Buonasera dottori da circa 4 mesi sto soffrendo di confusione come se tutto quello che guardo lo ved

24 risposte
Buonasera dottori da circa 4 mesi sto soffrendo di confusione come se tutto quello che guardo lo vedo come distante o come se non mi riesco più a connettere una sensazione strana da spiegare, solo che da pochi giorni essatamente mi è comparso un nuovo sintomo, mi sento la bocca amarosstica in più quando mangio sento poco il gusto di quello che sto mangiando, invece i sapori li sento, volevo chiedere può centrare qualcosa con la confusione e vuoti di memoria ? oppure e tutt'altro, io faccio un lavoro di pulizia strade quindi soffro di polline ed erba vento, non so se può centrare qualcosa, in più essendo che lavoro distante da casa il giorno mangio panini e coca cola... quindi volevo chiedere da cosa può essere causato? in più essendo che la mia paura sia la psicosi da quello che sto vivendo da 4 mesi la psicosi può causare bocca amara e gusto di meno...
Dott.ssa Francesca Nori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, la sensazione da lei descritta – quella di confusione e di percepire l’ambiente circostante come distante o irreale – è un’esperienza che può manifestarsi in momenti di elevato stress o ansia. In ambito psicologico, si parla in questi casi di derealizzazione o depersonalizzazione che, pur essendo esperienze spaventose, non indicano necessariamente la manifestazione di una psicosi.
La sua preoccupazione è comprensibile, ma è importante sapere che la psicosi si presenta con sintomi specifici. È fondamentale non autodiagnosticarsi: il modo migliore per comprendere e affrontare ciò che sta vivendo è rivolgersi a un professionista della salute mentale, che possa ascoltarla con attenzione e orientarla verso un percorso adeguato.
Le consiglio di non trascurare ciò che prova. Un caro saluto.

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Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
grazie della sua condivisione. Il suo malessere potrebbe essere un qualcosa legato a più fattori. Ne parli con il medico di base, poi lui la saprà indirizzare ad uno o più professionisti. Se non stiamo bene psicologicamente anche il corpo ne risente. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento della sua vita un pò complesso. In bocca al lupo!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che sta vivendo in questo momento. Leggendo le sue parole colgo tutta la sua preoccupazione e il disagio che sta provando, e vorrei dirle fin da subito che è comprensibile che si senta confuso e in ansia, perché quando il corpo e la mente ci mandano segnali che non riusciamo a spiegare facilmente, è naturale iniziare a pensare al peggio e temere che ci sia qualcosa di grave. Quello che lei descrive, come la sensazione di confusione e di distacco da ciò che la circonda, sembra molto simile a una forma di derealizzazione o di depersonalizzazione, condizioni che spesso si accompagnano a periodi di ansia intensa o a stress prolungato. In questi stati la mente, in qualche modo, cerca di proteggersi da un sovraccarico emotivo e produce quella strana sensazione di essere spettatore della propria vita o di ciò che ci circonda, come se ci fosse un velo tra sé e il mondo. Non è raro che in questi casi si manifestino anche difficoltà di concentrazione o piccoli vuoti di memoria, proprio perché l’ansia e la preoccupazione impegnano gran parte delle nostre risorse mentali e ci fanno sentire più disorientati. Per quanto riguarda la bocca amara e la riduzione del gusto durante i pasti, si tratta di sintomi che possono avere diverse origini e che non necessariamente sono collegati alla confusione che sta provando. È vero che l’ansia e lo stress possono alterare il modo in cui percepiamo i sapori e possono influenzare la produzione di saliva, causando quella sensazione di amaro o di bocca secca che descrive. Inoltre, anche le abitudini alimentari (come mangiare spesso panini e bere bibite zuccherate) e l’esposizione a polline e polvere durante il lavoro potrebbero contribuire ad accentuare questi sintomi, magari irritando le mucose o causando piccoli disturbi digestivi che si riflettono anche nel gusto. Lei accenna alla paura che tutto ciò possa essere legato a una psicosi. Vorrei rassicurarla su questo punto: la psicosi è caratterizzata da sintomi come deliri o allucinazioni, ovvero percezioni o convinzioni che la persona vive come reali ma che non trovano riscontro nella realtà condivisa. Dal momento che lei descrive con lucidità ciò che sta vivendo, si accorge della stranezza delle sue sensazioni e cerca spiegazioni razionali, questo è già un elemento che allontana l’ipotesi di una psicosi. La capacità di riconoscere che qualcosa non va e di rifletterci sopra, come sta facendo lei, è un segnale di consapevolezza che nelle psicosi solitamente manca o è molto compromesso. Il mio consiglio è di provare a monitorare questi sintomi insieme al suo medico di base per escludere eventuali cause fisiche o legate all’ambiente lavorativo o alle abitudini alimentari. Allo stesso tempo, potrebbe essere utile considerare un supporto psicologico che l’aiuti a gestire l’ansia e lo stress e a trovare strategie per affrontare queste sensazioni senza lasciarsi sopraffare dalla paura. In un percorso cognitivo-comportamentale si lavora proprio su questi aspetti, imparando a riconoscere e ridimensionare i pensieri catastrofici e a riportare la mente al presente quando tende a perdersi in scenari spaventosi. Ciò che sta vivendo è certamente faticoso, ma può essere affrontato e gestito, un passo alla volta. Non si colpevolizzi per quello che sente, perché non è una sua debolezza ma una reazione del suo sistema corpo-mente a un periodo di fatica e tensione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
i sintomi che descrive — sensazione di confusione, percezione della realtà alterata (come se fosse distante), vuoti di memoria, e recentemente anche alterazioni del gusto e bocca amara — possono avere origini diverse e spesso interconnesse.

Dal punto di vista psicologico, la “sensazione di irrealtà” o di distacco dalla realtà che lei descrive potrebbe far pensare a fenomeni di derealizzazione o depersonalizzazione, che sono spesso legati a condizioni di stress intenso, ansia prolungata o stanchezza cronica. Questi sintomi non significano necessariamente una psicosi, ma andrebbero approfonditi per escludere ogni ipotesi.

Per quanto riguarda i sintomi fisici (bocca amara, alterazione del gusto), possono essere legati a vari fattori:

Disturbi gastrointestinali (come reflusso gastrico)

Allergie stagionali (soprattutto se lavora a contatto con polline ed erba)

Alimentazione squilibrata (panini e bibite gassate quotidiane possono contribuire a un malessere generale)

Farmaci, carenze vitaminiche o disidratazione

È importante sottolineare che corpo e mente sono strettamente collegati: anche lo stress psicologico prolungato può causare o amplificare sintomi fisici, compresi quelli che riguardano il gusto e la percezione sensoriale.

La psicosi vera e propria si manifesta con sintomi più marcati come deliri, allucinazioni o disconnessione completa dalla realtà, che non sembrano emergere chiaramente dalla sua descrizione. Tuttavia, proprio perché sente un malessere persistente e teme che possa trattarsi di qualcosa di più grave, è utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista, che potrà effettuare un'accurata valutazione psicologica e — se necessario — lavorare in sinergia con medici per indagare eventuali cause organiche.

Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Angelica Dalmasso
Psicologo, Psicologo clinico
Alba
Buonasera,
quello che sta vivendo, da come lo racconta, è qualcosa di profondamente disorientante: una sensazione di confusione, come se il mondo attorno a lei fosse diventato lontano, sfocato, difficile da raggiungere. Come se qualcosa che prima era naturale – percepire, sentire, orientarsi – ora richiedesse uno sforzo continuo. A questo si aggiunge, da pochi giorni, un nuovo fastidio: la bocca amara, il gusto alterato, la sensazione che anche il corpo stia partecipando a questo spaesamento. E tutto questo, comprensibilmente, la preoccupa.

Secondo l’approccio fenomenologico-dinamico, questi non sono solo “sintomi” da analizzare in modo meccanico: sono espressioni di un vissuto, segnali attraverso cui il corpo e la psiche stanno cercando di comunicare un disagio più ampio. Quando ci sentiamo sopraffatti – da stress, da ambienti faticosi, da una vita che richiede più di quello che possiamo dare – può succedere che il nostro modo di stare al mondo inizi a cambiare. È come se la coscienza, per proteggersi o per sopravvivere, si distaccasse un po’ dalla realtà, rendendola “strana”, meno viva. Questo può portare a sensazioni di irrealtà, vuoti di memoria, difficoltà a sentirsi connessi con sé stessi.

Anche il corpo, in questi stati, partecipa attivamente: la bocca amara, il gusto modificato, specie se accompagnati da alimentazione irregolare, esposizione a polveri o allergeni, possono avere certo una componente fisica. Ma nel nostro modo di vedere, corpo e mente non sono mai separati. Ogni sintomo corporeo è anche una forma di espressione del nostro mondo interiore.

Capisco profondamente la sua preoccupazione riguardo alla psicosi. È una parola che fa paura, e che spesso viene associata a una perdita totale di controllo. Ma mi permetta di dirle con chiarezza:
il solo fatto che lei si stia ponendo delle domande, che stia cercando di capire cosa le sta accadendo, è un segno importantissimo. Nella psicosi vera e propria, ciò che manca è proprio questa consapevolezza: la persona non si accorge di essere disconnessa dalla realtà. Lei invece sente che qualcosa non va, se lo racconta, ne cerca il senso. Questo significa che è ancora profondamente presente a sé stesso, anche in mezzo alla fatica.

Proprio per questo, le suggerisco con tutto il rispetto di rivolgersi a un professionista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Non per ricevere un’etichetta, ma per avere uno spazio in cui il suo vissuto possa essere ascoltato davvero, in cui tutto quello che sta attraversando possa essere accolto e compreso, senza paura e senza giudizio. In questi momenti, chiedere aiuto non è un segno di fragilità, ma di forza e lucidità. E lei questo passo importante lo ha già iniziato, cercando un confronto, raccontando la sua esperienza.

Se ha bisogno di un orientamento su come trovare un professionista adatto, o vuole continuare a parlarne, io sono qui.

Non è solo, e non deve affrontare tutto questo da solo.

Dott.ssa Angelica Dalmasso
Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
Ciao,
quello che stai vivendo può avere diverse cause. A volte lo stress, la stanchezza, l’ansia o ritmi non equilibrati possono influire sia sulla mente che sul corpo, generando sensazioni strane e difficili da spiegare. Anche l’alimentazione, eventuali allergie o disturbi fisici come il reflusso possono avere un ruolo. Non è detto che si tratti di qualcosa di grave, ma è importante non restare con il dubbio. Se vuoi, possiamo parlarne in un primo colloquio conoscitivo gratuito, senza impegno, per capire meglio insieme cosa sta succedendo e come affrontarlo.

Resto a disposizione se ti va di fissare un incontro o per qualsiasi informazione
Mariella Bellotto
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buonasera,
grazie davvero per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta attraversando. Immagino quanto possa essere spiazzante convivere con sensazioni così insolite, difficili da descrivere e ancora più da comprendere, soprattutto quando sembrano non voler andare via.
Quella confusione che racconta, la percezione di un mondo “distante” e quasi irreale, è spesso associata a periodi di forte stress emotivo o mentale. Quando l’ansia si prolunga nel tempo, oppure quando si è molto provati dalla stanchezza, possono comparire episodi di derealizzazione (una sorta di distacco dalla realtà esterna) o di depersonalizzazione (la sensazione di essere estranei a sé stessi). Anche se inquietanti, questi fenomeni non indicano per forza la presenza di un disturbo grave come una psicosi.
Quanto al gusto amaro in bocca e alla sensazione di sapori alterati, è plausibile che si tratti di una risposta del corpo a fattori fisici o ambientali. Lavorare all’aperto, esposto a polveri, pollini, sbalzi termici, e magari mangiare di corsa o in modo non sempre equilibrato, può senz’altro incidere sul gusto. Senza dimenticare che lo stress stesso può influire sul corpo in modi inaspettati: tensioni muscolari, fastidi digestivi e sapori insoliti in bocca non sono rari in questi casi.
Capisco bene la sua preoccupazione: chiedersi se tutto ciò possa essere il segnale di una psicosi è legittimo, però vorrei rassicurarla. Nella psicosi, solitamente, emergono deliri (idee distorte che la persona non mette in dubbio) o allucinazioni (percezioni di cose che non esistono), e spesso manca la consapevolezza di ciò che sta accadendo. Il fatto che lei stia analizzando con lucidità quello che prova, che se ne interroghi e senta il bisogno di capire, è in realtà un ottimo segno: vuol dire che il contatto con la realtà c’è, e che la mente sta cercando di reagire.
Mi sento di consigliarle caldamente di non restare da solo ad affrontare tutto questo. Parlare con uno specialista potrebbe davvero fare la differenza: non solo per comprendere meglio cosa sta succedendo, ma anche per sentirsi accolti, ascoltati, accompagnati.
Le mando un caro saluto.
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), 21 giugno 2025
"Mi sento confuso, distaccato dal mondo. Vedo tutto come lontano. Sto impazzendo?"
Spesso arrivano messaggi come questo. E il timore è sempre lo stesso: “e se stessi perdendo il controllo?” Prima di spaventarti, è importante distinguere.
Da alcuni mesi potresti vivere una confusione percettiva, come se ciò che ti circonda fosse distante, come se tu non riuscissi più a "connetterti" del tutto con l’ambiente. È un'esperienza che, pur essendo spiazzante, può avere radici psicologiche trattabili: ansia prolungata, stress cumulato, isolamento, stanchezza emotiva, o perfino una forma lieve di dissociazione protettiva. Queste condizioni non indicano una malattia grave, ma un sistema nervoso sotto pressione, che sta cercando di “difendersi” da qualcosa. Ed è proprio da lì che si può iniziare a lavorare, con ascolto, pazienza e strumenti concreti.
Oltre al supporto terapeutico, ci sono piccoli esercizi quotidiani che aiutano a rompere il circolo dell’ansia e del pensiero ossessivo.
Prova questo:
Mentre cammini per strada, siediti in un posto tranquillo. Stai in silenzio, anche mentalmente. Rilassati per almeno mezzo minuto, ignorando i pensieri che potrebbero sorgere. Non cercare di combatterli, semplicemente non seguirli.
Ripeti questo gesto semplice 4 o 5 volte nella giornata.
Osserva: ogni volta che sei davvero presente, i pensieri perdono forza, e si apre uno spiraglio di calma. Quel piccolo spiraglio è già il principio di un cambiamento.
Infine, se hai sintomi come bocca amara, alterazione del gusto, è bene consultare anche il medico di base, perché in alcuni casi questi disturbi sono legati a alimentazione squilibrata, uso di bevande acide, allergie stagionali o semplicemente a uno stato di stress fisiologico che incide sulla percezione. La vera psicosi ha altri segnali specifici (allucinazioni uditive, deliri, disorganizzazione del comportamento) che, da quanto racconti, non sembrano presenti.

Non sei solo. Se vuoi affrontare davvero questo momento, passo dopo passo, io ci sono.
Ricevo a Napoli, online e in presenza.

Dott. Francesco Paolo Coppola (Napoli, on line e in presenza)
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, la confusione che lei prova e la "lontananza" da una connessione sono dei sintomi precisi di carattere psicologico che possono avere a che fare con un attacco psicotico, così come anche la componente sensoriale da lei esposta. In ogni caso, dato che per ora lei sembra ancora orientato, prima di agire con un intervento psicoterapeutico , sarebbe più utile al momento eseguire un esame neurofisiologico, per poter escludere che vi siano in essere cause organiche. Cordiali saluti.
Dott.ssa Emanuela Bazzana
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Albino
Buongiorno, noto una serie di sintomi e scarse o assenti indicazioni che per formulare delle ipotesi. Le consiglio di rivolgersi al medico per escludere eventuali cause di origine organica, in virtù dei suoi dubbi in merito al lavoro di cui si occupa e all'alimentazione, per poi rivolgersi a uno psicoterapeuta per occuparsi del malessere (la direzione potrebbe essere di depersonalizzazione). Rimango disponibile. Buona vita. Dr.ssa Emanuela Bazzana
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
la sensazione di confusione e distacco che descrivi potrebbe essere legata a stress, ansia o stanchezza cronica, non necessariamente a una psicosi. Anche i vuoti di memoria possono derivare da questi fattori.

La bocca amara e l’alterazione del gusto sembrano invece legate più a cause fisiche, come cattiva alimentazione (panini, coca cola), reflusso, allergie stagionali o disidratazione.

La psicosi di solito si manifesta con sintomi più gravi, come deliri o allucinazioni, che tu non riferisci.

Ti consiglio:

Una visita medica per escludere cause organiche.
Una valutazione psicologica per chiarire la natura dei sintomi.
Migliorare alimentazione, idratazione e riposo.
Cordiali saluti. Dr. Vincenzo Capretto
Dott.ssa Sara Rocco
Psicologo, Psicologo clinico
Ossi
Buonasera, è importante fare diagnosi differenziale, ovvero contattare un medico gastroenterologo e magari iniziare un percorso psicologico per quanto riguarda il sintomo della confusione.
Al momento cerchi di non fare ipotesi senza aver consultato prima un professionista.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Sara Rocco
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Da circa quattro mesi stai vivendo una sensazione di confusione e distacco dalla realtà, accompagnata recentemente da alterazioni del gusto e bocca amara. Questi sintomi non indicano necessariamente una psicosi ma possono essere legati a stress, ansia o abitudini alimentari poco bilanciate, oltre che a fattori ambientali come l’esposizione a polline e vento. La Terapia Breve Strategica suggerisce di interrompere il circolo vizioso del controllo mentale accettando la sensazione senza combatterla, osservandola passare. È utile anche annotare gli episodi quotidianamente per ridurre l’impatto emotivo. Se i sintomi persistono, è consigliabile consultare uno specialista.

Dott.ssa Piera Cenname
Psicologo, Psicologo clinico
Bolzano
Salve, sono la dott.ssa Piera Cenname. Inanzittutto vorrei sapere se 4 mesi fa è accaduto qualcosa che lei ricordi che possa averle portato questo stato di confusione. Da questi pochi elementi, per quanto riguarda il suo lavoro potrebbe riguardare questo momento e questa confusione.
Sicuramente un'alimentazione a base di frutta e verdura può aiutare a concentrarsi e a sentire una minore spossatezza, inoltre il lavoro che fa è molto faticoso dal punto di vista fisico e questo può incidere, anche se in maniera minore, su concentrazione e memoria.
Vorrei chiederle se dorme la notte, se ha problemi nell'addormentarsi. Inoltre trova un momento per lei durante la giornata, riesce a ritargliarselo?
Sono qui a disposizione, cordiali saluti.
Piera Cenname
Dott.ssa Maria Betteghella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Gentile utente, mi piacerebbe chiederle cosa è accaduto quattro mesi fa...
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve,
Le fornisco due risposte diverse in quanto la sua descrizione potrebbe portare ad evidenziare fattori differenti.
Per quanto riguarda i sintomi fisici per prima cosa si rivolga al suo medico.
Infatti una alimentazione sbilanciata in modo prolungato potrebbe richiedere un intervento più medicale, questo al fine di comprendere e correggere eventuali conseguenze dell’abuso alimentare.
Per quanto riguarda il sintomo psichico sarebbe necessaria una descrizione più approfondita, per esempio se nel periodo precedente sono occorsi episodi spiacevoli, oppure se si sente appagata dal suo stile di vita.
In ogni caso, una volta escluse cause mediche sarebbe ragionevole pensare in modo più completo ad un disagio psicologico esistente.
Posso suggerirle un doppio intervento come sopra esposto, poi deciderà come agire.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Alessia Serio
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno,
se è già seguito da un professionista della salute mentale per la psicosi, esponga direttamente al collega questi sintomi che sente.
Parallelamente, chiedere consiglio anche al medico di base, per escludere che vi siano altre condizioni mediche e problemi di salute di altra natura
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentile utente, grazie per essersi rivolto a noi innanzitutto. Capisco la situazione che descrive, e posso solo immaginare la fatica e le paure che questa condizione le sta recando. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbero aiutarla ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti la sua fatica, individuando delle strategie funzionali insieme allo specialista per affrontare efficacemente la situazione.
Resto a disposizione! cordiali saluti
AV
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buonasera,
grazie per aver condiviso quello che sta vivendo. Capisco che possa sentirsi confuso e un po’ spaventato da queste sensazioni nuove e difficili da descrivere.

Quello che racconta potrebbe avere diverse cause, non necessariamente legate a qualcosa di grave. Potrebbero influire fattori come lo stress, la stanchezza, l’alimentazione non regolare, le allergie stagionali o il lavoro all’aperto a contatto con vento e polline. In alcuni casi, anche l’ansia può influenzare la percezione del corpo e dei sensi.

Per stare più tranquillo, le consiglio di parlarne direttamente con un medico, così da poter valutare insieme se fare qualche esame o se è utile anche un supporto psicologico per comprendere meglio le sensazioni che descrive da mesi.

Se vuole, possiamo fissare un colloquio: sarà uno spazio tranquillo, in cui sentirsi ascoltato in serenità
Quando si sente pronto, mi può contattare
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, le suggerisco di parlare con il medico curante per accertamenti su eventuali cause fisiologiche e richiedere una valutazione con uno psicoterapeuta per inquadrare i sintomi.
Bisogna avere una diagnosi corretta per impostare un trattamento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Lei descrive una sensazione di disconnessione dalla realtà che la preoccupa profondamente. Si è mai chiesto cosa sta cercando di comunicarle il suo corpo attraverso questi segnali? La sua alimentazione, il lavoro all’aria aperta, lo stress… che ruolo potrebbero avere nel suo equilibrio psico-fisico? È davvero la psicosi ciò che teme, o forse la sensazione di perdere il controllo? Cosa succederebbe se provasse ad ascoltarsi con più gentilezza?
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buonasera, grazie per averci scritto. Le tue parole trasmettono stanchezza, preoccupazione e il desiderio profondo di comprendere cosa ti sta succedendo. È del tutto comprensibile voler dare un senso a sintomi che sembrano scollegati ma che, quando vissuti insieme, possono generare grande paura. Ma cerchiamo di fare chiarezza insieme.
Quello che stai descrivendo sembra ancora rientrare nella sfera della derealizzazione (quando ciò che ci circonda sembra estraneo o distante) e forse anche della depersonalizzazione (quando non ci si sente “connessi” a sé stessi). Sono esperienze molto sconcertanti, ma non rare, soprattutto in contesti di ansia prolungata, stress o affaticamento mentale ed emotivo. Il cervello, sotto pressione, può rispondere così: “spengo” alcune percezioni per auto proteggermi. È una risposta disfunzionale, ma non pericolosa in sé, e non è un segnale automatico di psicosi. Per ciò che concerne la bocca amara e l'alterazione del gusto: Il fatto che tu senta i sapori in modo attenuato ma non li abbia persi completamente, unito al sapore amaro persistente in bocca, può dipendere da molteplici fattori, non necessariamente psichiatrici (come stress e ansia che influiscono sulla salivazione, alimentazione non regolare, allergie stagionali, reflusso gastrico o problemi digestivi, farmaci o carenze vitaminiche) . Tutti questi sono motivi plausibili e benigni per i sintomi che riferisci. Per ciò che concerne invece la paura della psicosi: Capisco profondamente questa paura. Ma permettimi di rassicurarti:
I sintomi che stai descrivendo non sono tipici di una psicosi. Nella psicosi, le persone spesso non hanno consapevolezza del fatto che qualcosa stia cambiando nella loro percezione. Tu, invece, sei molto consapevole di ciò che ti accade, lo osservi, lo descrivi, e soprattutto sei preoccupato per questi segnali. Questa consapevolezza è uno dei principali elementi che non si presenta nella psicosi vera.
Inoltre, la psicosi non causa direttamente alterazioni gustative come bocca amara o sapori ridotti, mentre ansia, stress o disturbi somatoformi sì.
Non stai impazzendo, stai vivendo un momento in cui corpo e mente stanno cercando di dirti che qualcosa è troppo, e hanno bisogno di attenzione, non di paura

Buongiorno, la ringrazio per la domanda.
Dalle sue parole percepisco un senso di confusione che si sintonizza con quello che lei sta vivendo da circa 4 mesi.
Mi ha dato informazioni tutte interessanti rispetto alle quali mi sento di dire che il sintomo di cui lei mi parla sia solo una piccola parte a cui sottende qualcosa di più profondo. Nel mio modo di lavorare il sintomo ha una propria funzionalità tale per cui permette alla persona di mantenersi in equilibrio. Per spiegarmi meglio è come se in questo momento della sua vita questo sintomo non avesse più la possibilità di mantenerla in equilibrio e la portasse a vivere tale situazione: sicuramente ci sono più fattori che la possono far sentire come tale e che non credo siano riconducibile ad una relazione tra confusione e vuoti di memoria.
Un percorso potrebbe aiutarla a comprendere questo, a comprendere cosa vi sia sotto questo stato di confusione di cui lei mi parla.
La ringrazio
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Comprendo la sua preoccupazione e la tendenza a collegare ogni nuovo sintomo a ciò che la sta spaventando di più.
​La sensazione di vedere le cose come distanti o di non riuscire a connettersi è molto probabilmente derealizzazione o depersonalizzazione. Come già emerso, questo è un sintomo fisico dell'ansia e dello stress prolungato e non è un segno di psicosi.
​Riguardo al nuovo sintomo della bocca amarostica e del ridotto senso del gusto, è altamente improbabile che sia direttamente collegato alla derealizzazione. Le cause più probabili sono di natura fisica. La sua dieta, con consumo frequente di panini e Coca-Cola, può contribuire a disturbi come il reflusso acido che è una causa comune di sapore amaro. Inoltre, le sue allergie (polline, erba vento) o una costante secchezza delle fauci dovuta all'ansia possono alterare la percezione del gusto.
​Per rispondere direttamente alla sua paura: la psicosi non causa in sé bocca amara o alterazioni del gusto.
​Il mio consiglio è di consultare il suo medico di base per escludere cause fisiche legate alla sua dieta, a un possibile reflusso gastroesofageo o alle allergie. È cruciale non attribuire automaticamente ogni disturbo fisico alla psiche, specialmente in un momento in cui l'ansia la rende ipersensibile.

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