestire la situazione, potresti anche valutare un supporto professionale per affrontare meglio questo passaggio.
Coraggio, fai quello che è meglio per te.
Un caro saluto
Dott.ssa A.Mustatea
Gentile utente, sembra che lei abbia fatto la sua scelta. L'amore può finire e capita che questo succeda proprio quando si intraprende una convivenza: si capisce che non si vuole condividere la vita con l'altra persona, pur volendole bene. Il rischio è quello di rimanere intrappolati in meccanismi di cui la ragazza sembra aver poca consapevolezza.
Se ha deciso, proceda con la sua scelta: farà bene ad entrambi.
Cordialmente.
dott.ssa Floriana Ricciardi
Se ha deciso, proceda con la sua scelta: farà bene ad entrambi.
Cordialmente.
dott.ssa Floriana Ricciardi
In una coppia la comunicazione è fondamentale. Senza essa non può esistere un'evoluzione della stessa, sia che si tratti di un'evoluzione con esito positivo (rafforzamento della diade) sia che si tratti di un'evoluzione con esisto negativo (rottura/separazione della diade).
Una terapia di coppia potrebbe, senza alcun dubbio, fare al caso vostro.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Una terapia di coppia potrebbe, senza alcun dubbio, fare al caso vostro.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Ciao, capisco quanto sia difficile e doloroso trovarsi in una situazione come questa, dove c'è ancora affetto ma le dinamiche nella relazione non funzionano più. È evidente che hai cercato di risolvere le cose in modo pacato e razionale, ma quando i problemi diventano ripetitivi e non vengono affrontati, la frustrazione cresce. La cosa più importante ora è pensare a te stesso e alla tua felicità. A volte, anche se non ci sono problemi gravi come tradimenti o maltrattamenti, restare in una relazione che non ti soddisfa può impedire a entrambi di crescere. Se senti che hai fatto tutto il possibile e non ci sono più margini per migliorare, può essere giusto prendere la decisione di lasciar andare, anche se è doloroso.
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Dalle sue parole emerge una profonda riflessione sulla relazione e un senso di responsabilità nei confronti della sua compagna, che ora si trova lontana da casa e senza un'occupazione. Tuttavia, appare chiaro che la relazione non soddisfi più i suoi bisogni affettivi e relazionali, e che il dialogo con la sua partner non stia portando a cambiamenti concreti. La paura di "fare brutte figure" nei confronti delle famiglie non può essere una motivazione sufficiente per portare avanti un legame che non la rende sereno. Rimanere in una relazione per senso di colpa o per dovere può solo alimentare frustrazione e insoddisfazione in entrambi. Se ha già maturato la decisione di interrompere la relazione, potrebbe essere utile comunicarlo con fermezza e chiarezza, aiutandola nella transizione, ma senza farne un ostacolo alla sua autonomia. Se dovesse trovare difficoltà nel gestire la situazione emotiva, un supporto psicologico potrebbe aiutarla a navigare questa fase con maggiore serenità.
Quello che descrivi è una situazione complessa, in cui si intrecciano le difficoltà di una relazione a lungo termine, le pressioni esterne (famiglia, situazioni lavorative) e le esigenze personali di crescita e indipendenza. Hai già riconosciuto che le "piccole azioni" quotidiane, come la mancanza di attenzione, intimità e la difficoltà a comunicare in modo costruttivo, incidono notevolmente sul tuo benessere. È importante capire che ogni relazione deve dare spazio anche al proprio sviluppo emotivo e personale. Se ti senti costantemente frustrato e insoddisfatto, è segnale che qualcosa non funziona per te. Offrire aiuto nella ricerca del lavoro e sostenere chi è in difficoltà può essere un gesto d’amore, ma diventa problematico quando il supporto si trasforma in una dinamica in cui senti di dover "salvare" l'altra persona a discapito del tuo equilibrio emotivo. La relazione, come l’hai vissuta finora, sembra soffrire di una mancanza di equilibrio: da una parte tu cerchi una maggiore vicinanza, autenticità e intimità; dall’altra, lei sembra mantenere una distanza, forse per timori, abitudini o pressioni esterne (come quelle familiari). Se dopo ripetuti tentativi non c’è un reale cambiamento, è lecito chiedersi se il legame possa davvero soddisfare i bisogni di entrambi nel lungo periodo. Se senti che il dialogo non porta a cambiamenti e che il malessere persiste, potresti considerare l’idea di mettere in pausa o terminare la relazione. In questo caso, cercare un momento di confronto in cui esprimere in maniera chiara e rispettosa il tuo bisogno di un cambiamento, o la tua decisione, potrebbe essere utile.
Indipendentemente dalla scelta, è importante investire tempo e energie nel tuo benessere personale. Potrebbe essere utile esplorare attività o spazi dove rafforzare la tua autostima e ridurre lo stress, come attività fisica, hobby o passatempi.
Anche se al momento le risorse economiche o il tempo possono sembrare un ostacolo, esistono soluzioni come la consulenza online che potrebbe offrirti strumenti utili per gestire la situazione.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Indipendentemente dalla scelta, è importante investire tempo e energie nel tuo benessere personale. Potrebbe essere utile esplorare attività o spazi dove rafforzare la tua autostima e ridurre lo stress, come attività fisica, hobby o passatempi.
Anche se al momento le risorse economiche o il tempo possono sembrare un ostacolo, esistono soluzioni come la consulenza online che potrebbe offrirti strumenti utili per gestire la situazione.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Grazie per la tua condivisione così dettagliata e sincera. Stai vivendo una situazione complessa, fatta di attese, bisogni non soddisfatti e dinamiche familiari delicate. È importante riconoscere il valore della tua disponibilità e pazienza, ma anche la necessità di rispettare i tuoi limiti e desideri. In questi casi, riflettere su cosa ti fa stare davvero bene, senza colpe o giudizi, è un primo passo importante. Potrebbe essere utile confrontarti con una figura esperta per esplorare meglio queste emozioni e trovare la strada più adatta a te. Come ti senti rispetto a questa possibilità?
Gentile utente,
da ciò che racconta emerge una relazione in cui entrambi avete investito molto, ma che nel tempo sembra essersi caricata di aspettative differenti, bisogni non compresi e una crescente difficoltà nel comunicare in modo efficace. La situazione è complessa perché non riguarda un singolo evento, ma una serie di piccole mancanze, di distanze emotive e di incomprensioni che, sommate tra loro, hanno prodotto una grande fatica.
Il trasferimento della sua compagna, l’abbandono del lavoro, la pressione familiare e il cambiamento di vita che ha affrontato in pochi mesi rappresentano per molti un carico emotivo enorme. Anche se Lei ha fatto il possibile per sostenerla, è comprensibile che questi elementi abbiano inciso sul modo in cui lei si è posta nella relazione, rendendola più chiusa, più difensiva o più incerta. Questo però non toglie che Lei abbia ogni diritto di sentire mancanza di spontaneità, di intimità, di piccoli gesti che rendono una relazione viva e reciproca.
La difficoltà maggiore, in questo momento, sembra essere il fatto che ogni tentativo di dialogo da parte sua si trasformi in un conflitto, come se le parole non trovassero spazio. Quando una persona risponde ai problemi con il ritiro, la difesa o l’evitamento, diventa quasi impossibile costruire un punto di incontro, e questo può farla sentire solo, pur vivendo nella stessa casa.
La sua riflessione finale è importante: non si tratta di stabilire chi sia “giusto” o “sbagliato”, ma di riconoscere se i vostri modi di stare in coppia riescono ancora a incontrarsi. Lei ha provato a comunicarlo, e ora si trova davanti a una compagna che non vuole chiudere ma neppure sembra disposta a mettersi davvero in gioco. È comprensibile che si senta bloccato anche per ragioni pratiche, dato che lei ha lasciato tutto per seguirlo.
In queste situazioni è spesso utile prendersi un momento di pausa interna, non necessariamente interrompendo la convivenza, ma sospendendo l’idea di “dove devo arrivare” e osservando come si sente davvero nelle prossime settimane. Potrebbe inoltre essere prezioso un sostegno esterno, anche solo per Lei, per orientarsi tra senso di responsabilità, affetto, dispiacere e il bisogno legittimo di vivere una relazione più equilibrata.
A volte le relazioni finiscono non per mancanza d’amore, ma perché non si riesce più a trovare un modo sano di stare insieme. Riconoscerlo è un atto di maturità, non di colpa.
Dott.ssa Sara Petroni
da ciò che racconta emerge una relazione in cui entrambi avete investito molto, ma che nel tempo sembra essersi caricata di aspettative differenti, bisogni non compresi e una crescente difficoltà nel comunicare in modo efficace. La situazione è complessa perché non riguarda un singolo evento, ma una serie di piccole mancanze, di distanze emotive e di incomprensioni che, sommate tra loro, hanno prodotto una grande fatica.
Il trasferimento della sua compagna, l’abbandono del lavoro, la pressione familiare e il cambiamento di vita che ha affrontato in pochi mesi rappresentano per molti un carico emotivo enorme. Anche se Lei ha fatto il possibile per sostenerla, è comprensibile che questi elementi abbiano inciso sul modo in cui lei si è posta nella relazione, rendendola più chiusa, più difensiva o più incerta. Questo però non toglie che Lei abbia ogni diritto di sentire mancanza di spontaneità, di intimità, di piccoli gesti che rendono una relazione viva e reciproca.
La difficoltà maggiore, in questo momento, sembra essere il fatto che ogni tentativo di dialogo da parte sua si trasformi in un conflitto, come se le parole non trovassero spazio. Quando una persona risponde ai problemi con il ritiro, la difesa o l’evitamento, diventa quasi impossibile costruire un punto di incontro, e questo può farla sentire solo, pur vivendo nella stessa casa.
La sua riflessione finale è importante: non si tratta di stabilire chi sia “giusto” o “sbagliato”, ma di riconoscere se i vostri modi di stare in coppia riescono ancora a incontrarsi. Lei ha provato a comunicarlo, e ora si trova davanti a una compagna che non vuole chiudere ma neppure sembra disposta a mettersi davvero in gioco. È comprensibile che si senta bloccato anche per ragioni pratiche, dato che lei ha lasciato tutto per seguirlo.
In queste situazioni è spesso utile prendersi un momento di pausa interna, non necessariamente interrompendo la convivenza, ma sospendendo l’idea di “dove devo arrivare” e osservando come si sente davvero nelle prossime settimane. Potrebbe inoltre essere prezioso un sostegno esterno, anche solo per Lei, per orientarsi tra senso di responsabilità, affetto, dispiacere e il bisogno legittimo di vivere una relazione più equilibrata.
A volte le relazioni finiscono non per mancanza d’amore, ma perché non si riesce più a trovare un modo sano di stare insieme. Riconoscerlo è un atto di maturità, non di colpa.
Dott.ssa Sara Petroni
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