Buongiorno, Mi trovo di fronte a una situazione ormai quasi ingestibile. Ho un bimbo di 3 anni e me

24 risposte
Buongiorno,
Mi trovo di fronte a una situazione ormai quasi ingestibile. Ho un bimbo di 3 anni e mezzo che non riesce a dormire da solo. E non intendo nella sua stanza, nemmeno nel lettone posso allontanarmi da lui. Ha risvegli continui, anche 4/5 a notte, dove se non mi trova urla come un pazzo e piange inconsolabilmente. Cerca costantemente contatto con me, (tipicamente mi tocca le labbra anche se ultimamente ha capito che è fastidioso nel sonno) e ogni risveglio è per me sta diventando una pesante fonte di stress. Dovrebbe iniziare a sperimentare la prima indipendenza da tempo ormai ma, nulla. Naturalmente quando è a scuola tutto è diverso. Da quando è nato lo metto sempre a letto io a causa del lavoro serale del mio compagno. Chiedo aiuto sia per lui, mi piacerebbe riuscisse a dormire rilassato, sia per me perché sta diventando un fattore davvero stressante. Non saprei nemmeno a chi rivolgermi. Uno psicologo infantile o meglio un consulente del sonno?
Grazie mille,
Silvia
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve Silvia, i risvegli frequenti e il bisogno costante di contatto sono segnali di un attaccamento ancora molto forte, che spesso si manifesta nei bambini come ricerca di sicurezza, soprattutto in assenza di una figura genitoriale durante il sonno. A tre anni e mezzo, l’autonomia nel sonno può ancora essere delicata, ma va comunque accompagnata. In questi casi, è consigliabile rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta dell’età evolutiva, che potrà aiutarla a comprendere le radici emotive di questo comportamento e guidarla con strumenti adatti, anche integrando tecniche dolci e graduali, come nella psicoterapia umanistica. Un consulente del sonno può affiancare il percorso, ma serve prima una lettura più profonda del legame madre-bambino. Anche il suo benessere emotivo è centrale, e va sostenuto con attenzione. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buongiorno, prima di tutto comprendo la difficoltà che sta vivendo. Sicuramente può essere utile far valutare il suo bimbo da un professionista, credo che il suo pediatra possa aiutarla nel rivolgersi a qualcuno di adeguato. A mio parere però, visto lo stress che sta affrontando, potrebbe essere di aiuto a lei, e di conseguenza anche al suo bimbo, iniziare un supporto psicologico per riuscire ad affrontare al meglio questo periodo delicato. Se avesse bisogno sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile Silvia, quello che descrive è un vissuto molto comune in tanti genitori di bambini piccoli. Il sonno non è soltanto un bisogno fisiologico ma anche un momento carico di aspetti emotivi e relazionali. Per molti bambini "separarsi" dalla figura di riferimento di notte può suscitare ansia, richieste di contatto e risvegli frequenti.
Non è quindi un “fallimento” né suo né di suo figlio, ma probabilmente l’espressione di un bisogno di vicinanza che, in questo momento, per lui è ancora molto forte. Allo stesso tempo è importante riconoscere la tua fatica, perché la deprivazione di sonno e la sensazione di non avere più spazi propri sono davvero pesanti da sostenere a lungo.
Può certamente rivolgersi a uno psicologo dell’età evolutiva. Insieme potrete comprendere meglio i motivi di questa difficoltà e trovare strategie graduali e sostenibili per aiutare suo figlio a vivere la notte con maggiore serenità.
Il primo passo è chiedere aiuto, come sta facendo adesso. Non è sola e ci sono professionisti che possono accompagnarti sia a ridurre lo stress che a favorire, nel tempo, una maggiore autonomia di suo figlio.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buongiorno, immagino quanto posso essere difficile e faticoso per lei. Lo specialista che le consiglio è uno psicologo dello sviluppo, in quanto le difficoltà di suo figlio legate al sonno potrebbero essere il sintomo di un suo disagio che non riesce ad esternalizzare. Non mi fermerei, quindi, al "problema" visibile ma indagherei più a fondo
Dott. Mario Edoardo Camanini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno Silvia, comprendo quanto possa essere faticoso per un genitore vivere notti così frammentate e sentirsi senza energie. È importante sapere che molti bambini, nella fase prescolare, possono attraversare difficoltà legate al sonno e al distacco. Non è segno di qualcosa di ‘sbagliato’, ma di un bisogno che può essere compreso e accompagnato. Un percorso con uno psicologo infantile può aiutarvi a trovare insieme strategie adatte per favorire un sonno più sereno e sostenere lei nel ridurre lo stress che sta vivendo
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buonasera Silvia, quello che descrivi è un problema molto diffuso e faticoso e non si tratta solo di sonno interrotto: c’è un logoramento emotivo e fisico che a lungo andare diventa difficile da sostenere.

Il comportamento di tuo figlio esprime un forte bisogno di vicinanza e rassicurazione. A tre anni e mezzo è vero che molti bambini hanno già acquisito una certa autonomia nel sonno, ma non tutti maturano con gli stessi tempi, alcuni restano più sensibili alla separazione e manifestano ansia quando non sentono la presenza del genitore. Questo non significa che tu abbia “sbagliato” qualcosa: significa piuttosto che tuo figlio ha una modalità specifica di regolazione emotiva che va accompagnata con gradualità.

La difficoltà maggiore non è tanto addormentarsi, quanto riuscire a mantenere il sonno senza risvegli ansiosi. Devi pensare che per lui il contatto con te è diventato un segnale di SICUREZZA: se non ti trova, si allarma e reagisce. È importante allora lavorare sulla costruzione di segnali rassicuranti che non dipendano unicamente dalla tua presenza fisica.

Un consulente del sonno può aiutare a stabilire routine e strategie pratiche, ma nel tuo caso credo che un supporto psicologico infantile, anche breve, possa essere più utile: ti permetterebbe di capire meglio quali sono le radici emotive di questa forte dipendenza e di ricevere strumenti personalizzati per affrontarla, senza sentirti sola nel processo.

Nel frattempo, puoi cominciare a introdurre piccoli passi:

* Creare un rituale della buonanotte sempre uguale, che lo aiuti a prevedere cosa accade.
* Lasciare con lui un oggetto transizionale (un peluche, una copertina) che porti con sé l’idea della tua presenza.
* Se si sveglia, prima di sdraiarti accanto a lui prova a offrirgli rassicurazione con la voce o con la mano sulla schiena: l’obiettivo è che inizi a tollerare micro-momenti di calma senza bisogno del tuo corpo vicino.
* Inserire gradualmente la presenza del papà nell’addormentamento, anche solo una o due sere a settimana, per ridurre la dipendenza esclusiva da te.

Ti propongo come lavoro terapeutico di annotare per due settimane i risvegli notturni, segnando l’orario, l’intensità della reazione e ciò che fai per calmarlo. Questo diario del sonno ti aiuterà a cogliere schemi ricorrenti e sarà una base preziosa da portare a un professionista, così che il percorso di aiuto possa essere più mirato ed efficace.

Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott.ssa Caterina Marra
Psicologo, Psicologo clinico
Chieri
buongiorno Silvia, ha considerato di rivolgersi ad una puericultrice? sono figure professionali che supportano genitori e figli nelle prime fasi di vita, offrono aiuto pratico, psicologico ed educativo per favorire uno sviluppo armonioso. Questa figura potrebbe aiutarvi a creare una routine del sonno, aiutandovi a comprendere e gestire le esigenze del bambino e le reazioni di cui descriveva. Ci sono anche dei testi che possono rivelarsi dei validi alleati per trovare consigli pratici a questa sfida che molti genitori si trovano ad affrontare. Eccone alcuni: i cuccioli non dormono da soli, il tuo bambino e il sonno, mamma insegnami a dormire, il rito della nanna.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno Silvia, comprendo bene la fatica e lo stress che sta vivendo in questo momento. La mancanza di sonno prolungata, unita alla sensazione di dover sempre essere presente per suo figlio, può diventare davvero logorante sia sul piano fisico che emotivo. Il sonno, che dovrebbe essere un momento di riposo e rigenerazione per entrambi, si sta trasformando in una fonte di tensione continua, e questo la fa sentire probabilmente intrappolata in una routine difficile da spezzare. È comprensibile che lei desideri aiutare suo figlio a vivere la notte in modo più sereno e al tempo stesso poter ritrovare per sé uno spazio di recupero che in questo momento sembra mancare. Dal suo racconto emerge come il bisogno di contatto del bambino sia molto forte, quasi indispensabile per lui per potersi riaddormentare. Nonostante ciò, è importante sottolineare che la situazione non è insolita: molti bambini di quest’età attraversano fasi in cui la richiesta di vicinanza diventa molto intensa, soprattutto di notte. La differenza tra la sicurezza che suo figlio mostra a scuola e la difficoltà che vive a casa di notte evidenzia che non si tratta di una sua incapacità, ma di un contesto specifico in cui ha associato il sonno esclusivamente alla sua presenza costante. Questo meccanismo, seppur nato in modo naturale, ha finito per rinforzarsi nel tempo. Un approccio utile può essere quello di lavorare gradualmente sulla costruzione di una maggiore autonomia notturna, senza forzature brusche che rischierebbero di aumentare le proteste e il disagio. Spesso funziona procedere per piccoli passi, insegnando al bambino modalità diverse di consolazione e rassicurazione che non passino sempre dal contatto diretto con lei. Anche la creazione di routine serali molto prevedibili e rilassanti può aiutare a ridurre l’ansia che accompagna il momento del sonno. Allo stesso tempo, è importante che lei possa sentirsi sostenuta, perché il rischio è che la stanchezza la porti a vivere questi risvegli con un senso crescente di frustrazione e impotenza. Rispetto alla sua domanda su a chi rivolgersi, entrambe le figure che ha menzionato possono essere di aiuto. Un consulente del sonno infantile può offrirle strategie pratiche per gestire il momento della nanna e i risvegli notturni, fornendole strumenti concreti e mirati. Uno psicologo infantile, invece, potrebbe aiutarla a comprendere più a fondo i bisogni emotivi che stanno alla base del comportamento di suo figlio e sostenerla nel trovare modalità di risposta efficaci che non la lascino così sola nel suo ruolo. Spesso un lavoro integrato, che unisca aspetti pratici e aspetti emotivi, può rivelarsi la strada più efficace. L’aspetto fondamentale è che lei non resti con questa sensazione di dover affrontare tutto da sola. Il fatto che abbia scritto e chiesto aiuto dimostra già la sua motivazione e la sua capacità di prendersi cura non solo di suo figlio ma anche di sé stessa. Questo è un passo prezioso, perché la qualità del sonno e del riposo di un bambino è strettamente legata anche al benessere del genitore che lo accompagna. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Alessandra Barcella
Psicologo, Psicologo clinico
Gorlago
Buongiorno Silvia,
la situazione che descrive è comprensibilmente molto stressante e mostra quanto si stia prendendo cura di suo figlio con attenzione e amore.
Un consulente del sonno può aiutare a strutturare una routine efficace, ma uno psicologo potrebbe offrirle uno spazio più ampio per comprendere e gestire anche gli aspetti emotivi legati a questa fase.
Se lo desidera, sono a disposizione per approfondire insieme.

Dott.ssa Barcella
Dott.ssa Anna Maria Chiaia
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Calabria
Buongiorno, potrebbe rivolgersi ad uno psicologo dell'età evolutiva. Attraverso dei colloqui potrebbe aiutarla a risolvere questo problema legato, sembrerebbe, più alla separazione da lei che a disturbi del sonno. Un saluto
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Silvia, la situazione che sta descrivendo evidenzia una dinamica complessa, dove il bisogno di rassicurazione e vicinanza di suo figlio emerge in modo particolarmente forte durante la notte. È comprensibile che questi continui risvegli notturni, e la necessità di contatto costante da parte sua, possano essere fonte di notevole stress per lei. Questi comportamenti possono riflettere una fase in cui il bambino esprime bisogni di sicurezza, forse amplificati da cambiamenti di routine o altri fattori stressanti che possono essere silenziosamente in atto. Dal punto di vista psicoanalitico, si considera come il legame e la comunicazione tra madre e figlio si strutturino anche attraverso tali segni di dipendenza, che cercano espressione nel tentativo di colmare uno spazio percepito come vuoto. La scelta tra uno psicologo infantile e un consulente del sonno potrebbe dipendere dalla natura delle sue preoccupazioni; uno psicologo infantile potrebbe esplorare le dinamiche relazionali e emotive più profonde che stanno alla base di questi comportamenti.
Se desidera uno spazio per esplorare queste esperienze e comprendere meglio le motivazioni emotive sottese, sono qui per offrirle un ascolto attento e senza giudizio. Attraverso la comprensione di questi aspetti, possiamo lavorare insieme per trovare un equilibrio più sereno per lei e suo figlio.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, potrebbe rivolgersi alla neuropsichiatria della sua ausl grazie
Buongiorno,
i bambini hanno bisogno di contatto durante il sonno e questo può diventare molto intenso e faticoso per i genitori. Uno psicologo infantile può aiutarla sia a capire meglio i bisogni emotivi di suo figlio, sia a trovare strategie graduali per accompagnarlo verso più autonomia nel sonno, senza forzature. E' importante che dia attenzione anche allo stress che sta vivendo, chiedendo aiuto se necessario, per alleggerirlo ed essere supportata nel percorso.
Buonasera Silvia, la situazione che descrive necessita di un supporto per il benessere suo e di suo figlio. Le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo infantile che a sua volta -se necessario- potrà indicarvi il percorso che ritiene più utile per la vostra famiglia. Un caro saluto
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buongiorno Silvia, a 3 anni è mezzo è vero che dovrebbe cominciare a sperimentare un po' di indipendenza ma è altrettanto vero che ha bisogno ancora di tanta dipendenza per cui è normale e fisiologico che voglia dormire nel lettone con te, ma capisco la sua stanchezza e frustrazione. Per poter capire meglio i motivi avrei bisogno di altre info: questa situazione va avanti da quando è nato? Com'è il suo sonno nelle h24 (dorme il pomeriggio)? All'asilo dorme?
Io ho una formazione in psicologia perinatale e mi occupo anche di tematiche come il sonno infantile se ha piacere avere un consulto, altrimenti se non l'ha già fatto potrebbe chiedere al suo pediatra o contattare comunque uno psicologo che abbia competenze sul funzionamento del sonno dei bambini. Buona giornata
Dott. Daniele Migliore
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile Silvia,


la situazione che descrive è molto comune ma anche molto delicata, perchè riguarda sia il benessere del bambino che il suo. 

Il bisogno di contatto continuo che manifesta durante la notte potrebbe essere un segnale che in questo momento il sonno del bambino sia ancora fortemente intrecciato alla relazione con lei. Diverso, da come racconta, è invece lo spazio a scuola in cui sembra riuscire a regolarsi diversamente.

Questo ci dice che le risorse ci sono ma che forse di notte emergono bisogni emotivi che richiedono la sua presenza come rassicurazione.

Sarebbe dunque importante comprendere perchè il distacco notturno sia così difficile e come lei possa accompagnarlo gradualmente nel tollerarlo. In questo senso un percorso con uno psicologo dell’età evolutiva potrebbe offrirle uno spazio in cui riflettere su come sostenere la sua crescita emotiva senza sentirsi intrappolata in un circolo di stress e frustrazione.

Le auguro il meglio, 



Dott. Daniele Migliore
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno Silvia,

La situazione che descrivi è comprensibilmente molto stressante sia per te sia per il tuo bambino. I risvegli notturni frequenti e la forte dipendenza dal contatto con te possono avere diverse cause, tra cui abitudini consolidate, ansia da separazione, o semplicemente una difficoltà a sviluppare autonomia nel sonno. È importante ricordare che a questa età i bambini stanno ancora imparando a regolare il loro sonno e a sentirsi sicuri anche quando non hanno il genitore vicino.

Sebbene ci siano strategie generali che possono aiutare, come creare routine coerenti, un ambiente rassicurante e graduali passaggi verso l’autonomia nel sonno, ogni bambino è unico e spesso è necessario un approccio personalizzato. In questo caso, può essere utile rivolgersi a un professionista che possa valutare la situazione specifica del tuo bambino e sostenere anche te nel gestire lo stress legato a questi risvegli. Potrebbe essere appropriato sia uno psicologo infantile specializzato nello sviluppo e nel comportamento del sonno, sia un consulente del sonno pediatrico. Entrambe le figure possono offrire strategie pratiche e supporto emotivo, ma uno psicologo infantile potrà anche indagare eventuali aspetti emotivi o relazionali che possono influenzare il sonno.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera Silvia, quello che descrive è un’esperienza comune a molti genitori ma non per questo meno faticosa, la mancanza di sonno e i risvegli frequenti logorano e rischiano di trasformare il momento della nanna in una fonte di stress continuo per entrambi. Da come lo racconta, suo figlio non sembra tanto avere un problema legato alla capacità di addormentarsi, quanto piuttosto alla separazione da lei, ha bisogno di un contatto costante per sentirsi sicuro e questo lo porta a cercarla in modo insistente durante la notte.
In questi casi può essere utile uno psicologo dell’età evolutiva può aiutarla a leggere meglio i bisogni emotivi che si celano dietro a questo comportamento e sostenerla nella gestione della fatica e del senso di impotenza che comprensibilmente prova.
Intanto, può cominciare da piccoli passi concreti, come introdurre un oggetto (peluche, copertina) da associare al sonno, provare a ridurre gradualmente il contatto diretto durante i risvegli, e condividere la gestione della notte con il suo compagno anche solo nei giorni liberi, per alleggerirsi.
Non è colpa sua né del bambino, è una fase delicata, ma con il giusto supporto si può aiutare suo figlio a conquistare più autonomia e restituirle un po’ di respiro. Un caro saluto
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo infantile. Cordiali saluti.
Dott.ssa Lucrezia Farese
Psicologo, Psicologo clinico
Fragneto Monforte
Salve Silvia, comprendo quanto possa essere faticoso affrontare risvegli notturni frequenti e il bisogno costante di vicinanza del bambino. È importante riconoscere che il sonno è una tappa delicata nello sviluppo e spesso riflette bisogni emotivi profondi.
In questi casi, può essere utile una psicologa per aiutarla ad esplorare eventuali bisogni emotivi o relazionali sottostanti. Valutare insieme anche il coinvolgimento del partner può essere un elemento importante per alleggerire il carico. Se lo valuta, resto a sua disposizione. Dott.ssa Farese Lucrezia
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Salve, io non sono competente ma le consiglio uno psicologo/psicoterapeuta infantile perchè probabilmente ha delle paure che escono fuori quando lasciato solo. Il professionista saprà aiutarvi attraverso un accompagnamento sia familiare che del bambino. Spero possa essere d'aiuto.
Buon percorso, Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Alexia Pellegrinetti
Psicologo, Psicologo clinico
Arezzo
Ciao Silvia, grazie per la tua condivisione.

Quello che descrivi è molto comune: molti bambini faticano a separarsi al momento del sonno perché il letto rappresenta il primo vero momento di distacco. Il fatto che a scuola riesca a stare sereno mostra che ha capacità di autonomia, ma la notte diventa il momento in cui cerca rassicurazione.

Per affrontarlo, possono aiutare due strade complementari:

Consulente del sonno infantile: utile per strutturare routine e strategie pratiche (rituali serali costanti, riduzione graduale della tua presenza, oggetto transizionale, ecc.).

Psicologo infantile/genitoriale: utile se senti che la difficoltà è diventata fonte di forte stress emotivo per te o che il bisogno di contatto del bimbo è molto intenso e persistente.

Non c’è una scelta esclusiva: puoi iniziare da un consulente del sonno per soluzioni pratiche e, se resta difficile o emotivamente pesante, affiancare uno psicologo. Nel frattempo, mantieni rituali prevedibili, riduci la tua presenza in modo molto graduale, e ricorda che non è un “ritardo” ma un bisogno che con l’aiuto giusto può evolvere.
Dott.ssa Sara Vassallo
Psicologo
Battipaglia
Salve Silvia, mi dispiace molto per la situazione che ha descritto perché è sicuramente invalidante per la sua vita. Sicuramente un pediatra avrà già escluso cause organiche che potrebbero causare la difficoltà a dormire sereno; è molto piccolo per un percorso di psicoterapia infantile, però potrebbe valutare l'idea di rivolgersi con il suo compagno ad uno psicoterapeuta che potrebbe aiutarvi nella gestione dello stress e delle dinamiche familiari che potrebbero far vivere al bambino una sorta di "insicurezza" nel dormire.
Resto a disposizione. In bocca al lupo!
Dott.ssa Sofia Bonomi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, ci sono alcune realtà che si occupano specificatamente di questo genere di problemi, per farle un esempio se cerca "tipregodormi" su internet troverà una consulente specializzata che potrebbe aiutarla. Cordialmente, dott.ssa Bonomi

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