Buongiorno. Mi chiamo Mauro e da 4 anni soffro di attacchi di panico con palpitazioni e tachicardia,

23 risposte
Buongiorno. Mi chiamo Mauro e da 4 anni soffro di attacchi di panico con palpitazioni e tachicardia, giramenti di testa e perdite di equilibrio. Sono stato seguito da una psicologo e dal medico, facendo una trentina di sedute, e prendendo Entact e Minias. 2 anni fa ho avuto un peggioramento che mi ha portato a non uscire piu di casa. Meno di 2 mesi fa ho perso mio Padre ed ora per questioni legate alla sua eredità devo per forza andare in banca. Vorrei che mi consigliaste una medicina che mi permetta di superare questo blocco. Ora il mio problema e la paura di stare male, di avere un attacco di cuore e sono sempre iper-vigile su ogni mio disturbo e cosi non faccio che peggiorare le cose.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve Mauro, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Per quanto riguarda il farmaco credo sia meglio rivolgersi al proprio medico curante.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia più efficace consista nel farmaco più intervento psicologico.
Cordialmente, dott FDL

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Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.mo, la situazione che descrive è articolata e densa di sofferenze. Vorrei però prendesse in considerazione due cose: il pensiero di stare male è un suo pensiero. Aggiungo anche che è soltanto un pensiero, nulla di più, di cui lei è padrone e su cui può assumere il controllo. Avendo avuto già esperienza con uno psicologo e con un medico, sicuramente le è rimasto qualcosa di quell’esperienza: provi a ricordare quei momenti. Per quanto possa sentire quella esperienza insoddisfacente o non risolutiva, ci sarà senz’altro qualcosa di positivo, fosse anche una sola cosa. Provi a ripartire da queste due cose, facendo un piccolo passo alla volta: l’obiettivo ora è cercare di nuovo aiuto. Se la sua autolimitazione è tale, provi a considerare anche un contatto in remoto, tenendo da subito presente che l’obiettivo è trovare un aiuto e provare a uscire. SG
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve Mauro, per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci si confronti con il suo medico di fiducia. Inoltre, scrive di avere paura e di essere super-vigile, quindi un percorso psicologico potrebbe aiutarla a affrontare il disagio che descrive. Vedrà che in questo modo le cose miglioreranno.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Georgia Silvi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile Mauro,
è spiacevole che lei abbia dovuto sopportare per 4 anni queste difficoltà senza venirne mai a capo.
Avrà verificato che i farmaci agiscono solo a livello sintomatico e non risolvono il problema alla radice, come invece può fare una buona psicoterapia.
L'origine dei suoi disturbi va cercata in una fragilità di base della sua personalità, costruitasi a partire dagli anni dell'infanzia. Le consiglio pertanto di intraprendere percorso di psicoterapia, anche online se preferisce. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Salve, mi dispiace per la perdita di suo padre. Ha detto bene che più ha la paura di avere un attacco di panico, più seleziona la sua attenzione alle sensazioni del corpo. È proprio questo il meccanismo che innesca l'attacco di panico. Medicine non le posso consigliare perché non sono un medico, ma per affrontare l'aspetto psicologico, le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico cognitivo comportamentale per eliminare gli attacchi di panico e l'ansia.
Dott. Alessandro Conforti Di Lorenzo
Psicologo, Psicologo clinico
Curtarolo
Ciao Mauro, mi dispiace per suo padre. Adesso dovrà fare dei grandi sacrifici e credo sia il momento opportuno per gestire al meglio la sua salute. Da quanto tempo non si rivolge a uno psicologo? Possiamo sentirci in una video-chiamata e potrò darle informazioni per capire come sbloccare al meglio questa situazione. Mi scriva se le interessa il mio profilo. Saluti.
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. La domanda che pone, sarebbe meglio rivolgerla a un medico. Mi chiedo: come mai non ha continuato a lavorare in psicoterapia per questo problema? Le consiglierei di riprendere un nuovo percorso psicoterapeutico, molti di noi lavoriamo on line, potrebbe farlo da casa. I farmaci agiscono sui sintomi ma solo un percorso su di sé che stimoli la fiducia in se stesso indagando sulle cause del malessere può aiutarla a sbloccarsi. Se la sintomatologia è importante può integrare i farmaci con la psicoterapia. Nella mia esperienza, spesso non c'è bisogno dei farmaci. Distinti saluti
Dott.ssa Viola Vigani
Psicologo, Psicologo clinico
Credaro
Salve Mauro. Come lei ha scritto, il suo problema in questo momento è la paura di stare male, l'ipervigilanza dovuta all'attenzione che lei riporta sul suo corpo e che determinano l'attacco di panico. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico per poter lavorare sul meccanismo che innesca e mantiene l'attacco di panico, per poterle consentire di riprendere ad uscire. Nel caso voglia valutare la possibilità di fare un colloquio mi rendo disponibile. Cordialmente, dott.ssa Vigani Viola
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno Mauro, per specifiche meglio approfondite circa l'uso dei farmaci, senta il suo medico di fiducia.

Saluti

MT
Dott.ssa Gianna Labriola
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buon pomeriggio Mauro, posso comprendere quanto ha vissuto o sta vivendo. Mi sentirei di consigliarle un consulto con il suo medico rispetto l'utilizzo dei farmaci e in parallelo di considerare l'idea di riprendere un percorso con uno psicologo che possa supportarla nella comprensione dei vissuti che sta attraversando e delle possibili cause. Resto a disposizione per eventuali approfondimenti. buona serata, dott.ssa G Labriola
Salve Mauro, mi dispiace molto per la sofferenza con cui sta facendo i conti. Ciò che descrive è articolato e merita di essere analizzato con la dovuta attenzione, non può essere ridotto o risolto nell'indicazione di un farmaco (che in ogni caso deve essere effettuata dal proprio medico o da uno specialista di riferimento). Così come ha colto i suoi sintomi fisici e richiamato attenzione sugli stessi, è indicato che si prenda cura dei suoi vissuti e della componente psicologica del suo disagio. Resto a sua disposizione, dott.ssa Valentina Cecchi
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
Buongiorno sig. Mauro,
da quanto Lei descritto ha finora messo in atto le reazioni più usuali a una percezione di intensa paura, come l'attacco di panico.
Il tentativo di evitare o rifuggire ciò che spaventa, che fa sentire sempre meno capaci di fronteggiare quel mostro che assume delle proporzioni sempre più gigantesche nella mente di chi ha paura. Il tentativo fallimentare di tenere sotto controllo le proprie reazioni fisiologiche, che fa paradossalmente perdere il controllo, per cui ci si agita ancora di più.
Per il farmaco Le consiglio di contattare il suo medico di fiducia, mentre per il disagio che Lei descrive Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico perché la reiterazione nel tempo di questo tipo di interazione disfunzionale può condurla a un’esasperazione dei parametri fisiologici. In particolare Le consiglio un approccio breve strategico il cui trattamento terapeutico messo a punto, è così sperimentato e comprovato, che rappresenta la “best practice” nella terapia degli attacchi di panico.
A disposizione,
cordialmente.
dr. Germi Sabrina
Mauro, lei ha ancora la sindrome di attacco panico, ciò che descrive ne e’la diretta conseguenza: la paura della paura, l’evitamento ed il controllo della mente.
Segua una terapia farmacologica presso uno psichiatra per agire sul sintomo poiché è forte ed invalidante, e faccia anche psicoterapia cognitivo comportamentale per lavorare sulle cause del panico ma anche (e soprattutto) per superarle.
Quando il sintomo è forte e si trascina da così tanto tempo, è opportuno procedere con farmaci e psicoterapia insieme.
Auguri!
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, è certamente un discorso complesso che ha certamente necessità di essere affrontato con il suo terapeuta ed il suo Medico, ma ciò che posso dirle è che più che le medicine io proverei a puntare sulle tecniche di Mindfulness e di respirazione diaframmatica, per andare a calmare tutto il sistema nel suo complesso.
Cordialmente,
Dott.ssa Giulia Casole
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Mauro,
per una indicazione sui farmaci deve sentire uno psichiatra. Intanto può rivolgersi al Servizio di Salute Mentale della sua ASL.
Tenga presente che i farmaci, soprattutto gli antidepressivi, possono aiutare a risolvere il problema di per sé raramente producono una guarigione completa. E' necessario che riprenda il suo percorso terapeutico, e risolva i motivi profondi di questo terrore.
Dall'ansia e dal panico si può uscire!
Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dr. Rodolfo Vittori
Psicologo, Psicologo clinico
Romans d'Isonzo
Gentilissimo Mauro,
mi spiace molto la sua situazione ed è veramente difficile pensare che lei stia sopportando queste difficoltà da ormai quattro anni.
In questo periodo, credo avrà verificato di persona che i farmaci non risolvono il problema. Purtroppo il farmaco agisce soltanto sul sintomo, ma non va alla radice del problema e non solo non risolve nulla, ma può creare una pericolosa dipendenza.
Le consiglio invece di riprendere il percorso psicologico con un buon professionista, che sappia individuare le cause e sia capace di aiutarla a ristabilire il suo equilibrio.
Se volesse avere un colloquio senza impegno, mi contatti pure.
Per il momento le auguro tanta fortuna.
dott. Rodolfo Vittori
Dott.ssa Silvia Rondi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Terapeuta
Brescia
Gentilissimo Mauro, il suo intervento ci dice come negli ultimi quattro anni, nonostante l'intervento psicologico e l'assunzione farmacologica, il sintomo abbia preso il sopravvento limitando sempre più il suo raggio d'azione, al punto che le risulta difficile uscire di casa. Questa informazione è già di per sè molto significativa, in quanto descrive una pressochè totale compromissione dei suoi compiti vitali. Sarebbe importante comprendere come questa coorte di sintomi si inscrive nell'ambito del suo stile di vita precedente, ovvero la sua personalità in senso ampio, "l'impronta unica e irripetibile di ogni individuo, costituita dalla risultante di tratti comportamentali, orientamento del pensiero, sentimenti ed emozioni, posti al servizio del fine ultimo perseguito". Il sintomo è portatore di un significato e per superarlo è utile comprendere cosa ci sta comunicando. Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Se volesse, senza impegno, mi può contattare. Un caro saluto. sr
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Martina Cremanti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bergamo
Gentile Mauro, mi dispiace per la situazione di sofferenza che descrive. In seguito agli attacchi di panico, molte persone iniziano ad avere condotte di evitamento e a iper-monitorare i segnali del proprio corpo. Proprio questo mantiene la sintomatologia ansiosa. Le consiglierei pertanto di scegliere un terapeuta cognitivo-comportamentale per poter acquisire maggiori strumenti per la gestione della sintomatologia ansiosa, comprenderne il funzionamento e concordare una graduale esposizione alle situazioni che ora evita. Eventualmente può anche ricontattare lo psichiatra per la terapia farmacologica, che però non risolverà il problema alla radice.
Un grande in bocca al lupo!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera Mauro, grazie per aver condiviso la sua esperienza e i suoi timori. Capisco quanto possa essere difficile affrontare una situazione come quella che descrive, soprattutto dopo un evento emotivamente intenso come la perdita di suo padre. Voglio rassicurarla sul fatto che ciò che sta vivendo è comprensibile, e le reazioni che descrive, come la paura di stare male o l’iper-vigilanza, sono caratteristiche comuni dell’ansia e degli attacchi di panico. Quando ci si trova bloccati in un ciclo di paura anticipatoria, il corpo reagisce come se fosse continuamente sotto minaccia, amplificando i sintomi fisici e aumentando il senso di disagio. Questo può portare a evitare situazioni percepite come rischiose, come nel suo caso l’uscita di casa o l’andare in banca, ma è importante sapere che ci sono modi per spezzare questo circolo vizioso. Sebbene io non possa suggerire farmaci specifici (per questo è necessario rivolgersi al medico di base o a uno psichiatra, che può valutare insieme a lei la possibilità di una terapia farmacologica mirata) voglio sottolineare che ci sono strategie psicologiche che possono aiutarla a gestire questi momenti critici. Un approccio che può rivelarsi utile è quello di suddividere il compito che deve affrontare in piccoli passi gestibili. Ad esempio, potrebbe iniziare a fare brevi uscite vicino a casa, magari accompagnato da una persona di fiducia, così da ridurre gradualmente il livello di ansia associato all’esterno. Questo tipo di esposizione graduale aiuta il cervello a ricalibrare la percezione di pericolo, permettendole di affrontare situazioni più complesse come andare in banca. Inoltre, le tecniche di rilassamento come la respirazione profonda o diaframmatica possono essere preziose. Quando si sente sopraffatto dall’ansia, focalizzarsi sul rallentare il respiro può aiutare a calmare il sistema nervoso e a ridurre i sintomi fisici, come la tachicardia o i giramenti di testa. Anche portare l’attenzione su un oggetto o un’attività concreta, come contare o descrivere ciò che vede intorno a sé, può aiutarla a uscire dal flusso di pensieri negativi. È anche utile lavorare sul modo in cui interpreta i sintomi fisici che prova. Quando il cuore accelera o si sente instabile, è naturale pensare che qualcosa di grave stia per accadere. Tuttavia, questi sintomi, per quanto spiacevoli, non sono pericolosi. Sono semplicemente la risposta del corpo all’ansia. Riconoscerli per quello che sono e dirsi che passeranno può ridurre l’intensità del panico. La sua storia dimostra che ha già fatto molto per affrontare il problema, e questo è un segno di grande forza e determinazione. Anche se il percorso può sembrare difficile, con il supporto giusto può ritrovare un maggiore equilibrio e affrontare con successo le sfide che si presentano. Se può, valuti la possibilità di tornare a lavorare con il suo terapeuta per approfondire ulteriormente questi strumenti. Non è solo in questo percorso, e ogni piccolo progresso è un grande passo verso il benessere. Mi contatti se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Janira Marangi
Psicologo, Psicologo clinico
San Giorgio Ionico
Buongiorno Mauro,

Capisco quanto possa essere difficile affrontare questa situazione, soprattutto dopo un lutto così importante. È comprensibile che l’ansia e la paura di stare male siano diventate così ingombranti da bloccarla nelle sue attività quotidiane.

Dal suo racconto emerge un punto chiave: nonostante anni di terapia farmacologica, la sua situazione non sembra essere migliorata in modo significativo. Questo indica che il farmaco da solo non è la soluzione più efficace per trattare gli attacchi di panico. In molti casi, infatti, l’ansia può essere affrontata con successo attraverso un percorso psicologico mirato, senza il supporto di farmaci, o con un loro utilizzo limitato nel tempo.

Il problema principale negli attacchi di panico è il circolo vizioso della paura della paura: più si osservano i sintomi con timore, più questi aumentano. Per interrompere questo meccanismo, è fondamentale un intervento che aiuti a modificare la percezione del panico e delle sensazioni corporee.

Se la terapia attuale non sta portando ai risultati desiderati, potrebbe essere utile riconsiderare l’approccio con un altro professionista. Gli attacchi di panico possono essere trattati con successo, ma è importante seguire un metodo efficace.

Un caro saluto.
Dott.ssa Janira Marangi
Dott.ssa Alice Vetro
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera Mauro, mi dispiace molto per il suo malessere e per la sua perdita. La sofferenza che descrive è intensa e merita attenzione e supporto. È del tutto comprensibile provare paura di stare male. Questa è una componente tipica del disturbo di panico. Dopo uno o più episodi, è frequente sviluppare il timore che si ripetano, con un conseguente aumento dell’attenzione ai segnali corporei e una progressiva limitazione delle uscite, proprio come ha raccontato. In una situazione come questa, è molto utile riprendere un percorso di psicoterapia, preferibilmente con un professionista esperto nel trattamento dei disturbi d’ansia e di panico. Le consiglio inoltre di consultare uno psichiatra in quanto solo una figura medica specializzata può valutare una terapia farmacologica efficace tenendo conto della sua storia clinica e dei farmaci già utilizzati.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza — capisco quanto possa essere difficile convivere con sintomi così intensi e invalidanti, specialmente dopo un periodo di grande stress e dolore come la perdita di suo padre.
Dalle sue parole emerge una forte sofferenza legata non solo agli attacchi di panico, ma anche alla paura stessa di “stare male”, che spesso tende a rinforzare il circolo dell’ansia. È importante sapere che non è solo: molte persone, in momenti di particolare vulnerabilità, sperimentano sensazioni simili.
Per quanto riguarda l’aspetto farmacologico, è fondamentale che la prescrizione o la modifica di una terapia venga valutata dal medico che le ha prescritto la cura, che potrà indicarle la soluzione più adatta in base alla sua storia clinica.
Accanto alla terapia medica, può essere molto utile riprendere o integrare un percorso psicologico mirato alla gestione dell’ansia e degli attacchi di panico — ad esempio con tecniche di esposizione graduale, respirazione e ristrutturazione dei pensieri legati alla paura di “stare male”. Un supporto psicologico costante può aiutarla a recuperare fiducia nel proprio corpo e a riappropriarsi, passo dopo passo, della sua libertà di movimento.
Le faccio un grande in bocca al lupo e la invito a non scoraggiarsi: con il giusto accompagnamento, è assolutamente possibile tornare a stare meglio e a vivere con serenità.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso, mi occupo anche di supporto al lutto.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi

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