Buongiorno dottori da circa 2 mesetti ho un senso di confusione come se il mio cervello va in tilt,
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Buongiorno dottori da circa 2 mesetti ho un senso di confusione come se il mio cervello va in tilt, un senso di annebiamento non so come posso definirlo, so solo che mi sento non lucido h24 come se quello che guardo attorno a me non riesco a collegarlo o vederlo diverso, una sensazione strana a spiegarlo, può capirlo solo chi lo prova, in tutto questo accompagnato come voglia di non fare nulla, di non provare piacere nelle cose che mi piacciono fare, ci sono giornate che la confusione e più forte come gironate che magari e più legera, oltre questo quando a l'inizio ho avuti questi sintomi avevo anche sintomi del tipo pensieri di fare del male a chi avevo vicino oppure a me stesso che adesso questi pensieri non ci sono più, ma e rimasta questo senso di confusione che non va via, adesso la mia domanda è, tutto questo può essere dovuto che giorni prima di sentirmi così sono stato in ansia perchè mi madre a avuto un operazione e sono stato una giornata in ansia perchè non ricevevo risposta da nessuno riguardo la situazione di mia madre, oppure a l'influenza che ho avuto anche giorni prima, o come ultima cosa il lavoro che faccio cioè stare diverse ore davanti al pc, anche se il lavoro non mi causa stress perchè mi rilassa... ho fatto anche diversi analisi in questo periodo che sono stato così per vedere se la causa poteva essere qualcosa... tra cui emocrome ed e tutto nella norma, sideremia, sodiemia, potassiemia, glicemia,azotemia, creatinina, uricemia, cpk ed anche questi risultano tutti nella norma, in più ho fatto anche rx alla colonna cervicale che solo qui e uscito fuori una mancanza di fisiologica, e un inizio di spondilosi cervicale.... adesso mi vorrei fare anche la seretonina per vedere se magari e una carenza di questa, anche se il mio medico crede di no, ma non so più cosa pensare dopo tutti questi esami tutti nella norma apparte magari la rx alla colonna cervicale... secondo voi cos'è dovuto ? grazie UN'ultima cosa che mi stavo dimenticando di dire non e la prima volta che mi succede perchè mi era successo sia ad ottobre che marzo del 2024
Buongiorno,
da ciò che descrive, è comprensibile quanto questo stato di confusione mentale e annebbiamento la stia destabilizzando. Il fatto che tutti gli esami medici siano risultati nella norma (inclusi emocromo, elettroliti, glicemia ecc.) e che non ci siano alterazioni significative, a parte la cervicale, fa pensare che l'origine possa essere più legata alla sfera psicologica che organica.
Il sintomo che racconta — una sensazione di disconnessione dalla realtà, difficoltà a provare piacere, perdita di energia e pensieri disturbanti — rientra spesso in un quadro di ansia persistente, depersonalizzazione o anche sintomi depressivi. Non è raro che episodi di forte stress, come l'ansia legata all’intervento di sua madre, possano innescare queste reazioni, soprattutto se si hanno già predisposizioni o episodi simili pregressi, come ha accennato (ottobre e marzo 2024). Anche se ora i pensieri disturbanti si sono attenuati, è importante non sottovalutare ciò che rimane.
Lo stare tante ore al PC in sé, se non la stressa, è probabilmente un fattore secondario, anche se uno stile di vita sedentario e iperconnesso può accentuare sintomi cognitivi e sensazioni di stordimento mentale. L’alterazione alla colonna cervicale potrebbe contribuire a una sensazione fisica di tensione, ma non spiega da sola i vissuti emotivi e cognitivi descritti.
In questi casi, il passo più indicato è quello di intraprendere un percorso psicologico. L’obiettivo sarebbe esplorare in sicurezza questi vissuti, ricostruire i fattori che li hanno attivati e imparare strategie per regolare meglio l’ansia, l'umore e la confusione mentale. Una valutazione psicodiagnostica iniziale potrebbe aiutare a comprendere se si tratta di un disturbo ansioso, depressivo o di altra natura.
Se desidera approfondire, può contattarmi per un primo colloquio. È possibile iniziare anche online.
Un caro saluto.
da ciò che descrive, è comprensibile quanto questo stato di confusione mentale e annebbiamento la stia destabilizzando. Il fatto che tutti gli esami medici siano risultati nella norma (inclusi emocromo, elettroliti, glicemia ecc.) e che non ci siano alterazioni significative, a parte la cervicale, fa pensare che l'origine possa essere più legata alla sfera psicologica che organica.
Il sintomo che racconta — una sensazione di disconnessione dalla realtà, difficoltà a provare piacere, perdita di energia e pensieri disturbanti — rientra spesso in un quadro di ansia persistente, depersonalizzazione o anche sintomi depressivi. Non è raro che episodi di forte stress, come l'ansia legata all’intervento di sua madre, possano innescare queste reazioni, soprattutto se si hanno già predisposizioni o episodi simili pregressi, come ha accennato (ottobre e marzo 2024). Anche se ora i pensieri disturbanti si sono attenuati, è importante non sottovalutare ciò che rimane.
Lo stare tante ore al PC in sé, se non la stressa, è probabilmente un fattore secondario, anche se uno stile di vita sedentario e iperconnesso può accentuare sintomi cognitivi e sensazioni di stordimento mentale. L’alterazione alla colonna cervicale potrebbe contribuire a una sensazione fisica di tensione, ma non spiega da sola i vissuti emotivi e cognitivi descritti.
In questi casi, il passo più indicato è quello di intraprendere un percorso psicologico. L’obiettivo sarebbe esplorare in sicurezza questi vissuti, ricostruire i fattori che li hanno attivati e imparare strategie per regolare meglio l’ansia, l'umore e la confusione mentale. Una valutazione psicodiagnostica iniziale potrebbe aiutare a comprendere se si tratta di un disturbo ansioso, depressivo o di altra natura.
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Buon giorno. I precedenti di marzo e ottobre 2024 sembrano non deporre a favore di una causa organica. Questa confusione e perdita di piacere potrebbero indicare proprio la perdita di riferimenti affettivi: i pensieri a sfondo aggressivo potrebbero rappresentare una risposta piuttosto compatibile. Sarebbe da capire cosa è successo lo scorso anno. Come sarebbe utile parlarne con una persona che possa ascoltarla e aiutarla a ritrovare un riferimento e delle certezze in questo contesto di eventi e mancate risposte.
Forse il suo corpo (ma non attraverso gli esami) le sta chiedendo una forma di attenzione e di ascolto, e lei sembra aver intuito ciò. Può andare più a fondo e provare ad ascoltare la sua interiorità.
Forse il suo corpo (ma non attraverso gli esami) le sta chiedendo una forma di attenzione e di ascolto, e lei sembra aver intuito ciò. Può andare più a fondo e provare ad ascoltare la sua interiorità.
Buonasera,
la sua descrizione riflette una situazione articolata e complessa che sicuramente richiede attenzione da parte di professionisti qualificati. Non potendo esprimere diagnosi, posso però offrirle alcune riflessioni che potrebbero essere utili nel comprendere meglio ciò che sta vivendo e indirizzarla verso strategie o percorsi di supporto.
Il senso di confusione persistente, accompagnato dalla perdita di piacere e di motivazione, così come il vissuto iniziale di pensieri disturbanti, potrebbero avere connessioni con fattori emotivi, psicologici o fisici. L'ansia che ha provato per l'operazione di sua madre, così come l'influenza o la postura dovuta al lavoro al computer, possono essere stati elementi scatenanti o contribuenti, ma non necessariamente sono le uniche cause.
Da quanto racconta, è positivo che abbia già svolto esami medici approfonditi, il che è un passo importante per escludere eventuali cause organiche. Tuttavia, il fatto che abbia vissuto episodi simili in passato suggerisce che potrebbe essere utile esplorare aspetti legati al suo equilibrio emotivo e psicologico. Le tensioni emotive (come l'ansia intensa) possono talvolta manifestarsi sotto forma di sintomi somatici e influire sul benessere generale.
Le consiglierei di consultare uno psicoterapeuta per approfondire il vissuto emotivo legato a questi episodi. Un approccio integrato potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici del suo disagio e lavorare su strategie di gestione emotiva e di rilassamento. Inoltre, se ritiene che il lavoro o altre attività quotidiane stiano contribuendo a questi sintomi, un professionista potrà aiutarla a identificare modi per bilanciare i suoi impegni e il benessere personale.
Infine, ascolti il parere del suo medico curante riguardo gli esami e i trattamenti che sta considerando, inclusi quelli relativi alla serotonina. Avere un dialogo aperto con più specialisti potrebbe fornirle maggiore chiarezza e un percorso mirato per affrontare questa sensazione di "annebbiamento".
Spero che trovi utili queste riflessioni, e le auguro di trovare il supporto adeguato per tornare a sentirsi pienamente lucido e motivato.
Cordiali saluti
la sua descrizione riflette una situazione articolata e complessa che sicuramente richiede attenzione da parte di professionisti qualificati. Non potendo esprimere diagnosi, posso però offrirle alcune riflessioni che potrebbero essere utili nel comprendere meglio ciò che sta vivendo e indirizzarla verso strategie o percorsi di supporto.
Il senso di confusione persistente, accompagnato dalla perdita di piacere e di motivazione, così come il vissuto iniziale di pensieri disturbanti, potrebbero avere connessioni con fattori emotivi, psicologici o fisici. L'ansia che ha provato per l'operazione di sua madre, così come l'influenza o la postura dovuta al lavoro al computer, possono essere stati elementi scatenanti o contribuenti, ma non necessariamente sono le uniche cause.
Da quanto racconta, è positivo che abbia già svolto esami medici approfonditi, il che è un passo importante per escludere eventuali cause organiche. Tuttavia, il fatto che abbia vissuto episodi simili in passato suggerisce che potrebbe essere utile esplorare aspetti legati al suo equilibrio emotivo e psicologico. Le tensioni emotive (come l'ansia intensa) possono talvolta manifestarsi sotto forma di sintomi somatici e influire sul benessere generale.
Le consiglierei di consultare uno psicoterapeuta per approfondire il vissuto emotivo legato a questi episodi. Un approccio integrato potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici del suo disagio e lavorare su strategie di gestione emotiva e di rilassamento. Inoltre, se ritiene che il lavoro o altre attività quotidiane stiano contribuendo a questi sintomi, un professionista potrà aiutarla a identificare modi per bilanciare i suoi impegni e il benessere personale.
Infine, ascolti il parere del suo medico curante riguardo gli esami e i trattamenti che sta considerando, inclusi quelli relativi alla serotonina. Avere un dialogo aperto con più specialisti potrebbe fornirle maggiore chiarezza e un percorso mirato per affrontare questa sensazione di "annebbiamento".
Spero che trovi utili queste riflessioni, e le auguro di trovare il supporto adeguato per tornare a sentirsi pienamente lucido e motivato.
Cordiali saluti
Gentile utente,
molto bene le indagini cliniche . Se ho capito bene, da quanto lei riporta, i referti sono negativi a patologie organiche. Non è chiaro come ha affrontato fin qui il problema: assume farmaci? Ha fatto psicoterapia?
Mi soffermo particolarmente sui pensieri di fare male a sè e gli altri che sembrerebbero di natura intrusiva, altri indizi importanti i vissuti stressogeni (come la situazione di sua madre, problemi fisici di stagione) e la preoccupazione generalizza . Non di meno i mportante l'apatia, descritta come "voglia di non fare nulla". Emerge una sintomatologia che va necessariamente indagata.
Così come ha fatto dal punto di vista organico farei per quanto attiene all'area psicopatologica. Ovvero, un'indagine anamnestica, clinica e testale approfondita per identificare l'eventuale causa psicologica e definire un lavoro terapeutico mirato.
Resto disponibile
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Zito
molto bene le indagini cliniche . Se ho capito bene, da quanto lei riporta, i referti sono negativi a patologie organiche. Non è chiaro come ha affrontato fin qui il problema: assume farmaci? Ha fatto psicoterapia?
Mi soffermo particolarmente sui pensieri di fare male a sè e gli altri che sembrerebbero di natura intrusiva, altri indizi importanti i vissuti stressogeni (come la situazione di sua madre, problemi fisici di stagione) e la preoccupazione generalizza . Non di meno i mportante l'apatia, descritta come "voglia di non fare nulla". Emerge una sintomatologia che va necessariamente indagata.
Così come ha fatto dal punto di vista organico farei per quanto attiene all'area psicopatologica. Ovvero, un'indagine anamnestica, clinica e testale approfondita per identificare l'eventuale causa psicologica e definire un lavoro terapeutico mirato.
Resto disponibile
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Dott.ssa Silvana Zito
Buongiorno,
Colgo subito la complessità di ciò che sta vivendo: quella “nebbia” mentale continua, la fatica a provare piacere, i pensieri intrusivi che l’hanno spaventata. Sono esperienze che possono emergere quando ansia, stress e stanchezza si sommano e l’organismo reagisce con una sorta di distacco protettivo (derealizzazione o depersonalizzazione). Il fatto che le analisi siano nella norma e che episodi simili si siano ripresentati sotto stress rafforza questa lettura: il problema non è tanto “il corpo che non funziona”, quanto il sistema di regolazione emotiva che oggi chiede attenzione.
Che cosa può aiutarla fin da subito
• Sonno stabile e ristoratore: orari fissi, almeno sette ore, ambiente buio e silenzioso. Un cervello riposato gestisce meglio l’ansia.
• Pause attive al computer: ogni ora si alzi, muova spalle e collo, faccia cinque respiri profondi; riduce la tensione cervicale e ossigena la mente.
• Attività fisica quotidiana leggera: una breve camminata o bicicletta di 20–30 minuti riattiva i circuiti del piacere e schiarisce i pensieri.
• Tecniche di grounding: quando la confusione aumenta, si focalizzi sui cinque sensi (“Vedo… Sento… Tocco…”): è un ancoraggio rapido al presente.
• Diario dei pensieri: mettere su carta i pensieri aggressivi o catastrofici ne riduce la carica emotiva e li rende meno minacciosi.
• Piccoli atti di interesse: scelga attività anche minime che un tempo le piacevano; la motivazione spesso ritorna dopo l’azione, non prima.
Quando è utile un aiuto professionale
Se la nebbia mentale limita il lavoro, le relazioni o la serenità quotidiana, o se dovessero riaffacciarsi pensieri di danneggiare sé o gli altri, un percorso psicoterapeutico permette di intervenire in modo mirato: esploriamo insieme i fattori scatenanti, costruiamo strategie personalizzate e, se necessario, valutiamo l’eventualità di un supporto farmacologico integrato (sempre in collaborazione con uno specialista in psichiatria).
Prenota un colloquio privato
Per approfondire la sua situazione in un ambiente riservato e strutturare un percorso adatto a lei, può prenotare una visita privata con me tramite la piattaforma MioDottore: troverà le mie disponibilità aggiornate e potrà scegliere la modalità (in studio o online) che preferisce. Sarà un primo passo concreto per trasformare quella sensazione di offuscamento in maggiore lucidità e padronanza di sé.
Le informazioni qui fornite hanno scopo orientativo; non sostituiscono un percorso clinico individuale. Se sente che il disagio persiste o cresce, la invito a contattarmi: insieme potremo definire gli obiettivi e i tempi più adeguati al suo benessere.
Resto a disposizione e le auguro di iniziare sin da oggi piccoli gesti di cura verso se stesso.
Colgo subito la complessità di ciò che sta vivendo: quella “nebbia” mentale continua, la fatica a provare piacere, i pensieri intrusivi che l’hanno spaventata. Sono esperienze che possono emergere quando ansia, stress e stanchezza si sommano e l’organismo reagisce con una sorta di distacco protettivo (derealizzazione o depersonalizzazione). Il fatto che le analisi siano nella norma e che episodi simili si siano ripresentati sotto stress rafforza questa lettura: il problema non è tanto “il corpo che non funziona”, quanto il sistema di regolazione emotiva che oggi chiede attenzione.
Che cosa può aiutarla fin da subito
• Sonno stabile e ristoratore: orari fissi, almeno sette ore, ambiente buio e silenzioso. Un cervello riposato gestisce meglio l’ansia.
• Pause attive al computer: ogni ora si alzi, muova spalle e collo, faccia cinque respiri profondi; riduce la tensione cervicale e ossigena la mente.
• Attività fisica quotidiana leggera: una breve camminata o bicicletta di 20–30 minuti riattiva i circuiti del piacere e schiarisce i pensieri.
• Tecniche di grounding: quando la confusione aumenta, si focalizzi sui cinque sensi (“Vedo… Sento… Tocco…”): è un ancoraggio rapido al presente.
• Diario dei pensieri: mettere su carta i pensieri aggressivi o catastrofici ne riduce la carica emotiva e li rende meno minacciosi.
• Piccoli atti di interesse: scelga attività anche minime che un tempo le piacevano; la motivazione spesso ritorna dopo l’azione, non prima.
Quando è utile un aiuto professionale
Se la nebbia mentale limita il lavoro, le relazioni o la serenità quotidiana, o se dovessero riaffacciarsi pensieri di danneggiare sé o gli altri, un percorso psicoterapeutico permette di intervenire in modo mirato: esploriamo insieme i fattori scatenanti, costruiamo strategie personalizzate e, se necessario, valutiamo l’eventualità di un supporto farmacologico integrato (sempre in collaborazione con uno specialista in psichiatria).
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Le informazioni qui fornite hanno scopo orientativo; non sostituiscono un percorso clinico individuale. Se sente che il disagio persiste o cresce, la invito a contattarmi: insieme potremo definire gli obiettivi e i tempi più adeguati al suo benessere.
Resto a disposizione e le auguro di iniziare sin da oggi piccoli gesti di cura verso se stesso.
Buongiorno,
da quanto descrive, i sintomi che sta vivendo – senso di confusione mentale, percezione alterata della realtà circostante, mancanza di lucidità, anedonia (ovvero la perdita di piacere nelle attività abituali), oscillazioni dell’intensità dei sintomi, e pensieri disturbanti ora risolti – possono essere il riflesso di uno stato psicologico di sofferenza che merita attenzione.
L'episodio scatenante che riporta (forte ansia per l’intervento di sua madre), così come l’eventuale influenza e le ore passate davanti al computer, potrebbero aver contribuito come fattori scatenanti o aggravanti, ma difficilmente rappresentano da soli la causa principale del malessere. Quando ci sono eventi stressanti intensi, soprattutto se non è la prima volta che si manifestano sintomi simili, il nostro cervello può reagire mettendo in atto risposte psicofisiche complesse che non sempre si evidenziano con gli esami del sangue o strumentali.
La “sensazione di vivere ovattato” o di non percepire chiaramente la realtà potrebbe rientrare in quello che viene definito in psicologia stato di derealizzazione o depersonalizzazione, che può comparire in condizioni di ansia intensa, stress prolungato o fasi depressive. Anche la perdita di interesse e motivazione può essere un segnale importante, indicativo di un possibile disturbo dell’umore o una forma di esaurimento psico-fisico.
L’assenza di alterazioni cliniche importanti negli esami medici, così come la presenza di episodi simili in passato, suggerisce l’importanza di valutare con attenzione anche l’aspetto psicologico del suo vissuto.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista psicologo o psicoterapeuta, che possa aiutarla a comprendere meglio le origini del suo malessere e accompagnarla in un percorso di recupero del benessere mentale ed emotivo.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da quanto descrive, i sintomi che sta vivendo – senso di confusione mentale, percezione alterata della realtà circostante, mancanza di lucidità, anedonia (ovvero la perdita di piacere nelle attività abituali), oscillazioni dell’intensità dei sintomi, e pensieri disturbanti ora risolti – possono essere il riflesso di uno stato psicologico di sofferenza che merita attenzione.
L'episodio scatenante che riporta (forte ansia per l’intervento di sua madre), così come l’eventuale influenza e le ore passate davanti al computer, potrebbero aver contribuito come fattori scatenanti o aggravanti, ma difficilmente rappresentano da soli la causa principale del malessere. Quando ci sono eventi stressanti intensi, soprattutto se non è la prima volta che si manifestano sintomi simili, il nostro cervello può reagire mettendo in atto risposte psicofisiche complesse che non sempre si evidenziano con gli esami del sangue o strumentali.
La “sensazione di vivere ovattato” o di non percepire chiaramente la realtà potrebbe rientrare in quello che viene definito in psicologia stato di derealizzazione o depersonalizzazione, che può comparire in condizioni di ansia intensa, stress prolungato o fasi depressive. Anche la perdita di interesse e motivazione può essere un segnale importante, indicativo di un possibile disturbo dell’umore o una forma di esaurimento psico-fisico.
L’assenza di alterazioni cliniche importanti negli esami medici, così come la presenza di episodi simili in passato, suggerisce l’importanza di valutare con attenzione anche l’aspetto psicologico del suo vissuto.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista psicologo o psicoterapeuta, che possa aiutarla a comprendere meglio le origini del suo malessere e accompagnarla in un percorso di recupero del benessere mentale ed emotivo.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile Utente ... la confusione che descrive è evidente anche nel suo post. Escludendo cause organiche (gli esami medici che ha effettuato hanno escluso possibili problemi "fisici"), è evidente una tensione emotiva che andrebbe sviscerata per capire quali pensieri le creano ansia e quali sono le emozioni che scaturiscono da questi pensieri. L'evento di sua Madre che ha descritto potrebbe essere una causa ma la mia potrebbe essere solo una ipotesi. La invito ad approfondire le tematiche che, in questo momento, le creano maggiori difficoltà. Grazie.
Buon pomeriggio. Potrebbero essere sintomi di forte ansia i suoi, però vanno ingaggiati accuratamente attraverso una valutazione specialistica. Potrebbe prendere in considerazione un colloquio con uno psichiatra.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Gent.mo, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e apertura la sua esperienza e le sue preoccupazioni. Comprendo quanto possa essere difficile convivere con queste sensazioni e cercare di dare un significato a ciò che si prova.
È umano sentirsi smarriti e confusi quando il corpo e la mente inviano segnali che non si riescono a interpretare. La sensazione di annebbiamento, la perdita di piacere e i pensieri intrusivi che ha descritto sono esperienze comuni in condizioni di ansia persistente o stati depressivi.
Dal punto di vista psicologico, ciò che racconta potrebbe indicare una derealizzazione o depersonalizzazione, spesso conseguenti a periodi di forte stress o ansia. Anche la perdita di interesse e la confusione mentale sono sintomi frequenti di uno stato depressivo o ansioso.
Le suggerisco di considerare un percorso psicoterapeutico, che potrebbe aiutarla a comprendere l’origine di questi sintomi e a ritrovare benessere e chiarezza mentale.
Con il giusto supporto, è possibile recuperare lucidità e serenità.
Le auguro il meglio.
Cordiali saluti,
Dott. Abate
È umano sentirsi smarriti e confusi quando il corpo e la mente inviano segnali che non si riescono a interpretare. La sensazione di annebbiamento, la perdita di piacere e i pensieri intrusivi che ha descritto sono esperienze comuni in condizioni di ansia persistente o stati depressivi.
Dal punto di vista psicologico, ciò che racconta potrebbe indicare una derealizzazione o depersonalizzazione, spesso conseguenti a periodi di forte stress o ansia. Anche la perdita di interesse e la confusione mentale sono sintomi frequenti di uno stato depressivo o ansioso.
Le suggerisco di considerare un percorso psicoterapeutico, che potrebbe aiutarla a comprendere l’origine di questi sintomi e a ritrovare benessere e chiarezza mentale.
Con il giusto supporto, è possibile recuperare lucidità e serenità.
Le auguro il meglio.
Cordiali saluti,
Dott. Abate
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Io credo che i sintomi che riporta possano essere collegati all'ansia: sicuramente alla situazione stressante che ha vissuto relativamente all'intervento della sua mamma, che spero sia andato bene, ma forse siccome questa confusione si protrae da più tempo l'ansia può essere collegata anche ad altro. Siccome a livello organico gli accertamenti che ha fatto non rilevano nulla, il mio suggerimento è di provare a conoscere e approfondire quest'ansia da un altro punto di vista: cercherei di capire cosa sta succedendo nella sua vita in questo momento, ma anche quello che è accaduto nel periodo appena precedente, cercherei di capire in quale contesto relazionale si trova, quali sono le sue relazioni più importanti e come le vive, cercherei di capire da quale contesto familiare viene e come vive le sue relazioni familiari, in passato e oggi. Connetterei il suo sintomo e la sua confusione con la sua storia di vita, per capire che cosa sta dicendo di lei: ogni sintomo che portiamo è un messaggio, il segno che dobbiamo occuparci di qualcosa che sta accadendo dentro di noi, e che va decifrato. Il mio suggerimento è di fare tutto questo con il sostegno di un professionista che possa ispirarle fiducia, e che possa guidarla dentro al suo sintomo, in modo da dargli un significato, imparare a gestirlo e a scioglierlo. Se avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione, in presenza e online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla sembrerebbero l'espressione acuta di una sindrome ansioso-depressiva. Si affidi ad uno specialista, la aiuterà ad esplorare e comprendere il significato più profondo dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni di cui parla sembrerebbero l'espressione acuta di una sindrome ansioso-depressiva. Si affidi ad uno specialista, la aiuterà ad esplorare e comprendere il significato più profondo dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
quello che descrive – la sensazione di confusione mentale, distacco dalla realtà, mancanza di piacere e motivazione – è compatibile con fenomeni di tipo ansioso e depressivo, che possono anche manifestarsi con sintomi fisici e cognitivi molto concreti. Spesso, dopo periodi di forte stress (come l’ansia per la salute di un familiare), il corpo e la mente reagiscono in questo modo, mantenendo un livello di “iper-attivazione” che può lasciare strascichi anche quando l’emergenza è passata. La sua attenzione ai sintomi e la ricerca di rassicurazioni mediche (giustissima all’inizio) dimostrano che c’è stata una forte componente ansiosa.
Il fatto che gli esami siano nella norma è molto rassicurante, e rafforza l’ipotesi di un disturbo più funzionale che organico. La sensazione di distacco dalla realtà che descrive è riconducibile a fenomeni di derealizzazione o depersonalizzazione, spesso legati ad ansia e stress cronico. La perdita di piacere (anedonia) e la demotivazione, invece, possono far parte di un quadro ansioso-depressivo reattivo.
Dal punto di vista psicologico, lavorare sui pensieri ricorrenti, sulle paure e sulla gestione delle emozioni attraverso un percorso di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutarla concretamente a interrompere questo circolo vizioso, che – come nota lei stesso – tende a ripresentarsi in determinati momenti.
Non credo che altre indagini biologiche (come il dosaggio della serotonina, che tra l’altro non è molto utile clinicamente in questi casi) siano necessarie ora. Il passo più produttivo potrebbe essere concentrarsi sulle modalità con cui la sua mente gestisce lo stress e su come prevenire queste ricadute, con un supporto specialistico mirato.
Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
quello che descrive – la sensazione di confusione mentale, distacco dalla realtà, mancanza di piacere e motivazione – è compatibile con fenomeni di tipo ansioso e depressivo, che possono anche manifestarsi con sintomi fisici e cognitivi molto concreti. Spesso, dopo periodi di forte stress (come l’ansia per la salute di un familiare), il corpo e la mente reagiscono in questo modo, mantenendo un livello di “iper-attivazione” che può lasciare strascichi anche quando l’emergenza è passata. La sua attenzione ai sintomi e la ricerca di rassicurazioni mediche (giustissima all’inizio) dimostrano che c’è stata una forte componente ansiosa.
Il fatto che gli esami siano nella norma è molto rassicurante, e rafforza l’ipotesi di un disturbo più funzionale che organico. La sensazione di distacco dalla realtà che descrive è riconducibile a fenomeni di derealizzazione o depersonalizzazione, spesso legati ad ansia e stress cronico. La perdita di piacere (anedonia) e la demotivazione, invece, possono far parte di un quadro ansioso-depressivo reattivo.
Dal punto di vista psicologico, lavorare sui pensieri ricorrenti, sulle paure e sulla gestione delle emozioni attraverso un percorso di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutarla concretamente a interrompere questo circolo vizioso, che – come nota lei stesso – tende a ripresentarsi in determinati momenti.
Non credo che altre indagini biologiche (come il dosaggio della serotonina, che tra l’altro non è molto utile clinicamente in questi casi) siano necessarie ora. Il passo più produttivo potrebbe essere concentrarsi sulle modalità con cui la sua mente gestisce lo stress e su come prevenire queste ricadute, con un supporto specialistico mirato.
Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
Buongiorno, si il suo stato confusionale ed emotivo attuale può essere stato scatenato dagli eventi stressanti e preoccupanti che recentemente ha affrontato, la mancanza di chiarezza circa gli eventi inoltre può aver incrementato l'ansia e la paura. Valuti quindi la possibilità di svolgere un colloquio con un terapeuta.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Buongiorno,
Le consiglio un colloquio con un professionista che possa indagare meglio quanto riferisce e valutare assieme il sostegno più adeguato.
Saluti
Le consiglio un colloquio con un professionista che possa indagare meglio quanto riferisce e valutare assieme il sostegno più adeguato.
Saluti
Gentilissimo,
escluse le cause fisiologiche, potrebbero essere sintomi legati all'ansia. Andrebbe indagato il periodo in cui ha avuto queste sensazioni anche in passato per capire cosa è accaduto nella sua vita, cosa può aver scatenato questi sintomi psicofisici e trovare il rimedio più funzionale per lei.
A disposizione per un primo colloquio conoscitivo.
Silvia
escluse le cause fisiologiche, potrebbero essere sintomi legati all'ansia. Andrebbe indagato il periodo in cui ha avuto queste sensazioni anche in passato per capire cosa è accaduto nella sua vita, cosa può aver scatenato questi sintomi psicofisici e trovare il rimedio più funzionale per lei.
A disposizione per un primo colloquio conoscitivo.
Silvia
Gentilissimo,
i sintomi che descrive potrebbero essere collegati alle situazioni stressanti da lei indicate. Le consiglierei vivamente di effettuare una visita psichiatrica, soprattutto considerando che, da quanto comprendo, non si tratta di un episodio isolato.
Cordialmente.
i sintomi che descrive potrebbero essere collegati alle situazioni stressanti da lei indicate. Le consiglierei vivamente di effettuare una visita psichiatrica, soprattutto considerando che, da quanto comprendo, non si tratta di un episodio isolato.
Cordialmente.
buongiorno,
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
Salve,
immagino la difficoltà nel sentirsi come descrive. Se quelli che descrive sono sintomi che invalidano la sua vita quotidiana e le attività che svolge oltre che le relazioni, le consiglierei di iniziare un percorso di psicoterapia e capire se il/la collega consideri il caso di inviarla da uno psichiatra per capire se può essere utile un aiuto farmacologico.
Buona giornata
immagino la difficoltà nel sentirsi come descrive. Se quelli che descrive sono sintomi che invalidano la sua vita quotidiana e le attività che svolge oltre che le relazioni, le consiglierei di iniziare un percorso di psicoterapia e capire se il/la collega consideri il caso di inviarla da uno psichiatra per capire se può essere utile un aiuto farmacologico.
Buona giornata
Buongiorno. Fare le analisi mediche non è mai sbagliato perchè, la prima cosa da fare, è escludere le cause organiche di un sintomo.
Se tutti gli esami sono nella norma potrebbe parlarne con un professionista della salute mentale perchè, quando viviamo periodi di forte stress, la nostra mente può mettere in atto diverse strategie difensive tra cui quello che viene definito "numbing" e cioè una sorta di annebbiamento mentale che non ci fa mettere a fuoco niente e che è solito vivere tra le persone che hanno vissuto un trauma.
Se tutti gli esami sono nella norma potrebbe parlarne con un professionista della salute mentale perchè, quando viviamo periodi di forte stress, la nostra mente può mettere in atto diverse strategie difensive tra cui quello che viene definito "numbing" e cioè una sorta di annebbiamento mentale che non ci fa mettere a fuoco niente e che è solito vivere tra le persone che hanno vissuto un trauma.
Buongiorno, capisco che stia vivendo una situazione molto frustrante. I sintomi che descrive, confusione mentale, mancanza di lucidità, e l'assenza di piacere nelle cose, possono essere legati a diversi fattori. È possibile che l'ansia per la situazione di sua madre, combinata con l'influenza che ha avuto, possa aver contribuito ad alterare il suo equilibrio psicofisico. Lo stress emotivo, come l'ansia o la preoccupazione prolungata, può in effetti influire sulla sua percezione e sul suo stato mentale, generando confusione e fatica.
Anche il lavoro che comporta lunghe ore davanti al PC può, nel tempo, contribuire a sintomi di affaticamento mentale e fisico, specialmente se non si fa attenzione alla postura o alla pausa. La spondilosi cervicale potrebbe essere un altro fattore che può influire, dato che problemi alla colonna vertebrale possono avere effetti anche sul benessere generale e causare tensioni muscolari o mal di testa, che a loro volta possono accentuare il senso di confusione.
L'idea di verificare i livelli di serotonina può essere un passo utile, ma consideri anche di esplorare eventuali connessioni con ansia e stress, poiché può trattarsi di un mix di fattori emotivi e fisici.
Se il problema persiste, potrebbe essere utile consultare uno psicologo psicoterapeuta esperto in analisi bioenergetica per approfondire la situazione e trovare una soluzione più mirata, magari con una terapia che aiuti a gestire meglio l'ansia e il benessere generale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Continui a monitorare i sintomi e, se necessario, parli con il suo medico di fiducia per esplorare ulteriori indagini o trattamenti.
Anche il lavoro che comporta lunghe ore davanti al PC può, nel tempo, contribuire a sintomi di affaticamento mentale e fisico, specialmente se non si fa attenzione alla postura o alla pausa. La spondilosi cervicale potrebbe essere un altro fattore che può influire, dato che problemi alla colonna vertebrale possono avere effetti anche sul benessere generale e causare tensioni muscolari o mal di testa, che a loro volta possono accentuare il senso di confusione.
L'idea di verificare i livelli di serotonina può essere un passo utile, ma consideri anche di esplorare eventuali connessioni con ansia e stress, poiché può trattarsi di un mix di fattori emotivi e fisici.
Se il problema persiste, potrebbe essere utile consultare uno psicologo psicoterapeuta esperto in analisi bioenergetica per approfondire la situazione e trovare una soluzione più mirata, magari con una terapia che aiuti a gestire meglio l'ansia e il benessere generale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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