Buongiorno scrivo perché da qundo il mio compagno mi ha lasciato dopo 9 anni, jon riesco più a ripre

24 risposte
Buongiorno scrivo perché da qundo il mio compagno mi ha lasciato dopo 9 anni, jon riesco più a riprendermi la voglia di vivere mi passa ogni giorno. Sono divorziata con un figlio di 11 anni e dopo essere stara lasciata e tradita dal mio ex marito, ho conosciuto questa persona il mio compagno ora ex, grazie a lui ho superato la fine del mio matrimonio. Probabilmente mi sono accozzaglia a lui perché cercavo un uomo che mi facesse dimenticare il marito e lui mi piaceva. All'inizio non era molto propenso alla relazione anche lui divorziato con una figlia, poi si è aperto ed è cominciato tutto stavano bene insieme grande affinità sessuale vedevo che mi amava, ma io più di lui. Ognuno viveva a casa sua lui all'inizio voleva che andassi a vivere da lui ma io con mio figlio non riuscivo, poi non me lo ha più chiesto. Veniva 3 gg da me e 2 andava a casa mia e cosi x 9 anni....lui non voleva sposarsi, ed era sempre egoista pensava sempre prima al suo lavoro a casa sua ai parenti e alla figlia io e mio figlio eravamo qualcosa in più nella sua vita. Poi 6 mesi fa mi dice nell'intimità quando gli domando ma quand'è che andremo a vivere assieme? (Lui aveva provato a vendere casa ma senza risultati) lui mi dice che non si sente più di convivere che non si sente apprezzato considerato che non sta più bene con noi. Mi cade il mondo addosso, ma continuiamo a stare insieme e lui continua a venire da me come se nulla fosse, io ho pensato che avesse detto queste cose così ma da allora io hliele rinfacciavo desdo spersnfo che cambiasse idea dilla convivenza. Poi 1 mese fa dopo una brutta discussione sparisce io pure non lo chiamo in quanto arrabbiata (specifico che già altre volte era sparito per poi tornare ma la discussione era meno grave) e dopo una settimana mi manda un messaggio dove dice che rivuole la sua roba, io provo a digli parliamo fammi capire dopo 9 anni mi devi far capire dare spiegazioni e niente. Mi dice che non mi vuole più parlare che è finita. Premetto che nella discussione accesa lui mi ha detto che non stava piu bene con noi che ci abbiamo provato ma non ha funzionato che si riprendeva la dua roba. Poi sparito e dopo mi ha mandato quel messaggio. Da allora gli ho dato le sue cose non ci siamo nemmeno rivolti la parola. Io già ci avevo provato a chiedere più volte spiegazioni lui nulla non mi parla più vome se avessi ammazzato non do dua figlia. Io da allora non dormo più veramente passo la notte con il cellulare a cazzeggiare sui siti e non prendo sonno, sto male fumo il doppio di prima per lo stress ho attacchi di panico, al lavoro arrivo e sono stanca xche non dormo, quando poi sono a casa di riposo e io facendo un part time a volte ho anche 4 gg di seguito, sto malissimo xche penso e fumo tanto. Se lavoro penso meno ma dono distrutta dalla notte insonne. Ho.perso 3 kg, sto male piango ogni giorno perché lo amavo e mi ha lasciato senza una spiegazione senza parlare dopo 9 anni trattata come una pezza da piedi con un SMS. Tutto questo sta compromettendo lo stare dietro a mio figlio perché dono distrutta e mi dispiace il fatto che mio figlio già ha un padre che non c'è mai per la distanza e ora il mio compagno che gli faceva da padre quando c'era lo ha abbandonato. Sto bambino chissà cosa passerà. Cosa posso fare ?
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve,la sua situazione è importante data la rottura di questa relazione di lunga durata.
Dal suo racconto si evidenziano 2 problemi grandi.
Da una parte la sua sofferenza personale e dall’altra la preoccupazione per suo figlio.
Per la prima credo che dovrebbe risolvere andando da uno psicologo con cui possa parlare di sé e quindi eventualmente da uno psichiatra per una cura farmacologica riduttiva del disagio.
Per suo figlio, se se ne manifesterà la necessità cerchi di ascoltarlo ed eventualmente prenda un appuntamento anche per lui qualora ne rilevi la necessità.
Saluti,dott.ssa Sandra Petralli

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, dalle sue parole si comprende quanto, questa storia, la stia facendo soffrire. Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico in modo da poter stare meglio.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, Mi dispiace molto per la situazione che stai attraversando. È comprensibile che tu stia vivendo un momento estremamente difficile, e voglio sottolineare che i tuoi sentimenti sono validi. Dopo una relazione di nove anni, essere lasciata in questo modo senza spiegazioni può essere devastante, specialmente considerando che hai già affrontato un divorzio doloroso in passato.

Il fatto che tu abbia trovato in lui un sostegno per superare la fine del tuo matrimonio rende ancora più difficile affrontare questa nuova perdita. Sentire che la persona su cui hai fatto affidamento, non solo per te ma anche per tuo figlio, se ne sia andata così improvvisamente, è sicuramente un colpo durissimo.

È normale che tu ti senta persa. Quando ci si trova a dover affrontare un dolore così grande, è facile cadere in uno stato di profonda tristezza e disperazione. Il fatto che tu stia lottando con l'insonnia, l'ansia, gli attacchi di panico, e che la tua salute fisica ne stia risentendo, sono tutti segnali di quanto tu stia soffrendo.

Per prima cosa, è importante che tu riconosca che hai bisogno di tempo per elaborare questa perdita. Non c'è un modo giusto o sbagliato di affrontare un dolore simile, ma è fondamentale che tu cerchi di non isolarti. Anche se può sembrare difficile, prova a parlare con persone di cui ti fidi: amici, familiari, o un terapeuta. Esprimere i tuoi sentimenti e trovare un sostegno emotivo può aiutarti a iniziare a elaborare il dolore.

È anche importante prenderti cura di te stessa, anche se al momento può sembrare impossibile. Prova a stabilire una routine quotidiana che ti aiuti a trovare un po' di stabilità. Anche piccole cose come cercare di mangiare regolarmente, fare una breve passeggiata, o praticare tecniche di rilassamento possono fare una grande differenza nel tempo.

Riguardo al tuo bambino, è comprensibile che tu ti senta preoccupata per lui. I bambini spesso percepiscono quando un genitore sta male, e questo può influenzarli. È importante che tu faccia sapere a tuo figlio che, nonostante tutto, sei lì per lui. Anche solo passare del tempo insieme, parlando o facendo qualcosa di semplice, può aiutarlo a sentirsi sicuro e amato.

Se senti che la situazione ti sta travolgendo al punto da compromettere seriamente la tua capacità di affrontare la vita quotidiana, ti consiglio vivamente di considerare di parlare con un professionista della salute mentale. Un terapeuta può aiutarti a elaborare questi sentimenti, a gestire l'ansia e la depressione, e a trovare modi per riprendere il controllo della tua vita.

Ricorda che, anche se ora ti sembra impossibile, il dolore che stai provando può diventare più gestibile col tempo e con il giusto supporto. Non sei sola, e ci sono risorse e persone che possono aiutarti a superare questo momento difficile.
Un caro saluto, dott. Daniele D'Amico.
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Dott.ssa Fiammetta Improta
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, mi dispiace molto per il dolore che sta vivendo. La fine di una relazione lunga e significativa, soprattutto quando avviene in modo improvviso e senza spiegazioni, può essere estremamente traumatica. È comprensibile che un evento così sconvolgente stia influenzando non solo il suo benessere psicologico, ma anche la sua salute fisica e la sua capacità di occuparsi di suo figlio. Quando si vive un dolore così intenso, è facile cadere in un circolo vizioso in cui il malessere emotivo e quello fisico si alimentano a vicenda, rendendo difficile prendersi cura di sé. Le suggerisco di valutare la possibilità di rivolgersi a uno psicoterapeuta, che potrà offrirle un supporto professionale nell’elaborare il lutto per questa perdita e nell’affrontare le emozioni che ne derivano. Nel frattempo, potrebbe essere utile cercare di introdurre nella sua routine quotidiana alcune semplici abitudini che la aiutino a riacquistare un minimo di controllo sulla sua vita. Con il giusto supporto, gradualmente riuscirà a ritrovare il suo equilibrio e a ricostruire la sua vita, Non esiti a chiedere aiuto. Un caro saluto e in bocca al lupo.
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Psicologo, Psicologo clinico
Caserta
Gentile utente innanzitutto grazie della condivisione
Spesso i bambini sono molto più intelligenti di quello che pensiamo e sicuramente qualsiasi persona entri o esca dalla sua vita, quello che più potrà farlo preoccupare è sapere che la sua mamma non sta bene.
Quindi forse è giusto che insieme a suo figlio, anche lei diventi la principale priorità di sé stessa.
Quando ci si lascia ciò che si elabora è un lutto a tutti gli effetti e come ogni lutto c'è da elaborare e prendere consapevolezza in primis della parte di noi che abbiamo donato all'altro. Inoltre ciò che differenzia questo tipo di lutto dall'altro è che qui sappiamo che l'altra persona sarà sempre vivente ma non più nella nostra vita e questo richiede tempo, sofferenza e un po' alla volta forza.
Trovare una attività esterna al lavoro, qualcosa da fare con suo figlio e qualcosa da fare per sé stessa potrebbe aiutarla a tirar fuori quello che sente che dentro inizia a star stretto.
Spesso lo sport aiuta, specie in casi come attacchi di panico e di ansia
Ad ogni modo resto a sua disposizione anche in modalità online se decidesse di intraprendere un percorso
La saluto cordialmente
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Dott.ssa Paola Baldo
Psicologo, Psicologo clinico
Rovigo
Buongiorno sono dispiaciuta per la sua sofferenza, che riguarda sia lei che suo figlio. Emergono tanti aspetti che avrebbero bisogno di essere rielaborati punto per punto e credo che possa esserle utile un percorso psicologico con un/a professionista della salute mentale.
Anche le manifestazioni comportamentali (insonnia, fumo, eccessivo uso dei device) vanno tenute in debita considerazione e potrebbe essere utile individuare un modo più funzionale per gestire lo stress e la sofferenza. Un saluto. Dott.ssa Paola Baldo
Dott.ssa Valentina Vanin
Psicologo clinico, Psicologo
Casier
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua situazione, credo sia importante per lei chiedere l'aiuto che le è necessario in questo momento. Il lavoro è importante, così come continuare la sua vita per suo figlio, però è chiaro che il disagio che sta provando mette in difficoltà l'intero sistema. Se non dorme si sente stanca, non riesce ad essere concentrata a lavoro, si sente frustrata e questo la porta a pensare alla sua situazione generale come ad un fallimento personale che le rende difficile rialzarsi! Ha bisogno di trovare un professionista che la aiuti a ripartire piano piano e a rimettere assieme tutti i pezzi, rielaborandoli per capire qual'è la cosa più importante per lei in questo momento. Sembra anche che si senta in colpa per la situazione che sta vivendo suo figlio e che si preoccupi per il suo futuro, ma si ricordi che per lui in questo momento è fondamentale avere una mamma in forze, presente e che riesce a reagire a quanto successo. Quando riuscirà a riprendersi avrà anche gli strumenti per essere di supporto a suo figlio. In questo momento è fondamentale che cerchi una mano che la aiuti ad affrontare quello che sta vivendo. Se avesse bisogno di un confronto non esiti a contattarmi. un caro saluto. Dott.ssa Valentina Vanin
Dott.ssa Alessia Supino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Formia
Gentilissima utente,
Leggo con attenzione la sua richiesta.
Si evince tanta sofferenza a riguardo per varie problematiche.
Le consiglio di intraprendere un percorso di terapia, affinché possa essere per lei motivo di liberazione da molte emozioni spiacevoli.
La saluto in bocca al lupo
Dott.ssa Agnese Compagnucci
Psicologo, Psicologo clinico
Jesi
Salve, le consiglio vivamente di iniziare un percorso terapeutico con un professionista perchè non può continuare a sopportare tale peso da sola. Sarebbe necessario capire quali sono le sue modalità di relazionarsi con il partner, cosa le ha lasciato la prima separazione e cosa invece la seconda rottura. Sicuramente le esperienze passate hanno lasciato un segno, degli irrisolti che hanno influenzato anche la nuova relazione. Credo che al momento lei debba pensare ad aiutare se stessa, e vedrà che di conseguenza sarà di aiuto anche per suo figlio. Per essere un punto di riferimento per gli altri, dobbiamo prima trovare una nostra stabilità.
La saluto con affetto.
Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Psicologo, Psicoterapeuta
Pieve di Cento
Gentilissima,
è comprensibile la sua grande tristezza e il senso di impotenza e di paralisi emotiva che ne derivano. Innanzitutto ha bisogno di chiedere un supporto psicologico per riemergere in tempi brevi da queste emozioni sgradevoli che la stanno indebolendo, per poter riacquistare il suo ruolo di madre competente ed energica. Suo figlio si rispecchia in Lei, pertanto tutto il suo dolore non gestito potrebbe affaticare e danneggiare affettivamente anche lui. Questa nuova separazione ha riattivato il primo trauma vissuto nella relazione con il suo ex marito... È necessario quindi riprendere in mano e riorganizzare le aree fondamentali della sua vita, ricominciando ad amarsi e a costruire una nuova, più completa, consapevole e amabile versione di se stessa,che le consenta di dare e fare il meglio sia come mamma che come donna: potrà reggere
e superare questo nuovo dolore, cominciando a far dipendere la sua serenità da se stessa, piuttosto che da questo ex compagno. Un caro saluto , Giuseppina Cavallo
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, quello che sta vivendo è una forma di lutto, aggravato dal fatto che la persona se n’è andata senza neanche un confronto o una spiegazione. Molto comprensibile come sta vivendo e la preoccupazione per suo figlio. Ora dopo un primo momento di disperazione, sarà importante reagire facendo anche entrare in campo la razionalità. Come nel lutto attraverserà varie fasi, dalla negazione (no, non è possibile, non è vero), alla rabbia, alla depressione. Tutto normale. Poi piano piano accetterà quello che è successo e potrà scoprire quante risorse ha, che si può vivere senza appoggiarsi all’altro ecc. Si dia tempo, è tutto troppo fresco e troppo traumatico. Se questa immagine le è utile, si senta come in convalescenza ora. Ha bisogno di cure, attenzioni, svaghi e affetti. Le amiche in genere per queste cose sono eccezionali. Ti portano la cena calda, mangiano con te e ti lavano i piatti. Poi ti propongono di uscire, andare al cinema ecc. I giorni passano. Suo figlio ha bisogno di lei, non del suo ex-compagno. Si applichi nell’essere presente, lui non c’entra nulla e non gli fa bene vedere la mamma che fuma e sta al telefonino. Visto il momento così delicato e la responsabilità genitoriale le suggerisco di iniziare una psicoterapia di sostegno dove potrà convogliare le sue sofferenze ed essere aiutata rispetto alla gestione di suo figlio. Scusi se sono brutale, ma valeva la pena continuare con una persona che si è comportata così? Come le avrebbe fatto compagnia in vecchiaia? Per lo meno ora lei è ancora giovane e non aggiungo altro. Se vuole sono disponibile, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
È fondamentale concentrarti su te stessa per guarire. Parla con un professionista per elaborare il dolore. Fai attività che ti appassionano e mantieni una routine sana. Assicura a tuo figlio un ambiente stabile e amorevole. Prioritizza la tua salute mentale e fisica. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Debora Versari
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buonasera comprendo la sua difficoltà le consiglio di intraprendere un percorso individuale con un professionista in modo da affrontare al meglio la situazione.
Cordialmente Dr.ssa Versari Debora.
Dott.ssa Alessia Consolidani
Psicologo, Psicologo clinico
Nepi
Buongiorno cara! comprendo molto bene quello che sta vivendo e posso immaginare la preoccupazione per suo figlio, ora però il focus deve essere lei altrimenti non riuscirà nemmeno ad aiutare suo figlio. La prima cosa che mi ha colpito e che mi sento di rimandarle, è il fatto che sia rimasta in una relazione dove sentiva di essere quella che amava di più, pensava la stessa cosa anche nella precedente relazione? ha mai detto al suo compagno come si sentiva? ho la sensazione che lei sia stata molto accomodante reprimendo i suoi bisogni pur di non perdere il suo compagno perciò credo che il primo passo sia quello di ritrovarsi, certo non è semplice, ma la renderà più forte e la aiuterà a superare le difficoltà che sta vivendo. le consiglio una psicoterapia. un caro saluto, spero tanto di esserle stata di aiuto. mi faccia sapere!
Dott.ssa Virginia Mancori
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Mi dispiace molto per il dolore che stai attraversando. È comprensibile che tu ti senta così dopo aver investito tanto in una relazione che è terminata nel modo che hai descritto. La fine di una relazione di lunga durata, soprattutto quando si è coinvolti anche emotivamente per il bene di un figlio, può avere un impatto profondo benessere generale e in particolar modo su quello psicologico.ll percorso di guarigione non è lineare ed è normale avere giorni difficili ma con il tempo e il giusto supporto, potrai superare questo momento doloroso e ritrovare la tua forza interiore. Non esitare a cercare l’aiuto di un professionista, che può offrirti il sostegno necessario per affrontare e superare questa sfida. Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Virginia Mancori
Dott.ssa Paola Grasso
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,

da ciò che racconta traspaiono chiaramente la sua sofferenza e il suo desiderio di stare meglio, per sé e per suo figlio. Considero questo ultimo aspetto una grande risorsa da cui partire, per poter fare ipotesi più approfondite su ciò che attualmente le crea profondo malessere nel vivere la fine di questo rapporto. Questo malessere può senz’altro essere dato, come lei stessa giustamente ipotizzava, dall’investimento che lei ha fatto sulla relazione con questa persona e da tutto ciò che in qualche modo “gli ha affidato” di sé. Trovarsi, ora, a gestire tutto da sola non é affatto semplice e senz’altro risulta molto doloroso. Oltre alle risposte che riceverá alla sua domanda, considerare di prendere uno spazio per lei, per riflettere sul suo vissuto, potrebbe essere un’occasione per ricominciare e per trovare una dimensione che le sia più confortevole nell’affrontare ciò che sta passando.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento e la saluto cordialmente

Dottoressa Paola Grasso
Dott.ssa Valentina Mestici
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile utente, mi spiace molto per la situazione che sta vivendo non è sicuramente facile. La fine di una relazione è sempre un momento difficile da vivere e lei ne ha dovute affrontare già due (con il matrimonio), in più non avere risposte dal suo ex fidanzato è ancora più logorante. Quello che le consiglio vivamente è di rivolgersi ad uno psicologo che la possa aiutare a rimettere in ordine le cose. Innanzitutto per il bene suo ma sopratutto di suo figlio penso che dovrebbe capire perchè si lega così tanto a questi uomini, deve ricominciare da se stessa e capire che lei è qualcosa di importante a presciendere dal fatto di avere qualcuno o meno accanto. Deve metabolizzare la relazione finita e ricominciare da se stessa. Non dormire la notte, lo stress, il fumo non possono essere un modo per affrontare questo momento, non le fanno bene e la fanno cadere in un circolo vizioso in cui lei si sta completamente lasciando andare. Deve trovare le forze per chiedere aiuto ad un professionista, non è sola in questo momento e deve farlo sopratutto per suo figlio, che merita di passare del tempo spensierato con lei e di vederla essere nuovamente serena. Non sarà facile ma ad un certo punto il dolore e la tristezza che prova (che è giusto che ci siano ora) devono essere trasformati in qualcos altro. Io le auguro davvero di poter trovare le forze di reagire a questa situazione perchè se lo merita. Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio. Un caro saluto Dott.ssa Valentina Mestici
Dott.ssa Flavia Serio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Gentile utente, capisco che stia attraversando un momento molto difficile. La fine di una relazione, soprattutto dopo 9 anni, è sempre dolorosa e destabilizzante. Da quello che racconta, sembra che lei stia vivendo questa situazione con grande sofferenza, come dimostrano gli attacchi di panico, l'insonnia, l'aumento del fumo e la perdita di peso. È comprensibile che si senta arrabbiata e ferita per il modo in cui il suo ex compagno ha deciso di interrompere la relazione, lasciandola senza spiegazioni dopo anni di convivenza.

Vorrei aiutarla a guardare la situazione da un'altra prospettiva. Lei dice che il suo ex compagno "era sempre egoista e pensava sempre prima al suo lavoro, a casa sua, ai parenti e alla figlia". Alla luce di ciò, non potrebbe essere che il suo comportamento, per quanto doloroso, sia in linea con quello che è sempre stato il suo modo di relazionarsi con lei? Non voglio dire che sia giusto quello che ha fatto, anzi, ma mi chiedo se farci questa domanda non possa aiutarla a ridimensionare la figura del suo ex compagno. Forse l'immagine che aveva di lui era idealizzata, come spesso accade all'interno di una relazione, soprattutto se questa ci ha aiutata a superare un momento difficile come la fine del suo matrimonio.

Proviamo a chiederci: cosa cercava realmente in questa relazione? E cosa ha trovato? Il fatto che lui non volesse sposarsi e convivere, che mettesse sempre lei e suo figlio al secondo posto, non era già un segnale che la stava trascurando come persona, come donna con dei bisogni affettivi? La prospettiva interazionista in psicoterapia ci insegna che la realtà, anche quella problematica, è costruita dalle nostre azioni e dai significati che attribuiamo agli eventi. Il suo disagio, per quanto reale e doloroso, è amplificato dal sistema di significati che lei ha costruito attorno alla figura del suo ex compagno e alla fine della relazione.

Non credo che il problema sia lei o il suo dolore. Il problema è il modo in cui lei sta interpretando questa situazione. In questo senso le suggerirei di provare a mettere in discussione le sue convinzioni, ad esempio chiedendosi:

Quali aspetti di me stessa ho messo da parte per stare in questa relazione?
Quali sono i miei bisogni reali e come posso soddisfarli al di fuori della relazione?
Quali risorse ho a disposizione per superare questo momento?

Ricordi che non è sola. Ha un figlio a cui badare e questo può essere un punto di forza, un motivo per reagire e costruire un futuro sereno per entrambi. Le consiglio di cercare il supporto di persone care e, se lo ritiene utile, di rivolgersi a un professionista che possa aiutarla in questo momento di dolore e di cambiamento.
Mi dispiace davvero per la sofferenza che sta vivendo. La fine di una relazione importante, soprattutto dopo anni di legame, può lasciarci profondamente scossi e disorientati. Il modo in cui il suo compagno ha chiuso improvvisamente senza spiegazioni, attraverso un messaggio, ha amplificato il suo dolore, lasciandola senza risposte e con molte emozioni irrisolte. Il suo corpo e la sua mente stanno reagendo a questo stress, come dimostrano le difficoltà nel dormire, l'aumento dell'ansia e l'uso del fumo come valvola di sfogo.
È importante riconoscere il dolore e il peso emotivo che sta vivendo, ma anche capire che questo è un momento di grande vulnerabilità che può però diventare un'opportunità di crescita e di riconnessione con sé stessa. Prendersi cura di sé, anche attraverso piccoli gesti quotidiani come migliorare la qualità del sonno e fare pause di rilassamento, può aiutarla a ritrovare un po’ di equilibrio.

Inoltre, la sua preoccupazione per il benessere di suo figlio è molto comprensibile. Anche se sta attraversando un momento difficile, è importante che cerchi di essere presente per lui, anche se con tutta la fatica che comporta. A volte, chiedere aiuto esterno, come il supporto di un professionista, può davvero fare la differenza nel recuperare forza interiore e serenità.
Se lo desidera, sono disponibile ad accompagnarla in questo percorso, offrendo uno spazio sicuro per esplorare insieme le emozioni e trovare la strada per un recupero più profondo.
Dott.ssa Alessia De Lucia
Dott.ssa Janira Marangi
Psicologo, Psicologo clinico
San Giorgio Ionico
Cara Utente,
mi dispiace tanto leggere quanto dolore e difficoltà stai affrontando. È comprensibile che, dopo 9 anni di relazione ti senta smarrita e tradita, soprattutto considerando le modalità con cui è finita. Le emozioni che descrivi – tristezza, insonnia, stress e senso di vuoto – sono una reazione naturale a una perdita così significativa, e il fatto che tutto questo influisca anche sul rapporto con tuo figlio rende il peso ancora più difficile da sopportare.
Quello che stai vivendo lo percepisci come un lutto emotivo, e per uscirne hai bisogno di tempo e di prenderti cura di te stessa. Ti consiglio di iniziare un percorso psicologico che ti aiuti a elaborare questa separazione, a riscoprire le tue risorse interiori e a rimettere al centro il tuo benessere. Un professionista può guidarti nel ridurre lo stress, affrontare l'insonnia e i pensieri intrusivi, e ritrovare l'equilibrio emotivo che meriti.
Inoltre, potrebbe essere utile stabilire una nuova routine che ti aiuti a spezzare i circoli viziosi in cui ti senti intrappolata (ad esempio, dedicare del tempo a un’attività che ti piace o condividere momenti di qualità con tuo figlio). Ripartire da piccole cose può fare una grande differenza.
Ricorda che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza. Non sei sola, e puoi affrontare questa situazione un passo alla volta.

In bocca al lupo!
Dott.ssa Janira Marangi
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Comprendo bene la tua frustrazione, il dolore e il tuo senso di tradimento di fronte a queste dinamiche complesse nel tuo ambiente lavorativo. La tua diffidenza iniziale, radicata nelle esperienze del passato, si è scontrata con un ambiente che inizialmente ti era sembrato accogliente, per poi rivelare dinamiche oscure e un'omertà dolorosa.
Il comportamento manipolatorio e dannoso della tua collega, unito all'indifferenza degli altri. È naturale che tu ti senta ferito e isolato, soprattutto quando coloro che consideravi vicini sembrano preferire il quieto vivere a prendere posizione.
La tua reazione di distacco e la sensazione di "volerti far desiderare" sono comprensibili come meccanismi di difesa di fronte a questa delusione e alla mancanza di supporto.
Per aiutarti a elaborare queste ferite emotive, a comprendere meglio le dinamiche relazionali tossiche e a definire confini sani per proteggere il tuo benessere emotivo, ti suggerisco un percorso psicologico individuale. Un terapeuta può offrirti uno spazio sicuro per esplorare i tuoi sentimenti, rafforzare la tua autostima e sviluppare strategie per gestire situazioni difficili come questa, senza sentirti in colpa per aver messo dei limiti a comportamenti inaccettabili. Insieme potrai anche riflettere su come ricostruire la fiducia nelle relazioni future, imparando a riconoscere i segnali e a proteggere la tua vulnerabilità.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per la fiducia con cui ha scelto di raccontare una parte così dolorosa della sua vita. Leggere le sue parole mi ha permesso di percepire tutta la sofferenza, la fatica e il senso di smarrimento che sta vivendo. È comprensibile, e direi anche umano, che dopo la fine di una relazione così lunga e significativa si senta così fragile e stanca. Quello che sta affrontando non è solo un distacco affettivo, ma un vero e proprio lutto, e come ogni lutto porta con sé dolore, confusione, rabbia, tristezza e un senso di vuoto difficile da colmare. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che sta accadendo nella sua mente e nel suo corpo è strettamente legato al significato che questa relazione aveva per lei. Il suo ex compagno non rappresentava solo un partner, ma anche un sostegno importante dopo la fine del matrimonio, un punto di riferimento che l’ha aiutata in un momento difficile della sua vita. È normale quindi che oggi, con la sua improvvisa uscita di scena, lei si senta come se le fosse crollato il terreno sotto i piedi. L’assenza di un confronto diretto, il fatto che lui si sia allontanato senza darle un vero spazio di dialogo, aumenta questo senso di ingiustizia e di impotenza, alimentando pensieri dolorosi come “non valgo nulla”, “non sono stata abbastanza” oppure “mi ha trattata come una pezza da piedi”. Questi pensieri contribuiscono a mantenere e intensificare il suo stato di ansia, l’insonnia, gli attacchi di panico e la difficoltà a concentrarsi sul presente. Quello che descrive, come passare le notti a cercare distrazioni sul cellulare, fumare di più, non riuscire a staccare il pensiero da lui, sono tentativi comprensibili e umani di cercare sollievo. Ma purtroppo questi tentativi, sebbene nell’immediato possano sembrare una via di fuga, a lungo andare alimentano il circolo della sofferenza. Ogni notte insonne, ogni pensiero ripetuto su come sono andate le cose, ogni gesto che la porta a rimuginare sulla relazione, mantiene vivo il dolore e rallenta il suo processo di elaborazione. In un percorso cognitivo-comportamentale si lavora proprio su questi aspetti: si aiuta la persona a riconoscere i pensieri disfunzionali, a interrompere il rimuginio continuo e a ritrovare poco alla volta un senso di controllo sulla propria vita. Per esempio, si può imparare a osservare i pensieri senza lasciarsi travolgere, a gestire meglio i momenti critici della giornata, a ristabilire delle routine che favoriscano il sonno e il benessere fisico. Lei scrive con grande attenzione anche verso suo figlio, e questo è un segnale prezioso. Nonostante la stanchezza e la sofferenza, riesce ancora a preoccuparsi per il suo benessere. Questo significa che dentro di lei ci sono risorse e valori importanti su cui può fare leva. Forse oggi si sente svuotata, ma il fatto che voglia capire cosa fare e come proteggere suo figlio dimostra che ha già in sé la motivazione per intraprendere un percorso di cura. In questa fase potrebbe esserle utile iniziare a lavorare su piccoli passi concreti: regolarizzare il sonno con tecniche di rilassamento e igiene del sonno, provare a limitare l’uso del cellulare nelle ore notturne, dedicare momenti della giornata ad attività che possano anche solo temporaneamente spostare il focus dai pensieri ripetitivi. E soprattutto valutare, se già non lo ha fatto, di intraprendere un percorso psicologico mirato, in cui possa sentirsi accolta e accompagnata nel dare un nuovo significato a ciò che è accaduto e a ciò che desidera per il futuro. Non c’è niente di sbagliato in lei né nel modo in cui sta reagendo. Sta semplicemente vivendo un momento estremamente difficile, che con il giusto supporto potrà superare, ritrovando energie per sé e per suo figlio. Il dolore che prova ora non è destinato a durare per sempre, anche se oggi le sembra insormontabile. Con pazienza e cura, giorno dopo giorno, potrà tornare a sentirsi padrona della sua vita. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Damiano Maccarri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentilissima, lei cerca disperatamente una spiegazione e un senso ad un amore che ha coltivato e in cui credeva. Si è sentita improvvisamente trattata come non meritava, presa e gettata via come se non fosse nemmeno una persona. Posso capire che da parte di lui ci possa anche essere stato un momento di consapevolezza, un'epifania che gli ha fatto rendere conto che lei non era quella giusta, ma perché trattarla così. Le darò la mia spiegazione, anche se nessuno può garantirle che è la verità; proverò a darle quel senso la cui mancanza la fa tanto soffrire. Lui non l'ha mai amata davvero. Molto probabilmente le ha voluto bene, magari come in alcuni matrimoni, spesso di qualche generazione fa, in cui ci si sposava per interesse o per opportunità, e dopo 30 anni si provava davvero un sincero affetto verso il coniuge, come fosse un membro della famiglia. Non tutte le persone amano allo stesso modo. Alcune persone sono sinceramente convinte che manipolare l'altro, picchiarlo se prova ad andarsene via, ricattarlo, oppure semplicemente darlo per scontato, non ascoltarlo, non fare attenzione al suo carattere, alle sue esigenze, ai suoi desideri e alle sue paure - sia amore. Altri invece amano con tutto il cuore e vogliono intrecciare le proprie passioni, i propri desideri e il proprio destino con l'altra persona, per sperimentare un legame profondo, indissolubile, in cui perdi un po' te stesso per diventare un po' l'altro. È l'unione mistica. È l'Amore che oltrepassa lo spazio, il tempo e la vita. Penso che lui non sappia amare così, e credo purtroppo che l'abbia tenuta in sospeso per tutto questo tempo per non sentirsi solo, avendo il sesso garantito e una persona con cui accompagnarsi e credo che le abbia forse voluto bene a modo suo. Ma dopo tutto questo tempo - devo essere sincero - credo sia difficile sparire così, senza degnare l'altro di una sincera spiegazione; anche solo dire: "In fondo non ho mai avuto intenzioni serie con te, mi dispiace" è un atto doveroso. È piuttosto crudele il suo comportamento, mi creda. Come se in dieci anni, lei non avesse più alcun peso, nulla per cui fornire almeno una mezza verità. Temo che si sia lasciata ingannare da un abile bugiardo, bastardo manipolatore- e se così lui non fosse, credo che in mancanza di una spiegazione da parte sua, lei abbia tutto il diritto di pensare anche questo, che è un bastardo manipolatore. Se non ho capito male, lui è praticamente sparito quando lei sembrava sul punto di entrare nella sua vita in modo definitivo, con la convivenza. Dopo le pressioni (giuste) da parte sua e la discussione, lo stronzo ha concluso molto semplicemente che aveva finito le scuse e lei non si lasciava più "avere" come una depandance. Il modo in cui ha reagito rivela cosa lui pensava davvero, cioè che lei era una compagnia per rendere il suo mondo meno solo, meno grigio, meno insipido. Quando lei ha smesso di lasciargli spazio e concedergli fiducia, chiedendo una spiegazione, lui non ha avuto il coraggio di dirle che lei non è mai stata importante per lui - come d'altronde è normale pensare di un uomo che per dieci anni è stato "egoista, pensando solo al lavoro e all'altra sua famiglia". Se ti trovi male con qualcuno - con un figlio, tra l'altro - è evidente entro i primi 2-3 anni, non serve molto di più; è un tempo fisiologico, anche prima, spesso. So che fa male, molto molto male, ma non credo ci siano altri motivi per tenerla sulla corda per un tempo così eccessivo, se fosse stata una persona onesta. Invece, quello che la spaventa ora è realizzare questo, che si è lasciata prendere in giro. Ha letteralmente buttato 10 preziosi anni della sua vita in nome di una bugia. Mi dispiace molto essere così severo, ma temo che questa sia l'unica spiegazione e prima se ne rende conto, affrontando quel dolore che sente affiorare - e rischia di sommergerla, un dolore fatto di rabbia, di disgusto per quest'uomo e di infinita tristezza - prima uscirà dal vortice di stress che la sta divorando. Per correttezza, devo informarla che, leggendo quanto lei riporta, ovvero la diminuzione ponderale, l'insonnia serale, il fumo, gli attacchi di panico, le crisi disperate... è possibile, ovvero c'è il rischio che se lei accetta questa mia interpretazione come vera, potrebbe entrare in uno stato depressivo conclamato. Gli elementi che ho appena descritto, infatti, sono tipici di una depressione "nevrotica" per usare una terminologia demodé. La depressione nevrotica è correlata alle condizioni ambientali, ovvero alla situazione e poco al carattere (perché alcune persone possono avere un nucleo caratteriale di tipo depressivo, in quel caso è generalmente più complessa e delicata tutta la questione). Il fatto che si tratti di un principio di depressione nevrotica mi deriva sopratutto da un dettaglio spesso trascurato, ovvero che l'insonnia non è mattiniera ma serale, indice spesso di un "rimuginio" interiore a cui lei cerca di fuggire distraendosi con i social e lo smartphone. Questo rimuginio di sottobosco, non ascoltato neppure, potrebbe essere proprio il tentativo di accettare questo: che dietro a quella storia d'amore non c'era e non c'è mai stato niente. Niente. Non è un'iperbole: niente davvero. Proprio per l'assoluta vigliaccheria e opportunismo di certe persone che non sono in grado di amare. Accettare questa devastante verità potrebbe davvero essere l'unica, dolorosa strada per guarire - e devo essere severo, senza giri di parole, perché lei deve affrontare la brutalità della verità. Lei adesso potrebbe trovarsi, mi sembra, in uno stato misto ansioso-depressivo. Darsi una spiegazione, anche e sopratutto questa, la potrebbe eventualmente spingere verso una sintomatologia francamente depressiva, in cui tutti i significati che ha, svaniscono. A quel punto, se così fosse, dovrebbe lavorare sulla depressione, per uscirne definitivamente. Mi auguro, ovviamente, che lei riesca a uscirne molto meglio, ma se dovesse accadere questo, non esisti a contattarmi se lo ritiene necessario o affidarsi comunque ad un aiuto psicologico di sua fiducia. Le porgo i miei più sentiti auguri e un in bocca al lupo. Stia bene.

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