Buonasera, mi chiamo Anna e ho 27 anni. Proprio in questo periodo sto andando a convivere con il mio

24 risposte
Buonasera, mi chiamo Anna e ho 27 anni. Proprio in questo periodo sto andando a convivere con il mio fidanzato, con cui sono insieme da diversi anni. All’idea di andare a convivere ero molto felice, fino a qualche giorno fa. Quando ho effettivamente iniziato a portar via le mie cose da casa ho iniziato ad avvertire sensazioni diverse, a cui ho molta difficoltà a dare un nome. Sono legatissima alla mia famiglia con cui ho sempre vissuto, siamo sempre stati “noi” e il pensiero di non condividere più con loro la quotidianità, anche solo sederci a tavola tutte le sere e parlare delle nostre giornate, mi spezza. Nonostante mi sposterò a pochi minuti di auto da casa, quando i miei pensieri iniziano a viaggiare ho diverse crisi di pianto, che non riesco bene ad interpretare, ma che mi fanno stare molto male. Non riesco a capire come fare a superare questo distacco, che so essere assolutamente fisiologico, e come fare a sentirmi meglio.
Grazie mille del vostro supporto!
Dott.ssa Roberta De Vito
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Avellino
Buonasera Anna, tutto ciò che sta vivendo è normale e può accadere. Separarsi dalla famiglia di origine è difficile anche se l'idea della convivenza la rende felice. E' un passo importante e lasciare il "nido" materno è spesso doloroso. Provi a parlarne con loro e con il suo fidanzato così da affrontare la situazione con maggiore serenità, se la sua condizione di difficoltà e angoscia continuerà non esiti a chiedere aiuto ad un professionista.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott. Nunzio Raciti
Psicologo, Psicologo clinico
Misterbianco
Buonasera Anna. Credo sia del tutto comprensibile avvertire il distacco dalla famiglia d'origine, soprattutto perché ciò implica una serie di cambiamenti importanti nella propria vita. Lasciare la famiglia d'origine implica la necessità di dover crescere e doversi assumere responsabilità nuove verso sé stessi e verso chi ci starà accanto da ora in avanti. Le paure derivanti da questo "salto nel vuoto" possono essere numerose, ma si possono affrontare. La cosa essenziale è interrogarsi sulla natura di queste paure e comprendere da cosa esse derivino. Saluti
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, lasciare il certo per l'incerto fa sempre molta paura. Inoltre, come dice lei, il dolore per il distacco è fisiologico. Solo lei però può sapere se questa sofferenza vale la pena di essere vissuta o meno. Cordiali saluti.
Dott.ssa Noemi Braccini
Psicologo, Psicologo clinico
Caserta
Gentile Anna,
la convivenza è un importante momento di cambiamento del ciclo di vita di una persona che, per quanto fisiologico, può non essere privo di pensieri e sensazioni simili a quelle che cita. Lo descrive molto bene attraverso il "noi" familiare. Un supporto in questa fase di cambiamento della sua vita, una fase di transizione, potrebbe esserle utile per crearsi uno spazio di elaborazione e di riflessione su quello che potrebbe significare per lei e attorno a lei la convivenza, fornendole la possibilità di scoprire meglio chi sia lei in quel "noi".

Cordiali Saluti,
Dott.ssa Noemi Braccini
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera Anna,

Capisco perfettamente il disagio che sta vivendo in questo periodo di transizione. La convivenza con il proprio compagno rappresenta un cambiamento importante, e non sorprende che questo momento, che dovrebbe essere felice, possa generare emozioni contrastanti. Il legame forte con la famiglia è un aspetto positivo, ma quando si affronta un cambiamento così grande, è normale sperimentare sentimenti di tristezza, perdita e anche paura, poiché si sta passando da una situazione di familiarità e sicurezza a una più indipendente e diversa.

Le crisi di pianto e il malessere che descrive potrebbero essere segni di un conflitto interiore legato alla paura del cambiamento e al distacco dalle persone care. Anche se il distacco è fisiologico e parte del processo di crescita, affrontarlo può essere emotivamente difficile. La consapevolezza di ciò che sta accadendo, insieme al supporto di qualcuno che possa aiutarla a elaborare questi sentimenti, può sicuramente rendere il percorso più gestibile.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio questi sentimenti e a trovare strategie per affrontare il distacco dalla famiglia in modo sano, permettendole di adattarsi alla nuova situazione con serenità.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott. Omar Saggioro
Psicologo, Psicologo clinico
Boschi Sant'Anna
Buonasera Anna, stai affrontando un grande cambiamento di vita, dove le certezze che avevi come ad esempio, il condividere la giornata durante la cena con la tua famiglia o la tua quotidianità vengono ("minate") dalla scelta che stai facendo. Molte persone, quando si trovano dinanzi a questi cambiamenti vivono delle difficoltà. La cosa a tuo favore è che vivrai a pochi minuti di distanza da loro, ma anche che ora potrai condividere la tua nuova quotidianità con il tuo ragazzo, e quando lo vorrai potrai comunque andare a trovare i tuoi. Tieni presente però, che ad un certo punto nella vita è sano staccarsi dalla famiglia di origine, per iniziare a costruirsi la propria vita ed inseguire obiettivi sia personali che di coppia. Se la scelta che stai facendo, ti porta a stare male per un periodo prolungato, ti consiglio di contattare un professionista che ti possa accompagnare in questo momento.
In caso di necessità rimango a disposizione.
Dr. Omar Saggioro
Buonasera, penso che di fronte a cambiamenti importanti, come quelli che Lei sta vivendo, possono esserci emozioni e sensazioni diverse e alcune situazioni che non si capiscono subito bene, in quanto si va verso il nuovo. Inoltre, di fronte a delle scelte, dobbiamo far i conti tra ciò che decidiamo di raggiungere e ciò che lasciamo. Le consiglio di iniziare un percorso con un professionista, in modo che possa aiutarla a dare un nome a ciò che ora non le risulta chiaro e per essere accompagnata in questo distacco e momento di cambiamento.
Buona giornata!
Dott.ssa Valeria Franco
Psicologo clinico, Psicologo
Barletta
Salve Anna. Il momento in cui si lascia la casa in cui si è cresciuti, o comunque dove ci sono i nostri affetti, è spesso molto complesso. Adesso lei sta vivendo non solo un momento di transizione verso una maggiore autonomia ma sta andando anche in contro ad una convivenza, che è un momento di trasformazione non solo per lei e il suo ragazzo come singoli ma anche come coppia. I sentimenti che sta sperimentando sono del tutto normali e fanno parte di questo cambiamento. La maggiore autonomia, quindi il distacco dai suoi genitori, la mette nella situazione di adattarsi ad una nuova situazione dove non cenerà più tutte le sere con la sua famiglia ma con il suo fidanzato, e vedrà meno la sua famiglia, ma non per questo non può essere presente per loro e viceversa! Il cambiamento spaventa sempre ma pian piano si può imparare ad adattarsi.
Se ha bisogno, non esiti a contattarmi! In bocca al lupo per la sua nuova esperienza!
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Cara Anna,

Innanzitutto, voglio dirti che quello che stai vivendo è una fase assolutamente normale, anche se può essere emotivamente difficile. La tua difficoltà a separarti dalla famiglia è legata al naturale processo di svincolo, che rappresenta la transizione da una dipendenza affettiva e relazionale dalla famiglia di origine verso una nuova forma di autonomia emotiva e relazionale, che si sviluppa con il partner. Questo processo è fondamentale nella crescita psicologica, poiché ci permette di definire meglio chi siamo come individui separati, anche se facciamo ancora parte di un contesto familiare che ci ha formato.

Il fatto che ti manchi la quotidianità condivisa con la tua famiglia è una manifestazione naturale dell’attaccamento che hai verso di loro. Le emozioni che provi, come la tristezza e le crisi di pianto, sono segnali del legame forte che hai con loro e, al tempo stesso, della difficoltà ad abbandonare quella familiarità e quella sicurezza. Questo distacco ti porta a confrontarti con una parte di te che, per molto tempo, è stata definita dal tuo essere parte di un "noi" familiare. Ora, il passaggio a diventare "tu", separata ma connessa, è una sfida emotiva che richiede tempo.
È normale sentire una certa tristezza e un senso di vuoto all’inizio. Quello che stai vivendo non è un segno di debolezza, ma piuttosto una parte naturale di un processo di crescita e maturazione. Con il tempo, quando comincerai a sentire una nuova stabilità nella tua nuova casa, i sentimenti di tristezza diminuiranno.

Inoltre, cerca di trovare modi per mantenere viva la connessione con la tua famiglia: potrebbe essere utile stabilire delle routine che ti permettano di sentirti ancora legata a loro, come ad esempio organizzare dei momenti da trascorrere insieme, mantenere una comunicazione regolare e dare valore alla tua nuova vita con il tuo partner senza sentirti in colpa per i legami familiari che mantieni.

Infine, ricorda che la crescita non implica mai tagliare i ponti con il passato, ma imparare a integrare i legami affettivi in modo nuovo e sano. Il distacco non significa meno amore o meno importanza della tua famiglia, ma una nuova forma di indipendenza che ti permetterà di costruire un nuovo capitolo della tua vita accanto al tuo fidanzato.

Un caro saluto
Dott.ssa A.Mustatea
Dott.ssa Alessia Penzavecchia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Anna,
quello che sta vivendo è un passaggio naturale e significativo nella sua vita. La convivenza rappresenta una tappa importante, non solo per la coppia, ma anche per la propria crescita personale. Le emozioni contrastanti che prova sono comprensibili: da un lato l'entusiasmo per questa nuova fase, dall’altro il dolore legato al distacco dalla sua famiglia di origine, con cui ha costruito un forte senso di appartenenza.
Questo processo consiste nella capacità di mantenere un legame affettivo con la propria famiglia pur costruendo una nuova identità autonoma. Non significa scegliere tra la famiglia e la nuova vita di coppia, ma trovare un equilibrio che le permetta di sentirsi connessa a entrambi i mondi senza perdere sé stessa.

Se il malessere dovesse persistere o risultare troppo intenso, un supporto psicologico potrebbe aiutarla a dare significato a queste emozioni e ad affrontare il passaggio con maggiore serenità.

Le auguro il meglio per questa nuova fase della sua vita.

Un caro saluto.
Buonasera gentile utente.
I cambiamenti possono rappresentare delle sfide per alcune persone, soprattutto se impongono l'abbandono di qualcosa che si conosce bene e in cui ci si sente sicuri da sempre (sia anche la propria routine o la familiarità degli spazi abitativi), per abbracciare qualcosa di sconosciuto, che non si è sicuri al 100% che sarà bello e positivo. Quello di lasciare la casa genitoriale per trasferirsi in una nuova abitazione con il suo fidanzato è sicuramente una novità importante, che le richiederà un adattamento, può quindi essere normale provare un senso di smarrimento e di nostalgia, nonostante la distanza non sia così grande. Le consiglio di darsi del tempo per adattarsi al nuovo ambiente e creare delle routines che le restituiscano un senso di familiarità.
Se tuttavia dovesse trovare questo compito troppo arduo, parlare con un/a psicologo/a potrebbe aiutarla a meglio comprendere ciò che sta vivendo e a supportarla in questa fase di cambiamento, dandole dei consigli utili per affrontarla al meglio.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera Anna, capisco bene quanto questo momento sia per lei carico di emozioni contrastanti. Il passaggio alla convivenza è un cambiamento importante nella vita di una persona e porta con sé sia entusiasmo che paura. È normale provare sentimenti di tristezza e malinconia nel distaccarsi dalla famiglia d’origine, soprattutto se il legame è stato sempre forte e la condivisione quotidiana è stata una parte essenziale della sua vita. Il fatto che fino a pochi giorni fa si sentisse felice e ora stia vivendo questa difficoltà non significa che la scelta di convivere sia sbagliata, ma piuttosto che il cambiamento sta attivando in lei emozioni profonde legate alla separazione. Ciò che sta provando non è insolito e trova spiegazione nella nostra naturale tendenza ad attaccarci ai contesti che ci fanno sentire sicuri. La famiglia è stata il suo punto di riferimento per anni, il luogo dove si è sentita protetta, accolta e amata. Separarsene, anche solo fisicamente, può far emergere paure e insicurezze, come il timore di perdere quel senso di appartenenza o di non riuscire più a mantenere lo stesso rapporto. Il suo dolore non significa che non sia pronta per la convivenza, ma che sta elaborando questo passaggio in un modo molto sentito e profondo. Ciò che potrebbe aiutarla è provare a cambiare prospettiva: la sua famiglia non scompare, il legame con loro non si interrompe, cambia solo la modalità con cui lo vivrà. Può continuare a mantenere i rituali che per lei sono importanti, come sentire i suoi cari ogni giorno, passare da loro per un caffè o organizzare una cena insieme. In questo momento il suo cervello sta interpretando il distacco come una perdita, ma in realtà è una trasformazione: sta costruendo una nuova casa con il suo compagno, ma questo non significa che debba rinunciare alle sue radici. Le emozioni che prova meritano spazio e ascolto. Non si colpevolizzi per le crisi di pianto, fanno parte del processo di adattamento e, con il tempo, si attenueranno. Può essere utile parlare con i suoi familiari di come si sente, condividere con loro queste emozioni senza paura di essere giudicata. Il loro sostegno potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola in questo passaggio. Infine, provi a concentrarsi sugli aspetti positivi della nuova fase che sta iniziando: l’opportunità di costruire una quotidianità diversa con il suo compagno, di scoprire nuove abitudini e di sentirsi autonoma, pur mantenendo un legame saldo con la sua famiglia. Ogni grande cambiamento porta con sé una fase di adattamento, ma con il tempo e un po’ di pazienza, troverà il suo equilibrio e riuscirà a vivere questo passaggio con più serenità. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Elisa Rizzotti
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Pordenone
Gentile Anna,
La sua descrizione tocca un nodo cruciale delle transizioni relazionali: il passaggio dalla vita familiare alla convivenza richiede un riassestamento emotivo che può attivare sensazioni complesse, anche quando la scelta è consapevolmente desiderata. Il dolore che prova per il distacco dalla quotidianità condivisa con la famiglia è una reazione normale, perché sta lasciando andare una parte di sé legata al "noi" familiare che si sta modificando. Rendere questo processo graduale (concedersi tempo per sperimentare nuove routine e spazi individuali all’interno della casa condivisa con il suo fidanzato, ....) potrebbe aiutarla. Credo comunque che un percorso terapeutico potrebbe offrirle strumenti per trasformare il dolore attuale in una risorsa di crescita, sia personale che di coppia.
Dott.ssa Elisa Rizzotti
Dott.ssa Shana Baratto
Psicologo, Psicologo clinico
Levico Terme
Buongiorno Anna, grazie per la sua condivisione.
Questo per lei è sicuramente un momento di grande cambiamento. Spesso, nei cambiamenti che affrontiamo ci accompagnano diverse emozioni come l'entusiasmo, per ciò che andremo a vivere, e al contempo la paura, per ciò che invece lasciamo -e conosciamo-, in questo caso la sua CASA d'origine.
Questa fase del ciclo di vita che sta affrontando, probabilmente, ha attivato una serie di preoccupazioni che, come ha detto anche lei, possiamo considerare fisiologiche. Il tempo, in questo, potrà sicuramente aiutarla nel fare esperienza della presenza della sua famiglia in una modalità nuova.
Nonostante ciò, se le crisi di pianto e i pensieri di sconforto legati alla quotidianità dovessero persistere, le suggerisco di contattare un professionista psicologo che la potrebbe aiutare a vivere questa fase di passaggio con maggiore benessere.
Rimango a disposizione, anche online.
Saluti dott.ssa Shana Baratto
Buonasera Anna,
Quel che sta attuando in questo momento è una parte fondamentale del processo di differenziazione dalla propria famiglia d'origine. Ci si differenzia pian piano in tante piccole cose, l'uscita di casa è una parte rilevante e può essere difficile e doloroso. Sta salutando una quotidianità, delle dinamiche, una routine, alcuni dei vostri spazi. In qualche modo è come un lutto. Forse in questo momento non deve necessariamente sentirsi meglio, forse potrebbe provare a vivere semplicemente la sofferenza connessa a questo momento.
Se posso provare a darle un differente punto di vista: può continuare a condividere tanti momenti con loro, saranno semplicemente differenti da quelli a cui era abituata fino ad ora, loro sono ancora lì e, come dice lei stessa, a pochi minuti da casa sua, quando sentirà la necessità di passare del tempo con loro, potrà farlo.
Non sta finendo il vostro rapporto, sta evolvendo :)
Ciao Anna, grazie davvero per questo messaggio così sincero e toccante. Quello che stai vivendo è qualcosa di profondamente normale e umano, ma spesso si fatica a riconoscerlo e dargli il giusto spazio. Tu l’hai fatto con grande lucidità e sensibilità.
Andare a convivere con la persona che si ama è un passo importante, spesso atteso e desiderato. Ma ciò non annulla il fatto che sia, al tempo stesso, un lutto. Un piccolo grande lutto quotidiano: stai lasciando una forma di vita che ti ha cresciuta, nutrita e definita. E anche se rimane l’amore per la famiglia, cambia la forma dell’intimità che avevate.


Non sei in crisi perché stai facendo qualcosa di sbagliato, ma perché stai vivendo un passaggio evolutivo. Il cuore lo sa, anche quando la mente razionale dice: “è normale, abito a pochi minuti”. La verità è che non sono i chilometri a fare la distanza, ma il fatto che non tornerai più a casa nel modo in cui eri abituata. E questo fa male.
I pianti che stai vivendo non vanno “aggiustati” o evitati, ma ascoltati. Sono segni di un amore grande verso le tue radici, e anche della consapevolezza che stai per diventare, ancora di più, adulta. Quel pianto non è debolezza, è profondità e in fondo, è anche un atto d’amore verso te stessa: stai dicendo addio a qualcosa di prezioso.
Non esistono formule magiche per sentirsi meglio, ma ci sono alcune cose che possono aiutare:
-Datti il permesso di vivere questa transizione con lentezza. Non devi “essere già felice” o entusiasta ogni giorno. La convivenza non è una linea retta, è un adattamento emotivo.
-Parla con la tua famiglia del tuo vissuto. Anche solo dire: "Mi mancheranno i momenti a tavola insieme” crea un ponte tra ciò che era e ciò che sarà. Non è una rottura, è un'evoluzione del legame.
-Coinvolgi il tuo fidanzato. Non perché debba “riempire un vuoto”, ma perché può aiutarti a trasformare il nuovo spazio in un luogo che ha anche il sapore della tua casa di origine.
-Concediti dei rituali. Magari una cena settimanale con i tuoi, una colazione della domenica, un messaggio ogni sera. I legami non si perdono: cambiano forma ma restano vivi se li curi.
Stai costruendo qualcosa di nuovo, ma questo non cancella ciò che hai vissuto: sei la somma di tutte le case che hai abitato, e puoi portarle con te, dentro di te, ovunque tu vada.
Anna, ti prometto che questa sensazione di smarrimento si trasformerà con il tempo. E anche se ora ti sembra difficile, imparerai a sentirti “a casa” dentro di te.
Se ti fa piacere, possiamo anche pensare insieme a come accompagnarti in questa transizione, magari con una piccola “mappa emotiva” o con uno spazio di scrittura per elaborare questa fase.

Un abbraccio grande.
E complimenti per il coraggio dolce che stai mostrando.
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile Anna,
le emozioni che sta vivendo in questo periodo sono comprensibili dato il cambiamento importante che sta affrontando. Il distacco dalla propria famiglia e l'inizio di una convivenza con il suo fidanzato possono evocare sentimenti di incertezza, tristezza e paura, che è importante riconoscere e affrontare. Questi sentimenti non sono anomali, ma è fondamentale comprenderli e imparare a gestirli. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per esplorare questi vissuti e acquisire strumenti utili per affrontare al meglio questo periodo di transizione.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrivo poichè capisco quanto questa situazione possa avere un impatto sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa aiutarla soprattutto a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essere utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL
Dott.ssa Virginia Bruffa
Psicologo clinico, Psicologo
Velletri
Ciao Anna,

Quello che provi è assolutamente normale. La convivenza è un grande passo e, anche se eri entusiasta, ora il distacco dalla tua famiglia si fa sentire. Sei molto legata a loro, e il pensiero di non condividere più la quotidianità come prima può essere doloroso.
Non preoccuparti se ti senti in bilico tra felicità e malinconia: è parte del cambiamento. Con il tempo, troverai un nuovo equilibrio. Nel frattempo, concediti di provare queste emozioni senza giudicarle. Puoi mantenere momenti speciali con la tua famiglia, come cene settimanali o chiamate quotidiane, per rendere il passaggio più dolce.
Anche il tuo fidanzato può esserti d’aiuto, parlagli di quello che senti. E ricorda: stai costruendo qualcosa di nuovo, ma senza perdere ciò che è importante per te. Dai tempo a te stessa, queste sensazioni si attenueranno. Un saluto.
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Gentile Anna, buongiorno. La ringrazio per aver scelto di aprirsi qui e per il suo messaggio, chiaro e molto comprensibile. Mi spiace cogliere il suo vissuto attuale di fatica....si avverte facilmente la delicatezza di questo momento per lei.
Ogni cambiamento può portare con sè vissuti di felicità ma anche di preoccupazione o di fatica se ci voltiamo indietro. La convivenza è una tappa importante per lei, e, come lei dice, la difficoltà non è data dalla distanza, anche perchè non si allontana di molto dai suoi genitori. La complessità del momento è data dal cambiamento che per lei assume le sembianze di una fase di passaggio con il trasloco, e poi con un nuovo inizio vivendo con il suo compagno.
E' importante considerare che senza cambiamento, senza aprirci alla vita e alle nuove possibilità che ci offre, resteremo fermi e in stallo. Crescere comporta anche prendere delle decisioni per sè e lei lo sta facendo, se lo sta dimostrando proprio in questo momento. Consideri comunque che la sua rete familiare continuerà ad appartenere al suo presente, e che continuerà a condividere momenti con la sua famiglia.
Se la scelta è quella di convivere con il suo compagno e il suo rimpianto sono i momenti serali di convivialità con i genitori, perchè non provare a gestire altri momenti della giornata o della settimana in cui ritrovarsi assieme? Le chiedo: un cambiamento necessariamente comporta una rinuncia?
Resto a disposizione e le auguro il meglio. Dott.ssa Letizia Turchetto


quello che sta vivendo è un passaggio naturale e significativo nella sua vita. La convivenza rappresenta una tappa importante, non solo per la coppia, ma anche per la propria crescita personale. Le emozioni contrastanti che prova sono comprensibili: da un lato l'entusiasmo per questa nuova fase, dall’altro il dolore legato al distacco dalla sua famiglia di origine, con cui ha costruito un forte senso di appartenenza.
Questo processo consiste nella capacità di mantenere un legame affettivo con la propria famiglia pur costruendo una nuova identità autonoma. Non significa scegliere tra la famiglia e la nuova vita di coppia, ma trovare un equilibrio che le permetta di sentirsi connessa a entrambi i mondi senza perdere sé stessa.
Dott.ssa Jane Bonanni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera cara Anna,
i cambiamenti mettono sempre paura, è fisiologico, soprattutto quando si avvicinano. Ricordo un quadro della casa dei miei genitori intitolato "il primo passo fuori dell'uscio è sempre il più difficile". Ecco, nella vita ci sono tanti "passi fuori dell'uscio" metaforici: un cambio di lavoro, l'inizio di una nuova relazione, passare dalla scuola all'università o dall'università al mondo del lavoro e così via. Lei in questo momento sta affrontando quello che oltre all'aspetto metaforico racchiude in sé anche l'aspetto concreto: lasciare il nido e volare con le proprie ali. E' più che comprensibile che le metta paura. Ci sono dietro mille sentimenti che posso provare a immaginare: la difficoltà della separazione, innanzitutto. Ma provi a vederla così: i suoi genitori saranno sempre li per lei e viceversa, anche lei per loro. La lontananza, peraltro limitata nello spazio, il non vivere nella stessa casa on vuol dire perderli, vuol dire concedersi di viverli con una modalità diversa, più adulta, più alla pari. Accolga la sua paura e la coccoli un poco, aiuta a renderla più maneggevole, ma non si faccia bloccare. La vita va vissuta in tutte le sue sfumature, e si, paura compresa! E se non ce la fa.. beh.. allora ci siamo noi psicologi! In bocca al lupo per un nuovo inizio!
Buonasera Anna,
grazie per aver condiviso le tue emozioni, quello che stai vivendo è del tutto naturale: il passaggio dalla casa della famiglia d'origine alla convivenza con il proprio partner è un cambiamento importante, e come ogni cambiamento porta con sé emozioni contrastanti ed ambivalenti. Da un lato, c’è l’entusiasmo per una nuova fase della vita; dall’altro, c’è il dolore del distacco, perché la tua famiglia rappresenta le tue radici, la tua sicurezza affettiva, e il pensiero di modificare questa quotidianità può generare malinconia e incertezza. Il fatto che tu non riesca a dare un nome preciso alle tue emozioni è comprensibile, poichè il tuo mondo interiore sta riorganizzandosi, e a volte le emozioni emergono prima ancora di essere comprese del tutto. Una cosa molto importante da ricordare è che questo non è un "addio", ma una trasformazione del vostro rapporto. La vicinanza fisica rimane, e anche la connessione emotiva non cambierà: potrai continuare a condividere momenti con loro, magari creando nuove abitudini, come cene settimanali insieme o telefonate quotidiane. Concediti il tempo di adattarti a questa nuova dimensione senza colpevolizzarti per ciò che senti. Ti invito a vivere questa fase con gentilezza verso te stessa, accogliendo le emozioni senza giudicarle. Se riesci, prova a parlarne apertamente con la tua famiglia e il tuo partner, esprimendo ciò che provi: il sostegno di chi ti vuole bene può essere prezioso. Se con il tempo dovessi continuare a sentirti sopraffatta da queste emozioni, potrebbe essere utile un percorso di supporto per aiutarti a elaborare questo passaggio con maggiore serenità.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni
Dott.ssa Silvestri
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente i cambiamenti, seppur positivi, portano anche emozioni negative; abituarsi ad una nuova routine non è semplice, è coerente il suo stato d'animo. Un percorso di supporto psicologico almeno per questa fase potrebbe esserle utile.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Arianna De Vivo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Salve Anna, ciò che lei sente è conseguenziale all'allontanamento dal suo amato nucleo familiare, le novità per quanto siano entusiasmanti, al tempo stesso, possono generare anche paura e tristezza. Ciò che sta vivendo è una fase di transizione dal suo nucleo familiare con cui è sempre stata e con quello che sta nascendo, quindi provi ad accogliere tutte le emozioni che sente, ricordandosi che non sta abbandonando nessuno, ma sta facendo spazio ad altro senza scappare o deludere. In bocca al lupo per la sua nuova vita!

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.