Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e q
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Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e quello che vedo lo vedo diverso o come se non riesco a vederlo come lo vedevo prima una sensazione strana tipo guardo il cellulare e lo vedo come diverso, guardo un video che ho sempre visto e sembra come se non lo mai visto, oppure guardo un film e non mi riesco a concentrare, in più nelle cose che mi piacevano fare non trovo più piacere come prima cioè li faccio ma non provo quella gioia come dire non vedo l'ora di farla... in più a tutto questo si e unito una sensazione strana anche se mi era successo in passato tipo; se non tocco quella cosa per 3 volte mi succede qualcosa a me oppure hai miei genitori quindi lo tocco per 3 volte e sto tranquillo, oppure pensieri di fare del male a me oppure a chi ho vicino... tutto questo non e la prima volta che mi succede mi era successo ad ottobre 2024, marzo 2024, e altri periodi che non ricordo... adesso mi chiedo come mai questi periodi che mi sento cos' sarà cambio stagione oppure cosa? in più sono in cura con il daparox da 12 anni quindi non vorrei che quando sto bene non prendo tutti i giorni il farmaco quindi non vorrei che la causa sia quella? un'ultima cosa può essere un inizio di schizofrenia anche se lo avute altre volte questi sintomi? grazie
Salve,
capisco che queste sensazioni possano essere davvero disorientanti. La domanda che lei si pone, cioè se queste esperienze possano dipendere dal cambiamento stagionale o da altro, è davvero interessante. Si è mai chiesto cosa potrebbe rappresentare per lei questo cambiamento nella percezione del mondo? E, riguardo al farmaco, potrebbe essere utile riflettere su come la sua relazione con il Daparox si sta evolvendo nel tempo: come cambia la sua sensazione di sé quando lo assume regolarmente e quando non lo fa? A volte, esplorare questi "momenti di disconnessione" potrebbe aprire uno spazio per capire cosa sta accadendo dentro di sé. Cosa ne pensa?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
capisco che queste sensazioni possano essere davvero disorientanti. La domanda che lei si pone, cioè se queste esperienze possano dipendere dal cambiamento stagionale o da altro, è davvero interessante. Si è mai chiesto cosa potrebbe rappresentare per lei questo cambiamento nella percezione del mondo? E, riguardo al farmaco, potrebbe essere utile riflettere su come la sua relazione con il Daparox si sta evolvendo nel tempo: come cambia la sua sensazione di sé quando lo assume regolarmente e quando non lo fa? A volte, esplorare questi "momenti di disconnessione" potrebbe aprire uno spazio per capire cosa sta accadendo dentro di sé. Cosa ne pensa?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
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Salve, per avere informazioni più accurate le suggerisco di rivolgersi al suo medico che saprà indirizzarla meglio dato che conosce il suo caso ed ha prescritto il farmaco. Saluti, Dott.ssa Lucrezia Marletta
Quello che descrivi potrebbe essere legato a ansia, disturbo ossessivo-compulsivo o derealizzazione/depersonalizzazione, spesso aggravati da stress o variazioni nell'assunzione del Daparox. Sospendere o assumere il farmaco in modo irregolare può influenzare il tuo stato mentale, quindi è essenziale parlarne subito con il tuo medico o psichiatra.
Il ripetersi di questi episodi rende meno probabile un esordio schizofrenico, ma un approfondimento specialistico è fondamentale. Ti consiglio un percorso psicologico, preferibilmente con approccio cognitivo neuropsicologico o CBT per gestire pensieri intrusivi e sintomi dissociativi. Affrontare questo ora ti aiuterà a ritrovare stabilità e benessere.
Il ripetersi di questi episodi rende meno probabile un esordio schizofrenico, ma un approfondimento specialistico è fondamentale. Ti consiglio un percorso psicologico, preferibilmente con approccio cognitivo neuropsicologico o CBT per gestire pensieri intrusivi e sintomi dissociativi. Affrontare questo ora ti aiuterà a ritrovare stabilità e benessere.
Buongiorno,
Quello che descrive sembra includere sintomi di derealizzazione e pensieri intrusivi, che possono essere collegati a condizioni di ansia, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o ad altre problematiche psicologiche. La sensazione di distacco dalla realtà, la difficoltà a provare piacere nelle attività quotidiane e la presenza di pensieri intrusivi possono essere influenzati da diversi fattori, tra cui variazioni nell'umore, livelli di stress e anche l'assunzione irregolare del farmaco.
L’interruzione o l’assunzione non regolare di un farmaco come il Daparox (paroxetina) può influenzare l’equilibrio neurochimico e contribuire al ritorno o al peggioramento di alcuni sintomi. Tuttavia, solo uno specialista può valutare con precisione se i sintomi siano legati alla terapia farmacologica, a cambiamenti stagionali o ad altri fattori.
Per quanto riguarda il timore di una schizofrenia, è comprensibile che questi sintomi possano spaventare, ma il fatto che li abbia già sperimentati in passato senza un'evoluzione in sintomi più gravi potrebbe essere un segnale che si tratta di una condizione diversa, come ansia, DOC o derealizzazione. In ogni caso, è fondamentale evitare autodiagnosi e parlarne con uno specialista per un’adeguata valutazione.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che potrà aiutarla a comprendere meglio questi episodi e a individuare il trattamento più adatto alle sue necessità.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Quello che descrive sembra includere sintomi di derealizzazione e pensieri intrusivi, che possono essere collegati a condizioni di ansia, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o ad altre problematiche psicologiche. La sensazione di distacco dalla realtà, la difficoltà a provare piacere nelle attività quotidiane e la presenza di pensieri intrusivi possono essere influenzati da diversi fattori, tra cui variazioni nell'umore, livelli di stress e anche l'assunzione irregolare del farmaco.
L’interruzione o l’assunzione non regolare di un farmaco come il Daparox (paroxetina) può influenzare l’equilibrio neurochimico e contribuire al ritorno o al peggioramento di alcuni sintomi. Tuttavia, solo uno specialista può valutare con precisione se i sintomi siano legati alla terapia farmacologica, a cambiamenti stagionali o ad altri fattori.
Per quanto riguarda il timore di una schizofrenia, è comprensibile che questi sintomi possano spaventare, ma il fatto che li abbia già sperimentati in passato senza un'evoluzione in sintomi più gravi potrebbe essere un segnale che si tratta di una condizione diversa, come ansia, DOC o derealizzazione. In ogni caso, è fondamentale evitare autodiagnosi e parlarne con uno specialista per un’adeguata valutazione.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che potrà aiutarla a comprendere meglio questi episodi e a individuare il trattamento più adatto alle sue necessità.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buongiorno,
da quello che descrive, sembra che stia vivendo un periodo di disagio caratterizzato da sensazioni di estraneità e pensieri intrusivi. È importante sapere che questi sintomi possono avere diverse cause e spesso sono legati a momenti di stress o a variazioni nell’assunzione della terapia. Le consiglio di parlarne con il suo medico o con uno specialista che conosce la sua storia clinica, così da poter valutare insieme la situazione e comprendere meglio cosa sta accadendo. Sono qui per supportarla se ha bisogno di approfondire.
da quello che descrive, sembra che stia vivendo un periodo di disagio caratterizzato da sensazioni di estraneità e pensieri intrusivi. È importante sapere che questi sintomi possono avere diverse cause e spesso sono legati a momenti di stress o a variazioni nell’assunzione della terapia. Le consiglio di parlarne con il suo medico o con uno specialista che conosce la sua storia clinica, così da poter valutare insieme la situazione e comprendere meglio cosa sta accadendo. Sono qui per supportarla se ha bisogno di approfondire.
Buongiorno, mi dispiace per questo suo malessere che lei descrive come presente da circa un mese. La descrizione dei suoi sintomi deve essere approfondita, ad esempio capire se prima di questo mese ci sono stati episodi simili oppure se sono accompagnati da altre sensazioni o sintomi. Dal momento che sta assumendo il daparox, immagino sia in cura da uno psichiatra. Provi a contattarlo e descrivere questa sintomatologia, in modo da capire come muoversi e se la cura è ancora valida o da modificare.
"Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Lei descrive da circa un mese una sensazione di disconnessione dal corpo e dalla realtà: ciò che vede le appare diverso, distante, come se non riuscisse a riconoscerlo pienamente, accompagnata da una perdita di piacere nelle attività (anedonia) e da difficoltà di concentrazione. A questo si aggiungono pensieri ripetitivi e intrusivi, come toccare un oggetto tre volte per scongiurare eventi negativi o timori di fare del male a sé o agli altri, che riconosce di aver già vissuto in passato (ottobre 2024, marzo 2024 e altri periodi). Si chiede se possa essere legato al cambio di stagione, all’uso discontinuo del Daparox (paroxetina), che assume da 12 anni, o se possa indicare un esordio di schizofrenia.
Da psicologo – non medico, quindi posso solo ipotizzare – quello che riporta sembra richiamare episodi di derealizzazione e depersonalizzazione, stati in cui la percezione di sé e del mondo si altera, spesso associati a stress o ansia. Uno studio di Fava et al. (2006, Journal of Clinical Psychiatry) evidenzia che l’interruzione irregolare degli SSRI, come il Daparox, può portare a sintomi di discontinuation, tra cui anedonia, derealizzazione e pensieri intrusivi, soprattutto se il farmaco non è assunto con costanza quando si sta bene. Questo potrebbe spiegare la ricorrenza dei suoi episodi, forse amplificata da fattori relazionali o ambientali, come il cambio di stagione, che a volte influisce sul tono dell’umore o sui ritmi circadiani.
I pensieri ossessivi che descrive – toccare oggetti o temere di fare del male – ricordano tratti di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), più che un esordio di schizofrenia. La schizofrenia, secondo il DSM-5, si manifesta tipicamente con allucinazioni o deliri persistenti, che lei non riferisce, e il fatto che questi sintomi si siano già presentati e risolti in passato suggerisce un pattern diverso, forse legato all’ansia o alla gestione del farmaco. Relazionalmente, potrebbe esserci un collegamento con come vive i momenti di vulnerabilità: il bisogno di controllo (toccare tre volte) o la paura di perdere il contatto con ciò che le è caro (genitori, routine) potrebbero emergere quando si sente ‘disconnesso’.
Per capire meglio, sarebbe utile verificare col suo medico se l’uso discontinuo del Daparox stia influendo e considerare una regolarità nella terapia. Intanto, potrebbe annotare quando questi episodi si intensificano, cercando pattern relazionali o emotivi. Se vuole esplorare più a fondo queste sensazioni e il loro significato nella sua vita, le propongo di prenotare un colloquio che la posso aiutare da un punto di vista psicologico
Da psicologo – non medico, quindi posso solo ipotizzare – quello che riporta sembra richiamare episodi di derealizzazione e depersonalizzazione, stati in cui la percezione di sé e del mondo si altera, spesso associati a stress o ansia. Uno studio di Fava et al. (2006, Journal of Clinical Psychiatry) evidenzia che l’interruzione irregolare degli SSRI, come il Daparox, può portare a sintomi di discontinuation, tra cui anedonia, derealizzazione e pensieri intrusivi, soprattutto se il farmaco non è assunto con costanza quando si sta bene. Questo potrebbe spiegare la ricorrenza dei suoi episodi, forse amplificata da fattori relazionali o ambientali, come il cambio di stagione, che a volte influisce sul tono dell’umore o sui ritmi circadiani.
I pensieri ossessivi che descrive – toccare oggetti o temere di fare del male – ricordano tratti di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), più che un esordio di schizofrenia. La schizofrenia, secondo il DSM-5, si manifesta tipicamente con allucinazioni o deliri persistenti, che lei non riferisce, e il fatto che questi sintomi si siano già presentati e risolti in passato suggerisce un pattern diverso, forse legato all’ansia o alla gestione del farmaco. Relazionalmente, potrebbe esserci un collegamento con come vive i momenti di vulnerabilità: il bisogno di controllo (toccare tre volte) o la paura di perdere il contatto con ciò che le è caro (genitori, routine) potrebbero emergere quando si sente ‘disconnesso’.
Per capire meglio, sarebbe utile verificare col suo medico se l’uso discontinuo del Daparox stia influendo e considerare una regolarità nella terapia. Intanto, potrebbe annotare quando questi episodi si intensificano, cercando pattern relazionali o emotivi. Se vuole esplorare più a fondo queste sensazioni e il loro significato nella sua vita, le propongo di prenotare un colloquio che la posso aiutare da un punto di vista psicologico
Buongiorno, da quello che descrive, sembra che stia vivendo un periodo particolarmente difficile, caratterizzato da una sensazione di distacco dalla realtà e dal suo corpo, una perdita di piacere nelle attività che prima la coinvolgevano e l’emergere di pensieri intrusivi che generano ansia. È comprensibile che tutto questo la spaventi e che voglia trovare una spiegazione chiara a ciò che sta vivendo. La sensazione di disconnessione che descrive, in cui il mondo appare diverso o distante, è nota in psicologia come derealizzazione, mentre il sentirsi distaccato dal proprio corpo viene chiamato depersonalizzazione. Questi stati possono manifestarsi in momenti di forte stress, ansia prolungata o periodi di cambiamenti significativi. Spesso chi li sperimenta prova paura di "impazzire" o di perdere il controllo, ma è importante sapere che si tratta di esperienze comuni a molte persone e che non rappresentano necessariamente l’inizio di un disturbo psicotico come la schizofrenia. L’altra parte del quadro che descrive include pensieri ossessivi e compulsioni (come il bisogno di toccare un oggetto un certo numero di volte per prevenire qualcosa di negativo), che possono rientrare nell’ambito del Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Anche i pensieri di fare del male a sé o agli altri sono tipici di questa condizione e, sebbene possano essere molto angoscianti, non indicano un reale desiderio di compiere certe azioni. Piuttosto, sono pensieri intrusivi che generano ansia e che la sua mente cerca di neutralizzare attraverso comportamenti ripetitivi o tentativi di rassicurazione. Riguardo al farmaco che assume, il Daparox è un antidepressivo comunemente utilizzato per trattare ansia e DOC. Se ha smesso di assumerlo in modo regolare nei periodi in cui si è sentito meglio, è possibile che questa irregolarità nel trattamento abbia contribuito alla ricomparsa dei sintomi. Le consiglio di confrontarsi con il medico o lo psichiatra che la segue per valutare se sia opportuno rivedere il dosaggio o la modalità di assunzione. Infine, il fatto che questi episodi si siano ripresentati più volte in determinati periodi potrebbe essere legato a fattori esterni, come cambiamenti stagionali, stress o variazioni nel sonno e nelle abitudini quotidiane. Tuttavia, per comprendere meglio queste oscillazioni sarebbe utile monitorare il suo stato emotivo e i possibili fattori scatenanti con l’aiuto di uno specialista. L’aspetto positivo è che tutto ciò che descrive è trattabile. Un percorso psicoterapeutico cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a gestire l’ansia, i pensieri intrusivi e le sensazioni di depersonalizzazione, riducendo la loro intensità e frequenza. Non deve affrontare tutto questo da solo: il supporto di un professionista può fare la differenza nel ritrovare un equilibrio e una qualità di vita migliore. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve, se già fa una terapia farmacologica immagino sia seguito da un professionista con il quale le consiglio di confrontarsi in merito a queste sensazioni che vive e pensieri che sta facendo. Se non ha nessuno che la segue già, può essere utile ed importante parlare con uno psichiatra che potrà consigliarla al meglio.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Giulivi
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Giulivi
entile utente, non è possibile fare un diagnosi senza un accurata valutazione. Tuttavia credo però che i sintomi che lei descrivi siano degni di attenzione e osservazione clinica. Una terapia farmacologica andrebbe seguita come da prescrizione, se non assume con regolarità il farmaco sarebbe importnate che lei comunichi tale questione sl suo medico curante. Non so dirle se la non assunzione regolare del farmaco le possa portatre effetti collaterali, ma credo che il suo medico curmante le potrà dare tutte risposte di cui ha bisogno. La ciclicità che lei riconosce potrebbe essere degna di approfodimeto clinico. In alcuni soggetto i cambi di stagione ma maggior quanità di luce o assenza di luce crea dei cambiamenti. Ma ogni valutazione clinica è possibile solo con un attenza anamnesi. Pertanto le suggerisco di rivolgersi ad un professionista psicologo o direttamente ad un medico psichiatra che farà la valutazione clinica migliore per lei. Cordialmente dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, grazie per aver scritto sulla nostra rubrica. Le consiglio di riferire al suo medico di base i sintomi che sta manifestando, così da poter valutare l’aspetto fisiologico. Le suggerirei anche di rivolgersi ad uno psicologo/ psicoterapeuta per approfondire le tematiche riportate. L’etichetta di una diagnosi spesso ha un effetto negativo, in quanto porta a rafforzare solo le caratteristiche di un determinato disturbo, ciò che conta è elaborare il problema ed affrontarlo in modo funzionale con le giuste strategie, che acquisirà durante il percorso psicologico. Resto a sua disposizione per eventuali informazioni e se vuole può prenotare anche una consulenza online.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa, specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa, specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Buongiorno, questa situazione che racconta mi ha fatto pensare che sarebbe molto utile fare un consulto psichiatrico: il medico può darle un parere sulla terapia farmacologica che sta seguendo e fare i dovuti aggiustamenti. Se non può permettersi un consulto privato può muoversi con i servizi del suo territorio facendo prima un passaggio dal medico di base. In generale, la derealizzazione di cui parla, potrebbe essere un sintomo da inquadrare in un percorso psicoterapeutico, associato all'aggiustamento dei farmaci in visita psichiatrica
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive sembra essere un insieme di sintomi che possono avere diverse spiegazioni, ma è importante affrontarli con il giusto supporto e senza lasciarsi sopraffare dall'ansia che naturalmente possono generare.
La sensazione di disconnessione dalla realtà, di vedere le cose in modo diverso o di non riuscire a provare piacere nelle attività abituali, è spesso legata a stati di ansia, stress prolungato o disturbi dell'umore. Anche i pensieri intrusivi che menziona, come la necessità di compiere gesti ripetitivi per sentirsi tranquillo o il timore di poter fare del male a sé o agli altri, possono essere riconducibili a stati ansiosi o a meccanismi ossessivi che tendono a emergere nei momenti di maggiore vulnerabilità.
Il fatto che questi episodi si presentino ciclicamente, in determinati periodi dell'anno, potrebbe essere legato a una sensibilità ai cambi stagionali, che in alcune persone influiscono sull'equilibrio emotivo e neurochimico. Tuttavia, anche la gestione della terapia farmacologica può avere un impatto: interrompere o ridurre l'assunzione di un farmaco senza una guida medica può portare a variazioni del tono dell’umore e alla ricomparsa di sintomi che magari erano sotto controllo. Per questo motivo, è fondamentale parlarne con il medico o lo specialista che segue la sua terapia per valutare se gli episodi che descrive possano essere legati a una variazione nell’assunzione del farmaco o se siano indipendenti da esso.
Quanto al timore di sviluppare schizofrenia, comprendo la sua preoccupazione, ma i sintomi che descrive non sembrano necessariamente indicare questa condizione. Spesso, l’ansia può portare a ipotizzare scenari temuti che alimentano ulteriormente il senso di paura e di smarrimento. La cosa più utile che può fare in questo momento è affidarsi a uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio la natura di questi sintomi e a trovare strategie efficaci per gestirli.
Si prenda cura di sé e non esiti a cercare un supporto professionale per affrontare questo momento con maggiore serenità.
Dott. Luca Vocino
La sensazione di disconnessione dalla realtà, di vedere le cose in modo diverso o di non riuscire a provare piacere nelle attività abituali, è spesso legata a stati di ansia, stress prolungato o disturbi dell'umore. Anche i pensieri intrusivi che menziona, come la necessità di compiere gesti ripetitivi per sentirsi tranquillo o il timore di poter fare del male a sé o agli altri, possono essere riconducibili a stati ansiosi o a meccanismi ossessivi che tendono a emergere nei momenti di maggiore vulnerabilità.
Il fatto che questi episodi si presentino ciclicamente, in determinati periodi dell'anno, potrebbe essere legato a una sensibilità ai cambi stagionali, che in alcune persone influiscono sull'equilibrio emotivo e neurochimico. Tuttavia, anche la gestione della terapia farmacologica può avere un impatto: interrompere o ridurre l'assunzione di un farmaco senza una guida medica può portare a variazioni del tono dell’umore e alla ricomparsa di sintomi che magari erano sotto controllo. Per questo motivo, è fondamentale parlarne con il medico o lo specialista che segue la sua terapia per valutare se gli episodi che descrive possano essere legati a una variazione nell’assunzione del farmaco o se siano indipendenti da esso.
Quanto al timore di sviluppare schizofrenia, comprendo la sua preoccupazione, ma i sintomi che descrive non sembrano necessariamente indicare questa condizione. Spesso, l’ansia può portare a ipotizzare scenari temuti che alimentano ulteriormente il senso di paura e di smarrimento. La cosa più utile che può fare in questo momento è affidarsi a uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio la natura di questi sintomi e a trovare strategie efficaci per gestirli.
Si prenda cura di sé e non esiti a cercare un supporto professionale per affrontare questo momento con maggiore serenità.
Dott. Luca Vocino
Salve, capisco quanto possa essere destabilizzante vivere queste sensazioni di estraneità e distacco, soprattutto se si ripresentano ciclicamente. La percezione che il mondo attorno a sé appaia diverso, insieme alla difficoltà nel provare piacere nelle attività che prima erano gratificanti, può far sentire smarriti e alimentare dubbi e preoccupazioni. Anche quei pensieri intrusivi che descrive, e il bisogno di compiere determinate azioni per alleviare l’ansia, possono aggiungere ulteriore peso a questa esperienza.
Da quello che dice, sembra che questi episodi abbiano già fatto parte del suo percorso, andando e venendo nel tempo. La domanda sul farmaco è comprensibile, dato che l’aderenza alla terapia può avere un suo impatto, così come lo stress, il cambio di stagione o altri fattori che magari in questo momento non sono immediatamente visibili.
Potrebbe essere utile confrontarsi con lo psichiatra di riferimento per valutare se ci siano aspetti della terapia farmacologica da rivedere. Inoltre, in un percorso psicologico potrebbe approfondire meglio l’origine di queste sensazioni, il loro significato per lei e le strategie per affrontarle, in modo da comprendere più a fondo ciò che sta vivendo e trovare un modo per gestirlo nel tempo.
I miei migliori auguri
Da quello che dice, sembra che questi episodi abbiano già fatto parte del suo percorso, andando e venendo nel tempo. La domanda sul farmaco è comprensibile, dato che l’aderenza alla terapia può avere un suo impatto, così come lo stress, il cambio di stagione o altri fattori che magari in questo momento non sono immediatamente visibili.
Potrebbe essere utile confrontarsi con lo psichiatra di riferimento per valutare se ci siano aspetti della terapia farmacologica da rivedere. Inoltre, in un percorso psicologico potrebbe approfondire meglio l’origine di queste sensazioni, il loro significato per lei e le strategie per affrontarle, in modo da comprendere più a fondo ciò che sta vivendo e trovare un modo per gestirlo nel tempo.
I miei migliori auguri
Buongiorno,
da quello che descrivi, sembra che tu stia attraversando un momento di profonda disconnessione sia emotiva che fisica, che può manifestarsi in vari modi: dalla difficoltà a riconoscere la realtà come la vedevi prima, al calo di piacere nelle attività che prima ti procuravano gioia, fino a preoccupazioni ossessive e pensieri intrusivi che ti fanno sentire fuori controllo. Questi sintomi, purtroppo, non sono rari e possono essere legati a diversi aspetti psicologici e biologici.
Quello che descrivi potrebbe essere il risultato di una condizione che coinvolge il sistema nervoso e le emozioni, come ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o il disturbo da depersonalizzazione, che può causare sensazioni di distacco dalla realtà o da sé stessi. I pensieri intrusivi e la necessità di compiere rituali, come toccare certe cose un certo numero di volte, sono comuni nel DOC, mentre la difficoltà a concentrarsi o l'indifferenza verso le attività piacevoli potrebbero essere collegati a una fase di tristezza o di anedonia, spesso riscontrata in stati di depressione.
Per quanto riguarda la tua domanda sul farmaco (Daparox), è importante sottolineare che, sebbene il farmaco possa aver contribuito al miglioramento, interromperlo o assumerlo in modo irregolare può influire sull'equilibrio psicologico. Sarebbe opportuno parlarne con il medico curante, che potrà darti un consiglio adeguato in base alla tua situazione specifica.
Infine, per quanto riguarda la schizofrenia, i sintomi che descrivi non sono tipici di questa condizione, ma potrebbero essere legati a un altro tipo di disagio psicologico, come ansia, depressione o un disturbo ossessivo-compulsivo. È importante non diagnosticarsi da soli, e avere il supporto di un professionista che possa fare una valutazione approfondita.
Ti consiglio di continuare a lavorare con il tuo terapeuta o psichiatra per esplorare questi sintomi e capire meglio cosa possa essere alla base di questa tua sensazione di disconnessione. Può anche essere utile valutare insieme se ci sono fattori stagionali o di stress che potrebbero influire sul tuo stato emotivo.
Rimaniamo in contatto, e se hai bisogno di un supporto più approfondito, non esitare a chiedere.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
da quello che descrivi, sembra che tu stia attraversando un momento di profonda disconnessione sia emotiva che fisica, che può manifestarsi in vari modi: dalla difficoltà a riconoscere la realtà come la vedevi prima, al calo di piacere nelle attività che prima ti procuravano gioia, fino a preoccupazioni ossessive e pensieri intrusivi che ti fanno sentire fuori controllo. Questi sintomi, purtroppo, non sono rari e possono essere legati a diversi aspetti psicologici e biologici.
Quello che descrivi potrebbe essere il risultato di una condizione che coinvolge il sistema nervoso e le emozioni, come ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o il disturbo da depersonalizzazione, che può causare sensazioni di distacco dalla realtà o da sé stessi. I pensieri intrusivi e la necessità di compiere rituali, come toccare certe cose un certo numero di volte, sono comuni nel DOC, mentre la difficoltà a concentrarsi o l'indifferenza verso le attività piacevoli potrebbero essere collegati a una fase di tristezza o di anedonia, spesso riscontrata in stati di depressione.
Per quanto riguarda la tua domanda sul farmaco (Daparox), è importante sottolineare che, sebbene il farmaco possa aver contribuito al miglioramento, interromperlo o assumerlo in modo irregolare può influire sull'equilibrio psicologico. Sarebbe opportuno parlarne con il medico curante, che potrà darti un consiglio adeguato in base alla tua situazione specifica.
Infine, per quanto riguarda la schizofrenia, i sintomi che descrivi non sono tipici di questa condizione, ma potrebbero essere legati a un altro tipo di disagio psicologico, come ansia, depressione o un disturbo ossessivo-compulsivo. È importante non diagnosticarsi da soli, e avere il supporto di un professionista che possa fare una valutazione approfondita.
Ti consiglio di continuare a lavorare con il tuo terapeuta o psichiatra per esplorare questi sintomi e capire meglio cosa possa essere alla base di questa tua sensazione di disconnessione. Può anche essere utile valutare insieme se ci sono fattori stagionali o di stress che potrebbero influire sul tuo stato emotivo.
Rimaniamo in contatto, e se hai bisogno di un supporto più approfondito, non esitare a chiedere.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buongiorno, il mio consiglio è rivolgersi a uno specialista, non è prudente prendere uno psicofarmaco per tanto tempo e senza controllo medico. Il dottore di riferimento è lo psichiatra, non il medico di famiglia o altre professionalità. I sintomi che ha descritto potranno essere contestualizzati e sarà valutato anche l'utilizzo del farmaco.
Ciao, grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo. Quello che descrivi, come il sentirti distaccato dal tuo corpo, il cambiamento nella percezione delle cose quotidiane e la perdita di piacere nelle attività che prima ti piacevano, potrebbe essere sintomo di un problema psicologico o emotivo, ma non necessariamente di una condizione grave come la schizofrenia. Questi tipi di esperienze potrebbero essere legati a disturbi d'ansia, stress, o depressione, e talvolta anche a effetti collaterali o cambiamenti nel trattamento farmacologico, dato che menzioni di essere in cura con il Daparox da molto tempo.
Il fatto che tu stia sperimentando pensieri ossessivi, come il bisogno di toccare le cose in un certo modo o pensieri di farti del male o di fare del male a qualcuno, potrebbe essere associato a un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), che può anche essere legato a periodi di stress o a cambiamenti nel trattamento farmacologico. Inoltre, questi sintomi non sono necessariamente indicativi di schizofrenia. La schizofrenia ha una serie di sintomi specifici, come allucinazioni, deliri e gravi difficoltà nel funzionamento quotidiano, che sono molto più gravi e persistenti rispetto a quello che hai descritto.
Il fatto che questi episodi si verifichino ciclicamente, come a ottobre, marzo e ora, potrebbe anche indicare che ci sia un fattore scatenante che si ripete, come il cambiamento stagionale o altre variabili nel tuo ambiente o nella tua vita, o magari un periodo di stress. A volte, anche la sospensione o l'assunzione irregolare dei farmaci può influire sul tuo stato emotivo e psicologico, quindi sarebbe importante parlare con il tuo medico riguardo a questi cambiamenti e per capire se ci sono delle modifiche nel trattamento che potrebbero essere necessarie.
Il mio consiglio più grande in questo momento è di parlarne con il tuo medico curante o con uno specialista. Una visita da un professionista potrebbe aiutarti a fare chiarezza su cosa stia realmente accadendo e a trovare una soluzione adatta. Potrebbero esserci delle opzioni terapeutiche, come l'aggiustamento della dose del farmaco o l'integrazione con psicoterapia, che potrebbero aiutarti a gestire questi sintomi in modo più efficace.
Non sei solo in questo, e il fatto che tu stia cercando di capire cosa stia succedendo è già un primo passo importante. Non esitare a chiedere aiuto professionale, così potrai affrontare questi momenti difficili in modo più sereno. Se hai bisogno di parlare o di approfondire, sono qui per aiutarti.
Il fatto che tu stia sperimentando pensieri ossessivi, come il bisogno di toccare le cose in un certo modo o pensieri di farti del male o di fare del male a qualcuno, potrebbe essere associato a un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), che può anche essere legato a periodi di stress o a cambiamenti nel trattamento farmacologico. Inoltre, questi sintomi non sono necessariamente indicativi di schizofrenia. La schizofrenia ha una serie di sintomi specifici, come allucinazioni, deliri e gravi difficoltà nel funzionamento quotidiano, che sono molto più gravi e persistenti rispetto a quello che hai descritto.
Il fatto che questi episodi si verifichino ciclicamente, come a ottobre, marzo e ora, potrebbe anche indicare che ci sia un fattore scatenante che si ripete, come il cambiamento stagionale o altre variabili nel tuo ambiente o nella tua vita, o magari un periodo di stress. A volte, anche la sospensione o l'assunzione irregolare dei farmaci può influire sul tuo stato emotivo e psicologico, quindi sarebbe importante parlare con il tuo medico riguardo a questi cambiamenti e per capire se ci sono delle modifiche nel trattamento che potrebbero essere necessarie.
Il mio consiglio più grande in questo momento è di parlarne con il tuo medico curante o con uno specialista. Una visita da un professionista potrebbe aiutarti a fare chiarezza su cosa stia realmente accadendo e a trovare una soluzione adatta. Potrebbero esserci delle opzioni terapeutiche, come l'aggiustamento della dose del farmaco o l'integrazione con psicoterapia, che potrebbero aiutarti a gestire questi sintomi in modo più efficace.
Non sei solo in questo, e il fatto che tu stia cercando di capire cosa stia succedendo è già un primo passo importante. Non esitare a chiedere aiuto professionale, così potrai affrontare questi momenti difficili in modo più sereno. Se hai bisogno di parlare o di approfondire, sono qui per aiutarti.
Buongiorno da quanto raccontato potrebbe vivere un periodo di forse stato ansiogeno che potrebbe averla portata a derealizzazione e forse depersonalizzazione. In merito al comportamento compulsivo può essere che il sintomo sia migrato in un doc ossia disturbo ossessivo compulsivo, dove il dover toccare 3 volte una cosa è una compulsione per ridurre l’ansia che è la patologia del controllo..cosa non può rischiare di lasciar andare? Le consiglio un percorso psicoterapeutico per la gestione dell’ansia e vedrà che i sintomi sia in comorbidita’ che in migrazione tenderanno ad attenuarsi fino allo sparire. Cordiali saluti. Dottoressa Versari Debora.
Mi rendo conto che per te questo è un periodo molto preoccupante. Le sensazioni che descrivi possono essere davvero destabilizzanti, e proprio per questo è fondamentale che tu non resti da solo ad affrontarle. È molto importante che tu chieda aiuto quanto prima, rivolgendoti al tuo medico o a uno specialista.
In particolare, ti invito a fare molta attenzione all’assunzione del farmaco: prenderlo in modo discontinuo può avere conseguenze significative sul tuo equilibrio e sul tuo benessere. Non sospendere o modificare la terapia senza un confronto diretto con chi ti ha in cura.
Ti meriti di stare meglio, e questo è il momento giusto per farti accompagnare.
In particolare, ti invito a fare molta attenzione all’assunzione del farmaco: prenderlo in modo discontinuo può avere conseguenze significative sul tuo equilibrio e sul tuo benessere. Non sospendere o modificare la terapia senza un confronto diretto con chi ti ha in cura.
Ti meriti di stare meglio, e questo è il momento giusto per farti accompagnare.
I vissuti che descrive sembrano davvero dolorosi e complessi. Quello che vive potrebbe essere legato a diversi fattori. Le farò qualche considerazione che potrà forse aiutarla a riflettere, ma per effettuare una valutazione più approfondita e ricevere un aiuto più mirato, le consiglio di consultare un professionista della salute mentale. Per quanto riguarda le sue percezioni alterate e la sensazione di essere sconnesso/a dal proprio corpo, ho l’impressione che descriva un’esperienza di depersonalizzazione, che a volte può manifestarsi in momenti di stress emotivo o fisico. La sensazione di non riuscire a percepire come prima il mondo intorno a lei potrebbe essere un segnale di una difficoltà nell'integrarsi o nel sentirsi parte di un sistema di relazioni più ampio, come la famiglia o il contesto lavorativo, che potrebbero avere su di lei aspettative diverse dalle sue. La perdita di piacere nelle attività quotidiane può essere legata a un vissuto ansioso o depressivo. E’ successo qualcosa di particolarmente difficile in questo ultimo anno? Un cambiamento sconvolgente, una perdita grossa, una delusione?
Anche i pensieri intrusivi e le compulsioni che descrive (come la necessità di toccare un oggetto un certo numero di volte) potrebbero essere sintomo di stress, o potrebbero rappresentare un tentativo di arginare e tenere sotto controllo un’ansia che proviene da altre fonti.
Inoltre, è effettivamente possibile che il cambiamento o l’oscillazione nel dosaggio del Daparox possano impattare sul suo stato umorale, sulle sue emozioni e anche su altri aspetti della vita quotidiana, come il sonno, l’appetito e il desiderio sessuale. Le consiglio di confrontarsi con il suo medico per poter aggiustare il trattamento nel modo che le è più congeniale, permettendole comunque di fare un uso corretto del farmaco. E’ possibile che i sintomi che descrive siano la manifestazione di un disagio emotivo che merita un’attenzione mirata. Le consiglio di chiedere supporto a un professionista, che la aiuti a comprendere meglio e a dare un senso a quello che sta vivendo rispetto alla sua storia di vita. Spero di esserle stata d'aiuto.
Anche i pensieri intrusivi e le compulsioni che descrive (come la necessità di toccare un oggetto un certo numero di volte) potrebbero essere sintomo di stress, o potrebbero rappresentare un tentativo di arginare e tenere sotto controllo un’ansia che proviene da altre fonti.
Inoltre, è effettivamente possibile che il cambiamento o l’oscillazione nel dosaggio del Daparox possano impattare sul suo stato umorale, sulle sue emozioni e anche su altri aspetti della vita quotidiana, come il sonno, l’appetito e il desiderio sessuale. Le consiglio di confrontarsi con il suo medico per poter aggiustare il trattamento nel modo che le è più congeniale, permettendole comunque di fare un uso corretto del farmaco. E’ possibile che i sintomi che descrive siano la manifestazione di un disagio emotivo che merita un’attenzione mirata. Le consiglio di chiedere supporto a un professionista, che la aiuti a comprendere meglio e a dare un senso a quello che sta vivendo rispetto alla sua storia di vita. Spero di esserle stata d'aiuto.
Buongiorno, il suo problema potrebbe essere affrontato attraverso un percorso psicologico, se lo desidera sono disponibile e la invito a prenotare una visita. Un caro saluto, dott.ssa Falessi
Gentile paziente, buongiorno e grazie per aver condiviso i tuoi dubbi con noi!
Capisco che ciò che stai vivendo possa essere molto confuso e inquietante. È importante ricordare che ogni esperienza individuale di disagio psicologico è unica, e può essere influenzata da molti fattori diversi, inclusi cambiamenti stagionali, stress, o variazioni nei trattamenti farmacologici. In effetti, alcuni dei sintomi che descrivi, come il senso di disconnessione dalla realtà, la difficoltà di concentrazione, e la perdita di interesse per attività che una volta trovavi piacevoli, possono essere legati a diverse condizioni psicologiche o fisiologiche. Tuttavia, per quanto riguarda la tua domanda sull'eventuale insorgere di una condizione come la schizofrenia, non è possibile trarre conclusioni definitive senza un'approfondita valutazione clinica.
Il fatto che questi episodi si siano ripresentati in passato suggerisce, forse, che potrebbero esserci dei fattori ricorrenti che contribuiscono al tuo stato.
Quello che ti consiglio è di parlarne con il tuo medico o uno psicologo, in modo da discutere più a fondo rispetto alle tue preoccupazioni e capire se ci sono aggiustamenti necessari nel trattamento o altre possibili spiegazioni per ciò che stai vivendo. È fondamentale non affrontare queste situazioni da soli e cercare supporto professionale per comprendere meglio la natura di questi sintomi e come gestirli al meglio.
Capisco che ciò che stai vivendo possa essere molto confuso e inquietante. È importante ricordare che ogni esperienza individuale di disagio psicologico è unica, e può essere influenzata da molti fattori diversi, inclusi cambiamenti stagionali, stress, o variazioni nei trattamenti farmacologici. In effetti, alcuni dei sintomi che descrivi, come il senso di disconnessione dalla realtà, la difficoltà di concentrazione, e la perdita di interesse per attività che una volta trovavi piacevoli, possono essere legati a diverse condizioni psicologiche o fisiologiche. Tuttavia, per quanto riguarda la tua domanda sull'eventuale insorgere di una condizione come la schizofrenia, non è possibile trarre conclusioni definitive senza un'approfondita valutazione clinica.
Il fatto che questi episodi si siano ripresentati in passato suggerisce, forse, che potrebbero esserci dei fattori ricorrenti che contribuiscono al tuo stato.
Quello che ti consiglio è di parlarne con il tuo medico o uno psicologo, in modo da discutere più a fondo rispetto alle tue preoccupazioni e capire se ci sono aggiustamenti necessari nel trattamento o altre possibili spiegazioni per ciò che stai vivendo. È fondamentale non affrontare queste situazioni da soli e cercare supporto professionale per comprendere meglio la natura di questi sintomi e come gestirli al meglio.
Ciao! Sei stato molto coraggioso a scrivere
Mi sembri giovane da quello che leggo . Allora non aver paura di diagnosi . E non autodiagnosticarti patologie . Siccome tu mi parli di un farmaco assunto da dodici anni , io ti dico che hai sicuramente la necessità di un consulto con uno specialista perchè i farmaci vanno monitorati costantemente . Quindi puoi cercare in primo luogo un consulto psichiatrico e aggiungere un percorso terapeutico . Non aver paura . Chiedere aiuto è sempre sintomo di forza .
Non mollare
Resto a disposizione anche online
Mi sembri giovane da quello che leggo . Allora non aver paura di diagnosi . E non autodiagnosticarti patologie . Siccome tu mi parli di un farmaco assunto da dodici anni , io ti dico che hai sicuramente la necessità di un consulto con uno specialista perchè i farmaci vanno monitorati costantemente . Quindi puoi cercare in primo luogo un consulto psichiatrico e aggiungere un percorso terapeutico . Non aver paura . Chiedere aiuto è sempre sintomo di forza .
Non mollare
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Salve le sue parole descrivono pensieri ossessivi ed intrusivi ed episodi di derealizzazione. Ovviamente, si tratta di sintomi che andrebbero esplorati in un contesto terapeutico. Se i sintomi sono invalidanti e inteferiscono con le sue attività quotidiane, consiglio oltre ad un percorso psicologico, di rivolgersi ad uno psichiatra. Saluti.
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