Buonasera, Da un po' di tempo mi sono accorto che - fuori dai pasti - sgranocchio di frequente cibo

20 risposte
Buonasera,
Da un po' di tempo mi sono accorto che - fuori dai pasti - sgranocchio di frequente cibo come biscotti o crackers, ma anche pane.

Non sono bulimico e non credo lo diventerò mai, ma mi sento come se con quel masticare sfogassi rabbia e frustrazione. È possibile?
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

ciò che descrive è un comportamento che può avere diverse spiegazioni psicologiche. Spesso, il bisogno di sgranocchiare fuori dai pasti può essere legato non solo alla fama fisica, ma anche a una componente emotiva. Il masticare in modo ripetitivo può infatti rappresentare un meccanismo di autoregolazione delle emozioni, come rabbia, frustrazione o ansia.

Non si tratta necessariamente di un disturbo alimentare, ma potrebbe essere utile esplorare più a fondo cosa scatenante questo comportamento e quali emozioni vi siano collegate. La consapevolezza che si sta sviluppando rispetto a questo aspetto è già un primo passo importante. Per comprendere meglio il significato di questo gesto e trovare strategie più funzionali per gestire le emozioni sottostanti, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Carolina Giangrandi
Psicologo, Psicoterapeuta
Ladispoli
Buongiorno,
mangiare fuori dai pasti, potrebbe essere una modalità di gestione di stati emotivi complessi, come tensione, nervosismo o insoddisfazione. Il gesto del masticare, infatti, può avere una funzione regolatrice, alla stregua delle persone che si tirano le pellicine o che mettono in campo altri comportamenti ripetitivi. Ciò che diventa significativo però è il modo in cui vive questa abitudine: se il fatto di mangiare fuori dai pasti le genera sensi di colpa, disagio o interferisce con il suo benessere fisico e psicologico (ad esempio, causando un aumento di peso che la fa stare male), potrebbe essere utile approfondire queste sensazioni con l’aiuto di un professionista. Al contrario, se questo comportamento non incide negativamente sulla sua qualità di vita, potrebbe essere utile osservare con curiosità quando emerge questo bisogno di sgranocchiare e cosa lo scatena, cercando di accogliere queste emozioni senza giudicarsi e cercare di dare un senso più ampio al momento che sta vivendo.
Cordiali Saluti,
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Dott.ssa Laura Fortunato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, potrebbe essere come dice, perché a volte si possono esprimere attraverso comportamenti (come mangiare e masticare) emozioni che "viaggiano sotto traccia" e di cui non siamo completamente consapevoli. Le suggerirei di fare attenzione quando mette in atto questo comportamento a cosa sta sentendo in quel momento, si ascolti, che emozione prova? Quale bisogno sta cercando di soddisfare? Lei ha parlato di rabbia e frustrazione, cosa sta succedendo nella sua vita che le suscita queste emozioni? Un caro saluto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Daniela Recchia
Psicologo, Psicoterapeuta
Valmontone
buonasera, rispetto alla sua domanda le rispondo che è possibile che attraverso lo sgranocchiare andiamo a scaricare emozioni che non riusciamo a canalizzare in altri modi, la rabbia e la frustrazione che lei riporta, sono emozioni che non possiamo agire ma che dobbiamo prima riconoscere e poi canalizzare, ci sono molti modi per riuscire a farlo, le suggerisco di non sottovalutare questa sensazione e di parlarne con qualcuno
Dott.ssa Giulia Marchiani
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Utente, mi rincresce la sua situazione Le consiglio di intraprendere un percorso o sostegno psicoterapico per risolvere questa condizione nel miglior modo possibile ed evitare ulteriori preoccupazioni. Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti. Dott.ssa Giulia Marchiani
Dott. Domenico Mattiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera, quello che descrive potrebbe essere legato a un'alimentazione di tipo emotivo, ovvero l'uso del cibo come strumento per la gestione delle emozioni. Un comportamento che non implica necessariamente un disturbo alimentare di tipo Binge eating. Sarebbe utile indagare cosa scatena queste emozioni e in quali momenti della giornata. Sarebbe utile analizzare la cosa in maniera più approfondita all'interno di un percorso di psicoterapia. Cordiali Saluti, Dott. Domenico Mattiello
Dott.ssa Monica Gionco
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cadoneghe
Certamente! Il cibo, specie dolci e carboidrati possono essere definibili anche come "ansiolitici" facili da reperire, gratificanti e confortanti.
Dott.ssa Giulia Sardo
Psicoterapeuta, Psicologo
Cagliari
Buonasera, la fame emotiva è molto comune e ci parla di un ventaglio di emozioni che spesso riteniamo scomode e tendiamo ad evitare. Cercare di capire come stiamo, in certi casi si parla proprio di fare un vero e proprio diario emotivo, ci può aiutare a conoscerci meglio. Ovviamente per andare in profondità su noi stessi consiglio un percorso di psicoterapia al fine di poter imparare a stare e capire la radice delle emozioni di cui parla e questo è imprescindibile dalla sua storia personale.
Le auguro di trovare al più presto queste preziose risposte che a volte mutano ed evolvono in una vita intera ma ci parlano di noi per crescere ed essere sempre più consapevoli di noi stessi, delle nostre scelte e delle nostre reali possibilità.
Dott.ssa Paola Marinelli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Tivoli
Buonasera, il cibo ha molteplici significati, spesso anche compensativi. il fatto che lei si renda conto che ci sono delle emozioni collegate a questa abitudine alimentare è già un ottimo punto di partenza. Le consiglio di iniziare un percorso per comprendere appieno la natura del problema. Saluti
Dott.ssa Paola Marinelli
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla potrebbero avere un' origine ansiosa. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla nel comprendere cosa si cela dietro questo interesse costante per il cibo nei momenti di vuoto.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Giulia Balconi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Gorgonzola
Buongiorno, il cibo potrebbe simboleggiare una forma di bisogno di appagamento o nutrimento (anche emotivo) che potrebbe in effetti emergere nei momenti di maggiore frustrazione, stress o stanchezza. Il nutrimento è qualcosa che fin dall'infanzia può aver assunto un significato di consolazione e cura, se ci si pensa inoltre l'essere nutriti fin dall'infanzia assume una forma di cura e accudimento primario, nonchè di affetto e di contatto con i genitori o comunque con le figure adulte di riferimento. Tuttavia non conoscendola sarebbe più opportuno un approfondimento individuale, poichè per ciascuno ogni situazione è specifica. Rimango ovviamente a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Un caro saluto, dott.ssa Giulia Balconi
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, se sente che questo comportamento possa nascondere una forma di malessere potrebbe essere utile esplorare l'utilità, la funzione ed il senso che ha per lei coprire questo malessere con il cibo. L'emozioni schiacciate non hanno spazio per essere ascoltate, ed ogni emozione è degna di cura e attenzione. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, sì è possibile perché il rapporto con il cibo coinvolge emozioni differenti da persona a persona.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Olimpia Miraglia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, è possibile che tu stia utilizzando lo sgranocchiare cibo per gestire emozioni come rabbia e frustrazione. Questo comportamento può essere una risposta a sentimenti che desideri alleviare. Riconoscere questa tendenza è un passo positivo; riflettere sui trigger emotivi e cercare alternative più salutari può essere utile. Se il comportamento persiste, consideri di parlarne con uno Psicoterapeuta.
Le auguro una buona serata.
Dr.ssa Olimpia Miraglia
Dott.ssa Francesca Di Costanzo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, la ringrazio per aver scritto.
Non sempre mangiamo per soddisfare la nostra fame e spesso può accadere che mangiare diventi un modo per alleviare stress, ansia, tensione, solitudine o fatica. È generalmente una spinta non pienamente consapevole, improvvisa, urgente, insistente e che si dirige verso alcuni cibi specifici.
Motivo per cui può rivelarsi prezioso poter trovare uno spazio per poter esternare in parole quei vissuti spiacevoli.
Con l’augurio che possa trovare supporto, le porgo un cordiale saluto.
Dott.ssa Di Costanzo
Dott.ssa Michela Testa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cardito
Il cibo diventa per noi un veicolo di tanti significati, non lo utilizziamo solo per nutrirci ma anche come consolazione, conforto, gratificazione, frustrazione. Possono presentarsi periodi in cui diventa uno strumento per contenere quello che proviamo. Monitori il suo andamento, qualora dovesse rendersi conto che diventa qualcosa di pervasivo allora forse sarà il caso di occuparsene
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentile utente, grazie per la condivisione. Purtroppo sarebbe rischioso darle una risposta esaustiva con le poche informazioni che ha scritto; in ogni caso, spesso si ricorre al cibo per assecondare, gestire o sfogare bisogni e attivazioni personali. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia possa aiutarla ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni alla base del suo comportamento.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
Dott. Maria Celestino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Mazara del Vallo
ciao, grazie per aver condiviso questa riflessione. Quello che descrivi sembra essere una modalità legata ad affrontare emozioni difficili come rabbia e frustrazione, attraverso il cibo. Non è raro che le persone utilizzino anche se non si arriva il cibo come una sorta di antidoto per gestire emozioni complesse, anche se non si arriva a sviluppare un disturbo bulimico.
Dr. Gianmarco Capasso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile utente,

quello che descrive è un comportamento piuttosto comune e può effettivamente essere legato a un bisogno emotivo più che a una reale fame fisica. Masticare alimenti croccanti, come biscotti, crackers o pane, può rappresentare un meccanismo di sfogo per gestire stress, rabbia o frustrazione. Il gesto ripetitivo della masticazione, infatti, può avere un effetto auto-calmante e contribuire a scaricare tensioni interne.
Potrebbe essere utile osservare in quali momenti avverte maggiormente questa esigenza e quali emozioni la accompagnano. Se riconosce che il bisogno di sgranocchiare è legato a uno stato emotivo, potrebbe provare a esplorare strategie alternative per gestire la rabbia o la frustrazione, come l’attività fisica, tecniche di rilassamento o anche scrivere ciò che prova.
Se questo comportamento le crea disagio o diventa difficile da controllare, parlarne con un professionista potrebbe aiutarla a comprenderlo meglio e a trovare strumenti più funzionali per gestire le emozioni.

Un cordiale saluto.

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