Buonasera Io ho un problema, non riesco ad accettare la mia condizione. Lo psicoterapeuta da cui a

19 risposte
Buonasera
Io ho un problema, non riesco ad accettare la mia condizione.
Lo psicoterapeuta da cui andavo dopo mesi e mesi di terapia mi disse che eravamo arrivati ad un punto della psicoterapia in cui io dovevo accettare la mia condizione per poter andare avanti, io gli ho detto esplicitamente che non ci riuscivo ad accettare questo mio problema perchè mi fa stare troppo male, e se dico che non ci riesco è perchè è davvero così, non posso mentire, non sono una persona che dice cose che non sono vere, non fa proprio parte della mia natura, infatti allo psicologo dicevo "Guardi se io le dicessi va bene, si accetto il mio problema, mentirei non solo a lei ma anche a me stesso.", lui continuò con gli stessi modi per altri 2-3 mesi, fin quando mi ha detto chiaramente che non esisteva un altro modo e che se volevo stare meglio quella era l'unica strada, quando mi parlava di questo usava un tono acceso, quasi come se si fosse stancato di me, infatti mentre io l'ascoltavo piangevo.
Alla fine lui ha voluto chiudere la terapia perchè diceva che non poteva lavorare con me, e che io non ero disposto a cambiare.
Da quel momento sono stato molto male, ho passato un periodo in cui mi sono proprio isolato dal resto del mondo, non mi andava di vedere nessuno, nè di fare niente, addirittura sono stato costretto a ritornare dai miei perchè non ce la facevo più nemmeno a prendermi cura di me stesso.

Adesso il pensiero di iniziare una nuova psicoterapia mi fa paura, ho paura di arrivare di nuovo a sentirmi dire che devo accettare il mio problema. Non so a chi chiedere aiuto, e mi fa pure paura chiederlo perchè ho paura di rivivere di nuovo le stesse cose.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, comprendo la sua paura, ma credo che ogni percorso psicologico possa offrire nuovi spunti interessanti su cui riflettere. Inoltre, un nuovo percorso psicologico potrebbe aiutarla a gestire questa situazione di malessere.
Buona giornata.
Dott. Fiori

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dr. Andrea Caso
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Piano di Sorrento
Prenda coraggio e si rimetta in gioco. chieda aiuto nonostante nella relazione terapeutica passata non siate "insieme" riusciti a superare questa difficoltà.
Dott.ssa Marina Montuori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, non è semplice rispondere alla sua questione senza entrare nel merito della sua problematica. Le consiglierei di partire proprio dal punto in cui si è arenata la psicoterapia precedente. L'accettazione a mio parere non è l'unica soluzione possibile. Se ne sente la necessità chieda di nuovo aiuto e lo faccia proprio a partire dalla sua insoddisfazione nella terapia precedente. Potrà così trovare una modalità che le sia più consona, senza nulla togliere al collega che lavorato con lei precedentemente. Dovrebbe chiedersi, quindi, cosa si aspetta da una terapia e perché ne ha così tanto bisogno. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Dott.ssa Georgia Silvi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Salve, sono cose che possono succedere, è probabile che il suo terapeuta abbia avuto buone motivazioni per prendere questa decisione. Il terapeuta e il paziente sono pur sempre due persone e la relazione che intercorre tra loro è complessa e si svolge su più piani. A volte accade che varie motivazioni quali, ad esempio, la resistenza del paziente al trattamento e/o le difficoltà del terapeuta minino la relazione di cura. Quando si verifica questo meglio cambiare terapeuta.
Non rinunci alla volontà di stare bene solo perché un tentativo è andato male. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Dr. Sara De Felice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, l'aspetto più importante della psicoterapia è la fiducia reciproca. quando sentirà di potersi fidare nuovamente sarà il momento giusto per ricominciare.
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Per poter stimolare il cambiamento in se stessi è importante partire dal rispetto di sé. Mi sembra che lei lo abbia fatto, si sia rispettato senza andare oltre ciò che poteva. Il cambiamento è un processo lungo, che arriva quando si è pronti. Distinti saluti
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno. Se la sua situazione la porta a star male, le suggerisco di provare a contattare un nuovo specialista perché possa essere meglio compreso il suo problema e impostare poi una nuova psicoterapia che potrebbe però richiedere anche un andamento e un impegno di tempo ben più ampi di qualche mese. SG
Dott.ssa Dafne Buttini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Arezzo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve una psicoterapia è un lavoro che si fa insieme e talvolta la coppia paziente-terapeuta non riesce a superare determinate difficoltà. Le ragioni sono molto e non è sempre semplice trovarle. A volte succede che un paziente lasci la terapia o che il terapeuta debba accettare il fatto che più di quello non riesce a comprendere e condividere nel modo migliore per la persona con cui sta lavorando. A volte i grandi maestri nelle relazioni con i loro allievi raccontano questi eventi e alcuni sono anche presenti nella letteratura scientifica. Sicuramente accettare che quel lavoro non poteva andare oltre è stata una buona soluzione. Ora la questione che la riguarda è legata al rimane nella condizione che descrive o attivarsi per tentare di cambiarla. Dalle sue parole sembra che lei ha già deciso di riprendere a lavorare su se stesso. Quello che potrà essere lo saprà solo alla fine di questo nuovo percorso e quindi ha poco senso domandarsi ora se sarà come prima o meno anche perché sicuramente lo scoprirà. In ogni caso sarà un nuovo modo di lavorare e di relazionarsi. Un cordiale saluto
Dott.ssa Valentina Di Giovanni
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
comprendo ciò che dice, ma bisognerebbe di certo capire meglio il problema di cui parla, come lei lo vive e soprattutto cosa è successo nell'ambito della vecchia psicoterapia.
Se vuole un confronto aperto e sereno può contattarmi e cercheremo di capire meglio questi aspetti insieme cercando di sciogliere le sue paure.
Cordiali saluti
Dott.ssa Lydia Chiovari
Psicologo, Psicoterapeuta
Padova
Caro utente, fidarsi è un atto di fede, e non certo qui troverà il coraggio per ricrederci ancora. Quello che le posso dire è che non bisogna mai smettere di cercare. In bocca al lupo!
Dott.ssa Claudia Felici
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Tivoli
Salve, non mi è chiara la sua problematica, cioè la sua richiesta allo psicoterapeuta che l'ha seguita, potrebbe definirla meglio? Se se la sente può contattarmi affinchè io possa avere un quadro più completo di quella che è la sua problematica. Questa potrebbe essere per lei un'occasione per capire cosa si aspetta da un percorso di psicoterapia e magari le offrirebbe la possibilità di impostare un percorso terapeutico che la aiuti ad accettare la sua condizione. Cordiali saluti!
Dott.ssa Katarina Faggionato
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Vicenza
Buonasera, è difficile esprimersi in modo concreto senza sapere di che condizione o problema parla. In ogni caso mi sembra perfettamente comprensibile la Sua paura di ripartire, di rivolgersi a uno sconosciuto, anche se psicologo, e fidarsi e soprattutto la paura di rivivere la situazione che La fa ancora stare male. Allo stesso tempo si capisce chiaramente il Suo vissuto di qualcosa di irrisolto e la sofferenza che questo comporta. Direi di cercare un nuovo psicoterapeuta, qualcuno che di pancia Le ispiri fiducia. Se al primo colloquio si sentirà a Suo agio e la sensazione di poter stare bene con il professionista permane, sarà il momento di rischiare un po' e iniziare. Altrimenti, continui a cercare. Descrive un calo dell'umore dopo la conclusione della terapia, non dice se questo permane ancora. Se è così, sarebbe il caso di iniziare al più presto. Le auguro di trovare la persona giusta per Lei, di trovarsi bene e di cominciare, un po' alla volta, a stare meglio. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato
Dott.ssa Roberta Dallera
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Lodi
Buonasera,
per poter esprimere un parere e poterla consigliare in modo più preciso sarebbe indispensabile capire qual è la problematica e cosa implica l'accettazione o meno di cui lei parla. Forse quello che può aiutarla a decidere se intraprendere un nuovo percorso terapeutico è il livello di malessere che sta provando, l'incapacità di affrontarlo da solo e se si sente pronto in questo momento a mettersi in gioco per lavorare su di sé.
Dott.ssa Giulia Scrofani
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Ragusa
Buongiorno, purtroppo diventa alquanto complesso esprimere un parere non essendo a conoscenza della problematica alla quale fa riferimento. Quello che mi sento di dirle però è che le relazioni terapeuta-paziente, come tutte le relazioni interpersonali, possono attraversare momenti di impasse, che delle volte, aihmè, non si riesce a superare. Posso comprendere quanto questo possa essere stato difficile da accettare e la sofferenza che abbia potuto arrecarle. Tuttavia, così come nella vita, una delusione in un rapporto (amicale, di coppia, con un parente) e gli stati mentali negativi che ne conseguono, non dovrebbero precluderci la possibilità di investire in una nuova relazione, il mio consiglio è di non farlo nemmeno in questo caso; non lasci che la paura abbia la meglio, provi a rimettersi in gioco, con una persona che "a sensazione" le dia fiducia e cercando insieme, nel rispetto della sua sofferenza e dei suoi tempi, di affrontare magari proprio ciò che ha portato alla conclusione della precedente relazione terapeutica. La saluto cordialmente, Giulia Scrofani
Dott. Espedito Longo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Accettare certi aspetti sgradevoli di sé è il frutto di un percorso compiuto e a volte arriva dopo anni di lavoro su di sé. A volte può essere frutto di una conversione che sembra improvvisa. Si rimetta in gioco e parta da dove il suo percorso si è interrotto con la consapevolezza che lei è stato partecipe del processo terapeutico. Non esistono errori in questo percorso accidentato ma tentate soluzioni.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova

Buonasera, comprendo quanto la sua esperienza con la psicoterapia precedente l'abbia lasciata delusa e frustrata, specialmente se si è sentito forzato ad accettare una condizione che le causa tanto dolore. La Terapia Breve Strategica potrebbe rappresentare una strada diversa, poiché si concentra sul cambiamento rapido e sull'eliminazione dei sintomi, senza insistere sul lungo processo di accettazione che non le ha portato sollievo. In questo tipo di terapia, l'approccio non è quello di “accettare” passivamente una situazione che fa soffrire, ma di cambiare il modo in cui reagisce ad essa, interrompendo i meccanismi che la mantengono. Il fine non è capire il “perché” del suo problema, ma come fare per vivere meglio nonostante esso. La terapia breve si concentra su soluzioni pratiche, e potrebbe aiutarla a uscire dal circolo vizioso che ha sperimentato finora.
Dott.ssa Eleni Karliampa
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera e grazie per aver condiviso la tua esperienza. Quello che stai vivendo è estremamente complesso e doloroso, e vorrei sottolineare quanto sia importante riconoscere il coraggio che hai dimostrato nel condividerlo. La tua posizione all’idea di accettare la tua condizione non è un fallimento, ma una reazione umana e comprensibile di fronte a qualcosa che ti fa soffrire profondamente.
A volte, quando ci troviamo davanti a una condizione difficile, accettarla sembra impossibile, quasi come rinunciare a una parte di noi stessi o arrendersi al dolore. Ma la realtà è che l'accettazione non può essere forzata. È un processo che si costruisce nel tempo, passo dopo passo, man mano che impariamo a convivere con quella parte di noi e a darle un senso. A volte aiuta a dare un senso ai nostri pensieri e comportamenti.
Non devi sentirti obbligato a "decidere" di accettare la tua condizione. La vera accettazione spesso emerge gradualmente, quasi senza accorgercene, quando ci permettiamo di vivere ogni giorno con il nostro dolore, imparando a conoscerlo e ad ascoltarlo. È come camminare su un sentiero che all'inizio sembra buio e spaventoso, ma col tempo si illumina, magari con l’aiuto di nuove prospettive o esperienze.
La tua sofferenza, per quanto devastante, non definisce chi sei. È parte del tuo percorso, un pezzo della tua storia che, con il tempo, potrebbe assumere un significato diverso. Non è detto che tu debba "accettarla" ora o in un futuro prossimo, ma potresti semplicemente provare a convivere con essa, senza giudicarti per non riuscire a fare ciò che ti è stato richiesto.
Invece di concentrarti sull’idea di accettare, potresti provare a cambiare approccio. Non devi accettarla subito, ma nemmeno respingerla con forza. Puoi semplicemente notarla, riconoscendo che è lì. Concediti la possibilità di non sapere. È normale non avere tutte le risposte ora. Forse l’accettazione arriverà quando meno te lo aspetti, spontaneamente, perché il tempo e le esperienze avranno fatto il loro lavoro.
Inoltre, la tua paura di rivivere la stessa esperienza è valida. Potresti provare a guardarla non come un ostacolo, ma come una parte di te che cerca protezione. Prova a dialogare mentalmente con questa paura, chiedendoti: “Cosa sto cercando di proteggere? Cosa posso fare per sentirmi più sicuro?”
Non sei bloccato, anche se ti sembra di esserlo. La chiusura con il tuo precedente terapeuta è stata dolorosa, ma non definisce il tuo percorso. Non sei "incapace di cambiare", come forse ti è stato fatto sentire. Piuttosto, il tuo cammino richiede tempi e modi che rispettino il tuo essere unico. Il tempo può essere un grande alleato. Non perché “cura tutto”, ma perché ci offre spazio per crescere, per osservare la nostra condizione con occhi diversi e per costruire nuove risorse interiori. Anche se ora non sembra possibile, un giorno potresti accorgerti di aver trovato un equilibrio diverso, forse persino una forma di accettazione, senza che tu l’abbia dovuta forzare.
Se e quando ti sentirai pronto, il supporto esiste, e ci sono persone pronte ad accompagnarti con rispetto, pazienza e compassione. Fai piccoli passi: ogni progresso, per quanto piccolo, è significativo. Non sei solo in questo percorso, anche se a volte può sembrare così. La tua paura e il tuo dolore non ti definiscono, ma sono parte di ciò che ti rende umano. Non devi essere "pronto" per accettare oggi, e non c'è nulla di sbagliato in questo. Ciò che conta è che tu continui a prenderti cura di te stesso, anche solo un passo alla volta. La tua sofferenza è reale, ma non definisce tutto ciò che sei. Nel tuo percorso, c'è spazio per la crescita e per un nuovo senso di sé, anche se ora sembra lontano. Sei molto più forte di quanto tu creda. Un caro saluto
Dott. Eugenio Mamo
Sessuologo, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
E' difficile capire le ragioni che hanno portato il suo precedente terapeuta a consigliarle di accettare la Sua condizione senza conoscere il problema, la sua storia personale e familiare. Forse con un terapeuta diverso o di diverso approccio potrebbe trovarsi meglio. Non esiste infatti un approccio che vada bene per tutti i pazienti e per tutte le condizioni di sofferenza. Una terapia efficace si basa su una buona intesa e allenza tra paziente e terapeuta.

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.