Buonasera, nostra figlia ha circa 23 anni, e non riesce a trovare una strada per il suo futuro. E'

24 risposte
Buonasera,
nostra figlia ha circa 23 anni, e non riesce a trovare una strada per il suo futuro. E' continuamente in contrasto con noi e il mondo intero. Occupa molto spazio della sua giornata online a giocare e in ogni lavoro trova sempre situazioni e persone negative. Non riusciamo più a trovare un modo di colloquiare in maniera bidirezionale , il tutto si conclude con la frase che non la comprendiamo. Non sappiamo più come fare. Quale percorso ci consigliate.
Grazie
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
grazie per aver condiviso una situazione così delicata e dolorosa.

Quello che raccontate è un momento complesso non solo per vostra figlia, ma anche per voi come genitori. La sensazione di non riuscire a comunicare, di vedere la propria figlia bloccata e in conflitto con tutto ciò che la circonda può generare frustrazione, preoccupazione e senso di impotenza.

A 23 anni una persona si trova in una fase evolutiva molto importante, nella quale ci si confronta con scelte decisive per la propria identità e il proprio futuro. Quando però questo passaggio viene vissuto con disagio, può manifestarsi attraverso ritiro sociale, uso eccessivo della tecnologia, percezione negativa del mondo esterno, conflitti familiari e difficoltà relazionali.

È importante sottolineare che questi segnali non vanno ignorati, ma accolti come richieste di aiuto e come indicatori di un malessere più profondo che merita attenzione.
In questi casi, è fondamentale intraprendere un percorso psicologico individuale per aiutare vostra figlia a comprendere le sue difficoltà e a trovare strumenti più funzionali per affrontarle. Allo stesso tempo, può essere altrettanto utile un supporto alla genitorialità per voi, per imparare modalità di comunicazione più efficaci e per affrontare con maggiore serenità e consapevolezza il ruolo genitoriale in questa fase.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire la situazione rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa M. Chiara Barlucchi
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Carissimi, come sosteneva Salvador Minuchin, uno dei fondatori della terapia familiare, “il problema di un figlio è sempre un problema familiare”. È espressione di una difficoltà, di un disagio che benché individuale inevitabilmente si ripercuote in maniera più o meno forte su tutti.
Il percorso a vostra misura è la terapia familiare: uno spazio di ascolto e di cura rivolto all’intera famiglia finalizzato a individuare e valorizzare le risorse presenti al suo interno in maniera da attivare processi di cambiamento a livello comunicativo e relazionale e in questo modo superare l’impasse in cui si trova.
Cari saluti, dott.ssa Chiara Barlucchi
Salve, immagino che debba essere una situazione caratterizzata da una forte impotenza e angoscia.
In particolare se lamentata da parte di due genitori che vorrebbero aiutare la propria figlia, ma trovano davanti a sé un muro.
E' un'età anche questa delicata, in cui si ha difficoltà a trovare la propria strada, che sia lavorativa, di studio o sentimentale.
I contrasti, l'isolamento nel mondo virtuale e l'umore negativo, possono essere sintomi che nascondono qualcosa che è necessario approfondire.
Con ciò sarebbe opportuno consultare ed iniziare un percorso psicologico, che possa aiutare in primis vostra figlia, e perchè no anche voi genitori.
Vi auguro di trovare la vostra serenità.
Un caro saluto!


Dott.ssa Giuditta Sposito
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Brusciano
Buon pomeriggio, sua figlia dovrebbe poter avere la possibilità di incontrare un professionista ed iniziare un percorso psicologico.
Se è così tanto incline alla chiusura sociale potrebbe essere utile una terapia online, almeno per cominciare.
Sono disponibile per l'online e se volesse anche per farle esperire l'ipnosi clinica.
Mi contatti se vuole che elaboriamo una modalità per prendere contatti
Dott.ssa Nicole Crivaro
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Cari, deve essere doloroso non riuscire a comunicare con vostra figlia, considerato che ci sono anche molte liti. quello che posso suggerire è rivolgervi intanto voi ad un professionista, meglio se di orientamento Cognitivo-comportamentale o sistemico-relazionale, e in base a cosa emerge dal quadro decidere insieme i passi per aiutarvi ed eventualmente aiutarla.
Chiaramente, essendo maggiorenne, se vostra figlia non è assolutamente intenzionata oggi ad intraprendere un percorso psicologico personale quella non è la via.
Se dovesse aprirsi uno spiraglio di motivazione o non essere del tutto contraria a vedere uno psicoterapeuta, ben venga... è questo il percorso migliore per il suo benessere.
sarà fatto di alti e bassi, come come la vita è fatta di alti e bassi. auguroni

Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Caputo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, premetto che avendo poche informazioni non è facile dare un parere, ma in linea generale in questo tipo di situazioni tendo a consigliare percorsi che prendano in carico tutto il nucleo familiare, sia concretamente come nel caso ad esempio della psicoterapia sistemico-relazionale, che è l'approccio classicamente utilizzato, oppure per voi interventi di supporto alla genitorialità e consulenze pedagogiche ed educative, mentre per vostra figlia percorsi di orientamento per ragazzi. Ovviamente, se la ragazza se la sentisse di iniziare un percorso personale di psicoterapia o di supporto psicologico anche individuale sarebbe sicuramente d'aiuto, ma può volerci del tempo e soprattutto penso sia davvero importante per i figli, sempre in linea generale non conoscendo la situazione specifica, vedere che i genitori per primi possono riconoscere di essere in difficoltà, possono chiedere aiuto e possono mettersi a lavoro con loro per venirne fuori tutti insieme. Per un genitore o comunque per chi ha la responsabilità e il compito di prendersi cura di altre persone penso possa essere una delle cose più difficili da fare, ma una grandissima dimostrazione per motivare i propri figli a farsi aiutare e per aiutarli a non sentirsi "qualcosa di rotto da dover aggiustare". Voi in questo modo avete già chiesto aiuto in prima persona ed è già un grande passo. In ultimo, un percorso anche vostro come genitori, in cui vi dedicate del tempo, con qualcuno che possa aiutarvi è importante per poter avere gli strumenti e le energie per essere di supporto anche per vostra figlia e l'uno con l'altro, in una situazione che sicuramente non è facile.
Per quanto riguarda gli interventi proposti, personalmente essendo psicologa mi occupo sia di supporto psicologico, che di supporto alla genitorialità e sono anche un'educatrice socio-pedagogica, altrimenti la psicoterapia, il supporto psicologico e il supporto alla genitorialità sono tendenzialmente offerti anche dal servizio sanitario pubblico; infine, attualmente esistono vari Centri clinici o comunque strutture private dove potenzialmente potete trovare tutti gli interventi e i professionisti di cui avete bisogno.
Dott.ssa Dimitra Tsekou
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Salve signora prima di tutto è già importante che voi vi siate mettendo in moto e state cercando forse una via d'uscita. Se scrivete su questo portale è forse anche perchè crediate che un percorso terapeutico potrebbe aiutare. Le consiglierei vivamente di inizia un percorso forse inizialment lei e suo marito per capire come affrontare questo periodo critico per sua figlia, so che vi sembra strano però se i figli non si fanno aiutare è alcune volte perchè non sanno da dove iniziare, potreste dare un buon esempio che vi aiuterà anche a capire meglio che strategie usare per approcciare la vostra figlia e per capire anche cosa sta succedendo dentro di voi in questo momento. Buon inizio!
Gentili genitori,
grazie per la vostra condivisione. Molti giovani vivono momenti di passaggio , come quello da voi descritto, in cui sembra difficile prendere una qualsiasi decisione sul proprio futuro, anche le più facili, e perlopiù quelle che si prendono si rivelano anche sbagliate.
A ciò si somma una difficoltà di comunicazione con loro, spesso perché si sentono minacciati nella loro privacy e nella loro coscienza, finendo per essere distaccati o, addirittura, distruttivi nelle parole.
A voi va il merito di preoccuparvi del suo bene e aver pensato a un supporto psicologico è una soluzione che potrebbe portare un contributo importante. Ahimè, non ne dovete essere convinti voi e seppure vogliate consigliarla per il meglio, dovrà essere lei a motivare sé stessa di voler risolvere una difficoltà che lei percepisce come tale, oppure semplicemente convincersi che qualcuno possa aiutarla a vivere meglio la sua vita, con maggiore soddisfazione e felicità.
Ogni pressione, ogni spinta non desiderata produrrà l'effetto contrario. Mettetele davanti l'opportunità e lasciate che sia lei a scegliere se farlo e come farlo.

Posso descrivervi, brevemente, l'approccio che io utilizzo e che potrebbe essere di aiuto concreto per vostra figlia. La Psicologia Positiva è una disciplina che utilizza strumenti e strategie orientati a coltivare le emozioni positive, a intraprendere attività coinvolgenti e interessanti, a vivere a pieno le relazioni più significative, a porsi degli obiettivi concreti e provare a realizzarli, e infine a identificare dei chiari scopi e il significato che si vuole attribuire alla propria vita.
E' un percorso per gradi, ma può dare riscontri già nelle prime settimane. Si lavora su concetti come auto-compassione, gratitudine, autostima, comfort-zone, gestione delle emozioni e sviluppo delle potenzialità del carattere.
Si utilizzano schede di lavoro giornaliere o settimanali, ci si confronta spesso con il professionista e si ridefinisce continuamente il percorso, rendendolo su misura del cliente. Vengono anche introdotte pratiche di Mindfulness per allenare la mente a stare nel momento presente in modo consapevole e di sfruttare al meglio l'abilità dell'attenzione. Inoltre, si impara ad affrontare le difficoltà, lo stress e l'ansia con strategie efficaci, sviluppando resilienza e problem solving.

Se desiderate approfondire, sono a vostra disposizione. Così come, se lo vorrà fare per informazione, vostra figlia. Anche tramite consulenza online.
Vi auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Francesca Coretti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno
Può non essere sempre semplice, come genitore, rapportarsi a manifestazioni e vissuti come quelli che racconta di sua figlia. In situazioni come questa, sarebbe importante avviare un percorso di supporto psicologico per voi genitori per aiutarvi a comprendere meglio aclune dinamiche familiari e individuare strategie comunicative più efficaci. Inoltre potrebbe suggerire a sua figlia di iniziare un percorso individuale per riflettere su alcune tematiche personali.
Un saluto
Francesca Coretti
Dott.ssa Sara Verdoliva
Psicologo, Psicologo clinico
Caserta
Buonasera, grazie per aver condiviso la vostra esperienza personale. È evidente che dietro le difficoltà che state vivendo ci sia un grande dispiacere, ma anche un forte desiderio di aiutare vostra figlia e di ristabilire una relazione serena con lei. Le sensazioni che descrivete, come l’essere tagliati fuori dalla sua vita e la scarsa comunicazione, potrebbero essere segnali di un disagio più profondo, di cui vostra figlia potrebbe non essere consapevole. Potrebbe essere utile intraprendere un percorso terapeutico familiare, in cui l’intero sistema famiglia venga coinvolto, poiché le difficoltà manifestate da vostra figlia sembrano avere un impatto importante anche sulle relazioni familiari.
Un’altra possibilità potrebbe essere un percorso individuale, ma solo nel caso in cui sia lei stessa a sentire questa necessità e a riconoscere una propria motivazione a iniziare.
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, ho letto il messaggio e la ringrazio.
Mi dispiace per questa situazione di cui parla. Indubbiamente non dev'essere semplice, ma ci possono essere delle soluzioni.
Non so se ne abbiate già parlato, ma, in ogni caso intraprendere un percorso con un professionista in ambito psicologico potrebbe essere già un valido punto di partenza. Può essere che lei possa percepirlo come una punizione o simili. Tuttavia, si potrebbe pensare intanto di rivolgervi voi come genitori per un primo incontro, di modo da fare il punto della situazione e capire come muoversi verso l'individuazione di strategie funzionali di intervento. E poi, si potrebbe pensare anche di includere vostra figlia nella terapia.
Se invece, parlandone, lei risultasse favorevole o comunque non troppo oppositiva si potrebbe pensare allora di intraprendere subito un percorso direttamente con lei.
Chiedere aiuto a qualcuno di competente nell'ambito può essere un grande aiuto per tutti voi.
Spero di esserle stata d'aiuto e resto a disposizione per qualsiasi cosa.
Buona serata
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Grazie per aver scritto con tanto rispetto e preoccupazione – si sente molto forte il vostro amore per vostra figlia, anche se la situazione sembra davvero faticosa e frustrante. È una dinamica che vivono molte famiglie oggi, soprattutto con ragazzi e ragazze intorno ai vent'anni che si sentono smarriti, arrabbiati, spesso in un mondo che percepiscono come ostile o troppo complicato da affrontare.
Non siete soli, e non avete fallito come genitori. A volte i figli hanno bisogno di “perdersi” un po’ per capire chi sono, anche se per noi adulti è spaventoso vederli così. L’importante è restare una presenza stabile, comprensiva, e non giudicante, anche quando loro sembrano respingerci.
Valutate un coinvolgimento terapeutico per vostra figlia, ma solo se e quando si sente pronta. Forzarla non aiuta, ma se sente che qualcosa sta cambiando in voi, magari potrebbe aprirsi.
Iniziate un supporto psicologico familiare o genitoriale. Un/una terapeuta può aiutarvi ad affrontare il senso di impotenza e frustrazione, e a trovare nuove strategie comunicative. È fondamentale prendersi cura di voi per aiutare lei.
Se volete mi rendo disponibile
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Buonasera,
grazie per aver condiviso con sincerità una situazione così delicata e complessa, che immagino possa essere fonte di grande preoccupazione per voi.

Da ciò che scrive emerge il ritratto di una ragazza che, pur avendo 23 anni, sembra ancora immersa in una fase di forte disorientamento, quasi sospesa tra adolescenza e vita adulta. Il fatto che trascorra molte ore online e che tenda a vedere tutto e tutti in modo negativo potrebbe indicare una profonda difficoltà a trovare un proprio posto nel mondo, un’identità stabile, e forse anche una forma di sofferenza non del tutto elaborata o espressa. La frase “non mi capite” spesso è una richiesta di riconoscimento, anche se detta in modo conflittuale.

Sarebbe utile affiancare due percorsi, che possono procedere in parallelo:

Un supporto psicologico per vostra figlia – ovviamente se lei sarà disposta ad accettarlo. L’obiettivo non è solo aiutarla a “trovare una strada” ma prima ancora a capire sé stessa: come sta, cosa sente, cosa teme, cosa la blocca. Un percorso terapeutico potrebbe darle gli strumenti per uscire dalla passività e dal conflitto costante, e iniziare a costruire una progettualità più adulta.

Un percorso per voi genitori – non perché abbiate “sbagliato” qualcosa, ma perché siete coinvolti emotivamente e avete bisogno di strumenti per affrontare il dialogo con lei in modo diverso, più efficace e meno logorante. Spesso, un confronto con uno psicologo familiare aiuta a trovare modalità nuove di relazione, a riconoscere dinamiche che si ripetono e a disinnescarle.

È comprensibile voler aiutare vostra figlia, ma è altrettanto importante proteggere voi stessi dalla sensazione di impotenza. Ritrovare un canale di ascolto ( magari inizialmente attraverso un professionista esterno ) potrebbe fare davvero la differenza. A volte basta che anche solo un membro della famiglia inizi un percorso per produrre effetti positivi su tutto il sistema.
Resto a disposizione, una buona serata!

Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, vi consiglio un percorso psicologico familiare che vi aiuti a trovare la strada per una comunicazione funzionale. Cordiali saluti.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentili utenti è consigliabile che vostra figlia intraprenda un percorso di supporto psicologico per aiutarla a trovare degli obiettivi di vita.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se doveste avere dei dubbi, potete contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Salve, capisco che la situazione possa essere davvero difficile e frustrante per voi. È normale sentirsi preoccupati quando i propri figli sembrano avere difficoltà a trovare la loro strada. Posso fornirvi alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi a migliorare la comunicazione e a supportare vostra figlia:

Il primo è sicuramente il mettere in atto un ascolto attivo. Provate a creare un ambiente in cui vostra figlia si senta ascoltata e compresa. Potreste iniziare la conversazione chiedendo come si sente riguardo alla sua vita e ai suoi interessi, senza giudicare o interrompere.

Il secondo comprende il sostenere le sue passioni. Se gioca molto online, potrebbe essere utile esplorare se ci sono opportunità professionali legate ai videogiochi, come il game design o il marketing digitale. Mostrare interesse per le sue passioni potrebbe aiutarla a sentirsi più compresa. Il tutto però non deve sfociare nella dipendenza da videogiochi, per cui potrebbe essere necessario il supporto di uno/a psicologo/a.

Il terzo consiglio che vi do è proprio richiedere una consulenza professionale. Potrebbe essere utile coinvolgere un professionista, che possa aiutarla a esplorare le sue emozioni e le sue aspirazioni in un ambiente neutro.

Un altro suggerimento molto importante è il creare delle attività condivise. Provate a trovare attività che possano coinvolgere tutta la famiglia, come sport, hobby o semplici uscite. Questo potrebbe aiutarvi a rafforzare il legame e a creare momenti di dialogo più sereni.

Utilizzate, poi, pazienza e comprensione. Ricordate che trovare la propria strada richiede tempo e che è normale avere alti e bassi. Mostrare pazienza e comprensione può fare una grande differenza.

Spero che questi suggerimenti possano esservi utili. È importante continuare a cercare di comunicare e supportare vostra figlia nel suo percorso. Se avete bisogno di ulteriori consigli, non esitate a chiedere!

Un caro saluto.

Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la situazione che descrive è certamente difficile e, come genitore, comprendo quanto possa essere doloroso e frustrante vedere una figlia in difficoltà e non riuscire a trovare un canale di comunicazione efficace. Il senso di impotenza che traspare dalle sue parole è assolutamente comprensibile, così come il desiderio profondo di comprendere e aiutare. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, questo tipo di dinamica familiare può essere interpretata come un circolo vizioso in cui ciascuna delle parti (voi genitori e vostra figlia) si ritrova in ruoli fissi che si rinforzano a vicenda. Da un lato, voi siete preoccupati, desiderosi di aiutarla, forse anche esasperati da atteggiamenti che sembrano chiusura o opposizione; dall’altro, lei può percepire le vostre parole come giudicanti o poco sintonizzate con il suo mondo interiore, reagendo con rabbia, rifiuto o isolamento. In mezzo a tutto questo, si crea una distanza crescente che rende sempre più difficile il dialogo autentico. È importante sapere che ciò che sta attraversando vostra figlia è qualcosa che molti giovani adulti oggi sperimentano: un senso di smarrimento, di mancanza di direzione, a volte accompagnato da una forte sfiducia verso il mondo esterno e da un rifugio in attività più rassicuranti come il gioco online. In questi casi, il comportamento disfunzionale non va visto come il problema in sé, ma come un tentativo (spesso inconsapevole) di regolare emozioni difficili, come ansia, insicurezza, senso di inadeguatezza o disillusione. La tendenza a percepire il mondo come ostile o le relazioni come deludenti può essere segnale di un malessere più profondo, che probabilmente avrebbe bisogno di essere accolto con uno sguardo terapeutico specifico. Vi consiglierei di valutare la possibilità di intraprendere un percorso familiare, almeno inizialmente, con uno psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale che possa aiutarvi a costruire nuovi strumenti comunicativi e relazionali. Spesso, non è tanto importante “convincere” la persona in difficoltà a cambiare, quanto creare le condizioni relazionali perché senta che c’è uno spazio sicuro dove esprimersi, senza sentirsi giudicata o pressata. In parallelo, potrebbe essere utile che anche vostra figlia, se fosse d’accordo, intraprendesse un percorso individuale per esplorare le sue emozioni, le sue convinzioni su sé stessa e sul mondo, e per sviluppare strategie più efficaci di fronteggiamento. Un punto essenziale sarà lavorare sul concetto di alleanza: farle sentire che non siete “contro” di lei, ma “con” lei, anche se con punti di vista diversi. Questo richiede tempo, pazienza e anche una buona dose di accettazione del fatto che vostra figlia sta cercando (forse in modo caotico) la sua identità e il suo posto nel mondo. Un percorso terapeutico può aiutare molto anche voi, come genitori, a ritrovare un ruolo più sereno e costruttivo, smettendo di sentirvi in trincea. Vi invito quindi a non scoraggiarvi: anche se ora sembra tutto bloccato, la possibilità di aprire nuovi canali esiste, soprattutto se ci si affida a un supporto professionale che aiuti a rimettere in circolo ascolto, comprensione reciproca e piccoli cambiamenti comportamentali. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, capisco quanto possa essere difficile affrontare una situazione come questa. Quando un figlio si sente in contrasto con il mondo e con la famiglia, può esserci un profondo malessere che emerge in vari modi, come l'isolamento online o la difficoltà a trovare un equilibrio nei lavori. La frase "non mi comprendete" potrebbe indicare un bisogno di essere ascoltata senza giudizio, ma potrebbe anche nascondere un senso di confusione o frustrazione interiore che fatica a trovare una via di espressione.

Il percorso che vi consiglierei potrebbe iniziare con una **terapia familiare**, che aiuta a migliorare la comunicazione tra genitori e figli, a comprendere meglio le dinamiche relazionali e a trovare strategie per superare il conflitto. È importante che lei senta di essere ascoltata e che il dialogo non si limiti a risposte o frustrazioni. Una **terapia individuale** potrebbe essere altrettanto utile per lei, in modo che possa esplorare le sue difficoltà e capire meglio se stessa e le sue emozioni. Un professionista potrebbe aiutarla a trovare un percorso che le dia un senso di direzione, e a ridurre la percezione di "confusione" che sembra provare.

Sostenere vostra figlia in modo empatico, evitando di forzarla a cambiare, ma cercando di aiutarla a trovare il suo equilibrio, potrebbe essere un passo importante.
Dott.ssa Lavinia Stefanini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, comprendo la difficoltà per voi genitori nel non sapere come fare con vostra figlia. Credo che orientarsi su una terapia familiare sarebbe la scelta migliore, in aggiunta ad una terapia individuale qualora vostra figlia si sentisse di iniziarla.
La terapia familiare rappresenta un contesto che serve di supporto sia ai genitori sia ai figli, e che consente di risolvere nodi e questioni che rendono il vivere quotidiano in famiglia faticoso.
Resto a disposizione per eventuali necessità, Dott.ssa Lavinia Stefanini
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giuliana Trombetta
Psicologo, Psicologo clinico
Mazzarino
Cara coppia, la situazione che descrivete è purtroppo comune e comprensibile. La transizione all'età adulta può essere un periodo di grande confusione e frustrazione, sia per i giovani che per i loro genitori. Ecco alcuni consigli che potrebbero esservi d'aiuto:
1. Comunicazione e ascolto attivo:
Creare uno spazio sicuro: Cercate di creare un ambiente in cui vostra figlia si senta libera di esprimere i suoi sentimenti senza giudizio. Ascoltatela con attenzione, cercando di capire il suo punto di vista, anche se non lo condividete.
Evitare critiche e giudizi: Le critiche e i giudizi possono solo peggiorare la situazione e creare un muro tra voi. Concentratevi invece sull'ascolto e sulla comprensione.
Comunicazione non violenta: Utilizzate un linguaggio che esprima i vostri sentimenti e bisogni senza accusare o incolpare. Ad esempio, invece di dire "Sei sempre online!", provate a dire "Mi preoccupa che tu passi così tanto tempo online, mi farebbe piacere se potessimo trovare un equilibrio".
Trovare momenti di dialogo: Scegliete momenti tranquilli e privi di distrazioni per parlare con vostra figlia. Evitate di affrontare argomenti delicati quando siete stanchi o arrabbiati.
2. Supporto professionale:
Terapia individuale: Un terapeuta può aiutare vostra figlia a esplorare i suoi sentimenti, a sviluppare strategie di coping e a trovare una direzione per il suo futuro.
Terapia familiare: La terapia familiare può aiutare voi e vostra figlia a migliorare la comunicazione e a risolvere i conflitti.
Orientamento professionale: Un orientatore professionale può aiutare vostra figlia a esplorare le sue passioni e a identificare possibili percorsi di carriera.
3. Altri consigli:
Incoraggiare l'autonomia: Incoraggiate vostra figlia a prendere decisioni e ad assumersi responsabilità, anche se questo significa lasciarla sbagliare.
Stabilire limiti chiari: È importante stabilire limiti chiari e coerenti, soprattutto per quanto riguarda l'uso dei dispositivi elettronici.
Valorizzare i progressi: Riconoscete e valorizzate i progressi di vostra figlia, anche quelli piccoli.
Prendersi cura di sé: È importante che anche voi vi prendiate cura di voi stessi. Cercate supporto da amici, familiari o gruppi di sostegno.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Psicologo, Psicologo clinico
Trinitapoli
Buonasera. Consiglio una terapia familiare.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Dott.ssa Francesca Rossini
Psicologo, Psicologo clinico
Legnano
Buongiorno, da quanto scritto sembra emergere una situazione di comunicazione faticosa all'interno del vostro nucleo familiare.
Le consiglio di indirizzarsi verso un percorso familiare che possa aiutarvi ad approfondire le vostre modalità relazionali e comunicative con l'obiettivo che ognuno di voi possa esprimere e condividere i propri bisogni e le proprie emozioni.
Buona giornata.
Dott.ssa Lucia Mattia
Psicologo, Psicologo clinico
Potenza
Buonasera, suggerisco caldamente un percorso psicologico per sua figlia che esplori la radice dei suoi malesseri e le consenta di ritrovare motivazione e direzione oltrechè a migliorare la comunicazione con voi.

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