Buonasera! Io e il mio compagno da giugno stiamo provando ad avere un bambino/a senza riuscirci e q

20 risposte
Buonasera!
Io e il mio compagno da giugno stiamo provando ad avere un bambino/a senza riuscirci e questa cosa mi fa pensare che forse non me lo merito di diventare mamma, il sogno che ho sempre avuto fin da piccola.
Ho visto mia cognata diventare madre e mi manda spesso le foto di mio nipote e provo un senso di fastidio in quanto mi fa pensare sempre che a me non accadrà mai e mi dispiace provare questa cosa.
Non sono stata mai un talento a danza, a scuola ero brava ma non tra le più, non ho mai saputo cosa volessi diventare da grande e mi hanno sempre fatta sentire sbagliata e non all'altezza già da piccola, nello specifico era mia madre che mi metteva sempre in comparazione con mia cugina dicendomi che lei era migliore di me in tutto e questo ha creato una forte insicurezza e quindi ho paura che questa cosa bellissima che spero tanto a me non potrà mai succedere.
Dott.ssa Elisa Oliveri
Psicoterapeuta, Psicologo
Torino
Cara signora,
non ha specificato la sua età ma tenga presente che è normale che ci voglia tempo per il concepimento: si considera fisiologico che ci voglia fino a un anno prima di iniziare eventuali accertamenti, se lei ha meno di 40 anni.
Credo che però tutto ruoti intorno al termine che lei ha utilizzato: " non me lo merito".
Avere un figlio però non è una cosa che si merita o per cui si deve essere all'altezza.
E' comprensibile che lei provi fastidio sapendo che sua cugina ha avuto un bambino ma questo non la rende una cattiva persona.
Le consiglierei di intraprendere un percorso di psicoterapia per lavorare sulla sua autostima e per affrontare la strada verso la genitorialità con maggiore serenità.
Le auguro il meglio.

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Dr. Mauro Adragna
Psichiatra, Psicoterapeuta
Palermo
Capisco quanto questa situazione sia difficile per te. Sei in un momento di grande vulnerabilità emotiva e le ferite del passato si stanno riattivando.
Dal punto di vista medico, sei ancora nei tempi normali: in una coppia sana sotto i 35 anni, può servire fino a un anno per concepire. Non c'è ragione di pensare che ci sia qualcosa che non va, anche se comprendo l'ansia che cresce mese dopo mese.
Quello che descrivi però va oltre l'aspetto biologico. Il dolore che provi guardando le foto di tuo nipote, il senso di non meritare di essere madre, la paura che questa gioia ti verrà negata - tutto questo affonda le radici nelle ferite dell'infanzia. Tua madre ti ha trasmesso un messaggio devastante: che non eri abbastanza, che c'era sempre qualcuno migliore di te. E ora quella vocina interiore ti dice che anche la maternità ti sarà negata perché "non te la meriti".
Ma questa è una bugia. Il valore di una persona e la capacità di essere madre non si misurano sui voti scolastici o sui talenti nella danza. Queste comparazioni continue ti hanno ferita profondamente e hanno minato la tua autostima, ma non dicono nulla su chi sei veramente e su cosa meriti.
Ti consiglio di considerare un percorso psicoterapeutico. Hai bisogno di elaborare queste ferite, di ricostruire un'immagine di te più vera e amorevole, libera dalle comparazioni che hanno segnato la tua infanzia. Questo lavoro non solo ti aiuterà ad affrontare meglio l'attesa di una gravidanza, ma ti permetterà di vivere con maggiore serenità anche quando diventerai madre.
Nel frattempo, cerca di essere gentile con te stessa. Sei giovane, stai facendo il possibile, e il fatto che non sia ancora successo non significa nulla sul tuo valore o sul tuo futuro come madre.
Dott.ssa Lioy Marta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente,
Come spiega bene questa grande sofferenza, l'attesa di un figlio, la fa sentire inadeguata come si è sempre sentita nella vita. Se le è possibile, provi a mettere in discussione questa sensazione di inadeguatezza. Se invece è molto pervasiva provi a rivolgersi a un terapeuta.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Bova
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buogiorno.
L'istinto di maternità e il non riiscire ad esaudirlo, porta con se delle conseguenze che possono essere disequilibranti per la psiche di una donna e già di per se necessitano di un supporto.
dalle sue parole però si evince uno stato di insicurezza che esula dal non riuscire ad essere madre ma ha radici molto più profonde ed arcaiche che hanno necessità di essere elaborate.
Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista che possa aiutarla a superare questa insicurezza e possa sostenerla nel suo sogno di maternità.
Le auguro un grosso in bocca al lupo per suo progetto .
Cordialmente.
Dott.ssa Laura Bova
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera, grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che provi — capisco quanto questo desiderio sia importante per te e quanto il percorso stia diventando doloroso. Provo a riassumere con chiarezza alcuni punti utili e quello che puoi fare da subito.

Quello che stai provando è comprensibile e frequente. Sentirsi inadeguata, confrontarsi con gli altri e provare fastidio o tristezza davanti alle foto di un neonato sono reazioni emotive normali quando il desiderio di diventare madre non si realizza subito; l’infertilità e la difficoltà a concepire spesso provocano ansia, senso di perdita e bassa autostima.

Sul piano medico: il tempo trascorso finora (da giugno) non significa automaticamente che ci sia un problema. La maggior parte delle coppie concepisce entro un anno se hanno rapporti regolari; tuttavia, se hai 35 anni o più è consigliato rivolgersi a un medico/fertility specialist dopo circa 6 mesi di tentativi. Se sei sotto i 35 anni, la valutazione solitamente si considera dopo 12 mesi, salvo segnali clinici diversi o condizioni preesistenti. Parlarne con il tuo medico di base o con un ginecologo può chiarire quando è il momento giusto per accertamenti.

La storia familiare e i confronti infantili possono aver lasciato ferite emotive che oggi rendono più difficile tollerare il dolore e la frustrazione. Lavorare su autostima, senso di merito e rimuginio può ridurre grande parte della sofferenza collegata al desiderio di maternità. Interventi psicologici come la terapia cognitivo-comportamentale, programmi mind-body per infertilità e, quando indicato, EMDR, possono essere utili per elaborare esperienze passate e ridurre ansia e senso di colpa.

Cosa puoi fare adesso (pratico e psicologico):

Parla con il tuo medico/ginecologo per una prima consulenza e per sapere se servono accertamenti.


Considera un supporto psicologico per elaborare le emozioni, lavorare sull’autostima e sui confronti familiari.

Prenditi cura di te (sonno, alimentazione, folati se state pensando a una gravidanza) senza colpevolizzarti per i tempi.

Se vuoi, possiamo fissare un colloquio per valutare insieme le emozioni che emergono, le convinzioni di non “meritarlo” e costruire strategie per gestire il dolore e l’ansia durante questo percorso.

È comunque consigliabile approfondire la situazione con uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Alessandra Pisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno,
le sue paure, il confronto con gli altri, il fatto di non poter diventare mamma subito, le sta facendo vivere male il tempo di ricerca.
Le consiglio un percorso di terapia con un psicoterapeuta esperto in perinatalità, la aiuterà ad affrontare meglio questo tempo.
Cordialmente, dott.ssa A. Pisano
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Buongiorno, quello che stai vivendo non parla davvero di incapacità o di “non meritarlo”: parla di una ferita antica. Sei cresciuta sentendoti messa a confronto, meno brava, meno valida, e oggi, davanti al desiderio più grande della tua vita, quella vecchia voce torna e ti fa credere che se la gravidanza non arriva subito è perché c’è qualcosa di sbagliato in te. Ma questo non è vero. Da giugno è un tempo del tutto normale: non dice nulla sul tuo valore, sulla tua possibilità di diventare madre o sul futuro che ti aspetta. Il fastidio verso le foto di tua cognata non è cattiveria, ma dolore: ogni immagine tocca il tuo desiderio e la tua paura insieme. È umano, è comprensibile. Tu meriti di diventare mamma. Meriti perché desideri, perché ami, perché senti. E il tuo corpo ha i suoi tempi, che non hanno niente a che vedere con il tuo valore. Se vuoi, possiamo esplorare meglio questo intreccio tra il tuo passato, le insicurezze che ti hanno insegnato e il modo in cui oggi vivi questa attesa. Possiamo farlo in un primo colloquio, con calma, ascoltando ciò che senti davvero. Quando vuoi, sono qui. Ti aspetto
Dott.ssa Luisa Bruno
Psicoterapeuta
Montalto Dora
Gentile Signora,
grazie per aver condiviso questi pensieri così profondi. Ci vuole coraggio a essere così onesti con se stessi.
Leggendo le sue parole, mi è arrivata forte una sensazione: quella di una persona che ha corso tutta la vita su una pista dove qualcun altro ha deciso le regole e i traguardi.
Sua cugina era più brava. Altre erano più brave a scuola. Sua cognata è diventata madre prima. E lei è rimasta lì, sempre in questa gara invisibile, sempre con la sensazione di non essere "abbastanza".
La verità però è che non esiste nessuna gara. Lei non è in competizione con sua cugina, né con sua cognata, né con nessun'altra persona. Eppure lei è cresciuta imparando a guardarsi attraverso gli occhi degli altri, attraverso il metro di giudizio di sua madre, e ora quella voce continua a sussurrarle che non si merita le cose belle.
Prima di tutto, vorrei dirle una cosa importante: 5 mesi sono ancora un tempo breve quando si cerca una gravidanza. Molte coppie sane impiegano fino a un anno o più, e questo è perfettamente normale. Il suo corpo non le sta dicendo che non merita di essere madre.
È doloroso sentire fastidio quando vede le foto di suo nipote, e la capisco. Ma è anche umano. Non significa che lei sia cattiva - significa che quelle foto toccano una ferita aperta, un altro confronto che la fa sentire "meno di". Lei può voler bene a suo nipote e allo stesso tempo sentire dolore per quello che ancora non ha.
Quello che mi preoccupa è che lei stia legando il suo valore alla capacità di diventare madre, come se fosse un'altra gara da vincere per dimostrare finalmente qualcosa. Ma lei vale indipendentemente dai risultati, dai successi, dalla gravidanza. Lei è degna di amore e rispetto semplicemente perché esiste.
Sarebbe bello se lei potesse concentrarsi sulla costruzione di un percorso che sia solo suo, dove l'unico criterio di successo non è il confronto con gli altri, ma quanto lei si sente fedele a se stessa.
Immagini di togliere tutti gli specchi esterni - sua madre, sua cugina, sua cognata, il giudizio degli altri. Chi è lei quando nessuno la sta guardando? Cosa desidera quando non deve dimostrare nulla? Questa è la persona che può cercare di trovare e abbracciare.
Costruire quindi un sistema di valori interno, dove sia lei il suo unico punto di riferimento, non gli altri. Questo significa imparare a celebrare il suo proprio percorso senza doverlo paragonare a nessun altro.
Le auguro tanta serenità.
Dott.ssa Luciana Bastianini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
grazie per la sua condivisione.

Il pensiero “non me lo merito” non è un fatto, ma un dolore antico che oggi si riattiva. Il desiderio di diventare madre non ha nulla a che fare con il merito.
Quando si cresce con continue comparazioni, critiche o svalutazioni, è molto comune interiorizzare l’idea di non essere abbastanza. Quelle esperienze passate sembrano aver messo radici e, oggi, di fronte a una situazione delicata e ricca di significato come la ricerca di una gravidanza, tornano a farsi sentire con forza.

Il fastidio che prova verso le foto di sua cognata è un segnale della paura che ciò che desidera profondamente potrebbe non accadere. È una reazione comprensibile e naturale, che non dice nulla sul suo valore o sulla sua capacità futura di essere madre.

Quello che merita attenzione, adesso, è soprattutto come questa situazione la fa sentire: insicura, inadeguata, spaventata. Le sue emozioni hanno un senso, e nulla di ciò che ha vissuto da bambina determina ciò che potrà accadere oggi. Il passato ha influenzato il modo in cui guarda a sé stessa, ma non stabilisce il suo futuro.

Qualora desiderasse approfondire maggiormente questi temi, resto a disposizione.

Cordialmente,
Dott.ssa Luciana Bastianini
Dott.ssa Giulia Ciaudano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. La ricerca di una gravidanza può essere un periodo duro che mette alla prova sia la propria tenuta sia quella della relazione. Sembra che questo percorso l'abbia messa di fronte ad alcune tematiche sue di fragilità del suo passato che interferiscono anche con il presente e non la fanno essere serena. Potrebbe essere importante approfondire questi temi con un professionista che la possa anche sostenere in questa fase delicata e importante.
Resto a disposizione e le mando un caro saluto. Dott.ssa Ciaudano
Dott.ssa Eliana Lorenzo
Psicologo, Psicoterapeuta
Parma
Buonasera, è molto comune nelle donne che cercano un figlio pensare di non meritarlo o sentirsi "sbagliate" , ma come ha già intuito, queste convinzioni hanno radici lontane. Le consiglio, se non lo ha già fatto, di intraprendere un percorso psicologico in modo da lavorare sul suo passato e su quello che la limita e la fa sentire "non abbastanza".
Dott. Giovanni Gallo
Psicoterapeuta, Psicologo
Caserta
Sarebbe impossibile pensare che io tipossa far affrontare questo problema in modo sereno con una mia risposta qui. Però, posso semplicemente suggerirti di non fare la profeta. Nessuno può sapere domani cosa possa capitare. rispondimi, se vuoi.
Dott.ssa Maria Rosa Biondo
Psicologo, Psicoterapeuta
Vizzini
Buongiorno, ho letto il suo messaggio con grande attenzione ed empatia. Ciò che prova è un dolore stratificato: il desiderio di un figlio si scontra con una profonda ferita interiore che la fa sentire inadeguata. E' essenziale che lei sappia che questi sentimenti non definiscono chi è o la madre che sarà.
Le ferite emotive lasciate da un genitore critico o assente possono farci credere di essere "difettosi" o "non meritevoli". Le sue prestazioni passate sono state usate come metro di giudizio, ma non hanno nulla a che vedere con la sua capacità di amare o di crescere un bambino. Essere una brava madre richiede amore, pazienza e presenza, non voti alti o ricette perfette.
Il fastidio di cui lei parla è una proiezione del suo terrore più grande.
Le suggerisco vivamente di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Lavorare sulle ferite legate a sua madre e all'autostima l'aiuterà a prepararsi a vivere la maternità con gioia e senza il peso di insicurezze passate, permettendole di accettare questa bellissima possibilità.
Dott.ssa Greta Pisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco quanto questo periodo la stia facendo sentire insicura, inadeguata e “non meritevole”, soprattutto con una storia in cui per anni le è stato fatto sentire di “non essere abbastanza”. È importante ricordare che la difficoltà a concepire in pochi mesi non parla del suo valore, né dice nulla sulla sua capacità di diventare madre.

Il fastidio che prova vedendo il bambino di sua cognata è più che comprensibile: è una reazione al dolore e alla paura, non alla felicità degli altri. E non la rende una persona cattiva.

Le ferite dell’infanzia, confronti continui, critiche, paragoni, oggi riattivano la sensazione che “le cose belle non siano per lei”. Ma questo è un vecchio copione, non la realtà.

Può essere molto utile lavorare su:

l’autostima ferita dai confronti subiti da bambina;

il senso di merito legato alla maternità;

la gestione delle emozioni che emergono nel percorso di ricerca di una gravidanza.

Se desidera, possiamo parlarne meglio in un colloquio conoscitivo, anche online.

dott.ssa Greta Pisano, psicologa e psicoterapeuta
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, la gravidanza che lei sta cercando è un passo molto importante. Non è infrequente che ci siano delle difficoltà di carattere fisiologico proprio nel momento in cui si desidera molto avere un figlio. E' diverso però che lei pensi di non meritarselo, perché allora cambiamo sguardo sul problema, che diventa psicologico. Connettere il problema fisiologico (non rimanere incinta) con una caratteristica valoriale personale (non me lo merito) mi fa pensare che l'educazione ricevuta dal suo ambiente in qualche modo è stato responsabile di questo suo sentire. Le consiglio una visita da un professionista che le possa dare sostegno psicologico in questo suo importantissimo momento della sua vita. Cordiali saluti.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, sarebbe da capire perché in questo periodo si annidi in lei l'idea di non meritare di diventare madre. Se la ricerca della maternità le procura qualche conflitto personale, chieda una consultazione. SG
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, la ricerca di un bambino così come la gravidanza e il diventare genitori molto spesso "scoperchiano" fragilità già esistenti o ne fanno nascere di nuove. E' frequente nelle donne il vissuto del "non me lo merito" e il percepirsi "difettose" in questi casi. Deve essere molto doloroso.
Provi a rivolgersi ad un/a psicoterapeuta, individualmente ma anche in coppia se è una cosa per voi pensabile. Approfondirete paure, pensieri ed emozioni delicate in questo periodo, per sciogliere tutti i nodi e procedere più serenamente possibile nella ricerca di un figlio.
Vi auguro il meglio, un saluto
Dott.ssa Martina Prelati
Psicologo, Psicoterapeuta
Rieti
Buongiorno, comprendo profondamente e la ringrazio per aver condiviso una parte così intima della sua vita. Il desiderio di maternità è qualcosa di naturale ma è anche un sogno potente che molte donne sentono. Il non riuscire a realizzarlo nel tempo desiderato potrebbe generare una sofferenza. C'è qualcosa che unisce l'essere un talento a danza e l'essere una madre, per lei? Come mai lei non pensa di meritare cose ritenute "belle"? Tutto ciò che descrive potrebbe essere visto come il punto di incontro tra la sua storia di vita, le dinamiche relazionali, e la pressione emotiva del momento. Potrebbe essere un segnale che la invita a lavorare sulle sue radici emotive. Se ne sente il bisogno di approfondire alcuni temi, mi può contattare quando vuole.
Saluti,
Dott.ssa Martina Prelati
Dott.ssa Arcangela Guadagno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Portici
Gentile Utente, capisco quanto possa essere doloroso per te vivere questo momento in cui desideri diventare madre e senti di non riuscirci. In queste situazioni, spesso il corpo e le emozioni si intrecciano con le storie che abbiamo vissuto e con le relazioni che ci hanno formato. Per un figlio, la madre è il primo sguardo che dà forma alla propria identità. Crescere sentendosi paragonati a qualcun altro, invece che visti e riconosciuti, può lasciare un senso di inadeguatezza che riaffiora nei momenti più delicati della vita. Ti invito a fermarti un attimo su questo: Che cosa ti ha fatto sentire, allora, quel confronto continuo? E che cosa ti sta facendo sentire oggi? Riconoscere queste emozioni non significa restare nel dolore, ma iniziare a liberartene, forse proprio in questo momento il tuo corpo ti sta chiedendo gentilezza, ascolto, spazio. Forse è arrivato il momento di costruire una narrazione diversa di te, che non passi attraverso gli occhi di tua madre o il metro del confronto, ma attraverso ciò che tu senti. Un caro saluto Dott.ssa Arcangela Guadagno
Dott.ssa Lucia Trentadue
Psicoterapeuta, Psicologo
Milano
Buonasera,
Molte donne che non riescono ad avere figli si sentono diverse e incomprese nel loro dolore. Spesso vengono ferite da domande e paragoni inopportuni.
La maternità è ancora troppo spesso associata al concetto di femminilità stessa: come se essere donne e non madri fosse un ossimoro.
Per molte donne, la maternità non è una scelta ma una strada sbarrata. Dietro i sorrisi forzati, si nasconde un dolore sordo.
Una donna che non può avere figli si sente diversa, manchevole di qualcosa.
Le emozioni non vanno soffocate, i pensieri devono aver modo di esprimersi. Provare invidia e/o sentimenti negativi è normale, un po’ alla volta bisogna far pace con questi stati d’animo che vanno accolti e liberati.
Riconoscere tutte le emozioni negative ed accettarle, sono condizioni necessarie per elaborarle.
E’ importante non sentirsi sole, anche attraverso il supporto di qualcuno in grado di capire.
Può essere utile anche la condivisione della propria condizione, ad esempio cercando qualche gruppo o associazione che metta in contatto donne e coppie con lo stesso vissuto.
E abbi cura di te.. cerca di coltivare i tuoi interessi e passioni, canalizzando le energie un po’ alla volta in qualcosa che possa gratificare e dare soddisfazione.
Ci sono sicuramente tanti modi diversi di “generare” e di essere mamma: prendersi cura di qualcuno, di qualcosa, anche solo dedicandosi a una passione, a un progetto, facendo del bene agli altri.
Ci vuole tempo, un nuovo futuro va ripensato e ricreato passo a passo...

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