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Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta
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Esperienze

Su di me

Sono la Dott.ssa Chiara Scotti, Psicologa, Psicoterapeuta, Analista Transazionale e terapeuta EMDR (tecnica che agisce sui sintomi causati da ricordi ...

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Formazione

  • Università degli Studi di Parma
  • Scuola di Psicoterapia Analitico-Transazionale di E. Berne - Milano
  • EMDR

Specializzazioni

  • Psicoterapia Analitica Transazionale

Certificati


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Competenze linguistiche

  • Italiano

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A
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Presso: Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta colloquio psicologico

Dottoressa estremamente gentile ed empatica. Mi ha fatto sentire accolta e libera di esprimere i miei pensieri e le mie fragilità.

R
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Ho effettuato solo la prima visita con la Dr.ssa Scotti ma mi sono trovata già molto bene. Molto professionale e mi ha messo subito a mio agio. Spero di intraprendere un proficuo percorso insieme… La consiglio!

G
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Presso: Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta psicoterapia

Da anni che ho la fortuna di avere il supporto della Dottoressa Chiara Scotti: persona molto
empatica,riesce sempre a metterti a tuo agio e a trasmettere quella
calma e serenità di cui ho bisogno.
Professionalità in ogni seduta ed è sempre puntale.
Se avete bisogno di un aiuto per superare i vostri momenti difficili ve la consiglio.


D
Presso: Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta colloquio psicologico

Sto attraversando un periodo difficile e parlare con la Dottoressa Chiara Scotti mi sta aiutando molto!ti ascolta nel miglior modo possibile e mi sento libera di dire tutto quello che penso. Mi trasmette calma e serenità mettendomi ogni volta a mio agio. Quando esco dal nostro colloquio ho la forza e la determinazione di affrontare tutto quello che succederà dandomi la giusta carica. È sempre difficile scegliere la persona adatta con cui parlare di cose difficili ma io in Chiara l’ho trovata!


A
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Presso: Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta psicoterapia

La Dottoressa Chiara Scotti è una terapista molto empatica, riesce a metterti a tuo agio e darti le giuste dritte per risolvere nel concreto ciò che ti turba. Per me è stata un punto di riferimento estremamente valido per riorganizzare la mia vita in un periodo buio. Sono ancora in contatto con lei perché è una persona speciale al di là della sua professione. Cinque stelle!!!!


L
Presso: Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta psicoterapia

Mi ha fatto capire molte cose di me che non avevo mai compreso, mi ha aiutato a risolvere i miei problemi di sonno e mi fa trovare sempre un lato buono nelle cose


C
Presso: Dott.ssa Chiara Scotti Psicologa - Psicoterapeuta colloquio psicologico individuale

Ha saputo ascoltarmi pazientemente mettendomi a mio agio. Grazie alla sua disponibilità e al suo aiuto, ho superato una fase in cui mi sentivo bloccata


G

Mi sono rivolto alla dottoressa Scotti perché avevo alcuni problemi di relazione sul posto di lavoro. La Dottoressa mi ha seguito umanamente mostrandomi tanta pazienza ed empatia. È una persona colta, qualificata, affidabile.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 12 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su psicoterapia di coppia

Non comprendo se la mia relazione è finita
Ciao a tutti, torno a scrivere su questa piattaforma perché in passato è stata preziosa per me per analizzare certe sfumature confuse della mia relazione. E torno a scrivere di questo. Io e il mio ragazzo, coetanei (28 anni), siamo terribilmente in crisi. La nostra non è mai stata una relazione facile: stiamo insieme da un paio d'anni con una piccola interruzione di qualche mese avvenuta dopo sei mesi dell'inizio della nostra relazione. Quella rottura era stata devastante per me, quasi come un fulmine a ciel sereno. Non mi amava più. Siamo tornati insieme dopo un po' di tempo, perchè avevamo ripreso a vederci un po' per parlare di noi, un po' perchè (in modo abbastanza incosciente) ci piaceva passare il tempo insieme senza pensare troppo alle conseguenze di questa cosa. Io non ho mai smesso di amarlo dunque quella fase, per me, è stata devastante. Ma non ho mai voluto mollare, pur nelle incertezze, perché sentivo che non volevo perderlo e sentivo che quando stavamo insieme c'era davvero una forte sintonia, connessione e complicità. Infatti dopo qualche mese siamo tornati davvero insieme e la nostra storia è decollata sul serio: siamo stati bene, abbiamo fatto tantissime cose insieme, il nostro rapporto si è davvero consolidato e siamo diventati una piccola squadra. Io sono una persona molto solare, estroversa, creativa, romantica: mi faccio in quattro per sorprenderlo e per farlo ridere, per alleggerire la sua vita. Lui, invece, è una persona più chiusa, introversa, ha sicuramente qualche problema legato alla comprensione delle sue stesse emozioni (non riesco a comprendere se per vissuti personali o per il suo modo di essere) e dunque il nostro modo di "amarci" è sempre stato molto diverso, abbastanza sbilanciato. Un turbine da parte mia e una "composta" certezza da parte sua. In realtà con gli amici lui è super simpatico e divertente, un toccasana per chi ha bisogno di "leggerezza": anche per questo mi sono innamorata di lui. Ma quando si va più in profondità, lui tende a nascondere tutto sotto il tappeto, tende a cacciare via i pensieri "scomodi". Non nego che questo, sopratutto a causa del trauma passato, mi abbia spesso fatto sentire un po' in ansia. Ma, ogni volta che mi sentivo un po' preoccupata, provavo ad aprirmi con lui e venivo in qualche modo tranquillizzata: "sono fatto così, ma non significa che non ti amo". Mi sono tanto sforzata a fare mia questa consapevolezza, senza pretendere da lui cose che probabilmente non sarebbero mai arrivate e cercando di prendere invece il bello dei nostri momenti insieme. Tuttavia alle volte, nei miei momenti no legati al lavoro o allo studio, sentivo che questo suo carattere "distaccato" mi feriva realmente: così come non mi compri un mazzo di fiori per farmi una sorpresa (perchè non sei romantico), non riesci ad alleggerire un mio momento no facendomi sentire amata a modo tuo (perchè non sei in grado di gestire le cose negative, perchè ti spaventano). E' una relazione in cui ho spesso sentito queste sensazioni di paura, anche perché mi dicevo: sei tornato di nuovo da me quasi in modo "naturale", senza quella grande consapevolezza di amarmi davvero. Ma più passava il tempo più provavo a fidarmi di lui davvero e ho anche avuto qualche importante dimostrazione: per il suo modo di fare, comunque, io ero la priorità. A suo modo, è sempre stato presente. Abbiamo condiviso tante esperienze (molte pensate ed organizzate da me, è vero) che però ci hanno proprio unito come coppia. In certi momenti mi ha anche detto che per lui sono come un porto sicuro in cui tutto il casino che c'è fuori si spegne, che si sente a casa, compreso, amato. Purtroppo da qualche mese a questa parte, dopo tutto il mio tentativo di "fidarmi" del suo amore nonostante le "mancate dimostrazioni", mi ha detto che è in crisi con se stesso. Che si rende conto che io amo in un modo che lui non riuscirà mai ad eguagliare, che questo gli fa mettere in dubbio quanto mi ama, cosa è disposto a fare per noi. Che tiene a me in maniera sconfinata, che sono la persona più bella che ha conosciuto in vita sua e non vuole perdermi per nessun motivo. Che vuole lavorare su se stesso e intanto provare a ricostruirci. Io ho provato a fargli capire che, essendo molto diversi, non ameremo mai allo stesso modo: che questo non deve fargli mettere in dubbio tutto quello che siamo. Mi ha promesso che avrebbe provato a capire meglio, che avrebbe provato a dimostrarmi che mi amava davvero. Ho vissuto questi mesi con una dose di ansia e dolore che non riesco nemmeno a spiegare, con la paura di perderlo da un momento all'altro: impossibilitata a fare qualsiasi cosa per risolvere la situazione. Lui alternava momenti di tenerezza a momenti di distanza: è diventato molto lunatico, altalenante, e io ho smesso praticamente di dedicarmi a tutte le mie attività con reale concentrazione perchè completamente immersa nell'ansia di questa situazione incerta e fuori controllo. Mi sento tanto male. Provo a mantenere lucidità, calma, a comprenderlo perchè è un periodo che lo stressa molto a lavoro. Ma anche io sto malissimo: non sono soddisfatta della mia vita attualmente e da parte sua ciò che ottengo è sempre questa "confusione", questa "presenza-assenza". Stiamo litigando tantissimo per tanti motivi e ogni volta viene fuori questa storia della confusione. Poi si sente in colpa, mi dice che farà di tutto per farmi stare più tranquilla, che non vuole perdermi, a volte riesce addirittura a dirmi che mi ama. E poi di nuovo: una giostra infinita. Dopo l'ultima bufera, in cui stavamo realmente per chiudere (abbiamo tentato per 4 ore di lasciarci ma è stato impossibile, non riuscivamo a separarci), mi ha detto per l'ennesima volta che deve risolvere delle cose personali che gli impediscono di evolvere in una relazione e che, intanto, si sarebbe davvero impegnato nel rendermi felice. Io gli ho creduto sul momento, ho pensato che fosse la scelta migliore. Tuttavia, a mente lucida, mi sono resa conto che non cambierà nulla e, ormai, ho perso le forze. Ho perso le forze di farmi in quattro per una relazione avendo in realtà poco riscontro, ho perso le forze perchè vivo con un magone costante che mi accompagna, come una nuvola nera che incombe su di me e mi rende impossibile fare qualsiasi cosa. Io lo amo tanto, quando sono con lui e stiamo bene mi sento nel posto più giusto del mondo: mi fa ridere, mi rende la vita più leggera (pur inconsciamente, perchè è proprio il suo modo di fare), adoro passare il tempo con lui. Tuttavia così non riesco più ad andare avanti: come si fa ad avere una relazione con qualcuno che ami tanto ma che non sa nemmeno dirti che ti ama? Dopo mesi di dolore ho perso le forze. Così ho deciso di chiedergli una pausa: in realtà a me non serve ma spero che in qualche modo lui riesca a venire a capo di questa sua indecisione sul suo sentimento. Almeno una pausa da questo dolore, che possa essere chiarificatrice. Lui dice che in qualche modo mi ama, ma che sente di non amarmi in maniera totale: quell'amore che ti farebbe fare di tutto per l'altra persona. Io non so più cosa fare. Gli ho consigliato di cominciare un percorso di psicoterapia perchè oltre non posso andare. Mi parla di una difficoltà a riconoscere l'amore, di una confusione che nemmeno lui sa comprendere. Però non vuole perdermi, sta malissimo e anche io. Non riusciamo a lasciarci e anche questa pausa è stata decisa con grande dolore. Ho tanta paura ma penso di aver fatto la cosa giusta. Non potevo continuare così e l'ultima strada possibile mi sembrava questa: pur con la paura di perderlo, concedergli del tempo lontano da me per capire quali siano effettivamente i suoi sentimenti per me. Intanto, io, ho bisogno di liberarmi da questa paura, da questa sensazione terribile che mi fa sentire sempre sbagliata, come se non meritassi un briciolo di serenità. Ho forse sbagliato qualcosa in questi anni? Ho forse amato troppo? Perchè è tutto così complicato? Come posso aiutarlo? Cosa devo aspettarmi da questa pausa? Come posso fare funzionare questa storia cercando di essere comprensiva ma senza annullare totalmente me stessa nel dolore? Mi scuso per l'enorme papiro ma sono molto stanca e non so più cosa fare

Carissima,
che fatica in tutte queste parole, le chiedo... come possiamo noi aiutare una persona che non vuole fare neanche un passo per aiutare sè stesso? La terapia, come lei le ha consigliato, sarebbe stata un' ottima soluzione e spero vivamente che il fidanzato si convinca ad andare.
Ma le voglio fare un'altra domanda, quanta sofferenza deve ancora sopportare prima di arrivare a pensare a sè stessa come una persona che ha veramente bisogno di volersi più bene, che tutto quello che poteva fare l'ha fatto, ma che forse ora è arrivato il momento di non combattere più per un amore troppo complicato?
So che queste le sembreranno parole forti ma quando una strada non porta più nulla occorre cambiarla, con fatica certamente, ma il finale vedrà che sarà sicuramente migliore.
le mando un caro saluto
Chiara Scotti

Dott.ssa Chiara Scotti

ciao, sono una ragazza di 20 anni, non è la prima volta che scrivo qui ma ho bisogno di sfogarmi..purtroppo l’ansia che provo quasi sempre non mi fa vivere bene, fino a poche settimane fa non lavoravo, non perché non volessi ma proprio a causa dell’ansia, non volevo neanche pensare al lavoro, ora ho iniziato come cameriera poiché i miei hanno insistito, dicendo che non facevo nulla. loro non sanno di questa situazione e non sanno quanto quest’ansia mi crei disagio e un immensa tristezza ogni giorno, ad esempio tra poco devo andare a lavorare, ho finito di piangere 20 minuti fa, non riesco a stare tranquilla e a pensare positivo, vivo questa cosa e quest esperienza lavorativa malissimo e non so più che fare. non ho grandi disponibilità economiche per andare da uno psicologo e non voglio assolutamente dirlo ai miei genitori, l ultima volta che ho provato a parlarne con mia mamma la sua risposta è stata” non sei pazza, non ne hai bisogno”, quindi perché dovrei parlarne con lei? preferisco arrangiarmi come ho sempre fatto, ma mi chiedo una cosa.. perché a me?
grazie mille a tutti buona serata

Gentilissima,

quanta difficoltà nelle sue parole.
mi verrebbe di invitarla a riflettere sul momento in cui è insorta questa ansia, cosa è successo? quale paura è è presente ora che prima non c'era?
Di base il punto cruciale su cui deve riflettere è questo.
mi faccia cmq sapere se è riuscita ad individuare qualche evento.
saluti
Chiara Scotti

Dott.ssa Chiara Scotti

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