Buonasera, da circa due anni ho concluso una relazione tossica con una persona che ahimè mi ha distr

26 risposte
Buonasera, da circa due anni ho concluso una relazione tossica con una persona che ahimè mi ha distrutta in ogni campo. Uscita da quella relazione non sapevo più chi io fossi, e dopo un po' di silenzio da parte sua, è arrivata a distruggere anche la mia vita lavorativa, da lì in un anno mi è cambiata la vita con svariati traumi. Perdita del lavoro, di amicizie, lutti. La cosa buffa è che per disintossicarmi da questa persona purtroppo la parola fine non l'ho messa io quando ci siamo lasciate ma lei. Arrivate ad oggi, pochi giorni fa dopo 2 anni in cui sono stata bloccata da parte sua in ogni suo social, guardo e vedo che mi ha sbloccata ovunque.
Adesso a distanza di settimane dopo che mi ha sbloccata non è successo nulla, ma per me è davvero scioccante che lo abbia fatto dopo tutto questo tempo e non ne capisco il motivo. Qualcuno può dirmi qualcosa ?
In più, ammetto che io per sfida ho aperto le sue storie perché si, volevo farle vedere che le vedevo per dirle "non ho più paura di te, guardo si ma non ti cercherò mai, ribloccami st**nza ". Certo tutto questo nella mia testa, ma devo dire che in confronto a prima entro nel suo profilo più tranquillamente, mesi fa (si le guardavo da Google), avevo il batticuore ogni sua storia e paura a vedere cosa potesse esserci.
So che nella mia testa una piccola parte di me non è completamente disintossicata ma credo molto probabilmente che sia dovuta alla rabbia ed al mio sentirmi impotente perché in questi anni ha fatto tutto ciò che ha voluto della mia persona senza ricevere risposta da parte mia a nessuna delle sue provocazioni perché so che reagire è peggio. Ma sono stanca, sono molto stanca e sento l'ingiustizia ogni volta che vedo che mi ha sbloccata, vorrei scriverle " ma perché ? Perché adesso ? " Attendo spiegazioni o consigli, grazie mille
Capisco bene la fatica e la stanchezza che emergono dalle sue parole. Lei descrive molto bene questa sensazione di essere stata distrutta in ogni campo, e il fatto che oggi, a distanza di anni, un gesto apparentemente banale come lo sblocco sui social riesca ancora a turbarla, è la prova di quanto quelle ferite non siano del tutto rimarginate.
La verità è che non potrà mai sapere con certezza il motivo per cui l’altra persona l’ha sbloccata, potrebbe essere stata una scelta impulsiva, una provocazione, o anche un gesto privo di reale significato. Ma ciò che conta non è il perché lei lo abbia fatto, bensì l’effetto che ha avuto su di lei. Questo è il punto centrale, quando sente rabbia, confusione o il bisogno di una spiegazione, in realtà non sta cercando risposte da quella persona, ma dentro di sé.
Scriverle per chiedere spiegazioni, oltre a non darle probabilmente la chiarezza che desidera, rischierebbe di riaprire una porta che lei ha faticosamente cercato di chiudere. A volte la vera forza sta proprio nel non cercare più di capire le mosse dell’altro, ma nel proteggersi e darsi la possibilità di guardare avanti.
Quello che può fare ora è lavorare su di sé per trasformare la rabbia e il senso di ingiustizia in consapevolezza e in risorse personali. Un percorso di sostegno psicologico può esserle molto utile, non per dimenticare in fretta, ma per riconquistare stabilità, rafforzare l’autostima e liberarsi da quel filo invisibile che ancora la lega a una relazione che l’ha fatta soffrire.
Lei è consapevole di ciò che è successo e di come questa persona l’abbia condizionata. Ora il compito è riprendersi lo spazio che merita, senza permettere che piccoli gesti virtuali continuino a influenzare la sua vita reale. Un caro saluto

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che abbia ragione quando dice che non si è completamente disintossicata, perchè la legittima rabbia che prova nei confronti di questa persona dice che è ancora molto coinvolta. E credo che sia normale: disintossicarsi e liberarsi da soli da una relazione che ci ha fatto male e ci ha distrutti sotto più fronti è molto difficile. Il mio suggerimento è di chiedere aiuto: di appoggiarsi ad un professionista di cui possa fidarsi, e con cui possa aprirsi in modo sincero, per trovare il modo finalmente di elaborare la sua rabbia, la sua fatica e la sua sofferenza, sciogliendo le catene di questo rapporto e trovando finalmente libertà e anche serenità. Più che arrovellarsi sul perchè questa persona l'abbia sbloccata, cosa che potrebbe essere un'altra manovra manipolatoria dentro il quale è facile ricadere (anche solo rimuginandoci troppo), credo sia importante lavorare sui danni che questa relazione ha prodotto, e sulla sofferenza che ha provocato, in modo da renderla finalmente libera. Se avesse domande o volesse approfondire la questione mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Anna Maria Nicoletti
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Sora
Gentile paziente,
dalle sue parole emerge chiaramente quanta fatica abbia affrontato negli ultimi anni, sia a livello personale che relazionale, e quanto ancora oggi la situazione le generi dolore e confusione. È comprensibile sentirsi destabilizzata dopo una relazione che lei stessa descrive come tossica, soprattutto se accompagnata da ulteriori perdite e difficoltà in altri ambiti della vita.

Il fatto l’abbia improvvisamente “sbloccata” può riattivare emozioni intense, domande e pensieri di ingiustizia. È normale chiedersi il perché di certi comportamenti, ma a volte queste azioni non hanno un significato reale legato a lei, quanto piuttosto a dinamiche interne dell’altra persona. Cercare spiegazioni logiche in questi gesti rischia di farla restare intrappolata in un circolo di sofferenza.

Quello che invece conta è come lei si sente ora: stanca, provata e con il bisogno di ritrovare stabilità, forza e un senso di sé che non dipenda più da ciò che l’altro fa o non fa. È importante dare valore a questo suo bisogno e prendersi cura di sé, imparando a volersi bene e rispettarsi, solo cosi potrà intraprendere relazioni sane e non disfunzionali.
Le consiglio di considerare l’idea di iniziare un percorso terapeutico con un professionista che possa accompagnarla passo dopo passo in questo processo di ricostruzione. Non è necessario affrontare tutto da sola, e già il fatto che lei abbia avuto il coraggio di chiedere aiuto è un segnale molto importante.
Un caro saluto,
Dott.ssa Anna Maria Nicoletti
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
È evidente che la relazione passata non è stata solo dolorosa nel momento in cui si è conclusa, ma ha avuto un impatto prolungato e significativo su più piani della sua vita, lasciandole addosso strascichi emotivi complessi, vissuti di ingiustizia e un senso di disorientamento identitario. Ciò che racconta non riguarda soltanto la fine di un legame, ma un vero e proprio terremoto esistenziale: la perdita di riferimenti affettivi, lavorativi e sociali ha creato una condizione di vulnerabilità in cui il gesto apparentemente “banale” di essere sbloccata dopo due anni riattiva emozioni intense e domande profonde. Quando un legame significativo si interrompe in modo traumatico e la chiusura non è stata una propria scelta, può rimanere un “gancio” emotivo molto forte: una parte di sé continua a cercare spiegazioni e giustizia, mentre un’altra cerca di proteggersi e andare avanti. È un conflitto interno molto comune dopo relazioni segnate da dinamiche tossiche, dove spesso la persona ha dovuto rinunciare alla possibilità di esprimere rabbia, difendersi apertamente o ottenere un confronto equo.
È importante anche notare che la domanda “perché mi ha sbloccata adesso?” nasce da un tentativo sano della mente di riordinare un’esperienza che è stata caotica e ingiusta. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i comportamenti di questo tipo da parte dell’ex partner non seguono logiche lineari o spiegazioni chiare: possono rispondere a impulsi momentanei, a tentativi di riattivare un legame, a bisogni di controllo o semplicemente a gesti casuali. Restare ancorata alla ricerca di una spiegazione razionale per i comportamenti dell’altro rischia però di spostare nuovamente il centro dell’attenzione fuori da sé, come se la sua serenità dipendesse dalle mosse di quella persona.
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buongiorno, dev'essere molto difficile investire in una relazione e ritrovarsi "vuota", senza identità.
È importante che tu te ne sia accorta e su questo si può fare un lavoro personale di ricostruzione. Per ora è molto fresca e ci vorrà del tempo anche solo per lasciare andare la te passata e accogliere la nuova te che si lascia alle spalle questa persona. In quello che scrivi percepisco che c'è anche rabbia che può sicuramente aiutarti a riprenderti i tuoi spazi e confini.
Se te la senti rimango a disposizione per muoverti verso il futuro,
Dott.ssa Casumaro Giada
Gent.ma utente,
le sue domande non troveranno alcuna risposta sensata, né qui, né nella sua testa. Cercare di capire, interpretare o controllare pensieri e azioni delle altre persone, è un tentativo vano che assorbe una quantità enorme di energie nervose e ci lascia sempre al punto di partenza.
L'emotività che suscita questa passata relazione in lei è ancora dominante rispetto alla capacità di regolazione cognitiva. Ciò genera ruminazione sul passato, aspettative ansiogene, frustrazione, ricerca ossessiva di conferme nel mondo esterno.
Ha bisogno di fermare questo treno che corre all'impazzata nella sua testa. Ha bisogno di tempo per dedicarsi a sé stessa e ricostruire un'autonomia di pensiero e un'autostima che, dalle sue parole, appaiono molto destabilizzate dalla sua recente relazione.
Lei sa che tutto quello che è accaduto le ha causato sofferenza e che non desidera più vivere situazioni del genere, ma la forza di volontà non è quasi mai sufficiente a generare un vero cambiamento. E la sofferenza rischia di essere una zavorra che si trascina nella mente per molto tempo, con il rischio che effimere dinamiche social la possano riaccendere come un falò nella notte.
Non è di consigli che ha bisogno, cara utente. Ha bisogno di strumenti di regolazione emotiva, di strategie mentali, e soprattutto di nuove opzioni per il suo benessere psicologico. Valuti concretamente la possibilità di un supporto psicologico e di un percorso mirato alle sue esigenze.
Resto a sua disposizione, anche online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Dott. Mario Salinas
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Capisco profondamente la fatica e il dolore che stai vivendo. Quello che descrivi è il segno di quanto quella relazione abbia inciso su di te, e il gesto dello “sblocco” può riattivare ferite ancora sensibili. È importante ricordare che ciò che fa l’altra persona dice di lei, non di te: non hai bisogno di spiegazioni da parte sua per andare avanti.
Il fatto che tu riesca ad affrontare le sue storie con meno paura è già un segnale di forza. La rabbia e il senso di ingiustizia che provi sono naturali, ma il rischio è che continuino a legarti a lei. La sfida vera, e più liberante, non è dimostrarle nulla ma restituirti energia e dignità scegliendo di non darle più spazio dentro di te.
Forse ciò che può aiutarti ora non è cercare un “perché” da lei, ma coltivare un “perché per te”: perché vuoi stare meglio, ricostruirti, riprendere fiducia. Questo è un lavoro lento ma possibile, e meriti di non restare prigioniera di chi ti ha ferita. Resto a disposizione per ulteriore supporto, un saluto
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno gentile paziente,
cosa cambia nella tua vita sapere che lei potrebbe aver cambiato idea rispetto al "blocco" totale della visione e delle interazioni possibili?
Che senti e pensi al riguardo?
Forse esplorare con queste domande il tuo mondo interiore ti può aiutare ad arrivare alla tua verità, non ad una verità assoluta, e quindi anche a saperne di più in merito a che fare di quel che pensi.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
capisco bene quanto possa essere destabilizzante trovarsi di fronte a un gesto come lo sblocco dopo tanto tempo, soprattutto considerando la sofferenza che quella relazione le ha lasciato. È naturale che questo risvegli pensieri, emozioni contrastanti e anche la sensazione di ingiustizia. Allo stesso tempo, il fatto che oggi riesca ad avvicinarsi a quel profilo con maggiore tranquillità rispetto al passato è già un segnale del percorso che ha fatto. Non è facile disintossicarsi da una relazione tossica, e la rabbia che sente è comprensibile: fa parte del processo di rielaborazione.
Il consiglio è quello di continuare a dare priorità a sé stessa, senza permettere che un suo gesto – che non ha spiegazioni chiare e potrebbe non averne mai – condizioni ancora il suo presente.
Resto a disposizione,
un caro saluto.
dott.ssa Elena Dati
Dott.ssa Caterina De Galitiis
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Pescara
Salve,
arriva forte la sua frustrazione, come se fosse legata a qualcosa che cerca di trascinarla indietro e non le permette di andare avanti.
Colpisce quanto ancora senta il bisogno di avere delle risposte: è comprensibile, fa parte della natura umana, ma non sempre è possibile ottenerle. Per questo diventa fondamentale imparare a lasciare andare e a riportare l’attenzione su di sé. Più che chiedersi quale sia il senso dei gesti dell’altro, può essere utile domandarsi che significato hanno per lei, perché il senso di ingiustizia la blocca così tanto e non le permette di proseguire. Continuare a guardare le storie, entrare sul profilo, interrogarsi sul “perché” la riporta inevitabilmente dentro una dinamica che le toglie energie e, paradossalmente, restituisce potere all’altro.
Forse, allora, potrebbe esserle utile un percorso che abbia come obiettivo proprio questo: centrarsi su di sé, comprendere cosa questa situazione muove dentro di lei e darsi così la possibilità di andare avanti senza nessuna catena.
Dott.ssa Susanna Minaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Cantù
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza. È comprensibile che il riemergere, anche solo virtuale, di una persona che le ha procurato tanta sofferenza risvegli emozioni intense di rabbia, ingiustizia e stanchezza.
Il fatto che questa persona le abbia dato libero accesso alle sue pagine social, purtroppo non dice nulla di certo sulle sue intenzioni, ma la cosa più importante ora non è capire il “perché” del suo comportamento, ma continuare a proteggere il suo benessere, scegliendo di non lasciare che queste azioni abbiano potere su di lei. Concentrarsi su di sé, sui propri bisogni e magari affidarsi a un sostegno psicologico, può aiutarla a trasformare la rabbia e la stanchezza in forza e nuova progettualità.

Cordiali saluti
Dott.ssa Susanna Minaldi
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo profondamente il suo stato d'animo e il turbinio di emozioni che sta vivendo. La sua testimonianza è estremamente toccante e rivela una grande resilienza nell'aver affrontato un periodo di vita così doloroso e denso di traumi. È fondamentale riconoscere il coraggio che ha dimostrato nell'uscire da una relazione tossica e nel tentare di ricostruire la sua identità, nonostante gli ostacoli e le ulteriori perdite che la vita le ha posto davanti (lavoro, amicizie, lutti).
tutto ciò che ha attraversato in questi due anni (la relazione tossica, la manipolazione lavorativa, la perdita di amicizie e i lutti) non sono eventi che si superano da soli o che si "dimenticano" semplicemente con il tempo. Lei ha subito un trauma complesso e ha accumulato un carico emotivo che ora le sta chiedendo di essere elaborato. Le consiglio vivamente di iniziare un percorso di psicoterapia.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

quello che racconti trasmette tutta la fatica di un percorso che, seppur a distanza di due anni, ti porta ancora a vivere emozioni molto intense. Le relazioni tossiche lasciano spesso ferite profonde: il fatto che tu senta ancora rabbia, impotenza o bisogno di un “perché” è del tutto comprensibile. Non si tratta di una debolezza, ma della naturale conseguenza di un legame che ha inciso fortemente sulla tua identità e sulla tua vita.

Il gesto del “sbloccarti” dopo tanto tempo, anche senza alcuna azione concreta successiva, può riattivare ferite non del tutto rimarginate. È importante sottolineare che questo comportamento non ha necessariamente un significato chiaro o coerente: non sempre c’è un motivo preciso o logico dietro a certe scelte, e provare a cercarlo rischia solo di farti restare agganciata a quella relazione.

Quello che puoi fare, invece, è spostare l’attenzione da lei a te:

ascoltare le tue emozioni (rabbia, stanchezza, bisogno di giustizia);

riconoscere i passi avanti che hai già fatto (oggi riesci a entrare nel suo profilo con più distacco rispetto a prima);

chiederti cosa ti aiuta davvero a proteggere la tua serenità e a non riaprire ferite.

Scriverle per avere spiegazioni rischierebbe di rimettere in moto dinamiche che ti hanno già fatto soffrire. Il fatto che tu non lo abbia fatto finora mostra una tua forza: hai scelto di non alimentare quel ciclo di provocazioni e reazioni che ti logorava.

Il percorso di elaborazione di quanto vissuto, però, può richiedere un sostegno più specifico: è consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista, così da trovare strumenti concreti per chiudere davvero quel capitolo e ricostruire pienamente il tuo benessere.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Valeria Mazzoli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
capisco molto bene quanto possa averla scossa questo gesto dopo così tanto tempo. Quando si è vissuta una relazione dolorosa, è normale che anche piccoli segnali come lo “sblocco” possano far riemergere emozioni forti: rabbia, senso di ingiustizia, il bisogno di capire.

Vorrei rassicurarla su un punto: questo gesto non dice nulla di lei. Può avere tante spiegazioni diverse (curiosità, bisogno di tenere un filo, o persino un automatismo) ma non riguarda il suo valore né la sua storia.

La parte importante è quello che succede dentro di lei: oggi riesce a guardare la situazione con più distacco rispetto al passato, anche se resta la fatica a lasciar andare. Questo è un segnale che ha già fatto dei passi avanti, anche se magari non sempre se ne rende conto.

Le suggerirei di spostare lo sguardo: non più sul “perché lei mi ha sbloccata”, ma sul “cosa posso fare io per proteggermi e stare meglio”. Non possiamo controllare i comportamenti degli altri, ma possiamo scegliere come prenderci cura di noi stessi. Concentrarsi su di sé e sul proprio benessere è il modo più sano per chiudere davvero questo capitolo e liberarsi di un peso che non merita più di portare.

Spero di averle dato uno spunto su cui riflettere,
un caro saluto

Dott.ssa Valeria Mazzoli
Dott.ssa Silvia Turri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, comprendo la fatica e il suo malessere. Ritengo che quando qualcosa di noi rimane incastrato in situazioni tossiche sia importate svolgere un lavoro di comprensione su noi stessi per capire quali dinamiche non ci permettono di staccarci e di cercare situazioni più funzionali. Se lo desidera, io sono psicologa psicoterapeuta e sono disponibile per offrirle questo tipo di percorso di supporto
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza così apertamente. Quello che descrivi è comprensibilmente molto doloroso: hai attraversato una relazione tossica che ha avuto ripercussioni profonde sulla tua vita personale e lavorativa, e adesso ti trovi di fronte a un gesto che riapre ferite e crea confusione emotiva.
È del tutto normale sentirsi arrabbiati, impotenti o curiosi in queste situazioni. Il fatto che tu riesca ad osservare il suo profilo senza più il batticuore di un tempo è già un segnale importante di crescita e di progressiva “disintossicazione” emotiva. Allo stesso tempo, la rabbia residua e il desiderio di ricevere spiegazioni indicano che ci sono ancora emozioni da elaborare, e cercare risposte immediate dall’altra persona rischia spesso di aumentare stress e frustrazione, senza portare chiarezza reale.
Un percorso di supporto psicologico mirato può aiutarti a:
Elaborare completamente il trauma della relazione passata.
Gestire rabbia, senso di ingiustizia e frustrazione senza rimanerne intrappolata.
Costruire strategie per mantenere confini chiari e proteggere la tua energia emotiva.
Riprendere controllo della tua vita emotiva e delle tue decisioni, senza dipendere dalle azioni altrui.
Se vuoi, possiamo fissare un incontro online o in studio, in cui esplorare insieme la situazione e costruire un percorso personalizzato per liberarti dalle dinamiche di questa relazione tossica e ritrovare benessere e sicurezza emotiva.
Paziente anonimo
Se parliamo di relazione tossica che nonostante vi siete lasciati sta continuando con questi giochetti del blocco / sbocco ecc significa che la state mantenendo comunque in piedi e in maniera appunto malsana perché si sta male lo ztesso
Consiglio una vera disintossicazione con terapia individuale o di gruppo ( esistono gruppi specifici)
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dott.ssa Margherita Atzori
Psicologo, Psicologo clinico
Aprilia
Buonasera, innanzitutto voglio riconoscere la profonda sofferenza che hai vissuto. Ciò che descrivi: perdita di lavoro, amicizie, lutti e senso di smarrimento personale è estremamente pesante, e la reazione emotiva che stai vivendo è assolutamente comprensibile.
È naturale sentirsi scioccati e confusi quando qualcuno che ha avuto un ruolo così destabilizzante nella nostra vita compie un gesto apparentemente innocuo come sbloccarti sui social.
Questo può riattivare emozioni non completamente elaborate, come: rabbia, paura o frustrazione. La tua reazione, batticuore, desiderio di capire il “perché” o curiosità di guardare i suoi contenuti è normale, soprattutto considerando il contesto di una relazione tossica e traumatica.
Lo sblocco potrebbe avere motivazioni molto varie, che non hanno nulla a che fare con te, il tuo valore o la tua guarigione. Concentrarsi sul “perché lo ha fatto” rischia di riportarti in uno schema di controllo e ansia, che non ti serve. In questo momento è importante restare centrata su te stessa e sui tuoi confini, ricordando che non sei obbligata a ottenere spiegazioni da chi ti ha ferita.
Infine, in una fase così delicata, è molto utile, se non fondamentale, farsi supportare attraverso un percorso psicologico individuale. Resto a disposizione, buona serata!
Dr. Luigi Pignatelli
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Da come scrivi si sente tutta la fatica che hai vissuto: una relazione che ti ha lasciata svuotata, perdite importanti sul piano personale e lavorativo, e il senso di ingiustizia che ancora oggi ti accompagna. È comprensibile che il semplice gesto di essere “sbloccata” dopo tanto tempo ti scuota così profondamente: non è solo un fatto tecnico legato ai social, ma va a riattivare ferite, ricordi e rabbia che non hanno ancora trovato una piena elaborazione.

La verità è che non puoi sapere con certezza perché lei lo abbia fatto: potrebbe essere un gesto casuale, un test, un bisogno di controllo o semplicemente una scelta senza reale significato. La cosa importante, però, non è il suo motivo, ma come tu ti senti davanti a questo gesto. È lì che c’è lo spazio di lavoro per te.

Il fatto che tu dica di essere entrata nel suo profilo “più tranquillamente” rispetto a mesi fa è un segnale che, nonostante la stanchezza, un cambiamento c’è stato: sei meno in balia della paura. Allo stesso tempo riconosci che una parte di te non è del tutto libera, e questo non significa che sei debole, ma che la ferita non è ancora del tutto rimarginata.

Quello che puoi fare adesso è chiederti: “Che cosa mi dà davvero guardare le sue storie? Mi libera o mi incatena ancora a lui?” Se ogni volta si riattiva rabbia, ingiustizia o dolore, forse la scelta più sana è proteggerti, evitando di dare spazio a ciò che la riporta dentro la tua vita, anche indirettamente. Quello che invece sarebbe importante non fare è cercare spiegazioni da lei: il rischio è solo di ridarle potere su di te e alimentare ancora il legame tossico.

Il vero passo ora è spostare l’attenzione da lei a te. Dopo anni di dolore e di sopportazione, forse il cambiamento di cui hai bisogno non è capire “perché lei lo ha fatto”, ma chiederti “cosa posso fare io per restituirmi pace, forza e libertà?”. Il fatto che tu abbia la consapevolezza della rabbia e della stanchezza è già un segnale che sei pronta a chiudere davvero.
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno.
La separazione di una coppia è un processo molto complesso. Non basta bloccare sui social o essere bloccati, non basta dire che la relazione era "tossica" e che ci si sta disintossicando. Se il processo non arriva alle viscere, si rischia che non cambi niente.
Se lei vuole dichiarare "non ho più paura di te, guardo sì ma non ti cercherò mai, ribloccami stronza", non può raggiungere l'obiettivo di "disintossicarsi", perché non è attiva nella scelta: potrebbe bloccare lei stessa la sua ex, ma non lo fa. Perché? Perché continua a "guardare"?
La separazione è un lutto e il lutto va attraversato per cominciare a vedere spunti di vita nuova dentro di sé.
Dr. Simone Gagliardi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
ho letto le sue parole e la fatica che porta nel descrivere questa storia che sembra aver lasciato segni profondi. Il gesto dello “sblocco”, dopo tanto tempo, riapre qualcosa che non riguarda solo l’altra persona, ma anche il modo in cui lei stessa è rimasta legata a quella ferita: come se parte di sé fosse ancora in attesa di una risposta o di una riparazione che non è mai arrivata.

Ciò che chiama “sfida” forse non è tanto verso l’altra, quanto verso l’immagine di sé che quella relazione ha incrinato. Guardare oggi senza più paura sembra un modo per verificare se davvero è cambiato qualcosa dentro di lei, se la sua forza non dipende più dallo sguardo dell’altra.

Il punto che emerge è quanto questa esperienza continui a definirla, anche nel desiderio di chiuderla. Forse la questione non è capire perché lei l’abbia sbloccata, ma perché questo gesto continui a toccare così profondamente la sua identità: da chi si sente ancora vista, o non vista, in quella storia che credeva finita.
Dott.ssa Marta Vanola
Psicologo, Psicologo clinico
Abbiategrasso
Buonasera, quello che scrive illustra con grande chiarezza il difficile percorso di ricostruzione che segue una relazione tossica.
Le sue parole restituiscono bene quanto un legame di questo tipo possa lasciare segni profondi, non solo durante la relazione, ma soprattutto nel dopo, quando ci si ritrova a dover ricomporre la propria identità e la fiducia in sé stessi.
Il fatto che, dopo due anni, l’ex partner l’abbia improvvisamente “sbloccata” può riaprire ferite e domande rimaste in sospeso. Tuttavia, è importante ricordare che un gesto del genere non ha necessariamente un significato affettivo o di pentimento. In molti casi può trattarsi di un atto casuale, di controllo, o semplicemente di una forma di manipolazione sottile. Il vero punto non è comprendere perché l’altra persona lo abbia fatto, ma perché dentro di lei quel gesto susciti ancora così tanta emozione. Riconoscere il fatto di non essere “completamente disintossicati” è un riconoscimento prezioso. Dopo legami segnati da dinamiche di potere o di dipendenza emotiva, il distacco è un processo graduale, non un atto unico.
Non serve dunque cercare risposte nell’altro, ma onorare il percorso di liberazione già compiuto. La vera domanda, oggi, non è “perché mi ha sbloccata?”, bensì “quanto ancora voglio permettere a questa storia di avere potere sulla mia pace?”. Sicuramente sarebbe utile anche, con l’ausilio di un supporto psicologico, capire quali sono i meccanismi messi in atto che portano a creare relazioni basate sulla tossicità del rapporto, così da poter affrontare le relazioni future con maggiore consapevolezza rispetto alle dinamiche messe in atto.
Dott.ssa Federica Gigli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
comprendo bene la fatica e il dolore che traspaiono dal suo racconto. È naturale che, dopo tutto questo tempo, lo “sblocco” da parte della sua ex l’abbia turbata: non possiamo sapere quali siano le sue motivazioni, e cercare di comprenderle rischia solo di riportarla dentro dinamiche che già in passato le hanno causato sofferenza.
Quello che conta adesso è il suo benessere. Le emozioni che descrive – rabbia, senso di ingiustizia, stanchezza – sono reazioni normali a quanto ha vissuto, ma il passo importante è imparare a non lasciare che i gesti dell’altra persona continuino a condizionarla.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a elaborare queste emozioni e a ritrovare uno spazio interiore libero e più sereno. Se lo desidera, resto disponibile per un consulto.

Un cordiale saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, dalle sue parole emerge quanta fatica e quanta forza abbia dovuto mettere in campo negli ultimi anni per proteggersi e ricostruirsi dopo una relazione che l’ha profondamente segnata. Le esperienze che descrive (la sensazione di essere stata “distrutta”, le perdite lavorative, i lutti, le amicizie compromesse) sono eventi molto dolorosi che non solo intaccano la vita esterna, ma minano anche la percezione di sé, i propri punti di riferimento e il senso di sicurezza. È comprensibile che oggi, di fronte a un gesto apparentemente banale come lo “sblocco” sui social, lei senta riemergere emozioni intense, rabbia, confusione e quella sensazione di ingiustizia che racconta. Nell’ottica cognitivo-comportamentale, quello che sta vivendo può essere letto come una riattivazione di vecchi schemi emotivi: per due anni lei ha dovuto proteggersi, gestire l’ansia e la paura legate a questa persona, costruire strategie per non reagire alle provocazioni. Questo ha richiesto una grande energia mentale e, nel tempo, le ha permesso di acquisire più controllo su di sé. Oggi il gesto dello sblocco potrebbe aver toccato un nervo ancora scoperto, perché rappresenta – almeno nella sua percezione – un possibile ritorno, una nuova invasione del suo spazio personale o, al contrario, un segnale ambiguo che le riporta alla mente il passato. È normale che il suo corpo e la sua mente reagiscano con allerta, anche se razionalmente sa di non voler riprendere alcun contatto. Il fatto che oggi lei riesca a guardare le storie con più tranquillità rispetto al passato è comunque un segnale che qualcosa dentro di lei è cambiato: c’è più distanza emotiva, più consapevolezza dei suoi confini, meno paura. Questo non significa che non ci siano residui di rabbia o di bisogno di “capire”, ma indica che sta gradualmente riconquistando spazio interiore. È anche comprensibile che una parte di lei vorrebbe scrivere per chiedere spiegazioni. Tuttavia, è importante considerare che le spiegazioni dell’altro non sempre coincidono con quelle che servono a noi per guarire: a volte sono solo modi per riaprire vecchie dinamiche che già sappiamo essere dolorose. Quello che potrebbe aiutarla, più che ottenere risposte da lei, è continuare a lavorare su di sé per chiudere il ciclo emotivo, trasformando la rabbia e l’impotenza in qualcosa di più costruttivo. Ad esempio, può aiutare focalizzarsi sul riconoscere i progressi fatti in questi anni, validare il dolore e la stanchezza che sente senza giudicarsi, e ricordarsi che il potere di proteggersi oggi ce l’ha lei. In questo senso, il vero cambiamento non sta tanto nello sblocco sui social, ma nel modo in cui lei sceglierà di reagire e di tutelarsi, mantenendo i suoi confini e investendo energie in ciò che la fa stare meglio. La strada che sta percorrendo è complessa, ma dalle sue parole emerge già una grande consapevolezza e la capacità di riflettere su ciò che prova. Questo è un punto di forza che può accompagnarla nel continuare a distanziarsi emotivamente e a ricostruire una vita più centrata su di sé, i suoi bisogni e i suoi desideri, senza lasciarsi definire dalle azioni dell’altro. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Rebecca Ribighini
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, prima di tutto voglio dirti che comprendo quanto dolore ci sia dietro le tue parole. È normale che, dopo un legame tossico, tu senta ancora confusione, rabbia, e quella sensazione di ingiustizia che pesa nel cuore. Hai dovuto raccogliere i pezzi di te stessa, da sola e questo dimostra sicuramente un grande coraggio e una grande forza.
Il fatto che questa persona ti abbia sbloccata dopo tanto tempo non significa necessariamente qualcosa di concreto. A volte chi manipola o ha avuto un certo potere su di noi cerca ancora, anche inconsciamente, di “controllare” o di vedere se può ancora causare una qualsiasi reazione in te.
Ma tu oggi non sei più la persona che eri due anni fa. Hai trasformato il dolore in consapevolezza.
È comprensibile che, dopo una relazione dolorosa o traumatica, emerga della rabbia. Spesso questo sentimento nasce dal bisogno di esprimere ciò che non si è mai avuto l’opportunità di dire, dal desiderio di un confronto o di una chiusura che non è mai avvenuta. È una reazione del tutto umana. Tuttavia, è importante riconoscere che, nella maggior parte dei casi, questo tipo di sfogo non porta beneficio né a te né all’altra persona, e può invece ostacolare il tuo percorso di guarigione.
L’importante è che tu continui a scegliere te stessa, a non dare spazio a chi ti ha ferita, e a investire la tua energia nelle cose e nelle persone che ti fanno stare bene.
spero di esserti stata utile
Dott.ssa Ilaria Bresolin
Psicologo, Neuropsicologo
Breda di Piave
Gentile utente, comprendo come quello che lei scrive nasconde sentimenti di rabbia, dolore ma anche consapevolezza.
Anche il fatto di essere rimasta così colpita dal fatto che lei l'abbia sbloccata e le domande che sono venute di conseguenza è segno e sintomo del disagio e della sofferenza che nel corso degli anni lei ha vissuto. Il fatto però che negli ultimi tempi sente di non avere lo stesso stimolo o comunque la stessa motivazione per controllare le storie può essere segno iniziale di guarigione.
Mi sento comunque di non darle una risposta sul perchè l'abbia sbloccata ora, non conosco al meglio la situazione e in ogni caso le motivazioni possono essere disparate. Invito anche lei a valutare la situazione nel modo più oggettivo possibile, senza cercare di comprenderne le motivazioni sottostanti o senza provare a interpretare questo gesto. So che potrebbe non essere semplice da mettere in atto subito, ma credo sia importante provarci e lavorarci.
Inoltre, ogni volta che le viene da aprire il suo profilo, provi a fermarsi e chiedersi “Cosa sto cercando davvero adesso?”. Se sente di rispondersi che la motivazione è il controllo, la voglia di avere giustizia allora è la sua parte ferita che la spinge a fare ciò. Quindi provi a spostare l'energia nella scrittura, o nell'attività fisica o altre attività che la fanno stare bene.
Spero di essere stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.