Salve, Ultimamente si sta facendo particolarmente presente una sensazione strana che ho già provato

24 risposte
Salve,
Ultimamente si sta facendo particolarmente presente una sensazione strana che ho già provato ma di cui vorrei avere maggiori chiarimenti. Premetto che sono una ragazza adolescente e questa problematica si é presentata anche in altri periodi della mia vita più difficili. Recentemente, capita spesso che la sera esco con la mia famiglia a fare una assaggiata, come facciamo solitamente in estate, e mentre cammino mi inizio a sentire strana. Inizio a vedere tutto leggermente più sfocato, sento le luci dei lampioni come se fossero fortissime e mi stessero accecando, mi sento la testa come se fosse vuota e percepisco il mondo intorno a me come irreale. Questo avviene all'improvviso per qualche minuto (anche se a volte si ripresenta più di una volta nella stessa serata), così poi inizio a preoccuparmi e subentra la paura di svenire. Inizio ad avere ansia, a causa del possibile svenimento, mi agito e vorrei solo sedermi da qualche parte e riprendermi. Soffro, inoltre, di pressione bassa, perciò le prime volte che mi succedeva potevo pensare fosse un calo di pressione, perché le sensazioni sono simili, ma poi quella sensazione di svenimento e la conseguente ansia mi fanno preoccupare. Succede soprattutto quando esco in famiglia, in particolare in quei momenti (molto frequenti e maggioritari) in cui le persone che sono con me parlano tra loro ed io non ne faccio parte, perché quando mi distraggo, parlando, o facendo altro è molto piu difficile che accada. Non ho mai parlato di questo a nessuno, quindi non ho neanche mai consultato uno specialista, e quando si presentano questi episodi cerco di calmarmi da sola, respirando o concentrandomi su altro, anche se mi spaventa il fatto che succeda mentre cammino. Ho già provato più volte questa sensazione, anche l'anno scorso (in cui sono stata abbastanza male emotivamente) e la questione della testa vuota o dello svenimento mi sono successe persino da più piccola. Pensavo di aver in parte superato il periodo difficile dell'anno scorso, in quanto ora sto meglio, ma questi segnali mi fanno capire che forse non va ancora tutto bene. Mi è anche capitato di sperimentare sporadicamente quelli che ho sempre pensato essere attacchi di panico (dolore al petto, difficoltà a respirare, irrequietezza, giramenti di testa, nausea ed esempio) durante l'ultimo anno, ma non so se i sintomi provati recentemente in merito allo svenimento, soprattutto mentre cammino, possano essere riconducibili all'attacco di panico.
Scusate il disturbo e grazie mille.

Buona giornata e buon lavoro
Salve,
mi spiace che questa sensazione turbi la tua quotidianità e ritengo che sia importante indagarne la cause scatenanti.
Ti consigliere di pensare ai momenti precedenti allo scatenarsi di questa sensazione sgradevole e comprendere quali siano quegli aspetti, sentimenti o azioni che possono portarti a sperimentare tali emozioni negative.
Sei giovane e hai ancora molto da sperimentare, esprimere e provare ed è importante mettere al primo posto la tua serenità e il benessere psicologico, così da poter godere al meglio della tua vita e del tuo futuro.

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Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia. Capisco che le sensazioni che riporta sono molto invalidanti e possano portare ad ansia e acnhe vergogna. Sarebbe importante iniziare un percorso per capire l'origine di questo malessere. Io sono disponibile anche online
Dott.sa Elena Bonini
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Dott.ssa Stefania Principali
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Lido Di Ostia
Ciao, mi permetto di darti del tu, vista la dichiarata adolescenza. Ho letto con attenzione la tua lettera e verrebbe subito da pensare che sono "mali dell'età ingrata" perché, per quanto se ne dica l'adolescenza non è una età felice e spensierata. Ogni fase della vita ha le sue sofferenze e difficoltà, ma questa che stai vivendo è particolarmente densa di difficili compiti da assolvere, non per ultimo quelli tipici della crescita. Quindi non è per niente facile. La tua propensione a cercare dentro di te le risorse per far fronte a queste sensazioni fisiche spiacevoli con il respiro, la distrazione sono indice del desiderio di prenderti cura e cercare di stare meglio, quindi buone risorse. Anche il fatto che scrivi a questa rubrica ne è una prova. Parti da questa motivazione, coltivala e soprattutto trova qualcuno di cui fidarti e a cui affidarti che possa accompagnarti nell'indagare ciò che ti succede e non farti sentire sola nell'affrontare queste difficoltà. Parlane insomma, potrai, sostenuta, trovare la strada per vivere con maggiore serenità questa difficile fase della vita. Te lo auguro
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sesto Ulteriano
Salve, il fatto di non aver mai parlato di questo a nessuno e non aver neache mai consultato uno specialista non risolve la situazione. Vedo che cerca di calmarsi da sola, respirando o concentrandosi su altro per trovare una soluzione. Rilevo comunque la volontà di voler capire cosa sta accadendo e potrebbe essere molto utile parlarne con i propri genitori e il proprio medico curante per escludere qualche disturbo fisico. Si potrebbe interpellare poi uno psicoterapeuta per gestire gli attacchi d'ansia che si manifestano così soventi. Da qualche parte bisogna pur iniziare e ha fatto molto bene a comunicare con noi.
Auguro una pronta risoluzione della situazione.
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Dott.ssa Caterina Testa
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, come mai non si è sentita di parlarne in casa? Comunque per avere un quadro chiaro ovviamente è necessario indagare la sintomatologia in modo accurato, ma sembra che alcuni sintomi della pressione bassa stiano innescando questi sintomi ansiosi. E' una cosa piuttosto comune in questo caso, ma per superare questa fase purtroppo è necessaria la psicoterapia. in bocca al lupo
Dott.ssa Benedetta Geretto
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, mi rendo conto del disagio che queste sensazioni possono comportare. Innanzitutto, potrebbe valere la pena comprendere se la sensazione legata alla pressione bassa possa essere trattata a livello medico (prevenendo o tamponando questa condizione), per valutare se queste sensazioni che descrive e che scatenano ansia si presentano nello stesso modo o meno. In secondo luogo, lei stessa riconduce questi sintomi all'ansia, poiché già sperimentati in passato come risposta a condizioni stressanti. In effetti, la sensazione di essere "fuori dalla realtà" rientra nei meccanismi che la nostra mente invia, tramite il nostro corpo, per segnalare che qualcosa non sta andando bene. In questo senso, anche lo svenimento-nel suo caso, il timore di svenire- potrebbe essere un meccanismo che il corpo ha trovato per alleviare la sensazione di tensione emotiva, che infatti sembra sopraggiungere in momenti di vita più faticosi. Il fatto che sia riuscita ad affrontare da sola situazioni di disagio passate è sicuramente un importante segno della presenza di risorse personali, e mi sembra che ci sia già una buona base di capacità introspettiva e analitica. Allo stesso tempo potrebbe pensare di chiedere supporto professionale al fine di comprendere e chiarire da cosa derivi questo "schema" di risposta che mette in atto, per poter sviluppare strategie più funzionali per affrontare le condizioni di stress che si stanno presentando all'interno della sua vita e che potranno presentarsi in futuro. Resto a disposizione per fornire uno spazio di ascolto e comprensione della situazione, e le auguro di poter stare meglio!
Dott. Giuseppe Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, lei si definisce "adolescente" ma sarebbe importante avere altre informazioni sull'età, la scuola o l'ambiente che frequenta ecc. poichè l'adolescenza è un periodo di continuo cambiamento. Nel suo racconto associa questi "disturbi" alla passeggiata o quando "esce" con la sua famiglia. Questi aspetti li riconduce sempre al rapporto con la sua famiglia, anche quando dice di non averne parlato con nessuno (quindi nemmeno ai suoi genitori). Si dovrebbe partire da questo punto: dal tipo di relazione che avete instaurato in famiglia: da come lei si relaziona ai membri della sua famiglia e viceversa. E' importante sentire anche il loro punto di vista. Il consiglio che le posso dare e quello di confidarsi intanto con i suoi genitori. E' possibile che sia sufficiente questo passo a poterla rassicurare. Cordiali Saluti
Dott.ssa Chiara Scotti
Psicoterapeuta, Psicologo
Piacenza
Gentilissima,
la ringrazio per aver condiviso la sua problematica, non essendo mai riuscita a parlarne.
Come prima cosa io sentirei il parere del suo medico di base per escludere cause fisiche, dopodiché potrebbe iniziare a riflettere sugli eventi antecedenti a questi episodi, facendo attenzione a individuare gli eventi scatenanti.
Se anche queste azioni non sono risolutive potrebbe contattare uno specialista che sicuramente le sarà d'aiuto.

Le auguro un buon pomeriggio
Chiara Scotti

Dott.ssa Valentina Rossetti
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, il sintomo è, escluse cause biologiche, sempre "sintomo" di qualche cosa che il nostro mondo interno vuole dirci, ma non sa come fare. Mentalizzare vuole dire portare alla coscienza, e quindi rendere pensabile, ciò che da soli ci è impossibile pensare. Non azzardo ipotesi diagnostiche, ma credo che sarebbe importante che lei potesse rivolgersi ad uno/a specialista con cui esplorare che cosa accade "dentro". La paura è naturale perché episodi come questo le mostrano l'impossibilità di controllare il proprio corpo in ogni situazione, ma la risposta a fatica potrà essere una "autodiagnosi" e una "autocura". La mente che genera il sintomo ha bisogno di essere aiutata da un'altra mente a comprenderne le cause. Perciò la invito caldamente a vivere quello che le sta accadendo come una opportunità per fare un viaggio dentro sé stessa, adeguatamente accompagnata. Un saluto
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Psicologo, Psicologo clinico
San Pietro Clarenza
Salve, innanzitutto le suggerirei di parlare con il medico di base per escludere sintomi di origine organica. In seguito, potrebbe essere opportuno rivolgersi ad uno psicologo per comprendere la natura di tali sintomi e per utilizzare delle strategie di risoluzione. La sua motivazione alla cura si evince dallo scrivere qui, perciò sarebbe bello se continuasse ad avere alta questa motivazione e prendersi cura di lei rivolgendosi a degli specialisti. Se è minorenne è ovviamente necessario il consenso dei genitori ma esprimere i propri disagi, per quanto difficile, non è mai segno di debolezza.
Dott.ssa Ilenia Bria
Psicologo, Psicologo clinico
Rende
Buongiorno, in primis grazie per aver esposto la tua storia. Mi dispiace Avverto la fatica, ma allo stesso tempo la voglia di essere ascoltata. Non è da sola, capisco la paura e l'agitazione che tutto questo provoca. Probabilmente come primo passo sarebbe buono parlare con i suoi genitori. Le auguro il meglio.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Raffaella Sorrentino
Psicologo, Psicologo clinico
Scafati
Carissima buongiorno, i disturbi che riferisce potrebbero essere connessi ad un attacco di panico, però bisogna indagare a fondo per capire cosa stia succedendo, cosa provoca tale sofferenza, per cui le consiglierei di iniziare un percorso psicologico per poter individuare i fattori scatenanti e la gestione della sintomatologia.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Raffaella Sorrentino
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Dott.ssa Alessia Ballanti
Psicologo, Psicologo clinico
Campobasso
Salve, da ciò che emerge dal suo racconto è riconducibile ad un'ansia che poi scaturirebbe in panico se non gestita. Tratto pazienti con le sue stesse sensazioni e mi rendo conto che per lei diventa invalidante. Bisognerebbe capire la causa scatenante ed arrivare a capire il Come, il Quando e il con Chi. Sicuramente il tutto le avviene a livello inconscio ma con un professionista può renderlo conscio in modo da poterci lavorare su.
Non si spaventi non è la sola , può risolverlo.
Cordiali saluti
Dottoressa Alessia Ballanti
Dott.ssa Emilia D'Anna
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per la condivisione! Qualora non lo abbia ancora fatto, le suggerirei di parlare con il suo medico di famiglia in modo da poter indagare la natura di questi sintomi che riferisce.
In ogni caso, il suo sintomo sta cercando di comunicarle qualcosa, soprattutto se teniamo conto del fatto che emerge con una certa frequenza ed in determinate situazioni. L'aiuto di un professionista può sicuramente aiutarla a "tradurre" questa comunicazione in modo da renderla comprensibile e lavorarci su.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentilissima, la descrizione dei sintomi è precisa e puntuale. Mancano informazioni della tua vita e riporti che non hai mai detto a nessuno questi disturbi, neanche ai tuoi genitori. Mi viene spontaneo chiederti come mai? Avrai dei motivi. Procederei per gradi: ne parlerei con il medico curante per escludere eventuali problematiche organiche, escluse quelle consulterei uno psicologo/a per comprendere che cosa ti comunicano questi sintomi, su cosa vogliono che tu metta la tua attenzione. Alludi a momenti della tua vita difficili. Forse è il momento di prenderti cura di te, per stare bene e costruirti il futuro. Brava che ti sei fatta avanti su questa rubrica, è il primo passo. Rimango a disposizione, ti saluto cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Le sensazioni che descrivi potrebbero essere correlate ad attacchi di panico, considerando i sintomi fisici e l'ansia associata. È importante parlare con un professionista per una valutazione accurata e un supporto adeguato. L'ansia può manifestarsi in modi diversi e trattarla precocemente è essenziale per il benessere emotivo. Non esitare a cercare aiuto. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott. Claudio Cianci
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno cara sensitiva adolescente,
accanto al dato della pressione bassa che va seguito da un medico, sarebbe senz'altro molto interessante approfondire la natura dei momenti difficili così come la necessità di distrarti.
Se vuoi esplorare questi aspetti, contattami.
Un caro saluto
Dott. Claudio Cianci
Gentile,
il tuo desiderio di capire cosa sta succedendo è già di per sé una porta che si apre su un nuovo cammino. I sintomi che riferisci potrebbero far pensare ad un disturbo d'ansia e di panico, ma sarebbe utile andare ad esplorare più a fondo il contesto in cui nascono e si muovono. Sicuramente escludere cause fisiologiche sarebbe necessario per poter iniziare, con dedizione, un percorso di consapevolezza nel tuo mondo interiore.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Alessia De Lucia
Dott.ssa Chiara Lagi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Carissima, mi è capitato di confrontarmi con persone con disturbo di ansia che raccontavano le sensazioni da te descritte. Capita di sentirsi confusi e incompresi perché il disagio provato appare irrazionale. Gli stati ansiosi hanno molteplici sfumature nel loro manifestarsi e possono essere collocati all'interno di un continuum che va dall'agitazione ad una vasta gamma di disturbi invalidanti (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie,…). Le forme ansiose che hai sperimentato nel passato sono campanelli d'allarme che l'organismo attiva per comunicare il suo malessere. È importante, dunque, imparare a riconoscere questi segnali attraverso l'ascolto profondo del sé. Affidarsi ad un professionista della salute mentale rappresenta sicuramente il primo step di un cammino che ti porterà ad indagare le cause del disagio e a capire in che modo fronteggiarlo giorno dopo giorno e senza scappatoie o compromessi. Percorso necessario per vivere la vita nel benessere, diritto imprescindibile di tutti i ragazzi che hanno la tua età. Ti saluto con affetto.
Dott.ssa Chiara Lagi.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Psicologo, Psicologo clinico
Trapani
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma la sua difficoltà. La inviterei innanzitutto a condividere quanto le accade con un adulto che possa aiutarla, tramite il suo medico, a indagare se questi episodi sono riconducibili a problematiche fisiche. Dal suo racconto mi sembra che abbia piccoli episodi di derealizzazione, che frequentemente si accompagnano e si confondono con sintomi ansiosi e da panico. Mi sembra tuttavia importante che lei abbia già identificato una situazione in cui questi episodi si verificano in maniera ripetuta, ma sopratutto che lei riesca a gestirli e abbia trovato delle strategie per calmarsi. Tuttavia, una volta escluse eventuali cause di natura organica, potrebbe essere per lei molto utile rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla a superare questa difficoltà che l'accompagna da un bel pò di tempo.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Dott.ssa Nicoletta Piselli
Psicologo, Psicologo clinico
Guidonia Montecelio
Le sensazioni che stai vivendo, come la visione sfocata, la testa vuota e la percezione del mondo come irreale, possono essere molto spaventose. È comprensibile che tu ti senta ansiosa, soprattutto quando queste esperienze si verificano mentre sei in compagnia della tua famiglia e ti senti esclusa dalla conversazione. La tua pressione bassa potrebbe contribuire a queste sensazioni, ma è importante considerare anche l'aspetto emotivo e psicologico. Quando ci troviamo in situazioni sociali e ci sentiamo distaccati o non coinvolti, può scatenarsi un senso di ansia. Questo è un meccanismo naturale del nostro corpo, che cerca di proteggerci da situazioni che percepiamo come minacciose. È possibile che le esperienze passate di difficoltà emotiva abbiano lasciato un segno, e il tuo corpo sta cercando di comunicarti che c'è qualcosa che merita attenzione. Ti incoraggio a considerare l'idea di parlare con un professionista, come uno psicoterapeuta, che può aiutarti a esplorare queste sensazioni in modo più profondo. Non c'è nulla di sbagliato nel cercare supporto, e può essere un passo importante per comprendere meglio te stessa e le tue emozioni. La terapia può offrirti strumenti per gestire l'ansia e le sensazioni fisiche che stai vivendo.
Nel frattempo, è positivo che tu stia cercando di calmarti attraverso tecniche di respirazione e distrazione. Questi sono ottimi strumenti per affrontare l'ansia nel momento. Potresti anche provare a portare con te un piccolo oggetto o un pensiero positivo che ti aiuti a sentirti più ancorata quando queste sensazioni si presentano.
Ricorda che è importante prenderti cura di te stessa e ascoltare il tuo corpo. Se queste esperienze continuano o peggiorano, non esitare a cercare aiuto. Sei forte e meriti di sentirti bene. Ti auguro una buona giornata e spero che tu possa trovare la serenità che cerchi.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, la ringrazio per aver descritto con tanta cura e sensibilità ciò che sta vivendo. È davvero importante che abbia trovato il coraggio e la voglia di condividere queste esperienze, e vorrei subito rassicurarla: ciò che racconta è qualcosa che molte persone, soprattutto nei momenti di maggiore vulnerabilità emotiva, si trovano a sperimentare. Lei si è osservata con attenzione e ha colto aspetti che spesso passano inosservati, come la relazione tra questi episodi e i momenti in cui si sente più isolata o meno coinvolta nelle interazioni con gli altri. Questo ci offre già un’indicazione preziosa. Quello che descrive, con quella sensazione di irrealtà, di testa vuota, di percezione alterata delle luci e dell’ambiente, sembra rientrare nel fenomeno che in ambito psicologico chiamiamo derealizzazione o, talvolta, depersonalizzazione. Si tratta di esperienze transitorie in cui il mondo esterno o la percezione di sé appaiono strani, distanti, quasi come se si stesse vivendo un sogno. Queste sensazioni sono spesso legate a uno stato di ansia elevata, anche quando magari lei non sente in modo evidente di essere agitata prima che comincino. Il nostro corpo e la nostra mente, quando sono sotto pressione, mettono in atto una sorta di meccanismo di difesa: è come se cercassero di proteggersi da un sovraccarico emotivo. Proprio per questo queste sensazioni si presentano più facilmente nei momenti in cui, come lei racconta, si sente un po' ai margini della situazione, come se la sua mente avesse più spazio per concentrarsi su ciò che prova dentro di sé. Il fatto che questi episodi compaiano soprattutto quando cammina e che si accompagnino alla paura di svenire non è insolito. L’ansia tende a intensificare l’attenzione su segnali corporei come il battito del cuore, la sensazione di leggerezza alla testa, o la vista un po’ sfocata. E la paura di svenire alimenta l’ansia stessa, creando un circolo che può rendere più difficile riprendere il controllo. Il dato rassicurante, però, è che nella maggior parte dei casi lo svenimento non avviene, perché l’ansia, pur generando sensazioni intense, non porta davvero alla perdita di coscienza. Il fatto che lei riesca già a utilizzare delle strategie come concentrarsi su altro o respirare con calma mostra che ha delle risorse importanti, e questo è un ottimo punto di partenza. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, un aspetto centrale sarebbe iniziare a osservare e comprendere meglio i pensieri che accompagnano questi episodi. Spesso la nostra mente, di fronte a sintomi corporei improvvisi, attiva automaticamente pensieri catastrofici come “sto per svenire” o “potrei non avere il controllo” che, a loro volta, intensificano le sensazioni fisiche. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a riconoscere questi pensieri, a metterli in discussione e a sostituirli con valutazioni più realistiche e meno allarmanti. Allo stesso modo, un lavoro graduale sull’esposizione alle situazioni che le creano disagio (come il camminare in certe condizioni) potrebbe aiutarla a sentirsi più sicura e meno in balia di queste sensazioni. Lei ha già fatto un passo importante accorgendosi che questi episodi potrebbero essere collegati a un periodo emotivamente difficile e al fatto che, anche se le cose sembrano andare meglio, ci sono ancora delle tracce di quella fatica che vanno accolte e comprese. È un segno di grande consapevolezza e maturità. Le suggerirei di valutare, quando se la sentirà, la possibilità di parlarne con uno psicologo: non perché lei non sia capace di affrontare da sola questi momenti, ma perché un supporto esterno può aiutarla a rendere più leggeri quei pesi che si porta dentro e a prevenire che queste esperienze diventino motivo di ulteriore ansia. La invito a prendersi cura di sé con la stessa attenzione che ha mostrato nello scrivere queste parole. Non sta disturbando affatto, anzi: ha fatto un gesto coraggioso e prezioso. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Cara,
immagino che non è affatto semplice parlare di queste sensazioni, soprattutto se le stai affrontando da sola da tanto tempo. Comprendo la tua preoccupazione .

Quello che descrivi — la visione che diventa più sfocata, le luci che sembrano più forti, la testa “vuota”, la sensazione di irrealtà e il timore di svenire — può essere collegato a momenti di forte ansia o a episodi di derealizzazione, soprattutto considerando che si presentano in situazioni emotivamente delicate per te. Il circolo è molto comune: arriva la sensazione → nasce la paura di svenire → cresce l’ansia → i sintomi aumentano.

Allo stesso tempo, è importante non dare per scontato che si tratti solo di ansia. Hai già notato che soffri di pressione bassa, e questo può contribuire a creare sensazioni simili. Per questo motivo, prima di qualsiasi conclusione, sarebbe utile escludere le possibili cause fisiche.

Ti consiglierei quindi, con molta tranquillità, due piccoli passi:

1. Fare un controllo medico di base

Non perché tu debba preoccuparti, ma per chiarirti le idee e sentirti più sicura. Puoi parlarne al tuo medico di famiglia o pediatra, chiedendo:

* un controllo della pressione;
* esami del sangue semplici: emocromo, ferro/ferritina, vitamina D, elettroliti, glicemia;
* valutazione della tiroide (TSH, FT3, FT4), perché a volte influisce su questi sintomi.

Sono accertamenti molto comuni e ti daranno una base chiara.

2. Valutare una visita specialistica

Se il medico lo riterrà utile, potresti fare anche una visita:

neurologica (solo per scrupolo, vista la sensazione di testa vuota e sfocature),
oppure
cardiologica (soprattutto se la pressione è davvero molto bassa o variabile).

Non è detto che serva davvero, ma è bene considerarlo per tranquillità.

3. Dare spazio anche alla parte emotiva

Il fatto che questi episodi si presentino nei momenti in cui ti senti un po’ “ai margini” della situazione, e meno quando sei distratta o coinvolta, è un segnale importante: il corpo sembra reagire a una tensione interna o a un vissuto emotivo accumulato. Inoltre hai già vissuto un periodo difficile l’anno scorso, e il corpo a volte continua a comunicare anche quando ci sembra di “stare meglio”.

Parlare con uno psicologo o psicoterapeuta potrebbe aiutarti tantissimo a capire l’origine di queste sensazioni, a distinguere i segnali dell’ansia da quelli fisici e a gestirli in modo più sereno. Non devi arrivare ad avere veri attacchi di panico per chiedere aiuto: questi episodi sono già un messaggio importante del tuo corpo.

4. Intanto, quello che fai va già bene

Respirare con calma, fermarti qualche minuto, distrarti: sono strategie sane e utili. Non stai “esagerando” e non c’è nulla di strano in ciò che provi.
Ti consiglio di parlare con i tuoi genitori.
Questi episodi meritano attenzione, ma non allarme. Un controllo medico può darti tranquillità, e un supporto psicologico può aiutarti a sciogliere le radici emotive che stanno ancora chiedendo spazio.


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