Buongiorno Desidererei sapere se l'assunzione di"Resilient"per curare una depressione maggiore durat

24 risposte
Buongiorno Desidererei sapere se l'assunzione di"Resilient"per curare una depressione maggiore durata già per circa tre anni e non risolta con i più diversi atntidepressivi prescritti dalla psichiatra che mi sta curando e dopo aver effettuato anche la TMS,senza successo, pensa che possa essere efficace e se già abbia avuto un buon effetto su molte persone. La ringrazio se mi risponderà.
Dott. Claudio Pieroni
Psicologo, Psicologo clinico
Lecce
Buonasera gentile Utente, la somministrazione e la valutazione dei farmaci è per legge riservata soltanto ai medici psichiatrici o ai medici di base. Le suggerisco di rivolgersi al suo medico per valutare con lui la sua terapia. Cordialmente dr. Claudio Pieroni

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso una parte così importante e delicata del suo percorso. Comprendo quanto possa essere estenuante e frustrante trovarsi a convivere con una forma di depressione che non ha risposto come sperato ai trattamenti più comunemente utilizzati, e che si protrae ormai da anni. Ci si può sentire scoraggiati, affaticati, e talvolta anche sfiduciati rispetto all’idea che le cose possano davvero cambiare. Ma è proprio in momenti come questi che il fatto di continuare a cercare nuove risorse e confronti, come sta facendo lei ora, rappresenta un segnale di forza e di motivazione alla cura che merita attenzione e rispetto. Il litio, commercializzato in alcune formulazioni anche con il nome "Resilient", è un farmaco storicamente utilizzato nel trattamento del disturbo bipolare, ma negli ultimi decenni è stato impiegato anche in alcune forme di depressione maggiore resistente, cioè quella che non risponde adeguatamente a più cicli di antidepressivi, anche associati ad altri trattamenti come la TMS. In molti casi, l’aggiunta del litio come potenziamento (augmentation) a un trattamento antidepressivo può offrire benefici significativi. Non è un approccio raro, anzi, è considerato in diversi protocolli clinici internazionali per la gestione delle depressioni resistenti. È importante sottolineare che, come per tutti i farmaci psichiatrici, l’efficacia del litio può variare da persona a persona. Alcuni pazienti ne traggono grande giovamento, con una netta riduzione dei sintomi depressivi, mentre per altri può risultare meno efficace o non ben tollerato. La risposta al trattamento dipende da molti fattori: il quadro clinico complessivo, la presenza di tratti temperamentali, la storia farmacologica, eventuali condizioni mediche concomitanti e naturalmente anche il monitoraggio accurato da parte del medico curante. La cosa importante è che il litio venga somministrato sotto stretto controllo medico, con esami periodici del sangue, in quanto richiede attenzione a livello renale, tiroideo e dei livelli plasmatici per essere mantenuto entro un range terapeutico efficace e sicuro. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, la depressione resistente rappresenta una condizione nella quale spesso non è più sufficiente intervenire unicamente sui sintomi, ma diventa fondamentale lavorare anche sui significati che la persona attribuisce alla propria sofferenza, sulla qualità della vita quotidiana, sui comportamenti di evitamento, sulla motivazione e sul senso di speranza. La psicoterapia cognitivo-comportamentale, anche in affiancamento al trattamento farmacologico, può offrire un aiuto concreto nell’interrompere i circoli viziosi del ritiro, della ruminazione mentale e della sfiducia in sé, promuovendo piccoli passi verso la ripresa di attività e relazioni che generano senso, anche quando l'umore rimane basso. A volte, quando la depressione persiste per molto tempo, non è più solo il dolore emotivo a pesare, ma anche la percezione che nulla possa davvero funzionare. Eppure, come mostra la sua domanda, lei è ancora in cammino, ancora in ascolto, ancora orientata verso la possibilità di un cambiamento. Questo è un punto di partenza molto prezioso. Le suggerisco di parlare apertamente con la sua psichiatra circa le sue perplessità e i suoi dubbi sul litio. È importante che lei si senta parte attiva nelle decisioni terapeutiche, e che riceva spiegazioni chiare, che la rassicurino e le permettano di valutare con serenità ogni passo. La depressione resistente è una condizione difficile, ma non definitiva. Ci sono ancora possibilità di cura, e ogni persona merita di avere accesso a un percorso costruito su misura, rispettoso della propria storia e delle proprie risorse. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, mi dispiace molto e comprendo la sua situazione e la sua frustrazione nel non aver trovato sollievo dalla depressione maggiore nonostante diversi trattamenti, inclusi antidepressivi e TMS.
Tuttavia, devo sottolineare che non sono un medico e non posso fornire consigli medici o esprimere giudizi sull'efficacia di specifici farmaci.
È fondamentale che qualsiasi decisione riguardante la sua terapia farmacologica sia presa in stretta consultazione con la sua psichiatra. Lei conosce la sua storia clinica completa, i trattamenti che ha già provato e può valutare correttamente se un nuovo farmaco o approccio terapeutico sia appropriato nel suo caso specifico.
Le consiglio vivamente di discuterne direttamente con la sua psichiatra, lei potrà darle informazioni precise sulla sua composizione, sul suo meccanismo d'azione e sulla sua eventuale utilità nel suo quadro clinico, oppure potrà richiedere un altro parere ad un altro specialista.
Mi dispiace di non poterle dare una risposta più diretta sull'efficacia di "Resilient", ma la sua salute è importante e le decisioni terapeutiche devono essere prese da professionisti sanitari qualificati.
Spero che possa trovare presto un trattamento efficace per la sua condizione. Resto a sua disposizione per altre domande che non riguardino direttamente la sua terapia medica.
Dott.ssa Chiara Bellini
Psicologo, Psicologo clinico
Oristano
Le consiglio di ricontattare il suo psichiatra per comprendere meglio la situazione.
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, non è chiaro cosa intenda per TMS. In termini generali, il trattamento della depressione maggiore offre i migliori risultati con affiancamento di terapia farmacologica mirata e psicoterapia individuale bisettimanale.
Saluti
Dott.ssa Giovanna D'Apolito
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Santa Maria Capua Vetere
Buongiorno,
lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere nè valutare la farmacoterapia, per cui le suggerisco di sottoporre il quesito a un professionista Psichiatra. Cordiali saluti, Dott.ssa Giovanna D'Apolito
Dott. Leonardo Provini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, sì il farmaco da lei nominato è indicato nei casi di Depressione maggiore. Si affidi al medico curante che sicuramente avrà visto le sue analisi del sangue e che monitorerà l'effetto del farmaco ed eventuali controindicazioni. Mi viene spontaneo chiederle: ha iniziato in parallelo un percorso di psicoterapia? Se la risposta dovesse essere negativa e se i sintomi che lei sta sperimentando lo permettono, le consiglierei in parallelo di iniziarlo. Molteplici ricerche sottolineano l'azione sinergica del farmaco in associazione alla psicoterapia, che funzionano tra loro come potenziatori reciproci. Per qualsiasi cosa resto a disposizione
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le conviene rivolgersi allo psichiatra che la segue e che conosce quindi la sua storia clinica. Cordiali saluti.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, gli psicoterapeuti non possono prescrivere farmaci. È necessario rivolgersi al medico che gliel'ha prescritta e valutare la terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

in merito alla efficacia del farmaco sarebbe opportuno confrontarsi col medico prescrivente. Aggiungo inoltre che la depressione andrebbe trattata attraverso l'ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Affianchi al trattamento farmacologico un percorso psicologico, vedrà che con il tempo potrebbe guardare ad un benessere più a lungo termine.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Martina Mancusi Betunio
Psicologo, Psicologo clinico
Brusciano
Buongiorno.
Il trattamento farmacologico è molto importante, tuttavia le evidenze scientifiche ad oggi disponibili confermano l'utilità di associare un percorso psicoterapeutico. Questo perchè la depressione rappresenta di fatto un sintomo, la componente evidente di processi sottostanti, che non sono indagabili ne tanto meno risolvibili attraverso il solo utilizzo del farmaco. Ringraziandola per quanto condiviso, la saluto cordialmente.
Dott.ssa Paola Bertoncelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bergamo
Gentilissimo,

mi dispiace ma per questo quesito sarebbe più opportuno rivolgersi ad uno psichiatra sicuramente più competente.

Cordialmente
Dott. Michele Basigli
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buongiorno,
la sua domanda è molto pertinente e comprensibile, soprattutto considerando il percorso complesso e faticoso che ha già affrontato nella gestione della sua depressione.
Il prodotto chiamato "Resilient" (presumo si riferisca a un integratore o composto a base di composti naturali adattogeni, come ad esempio ashwagandha, *rhodiola, magnesio, vitamine del gruppo B, ecc.) è spesso promosso per favorire il benessere mentale e supportare la resilienza allo stress. Tuttavia, va sottolineato che non si tratta di un farmaco antidepressivo approvato, e non ha lo stesso tipo di evidenza scientifica che accompagna le terapie farmacologiche o i trattamenti psichiatrici strutturati.
Nella depressione maggiore resistente, gli approcci più efficaci si basano su:

-Combinazioni farmacologiche (inclusi stabilizzatori dell’umore, antipsicotici atipici a basse dosi, ecc.)
-Psicoterapia intensiva (es. terapia cognitivo-comportamentale, ACT, psicoterapia interpersonale)
-Terapie biologiche come TMS, terapia elettroconvulsivante (ECT), o nei casi selezionati, ketamina/esketamina

Gli integratori come "Resilient"possono, in alcuni casi, offrire un supporto lieve o complementare, soprattutto se vi è una carenza nutrizionale di base o una forte componente di stress cronico. Tuttavia, non ci sono ad oggi prove cliniche solide che ne dimostrino l'efficacia nel trattamento di una depressione maggiore resistente.

In sintesi:
Può valere la pena provare Resilient come supporto, ma non come trattamento principale.
È importante parlarne con la psichiatra che la segue, per evitare interazioni con altri farmaci.
Se non ha già provato approcci psicoterapeutici strutturati o trattamenti biologici più avanzati, potrebbe essere utile esplorarli con l’équipe curante.
La depressione resistente è una sfida seria, ma esistono ancora diverse opzioni da valutare. Le auguro con sincerità di poter trovare un percorso che le dia sollievo e le restituisca qualità di vita.

Un cordiale saluto,
Dott. Basigli Michele


Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Capisco che, dopo un lungo percorso di tentativi terapeutici senza i risultati sperati, si possa sentire il bisogno di trovare qualcosa di realmente efficace. In questi casi, l’introduzione di un nuovo farmaco come Resilient – che, da quanto si comprende, dovrebbe contenere litio o un composto simile – può rappresentare un’opzione da esplorare con attenzione, soprattutto sotto la guida dello specialista che già la segue.
È comprensibile voler sapere se ha già funzionato per altri, ma ogni persona risponde in modo diverso ai trattamenti, soprattutto quando si parla di depressione resistente. L'importante è che ogni nuova possibilità venga valutata con cura, e che lei non perda di vista il valore di perseverare nel percorso di cura, anche se faticoso. Parlare apertamente con la sua psichiatra può aiutarla a chiarire ogni dubbio e a sentirsi più parte attiva nelle decisioni terapeutiche. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Camilla Centanni
Psicologo, Psicologo clinico
Maccarese
Salve gentile utente. Il suggerimento è di rivolgere la sua domanda ad uno psichiatra, che saprà risponderle puntualmente e aiutarla in caso di aggiustamenti, modifiche della cura o cambio farmaco. Buona giornata. Cordialmente, dott.ssa Camilla Centanni
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arzano
Salve, le consiglio una visita con uno psichiatra in modo da portare i suoi dubbi e la sua storia, personale e farmacologica, e in base a quella iniziare una terapia efficace.
Dott.ssa Simona Olivero
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
buongiorno, certamente capisco la domanda che necessita di chiarimenti e specifiche.credo che però dovrebbe parlarne bene con il suo psichiatra di riferimento, molto importante che sia solo con lui la condivisione del farmaco e la comprensione dell'utilizzo dello stesso. La farmacologia è in evoluzione e magari lui potrà consigliare anche altri tipi di interventi. Consiglio sempre di fidarsi del proprio medico in modo da non avere troppi punti di vista in merito che in genere confondono
Dott.ssa Mariapaola Anania
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno gentile utente, generalmente una maggiore efficacia nella cura di un disturbo è data dalla terapia farmacologica accompagnata dalla psicoterapia. Le consiglierei quindi di rivolgersi ad uno psicologo /psicoterapeuta per intraprendere un percorso individualizzato e con obiettivi specifici e mirati. In bocca al lupo.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa e psicosessuologa clinica, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
Dott.ssa Debora Versari
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buongiorno dovrebbe porre queste domande allo specialista in questo caso allo psichiatra, inoltre le consiglio anche una psicoterapia affiancata alla farmacoterapia.
Cordiali saluti.
Dottoressa Versari Debora.
Dott.ssa Amina Ghedin
Psicologo clinico, Psicologo
Venezia
Buongiorno,

innanzitutto mi scuso per la mia risposta tardiva.

A fronte di domande relative all'assunzione di farmaci, preferisco orientarla ad un parere medico, non trattandosi del mio campo professionale e non conoscendo bene la sua situazione clinica.

Mi spiace non poterle essere di aiuto.
Le auguro di trovar risposta ai suoi quesiti e di poter risolvere la sua situazione al più presto.

Cordiali saluti

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Il farmaco Resilient (litio) è utilizzato nel trattamento della depressione maggiore resistente, specialmente quando i farmaci antidepressivi non hanno avuto successo. È stato impiegato anche in combinazione con altri antidepressivi per migliorare l'efficacia terapeutica. Tuttavia, è fondamentale monitorare regolarmente i livelli ematici di litio per evitare effetti collaterali. È importante consultare il proprio psichiatra per valutare la sua idoneità al tuo caso specifico.
Dr. Leopoldo Tacchini
Psicologo, Psicologo clinico
Figline Valdarno
Gentile X, il resilient non è altro che litio. E' indicato soprattutto per disturbo bipolare e come stabilizzatore dell'umore.
Non credo che possa essere efficace nel suo caso, tuttavia non escludo che un esperto psichiatra possa valutarlo utile, non conoscendo la sua storia clinica. Cordialmente dr. Tacchini
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buongiorno,
la sua domanda è assolutamente comprensibile, soprattutto considerando il percorso lungo e complesso che ha già affrontato con grande determinazione.

Come psicologa clinica, non prescrivo farmaci né posso dare indicazioni mediche dirette sull’efficacia o la sicurezza di un trattamento farmacologico specifico come Resilient. Tuttavia, posso dirle che, nei casi di depressione resistente al trattamento, è del tutto legittimo e frequente esplorare strade alternative o integrative, soprattutto quando più tentativi farmacologici e anche approcci come la TMS (stimolazione magnetica transcranica) non hanno portato ai risultati sperati.

La valutazione sull’efficacia di un nuovo farmaco o integratore dovrebbe sempre essere fatta in sinergia con il medico psichiatra, che conosce nel dettaglio la sua storia clinica, le terapie pregresse, la risposta individuale e i possibili fattori di resistenza al trattamento. Il fatto che lei stia ancora cercando soluzioni dimostra che ha mantenuto attiva una parte molto importante: la speranza di stare meglio. Questo è già un segnale di forza.

Oltre all’aspetto farmacologico, vorrei anche ricordarle che, in percorsi come il suo, può essere di grande aiuto affiancare una psicoterapia di tipo specialistico, se non l’ha già fatto o se sente che non ha trovato ancora il contesto giusto. Nei casi di depressione profonda o di lunga durata, lavorare su alcuni aspetti emotivi, relazionali e cognitivi può offrire un sostegno significativo, anche quando la parte farmacologica da sola fatica a dare risultati.

Resto a disposizione se desidera parlare di questo aspetto o se sente il bisogno di orientarsi meglio nel suo percorso.
Un caro saluto.
 Giovanni Garavello
Chiropratico, Posturologo, Osteopata
Stanghella
Ha provato associando i farmaci con l'ipnosi ?

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