Buongiorno dottori da circa 3 mesi soffro di una confusione che mi spaventa certe volte talmente e f
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Buongiorno dottori da circa 3 mesi soffro di una confusione che mi spaventa certe volte talmente e forte mi sento come annebiato che tutto quello che guardo sembra come se lo vedo tramite una bolla oppure comse se sono distaccato dal mio corpo una sensazione brutta che per chi non la provata mai non può capirlo, accompagnato a tutto ciò in questo periodo però no da 3 mesi durante la notte mi sveglio più volte anche se dopo mi ri addormento ma mi sveglio più volte che non mi era mai successo perchè di solito dormivo tutto di un tiro, come ultima cosa che vorrei chiedervi che mi preoccupa anche questo mi succede che quando faccio qualcosa mi chiedo se mela ricordo quindi la mia mente pensa e ripensa come se ho vuoti di memoria anche se dentro di me meli ricordo le cose solo che la mia mente, la mia testa mi fa pensare come se quella cosa mela sono dimenticata oppure no, anche se certe volte mi dimentico veramente le cose tipo ieri avevo messo l'acqua nel bicchiere e non mi ricordavo poi che già avevo bevuto.... quindi questa cosa delle memoria sono ossesioni ? oppure cosa ? visto che la mia testa mi fa pensare sempre se le cose meli ricordo oppure no...
Buongiorno,
quello che descrive è un insieme di sintomi che possono risultare molto destabilizzanti, soprattutto quando si presentano con insistenza e continuità nel tempo.
La sensazione di essere "annebbiato", di percepire il mondo come attraverso una bolla o di sentirsi distaccato dal proprio corpo è compatibile con uno stato chiamato derealizzazione e/o depersonalizzazione. Si tratta di fenomeni psicologici che possono verificarsi in situazioni di stress intenso, ansia persistente o dopo periodi di particolare affaticamento psicofisico. Anche i frequenti risvegli notturni e le difficoltà nel mantenere un sonno continuo possono essere segnali di una sofferenza emotiva sottostante, spesso collegata a uno stato ansioso o a una tensione psichica non elaborata.
Per quanto riguarda i pensieri ripetitivi e i dubbi sulla memoria ("l’ho fatto o no?", "me lo ricordo davvero o me lo sto solo immaginando?"), questi possono assumere la forma di vere e proprie ossessioni, tipiche dei disturbi ossessivo-compulsivi. Non si tratta semplicemente di dimenticanze comuni, ma di un rimuginio mentale costante, che genera ansia e incertezza anche quando, razionalmente, si sa di aver fatto o ricordato qualcosa.
È importante specificare che questi sintomi, presi singolarmente o nel loro insieme, non definiscono una diagnosi, ma rappresentano campanelli d’allarme che meritano attenzione.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista della salute mentale (psicologo o psicoterapeuta), che possa aiutarla ad approfondire quanto sta vivendo, comprendere le cause alla base di questo disagio e offrirle un percorso di supporto e cura adeguato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrive è un insieme di sintomi che possono risultare molto destabilizzanti, soprattutto quando si presentano con insistenza e continuità nel tempo.
La sensazione di essere "annebbiato", di percepire il mondo come attraverso una bolla o di sentirsi distaccato dal proprio corpo è compatibile con uno stato chiamato derealizzazione e/o depersonalizzazione. Si tratta di fenomeni psicologici che possono verificarsi in situazioni di stress intenso, ansia persistente o dopo periodi di particolare affaticamento psicofisico. Anche i frequenti risvegli notturni e le difficoltà nel mantenere un sonno continuo possono essere segnali di una sofferenza emotiva sottostante, spesso collegata a uno stato ansioso o a una tensione psichica non elaborata.
Per quanto riguarda i pensieri ripetitivi e i dubbi sulla memoria ("l’ho fatto o no?", "me lo ricordo davvero o me lo sto solo immaginando?"), questi possono assumere la forma di vere e proprie ossessioni, tipiche dei disturbi ossessivo-compulsivi. Non si tratta semplicemente di dimenticanze comuni, ma di un rimuginio mentale costante, che genera ansia e incertezza anche quando, razionalmente, si sa di aver fatto o ricordato qualcosa.
È importante specificare che questi sintomi, presi singolarmente o nel loro insieme, non definiscono una diagnosi, ma rappresentano campanelli d’allarme che meritano attenzione.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista della salute mentale (psicologo o psicoterapeuta), che possa aiutarla ad approfondire quanto sta vivendo, comprendere le cause alla base di questo disagio e offrirle un percorso di supporto e cura adeguato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Salve,
credo che la sua domanda esposta qui sia una risposta che dentro di sé porta già, il bisogno di un aiuto specialistico per comprendere come mai la sua mente ha bisogno di dimenticare e poi di preoccuparsene se avviene davvero, e per esplorare cosa sta accadendo dentro e fuori nella sua vita.
credo che la sua domanda esposta qui sia una risposta che dentro di sé porta già, il bisogno di un aiuto specialistico per comprendere come mai la sua mente ha bisogno di dimenticare e poi di preoccuparsene se avviene davvero, e per esplorare cosa sta accadendo dentro e fuori nella sua vita.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve caro lettore
sembra che lei abbia la testa troppo affollata di pensieri e simile e non riesca a mantenere l'attenzione sul qui ed ora quindi dimentica. Manca il passaggio di memoria che ci fa conservare l'informazione.
Poi lei accenna ad una derealizzazione che andrebbe investigata. Ma ha vissuto un periodo di crisi o un trauma. Si faccia aiutare da uno specialista per capire meglio.
Buona serata. Sono a sua disoosizione
sembra che lei abbia la testa troppo affollata di pensieri e simile e non riesca a mantenere l'attenzione sul qui ed ora quindi dimentica. Manca il passaggio di memoria che ci fa conservare l'informazione.
Poi lei accenna ad una derealizzazione che andrebbe investigata. Ma ha vissuto un periodo di crisi o un trauma. Si faccia aiutare da uno specialista per capire meglio.
Buona serata. Sono a sua disoosizione
Gentile utente,
grazie per la fiducia con cui ha scelto di esprimere ciò che sta attraversando.
La sensazione di “vedere attraverso una bolla” o di essere distaccati dal proprio corpo corrisponde a quello che in psicologia viene definito come derealizzazione e depersonalizzazione: sono forme di difesa messe in atto dalla mente in momenti di forte stress o ansia prolungata. Non indicano necessariamente una perdita di controllo, né sono segnali di una malattia grave.Piuttosto, sono campanelli d’allarme che segnalano che qualcosa dentro di Lei sta chiedendo attenzione, riposo, equilibrio.
Anche il sonno disturbato rientra in questo quadro: spesso, quando l'ansia non riesce a trovare una via d’uscita durante il giorno, si manifesta proprio durante la notte, con risvegli multipli o un sonno meno profondo. Tutto questo contribuisce a rendere la mente più affaticata, più insicura, e quindi più incline a dubitare della memoria, dei pensieri, delle azioni appena fatte.
Il bisogno continuo di controllare se si ricorda qualcosa, di verificare se si è davvero fatto ciò che si pensa di aver fatto, somiglia molto a ciò che chiamiamo ossessioni cognitive. Si tratta di pensieri ripetitivi, che si impongono nella mente e che provocano disagio proprio perché mettono in dubbio aspetti della realtà che normalmente diamo per scontati. Il fatto che Lei si accorga di tutto questo è in realtà un ottimo segno: la Sua mente è presente e vigile, anche se stanca e sotto pressione.
Tutto ciò può essere compreso, gestito e trasformato con il giusto supporto. Spesso, quando si riesce a fare ordine nel mondo interiore, anche il corpo e i pensieri tornano a fluire con maggiore chiarezza.
Se sente che questo stato d’animo sta diventando troppo pesante da affrontare da solo, consideri l’idea di parlarne con uno specialista in un contesto più riservato e guidato.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra di Fenza
grazie per la fiducia con cui ha scelto di esprimere ciò che sta attraversando.
La sensazione di “vedere attraverso una bolla” o di essere distaccati dal proprio corpo corrisponde a quello che in psicologia viene definito come derealizzazione e depersonalizzazione: sono forme di difesa messe in atto dalla mente in momenti di forte stress o ansia prolungata. Non indicano necessariamente una perdita di controllo, né sono segnali di una malattia grave.Piuttosto, sono campanelli d’allarme che segnalano che qualcosa dentro di Lei sta chiedendo attenzione, riposo, equilibrio.
Anche il sonno disturbato rientra in questo quadro: spesso, quando l'ansia non riesce a trovare una via d’uscita durante il giorno, si manifesta proprio durante la notte, con risvegli multipli o un sonno meno profondo. Tutto questo contribuisce a rendere la mente più affaticata, più insicura, e quindi più incline a dubitare della memoria, dei pensieri, delle azioni appena fatte.
Il bisogno continuo di controllare se si ricorda qualcosa, di verificare se si è davvero fatto ciò che si pensa di aver fatto, somiglia molto a ciò che chiamiamo ossessioni cognitive. Si tratta di pensieri ripetitivi, che si impongono nella mente e che provocano disagio proprio perché mettono in dubbio aspetti della realtà che normalmente diamo per scontati. Il fatto che Lei si accorga di tutto questo è in realtà un ottimo segno: la Sua mente è presente e vigile, anche se stanca e sotto pressione.
Tutto ciò può essere compreso, gestito e trasformato con il giusto supporto. Spesso, quando si riesce a fare ordine nel mondo interiore, anche il corpo e i pensieri tornano a fluire con maggiore chiarezza.
Se sente che questo stato d’animo sta diventando troppo pesante da affrontare da solo, consideri l’idea di parlarne con uno specialista in un contesto più riservato e guidato.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra di Fenza
Salve,
alla luce delle problematiche riportate si potrebbe ipotizzare un disturbo d'ansia con tratti ossessivi. Tuttavia un'etichetta diagnostica, a parte non essere possibile da una mera descrizione dei suoi vissuti, non è rilevante quanto fare un percorso di psicoterapia per capire cosa si cela dietro i sintomi che riporta. Questi ci arrivano e si intensificano quando qualcosa dentro di noi non è in sintonia con altri aspetti che ci caratterizzano, valori interiorizzati, relazioni o altro. Tutte aree che in un normale percorso psicologico andrebbero prese in considerazione e approfondite.
Le auguro di stare meglio al più presto e di avere fiducia, ogni sintomo ci parla di parti importanti di noi che piano piano ci aiutano a sentirCi e ritrovarCi.
alla luce delle problematiche riportate si potrebbe ipotizzare un disturbo d'ansia con tratti ossessivi. Tuttavia un'etichetta diagnostica, a parte non essere possibile da una mera descrizione dei suoi vissuti, non è rilevante quanto fare un percorso di psicoterapia per capire cosa si cela dietro i sintomi che riporta. Questi ci arrivano e si intensificano quando qualcosa dentro di noi non è in sintonia con altri aspetti che ci caratterizzano, valori interiorizzati, relazioni o altro. Tutte aree che in un normale percorso psicologico andrebbero prese in considerazione e approfondite.
Le auguro di stare meglio al più presto e di avere fiducia, ogni sintomo ci parla di parti importanti di noi che piano piano ci aiutano a sentirCi e ritrovarCi.
Buonasera,
da quanto descrivi potresti star vivendo una combinazione di derealizzazione/depersonalizzazione, disturbi del sonno e ossessioni legate alla memoria, spesso legate a ansia o a uno stato di ipercontrollo mentale.
La sensazione di vedere “come da una bolla” e sentirsi distaccato da sé è tipica della derealizzazione/depersonalizzazione, spesso scatenata da stress o ansia persistente. Il continuo controllare se ricordi qualcosa è invece un meccanismo ossessivo: la mente cerca di rassicurarsi, ma finisce per generare ulteriore dubbio e ansia.
Ti consiglio vivamente di rivolgerti ad un terapeuta per lavorare su questi pensieri intrusivi e sullo stato di confusione. Con il giusto trattamento, questi sintomi sono gestibili e reversibili.
da quanto descrivi potresti star vivendo una combinazione di derealizzazione/depersonalizzazione, disturbi del sonno e ossessioni legate alla memoria, spesso legate a ansia o a uno stato di ipercontrollo mentale.
La sensazione di vedere “come da una bolla” e sentirsi distaccato da sé è tipica della derealizzazione/depersonalizzazione, spesso scatenata da stress o ansia persistente. Il continuo controllare se ricordi qualcosa è invece un meccanismo ossessivo: la mente cerca di rassicurarsi, ma finisce per generare ulteriore dubbio e ansia.
Ti consiglio vivamente di rivolgerti ad un terapeuta per lavorare su questi pensieri intrusivi e sullo stato di confusione. Con il giusto trattamento, questi sintomi sono gestibili e reversibili.
Salve , quelli che descrive da un punto di vista psicologico potrebbero essere degli episodi di depersonalizzazione e derealizzazione se sta vivendo un momento in cui magari percepisce stress o ansia.
Le consiglio però di approfondire sia da un punto di vista fisiologico che psicologico.
Una buona idea potrebbe essere quella di parlarne al suo medico curante per valutare gli esami del caso e magari il rimando ad uno o più specialisti.
Buone cose, dott. Marziani
Le consiglio però di approfondire sia da un punto di vista fisiologico che psicologico.
Una buona idea potrebbe essere quella di parlarne al suo medico curante per valutare gli esami del caso e magari il rimando ad uno o più specialisti.
Buone cose, dott. Marziani
Gentile utente mi dispiace molto per la situazione che ha descritto. Le consiglio di parlarne con il suo medico di fiducia per escludere cause organiche ed intraprendere un percorso di supporto psicologico utile per la parte emotiva.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
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Dott. Luca Rochdi
Comprendo perfettamente la sua angoscia e la difficoltà di esprimere a parole sensazioni così intime e disturbanti. La sensazione di "annebbiamento", come se vedesse il mondo attraverso una bolla o fosse distaccato dal suo corpo, è un'esperienza che molti descrivono come derealizzazione o depersonalizzazione. Sono fenomeni che, sebbene spaventosi, sono spesso legati a periodi di forte stress, ansia o affaticamento. È come se la sua mente, per proteggersi da un sovraccarico emotivo o cognitivo, creasse una sorta di barriera, facendola sentire meno "presente" nella realtà o in sé stesso.
A questo si aggiunge un sonno che lei descrive come interrotto, un cambiamento significativo rispetto alle sue abitudini. È un aspetto fondamentale, perché una scarsa qualità del riposo notturno può avere un impatto diretto sulla sua lucidità mentale durante il giorno. La mancanza di un sonno profondo e ristoratore può infatti amplificare la sensazione di confusione e rendere più difficile la concentrazione e la memoria.
Le sue preoccupazioni riguardanti la memoria sono un altro elemento centrale. Questa tendenza a rimuginare sul fatto di ricordare o meno, a mettere in discussione le sue stesse capacità mnemoniche anche quando in fondo sa di ricordare, è molto comune in chi vive stati d'ansia intensi. Potremmo definire queste preoccupazioni come una forma di ossessione legata alla memoria. La sua mente si blocca in un ciclo di controllo e verifica costante, che paradossalmente può rendere più difficile l'accesso alle informazioni o farle sembrare che ci siano dei vuoti. L'esempio del bicchiere d'acqua è emblematico: sono piccole dimenticanze quotidiane che capitano a tutti, ma nel suo stato attuale, queste vengono ingigantite e percepite come un segnale allarmante di qualcosa che non va.
È un momento delicato, ma è importante che lei sappia che queste esperienze, per quanto spaventose, sono spesso transitorie e gestibili. Il primo passo è consultare il suo medico di base per escludere qualsiasi causa fisica sottostante. Successivamente, le suggerisco caldamente di considerare un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta. L'esplorazione di queste sensazioni in un ambiente protetto e la messa a fuoco delle cause scatenanti, spesso legate ad ansia o stress non riconosciuti, possono aiutarla a ritrovare la sua chiarezza mentale e un senso di maggiore presenza nella sua vita.
A questo si aggiunge un sonno che lei descrive come interrotto, un cambiamento significativo rispetto alle sue abitudini. È un aspetto fondamentale, perché una scarsa qualità del riposo notturno può avere un impatto diretto sulla sua lucidità mentale durante il giorno. La mancanza di un sonno profondo e ristoratore può infatti amplificare la sensazione di confusione e rendere più difficile la concentrazione e la memoria.
Le sue preoccupazioni riguardanti la memoria sono un altro elemento centrale. Questa tendenza a rimuginare sul fatto di ricordare o meno, a mettere in discussione le sue stesse capacità mnemoniche anche quando in fondo sa di ricordare, è molto comune in chi vive stati d'ansia intensi. Potremmo definire queste preoccupazioni come una forma di ossessione legata alla memoria. La sua mente si blocca in un ciclo di controllo e verifica costante, che paradossalmente può rendere più difficile l'accesso alle informazioni o farle sembrare che ci siano dei vuoti. L'esempio del bicchiere d'acqua è emblematico: sono piccole dimenticanze quotidiane che capitano a tutti, ma nel suo stato attuale, queste vengono ingigantite e percepite come un segnale allarmante di qualcosa che non va.
È un momento delicato, ma è importante che lei sappia che queste esperienze, per quanto spaventose, sono spesso transitorie e gestibili. Il primo passo è consultare il suo medico di base per escludere qualsiasi causa fisica sottostante. Successivamente, le suggerisco caldamente di considerare un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta. L'esplorazione di queste sensazioni in un ambiente protetto e la messa a fuoco delle cause scatenanti, spesso legate ad ansia o stress non riconosciuti, possono aiutarla a ritrovare la sua chiarezza mentale e un senso di maggiore presenza nella sua vita.
Gentile utente,
quello che descrive è un insieme di sintomi che possono essere legati a un periodo di forte stress o affaticamento mentale. Sensazioni come confusione, distacco dalla realtà, risvegli notturni frequenti e pensieri ricorrenti sulla memoria possono spaventare molto, ma sono più comuni di quanto si pensi.
Il fatto che lei ne parli e cerchi di capire cosa le sta succedendo è già un passo molto importante. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo per valutare con calma e attenzione quello che sta vivendo. Con il giusto supporto, questi sintomi possono essere compresi e gestiti.
Non è sola in questo momento. Chiedere aiuto è sempre un atto di forza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Psicologa Valentina Scimone
quello che descrive è un insieme di sintomi che possono essere legati a un periodo di forte stress o affaticamento mentale. Sensazioni come confusione, distacco dalla realtà, risvegli notturni frequenti e pensieri ricorrenti sulla memoria possono spaventare molto, ma sono più comuni di quanto si pensi.
Il fatto che lei ne parli e cerchi di capire cosa le sta succedendo è già un passo molto importante. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo per valutare con calma e attenzione quello che sta vivendo. Con il giusto supporto, questi sintomi possono essere compresi e gestiti.
Non è sola in questo momento. Chiedere aiuto è sempre un atto di forza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Psicologa Valentina Scimone
Buongiorno gentile Utente, le sensazioni che descrive (il sentirsi come in una bolla, distaccato dal proprio corpo, la difficoltà nel percepire con chiarezza ciò che la circonda) sono esperienze che in ambito clinico riconosciamo come fenomeni dissociativi, più precisamente come depersonalizzazione e derealizzazione. Non sono pericolose, ma possono essere molto spaventose per chi le vive, proprio come lei ha espresso. Spesso si presentano come risposta dell’organismo a un elevato livello di stress o ansia protratta nel tempo: è come se la mente, sovraccaricata, "scollegasse" temporaneamente la piena consapevolezza per proteggersi da un’emozione difficile da gestire.
Anche le difficoltà legate al sonno e la vigilanza notturna che ha notato sono frequenti quando c’è una forte attivazione interna, che può derivare da uno stato ansioso o da un periodo prolungato di tensione emotiva. Il cervello resta in uno stato di allerta anche durante la notte, impedendo un sonno profondo e continuativo.
Per quanto riguarda i dubbi sulla memoria e la costante preoccupazione di ricordare se ha fatto qualcosa o no, può trattarsi effettivamente di pensieri a carattere ossessivo. In molte situazioni di ansia, la mente comincia a dubitare in modo ricorrente anche su azioni quotidiane e semplici (come bere un bicchiere d’acqua), generando una spirale di controllo che aumenta il senso di smarrimento e stanchezza mentale.
Il fatto che lei si stia ponendo queste domande con consapevolezza è già un primo passo importante. Le esperienze che vive non sono sintomi di “impazzimento” come spesso si teme, ma segnali del suo sistema nervoso che ha probabilmente bisogno di un po’ di tregua e di contenimento. Un percorso psicoterapeutico (specialmente con un approccio integrato e basato sull’evidenza) può aiutarla a ricostruire una sensazione di sicurezza interna e a ritrovare una relazione più serena con il proprio corpo e i propri pensieri.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Anche le difficoltà legate al sonno e la vigilanza notturna che ha notato sono frequenti quando c’è una forte attivazione interna, che può derivare da uno stato ansioso o da un periodo prolungato di tensione emotiva. Il cervello resta in uno stato di allerta anche durante la notte, impedendo un sonno profondo e continuativo.
Per quanto riguarda i dubbi sulla memoria e la costante preoccupazione di ricordare se ha fatto qualcosa o no, può trattarsi effettivamente di pensieri a carattere ossessivo. In molte situazioni di ansia, la mente comincia a dubitare in modo ricorrente anche su azioni quotidiane e semplici (come bere un bicchiere d’acqua), generando una spirale di controllo che aumenta il senso di smarrimento e stanchezza mentale.
Il fatto che lei si stia ponendo queste domande con consapevolezza è già un primo passo importante. Le esperienze che vive non sono sintomi di “impazzimento” come spesso si teme, ma segnali del suo sistema nervoso che ha probabilmente bisogno di un po’ di tregua e di contenimento. Un percorso psicoterapeutico (specialmente con un approccio integrato e basato sull’evidenza) può aiutarla a ricostruire una sensazione di sicurezza interna e a ritrovare una relazione più serena con il proprio corpo e i propri pensieri.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buongiorno. Le sensazioni che descrive — come la confusione, la percezione alterata della realtà, i dubbi sulla memoria e i risvegli notturni — possono essere molto destabilizzanti, ma non sono rare e meritano attenzione. Spesso si collegano a periodi di stress, ansia o stanchezza mentale, e in alcuni casi possono assumere una forma ossessiva. Le consiglio di affrontare questi sintomi in un contesto protetto: possiamo fissare un primo incontro per approfondire e trovare insieme una direzione di lavoro che la aiuti a stare meglio.
Gentile Signore,
premetto che per capire meglio la situazione bisognerebbe approfondire il discorso con un colloquio clinico, con domande mirate.
Per quanto riguarda lo stato confusionale possiamo ipotizzare che sia un sintomo di ansia chiamato De-realizzazione.
Il fatto che si svegli di notte più volte, conferma uno stato ansioso e bisognerebbe capire quali sono i pensieri in quel momento che la attanagliano, bisognerebbe capire cosa è successo ultimamente nella sua vita che può aver incrementato questo stato di ansia o di rimuginazione.
Per quanto riguarda il chiedersi se si ricorda o meno le cose che fa si profila come un pensiero ossessivo.
Sono 3 campanelli d'allarme che andrebbero approfonditi per vedere se sono collegati tra di loro e trovare le tecniche migliori per bloccare questo che a prima vista sembra un stato di ansia con pensieri ossessivi.
Un caro saluto
Dr. Roberto Cetroni
premetto che per capire meglio la situazione bisognerebbe approfondire il discorso con un colloquio clinico, con domande mirate.
Per quanto riguarda lo stato confusionale possiamo ipotizzare che sia un sintomo di ansia chiamato De-realizzazione.
Il fatto che si svegli di notte più volte, conferma uno stato ansioso e bisognerebbe capire quali sono i pensieri in quel momento che la attanagliano, bisognerebbe capire cosa è successo ultimamente nella sua vita che può aver incrementato questo stato di ansia o di rimuginazione.
Per quanto riguarda il chiedersi se si ricorda o meno le cose che fa si profila come un pensiero ossessivo.
Sono 3 campanelli d'allarme che andrebbero approfonditi per vedere se sono collegati tra di loro e trovare le tecniche migliori per bloccare questo che a prima vista sembra un stato di ansia con pensieri ossessivi.
Un caro saluto
Dr. Roberto Cetroni
Buongiorno capisco che sta vivendo un periodo difficile e le sono vicina. Da quello che scrive emerge una situazione di forte ansia che provoca ruminazione e pensieri intrusivi. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta per intraprendere un percorso personalizzato, con strumenti adeguati alla sua situazione. L’approccio cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a riflettere sulle emozioni, pensieri e comportamenti e riconoscere quelli disfunzionali. Resto a sua disposizione per eventuali informazioni. Le ricordo che sono disponibile sia online sia in presenza.
In bocca al lupo.
Mariapaola Anania, psicologa e psicosessuologa clinica, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
In bocca al lupo.
Mariapaola Anania, psicologa e psicosessuologa clinica, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta precisione ciò che sta vivendo. Le sensazioni che descrive — come la confusione, il sentirsi “in una bolla”, i risvegli notturni, i pensieri ricorrenti legati alla memoria — possono essere difficili da gestire e generare paura e insicurezza.
In molti casi, questi sintomi sono legati a stati d’ansia intensi, stress o pensieri ossessivi, ma è importante anche escludere eventuali cause di tipo medico. Un controllo medico di base può aiutarla a chiarire questo aspetto e tranquillizzarsi.
Allo stesso tempo, se sente che questi pensieri e sensazioni stanno impattando sulla sua vita quotidiana, un percorso terapeutico può aiutarla a comprendere e gestire meglio quello che sta accadendo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
grazie per aver condiviso con tanta precisione ciò che sta vivendo. Le sensazioni che descrive — come la confusione, il sentirsi “in una bolla”, i risvegli notturni, i pensieri ricorrenti legati alla memoria — possono essere difficili da gestire e generare paura e insicurezza.
In molti casi, questi sintomi sono legati a stati d’ansia intensi, stress o pensieri ossessivi, ma è importante anche escludere eventuali cause di tipo medico. Un controllo medico di base può aiutarla a chiarire questo aspetto e tranquillizzarsi.
Allo stesso tempo, se sente che questi pensieri e sensazioni stanno impattando sulla sua vita quotidiana, un percorso terapeutico può aiutarla a comprendere e gestire meglio quello che sta accadendo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
Gentile Utente,
I sintomi che descrive sono comunemente definiti come episodi di "derealizzazione" e "depersonalizzazione" e sono tipici nei disturbi d'ansia. D'altro canto dal suo messaggio è anche chiaro che la sua mente sia affollata da dubbi e domande, e uno spazio psicoterapeutico costituisce senz'altro un luogo dove poter prendersi cura dei suoi interrogativi.
Un saluto cordiale,
Dott. Daniele Gallucci
I sintomi che descrive sono comunemente definiti come episodi di "derealizzazione" e "depersonalizzazione" e sono tipici nei disturbi d'ansia. D'altro canto dal suo messaggio è anche chiaro che la sua mente sia affollata da dubbi e domande, e uno spazio psicoterapeutico costituisce senz'altro un luogo dove poter prendersi cura dei suoi interrogativi.
Un saluto cordiale,
Dott. Daniele Gallucci
Buongiorno, grazie per aver condiviso in modo così aperto e sincero ciò che sta vivendo. Quello che descrive è un insieme di esperienze che, purtroppo, molte persone attraversano ma che spesso faticano a spiegare o a farsi comprendere da chi non le ha mai provate. Il senso di confusione, l’annebbiamento, la percezione distaccata da sé o dalla realtà, e la sensazione di vivere “in una bolla” sono sintomi che si possono ricondurre a una condizione chiamata derealizzazione e depersonalizzazione. È importante sapere che, sebbene siano esperienze spaventose e disorientanti, non sono segno di pazzia né rappresentano un pericolo reale per la sua salute mentale. Si tratta piuttosto di risposte del cervello a uno stato prolungato di ansia, stress o stanchezza emotiva. Quando il corpo e la mente vivono un carico importante, come quello causato da uno stress continuo o da un periodo emotivamente intenso, può accadere che alcune funzioni cognitive, come l’attenzione o la memoria, inizino a funzionare in modo meno efficiente. Non perché ci sia un danno, ma perché la mente sta utilizzando gran parte delle sue risorse per gestire l’ansia. In altre parole, non è che lei si stia davvero dimenticando le cose: piuttosto, è talmente preoccupato dal pensiero di dimenticare che finisce per dubitare anche di ciò che ricorda. Questo circolo di controllo mentale continuo e ossessivo sulle proprie capacità cognitive è molto comune nei disturbi d’ansia e può diventare molto faticoso. Lei descrive bene la sensazione di domandarsi in continuazione se ha fatto o no una certa azione, se se la ricorda davvero o se l’ha solo immaginata. Questo tipo di pensiero rientra nei cosiddetti dubbi ossessivi, che non sono altro che pensieri intrusivi ripetuti che generano ansia e che spesso spingono a cercare rassicurazioni o a controllare le proprie azioni. Ad esempio, bere da un bicchiere e poi chiedersi subito dopo se lo si è fatto veramente, oppure rifare mentalmente la scena per essere sicuri. Questo non significa che lei stia perdendo la memoria, ma che il suo cervello è troppo occupato a gestire ansia e pensieri ricorsivi per riuscire a fissare bene i ricordi a livello cosciente. Il sonno disturbato che menziona, con frequenti risvegli notturni, è un altro segnale di un sistema nervoso in stato di allerta. Quando siamo molto stressati o ansiosi, il sonno perde la sua funzione riparatrice e diventa frammentato, facendoci svegliare anche senza una causa evidente. Questo contribuisce ulteriormente a quella sensazione di annebbiamento e stanchezza mentale che descrive, alimentando un circolo vizioso. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, si lavora su più livelli per affrontare queste difficoltà. Il primo passo è aiutare la persona a comprendere che queste sensazioni, per quanto sgradevoli, non sono pericolose e non significano che stia impazzendo. È importante normalizzare l’esperienza per ridurre la paura ad essa associata. Successivamente, si interviene sui pensieri disfunzionali, come quelli legati al dubbio costante sulla memoria, e si imparano strategie per gestire in modo più funzionale l’ansia, migliorare la qualità del sonno e ridurre l’ipercontrollo. Se già non lo sta facendo, le consiglierei di rivolgersi a uno psicologo con approccio cognitivo-comportamentale, che potrà aiutarla ad analizzare in profondità questi vissuti e fornirle strumenti concreti per affrontarli. È incoraggiante il fatto che lei sia così consapevole di ciò che prova: questo è un punto di forza importante e rappresenta un ottimo punto di partenza per intraprendere un percorso di miglioramento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonasera,
credo che nel suo caso siano da approfondire le ragioni alla base di questa "confusione" che avverte e chiaramente bisognerebbe analizzare i pensieri intrusivi e ricorrenti riguardo la sua memoria.
Resto a disposizione
Dott.ssa Fusco
credo che nel suo caso siano da approfondire le ragioni alla base di questa "confusione" che avverte e chiaramente bisognerebbe analizzare i pensieri intrusivi e ricorrenti riguardo la sua memoria.
Resto a disposizione
Dott.ssa Fusco
Buonasera,
tre mesi sono ancora un tempo relativamente breve, ma i sintomi che descrive come la sensazione che ciò che la circonda appaia irreale, come visto attraverso una bolla, o il sentirsi distaccato dal proprio corpo, sono tipici di fenomeni dissociativi noti come derealizzazione e depersonalizzazione.
La derealizzazione è la sensazione che l’ambiente esterno sia strano, distante come se si vivesse in un sogno.
La depersonalizzazione, invece, riguarda la percezione di sé: si può avvertire di essere "fuori" dal proprio corpo, come spettatori di se stessi.
Questi sintomi non indicano necessariamente una patologia grave, ma spesso sono collegati a stress, ansia intensa, stanchezza prolungata o disturbi del sonno, come quelli che lei sta vivendo (risvegli frequenti, pensieri ricorrenti sulla memoria). Inoltre, tenga presente che memoria ed emozioni sono strettamente correlate.
È consigliabile rivolgersi a uno specialista per una valutazione più approfondita. Saluti
tre mesi sono ancora un tempo relativamente breve, ma i sintomi che descrive come la sensazione che ciò che la circonda appaia irreale, come visto attraverso una bolla, o il sentirsi distaccato dal proprio corpo, sono tipici di fenomeni dissociativi noti come derealizzazione e depersonalizzazione.
La derealizzazione è la sensazione che l’ambiente esterno sia strano, distante come se si vivesse in un sogno.
La depersonalizzazione, invece, riguarda la percezione di sé: si può avvertire di essere "fuori" dal proprio corpo, come spettatori di se stessi.
Questi sintomi non indicano necessariamente una patologia grave, ma spesso sono collegati a stress, ansia intensa, stanchezza prolungata o disturbi del sonno, come quelli che lei sta vivendo (risvegli frequenti, pensieri ricorrenti sulla memoria). Inoltre, tenga presente che memoria ed emozioni sono strettamente correlate.
È consigliabile rivolgersi a uno specialista per una valutazione più approfondita. Saluti
Buongiorno, è difficile rispondere alle sue domande via chat, mi sento di consigliarle di contattare un/a Psichiatra, con il/la quale possa approfondire meglio le sue questioni e valutare la possibilità di un percorso.
Buongiorno, grazie per aver condiviso con me i tuoi timori. Capisco quanto possa essere spaventante e difficile affrontare queste sensazioni di confusione, distacco e problemi di memoria. Da quello che descrive, potrebbe trattarsi di diverse possibilità, tra cui uno stato di stress intenso, ansia o altri fattori che influenzano il sonno e la percezione di sé. Tuttavia, è importante sottolineare che solo un professionista sanitario, può fare una diagnosi accurata dopo aver valutato attentamente i tuoi sintomi e la storia clinica.
Le consiglio vivamente di prenotare una visita con uno specialista il prima possibile. Ricorda che chiedere aiuto è un passo importante per sentirti meglio e trovare le risposte che cerchi.
Prendersi cura di sé è fondamentale, e ci sono professionisti pronti ad aiutare. Dott.ssa Borrelli
Le consiglio vivamente di prenotare una visita con uno specialista il prima possibile. Ricorda che chiedere aiuto è un passo importante per sentirti meglio e trovare le risposte che cerchi.
Prendersi cura di sé è fondamentale, e ci sono professionisti pronti ad aiutare. Dott.ssa Borrelli
salve, a me sembrano ossessioni, però è meglio che ne parli con uno psicologo
grazie
grazie
Buongiorno,
le sensazioni che descrive parlano di uno stato di profonda stanchezza psichica, di un assetto interiore che sta chiedendo tregua. Spesso, in momenti di forte stress o di ansia protratta, la mente attiva una sorta di “protezione”: si distacca un po’ dalla realtà per non essere travolta dalle emozioni. È una difesa, non una follia.
Si potrebbe pensare che l’anima stia cercando di farsi ascoltare: qualcosa dentro di lei è troppo carico, forse non trova spazio per esprimersi, e allora il corpo e la psiche “parlano” attraverso questi sintomi.
Può essere molto utile affrontare questo momento con un supporto psicologico, per comprendere cosa sta vivendo e ritrovare un senso di radicamento nella realtà.
le sensazioni che descrive parlano di uno stato di profonda stanchezza psichica, di un assetto interiore che sta chiedendo tregua. Spesso, in momenti di forte stress o di ansia protratta, la mente attiva una sorta di “protezione”: si distacca un po’ dalla realtà per non essere travolta dalle emozioni. È una difesa, non una follia.
Si potrebbe pensare che l’anima stia cercando di farsi ascoltare: qualcosa dentro di lei è troppo carico, forse non trova spazio per esprimersi, e allora il corpo e la psiche “parlano” attraverso questi sintomi.
Può essere molto utile affrontare questo momento con un supporto psicologico, per comprendere cosa sta vivendo e ritrovare un senso di radicamento nella realtà.
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