Buongiorno Dottori, vorrei chiedervi un suggerimento per superare un pensiero intrusivo tornato a di
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Buongiorno Dottori, vorrei chiedervi un suggerimento per superare un pensiero intrusivo tornato a disturbarmi dopo molti anni. Premetto purtroppo di avere tendenza a rimuginare e di aver avuto nella tarda adolescenza un episodio di disturbo ossessivo compulsivo dal quale sono uscito con tanta fatica dopo due anni. Il pensiero intusivo è comparso una decina di anni dopo, in seguito a delle difficoltà ad approcciare le ragazze, dovuta sia all'eccessiva timidezza e rigidità, sia dal fatto di non essere uscito molto in un momento cruciale per i motivi di cui sopra. Nel frattempo ero convinto, un po' per l 'ambiente, un po' per i miei valori che comportamenti promiscui e sesso occasionale fossero minoritari o comunque non il costume generalizzato. In un periodo in cui ebbi delle delusioni pesanti purtroppo udii da chi nel giro di amicizie che frequentavo aveva molta più facilità di approccio considerazioni su come all'epoca (fine anni 90) le ragazze fossero tutte disponibili usando un po' di tecnica. A causa del periodo di forti delusioni, pur non credendoci cominciai ad arrovellarmi la testa, sapendo che è assurdo pensare siano tutte uguali e dall'altra sentendomi un alieno, cominciando a sentire frustrazione verso qualsiasi interesse per considerazioni del tipo "mentre io trovo interesse a leggere un libro, a guardare un cinema, gli altri pensano solo a quello', 'dietro alla dolcezza di un sorriso femminile c'è in realtà una che aspetta solo che qualcuno la approcci per arrivare a quello' in maniera usa e getta". Finii con sentire frustrazioni per qualsiasi attività non per voler essere come chi sentii pronunciare certi discorsi ma schifato dal fatto che il mondo potesse essere così, pur sapendo che quella è una visione che non può essere vera. Ma non riuscivo a togliermi il pensiero anche perché derivava da frasi di chi nel mondo ci sguazzava meglio di me. Riuscii col tempo e grazie alle prime storie a superare questo tormento. Purtroppo in tempi recenti ha ricominciato a insinuarsi, probabilmente a causa dell'incrociarsi con la crisi di mezza età, con l'accumularsi di disillusioni su tutto e col fatto di essere in un matrimonio quasi bianco (e sentendo quindi di essere una coppia di alieni invece che un single alieno) Elemento tra l'altro che assieme alla poca esperienza precedente a questo dovrebbe convincermi, viste timidezza, inibizioni e gradualità che ho incontrato che mi sto in realtà facendo tanti problemi per aver sentito una castroneria un quarto di secolo fa. Ma il pensiero torna sempre a disturbare. Cerco di scacciarlo in tutti i modi, a volte cercando statistiche in internet per autodimostrarmi che quella è una stupidaggine generalizzarlo ma dopo un po' il pensiero mi tormenta di nuovo, riportandomi parole e immagini di quel periodo in cui tutto è iniziato e causandomi ansia. Vi è un modo perché la razionalità riesca a tenere questo pensiero definitivamente lontano? Grazie
Buongiorno gentile utente.
Questo eccessivo lavorio mentale non le sta rendendo, di sicuro, la vita facile. La mente, libera di vagare, spesso si incastra in lunghi ragionamenti senza vie di uscita, quasi come se ci fosse gratificazione nel non trovare risposte a domande a cui è, francamente, inutile tentare di trovarne.
La soluzione è senz'altro nel presente. i pensieri intrusivi, specialmente riferiti al passato, possono determinare un distacco disfunzionale dalla realtà che si vive momento per momento e generare ansia generalizzata verso situazioni che possono ripresentarsi anche a distanza di molti anni, e che al tempo avevano causato sofferenza.
L'ansia crea l'illusione, ma concreta, che il passato possa tornare e ripresentare lo stesso malessere, magari con gli interessi. In un certo senso, questo auto-sabotaggio ci preserva dal pericolo, ma senza accorgersi che in realtà non c'è nessun pericolo!
Il mio consiglio è di cominciare un percorso che le consenta di riportare l'attenzione al qui e ora, a radicarsi nella sua realtà del presente. Si tratta di imparare a svuotare la mente da ciò che è intrusivo, ricorsivo e inutile, per lasciare spazio all'osservazione di quello che stiamo facendo o del contesto che ci circonda. In questo esercizio di osservazione, tornare a prestare attenzione alle cose belle della vita, alle emozioni positive, alle relazioni significative e alle attività veramente soddisfacenti.
Contemporaneamente potrà lavorare sulla sua ansia derivante dal troppo pensare. Acquisirà strumenti e strategie per riconoscere l'insorgenza di eventi mentali disfunzionali e riconoscere i sintomi dell'ansia, per poi applicare le giuste contromisure comportamentali.
In questo spazio di crescita personale, sono convinto, potrà anche migliorare il suo rapporto con le altre persone, con le donne in particolare. Sarà in grado di rivedere alcune convinzioni passate, decisamente errate, sul giusto modo di rapportarsi con le persone dell'altro genere, esercitando parole e concetti come empatia, compassione, gentilezza, gratitudine e condivisione.
Se lo desidera possiamo approfondire insieme questo tipo di percorso, anche attraverso una consulenza online. Sarei lieto di spiegarle come funziona il mio approccio psicologico.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Questo eccessivo lavorio mentale non le sta rendendo, di sicuro, la vita facile. La mente, libera di vagare, spesso si incastra in lunghi ragionamenti senza vie di uscita, quasi come se ci fosse gratificazione nel non trovare risposte a domande a cui è, francamente, inutile tentare di trovarne.
La soluzione è senz'altro nel presente. i pensieri intrusivi, specialmente riferiti al passato, possono determinare un distacco disfunzionale dalla realtà che si vive momento per momento e generare ansia generalizzata verso situazioni che possono ripresentarsi anche a distanza di molti anni, e che al tempo avevano causato sofferenza.
L'ansia crea l'illusione, ma concreta, che il passato possa tornare e ripresentare lo stesso malessere, magari con gli interessi. In un certo senso, questo auto-sabotaggio ci preserva dal pericolo, ma senza accorgersi che in realtà non c'è nessun pericolo!
Il mio consiglio è di cominciare un percorso che le consenta di riportare l'attenzione al qui e ora, a radicarsi nella sua realtà del presente. Si tratta di imparare a svuotare la mente da ciò che è intrusivo, ricorsivo e inutile, per lasciare spazio all'osservazione di quello che stiamo facendo o del contesto che ci circonda. In questo esercizio di osservazione, tornare a prestare attenzione alle cose belle della vita, alle emozioni positive, alle relazioni significative e alle attività veramente soddisfacenti.
Contemporaneamente potrà lavorare sulla sua ansia derivante dal troppo pensare. Acquisirà strumenti e strategie per riconoscere l'insorgenza di eventi mentali disfunzionali e riconoscere i sintomi dell'ansia, per poi applicare le giuste contromisure comportamentali.
In questo spazio di crescita personale, sono convinto, potrà anche migliorare il suo rapporto con le altre persone, con le donne in particolare. Sarà in grado di rivedere alcune convinzioni passate, decisamente errate, sul giusto modo di rapportarsi con le persone dell'altro genere, esercitando parole e concetti come empatia, compassione, gentilezza, gratitudine e condivisione.
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Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
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Buongiorno,
Capisco quanto possano essere debilitanti i pensieri intrusivi e la tendenza a rimuginare. È positivo che sia consapevole delle sue difficoltà e che cerchi attivamente soluzioni. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:
Consulti un Professionista: Consideri di parlare con uno psicologo o psicoterapeuta, che potrebbe aiutarla a gestire i pensieri intrusivi e il rimuginare.
Tecniche di Mindfulness: La pratica della mindfulness può essere molto efficace per ridurre l'impatto dei pensieri intrusivi. Aiuta a osservare i pensieri senza giudicarli e senza lasciarsi sopraffare.
Esercizio Fisico: L'attività fisica regolare può migliorare l'umore e ridurre l'ansia.
Attività di Distrazione: Quando i pensieri intrusivi emergono, può essere utile dedicarsi a un'attività che richieda concentrazione e che le piaccia.
Considerare la Farmacoterapia: Se i pensieri intrusivi diventano troppo persistenti e debilitanti, potrebbe essere utile consultare un medico per valutare l'opzione di un supporto farmacologico.
Supporto Sociale: Parlare con amici o familiari di fiducia può essere utile. A volte, condividere i propri pensieri con chi ci è vicino può alleviare il peso emotivo.
Affrontare questi pensieri richiede tempo e pazienza, ma con il giusto supporto e le strategie appropriate, può riuscire a gestirli meglio.
Con affetto e rispetto
Capisco quanto possano essere debilitanti i pensieri intrusivi e la tendenza a rimuginare. È positivo che sia consapevole delle sue difficoltà e che cerchi attivamente soluzioni. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:
Consulti un Professionista: Consideri di parlare con uno psicologo o psicoterapeuta, che potrebbe aiutarla a gestire i pensieri intrusivi e il rimuginare.
Tecniche di Mindfulness: La pratica della mindfulness può essere molto efficace per ridurre l'impatto dei pensieri intrusivi. Aiuta a osservare i pensieri senza giudicarli e senza lasciarsi sopraffare.
Esercizio Fisico: L'attività fisica regolare può migliorare l'umore e ridurre l'ansia.
Attività di Distrazione: Quando i pensieri intrusivi emergono, può essere utile dedicarsi a un'attività che richieda concentrazione e che le piaccia.
Considerare la Farmacoterapia: Se i pensieri intrusivi diventano troppo persistenti e debilitanti, potrebbe essere utile consultare un medico per valutare l'opzione di un supporto farmacologico.
Supporto Sociale: Parlare con amici o familiari di fiducia può essere utile. A volte, condividere i propri pensieri con chi ci è vicino può alleviare il peso emotivo.
Affrontare questi pensieri richiede tempo e pazienza, ma con il giusto supporto e le strategie appropriate, può riuscire a gestirli meglio.
Con affetto e rispetto
Salve,
Dal testo che ha scritto, sembrerebbe che la sua coscienza morale le impedisca di avere questi pensieri, che descrive, riguardanti il sesso e la sessualità.
Inoltre, voglio farle notare una cosa che si collega alla sua ultima domanda: lei vorrebbe tenere questi pensieri lontani con la razionalità.
In base alla letteratura disponibile, sembrerebbe che sforzarsi attivamente di sopprimere dei pensieri intrusivi produca l’effetto opposto, ovvero un aumento della frequenza degli stessi.
Le suggerisco, qualora non riuscisse autonomamente ad accettare di avere questi pensieri, di rivolgersi a un professionista qualificato per comprendere il problema e intraprendere un percorso psicologico.
Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Dal testo che ha scritto, sembrerebbe che la sua coscienza morale le impedisca di avere questi pensieri, che descrive, riguardanti il sesso e la sessualità.
Inoltre, voglio farle notare una cosa che si collega alla sua ultima domanda: lei vorrebbe tenere questi pensieri lontani con la razionalità.
In base alla letteratura disponibile, sembrerebbe che sforzarsi attivamente di sopprimere dei pensieri intrusivi produca l’effetto opposto, ovvero un aumento della frequenza degli stessi.
Le suggerisco, qualora non riuscisse autonomamente ad accettare di avere questi pensieri, di rivolgersi a un professionista qualificato per comprendere il problema e intraprendere un percorso psicologico.
Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
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Buongiorno, il riemergere di pensieri che la disturbano ha probabilmente a che fare con il suo presente. I pensieri non si scacciano con altri pensieri, diventa come lei stesso sperimenta, un lotta senza vincitori.
Un percorso che la aiuti a capire quale stato emotivo sorregge questi sintomi, entrando così nel merito della sua esperienza di vita, le sarebbe molto utile per uscire da questo disagio.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Un percorso che la aiuti a capire quale stato emotivo sorregge questi sintomi, entrando così nel merito della sua esperienza di vita, le sarebbe molto utile per uscire da questo disagio.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buon giorno, leggo una lunga lettera con un finale connotato da un S.O.S. Lei parla di pensieri intrusivi che vengono da un passato di 30 anni fa e di un presente dentro un matrimonio quasi bianco e di tanta ansia...e chiede alla razionalità di cacciare o di allontanare tutto questo. Forse è proprio la razionalità che tiene lontano, ma sempre presente qualcosa che invece vuole uscire allo scoperto. Le consiglio un percorso Psicoterapeutico in cui lei possa avere meno paura di affrontare il suo disagio. Sta a Lei capire se è arrivato il momento di uscire dall' ansia e iniziare un percorso. La saluto Dott.essa Maura R.Parroni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice.
Riconosco che sta attraversando un momento difficile ed è giusto che sappia che ha diritto a chiedere aiuto ora che il percorso si fa tortuoso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
Tra l’altro, la sua domanda ha un contenuto rilevante, è preziosa per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare un’opportunità di conoscenza di sé.
La incoraggio vivamente a considerare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.
Le invio un caro saluto, restando a disposizione.
Tra l’altro, la sua domanda ha un contenuto rilevante, è preziosa per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare un’opportunità di conoscenza di sé.
La incoraggio vivamente a considerare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.
Le invio un caro saluto, restando a disposizione.
Salve,
La ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Capisco che questo periodo possa essere difficile per lei. È molto positivo che stia cercando aiuto e che sia aperto riguardo ai suoi pensieri e alle sue emozioni. Questo è un primo passo importante per affrontare il problema.
Considerando il suo passato episodio di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e i nuovi pensieri intrusivi che sta affrontando, sarebbe utile parlare con uno psicologo o un terapeuta. Un professionista può aiutarla a sviluppare strategie efficaci per gestire questi pensieri.
Inoltre, un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio le origini di questi pensieri ossessivi, a contattare il suo piano emotivo e a non sentirsi più come un alieno.
Le auguro il meglio e, se avesse bisogno di ulteriori supporti, sono disponibile sia in presenza che online.
Resto a disposizione,
Dott. Gianluca Pignatelli
La ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Capisco che questo periodo possa essere difficile per lei. È molto positivo che stia cercando aiuto e che sia aperto riguardo ai suoi pensieri e alle sue emozioni. Questo è un primo passo importante per affrontare il problema.
Considerando il suo passato episodio di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e i nuovi pensieri intrusivi che sta affrontando, sarebbe utile parlare con uno psicologo o un terapeuta. Un professionista può aiutarla a sviluppare strategie efficaci per gestire questi pensieri.
Inoltre, un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio le origini di questi pensieri ossessivi, a contattare il suo piano emotivo e a non sentirsi più come un alieno.
Le auguro il meglio e, se avesse bisogno di ulteriori supporti, sono disponibile sia in presenza che online.
Resto a disposizione,
Dott. Gianluca Pignatelli
Salve, innanzitutto grazie per aver condiviso la sua situazione.
Il fatto di cercare di tenere questi pensieri lontani con la razionalità, secondo la letteratura disponibile, in realtà li richiama molto più spesso alla mente.
Ci sono tecniche che aiutano moltissimo per la situazione che descrive, tra l'altro comune a moltissime persone.
Le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo per intraprendere un percorso psicologico. Un caro saluto, Dott.ssa Monia Michelini.
Il fatto di cercare di tenere questi pensieri lontani con la razionalità, secondo la letteratura disponibile, in realtà li richiama molto più spesso alla mente.
Ci sono tecniche che aiutano moltissimo per la situazione che descrive, tra l'altro comune a moltissime persone.
Le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo per intraprendere un percorso psicologico. Un caro saluto, Dott.ssa Monia Michelini.
Salve, grazie per la condivisione. Leggendo le sue parole mi è arrivata la fatica che lei dovrà affrontare ogni giorno, il grande dispendio di energie per fronteggiare questi pensieri intrusivi. Viene spontaneo pensare che il loro riaffacciarsi nella sua vita possa essere legato ad un periodo di particolare stress o di cambiamento importante per lei. Esistono diversi approcci per prendersi cura di questo sintomo così stressante e diverse metodologie ma qualunque strada andrebbe concordata con un professionista della salute mentale che possa guidarla nella scelta e aiutarla a venirne fuori. Un cordiale saluto, Dott.ssa Gabriella Magistro
Buonasera, mi spiace che questi pensieri intrusivi le rendano difficile la vita. Colgo davvero nelle sue parole la difficoltà a discostarsi da questi pensieri.
Sarebbe utile approfondire meglio cosa c'è alla base di questi pensieri. Lei racconta che è in un matrimonio bianco, mi sembra che questo sia importante da capire e sarebbe da approfondire la sensazione di essere un single alieno, come se fosse di un altro pianeta. Mi sembra anche di capire che lei difficilmente trova persone con cui sentirsi affine ed anche questo pensiero sarebbe utile approfondirlo per capire come mai si sente distante dagli altri. Penso che un professionista possa aiutarla a comprendere meglio i suoi pensieri e approfondire i quesiti che pone.
Sarebbe utile approfondire meglio cosa c'è alla base di questi pensieri. Lei racconta che è in un matrimonio bianco, mi sembra che questo sia importante da capire e sarebbe da approfondire la sensazione di essere un single alieno, come se fosse di un altro pianeta. Mi sembra anche di capire che lei difficilmente trova persone con cui sentirsi affine ed anche questo pensiero sarebbe utile approfondirlo per capire come mai si sente distante dagli altri. Penso che un professionista possa aiutarla a comprendere meglio i suoi pensieri e approfondire i quesiti che pone.
Gentile Utente, le consiglio di intraprendere un percorso psicologico ad indirizzo umanistico esistenziale, che le permetterà di fare chiarezza dentro di lei e comprendere cosa cela dietro questi pensieri intrusivi. Chiaramente la consulenza psicologica è guidata da un Professionista della salute mentale attraverso tecniche psicologiche, che l'aiuterà in questo momento difficile.
Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Gentile utente,
la questione che riporta sembra avere radici profonde, da come leggo parliamo di anni, quindi una cosa che sicuramente andrebbe analizzata facendo un gran tuffo nel passato e andando ad approfondire quali sono state quelle dinamiche relazionali che hanno fatto si che il disagio si presentasse, cosa provava dinnanzi ad esse, come le elaborava e riportava poi nel suo quotidiano. Da li fare un passo alla volta per arrivare fino ad oggi.
Quello che percepisco dal suo scritto è anche la difficoltà di trovare in altre persone il suo pensiero e i suoi valori, cosa che sembra portarla a mettersi in discussione, paragonando la sua vita e i suoi traguardi relazionali a quelli degli altri.
Questa potrebbe essere una dinamica assai dannosa per la sua persona, perché la terrebbe costantemente in bilico tra chi è lei veramente e chi secondo lei dovrebbe essere per ottenere quello che vuole, quando in realtà dobbiamo solo guardare dentro noi stessi e trovare la chiave per capirci e amarci per quello che siamo, facendo leva sui nostri punti di forza che saranno sicuramente diversi da quelli degli altri.
A volte tendiamo a pensare che se la media pensa e agisce in modo diverso da me, allora quello forse è il modo giusto, soprattutto se riscontro poi in quel modo di fare un successo. Ma qui parliamo di relazioni, approcci, emozioni, e in base a quello che cerchiamo per ognuno è diverso. Ognuno deve percorrere la sua strada e trovare il suo equilibrio in quello che sono i suoi valori, le sue pulsazioni.
Per il pensiero intrusivo c'è una cosa che può provare a fare: appena esso si presenta, si concentri su altro, faccia qualcosa che riesca a distrarla, anche se non totalmente, ma in parte. E quando si ripresenta lo faccia ancora, facendo qualcosa di manuale, qualcosa per la quale serve concentrazione, anche ascoltando della musica e concentrandosi sulle parole, magari. Leggere un libro. Fare sport. Cercare con questi piccoli gesti che porteranno la sua mente altro, di togliere importanza a quel pensiero, a tal punto da lasciare che esso sbiadisca con il tempo.
Per quanto riguarda il suo matrimonio, anche questo andrebbe approfondito meglio, analizzandone il percorso nel corso del tempo e le dinamiche interne.
Valuti un percorso di terapia, anche online (attualmente ci sono tante possibilità).
Un saluto
la questione che riporta sembra avere radici profonde, da come leggo parliamo di anni, quindi una cosa che sicuramente andrebbe analizzata facendo un gran tuffo nel passato e andando ad approfondire quali sono state quelle dinamiche relazionali che hanno fatto si che il disagio si presentasse, cosa provava dinnanzi ad esse, come le elaborava e riportava poi nel suo quotidiano. Da li fare un passo alla volta per arrivare fino ad oggi.
Quello che percepisco dal suo scritto è anche la difficoltà di trovare in altre persone il suo pensiero e i suoi valori, cosa che sembra portarla a mettersi in discussione, paragonando la sua vita e i suoi traguardi relazionali a quelli degli altri.
Questa potrebbe essere una dinamica assai dannosa per la sua persona, perché la terrebbe costantemente in bilico tra chi è lei veramente e chi secondo lei dovrebbe essere per ottenere quello che vuole, quando in realtà dobbiamo solo guardare dentro noi stessi e trovare la chiave per capirci e amarci per quello che siamo, facendo leva sui nostri punti di forza che saranno sicuramente diversi da quelli degli altri.
A volte tendiamo a pensare che se la media pensa e agisce in modo diverso da me, allora quello forse è il modo giusto, soprattutto se riscontro poi in quel modo di fare un successo. Ma qui parliamo di relazioni, approcci, emozioni, e in base a quello che cerchiamo per ognuno è diverso. Ognuno deve percorrere la sua strada e trovare il suo equilibrio in quello che sono i suoi valori, le sue pulsazioni.
Per il pensiero intrusivo c'è una cosa che può provare a fare: appena esso si presenta, si concentri su altro, faccia qualcosa che riesca a distrarla, anche se non totalmente, ma in parte. E quando si ripresenta lo faccia ancora, facendo qualcosa di manuale, qualcosa per la quale serve concentrazione, anche ascoltando della musica e concentrandosi sulle parole, magari. Leggere un libro. Fare sport. Cercare con questi piccoli gesti che porteranno la sua mente altro, di togliere importanza a quel pensiero, a tal punto da lasciare che esso sbiadisca con il tempo.
Per quanto riguarda il suo matrimonio, anche questo andrebbe approfondito meglio, analizzandone il percorso nel corso del tempo e le dinamiche interne.
Valuti un percorso di terapia, anche online (attualmente ci sono tante possibilità).
Un saluto
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Il disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) comporta pensieri per definizione egodistonici (che comportano disagio perchè in contrasto con i propri valori), intrusivi e ripetitivi; tali pensieri non possono essere soppressi, anzi il volerli eliminare spesso produce l'effetto opposto a quello desiderato, ma si può imparare a gestirli mediante una psicoterapia, in particolare la terapia Cognitivo Comportamentale.
Resto a disposizione, cordiali saluti. Dott.ssa Silvia Giolitto
Resto a disposizione, cordiali saluti. Dott.ssa Silvia Giolitto
Salve, non deve essere affatto facile convivere con questi pensieri, un modo ci sta però, andare in terapia altrimenti trovo sia difficile uscirne,in bocca al lupo
Buongiorno, spesso gli eventi che segnano la nostra vita nel passato possono essere riattivati da alcuni elementi o situazioni che si vivono nel tempo presente. Non esiste una spiegazione univoca al perché le ritorni con costanza questa sensazione che ha già sperimentato, ma evidentemente ci sono dei collegamenti comuni che legano il vissuto di allora e il vissuto attuale. Potrebbe quindi essere per lei profondamente utile esplorare più a fondo gli orizzonti di questi pensieri valutando come questi si declinino nella quotidianità della sua vita, al fine di intercettarne i nodi e le spiegazioni e procedere così a scioglierli e comprenderli per poterne non essere più angosciato.
Cordialmente. Dott. Edoardo Ciancaglini
Cordialmente. Dott. Edoardo Ciancaglini
Gentile utente, l'unico modo per cercare di eliminare definitivamente questo pensiero è affidarsi ad uno psicologo ed intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Se ne avesse voglia, può contattarmi per un primo incontro completamente gratuito.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Se ne avesse voglia, può contattarmi per un primo incontro completamente gratuito.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Capisco che stai attraversando un periodo molto difficile e che il pensiero intrusivo che descrivi può essere estremamente disturbante. I pensieri intrusivi sono comuni in condizioni come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), e possono essere particolarmente persistenti e difficili da gestire. Invece di cercare di scacciare i pensieri intrusivi, può essere utile accettare che questi pensieri fanno parte della tua esperienza mentale. La pratica della mindfulness può aiutarti a osservare i pensieri senza giudicarli e senza reagire ad essi. Accettare i pensieri intrusivi come semplici pensieri può ridurre la loro intensità e frequenza. La Terapia Cognitivo-Comportamentale è molto efficace nel trattare i pensieri intrusivi e il DOC. Una tecnica utilizzata nella CBT è la ristrutturazione cognitiva, che ti aiuta a identificare e sfidare le distorsioni cognitive e a sostituirle con pensieri più realistici e positivi. Anche L'ACT può aiutarti a accettare i tuoi pensieri e sentimenti senza cercare di cambiarli, concentrandoti invece sui tuoi valori e obiettivi di vita. Questo può aiutarti a vivere una vita più piena e significativa nonostante i pensieri intrusivi. Cercare continuamente rassicurazioni o fare ricerche su internet può rinforzare i pensieri intrusivi. Prova a limitare queste ricerche e a fidarti del fatto che i tuoi pensieri intrusivi non rappresentano la realtà. Considera di consultare un professionista specializzato in disturbi d'ansia e DOC. La terapia può offrirti strategie personalizzate e supporto continuo per gestire i pensieri intrusivi.
Parlare delle tue preoccupazioni con una persona di fiducia può offrire sollievo e nuove prospettive. Un gruppo di supporto per persone con disturbi d'ansia o DOC può anche essere molto utile. Ricorda che la lotta contro i pensieri intrusivi richiede tempo e pazienza. Non esitare a cercare aiuto professionale e a utilizzare tutte le risorse disponibili per migliorare la tua qualità di vita. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
Parlare delle tue preoccupazioni con una persona di fiducia può offrire sollievo e nuove prospettive. Un gruppo di supporto per persone con disturbi d'ansia o DOC può anche essere molto utile. Ricorda che la lotta contro i pensieri intrusivi richiede tempo e pazienza. Non esitare a cercare aiuto professionale e a utilizzare tutte le risorse disponibili per migliorare la tua qualità di vita. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
Gentile utente, la sua condivisione è di grande spunto per una riflessione psicologica. Comprendo, intanto, la sua sofferenza e frustrazione nell'esperire una condizione così, evidentemente, opprimente per lei, ma intravedo una grande dote di introspezione nel modo in cui ha condiviso la sua esperienza - azione che, immagino, non sia stata per niente semplice.
I pensieri intrusivi hanno una eziologia molto complessa, a tratti difficile da comprendere, motivo per cui ritengo vi si debba concentrare per un primo breve momento, per poi lasciare spazio alla comprensione delle strategie che lei mette in atto per controllarli e riflettere, dopo, su quelle che potrebbero essere invece strategie più funzionali affinché questi pensieri non inficino il suo funzionamento generale.
Per rispondere alla sua domanda, cosa non semplice da esaurire in una risposta scritta, la invito a domandarsi se non vi possano essere altre soluzioni alla razionalità. Perché solo la razionalità - posto che sarebbe interessante riflettere su cosa significhi per lei "razionale" - sarebbe la soluzione al problema? Se la razionalità è parte di sé, dove la andiamo a trovare e come? Se invece non è parte di sé, perché imporsi una "regola" per controllare il suo stato emotivo? Quest'ultimo punto, se ci riflette, potrebbe avere risonanza con il suo attaccamento alle regole - che sono contenuto di pensieri intrusivi, per l'appunto - che tanto l'hanno tormentata negli anni, ma che, se ci pensa, sono regole esterne, che non le appartengono, e forse proprio per questo motivo, perché non parte del suo sé, le causano così tanta sofferenza.
Molto altro ci sarebbe da dire al riguardo, ma non esauribile in questo spazio.
Il mio invito è a non abbandonare questo flusso di introspezione, ma di coltivarlo quanto prima.
I pensieri intrusivi hanno una eziologia molto complessa, a tratti difficile da comprendere, motivo per cui ritengo vi si debba concentrare per un primo breve momento, per poi lasciare spazio alla comprensione delle strategie che lei mette in atto per controllarli e riflettere, dopo, su quelle che potrebbero essere invece strategie più funzionali affinché questi pensieri non inficino il suo funzionamento generale.
Per rispondere alla sua domanda, cosa non semplice da esaurire in una risposta scritta, la invito a domandarsi se non vi possano essere altre soluzioni alla razionalità. Perché solo la razionalità - posto che sarebbe interessante riflettere su cosa significhi per lei "razionale" - sarebbe la soluzione al problema? Se la razionalità è parte di sé, dove la andiamo a trovare e come? Se invece non è parte di sé, perché imporsi una "regola" per controllare il suo stato emotivo? Quest'ultimo punto, se ci riflette, potrebbe avere risonanza con il suo attaccamento alle regole - che sono contenuto di pensieri intrusivi, per l'appunto - che tanto l'hanno tormentata negli anni, ma che, se ci pensa, sono regole esterne, che non le appartengono, e forse proprio per questo motivo, perché non parte del suo sé, le causano così tanta sofferenza.
Molto altro ci sarebbe da dire al riguardo, ma non esauribile in questo spazio.
Il mio invito è a non abbandonare questo flusso di introspezione, ma di coltivarlo quanto prima.
Comprendo quanto possa essere difficile convivere con pensieri intrusivi che causano ansia e frustrazione, soprattutto quando riemergono dopo tanto tempo.
È importante riconoscere che in passato è riuscito a superare situazioni simili, il che dimostra la sua forza e resilienza. I pensieri intrusivi possono essere persistenti, ma esistono strategie efficaci per gestirli.
Potrebbe essere utile considerare di intraprendere un percorso. Uno psicologo o psicoterapeuta può aiutarla a esplorare questi pensieri e a sviluppare tecniche per affrontarli. Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale hanno dimostrato efficacia nel trattamento dei pensieri ossessivi e dell'ansia.
Nel frattempo, potrebbe trovare beneficio in pratiche di rilassamento come la mindfulness, la meditazione o esercizi di respirazione. Queste tecniche possono aiutarla a ridurre lo stress e a focalizzarsi sul presente.
Ricordi che chiedere aiuto è un segno di forza, e non è solo in questo percorso. Con il giusto supporto, è possibile ritrovare serenità e benessere.
Un cordiale saluto.
È importante riconoscere che in passato è riuscito a superare situazioni simili, il che dimostra la sua forza e resilienza. I pensieri intrusivi possono essere persistenti, ma esistono strategie efficaci per gestirli.
Potrebbe essere utile considerare di intraprendere un percorso. Uno psicologo o psicoterapeuta può aiutarla a esplorare questi pensieri e a sviluppare tecniche per affrontarli. Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale hanno dimostrato efficacia nel trattamento dei pensieri ossessivi e dell'ansia.
Nel frattempo, potrebbe trovare beneficio in pratiche di rilassamento come la mindfulness, la meditazione o esercizi di respirazione. Queste tecniche possono aiutarla a ridurre lo stress e a focalizzarsi sul presente.
Ricordi che chiedere aiuto è un segno di forza, e non è solo in questo percorso. Con il giusto supporto, è possibile ritrovare serenità e benessere.
Un cordiale saluto.
Gentile utente, da ciò che racconta, sembra che il pensiero intrusivo sia legato a un tema complesso che unisce esperienze passate, credenze personali e momenti di vulnerabilità. Non è raro che pensieri intrusivi tornino a farsi vivi, soprattutto in periodi di stress o cambiamento. Ci sono diverse strategie che può adottare per affrontare questi pensieri.
Accetti il pensiero, senza combatterlo. Più cerca di scacciarlo o razionalizzarlo, più il pensiero potrebbe rafforzarsi. Invece, può provare ad accogliere il pensiero come un evento mentale, senza giudicarlo o attribuirgli troppo valore. Può dirsi, ad esempio: "Questo è un pensiero, non una realtà. Non definisce chi sono". Praticare la mindfulness potrebbe aiutarla a prendere le distanze dal pensiero intrusivo senza lasciarsi coinvolgere emotivamente. Il pensiero sembra riemergere in momenti di insoddisfazione o difficoltà, come la crisi nel matrimonio. Riflettere su quali emozioni o situazioni lo attivano potrebbe aiutarla a lavorare sulle radici del disagio, piuttosto che sul pensiero stesso.
Anche considerare una terapia di coppia potrebbe essere utile per affrontare le dinamiche attuali e ritrovare connessione e serenità. Infine, è molto importante che tenga presente che i pensieri intrusivi non definiscono chi è. Sono semplicemente il frutto di un’associazione mentale che, con il giusto supporto, può essere compresa e gestita. Se sente che la situazione le causa molta ansia o interferisce con il suo benessere quotidiano, non esiti a cercare il supporto di uno psicologo per affrontare questo momento con maggiore serenità. Le auguro di cuore di ritrovare pace e leggerezza. Un caro saluto.
Accetti il pensiero, senza combatterlo. Più cerca di scacciarlo o razionalizzarlo, più il pensiero potrebbe rafforzarsi. Invece, può provare ad accogliere il pensiero come un evento mentale, senza giudicarlo o attribuirgli troppo valore. Può dirsi, ad esempio: "Questo è un pensiero, non una realtà. Non definisce chi sono". Praticare la mindfulness potrebbe aiutarla a prendere le distanze dal pensiero intrusivo senza lasciarsi coinvolgere emotivamente. Il pensiero sembra riemergere in momenti di insoddisfazione o difficoltà, come la crisi nel matrimonio. Riflettere su quali emozioni o situazioni lo attivano potrebbe aiutarla a lavorare sulle radici del disagio, piuttosto che sul pensiero stesso.
Anche considerare una terapia di coppia potrebbe essere utile per affrontare le dinamiche attuali e ritrovare connessione e serenità. Infine, è molto importante che tenga presente che i pensieri intrusivi non definiscono chi è. Sono semplicemente il frutto di un’associazione mentale che, con il giusto supporto, può essere compresa e gestita. Se sente che la situazione le causa molta ansia o interferisce con il suo benessere quotidiano, non esiti a cercare il supporto di uno psicologo per affrontare questo momento con maggiore serenità. Le auguro di cuore di ritrovare pace e leggerezza. Un caro saluto.
Il pensiero intrusivo che stai descrivendo sembra essere un segno di un meccanismo di ruminazione legato a esperienze passate, probabilmente innescato dalla combinazione di frustrazione, disillusione e difficoltà nelle relazioni interpersonali. Questi pensieri possono essere estenuanti e causare un forte disagio emotivo. Poiché hai una storia di DOC, è comprensibile che tu possa essere particolarmente vulnerabile a questo tipo di pensieri ripetitivi.
Un percorso neuropsicologico potrebbe essere particolarmente utile per affrontare questi pensieri e risulta particolarmente efficace nell'aiutare a identificare e modificare i pensieri disfunzionali e le credenze distorte, come quelle legate alla percezione delle relazioni e del comportamento umano. Una parte importante della terapia include l'esposizione ai pensieri in modo controllato, per ridurre gradualmente il loro potere disturbante, senza doverli scacciare forzatamente. questo approccio ti permetterebbe di sviluppare abilità per gestire e diminuire l'ansia associata ai pensieri intrusivi e ti fornirà strumenti pratici per rafforzare la tua resilienza emotiva. Non si tratta di ignorare il pensiero, ma di imparare a vedere il pensiero per quello che è, senza che esso abbia il potere di controllarti.
Un percorso neuropsicologico potrebbe essere particolarmente utile per affrontare questi pensieri e risulta particolarmente efficace nell'aiutare a identificare e modificare i pensieri disfunzionali e le credenze distorte, come quelle legate alla percezione delle relazioni e del comportamento umano. Una parte importante della terapia include l'esposizione ai pensieri in modo controllato, per ridurre gradualmente il loro potere disturbante, senza doverli scacciare forzatamente. questo approccio ti permetterebbe di sviluppare abilità per gestire e diminuire l'ansia associata ai pensieri intrusivi e ti fornirà strumenti pratici per rafforzare la tua resilienza emotiva. Non si tratta di ignorare il pensiero, ma di imparare a vedere il pensiero per quello che è, senza che esso abbia il potere di controllarti.
Buongiorno, il suo racconto evidenzia quanto un pensiero intrusivo non sia solo questione di razionalità, ma si annidi nelle emozioni e nelle esperienze che lo accompagnano. Il tentativo di “scacciare” e dimostrare con la logica la falsità del pensiero rischia di rinforzarlo, alimentando quel circolo di ansia e rimuginio che già conosce.
Se invece provasse a osservare quel pensiero senza combatterlo, accettandone la presenza come un evento mentale passeggero? Spostare l’attenzione non sulla verità o falsità del pensiero, ma su come reagisce ad esso può aprire nuove vie di libertà. A volte, meno resistenza genera meno potere del pensiero su di lei.
In questo, la pazienza e la gentilezza verso sé stesso diventano un terreno fertile per ridurre la sua intensità.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Se invece provasse a osservare quel pensiero senza combatterlo, accettandone la presenza come un evento mentale passeggero? Spostare l’attenzione non sulla verità o falsità del pensiero, ma su come reagisce ad esso può aprire nuove vie di libertà. A volte, meno resistenza genera meno potere del pensiero su di lei.
In questo, la pazienza e la gentilezza verso sé stesso diventano un terreno fertile per ridurre la sua intensità.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buonasera, dal suo racconto emerge quanto questo pensiero intrusivo abbia radici lontane e quanto, nei momenti di maggiore fragilità emotiva, tenda a riattivarsi nonostante lei sappia perfettamente che si tratta di una generalizzazione che non corrisponde alla realtà. È importante sottolineare che non è la “verità” del pensiero a farla soffrire, ma il modo in cui esso si aggancia alla sua storia personale: periodi di timidezza, insicurezza, delusioni e ora una nuova fase di vita più carica di dubbi.
Quando un pensiero intrusivo ritorna così insistente, non è la razionalità a essere carente, ma la quantità di ansia che lo sostiene. Più ci si sforza di scacciarlo o di confutarlo con prove e statistiche, più la mente lo riporta in primo piano: è un meccanismo tipico dei pensieri ossessivi, non un segnale di “debolezza”.
Ciò che può aiutare è spostare il lavoro dal contenuto del pensiero al suo funzionamento: comprendere cosa rappresenta per lei, perché oggi torna con questa forza, e quale emozione cerca di coprire o organizzare. Questo è un tipo di lavoro che trova spazio nella psicoterapia, anche attraverso i servizi pubblici o convenzionati, qualora lo desiderasse.
Il fatto che lei riconosca la natura irrazionale di questo pensiero, che riesca a contestualizzarlo nella sua storia e che abbia già saputo superarlo in passato sono segnali importanti: non è intrappolato in esso, sta attraversando un periodo di maggiore vulnerabilità che lo rende più presente.
Quando un pensiero intrusivo ritorna così insistente, non è la razionalità a essere carente, ma la quantità di ansia che lo sostiene. Più ci si sforza di scacciarlo o di confutarlo con prove e statistiche, più la mente lo riporta in primo piano: è un meccanismo tipico dei pensieri ossessivi, non un segnale di “debolezza”.
Ciò che può aiutare è spostare il lavoro dal contenuto del pensiero al suo funzionamento: comprendere cosa rappresenta per lei, perché oggi torna con questa forza, e quale emozione cerca di coprire o organizzare. Questo è un tipo di lavoro che trova spazio nella psicoterapia, anche attraverso i servizi pubblici o convenzionati, qualora lo desiderasse.
Il fatto che lei riconosca la natura irrazionale di questo pensiero, che riesca a contestualizzarlo nella sua storia e che abbia già saputo superarlo in passato sono segnali importanti: non è intrappolato in esso, sta attraversando un periodo di maggiore vulnerabilità che lo rende più presente.
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