Buongiorno, chiedo un Vostro aiuto per il mio compagno che sta vivendo un forte esaurimento nervoso

16 risposte
Buongiorno,
chiedo un Vostro aiuto per il mio compagno che sta vivendo un forte esaurimento nervoso a causa del lavoro.
Ha 48 anni e nella sua vita ha solo e sempre lavorato da quando ha finito il liceo ad oggi.
Da 20 anni lavora nella stessa ditta, nello stesso gelido capannone, con la stessa singola persona (suo preposto)e fa le stesse identiche mansioni. Questo l' ha portato ad essere depresso, perennemente stanco, di pessimo umore e gli ha tolto tutti gli stimoli. Sembra che non provi piu' emozioni per nulla, la mattina sembra andare al patibolo e la sera si sfoga di quanto la sua giornata sia pessima e alienante. Vive in attesa del week end che passa sdraiato sul divano per la troppa stanchezza accumulata e la sua vita è diventata casa-lavoro e viceversa, per non parlare della vita di coppia che ha avuto un forte declino.
Finalmente si realizza il sogno di una vita: arriva la crisi Covid e tramite un licenziameto concordato puo' lasciare quel lavoro e avere un sussidio finchè non ne troverà un altro...sembrerebbe un lieto fine e invece.
e' TERRORIZZATO dal futuro, dal "cosa andro' a fare a 50 anni" e non trova il coraggio di accettare e uscire da quella maledetta gabbia che lo ha imprigionato per 20 anni rendendolo depresso, apatico e sofferente. E' come un animale che ha vissuto in cattività da sempre e quando finalmente gli viene aperto il recinto non trova il coraggio di uscirne. Ha addirittura il timore di svegliarsi la mattina e "non sapere cosa fare" (lui era uno sportivo e mi sciocca che l 'abbia dimenticato completamente)
Sto cercando di convincerlo a farsi seguire da uno specialista, ma non è cosa facile per il tipo di persona che è (ma non mollo e ci riusciro'!) mi chiedevo se nel frattempo poteste aiutarmi a farlo riflettere sul perchè lasciare qual lavoro è la cosa giusta da fare e che è inutile pensare al futuro se il presente ti sta facendo marcire giorno dopo giorno.
Ps: non abbiamo problemi economici, figli da mantenere o mutui da pagare che possano bloccarlo in questa scelta, è tutto un limite suo.
Ringrazio anticipatamente chi mi aiuterà
Buon anno
Salve signora,
probabilmente suo marito ha una depressione, e per questo motivo è molto importante che si faccia aiutare da uno psicoterapeuta al fine di esplorare la situazione, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi al suo momento di vita, identificare pensieri che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto, onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online. Cordiali saluti, Minerva Medina

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Salve, immagino che sia molto difficile non riuscire a scuotere il suo compagno. E' evidente che c'è qualcosa che va oltre una preoccupazione per il futuro tanto da inchiodare il suo compagno in un eterno presente che non gira e non genera possibilità per il futuro. Una specie di stallo esistenziale. I cambiamenti anche apparentemente desiderati possono poi nei fatti creare un corto circuito in cui il doversi rimettere effettivamente in gioco e ricrearsi una nuova identità spaventa a tal punto da non sapere più che via prendere. Le posso solo suggerire come sta già facendo di incoraggiare il suo compagno a prendere atto di come si sente e dirgli che i colloqui psicologici servono proprio a rimettere in moto l'esistenza. L'aiuto di un professionista è una opportunità non uno stigma. E' un primo passo per prendersi cura di se stessi, che genera un inizio di movimento verso un cambiamento dell'esperienza di sé.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno Signora. La situazione che ha puntualmente descritto (e che, probabilmente, persiste da tempo), è indicativa di una condizione depressiva.
Sarebbe utile fare riflettere il suo compagno sul presente e, soprattutto, cercare di aumentare la sua consapevolezza relativa al fatto che, da solo, non è in grado di risolvere questa situazione. Lo inviterei a consultare uno specialista (uno psichiatra o uno psicoterapeuta), sottolineando che, se sino ad oggi non è stato meglio, è improbabile che, in futuro si senta meglio, proprio perché non possiede gli strumenti che solo un professionista può fornirgli. Di depressione ci si può ammalare, ma si può guarire: consultare uno specialista non significa essere stigmatizzati, bensì un'opportunità unica per riuscire a "risalire la china" e a ritrovare il proprio equilibrio, la propria serenità e anche quella di chi abbiamo a fianco.
Cordiali saluti. Dott.ssa Marina Ceruti



Salve, l'unica cosa che può fare è consigliare a suo marito di intraprendere un percorso psicologico, obbligarlo sarebbe controproducente. Cerchi di confrontarsi con lui portando con sé il suo vissuto emotivo.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile utente, immagino la preoccupazione che la muove a porre questa domanda, per questo, oltre a quello che hanno detto i colleghi sul consigliare e spronare suo marito, le consiglio di parlare anche delle sue preoccupazioni per lui, magari possono fungere da ulteriore motivazione. Un saluto
Dott.ssa Antonella Abate
gentile utente lei è molto lucida nel fotografare la situazione, aggiungo che probabilmente il suo compagno aveva problemi di autostima e di fiducia in se stesso già in origine, altrimenti non avrebbe sopportato un lavoro del genere per tanto tempo. ovviamente dopo tanti anni frustrato da un lavoro sottodimensionato rispetto alle sue capacità e ai suo bisogni di realizzazione, è entrato in un circolo vizioso in cui la sfiducia nelle proprie capacità la difficolta a mettersi in gioco progressivamente aumentavano. come giustamente ha colto, con la sua azzeccata metafora, è diventato come un leone che è stato troppo tempo in gabbia e ora ha paura di tornare in libertà, ha paura del cambiamento, di mettersi alla prova e in discussione. spero che riesca a convincerlo a inizare un percorso di consulenza psicologica o psicoterapia che lo aiuti attraverso esperienze correttive a cambiare quello che di fatto è un punto di vista rigido e limitante, acquistando fiducia nel suo potenziale e nella possibilità di realizzarlo.
Buonasera ,la comprendo la sua è una descrizione molto lucida e competente,credo che la cosa migliore sia consigliarle di puntare sulla necessità di suo marito di ritrovare la fiducia in sé e l autostima persa da anni . Attraverso un percorso psicologico ,che grazie all ascendente che lei ha su di lui , può pazientemente convincerlo a intraprendere.Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Il sintomo depressivo è la risultante del processo che ha puntualmente descritto, lavorare solo su quello non basta. C'è dietro un adattamento ad una situazione spiacevole durato una vita che ha portato ad una situazione di impotenza appresa. Il lavoro odiato era anche fonte di sicurezza, per cui bisognava farselo andare bene. Per risolvere la dissonanza cognitiva generata da questa situazione è entrato in quella tipica ambivalenza umana per cui "se ciò che odio mi da da vivere devo tenermelo stretto" escludendo ulteriori possibilità. Ora il cambiamento è l'unica scelta ed interviene un blocco causato da ansia panica. Occorre lavorare per riprendere le redini della propria vita e non andare più col pilota automatico
Buonasera. Ogni cambiamento produce paura. E' una reazione normale. Vivere una routine ventennale da una aprte è alienante, dall'altra è molto rassicurante: è come se il mondo non cambiasse mai. Sono quindi reazioni comprensibili. Potrebbe avere valore essere accompagnati psicoterapeuticamente in questo periodo in modo da non sentirsi soli nell'affrontare dubbi e paure. Un augurio grande
Salve, il suo compagno è entrato nella spirale della depressione reattiva, per cui non può avere pensieri positivi. Sicuramente un percorso psicoterapeutico adeguato lo aiuterebbe ad uscire dallo stato in cui si trova e a riprendere in mano la sua vita. Cordiali saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera, non immagino come potrà usare i nostri consigli. Sicuramente questa condizione sta trascinando anche lei in un baratro. Non c'è cosa più brutta che non riuscire ad aiutare chi si ama. Ovviamente la psicoterapia potrebbe essere un bel punto di inizio. Se vuole può accompagnarlo lei stessa in un percorso prendendolo per mano, come sta facendo già. Io ci sono! Mi rendo disponibile. Grazie per il buon anno, anche a Voi. Dott.ssa Maria Lombardo
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Buongiorno, mi permetto di dire che anche per lei non deve essere facile vivere questa situazione e vedere il proprio compagno soffrire in questa maniera senza visualizzare una via d'uscita. Purtroppo non esistono soluzioni giuste che possano essere suggerite, ci saranno dei motivi che bloccano il suo compagno dal prendere alcune decisioni. Sarebbe necessaria una presa in carico da parte un professionista . Potrebbe offrirsi di accompagnarlo o se lo reputa necessario, scegliere di essere seguita lei per reggere e sostenere il carico emotivo che la situazione comporta.
Cordialmente, Dott.ssa Semeraro
Salve signora, la sua posizione non è affatto semplice. Suo marito probabilmente ha sviluppato un disturbo depressivo. Sarebbe necessario un percorso psicoterapico ma la spinta motivazionale dovrà sentirla lui. Lei può sicuramente aiutarlo a comprendere i benefici di questa scelta. Può nel frattempo, se se la sente, iniziare lei un percorso per arginare ripercussioni emotive nella coppia e sostenere suo marito. Rimango a disposizione anche online. Cordialmente. Dott.ssa Francesca Mandis
Buonasera Signora, dispiace sentire tutta questa sofferenza. Da ciò che descrive, probabilmente suo marito ha un problema depressivo. Dovrebbe cercare di portarlo a visita da uno psichiatra per una eventuale terapia farmacologica che darebbe un valido aiuto iniziale. Parallelamente, se riesce, anche con l'aiuto dello psichiatra, potreste farvi consigliare un percorso che lo aiuti ad elaborare i vissuti connessi. Cerchi inoltre di trovare degli spazi suoi per rigenerarsi e poter affrontare questo lungo e brutto momento di suo marito e il clima che ne consegue in casa.
In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile donna,

il malessere di suo marito è un qualcosa che pervade anche la sua esistenza e da questo punto di vista sembra quasi che il benessere di suo marito sia anche il suo. Le difficoltà di cui parla colpiscono in maniera trasversale la vita di entrambe. Le difficoltà di suo marito insieme alla sua sofferenza nel vederlo cosi potrebbero esser accolte in un percorso di psicoterapia che coinvolga entrambe. Una buona psicoterapia, anche di coppia darebbe la possibilità a suo marito di lavorare sulla sua sofferenza e a lei di trovare un nuovo equilibrio nella dimensione relazionale con suo marito. Ci pensi.

Un cordiale saluto
Dottor Diego Ferrara
Salve, comprendo benissimo i timori di suo marito verso il futuro avendo una famiglia a cui pensare. Inoltre le abitudinio radicate sono difficili da modificare e uscire dalla zona di confort è un passo complicato per tutti. Continui con il giusto approccio nel tentativo di spingere suo marito verso una terapia psicologica che indubbiamente lo aiuterebbe in questo momento. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio

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