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Dott. Leonardo Marcomeni

, Viterbo 01100

L’ossessione di piacere a tutti: la via più veloce per l’esaurimento nervoso

Immagina di essere un camaleonte in crisi d’identità. Ogni volta che entri in una stanza, cambi colore per adattarti agli altri. Giallo con gli amici, blu al lavoro, rosa con la famiglia. Alla fine della giornata, guardi il riflesso nello specchio e… sorpresa! Sei un mosaico psicotico senza più un colore tuo.

Quante volte dici “sì, certo!” quando dentro di te stai urlando “piuttosto mi faccio mordere da un coccodrillo”?

L’ossessione di piacere a tutti è come avere un distributore automatico di cortesia nel petto: chiunque può premere il pulsante e ricevere un sorriso, un favore, una parte della tua sanità mentale. Il problema? Nessuno ricarica mai la tua energia. Alla fine, ti ritrovi vuoto come un pacchetto di patatine dopo un’abbuffata emotiva.

E sai qual è la fregatura? Anche se ti sforzi di essere l’essere umano più disponibile del pianeta, ci sarà sempre qualcuno che ti trova insopportabile. Esatto, anche Madre Teresa aveva haters.

Quindi, invece di essere il maggiordomo emotivo dell’universo, chiediti: sto vivendo la mia vita o sono il protagonista inconsapevole di un reality show in cui gli altri decidono per me?

Ora dimmi, quante volte ti sei ritrovato a fare il tappetino emotivo senza accorgertene? Scrivimelo nei commenti, così almeno ne ridiamo insieme!

29/03/2025

Esperienze

Psicologo ed educatore con una consolidata esperienza, offre un supporto basato su un ascolto attivo e profondo.
Ogni persona è unica e merita un intervento psicologico su misura, che permette di attraversare gli eventi della vita in modo sano e consapevole.

Credo che la psicologia non sia solo un mezzo per risolvere problemi, ma un'opportunità per riorganizzare i pensieri e affrontare la vita con maggiore lucidità e forza interiore.
Mi piace pensare che: "L'intervento psicologico non risolve i problemi, ma aggiusta i pensieri, così che i problemi si risolvano da soli."

Se senti il ​​bisogno di un cambiamento, di un nuovo equilibrio o semplicemente di qualcuno che ti aiuta a guardare le cose da una prospettiva diversa, possiamo lavorarci insieme. Ogni passo avanti, per piccolo che sia, è un passo verso il benessere. Il primo colloquio è gratuito. Per qualsiasi domanda o per fissare un appuntamento sarò felice di ascoltarti
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Aree di competenza principali:
  • Psicologo clinico
  • Psicologia breve e strategica
  • Psicologia cognitiva
  • Psicoterapia cognitivo comportamentale
  • Psicologia clinica
  • Psicologia clinica-dinamica
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Presso: Consulenza Online Dott. Marcomeni colloquio psicologico online

Ho avuto modo di incontrare e intraprendere un percorso terapeutico con il Dott.Marcomeni, professionista preparato, empatico e disponibile all' ascolto, che mi ha aiutata ad acquisire maggiore consapevolezza su alcuni aspetti della mia vita aiutandomi e supportandomi nel percorso di crescita personale , mi sento di consigliare la sua esperienza e professionalità a chi voglia affidarsi ad un vero professionista !

R
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Mi sono sentito accolto e subito capito
Mi ha trasmesso serenità già dal primo colloquio
Consigliatissimo

Dott. Leonardo Marcomeni

Mi fa molto piacere sapere di averti trasmesso serenità ritengonsianun elemento fondamentale di un buon colloquio.
Saluti

A
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Ho fatto il colloquio con il dottore e mi sono trovata molto bene, ha capito le mie difficoltà e ho avuto modo di conoscere un ottimo professionista.

Dott. Leonardo Marcomeni

Grazie per il suo feedback.
Auguro una buonagiornata


F
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Il Dottor Marcomeni è stato veramente attento, mi ha saputo ascoltare , ma allo stesso tempo ha interagito con me facendomi ragionare su più punti, secondo me abbiamo intrapreso un buon percorso insieme , inoltre i suoi modi mettono molta tranquillità e sicurezza.
Sono molto contenta !!

Dott. Leonardo Marcomeni

Grazie F. Questo feedback per me é molto importante.
Auguro una buonagiornata


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 15 domande da parte di pazienti di MioDottore

Come si fa ad andare avanti quando ci si rende conto di provare qualcosa per un ragazzo che però è già fidanzato?
Si può dire che per circa 9 mesi abbiamo avuto una sorta di relazione, non ufficiale e non seria, ma eravamo costantemente in contatto e con la voglia che tra noi succedesse qualcosa, che però non è successo. Ora bisogna andare avanti, perché lui non vuole perdere la fidanzata e io non voglio mettermi in mezzo e credo di meritare altro, ma come si fa se i sensi di colpa sono tanti? Se c'è il rimpianto di non aver ceduto alle tentazioni e di rimanere un pò così? Come ci si allontana da qualcuno pur provando qualcosa e non volendo perdere completamente il rapporto?

"Salve, grazie per aver condiviso con sincerità ciò che sta vivendo. La sua situazione è delicata: si è trovata coinvolta per circa nove mesi in una connessione emotiva con un ragazzo già fidanzato, un rapporto non ufficiale ma intenso, fatto di contatti costanti e un desiderio reciproco che qualcosa accadesse, senza però concretizzarsi. Ora si trova a dover andare avanti, consapevole che lui non vuole lasciare la sua relazione e che lei merita un amore pieno, non una situazione ambigua. Tuttavia, i sensi di colpa, il rimpianto per ciò che non è stato e il desiderio di non perdere del tutto il legame rendono questo passo complesso.
Da un punto di vista psicologico, ciò che descrive è un conflitto interno comune in situazioni di ‘quasi-relazioni’. Uno studio di Lehmiller (2018, Journal of Social and Personal Relationships) suggerisce che i rapporti ambigui, come il vostro, possono creare un’intensità emotiva proprio perché rimangono sospesi, alimentando speranze ma anche insicurezze. I suoi sensi di colpa potrebbero derivare dal sentirsi in parte responsabile della situazione o dal timore di aver ‘sbagliato’ nel provare qualcosa. Il rimpianto, invece, sembra legato a ciò che avrebbe potuto essere, mentre la difficoltà a tagliare i ponti riflette un attaccamento emotivo che, anche se non pienamente ricambiato, ha avuto un peso significativo.
Relazionalmente, la sua scelta di non voler ‘mettersi in mezzo’ e di credere di meritare altro è un segno di autostima e rispetto, per sé e per gli altri. Tuttavia, il legame che vi univa non si dissolve con una decisione razionale: è normale provare ancora qualcosa, e voler mantenere un contatto può essere un modo per non affrontare del tutto la perdita. Il primo passo potrebbe essere riconoscere che questi sentimenti – colpa, rimpianto, affetto – non sono nemici, ma parti di lei che raccontano cosa cerca in un rapporto: attenzione, connessione, reciprocità.
Per andare avanti, potrebbe aiutarla dare un nome a ciò che questo ragazzo rappresentava: era un rifugio, un sogno, una possibilità? Scrivere una lettera (non da inviare) con ciò che avrebbe voluto dirgli potrebbe chiarire cosa la tiene legata. Stabilire confini chiari – magari riducendo i contatti per un periodo – può darle spazio per ritrovare il suo centro. Non si tratta di ‘cancellarlo’, ma di mettere lei stessa al primo posto.
Se sente che i pensieri continuano a girare in tondo, sono disponibile per una consulenza gratuita: un colloquio potrebbe aiutarla a sciogliere i nodi di questa esperienza e a guardare al futuro con più leggerezza. Che ne pensa di iniziare a esplorare questo cammino?

Dott. Leonardo Marcomeni

Salve a tutti! Stavo insieme al mio ragazzo da 4 anni, sono stati molto travagliati in realtà, ci siamo lasciati e ripresi 3 volte. In realtà le prime due mi sento di dire esclusivamente per colpa mia: non avevo ancora interiorizzato fatti che sono successi nella mia precedente relazione e proprio per questo avevo iniziato un percorso psicologico, che mi ha fatto capire di aver subito violenza fisica e psicologica dal mio ex. Quindi, i primi due anni, quando ho scoperto tutto quello che mi era stato fatto reagivo molto male, scappavo dai problemi perché il minimo errore lo ritenevo imperdonabile, inaccettabile dopo ciò che mi era stato fatto. Poi però mi sono resa conto di volerlo nella mia vita e così sono cambiata, mi sono aperta al dialogo, ho cercato di far capire all’altra persona come mi sentissi di fronte a suoi determinati comportamenti che mi stavano stretti: in particolare, sbuffava se magari non me la sentivo di andare a letto con lui, e questo mi faceva sentire soffocata, come se fosse un’imposizione, un’obbligo. Ovviamente ne abbiamo parlato, ci siamo ripresi, per rivivere questi ultimi due anni. Nell’ultimo anno però sono successe varie cose che mi hanno portato a perdere la fiducia nei suoi confronti: una volta era ubriaco e si è chiuso in bagno per fare pipì con due mie amiche, in vacanza continuava a sbuffare se non avevamo un rapporto, durante un soggiorno a Napoli con amici io ero in attesa di un’esame molto importante (rischiavo di avere un tumore) e un giorno mi sono isolata da tutti, stavo molto male psicologicamente e lui ha continuato tranquillamente a stare con gli amici. Non che lui non fosse venuto a chiedermi cos’avevo, l’ha fatto, ma magari io la prima volta che l’ho respinto lui ha proprio tranquillamente continuato a ridere, scherzare, come se nulla fosse, quando più volte io gli ho detto che quando magari lo “caccio” non è perché voglio star sola, ma perché magari deve insistere di più e starmi vicino. Insomma, sono successe varie cose a distanza di 2/3 mesi l’una dall’altra che mi hanno fatto perdere la fiducia nei suoi confronti o che meglio, mi hanno fatto trovare in me stessa il mio porto sicuro. Ho sempre dato a lui la possibilità di dimostrare quanto ci tenesse, quanto io potessi fidarmi di lui, ma invece di cogliere questa come una possibilità lui mi diceva che non si sentiva desiderato (non solo sessualmente). E proprio per questa ragione mi ha lasciato, dicendomi che siamo incompatibili probabilmente. Io sono molto arrabbiata, perché con i fatti ho sempre dimostrato di essere li per lui, per noi, perché io ci vedevo un futuro: credo fosse normale non poterlo desiderare normalmente se ogni 2 mesi succedeva un qualcosa per cui io potessi dubitare della persona che avevo di fronte a me. Non dubitavo della sua lealtà, ma del fatto che magari fino in fondo non gli interessasse: se ti manifesto tantissime volte che un certo tuo comportamento mi fa del male, perché rifarlo? Eppure lui continua a dire che io non l’ho fatto sentire desiderato e magari è vero, potevo dire quel ti amo in più, ma per me è surreale pensare che dopo tutte le volte che io sono rimasta lì per noi, lui non capisca che il mio mancato desiderio viene proprio dalle mancanze che lui mi dava.

"Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza. La sua storia racconta una relazione di quattro anni, intensa e complessa, segnata da tre rotture. Ha fatto un percorso psicologico importante, riconoscendo il trauma di violenza fisica e psicologica subito in passato, che inizialmente la portava a reagire chiudendosi. Col tempo, è riuscita ad aprirsi al dialogo, esprimendo il disagio per certi comportamenti del suo ragazzo, come sbuffare quando non si sentiva pronta a un’intimità fisica o non starle vicino in momenti difficili, come durante l’attesa per un esame medico importante. Questi episodi hanno incrinato la sua fiducia, facendola sentire poco considerata, e la rottura finale – motivata da lui con un senso di ‘incompatibilità’ – ha lasciato rabbia e delusione, soprattutto perché sente di aver sempre dimostrato impegno.
Da un punto di vista psicologico, sembra che i vostri bisogni emotivi non si siano incontrati. Uno studio di Gottman e Levenson (2000, Journal of Marriage and Family) evidenzia che le relazioni prosperano quando si risponde ai bisogni dell’altro, come il suo desiderio di vicinanza. La pressione percepita e la mancanza di ascolto possono aver riattivato ferite passate, rendendo difficile sentirsi al sicuro. La sua rabbia è comprensibile: riflette il valore che dà al legame, ma anche la consapevolezza di meritare di più.
Relazionalmente, il suo ‘porto sicuro’ interno è una conquista: ora potrebbe esplorare questa rabbia per capire cosa vuole davvero in futuro. Scrivere cosa la fa sentire rispettata potrebbe essere un primo passo. Un dialogo psicologico potrebbe aiutarla a trasformare questo momento in un’occasione di crescita. Se le va, offro una consulenza gratuita per iniziare: un confronto potrebbe darle chiarezza. Che ne pensa?

Dott. Leonardo Marcomeni
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