Sono ormai passati 3 mesi da quando è finita l'amicizia con quella che era una delle mie amiche più

23 risposte
Sono ormai passati 3 mesi da quando è finita l'amicizia con quella che era una delle mie amiche più strette, una di quelle amiche che consideravo alla stregua di una sorella, ma ancora non sono riuscita a farmene una ragione. Negli ultimi due anni era diventata una amicizia davvero molto travagliata, solo ora che è terminata riesco davvero a rendermi di conto di quanto fosse diventata tossica e forse anche per questo fa ancora tanto male se ci ripenso. Per fare un passo indietro, io e lei ci siamo conosciute grazie all'università 5 anni fa, ma da subito si è creato un rapporto molto più stretto di quello tra semplici colleghe. Casa insieme, ognuna sempre dalla famiglia dell'altra, io le ho presentato le mie amiche e il rapporto si è consolidato di giorno in giorno fino a diventare forse un po' "troppo stretto". Ora, a ripercorrere tutto dall'inizio, lo definirei quasi morboso. Non c'era cosa che lei non sapesse di me o che io non sapessi di lei, fino ai particolari più insignificanti delle giornate più noiose. Tutto questo è andato avanti finché io non ho iniziato a frequentare un ragazzo con cui mi sono successivamente fidanzata. Da lì la fine: si era rotto l'equilibrio su cui si basava la nostra simbiosi. Credo che il problema stesse nel fatto che lei non poteva accettare che avessi un rapporto così stretto con un'altra persona, che gli potessi dedicare così tanto tempo da levarne al nostro rapporto di amicizia. Lei mi ha fatto capire fin da subito che non avrebbe mai accettato il mio ragazzo, e per mesi mi sono sentita letteralmente tra due fuochi, divisa tra due delle persone più care che avevo. Ho iniziato ad omettere intere parti della mia vita e a non parlare di lui quando ero con lei, fino a mentire spudoratamente; tutto questo l'ho fatto perché volevo evitare di ferirla. Mi sono sentita in colpa per essermi innamorata, in colpa per essere felice con una persona che non fosse lei e questo lei l'ha capito benissimo e ha saputo manipolarmi con silenzi punitivi ed atteggiamenti da vittima. Mi ha incolpata del fatto di essere rimasta sola nella sua città, perché lei aveva solo e me e contava solo su di me e io l'avevo abbandonata. Gli ultimi mesi prima che finisse definitivamente la nostra amicizia, mi sono resa conto dell'asservimento psicologico di cui ero succube quando si trattava di lei; di come provassi a trattarla sempre con i guanti e non fare un passo falso per non ferirla ed evitare che si allontanasse di nuovo da me, il tutto si basava su un equilibrio fragilissimo che mi aveva portato a iniziare a sentire ansia e paranoie varie quando parlavo con lei e stavamo insieme. Non rimaneva più niente del nostro bel rapporto e delle risate che ci facevamo insieme. Sono sicura che anche io per lei ero diventata una persona pesante e non tanto piacevole e ormai sembrava di essere su una montagna russa in cui lei mi svalutava e poi provava a perdonarmi. Dal nulla, questa estate, è stata lei che ha iniziato - per l'ennesima volta - a non rispondermi più, a non cercarmi più etc. Stavolta però senza un motivo evidente. Addirittura, il giorno del suo compleanno non mi ha nemmeno invitato a festeggiare con lei. Io non l'ho più cercata perché ero esausta, non ne potevo più. E lei non mi ha cercata a sua volta, mi ha totalmente depennato dalla lista delle sue amicizie con una naturalezza che fa paura. Nonostante tutte le dinamiche tossiche che si erano venute a creare mi manca tantissimo. Dopo aver provato tanta rabbia e tanta sofferenza posso solo dire che le vorrò sempre tantissimo bene e sarà sempre una parte di me. Mi dispiace solo non sapere più come sta, cosa sta facendo e mi chiedo se troverà mai la forza e il coraggio per farsi dare un aiuto psicologico, cosa di cui avrebbe davvero bisogno. Vorrei solo sapere se è possibile che lei prima o poi capisca tutti gli errori fatti e ritorni sui suoi passi, rendendosi conto di aver rovinato quella che era davvero una bella amicizia. Nonostante sia molto orgogliosa e io non ci speri tanto, è possibile che prima o poi riuscirà a stare meglio con sé stessa tanto da poter provare un riavvicinamento? E' possibile che lei soffra di un qualche disturbo di personalità che l'ha portata a trattarmi così, nonostante io sappia che mi voleva davvero tanto bene?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL

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Dott.ssa Cristina Villa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Genova
Buonasera, capita che in adolescenza, quando si inizia a muovere i primi passi in modo autonomo rispetto alla famiglia ci si leghi a doppia mandata all'amica del cuore alla ricerca di un appoggio alternativo al legame famigliare dal quale ci si vuole separare. La separazione è un momento delicato che fa paura e le amicizie hanno anche una funzione cuscinetto in questa transizione. Lei si interroga molto sulle questioni che hanno spinto la sua amica che si è sentita tradita dall'ingresso di una terza persona ad allontanarsi in modo così drastico, ma le chiedo se abbia piuttosto desiderio di comprendere cosa l ha tenuta così a lungo legata ad un rapporto che definisce simbiotico per così tanto tempo .
Un caro saluto
Dott.ssa Villa
Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Saronno
Gentile utente, lei parla di una rottura di un legame da lei vissuto come molto forte e importante, quindi può essere normale soffrire ancora dopo questo lasso di tempo.
Rispondere ai suoi quesiti relativi all'altra persona coinvolta non è possibile, perchè bisognerebbe interpellarla direttamente per sentire anche la sua versione dei fatti.
E' impossibile inoltre stabilire eventuali disturbi psicologici senza un adeguato ascolto e valutazione diagnostica.
Il mio consiglio è di affrontare tutti i sentimenti che riguardano questa relazione cercando di fare tesoro delle esperienze positive e non per forza da sola, ma chiedendo qualche consulto.
Quello che potrebbe succedere in futuro non è possibile saperlo, ma ritengo potrebbe essere un bene per lei un domani affrontare la relazione con strumenti e risorse diverse, in modo da non viverla più negativamente come in passato, con una nuova consapevolezza di sè e dei propri bisogni.
Augurandole di tornare ad essere serena, resto a sua disposizione.
Dott.ssa Claudia Torrente Cicero.
Dott.ssa Marina Ceruti
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo
Como
Sul piano razionale è pienamente consapevole che si sia trattato di un rapporto tossico. Si interroga se la sua amica sia affetta o meno da qualche disturbo. Ci pensa ancora a distanza di 3 anni? È certa di essersi liberata dalla rabbia e dalla sofferenza che ha descritto? Rapporti di questo tipo possono lasciare strascichi psicologici per molto tempo e a necessitare di un supporto psicologico potrebbe essere lei stessa.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Salve,

ritengo che un percorso psicoterapico potrebbe aiutarla nell'elaborazione della fine di quella che è stata una relazione tossica, a cui tra l altro pensa ancora. Resto disponibile eventualmente anche per dei colloqui on line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Buon giorno e grazie per la domanda. Sicuramente ha descritto una situazione non semplice che le crea ancora vissuti ed emozioni di disagio non del tutto elaborato. Sicuramente può essere opportuno per questa ragazza iniziare un percorso ma è lei che deve sentirne la necessità. Allo stesso tempo potrebbe essere per te opportuno iniziare un percorso per meglio elaborare tuoi vissuti ed emozioni. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Dott.ssa Giada Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, i legami, i vincoli, se simbiotici sono sempre tossici e ci possiamo chiedere perché, in alcuni momenti della vita, ne abbiamo bisogno.
Può scoprirlo con un percorso che la aiuti a comprendere.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Buongiorno gentilissima, innanzitutto grazie per la preziosa condivisione! Sicuramente non è una situazione facile da gestire, data anche l'instabilità della sua amica. Parlarne con un terapeuta potrebbe aiutarla, per capire più a fondo cosa sta accadendo!
resto a disposizione
AV
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, un rapporto simbiotico, come lei stessa lo ha definito, ha motivazioni profonde che lo spingono ad essere tale. Il punto è che le problematiche della sua amica hanno influenzato il suo umore fino a farla modellare ai desideri di lei. Se il tema le crea disagio andrebbe analizzato in un consulto psicologico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Lorella Mezzenga
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, il rapporto con la sua amica è stato intenso e dominante per il tempo necessario, durante l'Università e dopo. Nel processo di crescita ci si emancipa dai legami precedenti, talora sono quelli famigliari, altre volte quelli amicali, può succedere anche in quelli coniugali. Ha analizzato molto la sua situazione e si è data anche delle risposte a riguardo della relazione disfunzionale o tossica come l'ha definita. Ciò che emerge e che non è ancora disposta a lascarla andare via completamente e indirizzarsi perso altri futuri che non includono la sua amica. Forse su questo varrebbe la pena riflettere. Cordiali saluti Dr.ssa Lorella Mezzenga
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno,
la situazione che ha vissuto e sta vivendo con la sua migliore amica è tipica dal momento in cui si condivide tutto, come in simbiosi.
Tutto ciò è normale in fase adolescenziale, ma si rompe nel momento in cui compare un terzo, nel suocasoilsuo ragazzo.
È normale che la sua amica viva così male la vostra separazione. Sarà il tempo e anche un percorso personale emotivo specifico che la potranno aiutare a superare questo momento di passaggio.
Sono disponibile anche online per iniziare un percorso o per colloqui supportivi.
Cordialmente
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott. Roberto Clemenza
Psicologo clinico, Psicologo
Palermo
Buongiorno. In relazione alla domanda che lei pone rispetto alla sua amica le rispondo che è molto difficile argomentare su questo non avendo un rapporto diretto con la persona piuttosto approfondirei con l'aiuto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta il fatto che lei si sia ritrovata per molto tempo all'interno di un rapporto che lei definisce tossico. Credo che in tal senso un percorso psicologico le sarebbe utile. Nel caso sono disponibile anche online. Cordiali saluti. Dr. Roberto Clemenza
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, spesso in queste relazioni così intime c'è tanto " non detto" che potrebbe causare improvvise fratture. Il periodo trascorso non è così importante per aver dato a lei e alla sua amica il necessario tempo per un chiarimento interno. Faccia passare ancora del tempo e guardi cosa accade. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
è difficile poterle dire che la sua amica abbia o meno un disturbo di personalità, basandosi solo sul suo racconto.
Non si esclude che lei possa riallacciare questo bel rapporto di amicizia in futuro. Potrebbe provare ad aspettare del tempo e poi ritentare un confronto. Non è mai troppo tardi per riprovarci, anche se è importante lasciare agli altri del tempo per digerire i fatti e riflettere sulle reazioni e sulle proprie emozioni.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Mi dispiace sentire che hai vissuto un'esperienza così difficile con la tua ex amica. È chiaro che la vostra amicizia si sia deteriorata nel tempo e che sia stata caratterizzata da dinamiche tossiche e disfunzionali. È normale provare un senso di smarrimento e di mancanza dopo la fine di una relazione così significativa.

È importante ricordare che non sei responsabile per il comportamento della tua amica. Sebbene tu possa aver cercato di evitare di ferirla e di mantenere l'equilibrio nella vostra amicizia, è importante riconoscere che le dinamiche tossiche e manipolative erano fuori dal tuo controllo.

Quanto alla possibilità che la tua amica capisca gli errori e cerchi di fare ammenda, dipende da molti fattori. È possibile che con il tempo e la crescita personale, lei possa riflettere sul suo comportamento e cercare di apportare dei cambiamenti. Tuttavia, non possiamo prevedere o controllare le azioni o le scelte degli altri. Ogni persona ha il proprio percorso di crescita e guarigione, e spesso richiede un lavoro personale e un impegno sincero per apportare cambiamenti significativi.

Riguardo alla possibilità che la tua amica soffra di un disturbo di personalità, non posso fare una diagnosi senza valutazione professionale. Tuttavia, se hai notato comportamenti manipolativi e disfunzionali costanti nel suo modo di agire e relazionarsi, potrebbe essere utile per lei considerare una consulenza psicologica. Un professionista esperto potrebbe aiutarla a comprendere le cause alla radice dei suoi modelli di comportamento e fornirle strumenti per migliorare la sua salute mentale e le sue relazioni.

In ogni caso, è importante concentrarti sul tuo benessere emotivo e sulla tua crescita personale. Affrontare la fine di un'amicizia così significativa richiede tempo e guarigione. Cerca di prenderti cura di te stessa, di elaborare le emozioni che stai vivendo e di costruire relazioni sane e appaganti con altre persone. Ricorda che meriti amicizie che ti sostengano e ti facciano sentire bene.

Se senti il bisogno, potresti anche considerare il supporto di un professionista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per affrontare le emozioni legate a questa esperienza e ottenere un sostegno durante il processo di guarigione.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione, e spero di sentirla presto!
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Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
La sua analisi è decisamente puntuale e utile come eventuale punto di partenza per una riflessione più approfondita per lei stessa, qualora ne sentisse la necessità, poiché questa esperienza di amicizia è stata condivisa nella sua intensità anche da lei. In ogni modo anche l'amicizia può interrompersi, ma per chiudersi richiede un impegno emotivo notevole che passa attraverso, anche in questo caso, una forma di lutto. Non basta non vedersi più, non scriversi più, non invitarsi ai compleanni, per stabilire che il legame è chiuso realmente.
Per quanto riguarda la persona a cui fa riferimento non trovo corretto stabilire ipotesi diagnostiche senza averla incontrata o comunque senza aver parlato con lei. Le sue ipotesi potrebbero essere corrette oppure scorrette. Sicuramente anche l'amicizia risponde a bisogni profondi che abbiamo dentro di noi.
Cara, da quello che racconti si sente tanta delusione e stanchezza, capisco bene dopo aver vissuto tutto questo. Purtroppo, non posso fare una diagnosi della tua amica dai tuoi racconti, per quanto attenti e precisi. Chiedi se tornerà a cercarti, forse, chi lo sa, tutti io come te, non possiamo prevedere le azioni degli altri o leggerne i pensieri, ma possiamo lavorare su di noi, pensare al nostro benessere e alla nostra crescita personale. Parli di Università sarei curiosa di sapere quale Facoltà, se hai terminato gli studi, di cosa ti occupi ora, del tuo tempo libero, se procede la storia col fidanzato di cui parli. Questo non per sorvolare il problema che porti, ma per focalizzare che il centro e la persona importante sei tu. Se in un periodo della tua vita sei rimasta legata a quest’ amica (vischiosamente, lo dici tu stessa), ora è un nuovo periodo, e il fatto che problematizzi quanto accaduto, cerchi di capire lei, ma soprattutto te stessa, è una cosa preziosa. Da soli non è semplice, potresti valutare una consulenza psicologica. Spero potrai fare chiarezza. Un abbraccio, Dott.ssa Denaro F. A.
Dott.ssa Laura Astarita
Psicologo, Psicologo clinico
Giugliano in Campania
Buonasera cara utente, grazie per la sua condivisione. La fine di ogni relazione comporta sofferenza e ci vuole tempo affinché si possa elaborare, affrontare e risolvere. Ho notato che ha fatto delle domande precise alla fine del suo racconto alle quali non è possibile rispondere dato che bisognerebbe che la sua amica fosse interpellata e valutata dal punto di vista psicologico. Dalla sua descrizione, mi è sembrato di capire che tra lei e la sua amica si fosse instaurata una relazione talmente stretta tale da far nascere della gelosia e dell'invidia verso di lei portando alla rottura definitiva di un'amicizia. Più che domandarsi il motivo della fine di questa relazione amicale, si è mai chiesta se quest'ultima fosse davvero un'amicizia per entrambe? In ogni relazione possono nascere dei conflitti, delle incomprensioni e si possono commettere degli errori ma tutto ciò non comporta sempre una rottura definitiva tra due persone perché le ragioni possono essere altre. Si è domandata se la sua amica sta bene e ciò dimostra quanto tenga a lei ma le consiglio di pensare anche a se stessa ed al suo benessere psico-fisico. Un percorso psicologico con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio la sua sofferenza. Mi auguro che possa stare meglio con il tempo e resto a sua disposizione qualora ne avesse bisogno. Un caro saluto. Dott.ssa Astarita Laura
Dott.ssa Sveva Nonni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, mi dispiace per la sofferenza che ha provato e che sta ancora provando. A volte i lutti, anche di rapporti tossici, hanno strascichi più profondi e duraturi di quanto potremmo immaginare. E' difficile rispondere alla sue domande basandosi solo sul suo racconto, come probabilmente poco etico buttare qui e là il nome di disturbi mentali che potrebbero o meno spiegare un rapporto così dipendente ed esclusivo.
Credo sia meglio dirigere l'attenzione su due aspetti:
- il primo è essere consapevoli che, diagnosi o meno, patologie o meno, la psicologia ci insegna come quasi nulla venga fuori dal nulla, quindi è probabile che l'atteggiamento di questa sua amica nei suoi confronti sia stato dovuto ad una coesistenza di elementi e precause.
- il secondo aspetto è lavorare su un'accettazione di fine di questo rapporto. Riuscire a trovare pace per quello che è stato senza il bisogno di una scusa o di altro da parte di questa ragazza. E' importante lavorare sulla consapevolezza razionale che il rapporto avesse delle modalità non sane e che, evidentemente, con i mezzi che avevate ai tempi l'interruzione era la scelta migliore per poter salvaguardare gli altri aspetti della vostra vita. E' evidente che lei ha ancora un ricordo di grande affetto per questa persona, e non c'è niente di male. E' un bene ricordare l'affetto ed il bene che un rapporto ci ha portato, riconoscendo anche che però non era più adatto alle situazioni attuali. Spero riesca a raggiungere un'accettazione pacifica per questo tormentato rapporto.
Un saluto
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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso con me questa esperienza così personale e intensa. Si percepisce quanto abbia investito emotivamente in questa amicizia e quanto sia stato difficile per lei affrontarne la fine. È naturale sentire un misto di dolore, nostalgia e confusione quando una relazione così significativa si interrompe, soprattutto se vi erano dinamiche complesse come quelle che ha descritto. Il legame che lei ha avuto con questa amica sembra essere stato estremamente profondo, forse al punto da sfiorare una sorta di dipendenza reciproca. Non è raro che rapporti così stretti possano diventare difficili da gestire, perché ogni cambiamento nella vita di uno dei due può alterare gli equilibri. L’ingresso di una relazione romantica nella sua vita ha probabilmente destabilizzato questa simbiosi, e la reazione della sua amica (fatta di silenzi punitivi e comportamenti manipolatori) può essere stata il modo in cui ha espresso la sua difficoltà ad accettare questo cambiamento. Vorrei però rassicurarla su una cosa importante: lei non ha fatto nulla di sbagliato nell’innamorarsi e nel cercare la sua felicità. È comprensibile che, per un certo periodo, abbia cercato di proteggere la sua amica da una sofferenza che percepiva, ma questo l’ha portata a sacrificare la sua autenticità e la sua serenità. Questo genere di compromessi, per quanto mossi da buone intenzioni, spesso finiscono per alimentare dinamiche disfunzionali. Riguardo alla possibilità che la sua amica soffra di un disturbo di personalità, è difficile dirlo senza una valutazione professionale diretta. Tuttavia, ciò che conta di più in questo momento è riflettere su come questa relazione ha influenzato lei e come può prendersi cura del suo benessere. Non tutte le relazioni che finiscono sono destinate a riprendere, e talvolta la distanza è necessaria per permettere a entrambe le persone di crescere e guarire. Lei si chiede se questa amica potrebbe un giorno riconoscere gli errori e cercare un riavvicinamento. È possibile, ma non è qualcosa su cui lei può avere controllo diretto. Quello che può fare, invece, è concentrarsi su come gestire il dolore e il vuoto che sente, riconoscendo che, nonostante la fine, questa relazione è stata importante e significativa per entrambi. È normale che le manchi e che le voglia bene, ma è altrettanto importante dare spazio alla sua vita e alle sue emozioni. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a elaborare quanto accaduto, a comprendere meglio le dinamiche relazionali e a sviluppare strumenti per affrontare situazioni simili in futuro. In particolare, la terapia cognitivo-comportamentale può aiutarla a lavorare sui pensieri che emergono in relazione a questa amicizia, sulle emozioni dolorose che prova e su come creare confini sani nelle relazioni future. Si conceda tempo e gentilezza verso sé stessa. Anche se ora il dolore sembra molto forte, ogni passo che fa per prendersi cura di sé la porterà verso una maggiore serenità e consapevolezza. Le auguro di trovare la pace che cerca e di costruire relazioni che la facciano sentire accolta e valorizzata per ciò che è. Cari saluti. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Chiara Ilardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,

Ho letto il tuo messaggio e mi dispiace per la fine della relazione di amicizia con la tua amica.

Capisco le tue parole e capisco quanto è stato difficile prendere distanze da lei ed accettare la fine del vostro rapporto nonostante che abbiate vissuto un legame cosi profondo ed in simbiosi. Da ciò che tu hai scritto molto probabilmente la tua amica potrebbe soffrire di un disturbo di personalità Borderline ma per poter fare una diagnosi certa è necessario avere a disposizione molti più elementi da poter valutare ma soprattutto conoscere la tua ex amica. Fare una diagnosi senza aver avuto un confronto diretto con la tua amica, averla potuta osservare e porle delle domande è impossibile darti una risposta certa alla tua domanda. Nel caso fosse effettivamente cosi sappi che soltanto se decidesse di iniziare un percorso di sostegno psicologico potrebbe riuscire ad imparare a gestire la propria sfera emotiva e relazione e di conseguenza vivere i rapporti relazionali con altri in modo sano, reciproco, empatico e costruttivo. Ripeto e ci tengo a sottolineare che però vi sono troppi pochi elementi per poter elaborare una diagnosi soprattutto di questa tipologia di disturbo.

Un caro saluto

Dott.ssa Ilardi Chiara
Dott.ssa Fausta Florio
Psicologo, Psicologo clinico
Palma Campania
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con noi un vissuto così delicato e doloroso.
La conclusione di un rapporto significativo, come quello che lei aveva con la sua amica, è un evento destabilizzante che comporta reazioni e risposte emotive intense, paragonabili a quelle che caratterizzano il lutto. Lei ci parla di un rapporto simbiotico, di quotidianità condivisa, che ha assunto una funzione totalizzante tra lei e la sua amica, ed è comprensibile che l’interruzione di questa amicizia abbia prodotto in lei sentimenti di vuoto, rabbia e dolore.
Al tempo stesso, l’ambivalenza della sua amica — che lei sentiva estremamente vicina prima dell’inizio della sua relazione sentimentale e poi improvvisamente lontana, una volta percepita la presenza del suo compagno come una minaccia — ha indotto in lei sentimenti di confusione, vuoto e senso di colpa.
Quello che più colpisce nel suo racconto è il passaggio in cui descrive di essersi sentita in “dovere” di omettere aspetti significativi della sua vita, come il rapporto con il suo fidanzato, pur di preservare il legame con la sua amica. Sarebbe importante esplorare l’origine di questi suoi comportamenti: cosa si cela dietro questo senso di responsabilità nel voler “proteggere” l’amica, e in che modo tutto ciò si collega ai suoi vissuti di ansia, colpa e paura del rifiuto.
Il fatto che lei oggi si chieda come stia la sua amica, e che nutra ancora sentimenti di cura e premura nei suoi confronti, è indicativo della bontà e della genuinità dei suoi sentimenti. Tuttavia, non possiamo sapere se la sua amica soffra di un disturbo di personalità, né se e quando sceglierà di riflettere sul legame che vi univa, poiché non conosciamo la sua storia e i suoi vissuti. Vorrei pertanto invitarla a concentrarsi su di sé, su quello che lei — comprensibilmente — ancora oggi vive soggettivamente a livello intimo ed emotivo. Lei ha dimostrato una buona capacità di consapevolezza e una riflessione critica su quanto accaduto, riconoscendo — seppur nella sofferenza — le criticità della relazione e la difficoltà nel porre confini sani. Questo rappresenta un indicatore significativo di apertura al cambiamento e alla possibilità di ascoltare sé stessa e i propri bisogni in modo più autentico.
La invito a concedersi il tempo necessario per continuare a elaborare quanto accaduto e, qualora sentisse di non riuscire a farlo da sola, a valutare la possibilità di intraprendere un percorso con un professionista che possa accompagnarla nel dare senso a quanto vissuto, sostenendola nella costruzione di nuove modalità di vivere le relazioni in modo più sereno e tutelante per sé.

Le auguro sinceramente il meglio.
Cordialmente,
Dott.ssa Fausta Florio
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Cara utente,
la sua lettera racconta con grande lucidità una ferita che molte persone sottovalutano: la fine di un’amicizia significativa può essere dolorosa quanto (e a volte più di) una separazione amorosa.
Nel suo racconto emerge una consapevolezza profonda: la relazione era diventata un legame simbiotico, in cui affetto e dipendenza si erano intrecciati fino a rendere difficile distinguere i propri bisogni da quelli dell’altra persona.

Quando un’amicizia assume tratti così intensi e totalizzanti, l’allontanamento diventa inevitabilmente traumatico, perché non si perde solo “una persona”, ma una parte di sé: quella che trovava nell’altro specchio, conferma, senso di appartenenza.
Il senso di colpa, il bisogno di sapere come sta, e il desiderio di una riconciliazione sono reazioni naturali al distacco — fanno parte del processo di elaborazione.

È possibile che la sua amica, con il tempo, possa comprendere e rielaborare la propria parte nella relazione, ma questo non è qualcosa su cui lei possa contare o costruire aspettative: il cambiamento avviene solo quando ciascuno sceglie di affrontare le proprie fragilità.
Il suo compito, ora, non è attendere che l’altra persona “capisca”, ma riconoscere ciò che questo legame le ha insegnato su di sé — sul bisogno di approvazione, sui confini, sulla paura di perdere l’affetto quando si afferma la propria autonomia.

Le dinamiche che descrive — alternanza tra idealizzazione e svalutazione, senso di colpa, paura dell’abbandono — possono appartenere a un funzionamento di personalità fragile, ma più che un’etichetta diagnostica è importante considerarle come un pattern relazionale: qualcosa che può essere compreso e trasformato, anche per evitare che si ripeta in futuro.

È comprensibile che le manchi, ma ogni legame che finisce lascia anche spazio per ritrovare la libertà di essere se stessi senza paura di ferire o deludere. È da qui che può iniziare la vera guarigione.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa

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