Buona sera, sono affetto da diabete da tipo 1 con le relative complicanze (tiroidite, colesterolo al
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Buona sera, sono affetto da diabete da tipo 1 con le relative complicanze (tiroidite, colesterolo alto, iperteso ecc) con un evidente crollo psicologico. È possibile che all'interno dell'ambiente familiare, sta qualcuno che è capace di dire che grazie ai soldi dei farmaci si stanno spedendo troppi soldi? Nonostante si abbia il 19% indietro dalla dichiarazione dei redditi e nonostante quando riesco anticipo dai miei soldi (borse di studio ecc). Non so se è una vera crisi o no. Come mi suggerite di affrontare questa situazione? Grazie
Salve paziente anonimo
certo la famiglia è un sistema complesso di interazioni.. E i meccanismi che scattano sono molteplici
Vista la problematica fisica provi ha vedere se può avere dei riconoscimenti tramite la Asl che le consentono di avere dei medicinali in convenzione e provi a chiedere il bonus psicologico
Cioè delle malattie necessitano di trattamenti ampio spettro..
Il suo medico di base dovrebbe poterla consigliare
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
certo la famiglia è un sistema complesso di interazioni.. E i meccanismi che scattano sono molteplici
Vista la problematica fisica provi ha vedere se può avere dei riconoscimenti tramite la Asl che le consentono di avere dei medicinali in convenzione e provi a chiedere il bonus psicologico
Cioè delle malattie necessitano di trattamenti ampio spettro..
Il suo medico di base dovrebbe poterla consigliare
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
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Buonasera, comprendo bene quanto possa essere pesante convivere con una malattia cronica come il diabete e con le altre condizioni che descrive, non solo per la gestione pratica e medica quotidiana, ma anche per l’impatto psicologico che ne deriva. La frustrazione che esprime è del tutto comprensibile, soprattutto se in famiglia si trova a dover ascoltare frasi che riducono il suo impegno e il suo bisogno di cure a una questione di spesa. Quando ci si sente giudicati o non compresi in aspetti così delicati, la sofferenza può diventare ancora più intensa e minare il senso di sicurezza e di sostegno che dovrebbe venire dai propri cari. In situazioni come questa, un approccio utile è quello di riconoscere e dare valore alle proprie emozioni senza colpevolizzarsi. Sentirsi feriti o arrabbiati di fronte a osservazioni che sembrano minimizzare la sua condizione non significa essere deboli, ma rispondere in modo umano a una mancanza di empatia. Allo stesso tempo, può essere importante valutare come comunicare ai familiari il suo punto di vista, cercando di spostare l’attenzione dal tema dei soldi al tema della salute, che non è una scelta ma una necessità. Spiegare con calma che i farmaci e le cure non sono “un costo in più” ma strumenti indispensabili per mantenere una buona qualità di vita può aiutare a far comprendere meglio la situazione. Dal punto di vista cognitivo comportamentale, può essere utile lavorare sul modo in cui interpreta e gestisce questi episodi. Quando emergono pensieri come “non mi capiscono” o “non danno valore alla mia salute”, provi a chiedersi quali alternative ci possano essere. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una difficoltà dei suoi familiari ad esprimere preoccupazione che invece si trasforma in osservazioni inadeguate. Non significa giustificare frasi spiacevoli, ma ridurre l’impatto emotivo che hanno su di lei, distinguendo ciò che viene detto dal reale valore della sua persona e del suo impegno nella gestione della malattia. Può essere utile anche lavorare su ciò che è sotto il suo controllo diretto. Non sempre possiamo cambiare il comportamento degli altri, ma possiamo rafforzare la nostra capacità di proteggerci emotivamente. Stabilire dei confini, scegliendo se e quanto entrare in discussioni che sa già essere dolorose, è un modo per prendersi cura della propria salute psicologica. In parallelo, trovare spazi di supporto esterno, che siano gruppi di pazienti, associazioni o figure professionali, può aiutarla a sentirsi meno solo e a condividere esperienze con chi vive le stesse difficoltà. Non è semplice affrontare tutto questo, ma il fatto che stia cercando un confronto e che desideri capire come reagire è già un passo importante. Si ricordi che la sua salute non è mai uno spreco e che prendersi cura di sé è un diritto, non qualcosa di cui sentirsi in colpa. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentilissi*,
sicuramente dovrei studiare il suo caso attentamente ma, per ora, le posso dire che l'ambiente familiare può avere un ruolo determinante nel facilitare o aggravare uno stato di malessere. I farmaci, per molte patologie, possono dare una gran mano però vanno inseriti in un percorso generale di benessere psico-fisico.
La ringrazio e Le auguro una Buona giornata.
Dott. Giovanni Ferrara
sicuramente dovrei studiare il suo caso attentamente ma, per ora, le posso dire che l'ambiente familiare può avere un ruolo determinante nel facilitare o aggravare uno stato di malessere. I farmaci, per molte patologie, possono dare una gran mano però vanno inseriti in un percorso generale di benessere psico-fisico.
La ringrazio e Le auguro una Buona giornata.
Dott. Giovanni Ferrara
Gentile,
capisco quanto possa essere difficile convivere con una malattia cronica e con le complicazioni che comporta. La sensazione di crollo psicologico che descrive è una reazione comprensibile di fronte a un impegno così grande, sia sul piano fisico che emotivo.
In questi momenti può essere molto utile avere uno spazio di ascolto e sostegno psicologico, dove poter esprimere liberamente le proprie preoccupazioni e ritrovare risorse personali per affrontare la quotidianità. Non si tratta tanto di stabilire se questa sia o meno “una vera crisi”, ma di riconoscere che sta vivendo una situazione impegnativa che merita attenzione e supporto.
Chiedere aiuto, come ha fatto scrivendo qui, è già un passo importante verso il prendersi cura anche del proprio benessere psicologico.
capisco quanto possa essere difficile convivere con una malattia cronica e con le complicazioni che comporta. La sensazione di crollo psicologico che descrive è una reazione comprensibile di fronte a un impegno così grande, sia sul piano fisico che emotivo.
In questi momenti può essere molto utile avere uno spazio di ascolto e sostegno psicologico, dove poter esprimere liberamente le proprie preoccupazioni e ritrovare risorse personali per affrontare la quotidianità. Non si tratta tanto di stabilire se questa sia o meno “una vera crisi”, ma di riconoscere che sta vivendo una situazione impegnativa che merita attenzione e supporto.
Chiedere aiuto, come ha fatto scrivendo qui, è già un passo importante verso il prendersi cura anche del proprio benessere psicologico.
Il diabete si avvale spesso utilmente di un sostegno psicologico e psicoterapeutico, tanto più se ci sono difficoltà di relazione in famiglia. Dare una risposta terapeutica on line non sarebbe corretto. Secondo quanto ci chiede, sembra che lei si stia scontrando con esigenze di altri familiari che potrebbero non essere opportune. In tal caso avrebbe bisogno di un sostegno psicoterapeutico che la aiuti a comunicare meglio e ad essere più assertivo. Le tecniche della Terapia della Gestalt affini al role plaiyng possono ottenere questo risultato solitamente in 1-3 colloqui.
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che la sua sia una situazione molto difficile di partenza, a maggior ragione se non ha il sostegno e l'appoggio della sua famiglia, come mi sembra di capire. Convivere con una malattia cronica non è semplice, accettarla non è semplice, soprattutto nel momento in cui il suo contesto familiare non la aiuta. In una situazione come questa non resterei solo: il mio suggerimento è di affrontare questa situazione con il supporto e l'aiuto di un professionista che possa innanzitutto ascoltarla, comprenderla, accoglierla e rompere la solitudine. Con il suo sostegno, costruirei un modo per poter poi affrontare il discorso in famiglia, per capire come trasformare il modo in cui la sua malattia viene gestita e discussa nel contesto familiare, per proteggersi e difendersi nel momento in cui non viene trattata con la giusta delicatezza e il giusto rispetto. Se avesse domande o volesse approfondire meglio la questione mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno,
comprendo che possa essere faticoso e complesso vivere in questa situazione. Le dinamiche familiari possono essere caratterizzate da diversi fattori. Una strada percorribile potrebbe essere quella di comprendere più a fondo la situazione che ha esposto, per trovare significati ulteriori che possono esistere, con l'aiuto di uno psicologo o psicoterapeuta.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora
comprendo che possa essere faticoso e complesso vivere in questa situazione. Le dinamiche familiari possono essere caratterizzate da diversi fattori. Una strada percorribile potrebbe essere quella di comprendere più a fondo la situazione che ha esposto, per trovare significati ulteriori che possono esistere, con l'aiuto di uno psicologo o psicoterapeuta.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora
Gentile utente, evidentemente la sua famiglia non è indifferente al suo stato di salute. Quando si parla di soldi si esprimono sempre anche i "costi" emotivi cioè i sacrifici e le rinunce che la malattia comporta. Come lei non può privarsi dei farmaci, allo stesso tempo l'intera famiglia non può che affrontare la malattia e tutto ciò che implica. Le consiglio di non vivere tali comunicazioni con colpa ma come possibilità di comprendere la fatica dei suoi familiari ad accettare la malattia. Sono disponibile se intende fare un colloquio. Buona vita. E. Bazzana
Buonasera,
la situazione che descrive è certamente molto pesante, sia sul piano fisico che su quello emotivo. Le patologie croniche come il diabete di tipo 1, soprattutto se associate ad altre condizioni come ipertensione e dislipidemia, richiedono cure costanti e inevitabilmente portano con sé un carico psicologico significativo. È comprensibile quindi che lei avverta un senso di crollo interiore.
Dal punto di vista pratico, i costi dei farmaci e delle cure possono effettivamente creare tensioni familiari. Tuttavia, è importante sottolineare che le terapie sono indispensabili per la sua salute e per la prevenzione di complicanze future. Il fatto che una parte delle spese venga recuperata tramite detrazione fiscale non elimina del tutto il peso economico, ma è un supporto che va comunque valorizzato.
Per quanto riguarda le dinamiche familiari, a volte i commenti legati al denaro non sono dettati da mancanza di sensibilità verso di lei, ma da difficoltà di gestione dello stress o da scarsa consapevolezza di quanto sia essenziale la terapia. Potrebbe essere utile parlarne apertamente, spiegando come queste osservazioni la facciano soffrire, cercando di chiarire che la cura non è una scelta ma una necessità.
Infine, per il “crollo psicologico” che sente, le suggerisco di non trascurare il suo benessere emotivo. Oltre al supporto medico per le patologie fisiche, un aiuto psicologico o psicoterapeutico potrebbe offrirle strumenti per gestire meglio lo stress, le emozioni e le relazioni familiari in questa fase.
Non è un segno di debolezza, ma un modo per prendersi cura di sé a 360 gradi.
Un caro saluto
la situazione che descrive è certamente molto pesante, sia sul piano fisico che su quello emotivo. Le patologie croniche come il diabete di tipo 1, soprattutto se associate ad altre condizioni come ipertensione e dislipidemia, richiedono cure costanti e inevitabilmente portano con sé un carico psicologico significativo. È comprensibile quindi che lei avverta un senso di crollo interiore.
Dal punto di vista pratico, i costi dei farmaci e delle cure possono effettivamente creare tensioni familiari. Tuttavia, è importante sottolineare che le terapie sono indispensabili per la sua salute e per la prevenzione di complicanze future. Il fatto che una parte delle spese venga recuperata tramite detrazione fiscale non elimina del tutto il peso economico, ma è un supporto che va comunque valorizzato.
Per quanto riguarda le dinamiche familiari, a volte i commenti legati al denaro non sono dettati da mancanza di sensibilità verso di lei, ma da difficoltà di gestione dello stress o da scarsa consapevolezza di quanto sia essenziale la terapia. Potrebbe essere utile parlarne apertamente, spiegando come queste osservazioni la facciano soffrire, cercando di chiarire che la cura non è una scelta ma una necessità.
Infine, per il “crollo psicologico” che sente, le suggerisco di non trascurare il suo benessere emotivo. Oltre al supporto medico per le patologie fisiche, un aiuto psicologico o psicoterapeutico potrebbe offrirle strumenti per gestire meglio lo stress, le emozioni e le relazioni familiari in questa fase.
Non è un segno di debolezza, ma un modo per prendersi cura di sé a 360 gradi.
Un caro saluto
Buongiorno, convivere con una malattia cronica comporta una serie di difficoltà da affrontare quotidianamente sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista psicologico. Rimango a disposizione sia online che in presenza
Gentilissimo, Lei si sta chiedendo se si tratti di crisi o meno: il suo è un disagio comunque attivato dalla presenza di queste patologie... che affronterà con i farmaci e con un miglioramento delle sue abitudini...e puntando sullo stile di vita( sana alimentazione, movimento fisico, hobby... ) potrebbe anche ridurre drasticamente i farmaci. Il disagio peggiore però è la totale mancanza di empatia che incontra in qualche componente della sua famiglia, che fatica ad accogliere la sua nuova situazione. Provi a chiedere un supporto psicologico, per potenziare quelle risorse interiori che
l 'aiuteranno a reggere e risolvere certi vissuti spiacevoli che sta provando.
Un caro saluto, Giuseppina Cavallo
l 'aiuteranno a reggere e risolvere certi vissuti spiacevoli che sta provando.
Un caro saluto, Giuseppina Cavallo
gentile Utente, grazie per la condivisione di un così delicato momento.
Capisco molto bene il peso che stai vivendo — non soltanto quello fisico legato alle complicazioni del diabete e delle altre condizioni, ma soprattutto quello psicologico ed emotivo, aggravato dal sentirti messo in discussione proprio nell’ambiente in cui dovresti trovare accoglienza e sostegno.
Non è affatto banale, perché oltre al dolore della malattia, ti trovi davanti a un senso di ingiustizia: doverti giustificare per cure che non sono un “lusso”, ma una necessità vitale.
Spesso, in un’ottica psicoanalitica interpersonale, quello che accade in famiglia riflette dinamiche più profonde: non sempre è la questione economica in sé, ma può essere la difficoltà degli altri a tollerare la fragilità, la dipendenza o la paura della malattia. Invece di affrontare apertamente queste paure, può succedere che vengano spostate su un terreno più “gestibile”, come quello dei soldi, con frasi che feriscono.
Quello che potresti fare, innanzitutto, è riconoscere a te stesso la legittimità del tuo dolore e dei tuoi bisogni: non stai chiedendo nulla di superfluo. Le cure sono parte integrante della tua sopravvivenza e della tua dignità. Poi, sarebbe utile aprire un canale di dialogo con chi ti ha fatto sentire così giudicato: non per convincere, ma per esprimere quanto ti pesa sentire svalutata la tua condizione.
In parallelo, lavorare su uno spazio tuo — un percorso di sostegno psicoterapeutico — può aiutarti non solo a elaborare il senso di solitudine e colpa che ti viene addossato, ma anche a costruire un modo diverso di posizionarti nelle relazioni familiari: meno difensivo e più radicato nella consapevolezza del tuo diritto a curarti.
Se vuoi, possiamo incontrarci in un colloquio: nel lavoro analitico interpersonale c’è spazio per esplorare non solo la sofferenza che porti oggi, ma anche le radici relazionali che la alimentano, per trovare un modo più saldo e meno doloroso di affrontarla.
un cortese saluto
GJ
Capisco molto bene il peso che stai vivendo — non soltanto quello fisico legato alle complicazioni del diabete e delle altre condizioni, ma soprattutto quello psicologico ed emotivo, aggravato dal sentirti messo in discussione proprio nell’ambiente in cui dovresti trovare accoglienza e sostegno.
Non è affatto banale, perché oltre al dolore della malattia, ti trovi davanti a un senso di ingiustizia: doverti giustificare per cure che non sono un “lusso”, ma una necessità vitale.
Spesso, in un’ottica psicoanalitica interpersonale, quello che accade in famiglia riflette dinamiche più profonde: non sempre è la questione economica in sé, ma può essere la difficoltà degli altri a tollerare la fragilità, la dipendenza o la paura della malattia. Invece di affrontare apertamente queste paure, può succedere che vengano spostate su un terreno più “gestibile”, come quello dei soldi, con frasi che feriscono.
Quello che potresti fare, innanzitutto, è riconoscere a te stesso la legittimità del tuo dolore e dei tuoi bisogni: non stai chiedendo nulla di superfluo. Le cure sono parte integrante della tua sopravvivenza e della tua dignità. Poi, sarebbe utile aprire un canale di dialogo con chi ti ha fatto sentire così giudicato: non per convincere, ma per esprimere quanto ti pesa sentire svalutata la tua condizione.
In parallelo, lavorare su uno spazio tuo — un percorso di sostegno psicoterapeutico — può aiutarti non solo a elaborare il senso di solitudine e colpa che ti viene addossato, ma anche a costruire un modo diverso di posizionarti nelle relazioni familiari: meno difensivo e più radicato nella consapevolezza del tuo diritto a curarti.
Se vuoi, possiamo incontrarci in un colloquio: nel lavoro analitico interpersonale c’è spazio per esplorare non solo la sofferenza che porti oggi, ma anche le radici relazionali che la alimentano, per trovare un modo più saldo e meno doloroso di affrontarla.
un cortese saluto
GJ
Buonasera. Si evidenzia dalle sue parole un forte senso di insicurezza, soprattutto l'elemento economico sembra essere il terreno di giudizio e di blocco. Le consiglio di intraprendere un percorso individuale che l'aiuti a conoscere se stesso al fine di armonizzare il suo vissuto emotivo. La paura travestita dal senso di colpa quando comanda genera solo blocco. le consiglio un bel libro intanto: Il potere di adesso di Ekart Tolle. Saluti
Salve, la prima cosa che mi viene da suggerirle è provare ad esprimere alla sua famiglia come la sentire il fatto che le facciano pesare le spese mediche. Comprendo tuttavia che non sempre è così facile e non sempre si trova ascolto dall’altra. Pertanto se avesse difficoltà a farlo o una volta fatto sentisse di essere stato accolto allora le suggerirei di cercare un supporto psicologico per poter affrontare tutto questo e non vivere nel senso di colpa, perché se ha una patologia non è certo una colpa. Spero di averle dato un’ora psu ti su cui riflettere. Un caro saluto, Dott.ssa Benedetta Bartoli.
Capisco la tua fatica, quello che stai vivendo non è affatto semplice.
Gestire una malattia cronica come il diabete di tipo 1, con complicanze e altre condizioni associate, già comporta un grande carico fisico ed emotivo. Se in più nell’ambiente familiare non c’è comprensione o addirittura emergono frasi che fanno sentire “di peso”, è normale che tu possa sentirti crollare psicologicamente.
Ti propongo alcuni spunti che potrebbero aiutarti ad affrontare meglio la situazione:
1. Sul piano pratico
Chiarezza economica: se puoi, cerca di mettere per iscritto entrate e uscite (cure, farmaci, agevolazioni, rimborsi). Avere dati concreti spesso riduce le tensioni e mostra che i costi non sono “sprechi”, ma necessità per la salute.
Agevolazioni aggiuntive: oltre alla detrazione del 19%, potrebbero esserci altre forme di supporto (esenzioni ticket, invalidità civile, contributi regionali). Un patronato o un’associazione pazienti (come l’Associazione Diabetici della tua zona) può aiutarti a verificare tutto ciò a cui hai diritto.
2. Sul piano relazionale
Comunicazione assertiva: se ti senti in grado, prova a spiegare con calma che i farmaci non sono “un costo inutile”, ma ciò che ti permette di vivere. Può aiutare usare frasi come: “Capisco la preoccupazione per le spese, ma senza cure la mia salute peggiora e i costi sarebbero anche maggiori.”
Sostegno esterno: se in famiglia non trovi la comprensione che ti serve, non è colpa tua. Cercare supporto altrove (amici, gruppi di auto-aiuto per diabetici, psicologo) è un modo per proteggerti.
3. Sul piano psicologico
Legittima il tuo malessere: quello che senti non è segno di debolezza, ma una reazione comprensibile.
Supporto psicologico: tanti centri diabetologici hanno psicologi dedicati ai pazienti cronici, proprio perché il peso emotivo della malattia è forte. Potresti chiedere se nella tua ASL/ospedale ci sono servizi gratuiti o a basso costo.
Piccoli spazi per te: anche se difficile, ritagliati momenti che non abbiano a che fare con la malattia (hobby, passeggiate, musica). Non annullarti nel pensiero della cura.
4. Se senti che la crisi è forte
Se ti capita di pensare che non ce la fai più o di sentirti senza via d’uscita, ti invito a chiedere aiuto subito:
parlane con il tuo medico di base,
oppure chiama il 118 in caso di emergenza,
o il numero 1522 (attivo h24, gratuito, anche per sostegno psicologico).
Non sei solo, e chiedere aiuto in questi momenti è un passo di forza, non di debolezza.
Gestire una malattia cronica come il diabete di tipo 1, con complicanze e altre condizioni associate, già comporta un grande carico fisico ed emotivo. Se in più nell’ambiente familiare non c’è comprensione o addirittura emergono frasi che fanno sentire “di peso”, è normale che tu possa sentirti crollare psicologicamente.
Ti propongo alcuni spunti che potrebbero aiutarti ad affrontare meglio la situazione:
1. Sul piano pratico
Chiarezza economica: se puoi, cerca di mettere per iscritto entrate e uscite (cure, farmaci, agevolazioni, rimborsi). Avere dati concreti spesso riduce le tensioni e mostra che i costi non sono “sprechi”, ma necessità per la salute.
Agevolazioni aggiuntive: oltre alla detrazione del 19%, potrebbero esserci altre forme di supporto (esenzioni ticket, invalidità civile, contributi regionali). Un patronato o un’associazione pazienti (come l’Associazione Diabetici della tua zona) può aiutarti a verificare tutto ciò a cui hai diritto.
2. Sul piano relazionale
Comunicazione assertiva: se ti senti in grado, prova a spiegare con calma che i farmaci non sono “un costo inutile”, ma ciò che ti permette di vivere. Può aiutare usare frasi come: “Capisco la preoccupazione per le spese, ma senza cure la mia salute peggiora e i costi sarebbero anche maggiori.”
Sostegno esterno: se in famiglia non trovi la comprensione che ti serve, non è colpa tua. Cercare supporto altrove (amici, gruppi di auto-aiuto per diabetici, psicologo) è un modo per proteggerti.
3. Sul piano psicologico
Legittima il tuo malessere: quello che senti non è segno di debolezza, ma una reazione comprensibile.
Supporto psicologico: tanti centri diabetologici hanno psicologi dedicati ai pazienti cronici, proprio perché il peso emotivo della malattia è forte. Potresti chiedere se nella tua ASL/ospedale ci sono servizi gratuiti o a basso costo.
Piccoli spazi per te: anche se difficile, ritagliati momenti che non abbiano a che fare con la malattia (hobby, passeggiate, musica). Non annullarti nel pensiero della cura.
4. Se senti che la crisi è forte
Se ti capita di pensare che non ce la fai più o di sentirti senza via d’uscita, ti invito a chiedere aiuto subito:
parlane con il tuo medico di base,
oppure chiama il 118 in caso di emergenza,
o il numero 1522 (attivo h24, gratuito, anche per sostegno psicologico).
Non sei solo, e chiedere aiuto in questi momenti è un passo di forza, non di debolezza.
Buongiorno, inizio col dirle che il diabete come lei ben sa, è una patologia la cui unica terapia possibile consiste nell'assunzione di insulina per cui non è una scelta spendere questi soldi bensì una necessità. La invito a tenere a mente questa cosa e farlo presente qualora qualcuno lo perdesse di vista. Inoltre è senza dubbio una condizione, come tutte le malattie, che porta un pò di squilibrio iniziale dettato proprio dal cambiamento dello stile di vita. Tale squilibrio può influenzare anche il sistema familiare, nel quale a volte si mettono in atto comportamenti che possono far del male in maniera del tutto inconscia. Il mio consiglio è di comunicare tra voi di cosa avete bisogno, se sono presenti nuove situazioni di difficoltà e trovare delle soluzioni. Quello che lei definisce crollo è sicuramente un momento di fragilità in cui si sente soppraffatto dalle colpe e dai cambiamenti che la riguardano. Se attraverso una comunicazione più esplicita dei propri stati d'animo e delle proprie necessità tale situazione persiste, le consiglio di ritagliarsi una spazio personale in cui poter approfondire.
Un saluto,
Dott.ssa Doriana Leprotti
Un saluto,
Dott.ssa Doriana Leprotti
Capisco quanto possa farti male sentirti poco sostenuto proprio in famiglia mentre affronti una malattia così impegnativa. Le tue cure non sono uno spreco ma un diritto, e la sofferenza che provi è reale. Parlane con calma ai tuoi cari, ma ritagliati anche uno spazio tuo, con uno psicologo o un gruppo di supporto, per sentirti ascoltato e non solo giudicato.
Lei dice purtroppo ben poco di sé, quanti anni ha, con chi vive, che entrate ha...ci riscriva e sia meno succinto
Un tale scombussolamento fisico ha degli effetti inevitabili sullo stile di vita, sull'umore, sui pensieri e così via. Prova a considerare l'idea di avere un sostegno psicologico. Potrebbe rivelarsi molto utile per sostenere anche la situazione famigliare che fa da cornice a tutto questo.
La situazione che descrive è molto difficile da sostenere, non solo per la gestione quotidiana del diabete e delle altre condizioni fisiche, ma anche per il peso emotivo che deriva dal non sentirsi compreso e supportato all’interno della propria famiglia. Quando qualcuno mette in discussione la necessità delle cure, può nascere un senso profondo di solitudine e frustrazione.
È importante ricordare che la cura del diabete di tipo 1 non è una scelta, ma una necessità vitale. Se in famiglia non riesce a trovare l’appoggio che meriterebbe, può essere utile cercare spazi in cui sentirsi compreso, gruppi di sostegno (anche online) dedicati a chi vive con il diabete, associazioni di pazienti, o un percorso psicologico che l’aiuti ad alleggerire questo carico e a gestire meglio le tensioni familiari.
Sul piano pratico, potrebbe essere utile coinvolgere un medico in un colloquio familiare, a volte, sentire da una figura autorevole quanto sia essenziale la terapia può aiutare i familiari a comprendere meglio la situazione.
Non sottovaluti ciò che sente, il corpo e la mente sono strettamente legati, e prendersi cura del benessere emotivo è parte integrante della gestione della malattia. Un caro saluto.
È importante ricordare che la cura del diabete di tipo 1 non è una scelta, ma una necessità vitale. Se in famiglia non riesce a trovare l’appoggio che meriterebbe, può essere utile cercare spazi in cui sentirsi compreso, gruppi di sostegno (anche online) dedicati a chi vive con il diabete, associazioni di pazienti, o un percorso psicologico che l’aiuti ad alleggerire questo carico e a gestire meglio le tensioni familiari.
Sul piano pratico, potrebbe essere utile coinvolgere un medico in un colloquio familiare, a volte, sentire da una figura autorevole quanto sia essenziale la terapia può aiutare i familiari a comprendere meglio la situazione.
Non sottovaluti ciò che sente, il corpo e la mente sono strettamente legati, e prendersi cura del benessere emotivo è parte integrante della gestione della malattia. Un caro saluto.
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Buonasera,
capisco quanto possa essere faticoso convivere con una patologia cronica e, oltre a questo, sentirsi giudicati o poco sostenuti nell’ambiente familiare. È del tutto comprensibile che una situazione del genere porti a un senso di peso emotivo e di “crollo psicologico”. Non si tratta di una debolezza, ma della naturale reazione di una persona che si trova a gestire molte responsabilità e allo stesso tempo ha bisogno di sentirsi compresa. A volte le difficoltà economiche o i pensieri pratici dei familiari possono portare a frasi poco sensibili, che però possono ferire profondamente. In questi casi è importante dare spazio al proprio vissuto emotivo, riconoscere la fatica che si sta attraversando e cercare canali di comunicazione più chiari con chi ti è vicino.
Se senti che il peso psicologico sta diventando troppo forte o che non riesci a trovare comprensione nel contesto familiare, può essere utile intraprendere un percorso psicologico per avere uno spazio di ascolto sicuro, in cui elaborare le tue emozioni e trovare strategie di gestione più efficaci.
Dott.ssa Francesca Quintiliano,
Ricevo sia online che in presenza a Verona, qualora sentissi il bisogno di un supporto dedicato.
capisco quanto possa essere faticoso convivere con una patologia cronica e, oltre a questo, sentirsi giudicati o poco sostenuti nell’ambiente familiare. È del tutto comprensibile che una situazione del genere porti a un senso di peso emotivo e di “crollo psicologico”. Non si tratta di una debolezza, ma della naturale reazione di una persona che si trova a gestire molte responsabilità e allo stesso tempo ha bisogno di sentirsi compresa. A volte le difficoltà economiche o i pensieri pratici dei familiari possono portare a frasi poco sensibili, che però possono ferire profondamente. In questi casi è importante dare spazio al proprio vissuto emotivo, riconoscere la fatica che si sta attraversando e cercare canali di comunicazione più chiari con chi ti è vicino.
Se senti che il peso psicologico sta diventando troppo forte o che non riesci a trovare comprensione nel contesto familiare, può essere utile intraprendere un percorso psicologico per avere uno spazio di ascolto sicuro, in cui elaborare le tue emozioni e trovare strategie di gestione più efficaci.
Dott.ssa Francesca Quintiliano,
Ricevo sia online che in presenza a Verona, qualora sentissi il bisogno di un supporto dedicato.
Salve, mi dispiace molto per il disagio e le patologie di cui soffre.
Le consiglierei di provare almeno un incontro con un professionista psicologo/terapeuta per valutare se é il caso di intraprendere un percorso psicologico da supporto alle sue patologie ed alla sua condizione in generale.
Credo aiuterebbe molto a superare questo momento che definisce di “crisi” il quale suppongo le provochi tante preoccupazioni, stress e probabilmente ansia.
Buone cose,
dott.Marziani
Le consiglierei di provare almeno un incontro con un professionista psicologo/terapeuta per valutare se é il caso di intraprendere un percorso psicologico da supporto alle sue patologie ed alla sua condizione in generale.
Credo aiuterebbe molto a superare questo momento che definisce di “crisi” il quale suppongo le provochi tante preoccupazioni, stress e probabilmente ansia.
Buone cose,
dott.Marziani
Gentile utente,
La ringrazio per aver condiviso con noi la sua situazione. Immagino che convivere con il diabete di tipo 1 e le sue complicanze sia una sfida complessa, sia a livello fisico che emotivo. Sentire poi commenti svalutanti all'interno del proprio ambiente familiare può rendere il tutto ancora più difficile da sopportare.
Mi sorgono alcune domande, leggendo il suo racconto:
Quando ha iniziato a percepire questo "crollo psicologico"? C'è stato un evento particolare che ha scatenato questa sensazione?
Come ha reagito di fronte a commenti simili da parte dei suoi familiari in merito all'eccessiva spesa dei farmaci?
Ci sono state volte in cui è riuscito a far valere il suo punto di vista e a far comprendere le sue difficoltà?
Quali sono le sue risorse, i suoi punti di forza, che le hanno permesso finora di affrontare le sfide legate alla sua salute? Cosa le dà speranza e la motiva ad andare avanti?
Quali sono i suoi bisogni, in questo momento? Di cosa avrebbe bisogno per sentirsi più sostenuto e compreso all'interno della sua famiglia?
Forse potrebbe esserle utile confrontarsi con uno psicologo, per esplorare queste domande in un ambiente sicuro e accogliente, dare un senso a questa fase della sua vita e trovare nuove strategie per affrontare le difficoltà che sta incontrando.
Un saluto.
La ringrazio per aver condiviso con noi la sua situazione. Immagino che convivere con il diabete di tipo 1 e le sue complicanze sia una sfida complessa, sia a livello fisico che emotivo. Sentire poi commenti svalutanti all'interno del proprio ambiente familiare può rendere il tutto ancora più difficile da sopportare.
Mi sorgono alcune domande, leggendo il suo racconto:
Quando ha iniziato a percepire questo "crollo psicologico"? C'è stato un evento particolare che ha scatenato questa sensazione?
Come ha reagito di fronte a commenti simili da parte dei suoi familiari in merito all'eccessiva spesa dei farmaci?
Ci sono state volte in cui è riuscito a far valere il suo punto di vista e a far comprendere le sue difficoltà?
Quali sono le sue risorse, i suoi punti di forza, che le hanno permesso finora di affrontare le sfide legate alla sua salute? Cosa le dà speranza e la motiva ad andare avanti?
Quali sono i suoi bisogni, in questo momento? Di cosa avrebbe bisogno per sentirsi più sostenuto e compreso all'interno della sua famiglia?
Forse potrebbe esserle utile confrontarsi con uno psicologo, per esplorare queste domande in un ambiente sicuro e accogliente, dare un senso a questa fase della sua vita e trovare nuove strategie per affrontare le difficoltà che sta incontrando.
Un saluto.
Buona sera,
capisco bene quanto possa essere difficile convivere con una malattia cronica come il diabete di tipo 1, specialmente quando si aggiungono altre complicanze e, oltre al peso fisico, si somma anche quello psicologico ed emotivo. Non è raro che, in situazioni del genere, ci si senta schiacciati non solo dalla gestione della malattia, ma anche da dinamiche familiari che possono far emergere sentimenti di incomprensione, solitudine o frustrazione.
Il tema dei costi delle cure e delle terapie è delicato: per chi vive la malattia non si tratta di una scelta, ma di una necessità. Sentire commenti legati alle spese può essere vissuto come un ulteriore colpo, andando ad aumentare il senso di vulnerabilità. È importante ricordare che la tua salute viene prima di tutto, e che la gestione della malattia non è “un peso”, ma un investimento fondamentale per il tuo benessere e la tua vita.
Per affrontare questa situazione, potrebbe esserti utile:
Comunicare apertamente con i tuoi familiari, spiegando non solo i bisogni medici, ma anche l’impatto emotivo che certi commenti hanno su di te.
Riconoscere e validare le tue emozioni: sentirsi stanchi, scoraggiati o “in crisi” in questi momenti è comprensibile, e non significa essere deboli.
Cercare sostegno esterno: condividere queste difficoltà con un professionista può aiutarti ad alleggerire il carico, trovare strategie per gestire lo stress e affrontare meglio i rapporti familiari.
Ti incoraggio a non restare solo con questo peso. È consigliato, per approfondire e ricevere un supporto mirato, rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
capisco bene quanto possa essere difficile convivere con una malattia cronica come il diabete di tipo 1, specialmente quando si aggiungono altre complicanze e, oltre al peso fisico, si somma anche quello psicologico ed emotivo. Non è raro che, in situazioni del genere, ci si senta schiacciati non solo dalla gestione della malattia, ma anche da dinamiche familiari che possono far emergere sentimenti di incomprensione, solitudine o frustrazione.
Il tema dei costi delle cure e delle terapie è delicato: per chi vive la malattia non si tratta di una scelta, ma di una necessità. Sentire commenti legati alle spese può essere vissuto come un ulteriore colpo, andando ad aumentare il senso di vulnerabilità. È importante ricordare che la tua salute viene prima di tutto, e che la gestione della malattia non è “un peso”, ma un investimento fondamentale per il tuo benessere e la tua vita.
Per affrontare questa situazione, potrebbe esserti utile:
Comunicare apertamente con i tuoi familiari, spiegando non solo i bisogni medici, ma anche l’impatto emotivo che certi commenti hanno su di te.
Riconoscere e validare le tue emozioni: sentirsi stanchi, scoraggiati o “in crisi” in questi momenti è comprensibile, e non significa essere deboli.
Cercare sostegno esterno: condividere queste difficoltà con un professionista può aiutarti ad alleggerire il carico, trovare strategie per gestire lo stress e affrontare meglio i rapporti familiari.
Ti incoraggio a non restare solo con questo peso. È consigliato, per approfondire e ricevere un supporto mirato, rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera,
mi dispiace per quanto scrive e la ringrazio di aver condiviso la sua situazione.
La condizione sanitaria che sta vivendo porta a diversi vissuti emotivi che potrebbe essere importante elaborare in uno spazio psicologico che possa essere per lei non giudicante, come invece sta accadendo purtroppo nel suo ambiente familiare.
Ognuno di noi ha già gli strumenti per affrontare una certa difficoltà come quella da lei riportata, solo a volte capita di non riuscire a vederli e recuperarli. Un percorso psicologico potrebbe darle una buona occasione per conoscersi meglio e riuscire a padroneggiare i suoi vissuti, vedendoli come alleati e non nemici da combattere. Ogni situazione difficile o dolorosa è una grande opportunità a mio parere per crescere e migliorare come persona, nonostante quanto accade per la sua malattia e da parte della sua famiglia.
Se vorrà approfondire, sono disponibile per un primo colloquio, anche online.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Giorgia Colombo
mi dispiace per quanto scrive e la ringrazio di aver condiviso la sua situazione.
La condizione sanitaria che sta vivendo porta a diversi vissuti emotivi che potrebbe essere importante elaborare in uno spazio psicologico che possa essere per lei non giudicante, come invece sta accadendo purtroppo nel suo ambiente familiare.
Ognuno di noi ha già gli strumenti per affrontare una certa difficoltà come quella da lei riportata, solo a volte capita di non riuscire a vederli e recuperarli. Un percorso psicologico potrebbe darle una buona occasione per conoscersi meglio e riuscire a padroneggiare i suoi vissuti, vedendoli come alleati e non nemici da combattere. Ogni situazione difficile o dolorosa è una grande opportunità a mio parere per crescere e migliorare come persona, nonostante quanto accade per la sua malattia e da parte della sua famiglia.
Se vorrà approfondire, sono disponibile per un primo colloquio, anche online.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Giorgia Colombo
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