Buonasera io stasera vengo con una domanda molto curiosa ,la mia psicologa da 3 seduta in qua fa dei
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Buonasera io stasera vengo con una domanda molto curiosa ,la mia psicologa da 3 seduta in qua fa dei movimenti strani
Tipo si alumga le braccia si sistema la schiena come se facesse stretching. Ma secondo voi è normale???la annoio???
Tipo si alumga le braccia si sistema la schiena come se facesse stretching. Ma secondo voi è normale???la annoio???
Buonasera,
la tua osservazione è assolutamente legittima, ed è comprensibile che ti abbia fatto sorgere qualche dubbio. Tuttavia, ciò che descrivi — movimenti come allungarsi le braccia o sistemarsi la schiena — non necessariamente indica noia o disinteresse. Potrebbero semplicemente essere gesti automatici o un modo per la professionista di mantenere la concentrazione e la presenza durante la seduta, specialmente se passa molte ore consecutive a sedere.
Va anche considerato che i terapeuti, come tutte le persone, possono avere momenti in cui sentono il bisogno di muoversi per ragioni fisiche, come evitare tensioni muscolari o dolori posturali. Questo non toglie nulla all’attenzione e alla qualità dell’ascolto che ti stanno offrendo.
Tuttavia, se questi comportamenti ti fanno sentire a disagio o ti portano a mettere in dubbio il coinvolgimento della terapeuta, può essere molto utile parlarne direttamente con lei. Esprimere come ti senti all’interno del percorso terapeutico fa parte del lavoro stesso e può rafforzare la relazione terapeutica, chiarire eventuali incomprensioni e migliorare l’esperienza complessiva.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire meglio questi vissuti e il significato che assumono per te, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la tua osservazione è assolutamente legittima, ed è comprensibile che ti abbia fatto sorgere qualche dubbio. Tuttavia, ciò che descrivi — movimenti come allungarsi le braccia o sistemarsi la schiena — non necessariamente indica noia o disinteresse. Potrebbero semplicemente essere gesti automatici o un modo per la professionista di mantenere la concentrazione e la presenza durante la seduta, specialmente se passa molte ore consecutive a sedere.
Va anche considerato che i terapeuti, come tutte le persone, possono avere momenti in cui sentono il bisogno di muoversi per ragioni fisiche, come evitare tensioni muscolari o dolori posturali. Questo non toglie nulla all’attenzione e alla qualità dell’ascolto che ti stanno offrendo.
Tuttavia, se questi comportamenti ti fanno sentire a disagio o ti portano a mettere in dubbio il coinvolgimento della terapeuta, può essere molto utile parlarne direttamente con lei. Esprimere come ti senti all’interno del percorso terapeutico fa parte del lavoro stesso e può rafforzare la relazione terapeutica, chiarire eventuali incomprensioni e migliorare l’esperienza complessiva.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire meglio questi vissuti e il significato che assumono per te, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Gentile utente,
questa domanda è molto interessante! La esorto a parlarne con la sua psicologa poiché, per quanto possa sembrare banale può dare delle informazioni maggiori sulla valutazione che lei dà agli eventi. Per esempio il fatto che il suo interlocutore stia facendo stretching (o qualcosa di simile) le ha fatto pensare di annoiare l'altro, questo può essere un buon spunto di partenza per poterne ragionare insieme.
Come risposta breve posso consigliarle di provare a dare altre interpretazioni a questi movimenti: che ragioni ci potrebbero essere per un comportamento simile? Potrebbe aiutarla a non focalizzarsi su alcune valutazioni più negative. A volte il nostro cervello tende a farci pensare a una sola alternativa, ma è importante allenarlo a trovare altre motivazioni, per renderlo il più flessibile possibile!
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
questa domanda è molto interessante! La esorto a parlarne con la sua psicologa poiché, per quanto possa sembrare banale può dare delle informazioni maggiori sulla valutazione che lei dà agli eventi. Per esempio il fatto che il suo interlocutore stia facendo stretching (o qualcosa di simile) le ha fatto pensare di annoiare l'altro, questo può essere un buon spunto di partenza per poterne ragionare insieme.
Come risposta breve posso consigliarle di provare a dare altre interpretazioni a questi movimenti: che ragioni ci potrebbero essere per un comportamento simile? Potrebbe aiutarla a non focalizzarsi su alcune valutazioni più negative. A volte il nostro cervello tende a farci pensare a una sola alternativa, ma è importante allenarlo a trovare altre motivazioni, per renderlo il più flessibile possibile!
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
Gentile utente, assolutamente non è annoiata da lei. Molto probabilmente ha la necessità di fare questi movimenti perchè stando molte ore seduta ha l'esigenza di alleviare la tensione lombare.
Gentile utente, grazie per la condivisione. Data la sua curiosità, credo che chiedere direttamente al suo terapeuta possa incrementare il vostro rapporto di fiducia e di alleanza terapeutica. Talvolta, stando seduti molte ore nella nostra professione, è necessario cambiare posizione.
cordiali saluti
AV
cordiali saluti
AV
Buonasera. La tua osservazione è assolutamente legittima e mi colpisce il fatto che tu l’abbia portata con curiosità, ma anche con una sfumatura di perplessità. In terapia, tutto ciò che accade nella relazione può diventare materiale prezioso da esplorare insieme, quindi anche la sensazione di noia che temi di suscitare potrebbe essere un tema interessante da affrontare, anche confrontandoti con la terapeuta stessa. In fondo non possiamo sapere con certezza cosa stia comunicando la tua terapeuta con quei gesti (magari ha semplicemente bisogno di muoversi un po’ dopo tante ore seduta) ma ciò che conta è cosa questi gesti evocano in te e cosa significa per te e per la vostra relazione terapeutica.
Buonasera,
capisco la sua curiosità e anche il suo dubbio. A volte durante una seduta, anche il corpo del terapeuta può “muoversi” — ad esempio per sciogliere una tensione muscolare, stirarsi leggermente o semplicemente cambiare posizione. Questo non significa affatto che lei stia annoiando la sua psicologa!
Anzi, il fatto che lei noti questi dettagli dimostra quanto è attenta e coinvolta nella relazione. Se questo gesto l’ha colpita o le ha suscitato un dubbio, può essere utile condividerlo direttamente con lei: anche questi sono ottimi spunti di lavoro terapeutico, che aiutano a rafforzare la relazione.
Un caro saluto,
Elvira Merando
Psicologa – Psicoterapeuta breve strategica (in formazione)
capisco la sua curiosità e anche il suo dubbio. A volte durante una seduta, anche il corpo del terapeuta può “muoversi” — ad esempio per sciogliere una tensione muscolare, stirarsi leggermente o semplicemente cambiare posizione. Questo non significa affatto che lei stia annoiando la sua psicologa!
Anzi, il fatto che lei noti questi dettagli dimostra quanto è attenta e coinvolta nella relazione. Se questo gesto l’ha colpita o le ha suscitato un dubbio, può essere utile condividerlo direttamente con lei: anche questi sono ottimi spunti di lavoro terapeutico, che aiutano a rafforzare la relazione.
Un caro saluto,
Elvira Merando
Psicologa – Psicoterapeuta breve strategica (in formazione)
Gentile utente, potrebbe essere molto utile, sia per lei che per la sua psicologa, portare queste domande direttamente in seduta e confrontarsi apertamente su quanto emerso. In particolare, sarebbe interessante esplorare insieme l’interpretazione di questo comportamento come possibile espressione di noia, cercando di comprenderne il significato all’interno del vostro percorso e della vostra relazione terapeutica. Quando osserva questi movimenti, come si sente? Le capita di percepire in sé una sensazione di noia? Potrebbe trattarsi di una forma di confluenza, oppure di un evitamento rispetto a qualcosa che sta emergendo nel dialogo? O, al contrario, la reazione della terapeuta le suscita fastidio o rabbia?
Approfondire queste dinamiche potrebbe offrirle preziosi spunti non solo sul momento presente, ma anche su come lei tende a muoversi nelle relazioni più significative.
Approfondire queste dinamiche potrebbe offrirle preziosi spunti non solo sul momento presente, ma anche su come lei tende a muoversi nelle relazioni più significative.
Buonasera, la sua domanda è molto interessante e rivela una sensibilità particolare nel cogliere ciò che accade nell’interazione terapeutica. Si tratta di una riflessione che molte persone si pongono in terapia, soprattutto quando iniziano a notare comportamenti del terapeuta che sembrano inusuali o fuori dallo schema “classico” che ci si immagina. Vorrei rassicurarla innanzitutto sul fatto che i gesti che descrive, come allungare le braccia o sistemare la schiena, sono del tutto compatibili con il normale comportamento umano, anche in un contesto professionale come quello terapeutico. Le persone, compresi i terapeuti, possono sentire il bisogno di assumere posizioni più comode, di sciogliere eventuali tensioni muscolari o anche semplicemente di “riattivare” il corpo durante un colloquio, soprattutto se si trovano sedute a lungo e concentrati. Capisco però la sua preoccupazione: si è forse chiesto se questi gesti possano indicare disinteresse o noia nei suoi confronti. Questa è una sensazione comune tra pazienti che hanno a cuore la relazione terapeutica e che, come lei, sono attenti a segnali che potrebbero suggerire distacco o giudizio. In una prospettiva cognitivo-comportamentale, questi pensieri possono essere osservati e messi gentilmente in discussione. Ad esempio, possiamo chiederci: “Ho prove oggettive che si stia annoiando, oltre ai movimenti?” oppure “Potrebbero esserci altri motivi più plausibili per cui si muove in quel modo?”. Spesso i nostri pensieri automatici ci portano a interpretare situazioni ambigue in modo negativo, soprattutto se siamo inclini a pensare di essere di peso o a dubitare del nostro valore. In terapia si lavora proprio su questi pensieri, per riconoscerli, valutarli criticamente e sviluppare interpretazioni più realistiche e meno ansiogene. Ciò che le suggerirei, se se la sente, è di portare direttamente questa sua osservazione alla sua terapeuta. Il setting terapeutico è anche e soprattutto uno spazio sicuro in cui poter parlare apertamente di ciò che si prova, inclusi dubbi o piccole inquietudini come questa. Condividerlo potrebbe aiutarla a sentirsi più a suo agio e rafforzare la fiducia nel percorso. Inoltre, la sua terapeuta potrà spiegare, se lo riterrà opportuno, cosa c’è dietro a quei gesti, e questo le restituirà un senso di trasparenza e sicurezza. Il fatto che lei si ponga domande sul significato del comportamento altrui, che cerchi di capire, è un segno di consapevolezza e di desiderio di costruire un rapporto terapeutico autentico. Non è solo “curiosità”: è attenzione, è desiderio di capire e di farsi capire, ed è assolutamente legittimo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve,
Può portare questo elemento alla sua psicologa, esplicitando il suo timore di annoiarla, al fine di avere un feedback e un confronto costruttivo con quest’ultima.
Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Può portare questo elemento alla sua psicologa, esplicitando il suo timore di annoiarla, al fine di avere un feedback e un confronto costruttivo con quest’ultima.
Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Buonasera, provi a domandarlo direttamente a lei
Buongiorno. È comprensibile avere curiosità sui comportamenti della sua psicologa.
I movimenti che ha notato potrebbero essere semplicemente una sua abitudine personale ed i motivi possono essere molteplici.
È poco probabile che lei stia annoiando la sua psicologa, ma se questo la preoccupa potrebbe considerare di parlarne con lei. La trasparenza è importante nella relazione terapeutica e potrebbe essere un'opportunità per approfondire ulteriormente il vostro rapporto: credo che scoprirà cose molto interessanti su di sé. Buon lavoro terapeutico!
I movimenti che ha notato potrebbero essere semplicemente una sua abitudine personale ed i motivi possono essere molteplici.
È poco probabile che lei stia annoiando la sua psicologa, ma se questo la preoccupa potrebbe considerare di parlarne con lei. La trasparenza è importante nella relazione terapeutica e potrebbe essere un'opportunità per approfondire ulteriormente il vostro rapporto: credo che scoprirà cose molto interessanti su di sé. Buon lavoro terapeutico!
salve, bisogna riferirlo alla stessa psicologa grazie
Gentile utente, capisco che questi gesti possano suscitare curiosità o persino preoccupazione, ma è importante ricordare che i terapeuti, come tutti, sono esseri umani con bisogni fisici e abitudini personali. Movimenti come allungare le braccia o sistemare la schiena possono essere semplici segni di tensione muscolare o un modo per mantenere la concentrazione durante le sedute, soprattutto se sono lunghe o impegnative. Tuttavia, se questi comportamenti la fanno sentire a disagio o la fanno sorgere dubbi sulla qualità della vostra relazione terapeutica, è assolutamente legittimo parlarne apertamente con la sua psicologa. Esprimere i propri pensieri e sentimenti è una parte fondamentale del percorso terapeutico e può portare a una comprensione più profonda del rapporto terapeutico stesso. Confrontarsi su queste percezioni potrebbe anche rivelare aspetti interessanti del vostro lavoro insieme, migliorando l’efficacia della terapia e rafforzando il legame di fiducia.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Io credo che non ci sia niente di male ad incuriosirsi e a farsi delle domande: ha pensato di dirle quello che ha notato, e di condividerle anche come la fa sentire? Ad esempio, c'è la possibilità che questa idea di annoiarla rifletta una sua proiezione, cioè un suo timore di essere noioso o noiosa e di star stufando la sua terapeuta, che può anche rappresentare l'altro in generale, quindi in questa cosa apparentemente piccola ci si può leggere una sua paura di annoiare gli altri in generale, che potrebbe farla soffrire e che potrebbe essere utile affrontare insieme. Il mio suggerimento è sicuramente di provare a portare questa sua domanda a lei, e vedere cosa succede, penso che possano uscire della cose interessanti, a maggior ragione se ha un buon rapporto terapeutico con lei, se c'è fiducia e stima reciproca. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buon pomeriggio,
ha provato simpaticamente, con leggerezza-ironia, a chiederlo?
Credo eventualmente dovrebbero emergere anche altri elementi durante i colloqui, cosa ne pensa?
Teme di annoiare? Si mette in discussione come persona? Trova altri possibili motivazioni a tali gesti che evitino di coinvolgere il proprio essere?
Saluti
ha provato simpaticamente, con leggerezza-ironia, a chiederlo?
Credo eventualmente dovrebbero emergere anche altri elementi durante i colloqui, cosa ne pensa?
Teme di annoiare? Si mette in discussione come persona? Trova altri possibili motivazioni a tali gesti che evitino di coinvolgere il proprio essere?
Saluti
Buona sera gentile Utente e grazie per aver condiviso qui il suo quesito.
Ho colto con curiosità la sua riflessione, e le do il rimando di una notevole sensibilità che la caratterizza, sia per aver colto questo segnale non verbale, che per essersi chiesto il significato che esso possa veicolare.
Conclude il suo messaggio chiedendosi se è lei stesso ad annoiare la sua psicologa. Sarebbe importante comprendere perchè interpreta quanto rilevato come il segnale di noia provocato da lei, perchè ne vede una manifestazione di noia e non altro.
Potrebbe portare proprio questo punto di riflessione con la sua psicologa e descrivere, come ha fatto qui, quella che è la sensazione che questo le trasmette. Se ha avvertito una sorta di disagio, provi a comunicarglielo in modo sincero e disteso, potrete rifletterci assieme e si sentirà accolto e ascoltato.
Resto a disposizione. Cordialmente, Dott.ssa Letizia Turchetto
Ho colto con curiosità la sua riflessione, e le do il rimando di una notevole sensibilità che la caratterizza, sia per aver colto questo segnale non verbale, che per essersi chiesto il significato che esso possa veicolare.
Conclude il suo messaggio chiedendosi se è lei stesso ad annoiare la sua psicologa. Sarebbe importante comprendere perchè interpreta quanto rilevato come il segnale di noia provocato da lei, perchè ne vede una manifestazione di noia e non altro.
Potrebbe portare proprio questo punto di riflessione con la sua psicologa e descrivere, come ha fatto qui, quella che è la sensazione che questo le trasmette. Se ha avvertito una sorta di disagio, provi a comunicarglielo in modo sincero e disteso, potrete rifletterci assieme e si sentirà accolto e ascoltato.
Resto a disposizione. Cordialmente, Dott.ssa Letizia Turchetto
Buongiorno gentile Utente, la sua osservazione è molto comprensibile, e colgo anche un pizzico di insicurezza nel modo in cui pone la domanda, come se temesse di essere lei la causa di qualcosa che non sa decifrare. È importante chiarire subito che no, non è detto affatto che questi movimenti siano un segnale di noia o disinteresse, e non c’è alcun elemento che possa far pensare in modo accertato a questo.
Molto più probabilmente si tratta di gesti spontanei, quasi automatici, che una persona (anche un professionista) può compiere dopo essere rimasta a lungo nella stessa posizione. La postura in seduta, specialmente se si è molto presenti e concentrati sull’altro, può essere fisicamente impegnativa: distendere le braccia, sistemarsi la schiena o muoversi leggermente può servire a “riattivare” il corpo per rimanere lucidi e ricettivi. In questo senso, non solo non è segno di fastidio o noia, ma può anche indicare che la sua terapeuta sta cercando di mantenersi in uno stato di ascolto vigile e presente.
Detto questo, se questi gesti dovessero iniziare a distrarla o a farla sentire a disagio, ha tutto il diritto di parlarne in seduta. Una buona relazione terapeutica è fatta anche di trasparenza e di fiducia reciproca, e portare una curiosità come questa può diventare un’occasione per rafforzare il vostro lavoro, chiarendo malintesi o paure implicite. A volte anche ciò che ci sembra “strano” può rivelarsi materiale utile per capire qualcosa di più su come viviamo le relazioni e su quanto ci sentiamo accolti.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Molto più probabilmente si tratta di gesti spontanei, quasi automatici, che una persona (anche un professionista) può compiere dopo essere rimasta a lungo nella stessa posizione. La postura in seduta, specialmente se si è molto presenti e concentrati sull’altro, può essere fisicamente impegnativa: distendere le braccia, sistemarsi la schiena o muoversi leggermente può servire a “riattivare” il corpo per rimanere lucidi e ricettivi. In questo senso, non solo non è segno di fastidio o noia, ma può anche indicare che la sua terapeuta sta cercando di mantenersi in uno stato di ascolto vigile e presente.
Detto questo, se questi gesti dovessero iniziare a distrarla o a farla sentire a disagio, ha tutto il diritto di parlarne in seduta. Una buona relazione terapeutica è fatta anche di trasparenza e di fiducia reciproca, e portare una curiosità come questa può diventare un’occasione per rafforzare il vostro lavoro, chiarendo malintesi o paure implicite. A volte anche ciò che ci sembra “strano” può rivelarsi materiale utile per capire qualcosa di più su come viviamo le relazioni e su quanto ci sentiamo accolti.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buonasera, purtroppo è difficile dirle se si annoia o meno. Io mi chiederei perché si preoccupa di annoiare la psicologa.
Buonasera, forse sarebbe il caso che lo chiedesse direttamente alla sua psicologa. Cordiali saluti.
Gentilissim*, sarebbe una bella domanda da portare in seduta se la incuriosisce questo comportamento. Le suggerisco, se se la sente, di provare a porle questo quesito. In fondo la vostra è una relazione bidirezionale, per cui è del tutto normale porsi delle domande o notare qualcosa relativamente all altro!
Buonasera, molto probabilmente ha semplicemente dei dolori muscolari legati allo stare parecchie ore nella stessa posizione, provi magari a non pensare allo scenario peggiore..l’aiuterà anche durante il percorso terapeutico.
Dottoressa Versari Debora.
Dottoressa Versari Debora.
Gentilissimo, grazie per la domanda. Trovo molto curioso che lei attribuisca alle movenze della sua psicologa la possibilità di annoiarla, penso che questa tematica possa essere discussa e esplorata insieme. Potrebbe ad esempio rappresentare un timore che lei ha anche nei confronti di altri suoi interlocutori, quella di annoiare, di non essere abbastanza interessante, oppure di dover dire determinate cose stimolanti per stare in relazione con l'altro? Naturalmente le mie sono solo supposizioni che, non conoscendola, non hanno veridicità, ma probabilmente questo suo pensiero potrebbe essere approfondito nella sua terapia.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buonasera,
è importante che con la propria psicologa ci si sente a proprio agio tanto da poter parlare di qualsiasi cosa: in questo caso è importante che lei si senta libera di chiedere alla sua psicologa come mai di questi movimenti spiegandole anche che le danno l'impressione di noia nei suoi confronti. Questo potrebbe essere un importante momento del percorso terapeutico perchè metterebbe in risalto un punto che potrebbe fare la differenza nel suo stato d'animo durante le prossime sedute.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
è importante che con la propria psicologa ci si sente a proprio agio tanto da poter parlare di qualsiasi cosa: in questo caso è importante che lei si senta libera di chiedere alla sua psicologa come mai di questi movimenti spiegandole anche che le danno l'impressione di noia nei suoi confronti. Questo potrebbe essere un importante momento del percorso terapeutico perchè metterebbe in risalto un punto che potrebbe fare la differenza nel suo stato d'animo durante le prossime sedute.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buonasera, se i gesti della sua psicologa sono per lei attivanti, una buona soluzione potrebbe essere parlarne insieme. L'alleanza terapeutica passa anche da chiarimenti. La comunicazione e molto importante in seduta. Cordiali Saluti.
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