Buonasera. Ho 56anni. Mio padre era un libero professionista e mia madre mi ha abbandonata quando av

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Buonasera. Ho 56anni. Mio padre era un libero professionista e mia madre mi ha abbandonata quando avevo 5 anni. Mi ha lasciata a mio padre..con cui la vita non è stata semplice. Spesso nervoso..mi ha cresciuta con i sensi di colpa..per la sua solitudine e per l'abbandono di mia madre. Ho dovuto fargli da moglie..e ero il capro espiatorio delle sue frustrazioni emotive. Mia madre si è rifatta una vita..con un altro uomo. L'ho vista poco.. saltuariamente. Era chiara la sua totale mancanza di senso materno. A volte era affettuosa ma in modo infantile..ma disinteressata alle mie sorti con mio padre. Una donna tutta presa dal rapporto col suo uomo e dalla sua vita. Io ora sono da anni con crisi d'ansia..a periodi..e insicurezze paure. Vivo nella casa dove sono cresciuta con mio padre. Mia madre è morta giovane..io avevo 24 anni..e non ho potuto parlare con lei di tutto quello che è accaduto..mio padre è morto 10 anni fa'...e vorrei andarmene da questa casa piena di ricordi ...controversi...ma non riesco! Vorrei vendere e andarmene in Belgio. Paese natale di mia Madre! Ho sempre sentito attrazione verso la città di mia mamma..dove andavo spesso da ragazzina anche con mio padre... perché lui ci è emigrato con i suoi..e cresciuto e sposato lì. Poi dopo sposati sono venuti a vivere in Italia. Sento questo desiderio di andarmene lì...ma nello stesso tempo..sono attaccata alla casa dove ho vissuto anche se piena di ricordi tristi...non so che fare!
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Buonasera, la ringrazio per la sua condivisione. Sembra stia vivendo un conflitto che nasce dalla possibilità di cambiare la sua vita in maniera significativa. Rifletta sui suoi valori e su cosa è importante per lei per vivere felice. Il cambiamento spesso fa paura perché comporta una perdita ma allo stesso tempo ci permette una migliore qualità di vita se positivo.
Cordiali saluti

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Dott.ssa Fiorella Linden
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera,

mi spiace molto sapere che la sua vita è stata inizialmente cosi faticosa, a quella età l'abbandono di un genitore è difficilmente comprensibile e lascia delle grandi ferite emotive. Penso che il desiderio di vendere casa e trasferirsi sia una spinta vitale preziosa. Dentro di noi abitano molte parti del nostro Sè e non tutte sono sempre d'accordo tra di loro. Potrebbe fare il tentativo di chiedere alla parte che non le permette di vendere la casa, cosa la spaventa e che rischio pensa di correre se lascia il passato alle spalle e si trasferisce? Se vuole io sono qui, anche per un consulto online. Le auguro il meglio e soprattutto una vita piena di accoglienza e condivisione. Dott.ssa Fiorella Linden
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, dalle poche righe i dubbi che la assalgono sono frutto di vissuti molto coinvolgenti e la mia sensazione è che sia molto difficile una decisione piuttosto di un altra.
Forse la decisione potrà scaturire da un percorso che lei può concedere a se stessa per prendersi il tempo di interrogarsi sulla sua vita. Forse da lì può scaturire una decisione. Se lo ritiene sono disponibile, anche online. Saluti Dario Martelli
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la sua storia è segnata da un abbandono precoce, un’infanzia sovraccaricata di ruoli e un legame familiare emotivamente sbilanciato. È comprensibile che oggi viva ancora il peso di quei vissuti attraverso ansia, insicurezza e ambivalenza, soprattutto rispetto alla casa che ha rappresentato una sorta di “prigione affettiva”. Il legame con l’abitazione paterna è spesso più complesso di quanto sembri: non è solo un luogo fisico, ma un contenitore di memorie, dolori non espressi e parti di sé che forse stanno ancora cercando riconoscimento. Il desiderio di andare in Belgio, il paese della sua madre d’origine, sembra rappresentare una spinta verso la libertà e una nuova identità più vicina al suo sentire autentico. Allo stesso tempo, la difficoltà a lasciare questa casa mostra quanto le ferite passate siano ancora radicate. Un percorso di EMDR potrebbe aiutarla ad elaborare il trauma dell’abbandono e le dinamiche emotive non risolte con entrambi i genitori. Questo approccio permette di ridurre l’attivazione emotiva legata ai ricordi, liberando energia psichica per prendere decisioni più libere e serene. Anche la Mindfulness, affiancata alla psicoterapia, potrebbe accompagnarla nel riconoscere e accogliere con più gentilezza l’ambivalenza che sente, senza forzarla, ma lasciando che emerga da sé una direzione più chiara. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Claudia Rosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Le sue crisi d’ansia sembrano descrive un conflitto interiore che parla attraverso il corpo: una parte di lei vuole andare, mentre l’altra la trattiene. Quando parla della sua casa, non sta parlando solo di muri e stanze: essa è fatta dei legami con suo padre e sua madre, e racconta i dolori e i vuoti che le hanno lasciato. Rimanere lì significa rimanere fedeli a quel passato ma anche a quelle sofferenze. Come se abbandonando la casa tradisse in qualche modo suo padre o il legame con lui. Porta allo stesso tempo il desiderio di andare in Belgio, il luogo d’origine di sua madre. Questo ha per lei un richiamo potente: là senta la possibilità di riconnetterti a lei, forse di incontrarla simbolicamente, laddove non ha potuto parlarle prima che morisse. Una parte di lei cerca le radici e l’appartenenza in quella terra, dove entrambi i tuoi genitori hanno vissuto e scelto, e dove forse sente esserci ancora un “filo interrotto” che aspetta di essere riconosciuto.
Forse un passo possibile non è scegliere subito “qui o là”, ma riconoscere entrambi i movimenti dentro di lei: la fedeltà a suo padre che ti trattiene a casa e il richiamo di sua madre con la spinta verso il Belgio. Le auguro che questo momento di stallo possa essere occasione di riflessione profonda su di sé. Un caro saluto
Dott.ssa Lorena Menoncello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, stare nella casa del padre o fuggire nella terra madre sono due azioni di cui andrebbero approfondite le motivazioni e i sentimenti, altrimenti sono solo due azioni che non porteranno a nulla. Credo sia importante che lei lavori sui suoi vissuti interiori per poi scegliere cosa fare.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Cordiali saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
San Giovanni la Punta
Buongiorno, potrebbe essere utile un lavoro psico-corporeo e l'approccio psicoterapeutico fornito dall'analisi bioenergetica che la aiuti a rilasciare le memorie corporee collegate ad eventi traumatici che le portano ansia e rimuginio, al fine di restituirle ritrovata energia e vitalità. Resto a disposizione per eventuali specifiche anche online. Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Poche righe che trasmettono tristezza, senso di abbandono, rabbia, senso di colpa. Posso solo provare ad immaginare quanto si senta sola e quanto sia stato difficile. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Ho avuto l’impressione che in lei si agitino ancora molti interrogativi, fantasie, paure che chiedono diritto di cittadinanza, che vogliono essere legittimate, accolte, ascoltate. La mamma “si è rifatta una vita... a volte era affettuosa… ma infantile e disinteressata”. Chissà quella bambina quanta fatica ha dovuto fare per tenere a bada da una parte il senso di colpa, dall’altra la sensazione di essere stata abbandonata, perché cattiva e indegna di amore. È rimasta con il papà, che pare non sia riuscito a proteggerla dalla richiesta (inconscia) di farsi carico del suo dolore, delle sue frustrazioni, lasciandole il compito impossibile di renderlo felice. Immagino che lui abbia fatto quello che poteva per farla sentire amata, crescerla, renderla indipendente. Purtroppo, mamma e papà sono morti e non ha avuto la possibilità di negoziare, dare un senso a quanto è accaduto. Questo potrebbe aiutarci a capire la situazione attuale e le difficoltà che così bene descrive. Come se nel suo mondo interno facesse eco una questione particolarmente significativa e dolorosa: “Come faccio ad andare avanti e fare progetti per il futuro, se non ho ancora digerito la mia storia”. Vivere nella casa paterna e avere la mente rivolta verso la “terra (della) madre”, più che un blocco, sembrano rimandare ad un bisogno profondo, antico, viscerale. Non si può tagliare con il bisturi qualcosa che richiede un lavoro complesso, delicato e preciso come un orologio svizzero. Considerato il carattere intimo di quanto ha esposto, non mi sento di andare oltre. Non perda la speranza e non cada nel tranello del “è tutto tempo perso… a questa età non serve a nulla”. Mi permetta, invece, di sperare che lei si affidi presto a qualcuno con cui ri-leggere la sua storia, i paragrafi mancanti, i capitoli più dolorosi e incomprensibili, per potersi finalmente dedicare tutto quanto ancora c’è da vivere. In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

da quanto racconta, emerge una storia familiare complessa e dolorosa, che ha inevitabilmente inciso sul suo equilibrio emotivo. Ha vissuto un’infanzia in cui è stata caricata di responsabilità emotive non appropriate per la sua età, e la mancanza di un sostegno materno e la relazione conflittuale con suo padre hanno lasciato tracce profonde. È comprensibile che queste esperienze si manifestino oggi attraverso ansia, insicurezze e difficoltà nel prendere decisioni importanti come quella di lasciare la casa in cui è cresciuta.

Il desiderio di trasferirsi in Belgio, paese legato alle sue origini materne, può rappresentare non solo una voglia di cambiamento, ma anche una ricerca di radici, sicurezza e possibilità di ricostruire uno spazio emotivo più libero da ricordi dolorosi. Allo stesso tempo, l’attaccamento alla casa è comprensibile: anche se associata a momenti tristi, è stata testimone della sua crescita e delle sue esperienze. Questi sentimenti contrastanti sono naturali e comuni in chi ha vissuto traumi familiari o perdite significative.

Prendere una decisione così importante richiede tempo, riflessione e ascolto di sé stessi. A volte può essere utile esplorare i propri sentimenti, capire cosa la lega a quella casa e cosa potrebbe guadagnare lasciandola, per poi fare una scelta più consapevole e serena.

Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questi temi e ricevere supporto nella gestione dell’ansia e nel processo decisionale, rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno e grazie per aver condiviso un suo spaccata di vita. La situazione che riporta è molto delicata e ricca di sfumature emotive importanti dove il senso di abbandono, di colpa e l intreccio di legami familiari intrisi di desideri ed aspettative contrastanti. E' del tutto naturale sentirsi in conflitto quando si è cresciuti in un contesto in cui l'amore e il dolore si sono spesso intrecciati così intensamente. La casa del padre può rappresentare un legame con le proprie radici, con la storia vissuta, ma anche con un passato carico di tensioni ed ambivalenze. Il desiderio di andare in Belgio, città della madre, può invece racchiudere la spinta verso un nuovo inizio, una possibilità di riscrivere il proprio percorso, forse anche di riconnettersi simbolicamente con quella parte di sè legata alla figura materna. In questo caso un percorso psicoterapico può essere molto utile per dare spazio a tutte queste emozioni e aiutarla a fare chiarezza su cosa desidera oggi, la sua parte adulta. Il processo di scelta può diventare così un'occasione di crescita e di consapevolezza. Resto a disposizione se desidera un confronto più approfondito. Un caro saluto.
Michela Zancaner
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Buonasera. Ne ha parlato con uno psicoterapeuta? Per cercare di capire le radici inconsce che la portano a questo conflitto tra due scelte importanti per la sua vita? Il suo è un dilemma esistenziale e vista la sua storia familiare sarebbe importante indagare nel profondo. Grazie per la sua condivisione.
Buonasera. Partirei dalla fine. Quando non si sa cosa fare, è opportuno non fare niente e attendere che le cose siano più chiare. Intanto, dalle sue parole emerge un gran desiderio di capire la propria storia, riappropriarsene. Pertanto, sarebbe interessante, oltre che utile, avviare una psicoterapia che parta proprio da questa domanda.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buonasera,
dalle sue parole emerge un vissuto complesso e doloroso: crescere senza la presenza materna, con un padre che ha riversato su di lei i propri pesi e le proprie frustrazioni, l’ha costretta troppo presto a ruoli che non spettavano a una bambina. È comprensibile che oggi porti con sé ansia, paure e insicurezze: sono ferite antiche che hanno segnato il suo modo di stare al mondo.

La sua casa, in questo senso, rappresenta proprio quel nodo di contraddizioni: da un lato luogo di sofferenza e di ricordi difficili, dall’altro radice a cui sente di essere legata. Il desiderio di andare in Belgio, la terra di sua madre, non è soltanto una scelta geografica: sembra piuttosto un richiamo simbolico, un bisogno profondo di ricongiungersi con una parte di sé, con radici che forse non ha potuto vivere pienamente, ma che sente ancora vive.

Non c’è una risposta “giusta” o “sbagliata” sul cosa fare: ciò che conta è dare spazio a entrambe le parti dentro di lei — quella che vorrebbe lasciare andare il passato e quella che resta aggrappata ai legami e ai ricordi. In terapia si lavorerebbe proprio su questo: creare un dialogo tra queste parti interne, imparare ad accoglierle senza giudizio e arrivare, passo dopo passo, a una decisione che non sia una fuga, ma un atto di libertà.

Un incoraggiamento: il fatto che lei senta il desiderio di un cambiamento è già il segnale che una parte di lei vuole vivere in modo più leggero e autentico. Non deve forzarsi a decidere subito, ma può cominciare a costruire dentro di sé la possibilità di un nuovo inizio, senza cancellare ciò che è stato. Con il giusto sostegno, sarà possibile trasformare il suo desiderio in un progetto concreto, senza che la paura la blocchi.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua storia, è molto intensa e capisco quanto possa essere difficile convivere con un passato così carico di ferite, conflitti irrisolti e ricordi contrastanti. Quello che sta vivendo ha molto senso: il desiderio di cambiamento e di libertà si intreccia con l’attaccamento emotivo a ciò che, per quanto doloroso, rappresenta le sue radici e la sua storia.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott.ssa Letizia Simonelli
Psicoterapeuta, Psicologo
Cesena
Gentilissima,

leggendo il suo racconto, mi vengono in mente alcune domande: cosa rappresenterebbe per lei un trasferimento in Belgio? Una “fuga” dalla sua casa di origine, un ritorno al passato oppure un nuovo inizio?
Inoltre, non abbiamo informazioni sulle sue relazioni attuali e su come possano influenzare queste scelte.
Credo che un percorso di psicoterapia potrebbe esserle utile per elaborare alcuni vissuti del passato, in particolare con le sue figure genitoriali e aiutarla ad indirizzare il suo presente con più consapevolezza.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simonelli
Dott.ssa Maria Teresa Miletta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, prima di prendere decisioni per il futuro, la inviterei a chiudere ed elaborare il passato, le sue perdite, i suoi bisogni emotivi poco visti e ascoltati. Rientrando in contatto con i suoi bisogni emotivi,e imparando a riconoscerli e a dare loro risposta, saprà se andare in Belgio sarà la scelta giusta. In bocca al lupo
Carissima,
grazie per questo racconto così intenso: sento, anche solo leggendolo, il dolore che ha vissuto nella sua storia e credo che darsi la possibilità di raccontarlo dal vivo ad un'altra persona, sentirsi accolta e sostenuta in questo dolore, trovare qualcuno che possa accompagnarla in modo empatico penso che possa placare questo senso di ansia e aiutarla a decidere più liberamente dove e come vivere.
Le suggerisco di prendere contatto con uno psicologo o uno psicoterapeuta, preferibilmente in presenza e di lasciarsi accompagnare.
Le auguro tutto il meglio!
Dott. Domenico Samele
Dott.ssa Maria Assunta Macrì
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Catania
Quello che racconti parla di ferite profonde legate all’abbandono e a un’infanzia segnata da ruoli invertiti e da colpe non tue. È comprensibile che oggi tu senta insieme il bisogno di lasciare la casa dei ricordi e, nello stesso tempo, la difficoltà a separartene: quella casa è stata anche il luogo dove hai costruito la tua identità, pur nel dolore. Il desiderio di andare in Belgio sembra portare con sé una spinta vitale verso radici diverse e forse più libere. In analisi potresti dare parola a questi legami ambivalenti con tua madre, con tuo padre, con la casa ... così da distinguere ciò che appartiene al passato da ciò che può davvero aprirti al futuro.
Dott.ssa Naomi Fusco
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, innanzitutto la ringrazio per la sua condivisione. Le sue crisi d'ansia mi sembrano parlare di un conflitto interiore che sta vivendo. Come se fosse ferma ad un bivio. Lei mi sembra combattuta tra la casa piena di ricordi della sua vita con suo padre e il Belgio, paese d'origine di sua madre. La ricerca delle radici da cui proviene la portano lontano, ma questo forse lo sente come un tradimento verso suo padre.
Sicuramente un aiuto terapeutico potrebbe aiutarla a prendere la sua decisione in libertà e con serenità. Le auguro il meglio

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