Sono un uomo di 41 anni, ho 3 bellissimi figli ed una donna che risposerei ogni giorno. Ho un lavoro

20 risposte
Sono un uomo di 41 anni, ho 3 bellissimi figli ed una donna che risposerei ogni giorno. Ho un lavoro importante e di carriera che mi consente un buono stile di vita oltre ad aver autonomamente effettuato investimenti che hanno migliorato il resto.
Nasco in una famiglia semplice, in cui il padre con bassa autostima ma allo stesso tempo arrabbiato/complottista verso chi stava meglio, disponibile verso noi 3 figli ma rimarcando sempre con me che lui era superiore ed io inferiore verso le mie due sorelle, mentre, mia madre è stata sempre anaffettiva e non ha mai dato una carezza a nessuno di noi. Ogni giorno della mia infanzia ricordo continui litigi con tema principale "la mia prima sorella", tutto ruotava e ruota intorno a lei, si discuteva con lei e si parlava solo di lei, lei decideva tutto perfino chi doveva sedersi sul divano. In quegli anni non esiste un dialogo con i miei genitori e nè tantomeno non mi hanno mai chiesto come stai o si erano interessati a ciò che facessi, nessun regalo, mentre alle mie sorelle compravano i migliori vestiti perchè dovevano rappresentarsi bene all'esterno, io usavo vestiti usati e per giocare dovevo utilizzare quelli dei miei amici che avevano sempre il gioco all'ultimo grido. La fortuna di base è che ero un bambino capace forse per natura e di bella presenza. Esternamente era lo stesso, avevo difficoltà nello stare in un gruppo in quanto non avevo nulla in comune, mentre, loro potevano giocare con le figurine o parlare di film io non potevo perchè non avevo nè figurine e nè tantomeno potevo scegliere il film da vedere. Ricordo ancora la risposta di mia madre alla domanda perchè voi e mia sorella potete scegliere ed io no? la risposta fu "perchè mica possiamo ascoltare l'ultimo". Questa frase mi fece un grosso danno perchè la riversai verso l'esterno in quanto ero accondiscendente con tutti, ero io che cedevo il posto ai miei amici sullo scooter, ero io che mi mettevo in panchina nelle partite di calcio perchè era giusto così. Pensando di comprare il loro affetto, non feci altro che essere escluso da tutto. In casa non avevo una stanza perchè le mie sorelle dovevano studiare loro, il loro studio era più importante del mio perchè era giusto così, e questo causò un calo di voti. Mentre tutto crollava mi tradì anche la mia ragazza, si era anche vergognata di stare con me. Da tutti i lati crollava di tutto, ero ad un bivio: sì hanno ragione i miei genitori, i miei amici e la mia ragazza sei un coglione oppure dimostri che non sei così. Laureato a pieni voti, ho costruito pian piano la mia autostima, vivendo più fuori che dentro casa, ma ogni tanto si fa ancora calpestare ma penso che sia anche normale che avvenga, sono riuscito a sposarmi una donna bellissima, vivo in una casa splendida, ho 3 figli che sono felici, a lavoro ho la stima di tutti i colleghi riuscendo a guadagnare più di tutti i miei amici e familiari che mi hanno sempre disistimato. Tuttavia sto male, i miei genitori sono rimasti li a vivere per le mie sorelle, trascorrendo il tempo insieme, escludendo me e i loro nipoti che sono stati messi anche in secondo piano rispetto a figli del nuovo compagno di mia sorella. Vengono aiutate economicamente, accompagnano i figli a scuola e negli sport, mentre i miei figli in 10 anni non è mai successo. Ho tutto, ho dimostrato che non ero il c.... che loro pensano che sia e nonostante tutto il nostro rapporto è mantenuto da qualche mia chiamata, ho provato a parlarne e loro rispondono che non è cosi che mi hanno pagato gli studi e non mi hanno fatto mancare niente. Dovrei fregarmene ed andare avanti, accettare che loro siano convinti che tutto vada bene, ma non riesco, sono triste dentro e solo la mia famiglia mi da la forza di non crollare.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Martina Panerai
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Roma
Gentile utente, ha condiviso una storia densa di elementi preziosi che meriterebbero di essere ascoltati, analizzati ed esplosi nella giusta sede e con i giusti tempi. Avrebbe così modo di fare ordine e comprendere più serenamente il suo vissuto. Si è concesso di dar voce a un disagio con il quale sembra convivere da molto tempo e che presumibilmente necessita adesso di essere contenuto ed elaborato. Tenuto conto delle parole con cui ha descritto la sua vita, essa appare piena di risorse (i suoi figli, sua moglie, il suo lavoro) che, unitamente alla consapevolezza che ha dimostrato, le saranno di aiuto nell’affrontare la quotidianità e il futuro con strumenti più funzionali, migliorando il suo benessere e gestendo le fonti di frustrazione di cui ci ha parlato con mezzi più efficaci. Augurandole il meglio e restando a disposizione, la saluto cordialmente
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, dalle sue parole arriva pienamente la tristezza che ha vissuto e nonostante tutto ciò mi complimento per la riuscita che ha avuto nella sua vita, in particolare nel creare una sua famiglia nella quale sta bene e da cui si sente supportato. Ritengo però che come spesso accade, le ferite interiori non siano rimarginate e immagino quanto possa essere difficile conviverci. Sanarle è possibile cercando uno psicoterapeuta con cui si trova bene e con il quale esplorare il suo mondo interiore con l'obiettivo di alleggerirsi. Non basta sapere il perché si sta male, nel setting terapeutico si rivivono e si ricuciono i lembi del passato. Ci pensi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buonasera, lei ha fatto un percorso di vita molto significativo e gratificante, costruendosi una vita piena e soddisfacente sotto tutti i punti di vista con la sua intelligenza e tenacia. Comprendo altresì che le ferite del passato riemergano e anche le emozioni negative ad esse legate. Lei avrebbe bisogno di quella che in psicologia chiamiamo "esperienza emozionale correttiva", ossia attraverso un rapporto di empatia con uno psicoterapeuta di sua fiducia ripercorrere le esperienze traumatiche del passato e rielaborarle alla luce non del bambino che era, ma dell'uomo di successo che è diventato. Lo deve a se stesso, come un atto di amore che assolutamente merita appieno. Un caro saluto. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Gentile, quel "solo" la mia famiglia pare alquanto riduttivo. La famiglia che sia è costruito è il suo più grande successo, proprio da mettere in contrapposizione a ciò che non ha avuto. La domanda provocatoria è: perchè continua a cercare di abbeverarsi dalla fonte più arida e asciutta che ha trovato, quando con i suoi sforzi se ne è procurata una florida? Ha detto che ha buone condizioni economiche perchè provocatoriamente non restituisce i soldi dell'università ai suoi genitori accompagnato da un bel "e adesso non vi devo più niente" e tanti saluti. Se rincorrerli non ha mai portato risultati perchè continuare, faccia il contrario, se la cercheranno vorrà dire che avrà funzionato, se non la cercheranno vorrà dire che non ne valeva la pena.
Dott.ssa Emanuela Graziano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, dal suo racconto si evince come il comportamento dei suoi genitori abbia influito negativamente su di lei, e immagino quanto le differenze con le sue sorelle ancora le faccia male. Le voglio però sottolineare quanto lei sia stato bravo nel voler andare via da quella situazione che la faceva soffrire, e quanto abbia costruito con le sue forze: il suo lavoro e soprattutto la sua famiglia. Non perda di vista ciò che ha ora.
Sono certa che con un buon supporto psicologico potrà risolvere i nodi del passato che ancora, giustamente, le causano fatiche emotive.
Se ritiene che le possa essere d’aiuto, ricevo in studio a Milano oppure on line.
Un caro saluto
Dott.ssa Emanuela Graziano
Dott.ssa Lorena Menoncello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, dal suo scritto si capisce il suo dolore e il suo senso di ingiustizia. Quello che le raccomando di non fare è di credere che il comportamento della sua famiglia di origine sia dovuta a qualche specifica caratteristica che lei si porta dietro. Non credo l’abbiano trattata in modo così poco sensibile perché lei era più stupido o meno importante. Con il loro comportamento, invece, i suoi famigliari ci dicono molto su loro stessi, sulle loro credenze, sulla loro percezione della realtà. Forse percepivano che una femmina aveva più fragilità, forse pensavano che tanto lei era capace di cavarsela da solo (cosa che nella realtà è successo), forse sapevano che lei non avrebbe fatto delle sceneggiate prepotenti come avrebbero fatto le sue sorelle.
L’importante è che lei non si senta definito da questa idea di essere l’eterno secondo, il figlio meno desiderato. Di fatto lei è il figlio che è riuscito nel lavoro e ha una famiglia stupenda che le vuole bene e per cui è un elemento centrale. Le consiglio di lavorare con un terapeuta per raccogliere i frutti di tutto quello che ha seminato e ringrazi i suoi genitori per non averla trattata come le sue sorelle, che avevano sempre necessità di essere aiutate e messe al centro di tutto. Raramente questo trattamento porta a qualcosa di buono.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
il suo dolore per l' abbandono da parte dei suoi genitori potrebbe esser elaborato solo attraverso uno spazio di riflessione emotiva più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Inizi un percorso psicologico, la aiuterà a trovare un significato rispetto a quanto accaduto nella sua vita; questo potrebbe sostenerla nel gestire meglio emotivamente quanto subito e a guardare le cose anche da altri punti di vista.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Gianpietro Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Concesio
Buongiorno. Interessante descrizione che contrappone la ricchezza di una vita presente e la difficoltà a lasciare andare coloro che non sono capaci di affetto sincero. Lei non ha bisogno degli applausi dei genitori che non sono in grado di darli. Peraltro ne riceve in buona quantità nella sua condizione attuale.

Il lavoro che le gioverebbe è la restituzione ai genitori delle loro negatività e lasciare solo le eredità positive dentro il suo cuore, qualora ve ne fossero. E non più supplicare ciò che loro non sanno dare.

A disposizione. Dottor Gianpietro Rossi
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, che bell'esempio di capacità di attivare le proprie risorse personali, la sua storia. Grazie perché può essere di esempio per molti. Potrebbe esserle utile un percorso psicoterapeutico per alleggerirsi di qualche peso e ridare nuova forma alla sua storia. Per poter più liberamente decidere il bagaglio da portare con se, perché utile, e lasciare ciò che la appesantisce solamente. Ne guadagnerebbe l'umore e la sua serenità. Un caro saluto.
Dr. Barbara Civera
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Non è così semplice "fregarsene". Sicuramente, se non è possibile un dialogo, dovrà elaborare queste ferite mettendo in conto che la situazione esterna, probabilmente, non cambierà. Ma internamente, nel suo profondo, dovrà elaborare questo dolore. Parla di "andare avanti", "tristezza" e di avere dalla sua famiglia la"forza di non crollare". Sono tutte espressioni che indicano una grande sofferenza. Si rivolga ad un professionista che la aiuti a superarla.
Dr. Barbara Civera.
Dott.ssa Elena Saporiti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, ho letto con attenzione il suo scritto. Mi immagino quanto sia stato triste e frustrante non sentirsi considerato. Per quanto lei abbia dimostrato a se' stesso di "avere un valore" e di essere "amabile" in realtà vorrebbe che ciò le venisse riconosciuto anche dai suoi famigliari. Io credo che non possa fregarsene di quello che pensano e di come si comportano, purtroppo non può cambiare loro, che molto probabilmente non si rendono neanche conto della sofferenza che le hanno causato, ma deve far sì che i loro comportamenti non la feriscano più così tanto.
Deve permettersi di legittimarsi la sua sofferenza prima di poter andare oltre.
Le consiglierei di farsi aiutare attraverso una terapia, potrebbe cercare un terapeuta che utilizzi anche la terapia EMDR che tratta in modo puntuale i traumi dell'attaccamento, quelle ferite cioè che si sono formate attraverso le relazioni significative che si sono avute durante l'infanzia.
Le faccio molti auguri per trovare un po' di serenità.
Dott.ssa Anna Laura Cavagnoli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Ponteranica
Gentile utente, la sua descrizione mostra molta sofferenza, ma anche molti spunti e risorse su cui lavorare. Sicuramente quello che ha costruito è una prova tangibile del suo valore e delle sue risorse delle quali è anche consapevole. Ma che cosa la definisce come persona? sembra dal suo racconto che i successi concreti raggiunti siano necessari ma non sufficienti a cementare una immagine emotivamente positiva dentro di lei e che alcune ferite e considerazioni di lei e del suo posto nella sua famiglia di origine siano un tema attuale ancora oggi per lei e meritevole di attenzione. Se desidera sono disponibile anche online. Cordiali saluti
Salve, sembra che dal suo racconto lei si sia riuscito a riscattare, a trovare un suo spazio per esistere ed esserne gratificato. Tuttavia è evidente quanto l'influenza della sua famiglia giochi ancora dentro di sé un ruolo importante. Si sente triste e deluso e forse per processare questi vissuti sarebbe importante prendere in considerazione l'ipotesi di un percorso di terapia.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordiali saluti, Dott.ssa Flaminia Iafolla
Dott.ssa Arianna Corotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Salve, sicuramente lei ha bisogno di rivisitare il suo passato e il rapporto con la sua famiglia di origine in modo da fare chiarezza e arrivare a tollerare quanto le è successo. E' ancora giovane, cambiando lei, vedrà cambiare anche gli altri intorno a sé.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve,lei alla sua famiglia ha già fatto vedere di che pasta è fatto,le sembrerà strano,ma più cercherà il loro riconoscimento e più verrà frustrato.Non esiste possibilità di recupero con loro,questo a patto che non decida di recuperare se stesso dalla dipendenza che ha negli stessi loro confronti.Lei per dinamica familiare disfunzionale ha svolto il ruolo di zerbino e cestino della spazzatura, adesso è il momento per affrancarsi e riappropriarsi della propria dignità.
La invito ad iniziare un percorso di psicoterapia,questo le permetterà di iniziare finalmente ad amarsi.
Saluti,dott.ssa Sandra Petralli
Prenota subito una visita online: Psicoterapia - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, grazie della sua condivisione, da cui emergono due sentimenti opposti e contrastanti, la tristezza del passato, la soddisfazione del presente. Ombra e luce. E' quello che ha vissuto avendo una famiglia disfunzionale, che l'ha utilizzata come capro espiatorio della loro infelicità. Ma la sua natura ed intelligenza ha fatto sì che si salvasse da solo e si realizzasse. Ricercare l'attenzione che la sua famiglia non le ha dato prima è perfettamente inutile, non le riconosceranno niente, se non altro per non darle soddisfazione. E' un peccato che non si goda a pieno quello che ha.
A mio avviso, con questi vissuti alle spalle, le sarebbe molto utile intraprendere un percorso psicologico per lavorare su aspetti emotivi non risolti, ferite che lei ha saputo gestire ma che non si sono rimarginate. Ha bisogno di liberarsi di questo passato anacronistico ed ingombrante che continua ad incombere al suo interno, rovinandole ancora lo stato d'animo. Dare tutto questo potere al suo passato non vale la pena. Lei ha saputo salvarsi. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
La tua storia riflette un percorso di successo, ma anche ferite profonde legate alla famiglia d'origine, con un trattamento disuguale e mancanza di affetto. Nonostante i traguardi personali, il rifiuto dei genitori e la tristezza che ne deriva continuano a pesare su di te. Il bisogno di approvazione non soddisfatto ti fa sentire incompreso. Sebbene non si possano cambiare le persone, potresti beneficiare di un supporto psicoterapeutico per affrontare queste emozioni e imparare a gestirle. Concentrarti sulla tua famiglia e sul sostegno che ti offrono è altrettanto importante. In questo modo, puoi costruire un benessere più equilibrato.
Dott. Emanuel Casciano
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con noi le sue parole in maniera così sincera e diretta. Le sue parole trasmettono chiaramente il peso della frustrazione di non essere stato visto, né nel passato né nel presente. È evidente che, nella sua vita, ha cercato con forza di dimostrare a se stesso che poteva farcela, che non era definito dalle opinioni altrui. Al contempo, però, sembra esserci stata la speranza che anche i suoi genitori potessero finalmente accorgersi di lei, ma sembra che questo non sia accaduto.
Oggi, da adulto, con una propria famiglia che le dà gioia, sembra che quella parte di sé, il bambino che si è sentito "ultimo", non sia mai realmente andata via, e a volte riaffiora, causando dolore. Comprendo profondamente la sofferenza che questa situazione le provoca.
Le suggerisco di prendersi cura di quel bambino interiore, magari intraprendendo un percorso terapeutico con un approccio sistemico-relazionale, qualora non l'avesse già fatto. Lavorare su quella parte di sé potrebbe aiutarla a stare meglio come adulto, migliorando così sia il suo benessere che quello della sua famiglia.
Dott. Casciano Emanuel
Dott.ssa Chiara Campagnano
Psicologo, Psicoterapeuta
Modena
Quello che racconti è il percorso di un uomo che ha costruito da solo le fondamenta della propria vita, ma che dentro porta ancora il peso di un’infanzia in cui non è stato visto. Hai trasformato la rabbia in forza, il bisogno di riscatto in risultati concreti, eppure, quel bambino che si metteva da parte “perché era giusto così” è ancora lì, vivo, con la stessa domanda silenziosa di allora: “Perché io no?”

È importante riconoscere che il dolore che senti oggi non è una contraddizione rispetto alla tua vita piena, né una mancanza di gratitudine. È la conseguenza naturale di una ferita affettiva mai curata davvero, quella di non essere stato scelto, riconosciuto, protetto. Le conquiste di oggi non cancellano quel bisogno antico, ma possono finalmente offrirgli uno spazio nuovo: non più quello della lotta, ma quello dell’ascolto.

Forse non si tratta di “fregartene” o di “accettare”, ma di smettere di chiedere a chi non può o non vuole vedere la tua verità di farlo. Di spostare lo sguardo su di te, su quello che hai costruito nonostante loro. Riconoscere il dolore non significa dargli potere, ma permettergli di respirare.

Potresti provare — magari con l’aiuto di un terapeuta — a rileggere quella storia non più dal punto di vista del figlio escluso, ma dell’uomo che oggi può finalmente decidere di non elemosinare più uno sguardo. È un lavoro lento, ma è quello che libera davvero.

Se senti che questa tristezza continua a pesare troppo, prova a parlarne in uno spazio di cura, dove non serva più dimostrare nulla, ma solo essere ascoltato per ciò che sei.

Un caro saluto
Chiara Campagnano

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.