Buongiorno Dottori Uomo 40 anni,sportivo,normopeso e no vizio del fumo,soffro di DAG ed ipocondria.

20 risposte
Buongiorno Dottori
Uomo 40 anni,sportivo,normopeso e no vizio del fumo,soffro di DAG ed ipocondria.
Dopo svariati sintomi ed altrettante visite svolte in questi ultimi anni,mi trovo ormai da mesi(7/8)a sperimentare sintomi che variano di giorno in giorno,che vanno a periodi,senso di dolore,oppressione,bruciore,fastidio zona sterno/petto ed ultimamente anche la sensazione di difficoltà a prendere un respiro(tra l’altro sintomo non nuovo).
Ho svolto in questi mesi un entrata in ps con ecg ed enzimi negativi,visita cardiologica specialistica negativa,svariati ecg anche in corso di questa sintomatologia negativa,ed infine un paio di mesi fa ecg sottosforzo massimale con spirometria tutto nella norma,emocromo completo (avis) nulla da segnalare,eppure sperimento ancora questi disagi.
Durante attività fisica non mi sembra di percepire particolari fastidi.
Il mio curante non vuole prescrivermi più esami,escludendo cause cardiache ed attribuendo ad ansia o probabile reflusso.
Nel mentre ho ripreso delle sedute di psicoterapia che sembravano avere effetto,ma ila preoccupazione di problemi cardiaci rimane.
Grazie.
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
cio che riferisce appare inquadrato in un disturbo somatico e se ha già iniziato una psicoterapia si affidi al terapeuta e lentamente collabori in pieno nel percorso. Così come i sintomi sono insorti lentamente e si sono sommati nel tempo, con la terapia avrà dei benefici in modo lento e graduale. occorre essere pazienti e compassionevoli con sè stessi e nel setting comprendere meglio quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei sintomi presenti . Collabori attivamente in psicoterapia e troverà delle buone risposte.

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Dott. Tommaso Freni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Firenze
Buongiorno,
capisco la preoccupazione possa rimanere, però già l'esclusione di altre cause tramite esami mi sembra sia una risposta abbastanza significativa. Se le sedute di psicoterapia le sembravano avere effetto forse è proprio da indagare in quel modo la natura delle sue preoccupazioni e dei suoi sintomi. Il mio consiglio è quello di avere fiducia nel percorso e cercare di entrare ancora di più dentro a quella relazione.
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Buongiorno. Visti gli esami negativi quelli che sperimenta sono manifestazioni psicosomatiche dovuta all'ansia che, con il tempo, possono acuirsi.
Segue una psicoterapia e questo è un bene ma le chiedo se si sottopone anche a degli esercizi di rilassamento?
Grazie per la condivisione.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anc
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Buon pomeriggio,
immagino le difficoltà. Dato che la psicoterapia dice esserLe di aiuto mi verrebbe da sostenere questa scelta. Rispetto alle preoccupazioni residue ne ha parlato nello specifico con il/la collega?
Quello che posso condividere è che nell'approccio strategico, che utilizzo, ci sono dei protocolli specifici e diversificati per ansia, ipocondria e patofobia (differente dall'ipocondria), magari anche il Suo professionista ha strategie e tecniche specifiche.
Saluti
Salve paziente anonimo è tipico nei soggetti ansiosi sperimentare vari sintomi in situazioni diverse
se però a fatto tutti accertamenti che escludono problemi fisici ,si propende appunto per una diagnosii di ipocondria che eè acaratterizzata appunto da un ecessiva preoccupazione per il proprio stato di salute
lei va gia in terapia le consiglio di fidarsi e affidarsi al trattamento
vedra che il|la collega saprà garantirle glis trumenti adatti per risolvere suoi dubbi e malesseri
dott.lorenzini maria santa psicoterapeuta
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

da quanto descrive, ha già effettuato numerosi accertamenti medici approfonditi che hanno escluso patologie di tipo cardiaco o organico, orientando così l’attenzione verso componenti ansiose e ipocondriache. I sintomi che riporta – dolore, oppressione toracica, bruciore, difficoltà respiratoria – possono essere manifestazioni tipiche del Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG), che spesso si associa a una forte ipervigilanza verso il corpo e alla paura di avere una malattia grave, anche in presenza di referti negativi.

Il fatto che durante l’attività fisica non percepisca fastidi è un ulteriore elemento che sostiene l’ipotesi di un’origine ansiosa piuttosto che organica. L’ansia, infatti, può produrre sensazioni molto intense e variabili, capaci di alimentare un circolo vizioso: il sintomo fisico genera paura, la paura intensifica i sintomi, rafforzando il dubbio di avere un problema serio.

Riprendere le sedute di psicoterapia, come sta già facendo, rappresenta un passo molto importante e positivo. Lavorare sulla gestione dell’ansia, sul riconoscimento dei pensieri catastrofici e sulla riduzione dell’ipervigilanza corporea può portare un miglioramento significativo.

Per approfondire ulteriormente e ricevere un percorso mirato, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, dati gli esami che ha svolto che escludono malattia organica, i sintomi che lei riporta sembrano essere di natura psicologica. Sembra quindi somatizzi molto.
La psicoterapia la potrà aiutare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Jessica Guidi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Lucca
Buongiorno gentile utente,
dal tuo racconto traspare con molta chiarezza quanta energia e attenzione tu abbia già investito nel prenderti cura della tua salute. Hai fatto controlli approfonditi, hai escluso patologie cardiache importanti, eppure il corpo continua a parlarti con sintomi che generano paura e preoccupazione. Questa è una condizione molto faticosa: non solo vivi i fastidi fisici, ma anche la continua incertezza e l’ansia che ogni dolore nasconda qualcosa di grave.
Quello che descrivi è molto tipico nei disturbi d’ansia generalizzata e nell’ipocondria: il corpo diventa un campo di battaglia dove ansia, dubbi e rassicurazioni mediche si rincorrono senza tregua. Da una parte i referti medici “negativi” ti offrono sollievo, dall’altra il pensiero che “forse hanno tralasciato qualcosa” riattiva subito la spirale di timore.
Nell’ottica interpersonale, questi sintomi non sono solo un fatto “interno”, ma hanno un significato in relazione alla tua storia, al tuo modo di vivere i legami, al bisogno di sicurezza e riconoscimento. Spesso, dietro la paura della malattia, c’è la paura più profonda di non avere abbastanza sostegno o di essere solo di fronte alle proprie fragilità.
Il lavoro in terapia può aiutarti a:
riconoscere i significati personali dei sintomi (perché il cuore, perché il respiro? Che cosa rappresentano per te?),
interrompere il circolo vizioso tra sintomo → paura → ipervigilanza → aumento del sintomo,
trovare modi più sicuri e stabili di regolare ansia e tensioni, non solo con la testa, ma anche nel corpo e nelle relazioni quotidiane.
È molto positivo che tu abbia già intrapreso un percorso di psicoterapia: i benefici spesso emergono nel tempo e con continuità. Forse, in questo momento, ti può aiutare un lavoro più mirato proprio su questa “sfiducia” nel corpo, che continua a sembrarti un potenziale nemico nonostante le rassicurazioni mediche.
Se desideri, possiamo pensare a un percorso centrato sulla relazione terapeutica, dove non sei solo a “gestire” i sintomi, ma dove insieme esploriamo cosa vogliono dirti e come trovare strategie più efficaci per calmare corpo e mente.
Grazie per la condivisione
I miei
Migliori auguri
Dott.ssa Daniela Voza
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate attualmente ("La preoccupazione di problemi cardiaci rimane"), le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero

Gentile paziente,
probabilmente quello di cui soffre è la patofobia ossia la paura per una malattia mortale e improvvisa e si distingue dall’ipocondria dove, invece, ogni segnale del corpo può essere letto dalla persona come possibile sintomo di una malattia.
Il paziente cardiofobico vive nel timore costante di morire per una malattia fulminante che riguarda in maniera specifica l’apparato cardio-circolatorio, ad esempio a seguito di un infarto.
Solitamente le principali tentate soluzioni disfunzionali, ossia le strategie messe in atto dai pazienti che soffrono di cardiofobia, sono:

Ascolto del ritmo cardiaco, focalizzare in modo ossessivo la propria attenzione sull’ascolto del cuore e dei suoi segnali: petto, respiro, ecc, crea un vero paradosso: più si tenta di rassicurarsi controllando e più ne altera la funzionalità stessa producendo come effetto un cambiamento nel ritmo cardiaco.... Questo innesca ben presto la comparsa della sintomatologia ansiosa o del panico.

Consulti medici specialistici, come quelli che sta facendo e ha fatto. Le rassicurazioni che dovrebbero derivare dai risultati clinici non hanno però l’effetto di ridurre le sue preoccupazioni e la sua ansia, anzi paradossalmente il suo medico si rifiuta di fare altre prescrizioni.

Uso di ansiolitici o antidepressivi, che può ridurre l’intensità della reazione ansiosa ma non intacca minimamente la struttura fobica ed ossessiva del pensiero e quindi la sua percezione.

Evitamento di alcune situazioni che potrebbero fisicamente o emotivamente affaticare il proprio cuore. Ricordo ad esempio un paziente che non poteva allontanarsi più di 20 km dall'ospedale di Vicenza, lui appassionato di montagna e da sempre sportivo, era costretto a rimanere in città e zone limitrofi, per il timore di sentirsi male.

Parlare della paura dei suoi timori, ma parlare continuamente con gli altri produce un effetto paradossale di nutrimento e amplificazione della paura, in questo caso attraverso le rassicurazioni rischiano di convincerla sempre più che esiste un pericolo per cui lei debba essere rassicurato.

In Terapia Breve Strategica, proprio per la sua efficacia riconosciuta nel trattamento in particolar modo di disturbi fobici e ossessivi, ci ritroviamo spesso a trattare con successo questa tipologia di problema, che insieme all’ Ipocondria e alla Patofobia, può rappresentare una frequente causa di comparsa di sintomi di ansia e di attacchi di panico.

Sicuramente potrà trovare beneficio dal percorso di psicoterapia, La invito per tanto a continuare perchè con le parole del padre della medicina Ippocrate, “similia similibus curantur” (le cose simili sono curate dalle cose simili): se un problema viene generato a livello familiare, culturale, sociale, interpersonale, il modo migliore per affrontarlo è agire allo stesso livello; al contrario, se il problema viene generato biologicamente, il trattamento privilegiato sarà quello psicofarmacologico.

La saluto,
dr. Germi
Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Psicologo, Psicoterapeuta
Pieve di Cento
Gentilissimo, in seguito a tutti gli esami eseguiti e al " nulla da segnalare " , condividerei il parere del suo medico di base... Evidentemente i suoi disagi vanno accolti e approfonditi attraverso un lavoro terapeutico basato sull' ascolto, il dialogo, l' empatia, l' elaborazione di eventuali traumi...e non tramite esami medici. Uno spazio di ascolto con un terapeutica ad orientamento psicoanalitico o sistemico , l ' aiuterà ad estrarre ed accudire il suo nucleo di sofferenza dal profondo del suo mondo interiore , aiutandola a riparare eventuali sue parti danneggiate e a scoprire nuovi volti di se', più creativi e pieni di energia... Fino a raggiungere benessere ed equilibrio psicofisico. Un caro saluto, Giuseppina Cavallo
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buongiorno,
la ringrazio per aver descritto con tanta precisione il suo percorso e i numerosi accertamenti già effettuati. Dai dati che riporta (ecg in pronto soccorso ed in corso di sintomi, enzimi, visita cardiologica, ecg sotto sforzo massimale con spirometria, esami del sangue) emerge una valutazione cardiologica completa e rassicurante, soprattutto considerando che i test sotto sforzo — tra i più sensibili per escludere patologie coronariche — sono risultati nella norma.

Il fatto che durante l’attività fisica non compaiano fastidi ulteriori è un altro elemento molto significativo, perché i disturbi cardiaci di solito tendono a manifestarsi o peggiorare sotto sforzo.

I sintomi che descrive — dolore/fastidio variabile al petto, oppressione, bruciore, difficoltà respiratoria — sono molto frequenti nei disturbi d’ansia generalizzata e nell’ipocondria, così come nel reflusso gastroesofageo. L’ansia, in particolare, può alimentare la percezione corporea e mantenere vivo un circolo di preoccupazione e sintomi.

È comprensibile che, nonostante gli esami rassicuranti, la preoccupazione resti. Questo è un meccanismo tipico dell’ipocondria: anche quando i dati medici sono rassicuranti, l’attenzione resta incollata al corpo e genera nuova ansia. Ha fatto bene a riprendere un percorso di psicoterapia: è spesso il passo più utile per interrompere questo circolo vizioso.

In sintesi:

dal punto di vista cardiologico i controlli effettuati sono ampiamente rassicuranti;

i sintomi che descrive sono compatibili con ansia e/o reflusso, più che con una malattia cardiaca;

continuare la psicoterapia e, se necessario, valutare con il curante una terapia di supporto per ansia o reflusso può aiutarla ad alleggerire notevolmente questi disturbi.

Non si colpevolizzi per la sua preoccupazione: è il riflesso di un’ansia che oggi ha bisogno di essere accolta e trattata, non ignorata. Sta già facendo i passi giusti.

Un caro saluto.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, è normale essere preoccupati quando i sintomi fisici persistono nonostante esami medici approfonditi che non evidenziano cause organiche. La situazione che descrive è tipica di chi soffre di disturbi d’ansia come il disturbo d’ansia generalizzato e l’ipocondria, dove la mente e il corpo rimangono in uno stato di allerta e tensione prolungata. È importante continuare il percorso psicoterapeutico, magari con un approccio integrato che includa tecniche di Mindfulness, utili a gestire l’ansia e a ridurre la sensibilità ai sintomi corporei, e l’EMDR che può aiutare a elaborare le paure e le preoccupazioni radicate. La collaborazione con il suo medico curante è fondamentale, e nel caso in cui le preoccupazioni siano molto intense o interferiscano con la vita quotidiana, potrebbe essere utile anche un consulto psichiatrico, per valutare un eventuale supporto farmacologico. La invito a continuare a rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta per accompagnarla in questo momento, così da ritrovare un equilibrio più sereno tra mente e corpo.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissimo, buongiorno e grazie per la sua condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che descrive, e posso solo immaginare la fatica di tenere a bada l'angoscia nei confronti di questi nuovi sintomi fisici, soffrendo lei già di ipocondria e ansia, le quali spesso amplificano le nostre paure e sensazioni. Dato che lei ha già in attivo un percorso di terapia, credo che possa essere importante affrontare questo argomento con il suo terapeuta, soprattutto le sue vivide sensazioni di malessere, cercando di comprendere le motivazioni sottostanti a tutto questo.
Resto a disposizione!
Cordiali saluti
AV
Dr. Riccardo Angeletti
Psicologo, Psicoterapeuta
Città di Castello
Buongiorno.
Se ha fatto ECG da sforzo può stare tranquillo.
Mi rivolgerei ad un gastroenterologo perche dolori petto/torace dopo cause cardiache (che sono state escluse) possono derivare da disturbi gastrici o esofagei.
Nel frattempo continuerei con la psicoterapia perché la terza causa potrebbero essere sintomi ansiosi e la psicoterapia può aiutarla a gestire tali sintomi.
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
comprendo bene la sua preoccupazione e il senso di frustrazione che può derivare dal convivere con sintomi così persistenti e mutevoli, soprattutto dopo tanti accertamenti medici accurati che hanno escluso cause organiche rilevanti. In queste situazioni, l’attenzione rischia di diventare sempre più selettiva e orientata a cogliere ogni minima variazione corporea, alimentando quel circolo in cui l’ansia si intreccia con la paura di malattia, e i sintomi stessi si intensificano proprio in virtù della preoccupazione che generano.
Nel disturbo d’ansia generalizzata e nell’ipocondria, il disagio e la sofferenza non vengono mantenuti univocamente dai sintomi, quanto dal significato che viene loro attribuito: il corpo diventa terreno di una continua scansione alla ricerca di conferme o smentite, e questo rinforza la percezione di vulnerabilità. La sua esperienza di sportivo, che già le mostra come durante l’attività fisica i sintomi si riducano, rappresenta un ottimo punto di forza da cui ripartire, perché indica che il corpo, in movimento, è capace di funzionare bene e di rassicurarla.
Tecniche come la mindfulness, l’allenamento attentivo e il dialogo con i pensieri ricorrenti possono diventare strumenti concreti per ridurre il peso delle preoccupazioni, restituendo al corpo la possibilità di essere vissuto come risorsa e non come potenziale nemico.
Dott.ssa Mafalda Russo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Buongiorno, avverte dei sintomi e non trova risposte nelle visite ed esami a cui si sottopone, comprendo le sue preoccupazioni.... è probabile che le cause del suo malessere siano da ricercare altrove, mi sembra però, che ha già trovato la forza di intraprendere un percorso di psicoterapia, in modo da dare ascolto al malessere che porta dentro e che il suo corpo manifesta. C'è bisogno di tempo, fiducia e costanza prima che lei riesca a trovare delle risposte che possano alleggerire il suo dolore. Le auguro di riuscire al più presto a trovare serenità!
Dott.ssa Mafalda Russo
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno,
dalla descrizione emerge che hai già effettuato numerosi accertamenti cardiologici, tutti con esiti negativi, compreso un test da sforzo massimale e visite specialistiche approfondite. Questo riduce in maniera significativa la possibilità che i sintomi siano legati a una patologia cardiaca organica.

Quando il corpo segnala fastidi come dolore toracico, oppressione o difficoltà respiratoria, ma gli esami escludono problemi fisici, spesso l’ansia e l’ipocondria giocano un ruolo importante. L’attenzione costante alle sensazioni corporee tende ad amplificarle, creando un circolo vizioso in cui la paura genera sintomi, e i sintomi rafforzano la paura.

Il fatto che tu riesca a svolgere attività fisica senza particolari difficoltà è un segnale molto positivo. Continuare il percorso di psicoterapia è un passo importante: con il tempo potrà aiutarti a gestire meglio l’ansia, ridurre la focalizzazione sui sintomi e imparare strategie di regolazione emotiva.

Nel frattempo, può essere utile anche lavorare su tecniche di rilassamento, respirazione o mindfulness, che spesso si rivelano efficaci nel calmare il corpo e la mente.
Dott. Ubaldo Balestriere
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve,
grazie per aver condiviso la tua esperienza. Capisco quanto possa essere frustrante continuare a percepire sintomi fisici intensi, pur avendo escluso problemi medici. La tua situazione è faticosa, perché il corpo segnala disagio e la mente rimane in allerta.
Dal punto di vista psicocorporeo, questi sintomi possono essere letti come espressioni di ansia e tensioni non ancora integrate. Non significa che siano “immaginari”, ma che il corpo comunica ciò che la mente teme o accumula.
Proseguire con la psicoterapia, unito a respirazione, rilassamento e consapevolezza corporea, può aiutarti a gestire l’ansia e ritrovare fiducia nelle tue percezioni.
Per qualunque cosa resto disponibile.
Un cordiale saluto,
Dott. Ubaldo Balestriere

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