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Esperienze
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Sono il Dott. Riccardo Salvoldi, uno psicologo specializzato in psicoanalisi della relazione. Attraverso colloqui clinici, propongo un percorso che...
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- Università degli Studi di Bergamo
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6 recensioni
Punteggio generale
Luca R.
Consiglio vivamente il dott. Salvoldi per la sua attenzione ed empatia che mi hanno permesso di riuscire ad accettare alcune cose di me stesso e della mia situazione che prima non riuscivo a gestire.
P.F.
Mi sono trovata molto bene con il dottore che mi ha fatto sentire accolta e capita nelle mie difficoltà. Con il suo ascolto e i suoi stimoli ho trovato delle soluzioni che sono emerse direttamente da me. Apprezzo particolarmente il fatto che abbia sempre valorizzato e stimolato le mie risorse senza cercare di fornirmi spiegazioni o soluzioni preconfezionate.
E.R.
Un dottore che consiglio molto perchè mi ha saputo indirizzare in un momento di forte crisi in cui non sapevo da che parte girarmi. Mi ha illuminato il cammino grazie a rimandi pazienti e a volte anche duri ma che sono stati fondamentali per la mia testa, dura anche quella! Grazie dottore di non aver mollato l'osso con me :)
E. C.
Ho fatto un percorso davvero utile grazie al dottore che mi ha dato dei rimandi che mi hanno aperto prospettive che da solo non avrei preso in considerazione. Chiedere aiuto a una persona esterna con la quale si è creato un buon feeling mi ha permesso di fare un grosso salto di qualità nella mia vita. Grazie ancora doc!
Andrea
Mi sono trovato molto bene con il dottore che, grazie alla sua competenza e umanità, mi ha aiutato ad affrontare con maggior serenità le mie difficoltà. Grazie al lavoro fatto, nel tempo sono riuscito a cambiare molto il mio modo di vivere il dolore che stavo affrontando, riuscendo ad accettarlo e farlo mio. Grazie a ciò oggi posso dire che quel dolore non solo non mi ha schiacciato ma anzi mi ha arricchito.
A. R.
Ho percepito da subito nel dott. Riccardo una propensione e una passione nell'aiutare il prossimo che mi ha messo a mio agio. Ho avvertito la sua sensibilità nel capirmi, nell'individuare i miei turbamenti e nel farmi entrare in contatto con essi, con tatto e rispetto. Sono molto contenta del percorso fatto insieme al dottore. La ringrazio!
Dott. Riccardo Salvoldi
Grazie a lei per questo bel rimando. E non dimentichi che il grosso del lavoro l'ha fatto lei con la curiosità e la determinazione che la caratterizzano e con le quali si è accostata a questo percorso. Auguri per tutto, un caro saluto
Risposte ai pazienti
ha risposto a 10 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono una ragazza di 29 anni che da pochi mesi ha intrapreso una storia bellissima con un coetaneo, tutto bello e bene fino a che col passare del tempo mi accorgo che lui vuole sempre sapere ciò che faccio/dove vado e quando torno. Dice che si sente più tranquillo.
Io abito da sola da anni sono molto indipendente. Lui pure.
Mi chiedo se questo sia sano.
Se sia davvero così la vita di coppia, una relazione solida, visto che non me ho mai avuta di solida solida.
Grazie mille.
Buongiorno, innanzitutto sarebbe interessante sapere come si sente lei rispetto a queste richieste del suo partner. Esprime una preoccupazione rispetto a ciò che è normale o meno nella coppia. Io credo che, finchè una certa modalità di relazione sta bene ad entrambi i partner, ci si possa anche non preoccupare di ciò che è normale. Certamente potremmo ipotizzare che il suo partner si senta minacciato dai suoi interessi che vanno al di là della vostra vita di coppia e che in questo ci sia una sua fragilità. Di ipotesi di questo tipo potremmo farne tante, ma il punto credo sia ancora quello che le sottolineavo all'inizio: come si sente lei rispetto a questi bisogni del partner? E' la prima volta che ha una storia solida e, come ogni novità, questo porta inevitabilmente con sè tante domande e dubbi. In questo senso potrebbe essere interessante per lei, se lo desidera, confrontarsi attraverso dei colloqui psicologici rispetto ai suoi vissuti relativi alla costruzione di questa relazione. Rimango a disposizione in caso desideri approfondire l'argomento. Un cordiale saluto

Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni e vi scrivo perché ho difficoltà ad emanciparmi dalla mia famiglia opprimente. Sto finendo di studiare e ho appena cominciato a lavorare, quindi le risorse economiche non sono ancora molte. Sono impegnata con un ragazzo da quasi 5 anni, ma non ancora ufficializzato in casa, data la mia famiglia eccessivamente gelosa e controllante.
Mia madre tratta me e mio padre come se fossimo bambini piccoli. Mio fratello, che se ne è sempre fregato delle sue regole, se n'è andato all'estero e adesso lei lo ha quasi disconosciuto come figlio. Finora io le ho permesso di farlo, di controllare la mia vita, ma da circa un annetto mi rendo conto che in questa casa mi sento letteralmente soffocare e sono all'orlo di un esaurimento nervoso. Mio padre si lamenta sempre, ma non ha il coraggio di affrontare la situazione. In casa è mia madre a fare e decidere tutto. Ho la patente, ma siccome è lei a pagare il bollo e ad aver comprato la macchina, non me la fa mai guidare sostenendo che non sia capace (inoltre ha una paura matta degli incidenti). Lei non ha nessuna ambizione o interesse, tantomeno amici. Li ha allontanati tutti negli anni. Sostiene sempre di non avere tempo per fare cose nuove, in realtà il pomeriggio (soprattutto d'estate) si piazza sul divano a guardare la TV. Non accetta mai nessuna gita fuori porta e poi si lamenta che non andiamo da nessuna parte. Non sono libera di stare il pomeriggio con lei e la sera a cena con il mio ragazzo, perché così si sente legata ai miei orari.
Se voglio andare al cinema o da qualsiasi altra parte, mi dice "che ci vai a fare a spendere soldi inutilmente?"; se voglio uscire con i miei amici, sto perdendo tempo, inoltre devo essere accompagnata e ovviamente non fa altro che sbuffare perché faccio perdere tempo anche a lei. Non sono libera di fare gite fuori porta da sola, con amici o ragazzo, perché tolgo tempo a lei. Mia madre non vuole fare girate solo con mio padre, devo esserci anche io, perché sennò si annoia e poi non si perdona di lasciarmi da sola (cosa che a me non interessa). Personalmente non mi piace andare in giro con lei, dato che tende ad andare solo in posti noiosi, a massimo mezz'ora da casa, in cui non si cammina (lo odia) e dove ci siano solo negozi.
Con questa storia che non posso usare l'auto, sono costretta a farmi accompagnare ovunque, anche al lavoro, e mi sento molto imbarazzata davanti ai miei colleghi. Mi rendo conto di tutte le esperienze che ho perso finora, di essere diventata una donna adulta, senza le esperienze alle spalle che hanno le mie coetanee cresciute in maniera sana.
Quando ho la possibilità di trascorrere un pomeriggio senza di lei mi sento libera, ma con un grande senso di colpa, perché sono chiaramente costretta ad inviarle messaggi a cui lei risponde in maniera fredda e offesa e al ritorno è sempre infuriata con me perché l'ho lasciata sola e riesce a tenermi il muso per giorni (a meno che non mi presenti a casa con qualche regalo per lei!). Me ne assumo ogni colpa, perché, per comodità, pur avendo sempre avuto degli scoppi d'ira, ho sempre accettato la situazione e non ho mai fatto niente per dimostrare a mia madre di essere adulta. Non ho mai cercato di allontanarmi e non sarebbe servito a niente, visto come tratta mio fratello.
Non riesco a vivere la mia vita, tantomeno la mia relazione sentimentale. Il mio ragazzo mostra tanta pazienza, ma a me dispiace molto per lui e ho pensato molte volte di lasciarlo per liberarlo dalla mia prigione.
Altra cosa, per lei i periodi di lockdown sono stati una manna dal cielo, perché tutti si trovavano isolati e chiusi in casa come lei: il suo ideale di vita. Ora che sta ricominciando la vita, per me è un problema enorme uscire senza che lei non mi recrimini di andare a portare in giro il virus (sono vaccinata e sono una persona estremamente attenta alle norme di sicurezza). Non sopporta nemmeno di vedere gente in TV che si abbraccia.
Chiaramente ho provato più volte a proporle di intraprendere, anche insieme, un percorso psicologico, ma come potrete immaginare sono stata riempita di insulti.
Ho scritto tutto questo per sfogarmi e ovviamente per accettare dei consigli da voi professionisti. Non so se agire e come farlo.
Grazie per aver letto questo messaggio così lungo.
Buongiorno, mi spiace per il senso di invasione che sembra sperimentare nel rapporto con la sua famiglia, in particolare con sua mamma. Emanciparsi dalla famiglia in cui si nasce non è mai un processo semplice e scontato, richiede lavoro, soprattutto se c'è un legame forte e stretto, a tratti confusivo a causa di limiti poco chiari, come quello che lei descrive. Penso che dei colloqui psicologici potrebbero aiutarla a capire come può e vuole posizionarsi rispetto a questa situazione e per costruire un presente e un futuro soddisfacenti per lei. Non si preoccupi troppo per quello che sente di aver perso e del confronto con i suoi coetanei: è ancora giovane e avrà modo, se se ne darà l'occasione, di fare le esperienze che desidera. Non esiti a chiedere un colloquio psicologico se sente di essere in difficoltà ad affrontare la situazione da sola. Rimango a disposizione in caso desideri approfondire l'argomento. Un cordiale saluto

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