Buongiorno! Mio figlio 21 anni ha avuto un blocco universitario ed è indietro di un anno con gli esa

15 risposte
Buongiorno! Mio figlio 21 anni ha avuto un blocco universitario ed è indietro di un anno con gli esami! A gennaio scorso si era chiuso in se stesso con crisi di pianto e rabbia! Un delirio era dimagrito tanto! Ad oggi non riesce a concentrarsi sullo studio ed ha iniziato a procrastinare! Sono disperata! Guarirà mio figlio? Se guarirà in quanto tempo con la psicoterapia può iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel? Vi prego un consiglio urgente!
Gentile utente, la ringrazio per aver usufruito di questo spazio per la condivisione della sua esperienza.
La situazione che sta attraversando è molto complessa, immagino che per una madre vedere il proprio figlio in difficoltà sia uno dei momenti più duri da affrontare.
Ha fatto bene a procurargli un percorso psicoterapeutico che possa aiutarlo nell’affrontare la situazione difficoltosa che ha lei stessa menzionato, ma per quanto riguarda le sue domande e la sua urgenza a riguardo, mi sentirei di invitarla a prendere in considerazione l’idea di procurarsi anche lei uno spazio in cui poter affrontare le sue domande e le sue paure. Uno spazio privato con un* professionista che saprà affiancarla in questo momento così duro, così da poter poi entrare in relazione con suo figlio senza urgenze o paure, ma in modo da poter essere anche lei a sua volta di aiuto e di supporto per suo figlio in questo periodo di vita.
Per ulteriori domande rimango a disposizione, anche online.
Un caro saluto
Francesca Coricelli - Psicologa

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Buonasera,
La situazione di suo figlio è assolutamente risolvibile, a patto che lui stesso richieda aiuto e decida di svolgere un percorso di psicoterapia.
La motivazione personale è fondamentale per uscire da una situazione.
Può proporre a suo figlio di intraprendere il percorso, anche on line, e vedrà che in pochi mesi, sarà di nuovo sui libri e in linea con gli esami.
Un caro saluto a lei e a suo figlio
Buonasera, sicuramente la psicoterapia può aiutare suo figlio tuttavia stabilirne i tempi a priori è impossibile. Le suggerisca di rivolgersi quanto prima ad un professionista. Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essere utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Caro genitore, grazie intanto per aver qui condiviso...
Pur accogliendo le sue (lecite) preoccupazioni, non posso che suggerirle di attendere: per quanto difficile e frustrante sia, non può far altro che attendere che suo figlio prenda (con la propria testa) una decisione.
Decidere implica assumersi anche il rischio di poter sbagliare, e quindi (magari) riparare...
Spero di averla aiutata quel che basti, resto a disposizione anche online
Cordialmente, dr E. Nola
Buonasera. Mi dispiace per le difficoltà che sta sperimentando suo figlio e per la sua relativa preoccupazione. E' difficile rispondere alle sue domande in base alle indicazioni che ci ha fornito ed in generale perché ogni situazione è unica. Il suggerimento che voglio lasciarle attraverso questo spazio è di provare a stare accanto a suo figlio nelle difficoltà che sta vivendo e supportarlo nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi bisogni. Se sentisse la necessità di approfondire ulteriormente la situazione, e di ricevere come mamma un supporto, potrebbe rivolgersi ad un/a professionista per avere un proprio spazio di ascolto attraverso il quale poter esprimere i propri vissuti ed esser facilitata nel potersi orientare in questo momento in modo efficace nella relazione con suo figlio. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile signora, capisco l angoscia che lei sta provando. Quando si tratta dei figli la preoccupazione è alle stelle. Credo che agire verso un tentativo di comprensione della questione e di una successiva presa in cura sia la via più consigliabile. Se suo figlio è d'accordo poteste chiedere un consulto psicologico. Fornendo maggiori dettagli si potrebbe inquadrare meglio la questione e col tempo necessario ,cercare assieme una soluzione.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno,

parla della guarigione di suo figlio, ma non è chiaro da quale malattia è affetto!! Ritengo sia opportuno chiedere il consulto di uno specialista che possa accogliere magari una richiesta più ampia di matrice familiare. L'essersi fermato di suo figlio potrebbe avere un significato che va oltre il problema del singolo. Chissà che non le/vi voglia comunicare qualcosa.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, penso che debba rivolgersi a uno psicoterapeuta familiare per le sue preoccupazioni. Facendo una consulenza tutti insieme potreste capire meglio quali siano le questioni di suo figlio e come aiutarlo in quanto famiglia. Ci pensi, sono dispobile per qualsiasi altro approfondimento.
Gentile signora, sicuramente un percorso terapeutico può aiutare suo figlio a fare chiarezza dentro di sè. La vicinanza e il sostegno della famiglia poi sono fondamentali. E' importante sia per voi che per lui avere pazienza e apprezzare ogni piccolo progresso. Auguri
Gentile signora, è comprensibile la sua preoccupazione, ma non ci sono risposte precise, in questa sede, alle sue domande dirette. Lei può solo accogliere il disagio di suo figlio, sostenerlo nel dialogo, affinché egli prenda consapevolezza del blocco e di tutti gli altri sintomi che lei descrive e si predisponga alla ricerca di un percorso psicoterapeutico in cui sciogliere i nodi che lo opprimono.
Auguro a lei di trovare presto sollievo e a suo figlio di fare chiarezza sui propri bisogni.
Buongiorno, capisco il dispiacere che prova nel vedere suo figlio così, effettivamente la psicoterapia potrebbe essere la scelta più indicata per aiutarlo a prendere consapevolezza del suo percorso. Questo tuttavia non vuol dire che riprenderà a studiare con profitto subito, anzi magari scoprirà di avere altre aspirazioni, ma di sicuro starà meglio. Bisogna anche dare tempo al tempo, la psicoterapia non è un trattamento di "emergenza" ma ha bisogno di un più ampio respiro...
Gentile signora,
la procrastinazione è un meccanismo di difesa messo in atto dal nostro cervello, per gestire l’ansia che proviamo ogni qualvolta dobbiamo iniziare un nuovo compito o assumere una decisione. Attraverso la Terapia Breve Strategica la procrastinazione, da strategia di coping nel breve tempo utile ad evitare l’ansia, viene resa avversiva più dell’attività che ci si era prefissati, portando ad un rapido abbandono di tale reazione, a lungo andare decisamente poco producente. Tale risultato, raggiunto con l’utilizzo delle logiche non ordinarie, prescrizioni paradossali e ristrutturazioni in sede di colloquio, può verificarsi in modo decisamente veloce: in molti casi già nell’intervallo tra la prima e la seconda seduta. Per raggiungere tale obiettivo è necessario un percorso psicoterapeutico che accompagni gradualmente suo figlio ad uscire da questo circolo vizioso.
A disposizione anche on line,
saluti
I "blocchi" in ambito accademico sono molto frequenti. Non ha senso farne un dramma: sarebbe molto più utile cercare di comprendere quale disagio stia affliggendo suo figlio. Fargli eventuali pressioni non giova - anzi, rischia di complicare il suo malessere - e la psicoterapia può essere d'aiuto, ma con tempi del tutto soggettivi. La bacchetta magica, in psicoterapia, è una chimera.
Gentile Signora, comprendo la preoccupazione per suo figlio e credo che abbia necessità di un aiuto. Se ha già intrapreso un percorso di psicoterapia i miglioramenti si vedranno e sarà soprattutto lui a sentirli. Il fattore tempo è più difficile da definire, dipende dalle radici del suo malessere. In generale 6 mesi un anno creano un senso di benessere percepito in chi ha trovato il professionista giusto per lui. Ciò non vuol dire che sia il tempo di conclusione del percorso. Spero di essere stata chiara.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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