Buonasera, può una forte situazione di inadeguatezza provocare o smascherare una tendenza depressiva
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Buonasera, può una forte situazione di inadeguatezza provocare o smascherare una tendenza depressiva?
Spiego la mia situazione. Spero di non risultare ridondante.
Ho circa 30 anni.
Mi sono trasferito in Svizzera tedesca per lavorare come infermiere. Ho studiato tedesco 8 mesi tedesco, dedicando molto tempo ad esso, contemporaneamente al mio lavoro. A detto della docente ero particolarmente bravo.
Sapevo benissimo però che in svizzera si parla un dialetto, fortemente diverso dalla lingua base. Sebbene in realtà non sia problema, in quanto tutti o quasi capiscono e parlano tedesco standard, di fatto lo è. Soprattutto in ambito sanitario, dove le informazioni sono importanti e se non le capisci, rischi di fare danni. Nell'ambiente dove sono, molti parlano svizzero tedesco, e spesso non capisco anche quando chiedo di parlare in tedesco standard.
Questa sensazione mi sta facendo crescere ogni giorno una sensazione di impotenza e devastazione interna che non avrei mai immaginato di provare. Sapevo a a cosa andavo in contro, ma non immaginavo di trovare anche a livello lavorativo una certa disorganizzazione, soprattutto nei confronti dei nuovi arrivati, lanciati spesso da soli dopo pochi giorni di affiancamento.
Sono ogni giorno piú nella morsa di una terribile impotenza di fronte alla mia incapacità di reagire.
Mi sento triste, stanco, i miei pensieri sono veicolati costantemente a ció.
Mi snerva che tutti si sorprendano di quanto sia comunque tanto bravo nonostante sia qui da 2 mesi, ma poi io mi sento insicuro, ansioso da morire.
Sono sempre stato considerato un bravo lavoratore con un'ottima testa, sebbene io abbia un rapporto al ribasso nei confronti della mia autostima. Tutti o quasi sono sempre entusiasti di me e questo crea enormi aspettative e deluderle, o pensare di tornare indietro, mi fa crollare; sento di voler mollare e ritornare a casa, ma la vergogna di aver fallito peggiora il tutto.
Sarà che la mia sensazione di ansia sociale costante, smascherata qui, mi crea a sua volta un grosso muro?
Sono costantemente triste, spossato, ansioso, bloccato a letto spesso ad usare il cellulare ma di fatto guardandolo a vuoto, senza un reale interesse. Immagino un futuro incerto, difficile, pieno di fallimento. Cerco di distrarmi, come oggi, andando a passeggiare...e vedo gruppi di persone felici e vorrei esserlo tanto anche io, ma questa felicità altrui mi provoca tristezza e le lacrime si accumulano.
Ho pensato che forse è proprio il tipo di lavoro i cui errori dati dalla lingua provocano conseguenze sui pazienti unitamente alla situazione linguistica e alla mia sensazione di ansia, scatenino questa ondata di panico, tristezza e paura che mi fanno sentire impotente rispetto a ció che mi circonda...
E ció che mi fa arrabbiare è che ho investito tanto per fare questo passo e migliorare la mia vita. Ma mi sembra peggiorata. Prima ero comunque diciamo "sereno", non avevo grossi problemi. Ora ho una sensazione di ansia allucinante.
Ma soprattutto questa tristezza e preoccupazione eccessiva, con la sensazione di non farcela, è una sensazione nuova. Mai provata...ed è ciò che più mi spaventa e mi limita nel procedere con la mia vita...
Mi scuso per la lunghezza del messaggio
Spiego la mia situazione. Spero di non risultare ridondante.
Ho circa 30 anni.
Mi sono trasferito in Svizzera tedesca per lavorare come infermiere. Ho studiato tedesco 8 mesi tedesco, dedicando molto tempo ad esso, contemporaneamente al mio lavoro. A detto della docente ero particolarmente bravo.
Sapevo benissimo però che in svizzera si parla un dialetto, fortemente diverso dalla lingua base. Sebbene in realtà non sia problema, in quanto tutti o quasi capiscono e parlano tedesco standard, di fatto lo è. Soprattutto in ambito sanitario, dove le informazioni sono importanti e se non le capisci, rischi di fare danni. Nell'ambiente dove sono, molti parlano svizzero tedesco, e spesso non capisco anche quando chiedo di parlare in tedesco standard.
Questa sensazione mi sta facendo crescere ogni giorno una sensazione di impotenza e devastazione interna che non avrei mai immaginato di provare. Sapevo a a cosa andavo in contro, ma non immaginavo di trovare anche a livello lavorativo una certa disorganizzazione, soprattutto nei confronti dei nuovi arrivati, lanciati spesso da soli dopo pochi giorni di affiancamento.
Sono ogni giorno piú nella morsa di una terribile impotenza di fronte alla mia incapacità di reagire.
Mi sento triste, stanco, i miei pensieri sono veicolati costantemente a ció.
Mi snerva che tutti si sorprendano di quanto sia comunque tanto bravo nonostante sia qui da 2 mesi, ma poi io mi sento insicuro, ansioso da morire.
Sono sempre stato considerato un bravo lavoratore con un'ottima testa, sebbene io abbia un rapporto al ribasso nei confronti della mia autostima. Tutti o quasi sono sempre entusiasti di me e questo crea enormi aspettative e deluderle, o pensare di tornare indietro, mi fa crollare; sento di voler mollare e ritornare a casa, ma la vergogna di aver fallito peggiora il tutto.
Sarà che la mia sensazione di ansia sociale costante, smascherata qui, mi crea a sua volta un grosso muro?
Sono costantemente triste, spossato, ansioso, bloccato a letto spesso ad usare il cellulare ma di fatto guardandolo a vuoto, senza un reale interesse. Immagino un futuro incerto, difficile, pieno di fallimento. Cerco di distrarmi, come oggi, andando a passeggiare...e vedo gruppi di persone felici e vorrei esserlo tanto anche io, ma questa felicità altrui mi provoca tristezza e le lacrime si accumulano.
Ho pensato che forse è proprio il tipo di lavoro i cui errori dati dalla lingua provocano conseguenze sui pazienti unitamente alla situazione linguistica e alla mia sensazione di ansia, scatenino questa ondata di panico, tristezza e paura che mi fanno sentire impotente rispetto a ció che mi circonda...
E ció che mi fa arrabbiare è che ho investito tanto per fare questo passo e migliorare la mia vita. Ma mi sembra peggiorata. Prima ero comunque diciamo "sereno", non avevo grossi problemi. Ora ho una sensazione di ansia allucinante.
Ma soprattutto questa tristezza e preoccupazione eccessiva, con la sensazione di non farcela, è una sensazione nuova. Mai provata...ed è ciò che più mi spaventa e mi limita nel procedere con la mia vita...
Mi scuso per la lunghezza del messaggio
Buonasera,
quella che descrive è una situazione estremamente complessa, in cui si intrecciano fattori ambientali, linguistici, relazionali e personali. È assolutamente possibile che un contesto percepito come inadeguato, stressante o disorganizzato possa far emergere — o accentuare — una vulnerabilità depressiva, soprattutto in una persona che si trova a dover affrontare un cambiamento importante come un trasferimento all’estero.
La sensazione di non riuscire a reggere le aspettative, il senso di isolamento, la paura di fallire e la costante valutazione negativa di sé sono segnali da non trascurare. In particolare, l’emergere di una tristezza persistente, la difficoltà a concentrarsi, il ritiro e la perdita di interesse verso ciò che prima risultava significativo, meritano attenzione psicologica.
Ciò che racconta non è un fallimento, ma il segnale che forse questo momento di vita richiede un sostegno più specifico. Valutare un percorso psicoterapeutico con un professionista esperto, anche a distanza se necessario, potrebbe aiutarla a rimettere ordine nei vissuti, ad affrontare le difficoltà che sta incontrando e a riconoscere le risorse che ha, ma che ora appaiono oscurate.
Un cordiale saluto.
quella che descrive è una situazione estremamente complessa, in cui si intrecciano fattori ambientali, linguistici, relazionali e personali. È assolutamente possibile che un contesto percepito come inadeguato, stressante o disorganizzato possa far emergere — o accentuare — una vulnerabilità depressiva, soprattutto in una persona che si trova a dover affrontare un cambiamento importante come un trasferimento all’estero.
La sensazione di non riuscire a reggere le aspettative, il senso di isolamento, la paura di fallire e la costante valutazione negativa di sé sono segnali da non trascurare. In particolare, l’emergere di una tristezza persistente, la difficoltà a concentrarsi, il ritiro e la perdita di interesse verso ciò che prima risultava significativo, meritano attenzione psicologica.
Ciò che racconta non è un fallimento, ma il segnale che forse questo momento di vita richiede un sostegno più specifico. Valutare un percorso psicoterapeutico con un professionista esperto, anche a distanza se necessario, potrebbe aiutarla a rimettere ordine nei vissuti, ad affrontare le difficoltà che sta incontrando e a riconoscere le risorse che ha, ma che ora appaiono oscurate.
Un cordiale saluto.
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Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Non ha nulla di cui scusarsi, questo spazio è pensato apposta per poter dare voce a qualcosa di difficile da comunicare, e il fatto che si sia esposto qui è sicuramente importante, è un primo passo per poter cambiare la sua situazione, quindi ha fatto più che bene! Io credo che la sua situazione meriti di essere discussa a voce, soprattutto rispetto alla paura di avere come slatentizzato una tendenza depressiva, ci sono una serie di cose che penso e che credo potrebbero esserle utili, ma che per iscritto non vorrei venissero fraintese, vista la delicatezza dell'argomento. Sicuramente c'è una cosa che lei stesso ha evidenziato che incide, e cioè che ha un rapporto con la sua autostima al ribasso, e in situazioni nuove, dove è richiesto un adattamento importante (come nel suo caso), credere o non credere in se stessi fa una differenza enorme, e penso che sia importante poterci lavorare sopra. Penso che la fatica che sta vivendo meriti senza dubbio di essere trattata e accompagnata all'interno di un percorso, che possa aiutarla a capire come affrontare questo momento e che cosa realmente desidera, bisogna fare chiarezza e sgombrare il campo dalle aspettative che lei percepisce dagli altri, dall'ansia sociale che prova e dal sentore di fallimento per capire che cosa realmente desidera, in modo da potersi muovere nella giusta direzione. è stato coraggioso ad esporsi e a cercare un primo aiuto, il mio invito è di non fermarsi e non scoraggiarsi e prendersi cura di questa fatica con l'appoggio e l'accompagnamento che merita. Se avesse ulteriori domande mi trova a disposizione, anche in online vista la sua dislocazione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buonasera! Le sue parole sono state accompagnate da un susseguirsi di emozioni: tristezza, rabbia, solitudine, senso di impotenza, paura. Posso solo provare ad immaginare come si sente. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, cercherò di offrire un piccolo contributo di pensiero. Ho avuto la sensazione che stia facendo conti con vissuti che hanno trovato la possibilità di esprimersi “grazie” a questo profondo cambiamento (paese, lingua, cultura, stile di vita e altro). Mi sono chiesto se “ora” (e forse in passato) non abbia sentito una forte spinta a soddisfare entusiasmi e aspettative nei suoi confronti. Qualcosa a cui non ci si può sottrarre per sentirsi amato, per non deludere. Come se fosse destinato a votarsi all’altro, ad annullarsi, ad assumersi tutta la fatica e la responsabilità, mettendo da parte desideri, paure, emozioni. Immagino sia stanco. NON PUÒ E NON DEVE RIMANERE SOLO!!! Questa crisi potrebbe rivelarsi un’occasione per accogliere e dare voce ad aspetti di sé che finora sono stati sacrificati, affinché possa finalmente sentirsi libero, genuino, vero, amato per quello che è. In bocca al lupo
Buonasera,
È possibile che una forte situazione di inadeguatezza, come quella che descrive, possa effettivamente smascherare o accentuare una tendenza depressiva, soprattutto quando si sperimentano sensazioni di impotenza, ansia, insicurezza e stanchezza cronica. Il senso di frustrazione, il non riuscire a rispondere alle aspettative (sia personali che altrui), e la difficoltà nell'affrontare un ambiente lavorativo e linguistico che non sembra accogliere le proprie difficoltà possono avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico.
Le sue riflessioni riguardo alla tristezza, ansia e preoccupazione costante, unite alla difficoltà nel gestire l'incertezza e il panico, sono segnali che meriterebbero attenzione, non solo per quanto riguarda l'ambito lavorativo, ma anche per il suo equilibrio psicologico complessivo.
In situazioni come la sua, in cui ansia, frustrazione e senso di impotenza si mescolano, sarebbe utile e consigliato approfondire il tutto con l'aiuto di uno specialista, per esplorare le cause e le modalità più appropriate per affrontare queste difficoltà. L'approccio terapeutico può aiutarla a comprendere meglio se si tratti di un'ansia sociale o se siano presenti altre dinamiche che stanno influenzando il suo stato emotivo.
Rivolgersi ad un professionista della salute mentale, come uno psicologo o psicoterapeuta, potrebbe essere un passo importante per comprendere più a fondo la situazione e intraprendere un percorso di supporto.
Cordialmente,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
È possibile che una forte situazione di inadeguatezza, come quella che descrive, possa effettivamente smascherare o accentuare una tendenza depressiva, soprattutto quando si sperimentano sensazioni di impotenza, ansia, insicurezza e stanchezza cronica. Il senso di frustrazione, il non riuscire a rispondere alle aspettative (sia personali che altrui), e la difficoltà nell'affrontare un ambiente lavorativo e linguistico che non sembra accogliere le proprie difficoltà possono avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico.
Le sue riflessioni riguardo alla tristezza, ansia e preoccupazione costante, unite alla difficoltà nel gestire l'incertezza e il panico, sono segnali che meriterebbero attenzione, non solo per quanto riguarda l'ambito lavorativo, ma anche per il suo equilibrio psicologico complessivo.
In situazioni come la sua, in cui ansia, frustrazione e senso di impotenza si mescolano, sarebbe utile e consigliato approfondire il tutto con l'aiuto di uno specialista, per esplorare le cause e le modalità più appropriate per affrontare queste difficoltà. L'approccio terapeutico può aiutarla a comprendere meglio se si tratti di un'ansia sociale o se siano presenti altre dinamiche che stanno influenzando il suo stato emotivo.
Rivolgersi ad un professionista della salute mentale, come uno psicologo o psicoterapeuta, potrebbe essere un passo importante per comprendere più a fondo la situazione e intraprendere un percorso di supporto.
Cordialmente,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buongiorno,
lei ha fatto una grande cambiamento, dei cambiamenti così grandi possono portare a paure e senso di inadeguatezza, non sempre da soli si riesce ad affrontare cambiamenti così grandi. Può essere untile il supporto di un professionista per sviscerare queste tematiche e per poterle capire ed affrontare.
Credo sia prematuro pensare di fare un salto indietro mollando tutto. Provi a darsi del tempo e con l'aiuto di qualcuno, ovviamente anche con motivazione e investimento da parte sua, vedrà che imparerà a conoscersi meglio e a gestire in modo migliore le sue paure e il suo senso di inadeguatezza.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
lei ha fatto una grande cambiamento, dei cambiamenti così grandi possono portare a paure e senso di inadeguatezza, non sempre da soli si riesce ad affrontare cambiamenti così grandi. Può essere untile il supporto di un professionista per sviscerare queste tematiche e per poterle capire ed affrontare.
Credo sia prematuro pensare di fare un salto indietro mollando tutto. Provi a darsi del tempo e con l'aiuto di qualcuno, ovviamente anche con motivazione e investimento da parte sua, vedrà che imparerà a conoscersi meglio e a gestire in modo migliore le sue paure e il suo senso di inadeguatezza.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
Buongiorno,
leggo le sue parole e mi risuonano molto. mi dispiace sentire che stia facendo così fatica, e la sensazione è che lei si senta intrappolato tra ciò che il suo cuore desidera e ciò che fa per non deludere nessuno. Usando parole non diagnostiche, che mettono un'etichetta a volte non necessaria, mi sembra che stia attraversando un momento di difficoltà. Ciò che sente è legittimo e la sua tristezza ed insoddisfazione possono trovare un luogo dove poter essere ascoltate.
Dal cuore, quello che posso consigliarle è di farsi affiancare in un percorso di psicoterapia dove poter scoprire il suo grande valore, e dove poter fare delle scelte giuste per lei, per poter vivere pienamente
leggo le sue parole e mi risuonano molto. mi dispiace sentire che stia facendo così fatica, e la sensazione è che lei si senta intrappolato tra ciò che il suo cuore desidera e ciò che fa per non deludere nessuno. Usando parole non diagnostiche, che mettono un'etichetta a volte non necessaria, mi sembra che stia attraversando un momento di difficoltà. Ciò che sente è legittimo e la sua tristezza ed insoddisfazione possono trovare un luogo dove poter essere ascoltate.
Dal cuore, quello che posso consigliarle è di farsi affiancare in un percorso di psicoterapia dove poter scoprire il suo grande valore, e dove poter fare delle scelte giuste per lei, per poter vivere pienamente
Gentile Utente,
i cambiamenti come presenta posso essere faticosi, a volte anche in maniera differente da come ci si poteva immaginare. Con gli occhi del presente non possiamo vedere limpidamente il futuro.
Se valuta di essere affaticato può confrontarsi con uno specialista che La supporti. Riporta molti temi e molti tempi, ansie incertezze, aspettative "disilluse" e timori sul proprio operato per cui in questo frangente risulta difficile calzare una risposta più precisa.
Promemoria: c'è possibilità di sciogliere le percezioni che possono accumularsi, indipendentemente da ciò che stiamo vivendo.
Un saluto !
i cambiamenti come presenta posso essere faticosi, a volte anche in maniera differente da come ci si poteva immaginare. Con gli occhi del presente non possiamo vedere limpidamente il futuro.
Se valuta di essere affaticato può confrontarsi con uno specialista che La supporti. Riporta molti temi e molti tempi, ansie incertezze, aspettative "disilluse" e timori sul proprio operato per cui in questo frangente risulta difficile calzare una risposta più precisa.
Promemoria: c'è possibilità di sciogliere le percezioni che possono accumularsi, indipendentemente da ciò che stiamo vivendo.
Un saluto !
Buongiorno, la prima sensazione che mi viene da restituirle è che sicuramente sta attraversando una crisi di adattamento importante aseguito di una sfida esistenziale che ha deciso di correre. Nei momenti di cambiamento emergono le nostre vulnerabilità. Mi sento di dire che è importante il fattore tempo, darsi tempo per riuscire ad acquisire piano piano sicurezze. Se ha bisogno di un aiuto e di un confronto perchè si sente veramente in emergenza ci possiamo contattare online. Buona Giornata!
Buongiorno, innanzitutto grazie per aver condiviso il suo disagio.
Credo che lei sia stato molto coraggioso! Fare un passo così importante come quello di andare a vivere fuori dall’Italia, in un contesto lavorativo e culturale diverso dal nostro, richiede molte energie e può essere anche molto faticoso. Altresì, dover continuare a dimostrare, prima a se stessi e poi agli altri, il proprio valore può diventare veramente difficile. Ci saranno delle buone ragioni, meritevoli di essere approfondite (insieme a tante altre) per cui nonostante gli altri la definiscano “con una buona testa” la stima che ha di se stesso “gioca al ribasso” e ciò la fa muovere nel mondo insicuro e ansioso…ma certamente l’insicurezza non è un tratto “caratteriale” piuttosto rientra in schemi relazionali appresi. A proposito di questo, per rispondere alla domanda iniziale, dalle poche informazioni che ho, penso che si tratti più di tristezza mista a stress più che di depressione…
Un caro saluto
Jacqualine Rindone
Credo che lei sia stato molto coraggioso! Fare un passo così importante come quello di andare a vivere fuori dall’Italia, in un contesto lavorativo e culturale diverso dal nostro, richiede molte energie e può essere anche molto faticoso. Altresì, dover continuare a dimostrare, prima a se stessi e poi agli altri, il proprio valore può diventare veramente difficile. Ci saranno delle buone ragioni, meritevoli di essere approfondite (insieme a tante altre) per cui nonostante gli altri la definiscano “con una buona testa” la stima che ha di se stesso “gioca al ribasso” e ciò la fa muovere nel mondo insicuro e ansioso…ma certamente l’insicurezza non è un tratto “caratteriale” piuttosto rientra in schemi relazionali appresi. A proposito di questo, per rispondere alla domanda iniziale, dalle poche informazioni che ho, penso che si tratti più di tristezza mista a stress più che di depressione…
Un caro saluto
Jacqualine Rindone
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la condivisione. Può darsi che il momento che sta vivendo così carico di sfide impegnative abbia effettivamente riaperto tematiche o sofferenze che erano rimaste finora sotto al tappeto. Lei accenna a un'ansia sociale e a una tendenza a considerarsi "al ribasso" che mi sembra di capire provasse già da prima. Inoltre ci sono situazioni lavorative oggettive che la mettono in difficoltà, come le difficoltà con la lingua e il poco affiancamento, elementi che comprensibilmente possono crearle ansia. Da ciò che ha scritto emerge comunque che lei ha tante risorse e capacità (imparare una nuova lingua in pochi mesi, avere il coraggio di cambiare radicalmente vita andando a vivere in Svizzera, la capacità di mettersi in gioco e affrontare l'ignoto), forse in questo periodo è stato sopraffatto dalle tante difficoltà da gestire. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ed iniziare un percorso di psicoterapia per comprendere quanto questa situazione di sofferenza sia dovuta alla situazione oggettiva e quanto a tematiche sue personali che si sono attivate, e per poter recuperare la fiducia nelle sue risorse che ha dimostrato di possedere finora. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
gentile utente,
mi lasci dire che, da quello che scrive, è necessario intanto sottolineare il suo coraggio e la sua determinazione per affrontare una sfida così difficile, difficile da molti punti di vista: personale, lavorativo, culturale, linguistico, affettivo. Detto ciò, la sua lettura della situazione sembra assolutamente condivisibile e testimonia una sua ottima capacità di osservare il contesto e comprendere i motivi di ciò che avviene ed il pensiero altrui, almeno a livello 'cognitivo'; infatti a livello 'psico-emotivo' invece lei racconta di stare vivendo grosse sofferenze che, come è naturale che sia, alimentano pensieri intrusivi, dubbi e più in generale intaccano la stima di sé e la progettualità.
La 'tendenza depressiva' a cui si riferisce potrebbe anche essere 'episodica' e non strutturale, cioé dovuta al confronto con una situazione traumatica (come sembra essere quella del suo trasferimento lavorativo) e non invece qualcosa di strutturale in lei ed emerso solo a seguito di "una forte situazione di inadeguatezza".
La discriminazione tra i due livelli va però fatta in un contesto specifico di colloqui psicologici e, dopo aver dettagliatamente individuato e discriminato i vissuti dagli elementi oggettivi di realtà, sarà possibile affrontare un percorso che contempli la risoluzione dell'uno o dell'altra, cioé di come affrontare questa prova oggettivamente impegnativa o, all'opposto, di comprendere quali parti fragili di lei sono venute a galla attraverso questa esperienza, ma che già esistevano precedentemente come nuclei di sofferenza in nuce.
Saluti
mi lasci dire che, da quello che scrive, è necessario intanto sottolineare il suo coraggio e la sua determinazione per affrontare una sfida così difficile, difficile da molti punti di vista: personale, lavorativo, culturale, linguistico, affettivo. Detto ciò, la sua lettura della situazione sembra assolutamente condivisibile e testimonia una sua ottima capacità di osservare il contesto e comprendere i motivi di ciò che avviene ed il pensiero altrui, almeno a livello 'cognitivo'; infatti a livello 'psico-emotivo' invece lei racconta di stare vivendo grosse sofferenze che, come è naturale che sia, alimentano pensieri intrusivi, dubbi e più in generale intaccano la stima di sé e la progettualità.
La 'tendenza depressiva' a cui si riferisce potrebbe anche essere 'episodica' e non strutturale, cioé dovuta al confronto con una situazione traumatica (come sembra essere quella del suo trasferimento lavorativo) e non invece qualcosa di strutturale in lei ed emerso solo a seguito di "una forte situazione di inadeguatezza".
La discriminazione tra i due livelli va però fatta in un contesto specifico di colloqui psicologici e, dopo aver dettagliatamente individuato e discriminato i vissuti dagli elementi oggettivi di realtà, sarà possibile affrontare un percorso che contempli la risoluzione dell'uno o dell'altra, cioé di come affrontare questa prova oggettivamente impegnativa o, all'opposto, di comprendere quali parti fragili di lei sono venute a galla attraverso questa esperienza, ma che già esistevano precedentemente come nuclei di sofferenza in nuce.
Saluti
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Le sue parole sembrano raccontare una situazione di forte stress emotivo, legata a un contesto di cambiamento complesso sotto molti punti di vista.
Per rispondere alla sua domanda iniziale: sì, una situazione prolungata di inadeguatezza percepita può alimentare sintomi ansiosi e depressivi. In particolare, il senso di impotenza, la situazione di difficoltà linguistica e il timore di deludere gli altri possono generare un circolo vizioso di malessere.
Spesso possiamo accorgerci di alcuni aspetti fragili del nostro funzionamento proprio quando ci troviamo fuori dalla nostra “zona comfort”: vivere all’estero, in un contesto lavorativo impegnativo e in una lingua non familiare, può far emergere aspetti legati all’autostima, all’ansia e alla difficoltà di chiedere aiuto.
Le consiglierei di non affrontare tutto questo da solo un percorso psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza, a riconoscere le sue risorse (che, come lei stesso racconta, non sono poche) e a ritrovare un equilibrio emotivo che le permetta di decidere con maggiore serenità cosa è meglio per lei in questo momento della sua vita.
Un caro saluto,
Simona Santoni Psicologa
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Le sue parole sembrano raccontare una situazione di forte stress emotivo, legata a un contesto di cambiamento complesso sotto molti punti di vista.
Per rispondere alla sua domanda iniziale: sì, una situazione prolungata di inadeguatezza percepita può alimentare sintomi ansiosi e depressivi. In particolare, il senso di impotenza, la situazione di difficoltà linguistica e il timore di deludere gli altri possono generare un circolo vizioso di malessere.
Spesso possiamo accorgerci di alcuni aspetti fragili del nostro funzionamento proprio quando ci troviamo fuori dalla nostra “zona comfort”: vivere all’estero, in un contesto lavorativo impegnativo e in una lingua non familiare, può far emergere aspetti legati all’autostima, all’ansia e alla difficoltà di chiedere aiuto.
Le consiglierei di non affrontare tutto questo da solo un percorso psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza, a riconoscere le sue risorse (che, come lei stesso racconta, non sono poche) e a ritrovare un equilibrio emotivo che le permetta di decidere con maggiore serenità cosa è meglio per lei in questo momento della sua vita.
Un caro saluto,
Simona Santoni Psicologa
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Ascoltando le sue parole, percepisco chiaramente il peso che sta portando e quanto questa nuova esperienza stia mettendo a dura prova il suo benessere. Capisco la sua frustrazione nel sentirsi inadeguato nonostante l'impegno nello studio della lingua. È naturale che la discrepanza tra il tedesco standard appreso e il dialetto parlato quotidianamente, soprattutto in un contesto lavorativo così delicato come quello sanitario, possa generare un forte senso di impotenza e insicurezza. Non è affatto strano che questa sensazione di inadeguatezza possa aver provocato una tendenza depressiva. Le emozioni che lei descrive: la tristezza, la stanchezza, l'ansia costante, la difficoltà a trovare interesse nelle cose e la visione pessimistica del futuro sono segnali importanti che indicano un disagio significativo. Il fatto che lei sia sempre stato considerato un bravo lavoratore e che ora si senta insicuro e ansioso crea un ulteriore fardello emotivo. La paura di deludere le aspettative e la vergogna di non farcela sono sentimenti comprensibili in questa situazione di cambiamento e di sfida.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Buonasera, vivere in un Paese diverso e lontano da casa non è affatto facile, è stato coraggioso e lo è ancora ma capisco la difficoltà e la complessità dell'adattamento, nonostante la sua capacità di inserimento e di apprendimento di una lingua nuova. Magari parlarne con un professionista potrebbe aiutarla a superare questo senso di ansia e tristezza.
Gentile utente di mio dottore,
pensi alla possibilità di esser accompagnato da un professionista in questa fase di cambiamento della sua vita. Un valido supporto potrebbe aiutarla nella gestione dell'ansia e farle inquadrare meglio ciò che la fa stare cosi male. Qualora volesse approfondire le tematiche qui riportate all'interno di uno spazio di ascolto più ampio, non esiti a contattarmi, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
pensi alla possibilità di esser accompagnato da un professionista in questa fase di cambiamento della sua vita. Un valido supporto potrebbe aiutarla nella gestione dell'ansia e farle inquadrare meglio ciò che la fa stare cosi male. Qualora volesse approfondire le tematiche qui riportate all'interno di uno spazio di ascolto più ampio, non esiti a contattarmi, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Caro utente, quello che stai vivendo non è “troppo”, né “sbagliato”: è la reazione profondamente umana di chi si trova immerso in un contesto nuovo, faticoso, disorientante. Hai fatto un grande passo, con coraggio e impegno, e ora ti ritrovi a fare i conti con una solitudine profonda, un senso di inadeguatezza che ti pesa ogni giorno di più… e che, sì, può smascherare o aggravare una fragilità già presente, come una forma di ansia o una sofferenza depressiva.
La tua lucidità, il modo in cui racconti tutto questo, mostra quanta forza e consapevolezza ci siano in te, anche ora che ti senti stanco, triste e bloccato. E proprio perché è così difficile, è importante che tu non resti solo.
Se vuoi, possiamo parlarne insieme. Uno spazio di ascolto può aiutarti a dare un senso a tutto questo, a ritrovare respiro, e a capire passo dopo passo come prenderti cura di te, con rispetto e senza giudizio. Per qualsiasi informazione non esitare a contattarmi, sono disponibile anche online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
La tua lucidità, il modo in cui racconti tutto questo, mostra quanta forza e consapevolezza ci siano in te, anche ora che ti senti stanco, triste e bloccato. E proprio perché è così difficile, è importante che tu non resti solo.
Se vuoi, possiamo parlarne insieme. Uno spazio di ascolto può aiutarti a dare un senso a tutto questo, a ritrovare respiro, e a capire passo dopo passo come prenderti cura di te, con rispetto e senza giudizio. Per qualsiasi informazione non esitare a contattarmi, sono disponibile anche online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Gentilissimo Utente,
penso di poter immaginare il disagio e la sofferenza che descrive.
Trasferirsi all'estero rappresenta una grossa sfida costellata di circostanze che possono attivare (o inasprire) una situazione di sofferenza psichica ed emotiva.
Io stesso ho eseguito il mio corso di specializzazione in psicoterapia in Germania, nello specifico in Baviera, e mi sono scontrato con le difficoltà collegate al bisogno di comprendere ed esprimere in una lingua straniera concetti estremamente profondi e personali.
Il mio consiglio è quello di dare ascolto a questa sua sofferenza e di chiedere aiuto ad un* Professionista della salute mentale per analizzare ed elaborare questi vissuti dolorosi che la stanno appesantendo.
In questo post che ha scritto è stato capace di descrivere coerentemente e comprensibilmente la sua situazione, e questo potrebbe rappresentare già un ottimo presupposto per un percorso terapeutico profittevole.
Sia dia questa possibilità, ne vale la pena!
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
penso di poter immaginare il disagio e la sofferenza che descrive.
Trasferirsi all'estero rappresenta una grossa sfida costellata di circostanze che possono attivare (o inasprire) una situazione di sofferenza psichica ed emotiva.
Io stesso ho eseguito il mio corso di specializzazione in psicoterapia in Germania, nello specifico in Baviera, e mi sono scontrato con le difficoltà collegate al bisogno di comprendere ed esprimere in una lingua straniera concetti estremamente profondi e personali.
Il mio consiglio è quello di dare ascolto a questa sua sofferenza e di chiedere aiuto ad un* Professionista della salute mentale per analizzare ed elaborare questi vissuti dolorosi che la stanno appesantendo.
In questo post che ha scritto è stato capace di descrivere coerentemente e comprensibilmente la sua situazione, e questo potrebbe rappresentare già un ottimo presupposto per un percorso terapeutico profittevole.
Sia dia questa possibilità, ne vale la pena!
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Gentilissimo, quello che stai vivendo è comprensibile. Ti sei messo in gioco in una situazione molto impegnativa, lontano da casa, in un nuovo contesto lavorativo e linguistico, e stai cercando di fare del tuo meglio. È normale sentirsi sopraffatti quando le risorse non bastano più e l’ambiente attorno non aiuta.
Sì, può succedere che situazioni di forte inadeguatezza o stress facciano emergere tristezza, ansia, pensieri negativi su di sé e sul futuro. Ma questo non significa che tu stia “cedendo”: significa che il tuo corpo e la tua mente stanno reagendo a qualcosa di molto difficile. E ascoltarli è un atto di cura, non di debolezza.
Hai fatto un grande sforzo, e il fatto che ora ti senta stanco, fragile o confuso non toglie nulla al tuo valore. Forse è il momento di prenderti uno spazio dove poter guardare a tutto questo con più gentilezza, senza dover “reggere” tutto da solo.
Se vorrai, possiamo parlarne. Ci sono modi per ritrovare un po’ di fiato, anche dentro la fatica.
Un caro saluto.
Sì, può succedere che situazioni di forte inadeguatezza o stress facciano emergere tristezza, ansia, pensieri negativi su di sé e sul futuro. Ma questo non significa che tu stia “cedendo”: significa che il tuo corpo e la tua mente stanno reagendo a qualcosa di molto difficile. E ascoltarli è un atto di cura, non di debolezza.
Hai fatto un grande sforzo, e il fatto che ora ti senta stanco, fragile o confuso non toglie nulla al tuo valore. Forse è il momento di prenderti uno spazio dove poter guardare a tutto questo con più gentilezza, senza dover “reggere” tutto da solo.
Se vorrai, possiamo parlarne. Ci sono modi per ritrovare un po’ di fiato, anche dentro la fatica.
Un caro saluto.
Quello che sta vivendo sembra essere una combinazione di fattori legati alla sua nuova esperienza lavorativa, alle difficoltà linguistiche e alla pressione di dover fare bene in un contesto che sente sempre più fuori dalla sua portata. La sensazione di impotenza e la tristezza che descrive sono segni di un malessere profondo che, come giustamente ha osservato, potrebbe smascherare o accentuare una tendenza depressiva. La forte inadeguatezza che sta provando, legata a una percezione di non riuscire a rispondere alle aspettative (sia proprie che degli altri), può sicuramente scatenare sentimenti di ansia, frustrazione e isolamento. Non riuscire a esprimersi completamente nella lingua locale e sentirsi inadeguato sul piano lavorativo sono fattori che possono minare l'autostima e spingere verso una spirale di pensieri negativi, portando alla tristezza e alla paura di fallire.
Il fatto che la situazione le sembri "nuova" è un segnale che questa condizione sta emergendo per la prima volta con una forza diversa, forse perché si trova in un ambiente che percepisce come altamente stressante. La solitudine, l'incertezza e il peso delle aspettative esterne sembrano aver minato la sua capacità di reagire. In queste situazioni, la psicoterapia potrebbe aiutarla a esplorare più a fondo le cause di questa angoscia e a trovare modi per gestire la sua ansia e la paura del fallimento. Potrebbe anche essere utile affrontare in terapia la sua autostima e lavorare su come percepisce il giudizio degli altri, per imparare a separarlo dalla propria identità. Inoltre, è importante riconoscere che i segnali di depressione, come la tristezza persistente, la difficoltà a concentrarsi o la perdita di interesse, non vanno ignorati e potrebbero necessitare di un intervento mirato.
Le suggerisco di considerare di chiedere un supporto psicoterapeutico che possa aiutarla ad affrontare questi momenti di crisi, a gestire la sua ansia sociale e a migliorare il modo in cui affronta le difficoltà lavorative. L’importante è non sentirsi sola in questo percorso, e capire che anche in momenti di difficoltà, c'è sempre spazio per il cambiamento e per il miglioramento del benessere psicologico. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli .
Il fatto che la situazione le sembri "nuova" è un segnale che questa condizione sta emergendo per la prima volta con una forza diversa, forse perché si trova in un ambiente che percepisce come altamente stressante. La solitudine, l'incertezza e il peso delle aspettative esterne sembrano aver minato la sua capacità di reagire. In queste situazioni, la psicoterapia potrebbe aiutarla a esplorare più a fondo le cause di questa angoscia e a trovare modi per gestire la sua ansia e la paura del fallimento. Potrebbe anche essere utile affrontare in terapia la sua autostima e lavorare su come percepisce il giudizio degli altri, per imparare a separarlo dalla propria identità. Inoltre, è importante riconoscere che i segnali di depressione, come la tristezza persistente, la difficoltà a concentrarsi o la perdita di interesse, non vanno ignorati e potrebbero necessitare di un intervento mirato.
Le suggerisco di considerare di chiedere un supporto psicoterapeutico che possa aiutarla ad affrontare questi momenti di crisi, a gestire la sua ansia sociale e a migliorare il modo in cui affronta le difficoltà lavorative. L’importante è non sentirsi sola in questo percorso, e capire che anche in momenti di difficoltà, c'è sempre spazio per il cambiamento e per il miglioramento del benessere psicologico. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli .
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