Buonasera, ho 27 anni, sono molto introverso ho una vita sociale inesistente a causa del fatto che h
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Buonasera, ho 27 anni, sono molto introverso ho una vita sociale inesistente a causa del fatto che ho un attività sono sempre impegnato, sono molto preoccupato e scoraggiato perché sono arrivato a questa età senza avere mai avuto una relazione, sinceramente mi sento molto inferiore e in ritardo, è imbarazzante dirlo nell' ultimo anno sono andato a escort ben 3 volte in 1 anno, mi sento uno sfigato però praticamente per farvi capire sono consapevole che non avrebbe compenzato la parte relazionale e sentimentale, mi imbarazza riferire dettagli così intimi, però a 27 anni vergine hai un bisogno fisico e mentale, la prima volta ho fatto flop cosa che mi aspettavo, la seconda e la terza tranquillo, purtroppo per come la vedo io di sicuro è brutto perdere la verginità così però allo stesso tempo è inutile fare finta di niente che è tutto normale che lo sei, voi mi direte che ognuno ha i suoi tempi ma è altrettanto vero che bisogna agire, se dovesse capitare di avere una ragazza ho un po' di esperienza a livello pratico, un conto è che hai 20 anni e un altro che ne hai 30, sono arrivato a questo punto per mia grande colpa ma anche dalle circostanze e dalla famiglia mi dispiace dirlo, sono abbastanza carino, sto facendo tanti piccoli passi ma mi sento scoraggiato e oppresso,tutti hanno una ragazza, parlano di sesso, pure i ragazzini ecc... Sono solo io ad essere inferiore, non ho intenzione di fare quello che ho fatto per una questione di autonomia, ho paura di rimanere così
Buongiorno e grazie per aver condiviso qualcosa di così personale. È un gesto di grande coraggio, e già questo dimostra che dentro di te c'è la volontà di cambiare e stare meglio. Sentirsi in ritardo o inadeguati capita a molti, ma non significa che tu valga meno. Ognuno ha i suoi tempi e il proprio percorso. Quello che stai vivendo non definisce il tuo valore come persona. Sentirsi "in ritardo" o "inferiore" è una sensazione comune a tanti, soprattutto in un mondo che ci bombarda continuamente con immagini di successo, relazioni perfette e standard irrealistici. Ma confrontarsi continuamente con gli altri è una trappola che soffoca la tua unicità e il tuo potenziale. Essere introverso, lavorare tanto, non avere ancora vissuto una relazione sentimentale: tutto questo non ti rende inferiore, ti rende umano. L’intimità vera non si misura in numeri o esperienze, ma nella capacità di essere autentico, di mettersi in gioco, di voler crescere. E tu lo stai facendo. Questo è il vero punto di forza. Un percorso psicologico può aiutarti a comprendere le radici di queste sensazioni di inadeguatezza, a liberarti da vecchi condizionamenti familiari o personali, e a scoprire risorse che forse oggi non riesci a vedere da solo. Non è troppo tardi. Non sei fuori tempo massimo. Sei esattamente dove devi essere per cominciare a costruire qualcosa di nuovo. Buona giornata, Dr ssa Isabella Mazzocchi.
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Buongiorno gentile Utente, comprendo la fatica e il senso di frustrazione che sta vivendo, e desidero iniziare dicendole che non c’è nulla di sfigato o imbarazzante nel suo vissuto. Ha avuto il coraggio di esprimere emozioni profonde, intime e spesso tenute nascoste per paura di giudizio. Questo è già un atto significativo di consapevolezza e di responsabilità verso sé stesso.
Il sentimento di essere “in ritardo” o “inferiore” rispetto agli altri è una percezione che accomuna molte persone, soprattutto quando si confrontano con ciò che viene mostrato come la norma sociale o culturale. Tuttavia, la verità è che ognuno ha una traiettoria personale, influenzata da tanti fattori: la storia familiare, il temperamento, il contesto sociale, le opportunità, e anche il tipo di relazione che si è sviluppata con sé stessi. Essere vergini a 27 anni non è una condizione che la definisce come persona, né una misura della sua validità o desiderabilità.
Mi colpisce positivamente il suo sguardo lucido: ha riconosciuto che l’esperienza con le escort non rispondeva al bisogno relazionale ed emotivo, ma era piuttosto un tentativo di esplorare un aspetto fisico e mentale che sentiva necessario affrontare. Questo tipo di consapevolezza è un elemento prezioso nel suo percorso. Non si giudichi con durezza: ciò che ha fatto non è una colpa, ma una scelta legata a un bisogno umano e comprensibile. È importante, semmai, chiedersi oggi quali strade diverse può percorrere per avvicinarsi a una connessione più autentica, che rispetti i suoi tempi ma anche il suo desiderio di condivisione affettiva.
Il fatto che lei stia già facendo dei piccoli passi e che stia riflettendo su tutto questo è un segno che qualcosa dentro di lei sta cercando uno spazio nuovo, più libero e meno condizionato dal confronto sociale. Non è solo, anche se ora può sembrarle così. Esistono percorsi psicologici specifici, fondati su approcci evidence-based, che aiutano a lavorare su questi temi: dall’autostima, alla gestione della vergogna, allo sviluppo delle competenze relazionali. A volte, dietro l’introversione e l’iperimpegno lavorativo si cela un forte desiderio di protezione, ma anche una grande solitudine che ha bisogno di essere accolta, non nascosta.
Lei non è inferiore. Lei è una persona con un bisogno profondo di vicinanza, di connessione, di appartenenza. Non si tratta di “recuperare il tempo perso” come fosse una gara, ma di iniziare a costruire, passo dopo passo, una relazione più gentile con sé stesso. Da lì potrà nascere anche l’apertura verso gli altri.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Il sentimento di essere “in ritardo” o “inferiore” rispetto agli altri è una percezione che accomuna molte persone, soprattutto quando si confrontano con ciò che viene mostrato come la norma sociale o culturale. Tuttavia, la verità è che ognuno ha una traiettoria personale, influenzata da tanti fattori: la storia familiare, il temperamento, il contesto sociale, le opportunità, e anche il tipo di relazione che si è sviluppata con sé stessi. Essere vergini a 27 anni non è una condizione che la definisce come persona, né una misura della sua validità o desiderabilità.
Mi colpisce positivamente il suo sguardo lucido: ha riconosciuto che l’esperienza con le escort non rispondeva al bisogno relazionale ed emotivo, ma era piuttosto un tentativo di esplorare un aspetto fisico e mentale che sentiva necessario affrontare. Questo tipo di consapevolezza è un elemento prezioso nel suo percorso. Non si giudichi con durezza: ciò che ha fatto non è una colpa, ma una scelta legata a un bisogno umano e comprensibile. È importante, semmai, chiedersi oggi quali strade diverse può percorrere per avvicinarsi a una connessione più autentica, che rispetti i suoi tempi ma anche il suo desiderio di condivisione affettiva.
Il fatto che lei stia già facendo dei piccoli passi e che stia riflettendo su tutto questo è un segno che qualcosa dentro di lei sta cercando uno spazio nuovo, più libero e meno condizionato dal confronto sociale. Non è solo, anche se ora può sembrarle così. Esistono percorsi psicologici specifici, fondati su approcci evidence-based, che aiutano a lavorare su questi temi: dall’autostima, alla gestione della vergogna, allo sviluppo delle competenze relazionali. A volte, dietro l’introversione e l’iperimpegno lavorativo si cela un forte desiderio di protezione, ma anche una grande solitudine che ha bisogno di essere accolta, non nascosta.
Lei non è inferiore. Lei è una persona con un bisogno profondo di vicinanza, di connessione, di appartenenza. Non si tratta di “recuperare il tempo perso” come fosse una gara, ma di iniziare a costruire, passo dopo passo, una relazione più gentile con sé stesso. Da lì potrà nascere anche l’apertura verso gli altri.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Grazie per aver scritto con tanta sincerità e apertura, soprattutto su un tema così delicato e personale. Non è facile parlare di vissuti intimi, né ammettere sentimenti come la vergogna, l’insicurezza o il senso di inadeguatezza, e il fatto che tu lo faccia dimostra una grande consapevolezza di te stesso e il desiderio autentico di cambiare.
Quello che stai vivendo è più comune di quanto si pensi, anche se spesso non se ne parla. Viviamo in una società che dà molta enfasi alle esperienze sentimentali e sessuali, quasi come se fossero una “prova” del proprio valore personale, e questo può far sentire chi si trova in una situazione diversa profondamente fuori posto, “in ritardo” o, come scrivi tu, “inferiore”. Ma la verità è che ogni persona ha il proprio percorso, e non esiste un’età “giusta” per vivere certe esperienze: ciò che conta è il significato che queste esperienze assumono per te.
Il fatto che tu senta disagio per essere andato con delle escort non è un giudizio su ciò che hai fatto, ma un segnale del tuo bisogno di qualcosa di più profondo: una relazione autentica, fatta anche di affetto, fiducia, scambio emotivo. E questo bisogno è legittimo, umano, e non ha nulla a che vedere con l’essere “sfigati”.
Hai già fatto dei piccoli passi, come scrivi, e questo è importante. Ora potrebbe essere utile avere uno spazio personale dove poter riflettere meglio su questi vissuti, accogliere le tue fragilità senza giudizio e costruire un percorso che ti permetta di rafforzare la fiducia in te stesso, migliorare la tua vita relazionale e capire come entrare in connessione con gli altri in modo più autentico. Un percorso psicologico non ti “aggiusta”, ma ti accompagna nel darti strumenti per sentirti più libero, più sicuro, più sereno rispetto a te stesso e alle relazioni.
Il fatto che tu abbia scritto qui è già un segno che stai agendo e che non ti stai arrendendo. Non sei solo, e non sei sbagliato. Se deciderai di iniziare un percorso, sarà un investimento prezioso su di te, senza fretta, ma con direzione.
Un caro saluto
Quello che stai vivendo è più comune di quanto si pensi, anche se spesso non se ne parla. Viviamo in una società che dà molta enfasi alle esperienze sentimentali e sessuali, quasi come se fossero una “prova” del proprio valore personale, e questo può far sentire chi si trova in una situazione diversa profondamente fuori posto, “in ritardo” o, come scrivi tu, “inferiore”. Ma la verità è che ogni persona ha il proprio percorso, e non esiste un’età “giusta” per vivere certe esperienze: ciò che conta è il significato che queste esperienze assumono per te.
Il fatto che tu senta disagio per essere andato con delle escort non è un giudizio su ciò che hai fatto, ma un segnale del tuo bisogno di qualcosa di più profondo: una relazione autentica, fatta anche di affetto, fiducia, scambio emotivo. E questo bisogno è legittimo, umano, e non ha nulla a che vedere con l’essere “sfigati”.
Hai già fatto dei piccoli passi, come scrivi, e questo è importante. Ora potrebbe essere utile avere uno spazio personale dove poter riflettere meglio su questi vissuti, accogliere le tue fragilità senza giudizio e costruire un percorso che ti permetta di rafforzare la fiducia in te stesso, migliorare la tua vita relazionale e capire come entrare in connessione con gli altri in modo più autentico. Un percorso psicologico non ti “aggiusta”, ma ti accompagna nel darti strumenti per sentirti più libero, più sicuro, più sereno rispetto a te stesso e alle relazioni.
Il fatto che tu abbia scritto qui è già un segno che stai agendo e che non ti stai arrendendo. Non sei solo, e non sei sbagliato. Se deciderai di iniziare un percorso, sarà un investimento prezioso su di te, senza fretta, ma con direzione.
Un caro saluto
Buongiorno. Innanzi tutto grazie per aver condiviso la tua esperienza con apertura e sincerità, non è semplice parlare di vissuti così personali e delicati e il fatto che tu lo stia facendo è segno di buona consapevolezza e desiderio di cambiamento.
Deve essere pesante confrontarti ogni giorno con l'immagine che gli altri danno di sè e della propria vita "perfetta", in realtà la difficoltà che tu porti è presente nella vita di molti.
Rispetto al fatto che tu abbia avuto il primo rapporto sessuale con una escort mi sento di dirti che ti sei mosso nell'unica maniera che ti sembrava possibile in quel momento, ti sei esposto seguendo i tuoi bisogni e nonostante il timore di fare la cosa sbagliata, questo è sano. Molti tendono ad evitare di esporsi a causa delle paure e questo può portare ad un progressivo "congelamento" e blocco all'azione.
Ma ciò che interessa davvero a noi sono le credenze che hai costruito su te stesso e il significato che dai alla tua esperienza e alla difficoltà che stai riscontrando: il fatto che tu ti dica di "essere indietro", "essere inferiore", uno "sfigato". Sarebbe interessante lavorare su questa immagine di te che si è creata e che si sta rinforzando ogni giorno, sostituendola gradualmente con una nuova. Come? Uno degli aspetti su cui lavorerei è quello della vita sociale, sei molto impegnato con la tua attività e questo è ammirevole. Ma sembra che tu stia sacrificando molto la tua dimensione personale per il lavoro. E col tempo, questo porta esattamente a quel senso di “ritardo” o “vuoto”. Il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso terapeutico che ti accompagni in questo lavoro su te stesso con empatia e senza giudizio. Spero di averti aiutato! Auguro una buona giornata. Dott.ssa Corinne Remondino
Deve essere pesante confrontarti ogni giorno con l'immagine che gli altri danno di sè e della propria vita "perfetta", in realtà la difficoltà che tu porti è presente nella vita di molti.
Rispetto al fatto che tu abbia avuto il primo rapporto sessuale con una escort mi sento di dirti che ti sei mosso nell'unica maniera che ti sembrava possibile in quel momento, ti sei esposto seguendo i tuoi bisogni e nonostante il timore di fare la cosa sbagliata, questo è sano. Molti tendono ad evitare di esporsi a causa delle paure e questo può portare ad un progressivo "congelamento" e blocco all'azione.
Ma ciò che interessa davvero a noi sono le credenze che hai costruito su te stesso e il significato che dai alla tua esperienza e alla difficoltà che stai riscontrando: il fatto che tu ti dica di "essere indietro", "essere inferiore", uno "sfigato". Sarebbe interessante lavorare su questa immagine di te che si è creata e che si sta rinforzando ogni giorno, sostituendola gradualmente con una nuova. Come? Uno degli aspetti su cui lavorerei è quello della vita sociale, sei molto impegnato con la tua attività e questo è ammirevole. Ma sembra che tu stia sacrificando molto la tua dimensione personale per il lavoro. E col tempo, questo porta esattamente a quel senso di “ritardo” o “vuoto”. Il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso terapeutico che ti accompagni in questo lavoro su te stesso con empatia e senza giudizio. Spero di averti aiutato! Auguro una buona giornata. Dott.ssa Corinne Remondino
Non c'è niente di male nell'aver esplorato la sua sessualità. Evidentemente se lei ha voglia di avere una relazione, ma trova degli ostacoli, dovrebbe capire di che natura sono questi ostacoli e cercare di superarli. Non è facile, ma sono sicuro che un percorso terapeutico potrebbe giovarle moltissimo e potrebbe essere d'aiuto anche a tutte le persone che la circondano.
Dott. Paolo Di San Diego
Dott. Paolo Di San Diego
Buonasera,
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con sincerità e coraggio una parte così intima e delicata della sua vita. È evidente che sta attraversando un momento di forte insoddisfazione e sofferenza interiore, in cui emozioni come la vergogna, il senso di inadeguatezza e la solitudine stanno prendendo molto spazio.
La pressione sociale riguardo alle relazioni e all’esperienza sessuale può essere molto opprimente, soprattutto in un contesto in cui si tende a dare per scontato che tutti debbano avere determinati traguardi entro una certa età. Ma la realtà è che ognuno ha un proprio percorso, fatto di esperienze, contesti familiari, caratteristiche personali e momenti di maturazione differenti. Non esiste un'età "giusta" per vivere una relazione o per avere la prima esperienza sessuale.
Lei dice di sentirsi “inferiore”, ma l’introspezione, la consapevolezza che dimostra, il desiderio di migliorare e di capire se stesso sono segni di grande sensibilità e forza. È comprensibile che la mancanza di una relazione affettiva e di un contesto sociale soddisfacente possa farla sentire isolato, ma il fatto che si stia ponendo delle domande e stia cercando delle risposte è un primo passo molto importante.
Riguardo all’esperienza con le escort, non è utile giudicarsi con durezza. L’ha vissuta in un momento di bisogno e di confusione, e ora sta cercando di capire meglio il suo mondo interno, ciò che davvero desidera. Questo è ciò che conta.
È altrettanto importante riconoscere che il lavoro e la dedizione alla sua attività non devono essere un ostacolo alla vita affettiva e sociale: trovare un equilibrio possibile è parte del processo di crescita personale.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta: potrà aiutarla ad esplorare la sua storia, comprendere meglio i blocchi che la frenano, lavorare sull'autostima e sulle relazioni. A volte il peso che si porta dentro, quando condiviso con uno specialista, diventa più leggero e più gestibile, e si scopre che le possibilità di cambiamento sono più vicine di quanto si immagini.
Rivolgersi ad uno specialista, in questo caso, sarebbe davvero utile e consigliato per approfondire e affrontare in modo costruttivo quanto sta vivendo.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con sincerità e coraggio una parte così intima e delicata della sua vita. È evidente che sta attraversando un momento di forte insoddisfazione e sofferenza interiore, in cui emozioni come la vergogna, il senso di inadeguatezza e la solitudine stanno prendendo molto spazio.
La pressione sociale riguardo alle relazioni e all’esperienza sessuale può essere molto opprimente, soprattutto in un contesto in cui si tende a dare per scontato che tutti debbano avere determinati traguardi entro una certa età. Ma la realtà è che ognuno ha un proprio percorso, fatto di esperienze, contesti familiari, caratteristiche personali e momenti di maturazione differenti. Non esiste un'età "giusta" per vivere una relazione o per avere la prima esperienza sessuale.
Lei dice di sentirsi “inferiore”, ma l’introspezione, la consapevolezza che dimostra, il desiderio di migliorare e di capire se stesso sono segni di grande sensibilità e forza. È comprensibile che la mancanza di una relazione affettiva e di un contesto sociale soddisfacente possa farla sentire isolato, ma il fatto che si stia ponendo delle domande e stia cercando delle risposte è un primo passo molto importante.
Riguardo all’esperienza con le escort, non è utile giudicarsi con durezza. L’ha vissuta in un momento di bisogno e di confusione, e ora sta cercando di capire meglio il suo mondo interno, ciò che davvero desidera. Questo è ciò che conta.
È altrettanto importante riconoscere che il lavoro e la dedizione alla sua attività non devono essere un ostacolo alla vita affettiva e sociale: trovare un equilibrio possibile è parte del processo di crescita personale.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta: potrà aiutarla ad esplorare la sua storia, comprendere meglio i blocchi che la frenano, lavorare sull'autostima e sulle relazioni. A volte il peso che si porta dentro, quando condiviso con uno specialista, diventa più leggero e più gestibile, e si scopre che le possibilità di cambiamento sono più vicine di quanto si immagini.
Rivolgersi ad uno specialista, in questo caso, sarebbe davvero utile e consigliato per approfondire e affrontare in modo costruttivo quanto sta vivendo.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera,
quanta forza ci vuole per raccontarsi così, anche dietro uno schermo. E se tutto questo imbarazzo fosse, in fondo, il segnale che c’è qualcosa dentro di lei che merita più tenerezza che giudizio?
Davvero sentirsi “indietro” significa essere “sbagliati”? Oppure potrebbe essere solo una narrazione possibile, tra molte?
Mi contatti pure,
Dr. Giorgio De Giorgi
quanta forza ci vuole per raccontarsi così, anche dietro uno schermo. E se tutto questo imbarazzo fosse, in fondo, il segnale che c’è qualcosa dentro di lei che merita più tenerezza che giudizio?
Davvero sentirsi “indietro” significa essere “sbagliati”? Oppure potrebbe essere solo una narrazione possibile, tra molte?
Mi contatti pure,
Dr. Giorgio De Giorgi
Essere consapevole di avere dei bisogni e adoperarsi per soddisfarli non è un errore.
Sebbene certe esperienze possano, a distanza di tempo, essere considerate non ottimali rispetto ad altre, ciò non deve tradursi in un senso di inferiorità percepita. Niente e nessuno dovrebbe farLa sentire inferiore!
Purtroppo gli elementi a mia disposizione sono pochi per darLe una risposta più esaustiva, ma mi rendo disponibile ad approfondire l'argomento insieme a Lei in maniera tale da aiutarLa.
Sebbene certe esperienze possano, a distanza di tempo, essere considerate non ottimali rispetto ad altre, ciò non deve tradursi in un senso di inferiorità percepita. Niente e nessuno dovrebbe farLa sentire inferiore!
Purtroppo gli elementi a mia disposizione sono pochi per darLe una risposta più esaustiva, ma mi rendo disponibile ad approfondire l'argomento insieme a Lei in maniera tale da aiutarLa.
Gentilissimo, sono molto dispiaciuto per come si sente e per ciò che ha scritto nel suo messaggio. Credo che la sua sofferenza sia reale e meriti veramente di essere approfondita, compresa e trasformata. La sessualità è sicuramente un tema, un tema che possiamo inscrivere in un periodo di vita che sembra non soddisfarla da nessun punto di vista. Al di la di tutte le cose che potrei dirle, la cosa più utile che mi viene in mente di fare è quella di consigliarle di rivolgersi ad un professionista per poter intraprendere un percorso terapeutico, di avere qualcuno accanto a lei, a disposizione per poterla aiutare.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buonasera, le consiglio un percorso psicologico che l'aiuti a ritrovare fiducia in se stesso. Cordiali saluti.
Buonasera, ti ringrazio per la fiducia e il coraggio con cui hai condiviso una parte così intima e vera della tua vita. Quello che hai scritto non è da sfigati, non è imbarazzante, non è "strano". È umano. Stai solo portando un peso che, come capita a molti uomini, spesso viene vissuto in silenzio e in solitudine.
Forse ti sorprenderà saperlo, ma sono tanti i ragazzi e gli uomini che arrivano a 25, 30 o anche 35 anni senza una relazione o senza aver fatto sesso.
Ma la società, i social, gli amici che parlano solo di "prestazioni" e "conquiste", ci fanno credere che è normale solo se sei già esperto a 18 anni. Questo è un falso mito.
Ti consiglierei di iniziare un percorso psicologico, per affrontare e superare questo senso di inferiorità di cui parli.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Forse ti sorprenderà saperlo, ma sono tanti i ragazzi e gli uomini che arrivano a 25, 30 o anche 35 anni senza una relazione o senza aver fatto sesso.
Ma la società, i social, gli amici che parlano solo di "prestazioni" e "conquiste", ci fanno credere che è normale solo se sei già esperto a 18 anni. Questo è un falso mito.
Ti consiglierei di iniziare un percorso psicologico, per affrontare e superare questo senso di inferiorità di cui parli.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Grazie per aver condiviso una parte così intima e personale della tua storia. Di seguito ti propongo una **risposta empatica, rispettosa e professionale**, pensata per un intervento online da parte di una psicologa:
---
**Risposta della psicologa:**
Buonasera,
ti ringrazio per aver avuto il coraggio di raccontarti con tanta onestà. Le tue parole trasmettono un grande bisogno di connessione, comprensione e anche di leggerezza in un momento della tua vita in cui ti senti sotto pressione, in ritardo rispetto agli altri e forse anche giudicato, prima di tutto da te stesso.
Voglio dirti subito una cosa: **non sei sbagliato, né inferiore.** Ognuno ha il proprio percorso, e non esiste un'età “giusta” per iniziare una relazione o per vivere la propria sessualità. Certo, viviamo in una società che tende a imporre modelli molto rigidi su cosa è “normale” o “tempestivo”, ma la realtà emotiva e personale è molto più complessa e merita rispetto.
Quello che hai vissuto – anche la scelta di rivolgerti a escort – non è qualcosa da giudicare con vergogna, ma da comprendere nel suo significato più profondo: un bisogno umano di intimità, contatto, esperienza. Non è una “scorciatoia”, ma una modalità attraverso cui, forse, hai cercato di spezzare un senso di immobilità e solitudine.
Il fatto che tu ne parli in modo consapevole, senza illuderti che basti a colmare un vuoto emotivo, dimostra una **grande lucidità e maturità emotiva**. Anche la tua riflessione sulla famiglia, sull’introversione, sull’impegno lavorativo… tutto questo parla di una persona che **sta cercando di conoscersi**, di mettersi in gioco, anche se con fatica.
È comprensibile sentirsi scoraggiati, ma voglio dirti con chiarezza: **non è troppo tardi, e non sei solo.** Molti ragazzi (più di quanto immagini) vivono sensazioni simili alle tue, ma spesso non ne parlano per paura del giudizio.
Forse il passo più importante, adesso, non è forzarti a “trovare subito una ragazza” per sentirti alla pari, ma iniziare a costruire una relazione diversa con te stesso: più accogliente, meno dura, più orientata a capire cosa ti fa sentire bene e cosa no. L’intimità – anche quella sessuale – nasce prima di tutto dal sentirsi **a proprio agio con se stessi**, dal piacere di condividere, e non dal dovere di “essere come gli altri”.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarti a esplorare con maggiore libertà questi temi, senza giudizi, per accompagnarti nel costruire relazioni vere, sincere, partendo da chi sei, non da chi “dovresti” essere.
Hai già fatto un primo passo importante: parlare. Ti auguro di continuare a farlo, un passo alla volta, con gentilezza verso te stesso.
Resto a disposizione, dott.ssa Silvia Marotta
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**Risposta della psicologa:**
Buonasera,
ti ringrazio per aver avuto il coraggio di raccontarti con tanta onestà. Le tue parole trasmettono un grande bisogno di connessione, comprensione e anche di leggerezza in un momento della tua vita in cui ti senti sotto pressione, in ritardo rispetto agli altri e forse anche giudicato, prima di tutto da te stesso.
Voglio dirti subito una cosa: **non sei sbagliato, né inferiore.** Ognuno ha il proprio percorso, e non esiste un'età “giusta” per iniziare una relazione o per vivere la propria sessualità. Certo, viviamo in una società che tende a imporre modelli molto rigidi su cosa è “normale” o “tempestivo”, ma la realtà emotiva e personale è molto più complessa e merita rispetto.
Quello che hai vissuto – anche la scelta di rivolgerti a escort – non è qualcosa da giudicare con vergogna, ma da comprendere nel suo significato più profondo: un bisogno umano di intimità, contatto, esperienza. Non è una “scorciatoia”, ma una modalità attraverso cui, forse, hai cercato di spezzare un senso di immobilità e solitudine.
Il fatto che tu ne parli in modo consapevole, senza illuderti che basti a colmare un vuoto emotivo, dimostra una **grande lucidità e maturità emotiva**. Anche la tua riflessione sulla famiglia, sull’introversione, sull’impegno lavorativo… tutto questo parla di una persona che **sta cercando di conoscersi**, di mettersi in gioco, anche se con fatica.
È comprensibile sentirsi scoraggiati, ma voglio dirti con chiarezza: **non è troppo tardi, e non sei solo.** Molti ragazzi (più di quanto immagini) vivono sensazioni simili alle tue, ma spesso non ne parlano per paura del giudizio.
Forse il passo più importante, adesso, non è forzarti a “trovare subito una ragazza” per sentirti alla pari, ma iniziare a costruire una relazione diversa con te stesso: più accogliente, meno dura, più orientata a capire cosa ti fa sentire bene e cosa no. L’intimità – anche quella sessuale – nasce prima di tutto dal sentirsi **a proprio agio con se stessi**, dal piacere di condividere, e non dal dovere di “essere come gli altri”.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarti a esplorare con maggiore libertà questi temi, senza giudizi, per accompagnarti nel costruire relazioni vere, sincere, partendo da chi sei, non da chi “dovresti” essere.
Hai già fatto un primo passo importante: parlare. Ti auguro di continuare a farlo, un passo alla volta, con gentilezza verso te stesso.
Resto a disposizione, dott.ssa Silvia Marotta
Ti ringrazio per la tua apertura, perché parlare di queste cose richiede coraggio vero, specie in una società che spesso misura il valore personale con standard esterni e superficiali. La tua frustrazione, il senso di vergogna, l’autoaccusa, sono comprensibili, ma vorrei aiutarti a vedere tutto questo da un'altra prospettiva.
Non sei inferiore. Non sei in ritardo. Non sei sbagliato. Sei semplicemente una persona che ha vissuto — per tante ragioni — una traiettoria diversa, e questo non rende la tua esperienza meno autentica o meno degna di rispetto.
Il fatto che tu sia consapevole del bisogno fisico ma anche emotivo e relazionale, e che riconosca che il contatto sessuale non risolve la solitudine affettiva, è un segno importante di maturità emotiva. Il bisogno di condividere amore, intimità, scoperta, non è una “debolezza”, ma una parte sana e profonda della tua umanità.
Il problema non è che tu abbia 27 anni ed esperienze limitate. Il vero dolore nasce quando si confonde l’esperienza con il valore personale. Non sei meno uomo, meno desiderabile, o meno pronto perché hai avuto un percorso più lento. Sei solo umano, con la tua storia, le tue ferite, i tuoi desideri.
Il lavoro e la solitudine ti hanno tolto spazio per costruire relazioni? Sì, forse. Ma non è mai troppo tardi per cominciare, e ogni piccolo passo che stai facendo adesso conta: anche il solo scrivere questo messaggio è già un atto di cambiamento.
Se vuoi, possiamo pensare insieme a dei passi concreti per aiutarti ad aprirti al mondo, senza pressioni o giudizi. Anche uno psicologo può offrirti uno spazio dove sentirti accolto e ascoltato senza vergogna, dove non devi dimostrare niente, solo essere te stesso.
E fidati: non sei solo. Molte più persone di quanto immagini vivono queste stesse emozioni, ma non ne parlano.
Quando vuoi, possiamo iniziare da lì con un percorso di psicoterapia sistemico relazionale.
Non sei inferiore. Non sei in ritardo. Non sei sbagliato. Sei semplicemente una persona che ha vissuto — per tante ragioni — una traiettoria diversa, e questo non rende la tua esperienza meno autentica o meno degna di rispetto.
Il fatto che tu sia consapevole del bisogno fisico ma anche emotivo e relazionale, e che riconosca che il contatto sessuale non risolve la solitudine affettiva, è un segno importante di maturità emotiva. Il bisogno di condividere amore, intimità, scoperta, non è una “debolezza”, ma una parte sana e profonda della tua umanità.
Il problema non è che tu abbia 27 anni ed esperienze limitate. Il vero dolore nasce quando si confonde l’esperienza con il valore personale. Non sei meno uomo, meno desiderabile, o meno pronto perché hai avuto un percorso più lento. Sei solo umano, con la tua storia, le tue ferite, i tuoi desideri.
Il lavoro e la solitudine ti hanno tolto spazio per costruire relazioni? Sì, forse. Ma non è mai troppo tardi per cominciare, e ogni piccolo passo che stai facendo adesso conta: anche il solo scrivere questo messaggio è già un atto di cambiamento.
Se vuoi, possiamo pensare insieme a dei passi concreti per aiutarti ad aprirti al mondo, senza pressioni o giudizi. Anche uno psicologo può offrirti uno spazio dove sentirti accolto e ascoltato senza vergogna, dove non devi dimostrare niente, solo essere te stesso.
E fidati: non sei solo. Molte più persone di quanto immagini vivono queste stesse emozioni, ma non ne parlano.
Quando vuoi, possiamo iniziare da lì con un percorso di psicoterapia sistemico relazionale.
Ciao, grazie per aver condiviso i tuoi pensieri e le tue emozioni. Capisco che tu stia attraversando un momento difficile e che ti senta scoraggiato e in qualche modo in ritardo rispetto a quello che ti aspettavi o desideravi. È importante ricordare che ognuno ha i propri tempi e le proprie esperienze, e confrontarsi con gli altri può spesso farci sentire più insicuri, ma non significa che tu sia inferiore o che ci siano dei limiti insormontabili per te.
Hai già fatto dei passi importanti, come riconoscere i tuoi sentimenti e le tue esigenze, e questo è un primo passo fondamentale. La tua paura di rimanere così e il desiderio di cambiare sono segnali di una volontà di crescita e di miglioramento, e questo è molto positivo. Ricorda che il percorso verso una maggiore serenità e autostima richiede tempo e pazienza, e non sei solo in questa strada.
Se ti fa piacere, potresti approfondire, insieme ad uno specialista, come affrontare queste emozioni, lavorare sulla tua autostima e trovare strategie per sentirti più sicuro di te stesso. Non c’è niente di sbagliato nel sentirsi così, e non sei solo: molte persone attraversano momenti simili, e con il supporto giusto, è possibile superare queste difficoltà e costruire relazioni significative quando ti sentirai pronto.
Se vorrai, potrai anche parlare di come affrontare le tue paure e i tuoi desideri in modo più sereno e costruttivo.
Saluti,
Dottoressa Autore
Hai già fatto dei passi importanti, come riconoscere i tuoi sentimenti e le tue esigenze, e questo è un primo passo fondamentale. La tua paura di rimanere così e il desiderio di cambiare sono segnali di una volontà di crescita e di miglioramento, e questo è molto positivo. Ricorda che il percorso verso una maggiore serenità e autostima richiede tempo e pazienza, e non sei solo in questa strada.
Se ti fa piacere, potresti approfondire, insieme ad uno specialista, come affrontare queste emozioni, lavorare sulla tua autostima e trovare strategie per sentirti più sicuro di te stesso. Non c’è niente di sbagliato nel sentirsi così, e non sei solo: molte persone attraversano momenti simili, e con il supporto giusto, è possibile superare queste difficoltà e costruire relazioni significative quando ti sentirai pronto.
Se vorrai, potrai anche parlare di come affrontare le tue paure e i tuoi desideri in modo più sereno e costruttivo.
Saluti,
Dottoressa Autore
Gentile Utente,
a volte si ha la sensazione che il fuori abbia qualcosa di speciale semplicemente perchè lo sentiamo in noi carente. Può anche essere che in molti parlino-vantino relazioni amorose e sessuali, poi nel concreto potrebbe essere diversamente.
Ciò non toglie che i temi che solleva hanno una ragion d'essere, la invito a un confronto professionale in cui potenziare o costruire le sua capacità relazionali (e/o di approccio sessuale) per collezionare momenti belli e piacevoli anche nel privato.
Buona giornata
a volte si ha la sensazione che il fuori abbia qualcosa di speciale semplicemente perchè lo sentiamo in noi carente. Può anche essere che in molti parlino-vantino relazioni amorose e sessuali, poi nel concreto potrebbe essere diversamente.
Ciò non toglie che i temi che solleva hanno una ragion d'essere, la invito a un confronto professionale in cui potenziare o costruire le sua capacità relazionali (e/o di approccio sessuale) per collezionare momenti belli e piacevoli anche nel privato.
Buona giornata
Buongiorno e grazie per la sua richiesta.
Prima di tutto, riconosco il coraggio che ha mostrato nel raccontare la tua situazione con tanta sincerità: parlare di temi così personali non è facile e quanto lei ha fatto indica la presenza di una esplicita motivazione al cambiamento.
Sentirsi “in ritardo” o “inferiore” riguarda emozioni molto comuni quando si confrontano i propri tempi con quelli degli altri. La società spesso invia il messaggio che esista un’età “giusta” per fare esperienza sessuale o di coppia, ma in realtà la traiettoria di ciascuno è unica. Il confronto costante rischia di amplificare l’ansia e la vergogna, oscurando il valore di altri compiti che ha già compiuto—per esempio costruire un’attività lavorativa e individuare adesso i suoi bisogni affettivi.
E' comunque una condizione di partenza molto importante la verbalizzazione da parte sua di questa difficoltà relazionale per la quale la introversione ha una valenza rilevante che non le permette di aprirsi con facilità verso l'altro genere con conseguente diminuzione di autostima, cosa questa che tende ad incentivarne le conseguenze. E' consigliabile l'intervento di un professionista che la aiuti ad analizzare questo tratto inibente del suo carattere verso manifestazioni spontanee di apertura verso gli altri per una comunicazione sociale ed eventualmente affettivo-relazionale.
Vorrei inoltre puntualizzare che lei non è né solo né “inferiore”; sta attraversando un momento in cui la discrepanza tra ciò che desidera e ciò che vive genera ansia, insicurezza e frustrazione. Incamminarsi verso relazioni più soddisfacenti richiederà azioni graduali—sia pratiche (nuovi contesti sociali) sia interiori (lavoro sull’autostima e sull’ansia). Un supporto psicologico può accompagnarla in modo strutturato. Un colloquio conoscitivo con un professionista non la impegna necessariamente ad un percorso, ma le offre spazio sicuro per approfondire quanto emerso qui.
Resto a disposizione e le faccio i miei migliori auguri in questo percorso di crescita personale.
Prima di tutto, riconosco il coraggio che ha mostrato nel raccontare la tua situazione con tanta sincerità: parlare di temi così personali non è facile e quanto lei ha fatto indica la presenza di una esplicita motivazione al cambiamento.
Sentirsi “in ritardo” o “inferiore” riguarda emozioni molto comuni quando si confrontano i propri tempi con quelli degli altri. La società spesso invia il messaggio che esista un’età “giusta” per fare esperienza sessuale o di coppia, ma in realtà la traiettoria di ciascuno è unica. Il confronto costante rischia di amplificare l’ansia e la vergogna, oscurando il valore di altri compiti che ha già compiuto—per esempio costruire un’attività lavorativa e individuare adesso i suoi bisogni affettivi.
E' comunque una condizione di partenza molto importante la verbalizzazione da parte sua di questa difficoltà relazionale per la quale la introversione ha una valenza rilevante che non le permette di aprirsi con facilità verso l'altro genere con conseguente diminuzione di autostima, cosa questa che tende ad incentivarne le conseguenze. E' consigliabile l'intervento di un professionista che la aiuti ad analizzare questo tratto inibente del suo carattere verso manifestazioni spontanee di apertura verso gli altri per una comunicazione sociale ed eventualmente affettivo-relazionale.
Vorrei inoltre puntualizzare che lei non è né solo né “inferiore”; sta attraversando un momento in cui la discrepanza tra ciò che desidera e ciò che vive genera ansia, insicurezza e frustrazione. Incamminarsi verso relazioni più soddisfacenti richiederà azioni graduali—sia pratiche (nuovi contesti sociali) sia interiori (lavoro sull’autostima e sull’ansia). Un supporto psicologico può accompagnarla in modo strutturato. Un colloquio conoscitivo con un professionista non la impegna necessariamente ad un percorso, ma le offre spazio sicuro per approfondire quanto emerso qui.
Resto a disposizione e le faccio i miei migliori auguri in questo percorso di crescita personale.
La sua preoccupazione per l’assenza di una vita sentimentale e per il fatto di essere ancora vergine a 27 anni è del tutto comprensibile. È importante ascoltare e rispettare i propri bisogni affettivi, ma al tempo stesso cercare di non lasciarsi condizionare eccessivamente dalle aspettative sociali. In realtà, l’età non rappresenta un limite reale per vivere relazioni significative o per trovare appagamento in ambito affettivo e amoroso, ci sono molti più ragazzi e ragazze di quelli che pensi nella tua stessa situazione. E' un ostacolo difficile da superare ma non impossibile. Posso aggiungere anche che nel momento in cui trovi una ragazza, tutto verrà naturale. Forse puoi pensare, con l'aiuto di un professionista, a capire quali sono le priorità e a provare a trovare un equilibrio, in modo tale da riconoscerti poi e riuscire ad abbassare il livello di disagio che la situazione in questo momento ti porta a provare, e sperimentarti in una nuova versione di te stesso!
Buongiorno, le tematiche delle relazioni e della sessualità possono essere molto complesse e faticose, sebbene si tenda sempre a considerarle come "naturali e facili". I suoi sentimenti di paura e scoraggiamento sono comprensibili.
Quando si sperimentano sentimenti di vergogna, inferiorità, oppressione e quando ci si sente bloccati rispetto ad un'area della propria vita, come le relazioni, la sessualità, la scuola ecc.. penso che ci sia qualcosa che vada affrontato e compreso. Questo potrebbe essere fatto grazie ad un percorso psicologico, che può sostenere e aiutare nel cercare di superare i propri blocchi.
Ha pensato se chiedere un aiuto psicologico potrebbe sollevarla e toglierle un po' i sentimenti negativi che prova?
Spero di esserle stata d'aiuto, cordiali saluti
Quando si sperimentano sentimenti di vergogna, inferiorità, oppressione e quando ci si sente bloccati rispetto ad un'area della propria vita, come le relazioni, la sessualità, la scuola ecc.. penso che ci sia qualcosa che vada affrontato e compreso. Questo potrebbe essere fatto grazie ad un percorso psicologico, che può sostenere e aiutare nel cercare di superare i propri blocchi.
Ha pensato se chiedere un aiuto psicologico potrebbe sollevarla e toglierle un po' i sentimenti negativi che prova?
Spero di esserle stata d'aiuto, cordiali saluti
Caro ragazzo,
ti ringrazio per aver trovato il coraggio di condividere pensieri così intimi e faticosi. Leggendoti, quello che sento non è "sfiga" né inferiorità, ma una profonda solitudine e il desiderio sincero di contatto, di relazione, di sentirti finalmente visto e accettato.
Il fatto che tu sia arrivato a 27 anni senza avere ancora avuto una relazione non ti rende “meno” di nessun altro. Ognuno ha davvero i suoi tempi, sì — ma non in senso consolatorio: nel senso che il percorso di ciascuno è intrecciato con la propria storia, le ferite, le risorse, il contesto. Non c’è un calendario giusto da seguire, anche se capisco perfettamente quanto possa pesare sentirsi in ritardo rispetto agli altri, escluso da una narrazione comune.
Hai fatto delle scelte — anche quelle con le escort — che, nel tuo racconto, appaiono come tentativi di affrontare qualcosa che ti fa male, di colmare un vuoto che però sai bene non è solo fisico. Non c’è nulla di cui vergognarsi: ognuno trova strategie per sopravvivere alla propria solitudine, e tu sei stato onesto nel riconoscere che non è questo che stavi cercando davvero.
In Gestalt, lavoriamo proprio su questo: non tanto sul "fare giusto o sbagliato", ma sul contatto autentico con sé stessi. E in te vedo già molto: una consapevolezza profonda, la capacità di riflettere, la voglia di cambiare e di crescere. Il dolore che provi non è un segno di debolezza, ma una porta — una chiamata a riconnetterti con chi sei davvero, con le parti di te che forse per troppo tempo non hanno trovato spazio per esprimersi.
Non sei solo. E non sei rotto. C’è una parte di te che si sta già muovendo nella direzione della cura, del cambiamento. Forse, in questo momento della tua vita, potresti regalarti uno spazio in cui sentirti accolto davvero per come sei — magari un percorso di terapia in cui non dover “essere all’altezza”, ma solo portare la tua verità. Quella che già adesso stai condividendo.
Ti mando un pensiero di stima,
per la tua vulnerabilità, la tua intelligenza emotiva e il tuo desiderio di verità.
Veronica De Iuliis – Psicologa
ti ringrazio per aver trovato il coraggio di condividere pensieri così intimi e faticosi. Leggendoti, quello che sento non è "sfiga" né inferiorità, ma una profonda solitudine e il desiderio sincero di contatto, di relazione, di sentirti finalmente visto e accettato.
Il fatto che tu sia arrivato a 27 anni senza avere ancora avuto una relazione non ti rende “meno” di nessun altro. Ognuno ha davvero i suoi tempi, sì — ma non in senso consolatorio: nel senso che il percorso di ciascuno è intrecciato con la propria storia, le ferite, le risorse, il contesto. Non c’è un calendario giusto da seguire, anche se capisco perfettamente quanto possa pesare sentirsi in ritardo rispetto agli altri, escluso da una narrazione comune.
Hai fatto delle scelte — anche quelle con le escort — che, nel tuo racconto, appaiono come tentativi di affrontare qualcosa che ti fa male, di colmare un vuoto che però sai bene non è solo fisico. Non c’è nulla di cui vergognarsi: ognuno trova strategie per sopravvivere alla propria solitudine, e tu sei stato onesto nel riconoscere che non è questo che stavi cercando davvero.
In Gestalt, lavoriamo proprio su questo: non tanto sul "fare giusto o sbagliato", ma sul contatto autentico con sé stessi. E in te vedo già molto: una consapevolezza profonda, la capacità di riflettere, la voglia di cambiare e di crescere. Il dolore che provi non è un segno di debolezza, ma una porta — una chiamata a riconnetterti con chi sei davvero, con le parti di te che forse per troppo tempo non hanno trovato spazio per esprimersi.
Non sei solo. E non sei rotto. C’è una parte di te che si sta già muovendo nella direzione della cura, del cambiamento. Forse, in questo momento della tua vita, potresti regalarti uno spazio in cui sentirti accolto davvero per come sei — magari un percorso di terapia in cui non dover “essere all’altezza”, ma solo portare la tua verità. Quella che già adesso stai condividendo.
Ti mando un pensiero di stima,
per la tua vulnerabilità, la tua intelligenza emotiva e il tuo desiderio di verità.
Veronica De Iuliis – Psicologa
Buonasera, la ringrazio sinceramente per la fiducia e il coraggio che ha avuto nel condividere una parte così intima e delicata della sua vita. Le assicuro che ciò che ha scritto non è né imbarazzante né “sbagliato”: è la voce autentica di qualcuno che sta cercando risposte, comprensione e forse anche una direzione più chiara per uscire da un senso di blocco che dura da tempo. Essere introversi, avere una vita molto impegnata, e vivere in un contesto in cui le relazioni sociali sono ridotte può contribuire fortemente a far sentire isolati, inadeguati e in ritardo rispetto agli altri. Ma vorrei rassicurarla su un punto molto importante: ciò che lei sta vivendo non è una sua colpa. Quando dice “sono arrivato a questo punto per mia grande colpa” si sta giudicando con una durezza che non merita. La psicologia cognitivo-comportamentale ci insegna che i pensieri che formuliamo su di noi hanno un impatto enorme sul nostro umore e sul nostro comportamento. Se nella sua mente risuona costantemente l’idea di essere “sfigato”, “in ritardo”, “inferiore”, allora è comprensibile che si senta oppresso, bloccato e senza speranza. Ma quei pensieri, per quanto sembrino reali, non sono fatti. Sono schemi mentali costruiti nel tempo, spesso alimentati da confronti con gli altri e da standard sociali che possono essere irrealistici o non adatti alla sua storia personale. Lei ha espresso un grande bisogno affettivo, relazionale e anche fisico, ed è giusto così. È umano desiderare vicinanza, intimità, contatto. Avere ricorso a esperienze come quelle che ha descritto, in un momento di solitudine, non la definisce come persona. Ha fatto una scelta per rispondere a un bisogno concreto e sentito, in assenza di alternative che sentiva accessibili. Non ha nulla di cui vergognarsi. È importante invece comprendere cosa ha significato per lei quell’esperienza: forse ha cercato una conferma, una rassicurazione rispetto alla sua mascolinità o alla propria capacità di vivere la sessualità. E ha anche dimostrato un grado di consapevolezza e responsabilità notevoli nel riconoscere che, seppur momentaneamente utile, quella strada non risponde al desiderio più profondo di una connessione affettiva autentica. Ora si trova in un punto cruciale: sente che non vuole restare così, che ha bisogno di cambiare qualcosa, ma è anche comprensibilmente spaventato. Provi a considerare che il fatto stesso di essersi raccontato è già un passo importante, un atto di cambiamento. Sta cercando risposte, si sta mettendo in gioco. Sta facendo “tanti piccoli passi”, come ha detto lei stesso. È su quelli che vale la pena costruire. Lavorare su pensieri automatici negativi, come “sono inferiore” o “sono in ritardo”, può aiutarla a cambiare la percezione che ha di sé e della sua storia. Perché non è il tempo in cui le cose accadono a definirci, ma la consapevolezza con cui decidiamo di affrontarle. Una delle convinzioni più comuni e più fuorvianti è che la sessualità e l’amore siano dei traguardi da raggiungere entro una certa età, altrimenti si è “fuori tempo massimo”. Ma la verità è che ognuno ha il proprio percorso. La qualità di una relazione, la profondità dell’intimità che si può vivere, non dipendono dall’età in cui si comincia, ma dalla consapevolezza con cui ci si apre a quell’esperienza. Se ha la possibilità, valutare un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a esplorare questi vissuti senza giudizio, e a lavorare sul senso di inadeguatezza e isolamento che la stanno schiacciando. Potrebbe anche essere utile iniziare ad allenarsi gradualmente, con piccoli obiettivi, a coltivare contatti sociali, a costruire esperienze nuove. Non serve “rimontare tutto in fretta”, ma iniziare a cambiare passo dopo passo la narrazione che ha su di sé. È un lavoro che richiede tempo, ma è possibile. E merita di farlo, perché lei non è inferiore a nessuno. È una persona che, come tanti, ha avuto una strada più tortuosa e faticosa, ma questo non le toglie dignità, valore, né la possibilità di costruirsi un presente diverso. Non è mai troppo tardi per incontrare l’amore. Non è mai troppo tardi per conoscersi meglio. Non è mai troppo tardi per ritrovare un senso di fiducia. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonasera, grazie per aver condiviso con sincerità i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni.
Capisco che tu ti senta scoraggiato e che questa situazione ti pesi molto. È importante ricordare che ogni persona ha i propri tempi e percorsi di crescita, e confrontarsi con gli altri spesso può portare a sensazioni di inferiorità, ma queste sono spesso influenzate da aspettative e confronti che non riflettono la realtà.
Le tue esperienze, anche quelle che consideri negative o imbarazzanti, fanno parte del tuo percorso e non definiscono il tuo valore come persona.
Sentirsi in ritardo rispetto a certi aspetti della vita può generare molta sofferenza, ma è fondamentale lavorare sull'autostima e sulla percezione di sé, non giudicarti troppo severamente.
Per quanto riguarda la tua paura di rimanere così, ti incoraggio a considerare alcuni passi:
1. Accettazione di sé: imparare ad accogliere le proprie emozioni e imperfezioni, riconoscendo che nessuno è perfetto e che ogni percorso è unico.
2. Costruire relazioni genuine: cercare di socializzare in modo più spontaneo, magari attraverso attività che ti appassionano, può aiutarti a sviluppare legami autentici e a sentirti meno solo.
3. Lavorare sulla propria autostima: riconoscere le proprie qualità, i punti di forza e imparare a valorizzarli.
4. Considerare un supporto professionale: un percorso di psicoterapia può aiutarti a esplorare le cause di questa sensazione di inferiorità, a superare le paure e a sviluppare strategie per affrontare le tue difficoltà in modo più sereno.
Ricorda che non sei solo in questa esperienza e che il cambiamento è possibile. È importante essere gentili con sé stessi e concedersi il tempo di crescere e di trovare il proprio equilibrio. Se vuoi, sono qui per supportarti nel percorso di comprensione e di miglioramento.
Rimango a sua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli
Psicologo Clinico
Capisco che tu ti senta scoraggiato e che questa situazione ti pesi molto. È importante ricordare che ogni persona ha i propri tempi e percorsi di crescita, e confrontarsi con gli altri spesso può portare a sensazioni di inferiorità, ma queste sono spesso influenzate da aspettative e confronti che non riflettono la realtà.
Le tue esperienze, anche quelle che consideri negative o imbarazzanti, fanno parte del tuo percorso e non definiscono il tuo valore come persona.
Sentirsi in ritardo rispetto a certi aspetti della vita può generare molta sofferenza, ma è fondamentale lavorare sull'autostima e sulla percezione di sé, non giudicarti troppo severamente.
Per quanto riguarda la tua paura di rimanere così, ti incoraggio a considerare alcuni passi:
1. Accettazione di sé: imparare ad accogliere le proprie emozioni e imperfezioni, riconoscendo che nessuno è perfetto e che ogni percorso è unico.
2. Costruire relazioni genuine: cercare di socializzare in modo più spontaneo, magari attraverso attività che ti appassionano, può aiutarti a sviluppare legami autentici e a sentirti meno solo.
3. Lavorare sulla propria autostima: riconoscere le proprie qualità, i punti di forza e imparare a valorizzarli.
4. Considerare un supporto professionale: un percorso di psicoterapia può aiutarti a esplorare le cause di questa sensazione di inferiorità, a superare le paure e a sviluppare strategie per affrontare le tue difficoltà in modo più sereno.
Ricorda che non sei solo in questa esperienza e che il cambiamento è possibile. È importante essere gentili con sé stessi e concedersi il tempo di crescere e di trovare il proprio equilibrio. Se vuoi, sono qui per supportarti nel percorso di comprensione e di miglioramento.
Rimango a sua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli
Psicologo Clinico
Gentile utente, buon pomeriggio e grazie per aver condiviso una parte così intima e delicata della sua esperienza.
È evidente il disagio che c’è in lei da come descrive la sua situazione, e vorrei partire rassicurandola su un aspetto: più volte si giudica in maniera abbastanza severa, descrivendosi come “inferiore”, ma mi piacerebbe farle notare che, in realtà, lei dimostra una buona capacità di introspezione e di consapevolezza. Il fatto stesso che, seppur in forma anonima, si rivolga a noi parlando del suo rapporto con la sessualità e descrivendo i sentimenti di inferiorità, imbarazzo e senso di colpa legati all’aver perso la verginità in un modo diverso da quanto si aspettava, è significativo.
Probabilmente potrà sembrarle scontato, ma il fatto che qualcuno — compreso un professionista della salute mentale — possa dirle che non c’è nulla di male nel perdere la verginità a qualunque età e con chiunque si scelga (anche facendo tale esperienza con delle escort), rispecchia proprio il rispetto dell’unicità e dell’umanità di ogni persona.
Anche lei è un essere umano, e come tale ha pieno diritto di fare esperienze seguendo i propri tempi e bisogni. Non perché è “inferiore” agli altri, ma perché gli altri non sono né migliori né peggiori di lei: semplicemente hanno storie, necessità, aspettative e circostanze di vita diverse.
Lei afferma qualcosa di importante: “bisogna agire”. Questo dimostra la sua volontà di mettersi in gioco, sperimentarsi, fare esperienze e crescere. Vorrei però invitarla a riflettere su un aspetto: potrebbe concedersi di agire non perché deve per forza ottenere un risultato conforme alle aspettative sociali o al paragone con gli altri (relazioni, attività sessuale, ecc.), ma perché sente il desiderio autentico di farlo per sé, per ciò che davvero rispecchia i suoi valori personali.
È proprio per questo che vorrei ribadirle che il suo valore non dipende da quante esperienze sentimentali o sessuali ha avuto, ma dalla possibilità che si dà di scoprire chi è davvero, a prescindere da ciò che fanno gli altri. Quello che sta vivendo non è una condanna, e anche se ora, come lei stesso ammette, ha paura di rimanere così, un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a fare maggiore chiarezza su ciò che desidera, ad esplorare nuove modalità per entrare in contatto con gli altri, e a lavorare sulla sua autostima e sulle dinamiche interiori che meritano di essere accolte e ascoltate.
Le auguro sinceramente di poter ritrovare la serenità che merita.
Un abbraccio,
Dott.ssa Fausta Florio
È evidente il disagio che c’è in lei da come descrive la sua situazione, e vorrei partire rassicurandola su un aspetto: più volte si giudica in maniera abbastanza severa, descrivendosi come “inferiore”, ma mi piacerebbe farle notare che, in realtà, lei dimostra una buona capacità di introspezione e di consapevolezza. Il fatto stesso che, seppur in forma anonima, si rivolga a noi parlando del suo rapporto con la sessualità e descrivendo i sentimenti di inferiorità, imbarazzo e senso di colpa legati all’aver perso la verginità in un modo diverso da quanto si aspettava, è significativo.
Probabilmente potrà sembrarle scontato, ma il fatto che qualcuno — compreso un professionista della salute mentale — possa dirle che non c’è nulla di male nel perdere la verginità a qualunque età e con chiunque si scelga (anche facendo tale esperienza con delle escort), rispecchia proprio il rispetto dell’unicità e dell’umanità di ogni persona.
Anche lei è un essere umano, e come tale ha pieno diritto di fare esperienze seguendo i propri tempi e bisogni. Non perché è “inferiore” agli altri, ma perché gli altri non sono né migliori né peggiori di lei: semplicemente hanno storie, necessità, aspettative e circostanze di vita diverse.
Lei afferma qualcosa di importante: “bisogna agire”. Questo dimostra la sua volontà di mettersi in gioco, sperimentarsi, fare esperienze e crescere. Vorrei però invitarla a riflettere su un aspetto: potrebbe concedersi di agire non perché deve per forza ottenere un risultato conforme alle aspettative sociali o al paragone con gli altri (relazioni, attività sessuale, ecc.), ma perché sente il desiderio autentico di farlo per sé, per ciò che davvero rispecchia i suoi valori personali.
È proprio per questo che vorrei ribadirle che il suo valore non dipende da quante esperienze sentimentali o sessuali ha avuto, ma dalla possibilità che si dà di scoprire chi è davvero, a prescindere da ciò che fanno gli altri. Quello che sta vivendo non è una condanna, e anche se ora, come lei stesso ammette, ha paura di rimanere così, un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a fare maggiore chiarezza su ciò che desidera, ad esplorare nuove modalità per entrare in contatto con gli altri, e a lavorare sulla sua autostima e sulle dinamiche interiori che meritano di essere accolte e ascoltate.
Le auguro sinceramente di poter ritrovare la serenità che merita.
Un abbraccio,
Dott.ssa Fausta Florio
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una parte così intima della sua storia. Capisco quanto possa essere difficile parlare di questi aspetti, ma ciò che scrive non è “imbarazzante”: è umano.
Molte persone, per ragioni personali o familiari, si trovano in difficoltà nelle relazioni affettive e intime, e questo non rende nessuno “inferiore” o “sbagliato”. Il suo desiderio di connessione autentica è molto importante: significa che c’è dentro di lei una parte viva, che vuole evolvere e non si accontenta.
Un percorso di sostegno psicologico potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare con calma tutto questo: le sue paure, i blocchi, il desiderio di cambiare. Non c'è nulla di irreparabile, e non è mai “troppo tardi” per iniziare a costruire relazioni vere, partendo dalla gentilezza verso se stessi.
Se lo desidera, sono a disposizione per aiutarla in questo cammino.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una parte così intima della sua storia. Capisco quanto possa essere difficile parlare di questi aspetti, ma ciò che scrive non è “imbarazzante”: è umano.
Molte persone, per ragioni personali o familiari, si trovano in difficoltà nelle relazioni affettive e intime, e questo non rende nessuno “inferiore” o “sbagliato”. Il suo desiderio di connessione autentica è molto importante: significa che c’è dentro di lei una parte viva, che vuole evolvere e non si accontenta.
Un percorso di sostegno psicologico potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare con calma tutto questo: le sue paure, i blocchi, il desiderio di cambiare. Non c'è nulla di irreparabile, e non è mai “troppo tardi” per iniziare a costruire relazioni vere, partendo dalla gentilezza verso se stessi.
Se lo desidera, sono a disposizione per aiutarla in questo cammino.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
Caro ragazzo,
leggerti è come entrare in una stanza piena di parole non dette da anni, che oggi finalmente trovano il coraggio di uscire.
Ogni persona è parte di reti: familiari, sociali, culturali. Non esiste un "tu" isolato, ma un "tu" che ha imparato a stare nel mondo in un certo modo, spesso per adattarsi, per proteggersi, o per non deludere aspettative che non erano le sue.
Ma oggi sei qui, a dire che qualcosa dentro di te vuole cambiare. E questo è già un punto di svolta.
Ti propongo un viaggio diverso: non per aggiustare ciò che credi rotto, ma per riconoscere il valore e il significato di ciò che sei, anche in quelle parti che ti fanno vergognare.
Possiamo esplorare insieme il tuo modo di vivere le relazioni, il bisogno di contatto, l’ansia di confronto e anche quella parte che sta cercando di non rinunciare alla speranza.
Non si tratta di “fare esperienza” per sentirsi come gli altri, ma di sentirsi finalmente bene nella propria pelle, nel proprio tempo, nelle proprie scelte.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
leggerti è come entrare in una stanza piena di parole non dette da anni, che oggi finalmente trovano il coraggio di uscire.
Ogni persona è parte di reti: familiari, sociali, culturali. Non esiste un "tu" isolato, ma un "tu" che ha imparato a stare nel mondo in un certo modo, spesso per adattarsi, per proteggersi, o per non deludere aspettative che non erano le sue.
Ma oggi sei qui, a dire che qualcosa dentro di te vuole cambiare. E questo è già un punto di svolta.
Ti propongo un viaggio diverso: non per aggiustare ciò che credi rotto, ma per riconoscere il valore e il significato di ciò che sei, anche in quelle parti che ti fanno vergognare.
Possiamo esplorare insieme il tuo modo di vivere le relazioni, il bisogno di contatto, l’ansia di confronto e anche quella parte che sta cercando di non rinunciare alla speranza.
Non si tratta di “fare esperienza” per sentirsi come gli altri, ma di sentirsi finalmente bene nella propria pelle, nel proprio tempo, nelle proprie scelte.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
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